1. L’accoglienza del nuovo residente
oltre l’ ”ingresso”
Idee per creare il ben- essere del residente, della
famiglia e degli operatori
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3. Accoglienza: più di una parola
• Ecco allora che la valutazione multidimensionale è solo
un’area della delicata fase dell’ “accoglienza”. Il giorno
dell’arrivo del nuovo residente è giorno di “accoglienza” e
non di “ammissione”… Ovvero lascio entrare chi è idoneo?
Ricevo? Oppure “ accolgo presso di me con dimostrazione
di affetto”? … le parole creano, favoriscono la creazione di
immagini… tra le pagine dei bed & breakfast o degli
agriturismi non si parla di giorno di ammissione ma giorno
di accoglienza… e il sorriso del gestore, la cura dei
particolari, il fiore fresco che troverò sul comodino, la frutta
sulla credenza e i gesti continui di gentilezza saranno le
“prove” del significato della parola “accoglienza”…
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4. La biografia come possibilità di
accedere ai paesaggi
dell’anima e costruire
l’alleanza terapeutica
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5. Dall’esclusività dei paesaggi del corpo
ai paesaggi dell’anima
• Malcom Johnson, professore dell’Università di Bristol, nel
1994 scrisse: “Gli operatori dei servizi per anziani sono
spettatori dello stadio finale alla fine di una maratona. Essi
osservano le persone solo all’ultimo giro, stanche, provate.
Li vedono esausti, ma raramente considerano come queste
persone hanno corso durante la gara. Ho sempre provato
grande interesse per in modo in cui la gente ha corso la
gara della propria vita, perché penso che questo spieghi
perché siano così stanchi ed esausti e può rivelare il modo
migliore per aiutarli, in quanto impariamo molto sulla loro
enorme vitalità, tenacia, intelligenza, abilità, cose che non
sono sempre evidenti quando la stanchezza e lo sfinimento
sono gli unici sintomi manifesti”.
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6. • Primo obiettivo del raccogliere la
biografia è l’umanizzazione della cura,
con essa andiamo a scoprire la persona
con la sua storia, la sua interiorità, i suoi
valori e questo ci aiuta a svelare
l’identità e leggere l’UNICITA’ di
quell’individuo.
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7. • Attraverso la raccolta e l’uso della biografia (la
narrazione della storia della persona
attraverso le parole delle persone che lo
hanno amato) e dell’autobiografia (la
narrazione della storia della persona
attraverso le proprie parole) iniziamo il nostro
viaggio attraverso i paesaggi dell’anima della
persona che accogliamo in struttura.
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9. • La biografia è la storia della persona fino al
momento in cui l’abbiamo accolta; è però uno
strumento DINAMICO in quanto essa potrà
essere aggiornata anche una volta che
l’anziano è con noi, con eventi significativi che
accadono nel corso della sua vita da quando è
in Casa Residenza.
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10. • Raccogliamo la biografia anche perché
vogliamo influenzare la relazione di fiducia
con la famiglia dalle prime ore in struttura e
desideriamo che questa relazione venga
costruita proprio con i Raa, figura centrale di
pianificazione e controllo, ponte tra il servizio
reso dagli operatori e la qualità percepita dalle
famiglie.
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11. • Scegliamo di raccogliere la biografia con il familiare più vicino, che
meglio conosce l’anziano di cui ci prendiamo cura, se presente un
coniuge perché in genere è la persona che conosce di più chi ha
avuto vicino per tanti anni e in età adulta, o ancora un figlio, o in
assenza di questi anche altre persone vicine, significative. Possiamo
scegliere di raccoglierla anche da più di un familiare,
separatamente.
• Ricordiamo che quando ascoltiamo una biografia è come se
ascoltassimo due storie: quella della persona e quella del familiare
che ce la sta esponendo… e non è mai “la verità”, è “la verità di chi
ce la racconta”, il suo punto di vista.
