1. I CREDITI DETERIORATI IN EUROPA
Approfondimento
Ufficio Studi e ricerca First Cisl
a cura di Andrea Scaglioni
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Ufficio Studi e ricerca First Cisl marzo 2016
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I CREDITI DETERIORATI IN EUROPA
Approfondimento
indice
Crediti deteriorati: dimensione del fenomeno............................................................3
Crediti deteriorati: controparti....................................................................................6
Le sofferenze in Italia ...............................................................................................9
Ufficio Studi e ricerca First Cisl
a cura di Andrea Scaglioni
3. I CREDITI DETERIORATI IN EUROPA – Approfondimento
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Crediti deteriorati: cosa sono
I crediti deteriorati, secondo la definizione europea dell’EBA, si suddividono in “non-
performing exposures (NPE)” e “Forebearance”, che sono le esposizioni creditizie
per le quali siano state concesse modifiche delle condizioni contrattuali o un
rifinanziamento totale o parziale, a causa delle difficoltà finanziarie del debitore,
che potrebbero determinare una perdita per la banca. Le posizione sono
successivamente tenute sotto osservazione per due o tre anni (a secondo che siano
“performing” o “non performing”) e, infine, nel caso in cui i pagamenti risultino
regolari e non vi siano previsioni negative, potranno uscire dalla “forbearance”.
Crediti deteriorati: dimensione del fenomeno
Tabella 1
Distribuzione dei crediti deteriorati secondo la gravità della posizione, classificazione italiana.
Elaborazione First Cisl su dati Banca d’Italia
Fenomeno Valore a settembre 2015
SOFFERENZE 198.823.836,0
INADEMPIENZE PROBABILI 126.280.959,0
FINANZIAMENTI SCADUTI, SCONFINANTI O DETERIORATI 15.641.738,0
Sono 341 miliardi di euro i crediti deteriorati stimati dalle banche e rilevati dalla
Banca d’Italia nell’ambito delle rilevazioni di vigilanza.
Tabella 2
Importi dei prestiti e anticipazioni erogati dalle banche, prestiti e anticipazioni deteriorati,
percentuale dei prestiti deteriorati sul totale. Dati in milioni di euro. I dati si riferiscono alle 105
banche analizzata dall’EBA, che corrispondono al 67% del totale degli attivi delle banche europee, in
particolare comprendono per l’Italia l’88% del sistema bancario, in Francia il 93%, in Spagna il 90%, in
Germania il 55%.
Elaborazione First Cisl su dati EBA.
Paese
Crediti
(prestiti e anticipazioni)
mln euro
Crediti
deteriorati
mln euro
Percentuale
crediti
deteriorati
All EU Banks 17.804.396,89 994.258,19 5,6%
Austria 304.994,63 24.311,75 8,0%
Belgium 408.344,11 17.756,08 4,3%
Cyprus 47.901,30 23.777,76 49,6%
Denmark 494.346,06 17.207,63 3,5%
Finland 77.898,97 1.332,76 1,7%
France 3.499.785,78 149.542,80 4,3%
Germany 2.256.303,71 76.262,25 3,4%
Hungary 28.011,28 5.286,67 18,9%
Ireland 206.480,50 44.311,41 21,5%
Italy 1.653.665,38 276.382,29 16,7%
Latvia 1.851,64 88,95 4,8%
Luxembourg 20.604,04 757,79 3,7%
Malta 4.285,17 400,26 9,3%
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Netherlands 1.635.876,98 47.934,86 2,9%
Norway 203.995,69 2.943,12 1,4%
Poland 48.149,31 3.171,00 6,6%
Portugal 153.976,56 25.161,14 16,3%
Slovenia 12.423,37 3.523,45 28,4%
Spain 2.316.083,45 164.986,65 7,1%
Sweden 986.466,36 10.702,76 1,1%
United Kingdom 3.442.952,59 98.416,82 2,9%
Secondo le classificazioni europee e il campione delle banche osservate da EBA,
l’Italia è il paese con i crediti deteriorati più elevati, mentre seguono Spagna e
Francia.
Il valore assoluto non rappresenta l’unica informazione interessante, ma è utile
osservare il rapporto tra crediti totali erogati dalle banche campione rispetto ai crediti
non andati a buon fine (deteriorati). In questo modo si capisce la rischiosità del
Credito erogato nel passato. L’Italia ha un valore pari al 16,7%, che è inferiore a
quello di Cipro, Ungheria, Irlanda e Slovenia, mentre è simile a quello del Portogallo.
