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1)INTRODUZIONE/SCENA 1 (PROLOGO) e PICCOLO FLASHBACK:
Oggi voglio raccontarvi la mia storia , io mi chiamo Gianfranco, ho 43 anni sono nato a Bari e sono rimasto
sempre qui. Di mestiere faccio l'operaio edile, lavoro per una grossa ditta che ha cantieri in tutta la Puglia
dal Gargano al Salento. Ogni mattina la mia giornata inizia alle 4.30, mi sveglio, faccio colazione "com'a nu
fulmn", mi vesto con la roba da lavoro e vado a prendere il pullman che mi porta al cantiere. Poi lavoro
dalle 5 fino alle 7 di sera con una sola pausa alle 12.30 "p mangè u panin". Quante volte l crstian m'onn ditt:
"Gianfrà ce vita psand ca fe, ci t dè la forz ogne matein?". Purtroppo mi rendo conto che faccio una vita
dura e forse ha ragione mia moglie quando mi dice "tu fatig com a nu ciucc", ma d'altronde non mi posso
lamentare. Quando avevo 8 anni mio padre morì e mi lasciò orfano con 4 sorelle, mia madre si arrangiava
cercava di fare qualche lavoretto per tirare avanti la famiglia e io la vedevo la sera quando tornava dalla
campagna sfinita che si sforzava di sorridere con noi, ma poi di notte la sentivo perchè la sera lei non
mangiava per dare il suo cibo a noi "prcè trris nen stavn". Mio zio cercava di passarci quello che poteva e
quando andavo in quarta elementare vedendo il mio bassissimo rendimento scolastico mi disse:"allassà
perd la scol, nen è cosa p tec, va a fadghè ca adà crcà d spsè r sraur to e t'adà spsè". A 9 anni senza neanche
aver completato gli studi elementari, sono stato ritirato da scuola, e mio zio mi trovò un'impiego come
apprendista muratore da un suo amico, da lui ho imparato a fare la calce, a forare i mattoni, a mettere le
piastrelle e ad usare gli attrezzi. Fino a 25 anni ho lavorato senza mettere da parte una lira, tutto quello che
guadagnavo lo davo alle mie sorelle che dovevano avere la dote per sposarsi e si sposarono sul serio e di
questo ne vado fiero. Da 25 anni ho iniziato a mettere un po' di soldi da parte per un mio possibile
matrimonio e a 26 anni ho incontrato quella che adesso è la mia splendida moglie. Ci siamo sposati subito
"mang nu enn amà asppttet, n piacemm assè". Dopo il primo anno di matrimonio arriva il primo figlio
Paolo, dopo 2 anni Leonardo e dopo 5 anni la bella Michela "u orgoglj d papà ca s ste a fè proprj crios". E
adesso eccomi qui con una bellissima e premuorsissima moglie e 3 figli affettuosi. Loro sono la mia forza, la
ragione per cui ogni mattina mi alzo e mi metto a lavorare, quando penso a loro non sento neanche la
fatica. E quando ripenso a mia madre ormai anziana e ai sacrifici che ha fatto per me, penso che alla fine dei
conti sono anche fortunato e che "potev sciaj pesc". Quando mi chiedono se sono stanco io rispondo
sempre: "avast ca ste la fateig e la salut pu rest Crist vet e prvet". E sopratutto ci tengo all'istruzione dei
miei figli, vorrei che da grandi facessero dei lavori un po' più "prestigiosi" del mio e che avessero una vita
più facile e felice della mia anche se alla fine dei conti per me "la famighj je la cos ca cond d chiù".
2) SCENA 2: Ma non potrò mai dimenticarmi di un giorno in particolare, forse il più brutto della mia vita fino
ad ora, un giorno terribile che mi ha lasciato un insegnamento che ho imparato a mie spese. Il 7 Luglio
2015, come mio solito mi reco sul cantiere di Brindisi e dopo essermi infilato in fretta e furia la tuta da
lavoro e aver messo il mio solito caschetto verde, mi metto subito a lavoro. Quel giorno dovevo svolgere
una semplice mansione: rompere il calcestruzzo col martello pneumatico. Inizio la giornata con molta
energia tanto è vero che il mio amico e collega Vito esclama da lontano:"oh Gianfrà ste proprj carc
stamatin" e dopo aver scambiato un paio di battute amichevoli con lui mi rimetto a lavorare.
