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FERROVIE: LA STORIA ED I PROBLEMI

I problemi con le Ferrovie a Gioia del Colle esistono da decenni, ed anzi si può dire che nascano
con le Ferrovie stesse, che nel 1862 si insediavano a Gioia del Colle, in una zona acquitrinosa che
fu per l’occasione bonificata e sollevata per permettere la posa dei binari nell’attuale sede.

Negli anni ’80-‘90 vi è stata una lunga diatriba fra comune e Ferrovie. Queste avevano interesse a
demolire e ricostruire un ponte in pietra esistente dal 1950 (su via Giovanni XXIII) per poter
realizzare il doppio binario, ma alla ricostruzione in loco si opposero alcune forze politiche poiché
interessava suoli edificabili e non. Ugualmente, altri si opposero alla sua traslazione in area più
periferica, sempre per lo stesso motivo. Tanto che le Ferrovie, stanche di questi balletti, operarono
delle modifiche impiantistiche adattandosi a passare, con qualche difficoltà, sotto il ponte in
questione, che è rimasto in uso (metà anni ’90).
Nel 2000-2001 si inizia a parlare di soppressione dei passaggi a livello in funzione del progetto
“alta capacità” sulla linea BA-TA.
L’Amministrazione di sinistra, guidata dal Sindaco Povia, chiude dapprima un accordo con F.S.
S.p.A. (10/05/2001) accettando una proposta minimale per gli interessi del comune, quindi ratifica
l’accordo in sede di Consiglio comunale (del. CC. 42 del 20/6/2002) approvando (all’unanimità!) la
relativa bozza di convenzione, sulla scorta del protocollo di intesa fra le parti approvato con
Delibera di G.M. 32/2001. La bozza di convenzione in realtà definisce puntualmente alcuni
interventi sostitutivi alla chiusura dei PL (un sottopasso carrabile, due sottopassi pedonali) mentre
subordina alla definizione del progetto esecutivo la realizzazione del nuovo ponte di via Giovanni
XXIII (sempre quello!) previa demolizione di quello esistente. La demolizione e sostituzione del
cavalcaferrovia esistente su via Giovanni XXIII non viene ritenuta quindi propedeutica alla chiusura
dei P.L., supponendo che un solo sottovia (quello di via Le Strettole) sia sufficiente a smaltire il
traffico di via D’Annunzio e via Dante Alighieri.
Appaiono ancora evidenti gli stessi problemi che da 20 anni impediscono di trovare una soluzione
al nuovo tracciato (ponte e svincoli) che sia gradita anche a qualche “potere forte”.

Sostanzialmente la convenzione prevede che le Ferrovie realizzino le strutture dei sottopassi (sia
pedonali che carrabile), mentre il comune realizza tutte le opere di finitura (asfalti, marciapiedi,
impianti elettrici, impianti di sollevamento, ecc) e si assuma la gestione e la manutenzione delle
opere e degli impianti.
A carico del comune sono inoltre tutte le opere complementari per raccordare la viabilità esistente
al nuovo sottopasso (ed al nuovo ponte sui via Giovanni XXIII, che al 2002 non è ancora
progettato).
Con delibera di CC 67/2002 si approva il progetto delle opere complementari (che sarà poi
parzialmente modificato in corso d’opera) per una spesa di € 2.455.752,56 a carico del comune.

Inizia così la protesta dei cittadini che non vogliono vedere tagliata in due la città, e soprattutto
temono di utilizzare sottopassi angusti, pericolosi per l’incolumità di chi li utilizza, a causa della
facilità con cui possono verificarsi aggressioni all’interno.
Nascono comitati spontanei e vengono inoltrate petizioni con centinaia di firme al Sindaco e alle
Ferrovie chiedendo la revoca e/o la modifica dei provvedimenti adottati, e l’indizione di una
conferenza di servizi a cui partecipino anche i cittadini, ma senza alcun esito.

Nel frattempo, nel 2003, vengono realizzate le opere del raddoppio del binario sulla tratta Gioia del
Colle – Acquaviva delle Fonti. Viene realizzato per un tratto un terzo binario, che si avvicina
all’abitato di Gioia (lato Est) fino ad una distanza di circa 17 metri dagli edifici esistenti. In
particolare si avvicina anche ad una casa di cura privata. Le opere vengono realizzate ed attivate
senza che siano predisposte barriere fonoassorbenti, come gli obblighi di legge (L. 447/95, Decreto
Min. Ambiente 29/11/2000) lascerebbero presupporre.

