Slide presentate da Sergio Maset, analista di Tolomeo studi e ricerche, che ha illustrato i primi dati emersi dallo studio socio-economico del territorio pordenonese in corso di ultimazione nell'ambito del percorso verso il nuovo Piano regolatore della città
2. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PORDENONE NEL SISTEMA DI RETI E NODI DEL NORD ITALIA
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 2
La popolazione del Nord Italia è passata nel complesso da meno di 15 milioni e
mezzo di abitanti nel 1871 a quasi 34 milioni nel 2011 (+120%).
Il Friuli Venezia Giulia, dopo la flessione tra il 1981 e il 2001, nell’ultimo decennio ha
ripreso a crescere, raggiungendo nel 2011 il nuovo massimo di popolazione.
Popolazione residente (migliaia) Tasso di variazione %
Regione
1871-
1871 1901 1931 1961 1971 1981 1991 2001 2011 61-81 81-01 01-11 61-11
2011
Lombardia 3.438 4.314 5.596 7.406 8.543 8.892 8.856 9.033 9.918 20,1 1,6 9,8 33,9 188,5
Veneto 2.165 2.584 3.487 3.847 4.123 4.345 4.381 4.528 4.938 13,0 4,2 9,1 28,4 128,1
Piemonte 2.813 3.313 3.450 3.914 4.432 4.479 4.303 4.215 4.457 14,4 -5,9 5,8 13,9 58,4
Emilia Romagna 2.171 2.547 3.267 3.667 3.847 3.958 3.910 3.983 4.414 7,9 0,7 10,8 20,4 103,3
Toscana 2.090 2.504 2.915 3.286 3.473 3.581 3.530 3.498 3.750 9,0 -2,3 7,2 14,1 79,4
Liguria 852 1.087 1.423 1.735 1.854 1.808 1.676 1.572 1.617 4,2 -13,1 2,9 -6,8 89,7
Marche 915 1.089 1.240 1.347 1.360 1.412 1.429 1.471 1.583 4,8 4,1 7,7 17,5 73,0
Friuli Venezia Giulia 482 614 1.180 1.204 1.214 1.234 1.198 1.184 1.236 2,5 -4,1 4,4 2,6 156,6
Trentino Alto Adige* - - 667 786 842 873 890 940 1.037 11,1 7,6 10,3 32,0 -
Umbria 469 579 696 795 776 808 812 826 906 1,6 2,3 9,8 14,1 93,3
Valle d'Aosta 82 84 83 101 109 112 116 120 128 11,3 6,4 7,3 27,0 57,0
Nord Italia** 15.478 18.714 24.003 28.089 30.573 31.502 31.100 31.368 33.985 12,2 -0,4 8,3 21,0 119,6
Italia 27.300 32.963 41.043 50.624 54.137 56.557 56.778 56.996 60.626 11,7 0,8 6,4 19,8 122,1
*: Popolazione residente nel 1871 e 1901 non disponibile.
**: Popolazione residente nel 1871 e nel 1901 e variazioni 1871-2011 senza il dato del Trentino Alto Adige.
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1871-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).
3. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PORDENONE NEL SISTEMA DI RETI E NODI DEL NORD ITALIA
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 3
Le esportazioni delle regioni settentrionali (valori in milioni di euro) hanno
recuperato il valore del 2008. In termini di peso relativo, il valore delle
esportazioni del FVG è pari ad ¼ dell’export Veneto. Un rapporto analogo si
ritrova confrontando il valore aggiunto prodotto dalle due regioni.
110.000
La somma dell’export di
100.000
Friuli Venezia Giulia e
Veneto è pari al 60%
90.000
dell’export della
80.000
Lombardia.
70.000
60.000
50.000
40.000
30.000
20.000
10.000
0
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Piemonte Lombardia Liguria Trentino-Alto Adige
Veneto Friuli-Venezia Giulia Emilia-Romagna Toscana
Fonte: elaborazioni su dati Istat-Coeweb.
Note: il dato 2011 è provvisorio.
4. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PORDENONE NEL SISTEMA DI RETI E NODI DEL NORD ITALIA
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 4
La mappa rappresenta in rosso i territori che raggiungono oggi il massimo
popolamento della loro storia.
I territori che raggiungono oggi il
massimo popolamento della loro
storia sono:
il corridoio padano da Milano;
il Veneto centrale e il suo
prolungamento verso Pordenone;
la via Emilia e la sua prosecuzione
lungo la costa adriatica verso
Ancona;
l’area metropolitana di Torino;
l’area metropolitana di Firenze con
la piana e sino a Livorno;
la provincia di Bolzano e i suoi
collegamenti trasversali con
Merano a ovest e Brunico a est.
La crescita di queste aree compensa
ampiamente il decremento che si
registra altrove, determinando così la
crescita complessiva dell’Italia
settentrionale ed accentuando
contestualmente la concentrazione
lungo i corridoi.
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1871-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).
5. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PORDENONE NEL SISTEMA DI RETI E NODI DEL NORD ITALIA
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 5
La mappa rappresenta in rosso i comuni che hanno maggiormente visto accrescere il
loro peso in termini di addetti rispetto al 1971. Si noti il triangolo "post-industriale“
emerso negli anni ‘80 e consolidatosi nella seconda metà degli anni '90 i cui vertici
sono centrati su Milano, il nodo emiliano, e quello veneto che si prolunga verso il
Friuli Venezia Giulia.
Baviera Austria
Svizzera
Rete autostradale esistente
Nord Africa – Asia
Fonte: elaborazioni su dati Istat, Censimenti Industria e Servizi (1971) e ASIA Archivio Statistico Imprese Attive (2007).
6. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PORDENONE NEL SISTEMA DI RETI E NODI DEL NORD ITALIA
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 6
Al 2011 poco più di un quarto della popolazione residente del Friuli Venezia
Giulia abita in provincia di Pordenone, un dato in crescita rispetto al 1961
quando meno di 1 persona su 5 risiedeva a Pordenone e provincia. La
provincia è cresciuta sostanzialmente lungo tutto l’arco di tempo
considerato.