A un certo punto si avvicina a me il capocantiere e datore di lavoro accompagnato dall'ingegnere edile e
dall'architetto di cantiere.
Gianfranco: Buongiorno direttor Piazzolla come posso esserle utile?
Direttore: Buongiorno Gianfranco come procedono i lavori?
Gianfranco: bene direttore, se tutto procede come dovrebbe il palazzo sarà finito tra meno di un mese
Direttore: Bene Gianfranco, volevo informarti che più tardi passerà per un controllo di routine sulla
sicurezza l'ispettore Bellinzona, mi raccomando se ti dovesse fare domande circa un presunto corso sulla
sicurezza, devi assolutamente rispondere di averlo svolto, intesi?
Gianfranco: Ma direttore, questo sarebbe mentire e se mi facesse domande specifiche alle quali io non so
rispondere?
Direttore: Fai in modo di rispondere adeguatamente, altrimenti sarò costretto a licenziarti!
Gianfranco: Farò come mi sta dicendo signor direttore, risponderò alla bell'e meglio
Direttore: Così ti voglio Gianfranco, ora torna a lavorare e voi due seguitemi dobbiamo avvisare tutti gli altri
operai prima dell'arrivo dell'ispettore.
Faccio come mi dice il direttore, non perdo tempo mi metto subito a lavorare mentre nella mia mente
c'era fissa la parola LICENZIAMENTO.
3) SCENA 3 :Immediatamente dopo la pausa pranzo vedo arrivare un uomo con un giubbotto
catarifrangente e una targhetta con su scritto ispettore che si avvicina verso di me
Ispettore Greco: Bungiorno
Gianfranco: Buongiorno signor ispettore
Ispettore Greco: lei è il signor?
Gianfranco: Gianfranco Corradi
Ispettore Greco: mi specifichi le sue generalità e il suo impiego in questo cantiere, signor Gianfranco
Gianfranco: Mi chiama Gianfranco Corradi, ho 43 anni, sono nato il 7 Marzo 1978 a Bari e risiedo nella
stessa città nel quartiere San Paolo in via Carlo Massa 33. In questo cantiere svolgo il ruolo di manovale
edile.
Ispettore Greco: Stato civile?
Gianfranco: Sposato con 3 figli
Ispettore Greco: D'accordo signor Gianfranco, lei ritiene di essere stato adeguatamente formato circa la
sicurezza sul lavoro in questo cantiere?
Gianfranco: Assolutamente si, il direttore tiene particolarmente alla sicurezza dei suoi operai
Ispettore Greco: Benissimo. Ha mai fatto dei corsi specifici?
Gianfranco: Si l'ultimo risale a 6 mesi fa
Ispettore Greco: Utilizza sempre i dispositivi di protezione individuale mentre è al lavoro?
Gianfranco: Certamente, primo tra tutti porto sempre il caschetto di protezione
Ispettore Greco: Io avrei finito signor Gianfranco, mi sembra una persona onesta e responsabile attenta alla
sua sicurezza, continui pure con il suo lavoro e buona giornata
Gianfranco: Grazie e buona giornata anche a lei
In realtà non avevo mai svolto un corso sulla sicurezza e non sapevo neanche cosa fossero i dispositivi di
sicurezza individuale forse erano quelli appesi alle travi, come le scarpe o quella specie di imbracatura ma
in tutta la mia vita lavorativa non avevo mai usato nulla del genere. Sono esperto io, cosa potrebbe mai
succedermi se lavoro come manovale da più di 35 anni? Non sono mica un novellino anzi mi ritengo
abbastanza esperto nel mio campo.
4) SCENA 4: Non perdo tempo e mi metto di nuovo al lavoro, prendo il martello e inizio a rompere il
calcestruzzo. Subito però vedo venirmi incontro un uomo con un giubbotto catarinfrangente quasi
correndo. Dall’andatura non c’è dubbio, è proprio il mio amico Vito.