La Banca Mondiale rileva un simile 17,2% su tutto il sistema bancario al 2014.
A conferma di questo, il grafico elaborato da EBA ci rappresenta il volume dei crediti
deteriorati (NPE) rispetto al totale dei crediti (colore verso l’alto) e al prodotto interno
lordo del Paese (verso il basso). Per l’Italia il volume dei crediti deteriorati è pari al
17% circa del PIL, un valore decisamente alto anche in confronto alle dimensioni
economiche del Paese.
I dati a settembre scorso, su un campione rappresentativo, ci dicono che circa un
sesto dei crediti erogati ha problemi di rimborso nei confronti delle banche ed è un
valore elevato rispetto a quello dei paesi europei simili al nostro, sia relativamente al
totale del crediti che alle dimensioni economiche del nostro paese.
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Tabella 3
Sullo stesso campione precedente, dai dati EBA sono stati estrapolati i crediti deteriorati e le
riserve accantonate per affrontare le eventuali perdite.
Paese
Crediti deteriorati
(NPE) mln euro
Riserve per crediti
deteriorati
Percentuale copertura dei
crediti deteriorati (NPE)
All EU Banks 994.258,19 431.122,07 43,4%
Austria 24.311,75 13.731,56 56,5%
Belgium 17.756,08 7.345,22 41,4%
Cyprus 23.777,76 7.686,22 32,3%
Denmark 17.207,63 6.199,56 36,0%
Finland 1.332,76 450,56 33,8%
France 149.542,80 76.935,37 51,4%
Germany 76.262,25 26.506,57 34,8%
Hungary 5.286,67 3.170,88 60,0%
Ireland 44.311,41 18.233,62 41,1%
Italy 276.382,29 125.459,48 45,4%
Latvia 88,95 25,14 28,3%
Luxembourg 757,79 339,57 44,8%
Malta 400,26 171,13 42,8%
Netherlands 47.934,86 17.900,84 37,3%
Norway 2.943,12 1.183,17 40,2%
Poland 3.171,00 1.736,12 54,7%
Portugal 25.161,14 9.039,35 35,9%
Slovenia 3.523,45 2.150,31 61,0%
Spain 164.986,65 76.105,71 46,1%
Sweden 10.702,76 3.179,82 29,7%
United Kingdom 98.416,82 33.571,86 34,1%
Negli anni le banche si sono attrezzate economicamente a sostenere il peso dei
crediti deteriorati, accantonando riserve da utilizzare quando il credito effettivamente
non viene rimborsato. La tabella precedente ci dice che è coperto da riserve il 45%
dell’ammontare dei crediti deteriorati (NPE), valore inferiore rispetto ai paesi simili.
La tabella di EBA, che segue, conferma la nostra elaborazione, che sintetizza
un’incidenza dei crediti deteriorati (NPE) elevata, coperti da riserve ma non come in
altri paesi simili, patrimonio tra i più elevati.
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Tabella 4
La tabella riprodotta dalla pubblicazione EBA, confronta il rapporto tra crediti deteriorati e crediti
totali (colonna arancio), il grado di copertura dei crediti deteriorati con le riserve già accantonate
(colonna blu) e il grado di patrimonializzazione delle banche del campione (colonna rossa).
Crediti deteriorati: controparti
Tabella 5
I crediti concessi dalle banche rispetto alla clientela finanziata, dall’alto al basso, famiglie,
imprese non finanziarie, imprese finanziarie, istituzioni creditizie, pubblica amministrazione,
banche centrali. Le colonne sono in percentuale dei crediti deteriorati totali.
Il campione è delle banche osservate EBA i cui dati sono stati da noi rielaborati. Valori in mln euro.
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Le imprese non finanziarie sono le controparti con più crediti deteriorati per l’Italia, si
tratta di oltre 200 miliardi. In percentuale sul totale, come da tabella sottostante,
sono oltre il 70%. Bassa la percentuale dei crediti deteriorati dipendenti dalle
famiglie.
Tabella 6
Crediti deteriorati per tipologia di controparte in percentuale sul totale. Fonte dati idem c.s.
Le riserve accumulate per i crediti deteriorati sono indicati nella tabella sotto, e
confermano la rischiosità dei crediti verso le imprese non finanziarie. Ridotti gli
accantonamenti per i crediti deteriorati dipendenti dalle famiglie.