Nella primavera 2004 in occasione delle elezioni amministrative un gruppo civico locale, Alleanza
Comunale, capeggiato dall’ing. Mauro Mastrovito, predispone una bozza progettuale che prevede
una soluzione alternativa a quella adottata dal comune: la realizzazione dell’interramento dei binari
nel tratto urbano. Tale progetto presuppone lo spostamento del parco merci (nato all’inizio degli
anni ’80 nella zona della stazione ferroviaria, ma abortito fin dalla nascita) in un’area più idonea,
individuata nella zona industriale, posta solo 1 km. più a nord, dove attivare appunto un centro
bimodale per il trasbordo delle merci da gomma su ferro, e l’interramento dei binari, con una
stazione urbana tipo metropolitana.
Il costo delle opere viene stimato all’incirca in 25-30 milioni di euro.
Le somme sono reperibili attraverso un intervento di riqualificazione urbanistica delle aree, come
semplici considerazioni economiche consentono di dimostrare.
La proposta viene riassunta e divulgata in un manifesto, diffuso alla città con il nome “UN VOLTO
NUOVO PER LA TUA CITTA’”.

Nasce subito un Comitato per l’interramento dei binari, che fa propria la proposta dell’interramento
ed avvia una petizione raccogliendo circa 2000 firme.

Nel frattempo si svolgono le elezioni amministrative, che non premiano la lista di Alleanza
Comunale, esclusa dalla rappresentanza consiliare.

Nel febbraio 2005 la petizione viene trasmessa al Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, ad
Italferr S.p.A. (società delle Ferrovie alla quale sono delegati gli interventi sulle infrastrutture
ferroviarie), al Sottosegretario alle Infrastrutture on. Viceconte, al Sindaco di Gioai del Colle.

Nel marzo 2005 il problema viene affrontato nel corso di un’assemblea cittadina. Il Presidente Fitto
partecipa con una lettera in cui da massima disponibilità ad affrontare la questione. Nel corso
dell’assemblea vengono raccolte le firme di 6 consiglieri per una autoconvocazione del Consiglio
comunale. Il Consiglio, autoconvocatosi il 19/04/2005, decide di insediare una commissione
consiliare per l’esame della problematica. La Commissione, naturalmente, in ossequio alla
“democrazia” del sindaco Mastrovito e dell’ex sindaco Povia, non prevede la partecipazione dei
cittadini.
Questa commissione, che doveva riferire entro 45 giorni al Consiglio, si riunisce solo una volta, ma
senza alcun risultato.
Tuttavia nel corso del Consiglio comunale il Sindaco affermerà la necessità di “trovare soluzioni
diverse da quelle in via di realizzazione” (cfr. articolo Gazzetta del 21/04/2005), affermazione che
resterà pia intenzione, o meglio solo una presa in giro, perché di fatto il Sindaco si adopererà per
evitare accuratamente ogni incontro fra comune, cittadini e Ferrovie, benché richiesto a gran voce e
in più riprese dalla città.

Nel frattempo si susseguono in provincia di Bari le notizie sulle decisioni di interrare tratti delle
ferrovie in diversi comuni: da Triggiano-Capurso a Bari-Palese-Santo Spirito, da Rutigliano a
Castellana a Modugno, si prevede di interrare i binari, e la Regione finanzia tutti questi interventi.
Il Comitato divulga tali notizie, e chiede con un pubblico manifesto che l’Assessore regionale ai
trasporti Loizzo venga a spiegare alla città la disparità di trattamento che la stessa Regione Puglia
riserva a Gioia (amministrata da un decennio dalla sinistra) rispetto a Triggiano, Modugno, Bari,
ecc.
A febbraio 2007 il Sindaco Mastrovito emana un’ordinanza con la quale sopprime il PL di vai
D’Annunzio (la via per il cimitero). La protesta dei cittadini monta, per la paura che presto venga
chiuso anche il PL di via Dante Alighieri, che costituisce il collegamento principale e diretto fra la
parte ovest della città (Santeramo, Altamura, autostrada) ed il centro, e culmina il 20 marzo 2007
nel corso di un incontro con l’Assessore Loizzo indetto dal comune per parlare della politica sui
trasporti e per annunciare il finanziamento per la messa in sicurezza di un tratto della SS. 100.
L’Assessore in quella sede, visto il clima caldo, ancor prima che il Sindaco possa profferir verbo,
rassicura la città dicendo che il PL di via Dante non sarà toccato prima che vengano realizzate le
opere di miglioramento ritenute necessarie.