VITO: Gianfrà, Gianfrà
Gianfranco: Vito, ti vedo in affanno, che è successo?
Vito: Madonn Gianfrà ha scciss na brutta cos?
Gianfranco: Che è successo? Dai riprendi un attimo il fiato e spiegati meglio.
Vito: Prima, mentre stavo lavorando, è arrivato un uomo e ha iniziato a farmi delle domande strane. Se non
sbaglio ho sentito che lo chiamano “u ispettor”.
Gianfranco: Su, Vito è venuto anche da me e mi ha fatto le stesse domande strane. Ma poi scusa non ti
aveva avvisato il direttore?
Vito: No no Gianfrà, nen sapev nudd. M so pgghjat nu spaveind. Mi ha chiesto se ho mai fatto un “corso
sulla sicurezza” poi addirittura mi ha chiesto infrmazioni sulla mia famiglia e sul mio lavoro. Ma chi era
questo, non si può masi stare tranquilli qua.
Gianfranco: Tu hai risposto sempre si?
Vito: Si non sapevo che altro dire, non volevo mettere nei gaui il direttore e rischiare di perdere il posto di
lavoro.
Gianfranco: Put stè tranquill allor, Vito. Io ho fatto lo stesso e ho fatto quello che mi ha detto il direttore.
Vito: Menumel Gianfrà, m stav a preoccupà.
Gianfranco: Non mi dirai che hai avuto paura di uno in giacca e cravatta. Quello sicuramente era uno
mandato dalla regione o dallo stato ed è venuto quà per perdere tempo per far finta di lavorare. Tu lo sai
come sono i dipendenti pubblici, non fanno nulla dalla mattina alla sera e vengono pagati con i soldi delle
tasse che noi onesti lavoratori paghiamo.
Vito: é rascion Gianfrà, noi ci spacchiamo la schiena ogni giorno per portare il pane a casa e p chembà e
questi invece non sanno come devono fare per perdere tempo e p frcà l solt.
Gianfranco: Per fortuna siamo furbi noi e questa dote non ce la potranno mai togliere. Vogliono mettere
nei casini il direttore che è un uomo buono e da a noi gente comune la possibilità di lavorare, portare a casa
uno stipendio onesto e tirare avanti.
Vito: Che poi sicurezza di cosa? C’è nen s vet che stiamo tutti bene quà, tutti in salute, tutti contenti, il
lavoro non manca e il pane a casa neanche.
Gianfranco: Vabbè Vito non ci pensaimo più, ormai è andata, spero che quell’ “ispettore” non si faccia più
vivo qui, che noi non abbiamo tempo da perdere. Noi dobbiamo lavorare a differenza loro.
Vito: Tanto a loro che gliene importa di noi, basta che dicono “le cose devono cambiare” durante le
campagne elettrali, solo per avere i voti e andare a comandare.
Gianfranco: Ecco perchè io ho sempre detto che è meglio tenersi lontani dalla politica e da questi demoni
“ciarlatani”.
Vito: Hai ragione Gianfrà. Beh dai fammene andare, che il lavoro aumenta e il tempo passa, ci vediamo
stasera quando smonto il turno. Stamm bun Gianfrà, ng vdimm.
Gianfranco: Va bene dai Vito, pure io adesso riprendo che come dice il direttore il “tempo è denaro”. Ci
vediamo stasera, è stato un piacere parlare con te e ripeto stai tranquillissimo, vedrai che non si faranno
più vivi per un bel po’ di tempo tipi del genere in cantiere.
5) SCENA 5:Terminata la pausa e dopo aver parlato per pochissimo tempo con Vito, riprendo il martello
pneumatico e inizio a rompere il calcestruzzo. Il martello ogni tanto "fasc l capricc" e sono costretto a
spegnerlo e riaccenderlo in continuazione. Ad un certo punto il martello si incastra nel calcestruzzo tra
l'armatura e il ferro. Quindi per disincastrarlo faccio un salto indietro, poi un secondo e un terzo per non
rimanere martellato. Purtroppo però cado a terra e batto la testa, inizio a girare "Crist aiutm" e poi non
ricordo più nulla forse sono svenuto.
