3. Il freno a tamburo è semplice ed
economico ed è stato impiegato per molto
tempo su auto e moto, ma ha dovuto
cedere il posto al freno a disco,
abbandonando prima le moto e quindi le
automobili. Esso è costituito da un
cilindro rotante (detto tamburo) solidale
col sistema da frenare e da uno o più ceppi
realizzati in materiale d'attrito atti ad
esercitare una forza sul cilindro e che
prendono il nome di ganasce.
Il ceppo può essere sia interno che esterno
al rullo. Un esempio del tipo interno è
quello delle automobili, un esempio del
tipo esterno è quello delle ruote dei carri. I
freni a tamburo si classificano in base al
numero di ceppi, ovvero delle parti che
vanno a contatto con il tamburo, e in base
alla loro posizione rispetto al tamburo
stesso. Infatti i ceppi possono essere :
Infulcrato il ceppo è fissato da un lato su
un perno che fa da fulcro e dall'altra parte
viene azionato contro il tamburo
Flottante il ceppo è collegato tramite il suo
centro al centro di una leva, la quale da un
lato ruota su un fulcro e viene azionata dal
lato opposto
4. Ora vediamo come funziona u freno a
disco…Vi è un normale comando a leva,
situato sul manubrio, che agisce su un
circuito idraulico tramite una piccola
pompa mandando in pressione l'olio
presente in un condotto. Questo giunge
alla ruota dove troviamo gli elementi che
differenziano in modo sostanziale questi
freni da tutti gli altri: la pinza e il disco.
Quest'ultimo è effettivamente una corona
circolare metallica di ridotte dimensioni,
fissata al mozzo della ruota, anch'esso
specifico per i freni a disco. La pinza invece
contiene due pattini, in questo caso
chiamati comunemente "pastiglie", che,
spinti dall'olio del circuito idraulico,
serrano il disco metallico frenando così,
per attrito, l'intera bici. La differenza
principale con i freni cantilever sta quindi
nel fatto che i pattini non agiscono sul
cerchio, ma su un disco separato e
realizzato appositamente per garantire
una frenata eccellente.