Tabella 7
Rettifiche su crediti deteriorati cumulate. Fonte dati idem c.s.
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Infine il rapporto tra le riserve accumulate e i crediti deteriorati danno un’idea di
quante riserve servano per assorbire le perdite presunte. Una percentuale elevata è
utile in quanto le perdite sono già state considerate negli anni precedenti, tuttavia
una percentuale è elevata perché si prevedono perdite più consistenti.
Tabella 8
Rapporto tra crediti deteriorati e accantonamenti cumulati rispetto alla tipologia di clientela: da
destra verso sinistra, famiglie, imprese non finanziarie, imprese finanziarie, istituzioni creditizie,
pubblica amministrazione, banche centrali.
La bassa percentuale
riferita alle imprese
non finanziarie in Italia
potrebbe dipendere ,
come abbiamo visto,
dalla minori perdite
previste dai crediti
deteriorati, oppure
potrebbe dipendere
dalle politiche di
bilancio delle singole
banche.
La Bce a questo
proposito fa notare
che il tasso di
copertura in generale
delle banche italiane è
in calo, quindi in
controtendenza
rispetto alle altre
nazioni simili (vedi
grafico a lato).
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Da evidenziare che al fine di determinare la quantità di crediti deteriorati accumulati
nel tempo, nonché delle possibilità di recupero dei crediti stessi, è importante il
tempo necessario alla chiusura delle pratiche di insolvenza. Il Fondo monetario
Internazionale ha stimato per il nostro paese un periodo attorno ai 4 anni e mezzo
medi per la chiusura delle azioni di recupero (vedi grafico sotto), uno dei più elevati.
Le banche italiane sono particolarmente esposte verso le imprese non finanziarie,
per il fatto che la crisi ha interessato il nostro settore produttivo. Gli accantonamenti
fatti in passato sono significativi, ma potrebbero essere sottostimati se le condizioni
non migliorassero (tra queste ci sono anche i tempi di recupero dei crediti).
Naturalmente questa svalutazione dei crediti ha un costo per le aziende di credito,
che a metà di giugno 2015 è stato stimato, per i primi sei mesi, in ben 7 miliardi di
Euro.
Le sofferenze in Italia
Riguardo l’Italia abbiamo anche la composizione delle sofferenze suddivise per
classi di importi. A questa informazione abbiamo fatto combaciare quella sui crediti
erogati per cassa. Non sono perfettamente corrispondenti ma è la migliore
combinazione possibile.
CLASSE DI GRANDEZZA
SOFFERENZE
NETTE
CREDITI
SOFFERENZE /
CREDITI (%)
DA 250 A < 30.000 EURO 5.965,0 0
DA 30.000 A < 75.000 EURO 7.196,0 57.044 12,6%
DA 75.000 A < 125.000 EURO 8.295,0 70.492 11,8%
DA 125.000 A < 250.000 EURO 18.584,0 104.411 17,8%
DA 250.000 A < 500.000 EURO 14.649,0 72.924 20,1%
DA 500.000 A < 1.000.000 EURO 15.619,0 73.768 21,2%
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DA 1.000.000 A < 2.500.000 EURO 25.500,0 115.189 22,1%
DA 2.500.000 A < 5.000.000 EURO 21.845,0 96.316 22,7%
DA 5.000.000 A < 25.000.000 EURO 43.308,0 225.920 19,2%
>= 25.000.000 EURO 23.468,0 652.762 3,6%
TOTALE >=250 EURO 184.430,0 1.513.212,0 12,2%
In questo modo possiamo comparare l’universo dei crediti erogati e ripartili per fasce
di credito accordato. Di questi crediti, scomposti per classe di affidamento, una parte
è passata a sofferenza. In teoria ci dovrebbe essere corrispondenza tra l’incidenza
dei crediti e delle sofferenze fascia per fascia sul totale, ma in pratica questo non
accade. Le classi di sofferenza più elevate incidono, rispetto ai crediti erogati, di più.
L’unica eccezione è rappresentata dalla classe di affidamento più elevata, oltre i 25
milioni di euro. Tuttavia, questa fascia di affidamenti produce comunque più di 23
miliardi di euro di sofferenze, una quantità significativa.
Si può vedere graficamente nell’istogramma seguente la differente distribuzione dei
crediti e delle sofferenze. Le seconde sono più pesanti per le fasce dai 250.000 in
poi.