6) SCENA 6: Mi risveglio in un letto, mi sembra di essere all'ospedale ma non capisco come è perché sono
finito qui. Cerco di rialzarmi ma è come se fossi bloccato. Vedo un uomo avvicinarsi a me e leggo sul
cartellino "primario di chirurgia traumatologica"
Gianfranco: Chi è lei e che ci faccio qui dovrei essere a lavorare al cantiere!
Dottor Bianchi: Lei è il signor Gianfranco Corradi?
Gianfranco: Si sono io, ma mi dica cosa sta succedendo!
Dottor Bianchi: Vede signor Corradi, lei ha subito un duplice infortunio, uno al nervo sciatico della gamba
sinistra mentre l'altro più lieve è un trauma cranico. Temo che resterà zoppo a vita, mi dispiace.
Gianfranco: Ne è sicuro dottore? Io sono un onesto lavoratore, un padre di famiglia, ho 3 figli piccoli,come
farò a crescerli, come potrò mandarli a scuola se non potrò più lavorare? La mia vita è rovinata, la mia
famiglia è rovinata. Perchè non sono morto?
Dottor Bianchi: Signor Corradi, suvvia ringrazi anzitutto i suoi colleghi che l'hanno portata subito in
ospedale e ringrazi di essere ancora su questa terra, badi bene a cosa succede a lavorare senza le adeguate
protezioni e ad avere troppa fiducia nelle proprie capacità. Ora si riposi e poi potrà sempre trovare un altro
impiego che non richieda una prestanza fisica.
Gianfranco: Ma dottore, io faccio quel lavoro da più di 35 anni, non so fare altro e non sono andato a
scuola. Che impiego potrei mai svolgere?
Dottor Bianchi: Dovrebbe parlarne col suo datore di lavoro e chiedere magari un posto di lavoro più sicuro
in un ufficio
Gianfranco: Se mi vedessero zoppicare... mi caccerebbero dal cantiere senza pensarci due volte, lo sa
quanti operai più giovani sono disposti a lavorare per meno del mio salario e a sottoporsi a un orario di
lavoro anche più duro del mio pur di portare a casa un misero stipendio?
Dottor Bianchi: Signor Corradi, non so davvero come io possa aiutarla, è una situazione molto delicata.
Provi a rivolgersi all'ufficio collocamento post infortuni, sono sicuro che troveranno un impiego adeguato
per lei, non si disperi.
Gianfranco: La mia vita e la mia famiglia sono rovinate dottore, rovinate!
Vorrei davvero morire, adesso ne ho la certezza, mi licenzieranno e io rimarrò senza un lavoro, i miei figli
smetteranno di andare a scuola e mia moglie dovrà lavorare per mantenere la famiglia. Piuttosto che
assistere a questa situazione, preferisco la morte all'istante.
Non perdo le speranze, tento di rialzarmi da letto ma nulla sono bloccato e non sento la gamba sinistra.
Inizio a gridare: "qualcuno mi aiuti voglio alzarmi voglio tornare a lavorare".
Si avvicina a me una donna in camice bianco
Gianfranco: Chi è lei?
Dottoressa Palmieri: Stia tranquillo signor Gianfranco, sono la dottoressa Palmieri del reparto riabilitazione
post infortuni, il dottor Bianchi mi ha informato circa il suo incidente, stia tranquillo vedremo come fare per
farla rimettere al più presto ora però deve riposare altrimenti la situazione si aggravare
Gianfranco: Dottoressa lei crede che io possa ritornare a camminare?
Dottoressa Palmieri: Certamente signor Gianfranco, con un adeguato percorso di riabilitazione potrà
riprendere a camminare anche se con molta probabilità zoppicherà un pochino
Gianfranco: Scusi dottoressa, io sono ignorante non sono andato a scuola, mi può dire che cosa è un
percorso di riabilitazione?
Dottoressa Palmieri: Vede signor Gianfranco, La riabilitazione è un processo nel corso del quale si porta una
persona con disabilità a raggiungere il miglior livello di autonomia possibile sul piano fisico. In genere per
casi come il suo dura solo 2 settimane.
Gianfranco: Dottoressa e dopo queste 2 settimane potrò tornare a lavorare?