Popolazione residente Tassi di variazione % Composizione %
Provincia
1961 1971 1981 1991 2001 2011 61-81 81-01 01-11 61-11 1961 1981 2001 2011
Udine 532.359 516.910 529.729 522.455 518.840 541.522 -0,5 -2,1 4,4 1,7 44,2 42,9 43,8 43,8
di cui capoluogo 86.188 100.794 102.021 99.189 95.030 99.627 18,4 -6,9 4,8 15,6 7,2 8,3 8,0 8,1
di cui resto provincia 446.171 416.116 427.708 423.266 423.810 441.895 -4,1 -0,9 4,3 -1,0 37,0 34,7 35,8 35,8
Gorizia 137.745 142.412 144.726 138.119 136.491 142.407 5,1 -5,7 4,3 3,4 11,4 11,7 11,5 11,5
di cui capoluogo 42.187 42.778 41.557 38.505 35.667 35.798 -1,5 -14,2 0,4 -15,1 3,5 3,4 3,0 2,9
di cui resto provincia 95.558 99.634 103.169 99.614 100.824 106.609 8,0 -2,3 5,7 11,6 7,9 8,4 8,5 8,6
Trieste 298.645 300.304 283.641 261.825 242.235 236.556 -5,0 -14,6 -2,3 -20,8 24,8 23,0 20,5 19,1
di cui capoluogo 272.723 271.879 252.369 231.100 211.184 205.535 -7,5 -16,3 -2,7 -24,6 22,6 20,5 17,8 16,6
di cui resto provincia 25.922 28.425 31.272 30.725 31.051 31.021 20,6 -0,7 -0,1 19,7 2,2 2,5 2,6 2,5
Pordenone 235.549 253.906 275.888 275.267 286.198 315.323 17,1 3,7 10,2 33,9 19,6 22,4 24,2 25,5
di cui capoluogo 34.055 47.364 52.094 50.192 49.122 51.723 53,0 -5,7 5,3 51,9 2,8 4,2 4,1 4,2
di cui resto provincia 201.494 206.542 223.794 225.075 237.076 263.600 11,1 5,9 11,2 30,8 16,7 18,1 20,0 21,3
Totale FVG 1.204.298 1.213.532 1.233.984 1.197.666 1.183.764 1.235.808 2,5 -4,1 4,4 2,6 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1961-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).
7. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE PORDENONE NEL SISTEMA DI RETI E NODI DEL NORD ITALIA
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 7
Popolazione residente in Friuli Venezia nel 2011
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).
Note: la definizione dei centri urbani a valenza territoriale deriva dal Piano Territoriale Regionale 2007 del Friuli Venezia Giulia.
.
8. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE ANALISI DEI PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE A LIVELLO PROVINCIALE 8
Pordenone nel confronto con le altre province friulane. Struttura produttiva al 2011:
Pordenone vede la presenza di
112.229 addetti e 25.989 imprese
attive, seconda per dimensioni a
Udine. La quota di addetti per
abitante (36 ogni 100) è la più
elevata.
Ricchezza prodotta al 2010:
La ricchezza pro capite ammonta a
circa 25.700 euro per abitante,
inferiore a quella di Trieste e Udine.
Commercio con estero 2011:
Pordenone mostra una propensione
all’esportazione (export su valore
aggiunto), maggiore rispetto alle
altre province.
Mercato del lavoro 2011:
Pordenone mostra il più elevato
tasso di occupazione con un livello
di disoccupazione appena superiore
alla media regionale.
Nota: (a) dati Unioncamere per imprese attive e addetti (sono comprese anche le imprese non classificate) e dati provvisori censimento 2011 per
popolazione; (b) valori correnti al 2010; (c) dati provvisori. Il rapporto addetti per abitanti diverge da quello dell’analisi demografica in quanto in questa
sede sono considerati anche gli addetti all’agricoltura.
Fonte: elaborazioni su dati Istat (Censimento popolazione 2011, Coeweb, RCFL) e Unioncamere.
9. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE STRUTTURA PRODUTTIVA:
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE ANALISI PER MACRO SETTORE DI ATTIVITA’ 9
L’evoluzione recente mostra nel complesso per Pordenone un aumento degli
addetti tra il 2009 e il 2011, tendenza confermata anche nel primo semestre
2012. Se da un lato la crescita è trascinata dai servizi e dalle costruzioni si
osserva una contrazione degli addetti nell’industria in senso stretto,
evidenziata anche nel quadro provinciale e regionale.
Per i comuni della
cintura di Pordenone
si osserva, invece,
una crescita degli
addetti nell’industria
in senso stretto,
trainata
dall’evoluzione
positiva del comune
di Porcia.
Nota: la variazione annuale fa riferimento alle imprese osservate al 31.12 di ciascun anno; la variazione semestrale fa riferimento alle imprese attive
osservate al 30.06 di ciascun anno. La classificazione dei settori segue lo schema Ateco 2007; (a) i dati totali comprendono il settore agricoltura, mentre
non comprendono le imprese non classificate. Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere.
10. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE STRUTTURA PRODUTTIVA:
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE ANALISI PER MACRO SETTORE DI ATTIVITA’ 10
Il quadro relativo alle imprese mostra per Pordenone un andamento positivo
tra il 2009 e il 2011, frutto della crescita delle imprese nell’industria in senso
stretto e nei servizi. Negativa la tendenza nelle costruzioni. L’evoluzione
provinciale e regionale evidenzia un calo delle imprese nel complesso, frutto
della contrazione di tutto il comparto industriale.
I comuni della
cintura
pordenonese
vedono una leggera
diminuzione delle
imprese legata al
calo dell’industria in
senso stretto.