Di lì a qualche mese la Regione interviene con una Delibera di G.R., stanziando 6 milioni di euro a
favore della riqualificazione dell’attraversamento ferroviario. Il Sindaco rassicura che la città sarà
informata e coinvolta sulle soluzioni da adottare per migliorare e mettere in sicurezza i collegamenti
fra le due parti della città, ma nel frattempo nasconde alla città di aver ricevuto, il 9 maggio, un
avviso di chiusura del PL dalle Ferrovie.
Così, inopinatamente, la mattina del 20 luglio il PL di via Dante viene trovato chiuso da barriere in
cemento armato sistemate nottetempo dalle Ferrovie.

La protesta è immediata, ed anche plateale.
Il Sindaco, che nulla aveva fatto in tre anni e mezzo per affrontare con serietà la problematica, si
stende sui binari, lamentando un “attentato alla democrazia” compiuto dalle Ferrovie, dimenticando
che a seguito dell’avviso di chiusura ricevuto dalle Ferrovie aveva il potere (ed il dovere morale nei
confronti della città) di emanare una diffida alle Ferrovie ad operare la chiusura, in attesa della
definizione delle soluzioni alternative. Invece si era fidato, evidentemente, di una rassicurazione
verbale dell’ass. Loizzo, che tuttavia non aveva alcun potere (se non quello politico) per impedire
alle ferrovie la chiusura del PL, in conformità peraltro della convenzione approvata nel 2002 dal
Consiglio comunale.

Quel giorno stesso il Sindaco emana un’ordinanza urgente di “inagibilità” del sottopasso pedonale
(quello carrabile era nel frattempo entrato in funzione da diversi mesi, restando peraltro spesso
allagato ed inagibile) e forte di questo atto si reca dal Prefetto, che opera una mediazione fra le
parti.

Risultato della mediazione è che il Prefetto concede al comune di Gioia del Colle 3 mesi di tempo
per ultimare le opere e rendere agibile il sottopasso, dopo di che il PL chiuderà. Nessuna menzione
viene evidentemente fatta dal Sindaco al Prefetto sul disagio che la soluzione adottata porta alla
città, né sugli impegni assunti dall’ass. Loizzo nei confronti della città il 20 marzo.

I cittadini ed i comitati (nel frattempo al Comitato per l’interramento dei binari si è aggiunto un
nuovo Comitato spontaneo contro la chiusura del passaggio a livello) spingono verso gli
amministratori per adottare soluzioni forti nei confronti delle Ferrovie, che impediscano la chiusura
del PL.
Vengono anche verificate alcune irregolarità amministrative (fra cui l’assenza di sottoscrizione
della convenzione) e viene inviata una nota (21/09/2007) al Prefetto e a RFI (Rete Ferroviaria
Italiana S.p.A.) con la quale si comunica di aver avuto un finanziamento regionale per la
riqualificazione dell’attraversamento ferroviario e si lamentano nel contempo le inadempienze di
RFI rispetto alla convenzione del 2002.

Il 24/09/2007 il Consiglio comunale, autoconvocato, adotta una delibera all’unanimità nella quale,
facendo proprio il contenuto della lettera citata, ed aggiungendo per la prima volta in 5 anni tutte
quelle motivazioni di inopportunità della soluzione adottata suggerite dai Comitati, sospende per 90
giorni l’efficacia dei precedenti atti amministrativi, impegnandosi a procedere, previa consultazione
con i rappresentanti dei comitati, alla verifica complessiva delle soluzioni relative
all’attraversamento del fascio ferroviario nell’abitato di Gioia del Colle, a seguito dell’intervenuto
finanziamento regionale.