Tabella 9
Dalla nostra elaborazione dei dati Banca d’Italia, centrale rischi, si vede graficamente come incidono i crediti e
le sofferenze per fascia di affidamento. La parte verso destra rossa, i crediti, dovrebbero avere uguale
lunghezza nella parte di sinistra (sofferenze). Se la parte azzurra è più lunga della parte rossa adiacente
significa che l’incidenza delle sofferenze è maggiore. Le percentuali sono sul totale dei crediti e delle
sofferenze. In questa comparazione non sono considerate le cessioni di crediti e sofferenze.
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Nella tabella sottostante si rappresenta graficamente il peso via via crescente delle
sofferenze con l’aumentare della classe di grandezza. La colonna sulla classe da
500.000 a 1 milione di euro indica che arriviamo circa al 45% delle sofferenze. Per
differenza tutte le più alte cumulano il 55% del totale.
Se la stessa proporzione valesse per tutti i crediti deteriorati, potremmo dire che i
crediti fino al milione di euro darebbero un livello di crediti deteriorati per l’Italia
leggermente superiore alla media UE (il 7% contro il 5,6% della media UE).
Tabella 10
Quantità cumulate delle sofferenze in Italia. Le colonne corrispondono al valore assoluto della scala
di sinistra e al valore relativo in percentuale della scala di destra, e corrispondono al totale delle
sofferenze fino a quella classe di grandezza. Per esempio la colonna della classe da 125 a 250.000
euro indica che fino a quella classe si cumula circa il 21% delle sofferenze.
Nostra elaborazione su dati Banca d'Italia.
In Italia il 21% delle sofferenze riguarda le classi di importi fino a 250.000 euro e
corrispondono a 40 miliardi di euro. Gli altri 140 miliardi appartengono a classi di
importi più elevati. I crediti più rischiosi sono quelli che corrispondono a una
erogazione da 1 a 5 milioni di €.
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Conseguenze sul mercato creditizio
I tassi applicati alle classi di affidamento sono ovviamente diversi e ci si dovrebbe
aspettare che rispecchino il rischio sottostante, aumentando quando il rischio è
elevato e diminuendo quando il rischio è più contenuto.
Tabella 11
La rischiosità della classe di credito è rappresentata dal rapporto tra sofferenze e crediti per
cassa. La colonna dei tassi invece è la rilevazione dei tassi attivi, per le banche, per i crediti a
revoca. * I tassi rilevano anche le classi di affidamento più piccole.
Nostra elaborazione su dati Banca d’Italia, al settembre 2015.
CLASSE DI GRANDEZZA SOFFERENZE/CREDITI (%) TASSI
DA 250 A < 30.000 EURO
10,56%
DA 30.000 A < 75.000 EURO 12,6%
DA 75.000 A < 125.000 EURO 11,8%
DA 125.000 A < 250.000 EURO 17,8%
DA 250.000 A < 500.000 EURO 20,1%
9,09%
DA 500.000 A < 1.000.000 EURO 21,2%
DA 1.000.000 A < 2.500.000 EURO 22,1%
7,49%
DA 2.500.000 A < 5.000.000 EURO 22,7%
DA 5.000.000 A < 25.000.000 EURO -19,2% 6,26%
>= 25.000.000 EURO -3,6% 3,97%
TOTALE >=250 EURO 12,2% 7,06%*
Invece da questa rilevazione pare che il tasso sia inversamente proporzionale
all’affidamento, ovvero diminuisca con l’aumentare delle dimensioni dell’affidamento.
Essendo macro aggregati non abbiamo la specifica per rischiosità di affidamento
che consentirebbe maggiori approfondimenti, ma in linea generale risulta che più
l’affidamento è grande, minori sono gli interessi da pagare, in proporzione. Ne
consegue logicamente che il tasso pare più influenzato da dinamiche di mercato, o
dal potere contrattuale della clientela, piuttosto che dal rischio sottostante.
Se così fosse, la struttura produttiva italiana della piccola e media impresa ne
risulterebbe ingiustamente penalizzata, usufruendo di piccole quantità di credito a
tassi più elevati. Viceversa i grandi finanziamenti ricevono una notevole quantità di
credito, ma a tassi molto contenuti, contenendo la redditività delle banche.
Con una ponderata selezione del merito creditizio, erogando finanziamenti a tassi
opportuni nelle classi di affidamento intermedie, probabilmente consentirebbe una
migliore redditività del sistema e contemporaneamente un aiuto all’economia reale.