Nota: la variazione annuale fa riferimento alle imprese osservate al 31.12 di ciascun anno; la variazione semestrale fa riferimento alle imprese attive
osservate al 30.06 di ciascun anno. La classificazione dei settori segue lo schema Ateco 2007; (a) i dati totali comprendono il settore agricoltura, mentre
non comprendono le imprese non classificate. Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere.
11. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE RICCHEZZA, COMMERCIO CON L’ESTERO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE E MERCATO DEL LAVORO 11
Nel 2011 il valore delle esportazioni nella provincia di Pordenone ammonta
a circa 3,4 miliardi di euro, il 27% del valore regionale. La dinamica è
positiva per tutti gli anni ‘90 e fino al 2007, prima della recessione, anche se
inferiori alla dinamica regionale. Tra il 2007 e il 2011 si osserva un calo
consistente pari al 14,8%, a fronte di una tenuta a livello regionale, spinta da
Trieste, ma anche Gorizia e Udine hanno performance migliori. Il primo
semestre 2012 appare positivo.
Nota: valori correnti espressi in milioni di euro.
Fonte: elaborazioni su dati Istat (Coeweb, settembre 2012).
12. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE RICCHEZZA, COMMERCIO CON L’ESTERO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE E MERCATO DEL LAVORO 12
I mobili rimangono il prodotto con maggior valore esportato (19,9% nel 2011
e 21,5% nel 2001). Scendono dal secondo al terzo posto gli apparecchi per
uso domestico (elettrodomestici) con una riduzione del peso dal 17,8%
all’8,9%.
Nota: classificazione delle merci in base all’Ateco 2007.
Fonte: elaborazioni su dati Istat (Coeweb, settembre 2012).
13. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE IL SISTEMA TERRITORIALE PORDENONESE:
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE DINAMICHE DEMOGRAFICHE E INSEDIATIVE 13
Cos’è il sistema territoriale pordenonese?
La ricerca assume come elemento di
partenza l’esistenza di un cosiddetto
“sistema territoriale pordenonese”,
formato dai comuni di:
Pordenone;
Porcia;
Fontanafredda;
Roveredo in Piano;
San Quirino;
Cordenons;
Zoppola;
Fiume Veneto.
Si tratta di comuni facenti parte della
prima cintura di Pordenone (con la sola
eccezione di Fontanafredda,
posizionato nella seconda cintura),
collocati a nord, est od ovest rispetto al
capoluogo. Un sistema di questo tipo
esclude i comuni posizionati a sud di
Pordenone, anche se facenti parte
della prima cintura.
14. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE IL SISTEMA TERRITORIALE PORDENONESE:
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE DINAMICHE DEMOGRAFICHE E INSEDIATIVE 14
La crescita del numero di addetti ha attratto popolazione: a Pordenone in un solo decennio (gli
anni ‘60) si è passati da 34 mila a 47 mila abitanti, superando quota 50 mila negli anni ‘70. Sono
cresciuti molto anche gli altri comuni del sistema, trainando il sistema stesso (escluso
Pordenone) ad una crescita in doppia cifra anche tra il 1981 e il 2001, a fronte di un calo del
capoluogo.
Popolazione residente
Tra i comuni del sistema, in
Area Valori assoluti Tassi di variazione %
valore percentuale l’aumento più
1961 1971 1981 1991 2001 2011 61-81 81-01 01-11 61-11
considerevole tra il 1961 e il 2011
Pordenone 34.055 47.364 52.094 50.192 49.122 51.723 53,0 -5,7 5,3 51,9 è quello di Roveredo in Piano, ma
Cordenons 9.744 12.962 14.613 15.485 16.991 18.470 50,0 16,3 8,7 89,6 raddoppia la popolazione anche
Porcia 7.374 11.517 13.143 13.086 13.616 15.443 78,2 3,6 13,4 109,4
di Porcia, mentre aumenti tra il
Fontanafredda 6.574 7.509 8.906 9.037 9.515 11.686 35,5 6,8 22,8 77,8
Fiume Veneto 6.338 8.191 8.869 9.332 10.221 11.494 39,9 15,2 12,5 81,4
78% e il 90% riguardano
Zoppola 6.400 6.930 7.383 7.460 8.430 8.565 15,4 14,2 1,6 33,8 Cordenons, Fiume Veneto e
Roveredo in Piano 1.602 2.410 3.542 4.249 4.853 5.746 121,1 37,0 18,4 258,7 Fontanafredda.
San Quirino 3.252 3.441 3.867 3.809 3.816 4.310 18,9 -1,3 12,9 32,5
Sistema senza PN 41.284 52.960 60.323 62.458 67.442 75.714 46,1 11,8 12,3 83,4
Sistema con PN 75.339 100.324 112.417 112.650 116.564 127.437 49,2 3,7 9,3 69,2
Provincia PN 235.549 253.906 275.888 275.267 286.198 315.323 17,1 3,7 10,2 33,9
Composizione %
Comuni
1961 1971 1981 1991 2001 2011
4 abitanti su 10 della
provincia di
Pordenone 14 19 19 18 17 16
Pordenone risiedono
Cordenons 4 5 5 6 6 6 nel sistema
Porcia 3 5 5 5 5 5 Pordenone. Il peso
Fontanafredda 3 3 3 3 3 4 del capoluogo a livello
Fiume Veneto 3 3 3 3 4 4
provinciale è di circa il
Zoppola 3 3 3 3 3 3
Roveredo in Piano 1 1 1 2 2 2
16%, una quota in
San Quirino 1 1 1 1 1 1
lieve flessione dopo il
massimo raggiunti tra
Sistema senza PN 18 21 22 23 24 24
il 1971 e il 1981
Sistema con PN 32 40 41 41 41 40
Provincia PN 100 100 100 100 100 100
Fonte: Elaborazioni su dati Istat, Censimenti popolazione e abitazioni (1961-2001) e Rilevazione annuale sulla popolazione residente comunale (2011).
15. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE INQUADRAMENTO TERRITORIALE
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE E MOBILITA’ SISTEMATICA 15
Flussi in entrata e uscita per e dalla provincia di Pordenone per lavoro
Sono riportati i flussi
che coinvolgonoi almeno
Sono riportati flussi
80che coinvolgono almeno
persone.
80 persone.
Fonte: elaborazione su dati Istat, Censimento 2001
16. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE INQUADRAMENTO TERRITORIALE
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE E MOBILITA’ SISTEMATICA 16
La mappa classifica i comuni sulla base del loro grado di dipendenza da
Pordenone per flussi per lavoro al 2001
I comuni sono stati classificati attraverso la costruzione
di un indice sintetico che rapporta gli spostamenti
generati verso il comune di Pordenone e gli spostamenti
generati totali. Più elevato risulta il valore dell’indice e
più alta è la dipendenza da Pordenone in termini di
quota di spostamenti sistematici per lavoro generati.
In rosso sono rappresentati i comuni con la più alta
quota di flussi per lavoro diretti verso il comune di
Pordenone. Evidentemente, più ci si allontana da
Pordenone e più la quota registra valori inferiori.
Fonte: elaborazione su dati Istat, Censimento 2001
17. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE APPROFONDIMENTO:
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE DINAMICA ISCRIZIONI-CANCELLAZIONI NEL COMUNE DI PORDENONE 17
Saldo tra iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza nel comune
di Pordenone, 2005 – 2011
Saldo tra iscritti e cancellati per trasferimento di residenza nel comune di
Area Pordenone per anno ed area di immigrazione/emigrazione
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Totale
Porcia -131 -114 -77 14 -34 -23 -12 -377
Fiume Veneto -33 -16 -70 -31 -12 -35 -48 -245
Azzano Decimo -47 -127 -39 -27 -18 24 3 -231
Roveredo in Piano -30 -33 -41 -13 6 -18 -25 -154
Fontanafredda -46 -38 -25 4 -3 8 0 -100 -1.282
Zoppola -12 -8 7 -5 -29 -15 -7 -69
Cordenons -98 -40 -15 -3 32 55 15 -54
San Quirino -17 -9 -6 -10 -6 -2 -2 -52
0
Budoia -8 -15 -10 1 -2 -2 2 -34
Pravisdomini -3 -6 -9 -5 -3 2 -5 -29
Sesto al Reghena -1 -5 -3 -6 -6 10 -3 -14
Prata di Pordenone -6 -15 -14 -12 22 -1 30 4
Polcenigo -12 -2 -5 12 4 -2 9 4
Montereale Valcellina -3 -5 3 0 -6 10 11 10
Chions 9 -4 -3 7 1 1 2 13
Casarsa della Delizia -3 12 10 -4 2 -2 4 19
Spilimbergo 5 16 -5 1 0 0 4 21 +434
Caneva -1 2 8 13 1 0 -1 22
Aviano 3 -9 -11 -19 14 16 29 23
San Vito al Tagliamento 15 -1 -10 1 12 16 4 37
Sacile 13 19 -4 10 7 0 3 48
Brugnera 8 10 7 7 12 4 12 60
Maniago 3 7 16 0 10 23 12 71
Pasiano di Pordenone 7 19 6 10 2 25 17 86
0
Altro prov. Pordenone -8 20 20 19 11 13 18 93
Altro FVG 30 38 33 6 8 2 28 145 +145
Veneto 2 30 47 42 -1 22 50 192
Altro Italia 66 151 230 205 80 73 94 899 +1.091
Estero 576 656 831 951 583 536 359 4.492
Totale 278 533 871 1.168 687 740 603
0
4.880
+4.492
Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Pordenone.
Note: il saldo non considera le persone “irreperibili”
18. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE APPROFONDIMENTO:
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE DINAMICA ISCRIZIONI-CANCELLAZIONI NEL COMUNE DI PORDENONE 18
Saldo tra iscrizioni e cancellazioni per trasferimento di residenza nel comune
di Pordenone per classe d’età, 2005 – 2011
Iscritti Cancellati Saldo
Area
0-34 35-64 65+ Totale 0-34 35-64 65+ Totale 0-34 35-64 65+ Totale
Sistema PN + Azzano Decimo 2.372 1.661 204 4.237 3.163 2.157 199 5.519 -791 -496 5 -1.282
Altro prov. Pordenone 1.407 887 112 2.406 1.072 762 138 1.972 335 125 -26 434
Altro FVG 441 244 58 743 307 243 48 598 134 1 10 145
Veneto 680 390 92 1.162 505 393 72 970 175 -3 20 192
Altro Italia 1.879 700 165 2.744 1.202 560 83 1.845 677 140 82 899
Estero 3.108 1.378 101 4.587 44 47 4 95 3.064 1.331 97 4.492
Totale 9.887 5.260 732 15.879 6.293 4.162 544 10.999 3.594 1.098 188 4.880
Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Pordenone.
Note: il saldo non considera le persone “irreperibili”
19. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 19
L’emergenza di una visione di sistema
TRASFORMAZIONI STRUTTURALI NECESSITÀ DI UNA TEMI
E FATTORI DI CONTESTO VISIONE INTEGRATA EMERGENTI
Crisi economica e trasformazioni Sistema delle reti
strutturali dell’economia lunghe
Aumento dei fattori di pressione
demografica
1 Superamento dei confini
amministrativi
Viabilità e connessioni
nel sistema urbano
Bacino di riferimento
Spending review
2 Adozione di un approccio della città
Fattori incidenti
inter-settoriale contemporanea
Piano di Governo del
Sviluppo commerciale
Territorio del FVG
Geometrie territoriali-
3 Ricorso al partenariato
pubblico-privato
e sviluppo urbano
amministrative variabili Disegno delle aree
produttive
Esempi che implicano l’adozione di visione
e azione integrata:
Patto dei Sindaci
Partenariato “Città e comunità intelligenti”
Social Housing
20. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 20
Elementi salienti dell’analisi del sistema produttivo: la provincia di Pordenone
Vocazione produttiva: la provincia di Pordenone fa parte del “Club dei 15”, le province più
industrializzate d’Italia. Rispetto a questo insieme la provincia di Pordenone si colloca tra le prime in
termini di vocazione all’export e dinamica manifatturiera, infatti, sono presenti ben tre distretti
produttivi: termoelettromeccanica, mobile del Livenza, coltello di Maniago.