Il mese successivo il Consiglio comunale di Gioia del Colle si scioglie, e la patata bollente passa
nelle mani del Commissario straordinario.

Il 9/11/2007 i Comitati scrivono al Commissario chiedendo di essere ricevuti (cfr. allegato).
Il 20/12 un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno riporta un’intervista all’ass. Loizzo ed al
Commissario, e vengono prospettate le soluzioni migliorative, già decise senza la consultazione con
i comitati.
I Comitati rispondono con un comunicato stampa, ed anche Alleanza Comunale affigge un
manifesto di protesta (allegati).

A seguito di questa vibrata protesta il Commissario si decide a convocare i Comitati (8 febbraio
2008) per illustrare le soluzioni migliorative, che non vengono però ritenute sufficienti dai cittadini.
Il Comitato per l’interramento sollecita un incontro con RFI, per discutere in contraddittorio l’idea
del parco merci e dell’interramento.

L’incontro viene convocato dal Commissario per il 27 febbraio, ma viene annullato il 25 febbraio
stesso.
Il 28 febbraio viene affissa all’Albo pretorio del comune la Delibera Commissariale n. 35/2008 del
13/02/2008 con la quale si approva il progetto delle opere di riqualificazione dell’attraversamento
del fascio ferroviario, senza di fatto aver coinvolto i cittadini.

Il 15 marzo si diffonde la notizia che RFI sta per chiudere il passaggio a livello, ma in serata arriva
la smentita, probabilmente per il previsto arrivo del Ministro D’Alema a Gioia per un comizio, il
giorno dopo. I Comitati si allarmano e chiedono un incontro urgente al Commissario straordinario.
Anche i 4 Candidati sindaci si riuniscono, e concordano una lettera invitando il Commissario ad
impedire la chiusura, almeno fino allos volgimento delle elezioni amministrative.
Il 19/03 si svolge un incontro dal Commissario, presenti i 4 candidati sindaci ed i rappresentanti del
Comitato. Il Commissario informa di aver ricevuto la diffida da RFI a chiudere il PL, e la richiesta
di 1.700.000 euro di danni per la ritardata chiusura del PL.

Il resto è storia di oggi.