A sostegno di quanto sopra si propone la lettura della tabella sottostante che
conteggia il numero degli affidati e lo suddivide per classe di affidamento e numero
di affidamenti. Fino a 250.000 euro il soggetto ha praticamente un affidamento
solamente in corso, ovviamente con una sola controparte bancaria. Oltre i 5 milioni
di euro gli affidamenti diventano molteplici, quindi il rapporto è di un soggetto verso
molti affidamenti e, quindi, molte aziende.
13. I CREDITI DETERIORATI IN EUROPA – Approfondimento
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Tabella 12
Numero di affidati suddivisi per classe di affidamento e numero di affidamenti (nelle colonne).
Le classi di finanziamenti per cassa più contenute hanno i valori più elevati e sono evidenziati in
verde. Altrettanto le classi di affidamento più elevate che hanno i valori più elevati oltre i 4
affidamenti, sono evidenziate in verde.
Nostra elaborazione su dati Banca d’Italia, al settembre 2015.
MONO
AFFIDATO
2
AFFIDAMENTI
3 - 4
AFFIDAMENTI
OLTRE 4
AFFIDAMENTI
DA 30.000 A < 75.000 EURO 98,1% 1,8% 0,1% 0,0%
DA 75.000 A < 125.000 EURO 93,1% 6,5% 0,4% 0,0%
DA 125.000 A < 250.000 EURO 85,0% 12,3% 2,7% 0,0%
DA 250.000 A < 500.000 EURO 59,1% 26,7% 13,4% 0,8%
DA 500.000 A < 1.000.000 EURO 38,4% 28,4% 28,2% 5,0%
DA 1.000.000 A < 2.500.000 EURO 28,6% 22,4% 32,8% 16,2%
DA 2.500.000 A < 5.000.000 EURO 20,9% 16,8% 28,9% 33,3%
DA 5.000.000 A < 25.000.000 EURO 15,7% 11,7% 21,0% 51,7%
>= 25.000.000 EURO 10,2% 8,0% 13,8% 67,9%
La conferma ci viene dalla tabella sottostante che indica il numero di banche con cui
un soggetto ha rapporti di affidamento. Fino ai 250.000 euro il cliente ha in essere
affidamenti con meno di una banca e mezzo in media, ma la prima banca eroga
circa almeno il 90% degli affidamenti totali. In sostanza fino a 250.000 euro il
rapporto è praticamente esclusivo con una azienda di credito. Oltre il milione di euro
le banche tendono a diventare almeno 2 e oltre i 25 milioni i soggetti hanno rapporti
con più di 4 banche, anche se una sola è importante perché eroga i tre quarti degli
affidamenti.
Tabella 13
Per classi di affidamento per cassa viene rappresentato nella prima colonna il numero di banche
con cui l’affidato intrattiene rapporti; nella seconda colonna quanto pesa percentualmente la
prima banca che dà l’affidamento. Per agevolare la lettura oltre al valore numerico è inserito un
istogramma orizzontale.
Nostra elaborazione su dati Banca d’Italia, al settembre 2015
Riassumendo, il rapporto del cliente con l’azienda di credito diminuisce con
l’aumentare dell’affidamento, in quanto i clienti che hanno debiti più piccoli
dipendono quasi esclusivamente da una azienda di credito. I clienti con grandi debiti
hanno rapporti con molte più aziende. Ne consegue che il patrimonio di informazioni
sulla clientela medio-piccola è già in possesso della banca che ha erogato il prestito.
FENOMENO ECONOMICO
FINANZIAMENTI PER
CASSA:NUMERO MEDIO DI
BANCHE PER AFFIDATO
FINANZ.PER CASSA:QUOTA
DEL FIDO GLOBALE
ACCORDATA DALLA PRIMA
BANCA
DA 30.000 A < 75.000 EURO 1,05 98,25
DA 75.000 A < 125.000 EURO 1,23 91,62
DA 125.000 A < 250.000 EURO 1,4 88,21
DA 250.000 A < 500.000 EURO 1,65 85,48
DA 500.000 A < 1.000.000 EURO 1,75 86,77
DA 1.000.000 A < 2.500.000 EURO 1,75 87,85
DA 2.500.000 A < 5.000.000 EURO 2,06 83,48
DA 5.000.000 A < 25.000.000 EURO 2,72 79,0
>= 25.000.000 EURO 4,23 77,14
TOTALE CLASSI DI GRANDEZZA COMPRESO LO 0 1,66 77,3