Esportazioni: i principali partner commerciali sono Germania e Francia, con un peso complessivo
dell’UE15 del 51,8% sulle esportazioni totali della provincia di Pordenone. Tuttavia nel ventennio
analizzato si osserva una chiara tendenza all’incremento del peso delle esportazioni verso i paesi UE
di nuova adesione e verso i paesi extra UE27. Rispetto alla composizione merceologia il primo settore
risulta la meccanica, seguita dal legno-arredo e dall’elettronica/elettrodomestici. Mentre il primo
appare in espansione, gli altri due settori vedono una progressiva perdita di peso nel complesso delle
esportazioni di manufatti. Tuttavia i mobili nel 2011 rimangono il primo comparto per valore delle
esportazioni.
Ricchezza: nonostante le buone performance produttive in termini di ricchezza procapite, la provincia
di Pordenone fa fatica a tenere il passo sia rispetto al resto della regione che al “Club dei 15”. Ciò è
spiegabile con il minor peso del settore immobiliare, che prima della crisi ha conosciuto forti variazioni,
e con la recessione economica che ha colpito principalmente il commercio mondiale ed i settori
industriali ad esso connessi. La composizione settoriale osservata in un intervallo decennale
conferma, sul piano della ricchezza prodotta, la progressiva terziarizzazione dell’economia provinciale:
il peso del valore aggiunto nei servizi è passato dal 57,5% del 2000 al 65,1% del 2010.
Mercato del lavoro: l’occupazione provinciale ha risentito degli effetti della crisi economica, però i
principali indicatori segnalano livelli migliori rispetto al resto della regione o alle altre province parimenti
industriali. Tra il 2008 e il 2010 si osserva un calo dell’occupazione del 5,8% che accomuna tutti i
principali settori. Nel 2011 si registra un ritorno alla crescita, trainata dal comparto industriale. Tuttavia
i segnali di uso di ammortizzatori sociali nei primi mesi del 2012 richiedono comunque di mantenere
un attento monitoraggio e suggeriscono prudenza nelle valutazioni.
21. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 21
Elementi salienti dell’analisi demografica
Il sistema territoriale pordenonese ha oggi circa 60 mila addetti e 150 mila abitanti. Vi
risiede il 47% della popolazione provinciale e vi lavora il 53% degli addetti della provincia.
Il principale driver della crescita demografica è la domanda di lavoro. Questo spiega
l’aumento di popolazione del sistema, passato negli ultimi cinquant’anni dai 75 mila abitanti
del 1961 ai 127 mila del 2011.
Tuttora il sistema territoriale pordenonese presenta un rapporto addetti su popolazione (39
ogni 100 abitanti) tra i più elevati nel Nordest, con Pordenone primo tra i capoluoghi con un
valore analogo a Padova (46).
Il sistema pordenonese ha attratto popolazione (e continua a farlo anche nel 2011). La
distribuzione e ri-distribuzione della stessa all’interno del sistema è il risultato
dell’interazione tra domanda e caratteristiche dell’offerta abitativa e delle politiche
urbanistiche – residenziali attuate dai singoli comuni.
La presenza, all’interno del sistema, di comuni a forte caratterizzazione
residenziale e di altri che mantengono tuttora un prevalente profilo
“produttivo”, sostanzia una elevata interdipendenza funzionale tra i punti
del sistema ed un elevato grado di mobilità interna.
22. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 22
Elementi salienti dell’analisi demografica
L’analisi dei dati dell’anagrafe comunale ha evidenziato la fluidità del sistema. E’ presente
una forte immigrazione dall’esterno del sistema verso Pordenone, ed al contempo un
importante flusso di trasferimenti da Pordenone verso gli altri comuni del sistema. A
Pordenone si trasferisce popolazione dall’estero, ma anche dal resto della provincia e dal
resto d’Italia.
Pordenone perde popolazione giovane (under 35) verso i comuni di cintura (quasi -800 tra
2005 e 2011), mentre attrae popolazione giovane dal resto del territorio provinciale (+330),
regionale (+130), dall’Italia (+850) e, in misura assai rilevante, dall’estero (oltre +3.000).
Il comune di Pordenone presenta la più elevata percentuale di stranieri rispetto agli altri
capoluoghi di Veneto e Friuli Venezia Giulia: circa il 16% rispetto alla popolazione
residente.
Considerando i soli ultimi tre anni (dal 2009 al 2011) a Pordenone vi sono stati - tra iscrizioni e
cancellazioni - oltre 11 mila trasferimenti di residenza. Le iscrizioni sono state oltre 6.500 e le
cancellazioni circa 4.500. Di conseguenza, solo nel brevissimo intervallo di tre anni, il
movimento ha interessato una quota equivalente a circa il 20% della popolazione.
23. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 23
Fattori di pressione demografica
Sulla base dell’ipotesi tendenziale, si stima per Pordenone una crescita di quasi il 7% nei
prossimi 20 anni, per il sistema nel complesso di oltre il 10%: Pordenone tra 20 anni
potrebbe attestarsi sui 55 mila abitanti con il sistema a quota 140 mila abitanti.
L’ipotesi naturale, invece, indica da qui ai prossimi 20 anni delle flessioni sia per Pordenone
(-6%) sia per il sistema (-4%): nel 2032 il capoluogo supererebbe di poco i 48 mila abitanti,
con il sistema poco sotto quota 122 mila abitanti.
Prudenzialmente è possibile ipotizzare una sostanziale tenuta nel tempo della popolazione
complessiva del comune di Pordenone e una leggera crescita di quella del sistema.