Gioia del Colle, 20/03/2008

        Mauro Mastrovito

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La storia ed i problemi

  • 1. FERROVIE: LA STORIA ED I PROBLEMI I problemi con le Ferrovie a Gioia del Colle esistono da decenni, ed anzi si può dire che nascano con le Ferrovie stesse, che nel 1862 si insediavano a Gioia del Colle, in una zona acquitrinosa che fu per l’occasione bonificata e sollevata per permettere la posa dei binari nell’attuale sede. Negli anni ’80-‘90 vi è stata una lunga diatriba fra comune e Ferrovie. Queste avevano interesse a demolire e ricostruire un ponte in pietra esistente dal 1950 (su via Giovanni XXIII) per poter realizzare il doppio binario, ma alla ricostruzione in loco si opposero alcune forze politiche poiché interessava suoli edificabili e non. Ugualmente, altri si opposero alla sua traslazione in area più periferica, sempre per lo stesso motivo. Tanto che le Ferrovie, stanche di questi balletti, operarono delle modifiche impiantistiche adattandosi a passare, con qualche difficoltà, sotto il ponte in questione, che è rimasto in uso (metà anni ’90). Nel 2000-2001 si inizia a parlare di soppressione dei passaggi a livello in funzione del progetto “alta capacità” sulla linea BA-TA. L’Amministrazione di sinistra, guidata dal Sindaco Povia, chiude dapprima un accordo con F.S. S.p.A. (10/05/2001) accettando una proposta minimale per gli interessi del comune, quindi ratifica l’accordo in sede di Consiglio comunale (del. CC. 42 del 20/6/2002) approvando (all’unanimità!) la relativa bozza di convenzione, sulla scorta del protocollo di intesa fra le parti approvato con Delibera di G.M. 32/2001. La bozza di convenzione in realtà definisce puntualmente alcuni interventi sostitutivi alla chiusura dei PL (un sottopasso carrabile, due sottopassi pedonali) mentre subordina alla definizione del progetto esecutivo la realizzazione del nuovo ponte di via Giovanni XXIII (sempre quello!) previa demolizione di quello esistente. La demolizione e sostituzione del cavalcaferrovia esistente su via Giovanni XXIII non viene ritenuta quindi propedeutica alla chiusura dei P.L., supponendo che un solo sottovia (quello di via Le Strettole) sia sufficiente a smaltire il traffico di via D’Annunzio e via Dante Alighieri. Appaiono ancora evidenti gli stessi problemi che da 20 anni impediscono di trovare una soluzione al nuovo tracciato (ponte e svincoli) che sia gradita anche a qualche “potere forte”. Sostanzialmente la convenzione prevede che le Ferrovie realizzino le strutture dei sottopassi (sia pedonali che carrabile), mentre il comune realizza tutte le opere di finitura (asfalti, marciapiedi, impianti elettrici, impianti di sollevamento, ecc) e si assuma la gestione e la manutenzione delle opere e degli impianti. A carico del comune sono inoltre tutte le opere complementari per raccordare la viabilità esistente al nuovo sottopasso (ed al nuovo ponte sui via Giovanni XXIII, che al 2002 non è ancora progettato). Con delibera di CC 67/2002 si approva il progetto delle opere complementari (che sarà poi parzialmente modificato in corso d’opera) per una spesa di € 2.455.752,56 a carico del comune. Inizia così la protesta dei cittadini che non vogliono vedere tagliata in due la città, e soprattutto temono di utilizzare sottopassi angusti, pericolosi per l’incolumità di chi li utilizza, a causa della facilità con cui possono verificarsi aggressioni all’interno. Nascono comitati spontanei e vengono inoltrate petizioni con centinaia di firme al Sindaco e alle Ferrovie chiedendo la revoca e/o la modifica dei provvedimenti adottati, e l’indizione di una conferenza di servizi a cui partecipino anche i cittadini, ma senza alcun esito. Nel frattempo, nel 2003, vengono realizzate le opere del raddoppio del binario sulla tratta Gioia del Colle – Acquaviva delle Fonti. Viene realizzato per un tratto un terzo binario, che si avvicina all’abitato di Gioia (lato Est) fino ad una distanza di circa 17 metri dagli edifici esistenti. In particolare si avvicina anche ad una casa di cura privata. Le opere vengono realizzate ed attivate
