Libertà e giustizia come combattere la malapolitica
1. LeG dalla parte dei Cittadini
Quando la “malapolitica”…
La proposta pubblicata sulla pagina del gruppo “LeG.idee 2012.progetti” sulla istituzione del “mediatore
del cittadino” mi ha offerto l’opportunità di sottoporre all’attenzione degli amici di Gioianet alcune
riflessioni:
la figura di un garante dei diritti… c’era nell’Ordinamento. L’art.11 del TUEL (Testo Unico Enti Locali,
legge n.267/2000) prevedeva la figura del “difensore civico” (“ombudsman” - ufficio di garanzia
costituzionale istituito nella civilissima Svezia nel 1809!). Le funzioni: “ tutelare i diritti e gli interessi
legittimi, a garanzia di efficienza, correttezza, imparzialità e buon andamento delle Pubbliche
Amministrazioni”. La “malapolitica”, però, intollerante ad ogni tipo di controllo, nella “Finanziaria” 2010
(legge n.2/2010) inserì surrettiziamente l’abrogazione dell’art.11 , motivandola con l’esigenza (ridicola!)…
del contenimento della spesa pubblica. Ora, se proprio bisognava risparmiare sulle spese di… cancelleria,
sarebbe stato sufficiente ridurre di una unità il numero degli assessori, magari quello dei pupi fritti o delle
pettole o del nulla, e conservare la figura del Difensore Civico (giova ricordare, per chi volesse
documentarsi, che la funzione del Difensore Civico era prevista nel primo Statuto del Comune di Gioia del
Colle e che tale funzione era a titolo gratuito!).
Per onestà intellettuale, però, bisogna dire che in altra epoca (legge n.3/2001) il Parlamento aveva
pensato bene di abrogare l’art.130 della Costituzione che prevedeva l’istituzione dei CO.RE.CO. (Comitati
Regionali di Controllo sugli atti degli Enti Locali). Il compito dei CO.RE.CO., previsto dai Padri Costituenti
(che ben conoscevano l’indole della natura umana), consisteva nel verificare la LEGITTIMITA’ degli atti
amministrativi prodotti dagli Enti Locali, cioè la loro conformità all’ordinamento vigente.
E’ ben strano il nostro Paese! Le leggi approvate dal Parlamento sono suscettibili di sindacato da parte
della Corte Costituzionale per verificarne, appunto, la compatibilità con le norme costituzionali, gli atti
amministrativi degli Enti Locali non sono sindacabili se non dal TAR, a cui però possono essere sottoposti
solo dai soggetti a ciò legittimati e non da qualsiasi cittadino.
Ancora, dell’art. 1 della Costituzione “…la sovranità appartiene al popolo…”, che cosa è rimasto? Un
enunciato privo di contenuto:
- la sovranità che apparteneva al popolo viene esercitata nei due rami del Parlamento da
“nominati”, spesso sconosciuti;
2. - il controllo democratico sulla legittimità degli atti degli Enti Locali, approvati – si dice –
nell’interesse pubblico (!), precluso;
- la tutela dei diritti dei cittadini, con la scomparsa del Difensore Civico, impedita, salvo che per via
giurisdizionale.
Il Cittadino, quindi, è nudo, sempre più impoverito economicamente e privo di diritti, preda di orde di
lanzichenecchi, in gran parte costruiti nei Partiti, sempre più fabbriche di “carrierifici” di tipo monarchico,
che costano al Paese 60 miliardi di euro all’anno, a tanto ammontano i costi della corruzione (dalla
relazione del 2012 del Presidente della Corte dei Conti dott. Luigi Giampaolino).
E allora? Non rimane che sperimentare la strada della democrazia diretta!
- Referendum abrogativo;
- Referendum consultivo;
- Proposta di deliberazione e/o revoca;
- Petizione popolare.
Sono alcuni strumenti di partecipazione democratica per rivendicare la restituzione di ciò che ci è stato
proditoriamente sottratto.
Ai telepredicatori “nominati” (deputati e senatori) far giungere petizioni popolari, che potrebbero essere
gli stessi Consigli Comunali a sponsorizzare, per ripristinare, ad esempio, l’abrogato art.11. E qui non c’è
schieramento che tenga, perché i cittadini espropriati dei loro diritti sono la totalità del corpo elettorale.
“Chi biasima l’ingiustizia lo fa non perché teme di commettere le azioni ingiuste, ma perché teme di
patirle” (Platone, da “La repubblica”, I, 344 c.).
Gioia del Colle, 26 febbraio 2012
Un cordiale saluto ai lettori di Gioianet – Vito A.Vinci