La popolazione in età lavorativa (15-64 anni) di Pordenone è destinata a calare sia in ipotesi
naturale, passando da 33 mila abitanti nel 2012 a 27 mila nel 2032, sia, meno
drasticamente, in ipotesi tendenziale (32 mila nel 2032).
La popolazione in età lavorativa del sistema (82 mila nel 2012) è destinata a calare di qui a
20 anni in ipotesi naturale (69 mila), mentre in ipotesi tendenziale si prevede una crescita
nei prossimi 10 anni (84 mila nel 2022) e successivamente un leggero calo (83 mila nel
2032).
2012 2022 2032
24. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 24
Fattori di pressione demografica
Popolazione over 65: in crescita continua nei prossimi anni a Pordenone e nel sistema con
conseguente aumento degli utenti potenziali dei presidi socio-assistenziali e sanitari. A
Pordenone si passa da 11.800 a circa 15.600 nei prossimi 20 anni, mentre nel sistema si
passa dai 27 mila del 2012 ai quasi 39 mila del 2032.
Popolazione 14-18 anni: in crescita nei prossimi 10 anni, a Pordenone in aumento da 2.000
nel 2012 a circa 2.250 nel 2022; nel sistema da 5.300 ad oltre 6.000.
Popolazione 11-13 anni: in crescita nei prossimi 10 anni, a Pordenone passa dai 1.200 del
2012 ai quasi 1.500 del 2022; nel sistema da 3.350 ad oltre 3.700.
Popolazione 6-10 anni: in crescita nei prossimi 5 anni, a Pordenone passa da 2.050 nel
2012 a circa 2.450 nel 2017; nel sistema da circa 5.800 a quasi 6.300.
Tali stime applicate si riferiscono all’ipotesi naturale e sono dunque il risultato
dell’evoluzione demografica della popolazione attuale.
2012 2022 2032
25. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 25
La necessità di una visione integrata
1 SUPERAMENTO DEI CONFINI AMMINISTRATIVI
Gli insediamenti produttivi, la domanda di servizi (pubblici e privati), le strutture commerciali, le
infrastrutture di trasporto, ma anche le scelte residenziali degli abitanti e dei lavoratori sostanziano di
fatto una rete densa e materiale che non vede i (e non ragiona per) confini. Il tradizionale approccio
alla programmazione del territorio e dei servizi pubblici incardinato sulla sostanziale legittimazione del
comune a rappresentarsi e ad agire come “isola” rispetto a ciò che lo circonda non consente più di fare
i conti con un sistema economico e relazionale complesso e diffuso sul territorio.
2 ADOZIONE DI UN APPROCCIOterritorio quali il rinnovamento urbano, la riqualificazione energetica e
Le grandi sfide delle città e del
INTER-SETTORIALE
l’informatizzazione del trasporto pubblico locale richiedono una programmazione al contempo sovra-
comunale e inter-settoriale strutturata e integrata. I progetti che riguardano questi ambiti necessitano
inoltre competenze specializzate, risorse finanziarie e dotazione tecnologica che non sempre i comuni,
in particolar modo quelli di minori dimensioni, sono in grado di attivare in modo efficiente da soli.
L’ottica inter-settoriale si coniuga quindi quasi necessariamente con l’adozione di una prospettiva di
area vasta, nella definizione delle politiche pubbliche, nella progettazione degli interventi e nella
definizione dei bacini di domanda/utenza.
3 RICORSO ALpubblico-privato significa attivazione congiunta per il raggiungimento di un interesse
Partenariato
PARTENARIATO PUBBLICO-PRIVATO
reciproco: il soddisfacimento di un bisogno della collettività rispetto al quale l’ente pubblico non è in
grado di rispondere efficientemente attraverso un servizio che può invece essere fornito da o con la
collaborazione di un privato, il quale a sua volta trova in tale attività equa remunerazione per il proprio
investimento. Remunerazione spesso possibile solo aggregando la domanda, e di conseguenza
programmando il servizio o dimensionando l’intervento, su bacini di utenza ampi.
26. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 26
Il Patto dei Sindaci
Iniziativa dell’Unione Europea che si colloca all’interno del pacchetto comunitario sul clima e sull'energia i cui obiettivi sono,
entro il 2020, ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, aumentare del 20% il risparmio energetico e portare al 20% la
produzione energetica da fonti rinnovabili.
Con la sottoscrizione del Patto dei Sindaci le amministrazioni comunali assumono un impegno formale nei
confronti dell’Unione Europea. In particolare, i Comuni che sottoscrivono il Patto si assumono l’impegno di:
preparare un inventario delle emissioni (baseline) come punto di partenza per le successive azioni;
presentare entro un anno un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (Paes);
adattare le strutture della città, inclusa l’allocazione delle risorse umane;
presentare, su base biennale, un Rapporto sull’attuazione del Piano d’Azione.
Il Patto dei Sindaci riguarda azioni di livello locale. Nel Paes si prevede che gli enti prendano
provvedimenti riguardanti funzioni assegnate loro istituzionalmente (servizi e pianificazione) in settori quali:
Il punto di forza del Patto dei Sindaci è quello di stimolare le amministrazioni a concepire un
PERCORSO STRUTTURATO per il risparmio energetico, con il sostegno tecnico e finanziario
dell’Unione Europea e con la possibilità di accedere alle esperienze messe in atto a livello comunitario.
Soltanto una manciata di comuni del Friuli Venezia Giulia vi ha fino ad oggi aderito, tra cui, ad ora unico
nella provincia di Pordenone, il comune di Spilimbergo.
27. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 27
Partenariato “Città e comunità intelligenti”
SMART CITY = città in cui l’innovazione tecnologica contribuisce in modo determinante al miglioramento di
aspetti quali la mobilità, l’ambiente, il turismo, la cultura, l’economia della conoscenza e
della tolleranza, le trasformazioni urbane.