  • 2. senza che siano predisposte barriere fonoassorbenti, come gli obblighi di legge (L. 447/95, Decreto Min. Ambiente 29/11/2000) lascerebbero presupporre. Nella primavera 2004 in occasione delle elezioni amministrative un gruppo civico locale, Alleanza Comunale, capeggiato dall’ing. Mauro Mastrovito, predispone una bozza progettuale che prevede una soluzione alternativa a quella adottata dal comune: la realizzazione dell’interramento dei binari nel tratto urbano. Tale progetto presuppone lo spostamento del parco merci (nato all’inizio degli anni ’80 nella zona della stazione ferroviaria, ma abortito fin dalla nascita) in un’area più idonea, individuata nella zona industriale, posta solo 1 km. più a nord, dove attivare appunto un centro bimodale per il trasbordo delle merci da gomma su ferro, e l’interramento dei binari, con una stazione urbana tipo metropolitana. Il costo delle opere viene stimato all’incirca in 25-30 milioni di euro. Le somme sono reperibili attraverso un intervento di riqualificazione urbanistica delle aree, come semplici considerazioni economiche consentono di dimostrare. La proposta viene riassunta e divulgata in un manifesto, diffuso alla città con il nome “UN VOLTO NUOVO PER LA TUA CITTA’”. Nasce subito un Comitato per l’interramento dei binari, che fa propria la proposta dell’interramento ed avvia una petizione raccogliendo circa 2000 firme. Nel frattempo si svolgono le elezioni amministrative, che non premiano la lista di Alleanza Comunale, esclusa dalla rappresentanza consiliare. Nel febbraio 2005 la petizione viene trasmessa al Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto, ad Italferr S.p.A. (società delle Ferrovie alla quale sono delegati gli interventi sulle infrastrutture ferroviarie), al Sottosegretario alle Infrastrutture on. Viceconte, al Sindaco di Gioai del Colle. Nel marzo 2005 il problema viene affrontato nel corso di un’assemblea cittadina. Il Presidente Fitto partecipa con una lettera in cui da massima disponibilità ad affrontare la questione. Nel corso dell’assemblea vengono raccolte le firme di 6 consiglieri per una autoconvocazione del Consiglio comunale. Il Consiglio, autoconvocatosi il 19/04/2005, decide di insediare una commissione consiliare per l’esame della problematica. La Commissione, naturalmente, in ossequio alla “democrazia” del sindaco Mastrovito e dell’ex sindaco Povia, non prevede la partecipazione dei cittadini. Questa commissione, che doveva riferire entro 45 giorni al Consiglio, si riunisce solo una volta, ma senza alcun risultato. Tuttavia nel corso del Consiglio comunale il Sindaco affermerà la necessità di “trovare soluzioni diverse da quelle in via di realizzazione” (cfr. articolo Gazzetta del 21/04/2005), affermazione che resterà pia intenzione, o meglio solo una presa in giro, perché di fatto il Sindaco si adopererà per evitare accuratamente ogni incontro fra comune, cittadini e Ferrovie, benché richiesto a gran voce e in più riprese dalla città. Nel frattempo si susseguono in provincia di Bari le notizie sulle decisioni di interrare tratti delle ferrovie in diversi comuni: da Triggiano-Capurso a Bari-Palese-Santo Spirito, da Rutigliano a Castellana a Modugno, si prevede di interrare i binari, e la Regione finanzia tutti questi interventi. Il Comitato divulga tali notizie, e chiede con un pubblico manifesto che l’Assessore regionale ai trasporti Loizzo venga a spiegare alla città la disparità di trattamento che la stessa Regione Puglia riserva a Gioia (amministrata da un decennio dalla sinistra) rispetto a Triggiano, Modugno, Bari, ecc.
  • 3. A febbraio 2007 il Sindaco Mastrovito emana un’ordinanza con la quale sopprime il PL di vai D’Annunzio (la via per il cimitero). La protesta dei cittadini monta, per la paura che presto venga chiuso anche il PL di via Dante Alighieri, che costituisce il collegamento principale e diretto fra la parte ovest della città (Santeramo, Altamura, autostrada) ed il centro, e culmina il 20 marzo 2007 nel corso di un incontro con l’Assessore Loizzo indetto dal comune per parlare della politica sui trasporti e per annunciare il finanziamento per la messa in sicurezza di un tratto della SS. 100. L’Assessore in quella sede, visto il clima caldo, ancor prima che il Sindaco possa profferir verbo, rassicura la città dicendo che il PL di via Dante non sarà toccato prima che vengano realizzate le opere di miglioramento ritenute necessarie. Di lì a qualche mese la Regione interviene con una Delibera di G.R., stanziando 6 milioni di euro a favore della riqualificazione dell’attraversamento ferroviario. Il Sindaco rassicura che la città sarà informata e coinvolta sulle soluzioni da adottare per migliorare e mettere in sicurezza i collegamenti fra le due parti della città, ma nel frattempo nasconde alla città di aver ricevuto, il 9 maggio, un avviso di chiusura del PL dalle Ferrovie. Così, inopinatamente, la mattina del 20 luglio il PL di via Dante viene trovato chiuso da barriere in cemento armato sistemate nottetempo dalle Ferrovie. La protesta è immediata, ed anche plateale. Il Sindaco, che nulla aveva fatto in tre anni e mezzo per affrontare con serietà la problematica, si stende sui binari, lamentando un “attentato alla democrazia” compiuto dalle