• Questo momento è l’inizio dell’”ALLEANZA CON LA FAMIGLIA”, è
un’opportunità per conoscere il familiare, per cominciare a stabilire
una relazione con lui, ci aiuterà ad accoglierlo e a capirlo. Noi siamo
lì, insieme a lui per dare un’anima all’assistenza che faremo
all’anziano, alla persona a cui lui vuole bene.
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12. • E’ il momento in cui il familiare può comprendere, percepire che
abbiamo a cuore il suo caro che ha affidato alle nostre cure.
• La biografia va raccolta entro massimo 7 giorni dall’accoglienza. Il
Raa concorda con la famiglia giorno e ora, spiegando che lo
svolgimento della stessa durerà circa un’ora. Una volta fissato
l’appuntamento è cura del raa prenotare lo spazio per svolgere la
biografia e accertarsi, un quarto d’ora prima dell’incontro che esso
sia in ordine. Il raa dovrà avere a disposizione dell’acqua da poter
offrire e se necessario dei fazzolettini. E’ possibile, che durante la
narrazione, la famiglia viva istanti di emozioni intense che andranno
accolto senza giudizio.
• E’ preferibile raccogliere la biografia in presenza di un famigliare.
Qualora fossero presenti più figli l’incontro può essere
programmato con ciascuno.
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14. Cosa mettere nello zaino…
• -Delicatezza: entriamo nell’intimo, nel privato delle
persone. Dobbiamo avere la massima sensibilità e
delicatezza, cogliere le emozioni dell’altro e tarare ed
adeguare il nostro modo di procedere anche in funzione di
questo.
• - Centratura: qualche minuto prima dell’incontro con la
famiglia è importante che il raa si predisponga nella
condizione di rilassamento, “stacchi con episodi”
precedenti. Lo farà dedicando qualche istante al silenzio ed
al respiro
• - Accoglienza: dobbiamo saper accogliere le narrazioni
senza giudizio alcuno; abbiamo bisogno di essere “neutri”,
non prendere posizione, non esprimere il nostro pensiero.
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16. • - Curiosità: intesa come desiderio di conoscere in
profondità l’anziano di cui ci prendiamo cura, perché
più potrò approfondirne la conoscenza e più avrò
strumenti e risorse per assisterlo ed aiutarlo. Le nostre
domande aiuteranno la narrazione e le risposte sono
finestre su una lettura più profonda che suscita
approfondimenti ed altre domande.
• -Rispetto: rispetto per quanto ascolto della narrazione,
rispetto per la vita della persona che ho davanti e
dell’anziano di cui mi prendo cura, qualsiasi essa sia
stata. Non importa se sono d’accordo o meno con le
sue decisioni, le sue scelte, le sue azioni
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18. • “Fermando il presente in fuga, tra un disegno,
una frase, uno schizzo e l’altro… scopriamo di
essere diventati collezionisti di noi stessi”… scrive
Demetrio nel “Il gioco della vita” … ecco allora
che la raccolta si arricchisce di materiale da poter
utilizzare durante la quotidianità e parafrasando
Demetrio “come un archeologo, con cura,
delicatezza e cautela , l’operatore, riprende per
mano i ricordi. Scoprirà, insieme all’anziano, che
essi valgono più ora di quando erano tali”…
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19. • Lavorando con quei ricordi, facendoli diventare il
faro capace di orientare il progetto di assistenza
individualizzato, ecco allora che si potrà ancora
vivere lo stupore della vita anche in casa per
anziani, anche nel lento dissiparsi della ragione …
stupori per felici incontri, per appassionati amori.
L’operatore diventa allora non un esecutore di
azioni stereotipate, ma l’interprete di un fare,
capace di interpretare quei “messaggi in
bottiglia” che la persona affetta da demenza
lancia tutti i giorni nell’oceano della vita…
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20. Diamoci appuntamento a …
• Possibilità e strumenti per creare
organizzazioni capaci di vivere la relazione
con la persona che con-vive con la demenza e
la sua famiglia: formazione formatori
• 9 aprile, 8 maggio, 20 maggio e 27 maggio
• www.letiziaespanoli.com/eventi
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