Richiede progettualità multisettoriale e di lungo periodo. Emblematico l’approccio dell’Unione Europea.
L’iniziativa “Smart Cities and Communities” (“Città e Comunità Intelligenti”) fa capo al Piano
strategico per le Tecnologie Energetiche (Set), il cui obiettivo è accelerare lo sviluppo di una
nuova serie di tecnologie a bassa emissione di carbonio. A luglio 2012, l’Unione Europea ha
stanziato 365 milioni euro per la Smart Cities & Communities European Innovation
Partnership (SCC), una cifra nettamente superiore agli 81 milioni stanziati per il 2012.
L’iniziativa, nel 2012, copriva due soli settori (trasporti ed energia), e i progetti dimostrativi
finanziati potevano essere riferiti a uno solo di questi. A partire dal 2013, al campo dell’energia e
dei trasporti si è aggiunto quello delle ICT; inoltre, i progetti dimostrativi dovranno riguardare
tutti e tre i settori, in considerazione del fatto che i servizi e le catene del valore di tali settori
stanno oggi convergendo.
Non è però soltanto sull’incremento di budget – per quanto sostanziale – che va appuntata
l’attenzione, ma anche sullo strumento scelto. Ai bandi emanati nell’ambito della SCC
potranno partecipare consorzi che riuniscano aziende operanti nei tre settori e almeno due
città. L’obiettivo è quello di finanziare progetti ad alto impatto, appetibili per il mercato e
potenzialmente replicabili.
Se dunque l’impostazione generale è quella di dare vita a una serie di progetti dimostrativi (la
partnership sarà pienamente operativa sotto “Orizzonte 2020”, il nuovo programma quadro di
ricerca e innovazione che sarà sviluppato nell’ambito del prossimo ciclo di programmazione 2014-
2020), dall’altro è evidente la necessità di adottare una visione integrata.
28. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 28
Social Housing
OBIETTIVI
SOCIAL HOUSING fornire soluzioni al disagio abitativo
tramite interventi immobiliari coordinati
realizzare di un contesto abitativo e
attività di sviluppo e gestione immobiliare … sociale dignitoso
creare un’offerta abitativa sostenibile,
… con oggetto l’insieme di alloggi e servizi rivolti a coloro che assegnando un titolo di preferenza alla
non riescono a soddisfare sul mercato (per ragioni economiche o locazione a medio-lungo termine.
per l’assenza di un’offerta adeguata) il proprio bisogno abitativo.
DESTINATARI - I soggetti destinatari di tali unità abitative sono individuati tra i “soggetti svantaggiati” che
non sono in grado di accedere alla locazione di alloggi nel libero mercato:
nuclei familiari a basso reddito, anche mono-parentali o mono-reddito;
giovani coppie a basso reddito;
anziani in condizioni sociali o economiche svantaggiate;
studenti fuori sede;
soggetti sottoposti a procedure esecutive di rilascio;
immigrati regolari a basso reddito che soddisfino alcuni criteri di residenza.
STRUMENTI
I fondi immobiliari chiusi sono un possibile strumento per valorizzare e incrementare l’offerta abitativa sul
territorio. Tali fondi immobiliari potranno essere costituiti mediante la partecipazione di soggetti
pubblici e privati. Sono state recentemente sperimentate iniziative che hanno prevalentemente utilizzato
il fondo comune di investimento immobiliare come strumento per l’implementazione di progetti locali.
29. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 29
Il partenariato pubblico privato
La domanda di partenariato pubblico privato è fortemente aumentata in
questo decennio, anche in Friuli Venezia Giulia. Nell’intero periodo 2002-
2010 sono state indette 191 gare di partenariato pubblico-privato e il valore
complessivo del mercato, ovvero l’ammontare degli importi messi in gara, si
attesta a quota 1.328 milioni. Si è passati da 9 gare per un ammontare di 9
milioni di euro del 2002 a 61 gare per 1.041 milioni nel 2010.
I dati sul numero di gare non rendono però conto del sostanziale Bandi di partenariato pubblico-
fallimento di questo strumento se misurato sulla percentuale di gare privato e aggiudicazioni, FVG
che trovano aggiudicazione. Nonostante infatti il numero di aggiudicazioni
Numero
sia cresciuto nel tempo (dalle 5 del 2002 alle 11 del 2010 per un importo
Periodo
passato da 10 milioni di euro a 43), soltanto il 26% in numero e il 15% in Bandi Agg. % agg.
importo delle gare pubblicate tra 2002 e 2010 in Friuli Venezia Giulia ha
trovato aggiudicazione (nel 2010 il 18% in numero e il 4% in importo). Tot. '02-10 191 49 25,7
2010 61 11 18,0
È un dato che testimonia la presenza di problemi nell’iter procedurale che Gen-Ago '11 41 8 19,5
ostacolano il corretto uso di uno strumento ricco di potenzialità e la difficoltà
nel creare progetti di partenariato realmente sostenibile per il privato. È Importi (milioni €)
perciò essenziale che le amministrazioni trovino le modalità con cui Periodo
garantire l’incontro tra la domanda pubblica e la disponibilità dei Bandi Agg. % agg.
privati, avviando un percorso di riflessione sulle possibilità di
Tot. '02-10 1.328 205 15,4
miglioramento dell’iter ma anche su come recepire più efficacemente le
2010 1.041 43 4,1
manifestazioni di interesse dei privati. Significa, cioè, sia creare le Gen-Ago '11 412 10 2,4
condizioni in base alle quali l’investitore privato possa ravvisare il proprio
interesse, sia rimuovere dal processo i colli di bottiglia di carattere
burocratico.
Fonte: elaborazioni su dati Osservatorio Nazionale Project Financing (ottobre 2011).
30. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 30
Sistema delle reti lunghe
I nodi definiti dall’intersezione di corridoi funzionano come hub e
costituiscono “luoghi” caratterizzati da un vantaggio competitivo.