Ferrovie, dimenticando che a seguito dell’avviso di chiusura ricevuto dalle Ferrovie aveva il potere (ed il dovere morale nei confronti della città) di emanare una diffida alle Ferrovie ad operare la chiusura, in attesa della definizione delle soluzioni alternative. Invece si era fidato, evidentemente, di una rassicurazione verbale dell’ass. Loizzo, che tuttavia non aveva alcun potere (se non quello politico) per impedire alle ferrovie la chiusura del PL, in conformità peraltro della convenzione approvata nel 2002 dal Consiglio comunale. Quel giorno stesso il Sindaco emana un’ordinanza urgente di “inagibilità” del sottopasso pedonale (quello carrabile era nel frattempo entrato in funzione da diversi mesi, restando peraltro spesso allagato ed inagibile) e forte di questo atto si reca dal Prefetto, che opera una mediazione fra le parti. Risultato della mediazione è che il Prefetto concede al comune di Gioia del Colle 3 mesi di tempo per ultimare le opere e rendere agibile il sottopasso, dopo di che il PL chiuderà. Nessuna menzione viene evidentemente fatta dal Sindaco al Prefetto sul disagio che la soluzione adottata porta alla città, né sugli impegni assunti dall’ass. Loizzo nei confronti della città il 20 marzo. I cittadini ed i comitati (nel frattempo al Comitato per l’interramento dei binari si è aggiunto un nuovo Comitato spontaneo contro la chiusura del passaggio a livello) spingono verso gli amministratori per adottare soluzioni forti nei confronti delle Ferrovie, che impediscano la chiusura del PL. Vengono anche verificate alcune irregolarità amministrative (fra cui l’assenza di sottoscrizione della convenzione) e viene inviata una nota (21/09/2007) al Prefetto e a RFI (Rete Ferroviaria Italiana S.p.A.) con la quale si comunica di aver avuto un finanziamento regionale per la riqualificazione dell’attraversamento ferroviario e si lamentano nel contempo le inadempienze di RFI rispetto alla convenzione del 2002. Il 24/09/2007 il Consiglio comunale, autoconvocato, adotta una delibera all’unanimità nella quale, facendo proprio il contenuto della lettera citata, ed aggiungendo per la prima volta in 5 anni tutte quelle motivazioni di inopportunità della soluzione adottata suggerite dai Comitati, sospende per 90
  • 4. giorni l’efficacia dei precedenti atti amministrativi, impegnandosi a procedere, previa consultazione con i rappresentanti dei comitati, alla verifica complessiva delle soluzioni relative all’attraversamento del fascio ferroviario nell’abitato di Gioia del Colle, a seguito dell’intervenuto finanziamento regionale. Il mese successivo il Consiglio comunale di Gioia del Colle si scioglie, e la patata bollente passa nelle mani del Commissario straordinario. Il 9/11/2007 i Comitati scrivono al Commissario chiedendo di essere ricevuti (cfr. allegato). Il 20/12 un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno riporta un’intervista all’ass. Loizzo ed al Commissario, e vengono prospettate le soluzioni migliorative, già decise senza la consultazione con i comitati. I Comitati rispondono con un comunicato stampa, ed anche Alleanza Comunale affigge un manifesto di protesta (allegati). A seguito di questa vibrata protesta il Commissario si decide a convocare i Comitati (8 febbraio 2008) per illustrare le soluzioni migliorative, che non vengono però ritenute sufficienti dai cittadini. Il Comitato per l’interramento sollecita un incontro con RFI, per discutere in contraddittorio l’idea del parco merci e dell’interramento. L’incontro viene convocato dal Commissario per il 27 febbraio, ma viene annullato il 25 febbraio stesso. Il 28 febbraio viene affissa all’Albo pretorio del comune la Delibera Commissariale n. 35/2008 del 13/02/2008 con la quale si approva il progetto delle opere di riqualificazione dell’attraversamento del fascio ferroviario, senza di fatto aver coinvolto i cittadini. Il 15 marzo si diffonde la notizia che RFI sta per chiudere il passaggio a livello, ma in serata arriva la smentita, probabilmente per il previsto arrivo del Ministro D’Alema a Gioia per un comizio, il giorno dopo. I Comitati si allarmano e chiedono un incontro urgente al Commissario straordinario. Anche i 4 Candidati sindaci si riuniscono, e concordano una lettera invitando il Commissario ad impedire la chiusura, almeno fino allos volgimento delle elezioni amministrative. Il 19/03 si svolge un incontro dal Commissario, presenti i 4 candidati sindaci ed i rappresentanti del Comitato. Il Commissario informa di aver ricevuto la diffida da RFI a chiudere il PL, e la richiesta di 1.700.000 euro di danni per la ritardata chiusura del PL. Il resto è storia di oggi. Gioia del Colle, 20/03/2008 Mauro Mastrovito