A23
L’assetto delle reti lunghe nel Nord Est - in via di definizione con la
realizzazione della Superstrada Pedemontana Veneta – fa emergere
una “articolazione alta” del Corridoio V e dell’Adriatico - Baltico che A27
insiste sulla direttrice Pordenone – Tarvisio, lungo l’asse della
ipotizzata Cimpello- Sequals – Gemona. A4
A28
Rete autostradale esistente
Nella configurazione attuale il
7 pordenonese, sconta un collo di
bottiglia nelle reti lunghe di tipo
BG
1 autostradale, con i flussi di mobilità
costretti a “piegare” a sud verso la A4
per completare l’attraversamento est-
3
4
2
ovest del nord Italia.
5
6
L’ipotesi di una direttrice alta lungo
1 Superstrada Pedemontana Veneta
2 Nuova Romea
la fascia pedemontana rafforzerebbe
3 Valdastico Sud
4 Cremona-Mantova-Mare il posizionamento del sistema
5 Tibre Nogarole Rocca-Parma
6 Cispadana
7 Cimpello-Sequals-Gemona
pordenonese.
31. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 31
Viabilità e connessioni nel sistema urbano
La viabilità interna al sistema urbano, anche nei A4
casi di città di medie dimensioni, si sviluppa A4
solitamente in una logica di anello (o semi anello) PD
esterno alla conurbazione più stretta, a
collegamento della cintura allargata.
Area
metropolitana
Così succede, ad esempio, nei casi di Padova (con il A13
di Padova
GRA), Treviso (con la tangenziale sud e l’ipotesi di
Rete stradale
tangenziale nord), Udine, ed in via di definizione a Autostrade
Vicenza. G.R.A. di Padova
Pordenone, invece, non ha un sistema di questo tipo, Sistema
ma è la Pontebbana a svolgere questa funzione. Va territoriale di
Pordenone
pertanto definito un efficiente sistema di viabilità di SS13
attraversamento e connessione veloce all’interno del PN
sistema.
A28
SS 13 Pontebbana
Autostrada
32. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 32
Il bacino di riferimento della città contemporanea
Le politiche per la città non possono limitarsi a
considerare come riferimento i propri residenti, ma
guardare ad un bacino nei fatti ben più ampio di
quello definito dai cittadini inurbati.
Oggi il centro della città contemporanea è sempre
più il centro “da vivere” per una comunità non solo Centro città
definita dai suoi cittadini storici e residenti, ma da
quanti, indipendentemente che risiedano nel centro
storico, piuttosto che nelle aree “periferiche” della città
o nei comuni di cintura, vi si riconoscono come
cittadini o comunque riconoscono il centro storico
come luogo pubblico comune del sistema: in essa
trovano risposta ai bisogni di servizi, non solo intesi
come servizi essenziali, bensì rispondenti alle
domande di loisir, di tempo libero, di acquisto, di
esperienze culturali.
Una città capoluogo non è dunque solamente la città Poli di attrazione urbana
dei residenti, ma anche quella dei city users Quartieri periferici (anche in comuni di cintura)
provenienti dai comuni più vicini e non solo. Comuni limitrofi
Domanda espressa dalle periferie
Attrazione esercitata dalle polarità
Fonte: elaborazione Tolomeo Studi e Ricerche
33. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 33
Sviluppo commerciale e sviluppo urbano
La programmazione degli insediamenti commerciali si lega sempre più ad una
prospettiva di sviluppo urbano e di riqualificazione del territorio.
Grandi polarità commerciali Commercio di vicinato
Il forte sviluppo della mobilità a scala metropolitana Le opportunità di sviluppo del commercio
e delle relazioni su reti lunghe ha generato delle tradizionale si legano soprattutto al recupero della
opportunità per l’insediamento di grandi agglomerati dimensione urbana del periurbano: lo sviluppo di
commerciali (outlet, centri commerciali) e della sistemi di mobilità e di connessioni urbane in grado
grande distribuzione (iper store), specie nei luoghi di collegare efficacemente il capoluogo, le periferie
ad alta accessibilità posti ai margini dei centri urbani, urbane ed i comuni di cintura, favorendo
determinando lo spostamento dei principali luoghi di l’integrazione funzionale tra centro e periferia, può
acquisto dal centro alla periferia. generare degli spazi per il commercio tradizionale.
Le grandi superfici commerciali individuano Si tratta di continuare il processo di disegno
delle vere e proprie polarità, in grado di attrarre urbano anche in periferia, programmando un
flussi di mobilità su scala interregionale. Perciò, la sistema della mobilità (e dell’arredo urbano)
programmazione di tali superfici rende necessaria funzionale a mettere in relazione la residenza
un’azione coordinata, in un’ottica di area vasta. con la funzione commerciale di vicinato.
34. STUDIO SOCIO ECONOMICO TERRITORIALE VALUTAZIONI DI SCENARIO
PER LO SVILUPPO DELLA CITTA’ DI PORDENONE 34
Disegno delle aree produttive
La domanda di fabbricati per attività produttive, logistiche, terziarie, commerciali prosegue, ma ha
caratteristiche diverse rispetto al passato e richiede nello specifico:
elevata accessibilità, localizzazione presso i grandi assi viari;
maggiori dimensioni, lotti più grandi;
maggiore dotazione di servizi alle imprese ed alle persone.
La progettazione di aree produttive, logistiche e terziarie deve anche tenere conto del quadro
infrastrutturale che si sta componendo, identificando, nel disegno territoriale in fieri, i punti nodali in cui
si stanno generando nuovi differenziali competitivi.
Contestualmente, proprio per le mutate esigenze dei settori e delle aziende si liberano spazi. Non sempre
questi sono ancora funzionali o compatibili con funzioni produttive. Da qui la necessità/opportunità di
attivare processi di riutilizzo dei “vuoti urbani” attraverso rinnovamento edilizio e ridestinazione
funzionale.