Dottoressa Palmieri: Se sarà collaborativo e seguirà alla lettera tutte le miei indicazioni sono convinta che
potranno dimetterla.
Gianfranco: E cosa dovrei fare in questa "riabilitazione"?
Dottoressa Palmieri: Nulla di eccezionale signor Gianfranco, solo dei facilissimi esercizi fisici mirati per la
sua gamba.
Gianfranco: Se si tratta solo di questo, lo farò dottoressa, mi fido di lei.
Dottoressa Palmieri: Questo è lo spirito giusto, inizieremo domani con i primi esercizi.
7) SCENA 7 : Devo dire la verità all'inizio non l'ho mai presa bene, non mi volevo alzare dal letto. Pensavo
tra me “ ci m la va dè la forz d ste do p du smman”. Poi però ho pensato subito alla mia famiglia a mia
moglie e ai miei figli e poi al cantiere e mi sono detto: “Lo devo fare per loro, saranno la mia forza, il mio
coraggio, il mio sostegno”. Subito sento dei passi di qualcuno che si dirige verso la mia stanza. Si spalanca la
porta ed entra la dottoressa Palmieri
Dottoressa Palmieri: Buongiorno Gianfranco, come va? Ti sei ripreso da ieri? Sei pronto per iniziare la
riabilitazione?
Gianfranco: Dottoressa, un po’ meglio và, ma non mi sento ancora pronto a rialzarmi dal letto.
Dottoressa Palmieri: Ma si che pronto Gianfranco. Forza. Forza. Alzati dal letto e ricordati che prima
iniziamo e prima finiamo e prima potrai tornare a fare la vita che facevi ogni giorno.
Gianfranco: E va bene dottoressa, mi fido di lei. Mi sembra una donna molto competente. Ma nè è sicura
che dopo la riabilitazione potrò tornare a cammianre normalmente?
Dottoressa Palmieri: Purtroppo non ti posso dare questa certezza assoluta, ma ti posso assicurare che più ti
impegnerai e più mobilità recuperai.
Gianfranco: D’accordo dottoressa allora adesso sono convinto, cominciamo subito.
Dottoressa Palmieri: Così ti voglio Gianfranco, si vede che hai preso tutto con filosofia, bravo davvero
bravo. Iniziamo con dei semplici esercizi di mobilità articolare. In piedi sulla gamba sinistra e cerca di
distendere il più possibile la gamba destra. 20 ripetizioni.
Gianfranco: 20 ripetizioni? Nen so n picc assè? Ci provo ma non garantisco nulla.
Dottoressa Palmieri: Se non provi, Gianfranco, non potrai mai saperlo. Ricorda tentar non nuoce.
Gianfranco: Ha ragione lei dottoressa. Inizio subito.
Dottoressa Palmieri: Bene così. Subito dopo farai gli esercizi di contrazione muscolare sempre per la gamba
destra.
Gianfranco: Quante ripetizioni?
Dottoressa Palmieri; Mmmhhh fammici pensare, credo 100 bastino.
Gianfranco: 100, dottorè m vol vdè murt?
Dottoressa Palmieri: Al contrario, voglio che tu stia bene e ti rimetta in sesto il prima possibile, lo faccio per
il tuo bene. Dopo aver svolto questi esercizi, ti potrai riposare.
Gianfranco: Va bene dottoressa, faccio quello che dice lei. D’altronde è lei l’esperta.
8) SCENA 8: Dopo quasi una settimana noto già i primi miglioramenti. Adesso riesco quasi a muovere
normalmente la gamba, riesco a stenderla e a contarla, anche se l’andatura zoppicante è in parte rimasta.
Oggi dovrebbe essere l’ultimo giorno di riabilitazione. Non mi sono fermato un attimo da quando ho
iniziato, anzi ho fatto esercizi anche di domenica e di notte quando nessuno mi guardava per accelerare la
mia guarigione. Anche la dottoressa Palmieri ha detto che nota miglioramenti.
Dottoressa Palmieri: Bene Gianfranco, ci siamo, è l’ultimo giorno di riabilitazione. Sei contento?
Gianfranco: Come potrei non esserlo dottoressa, adesso potrò riabbracciare la mia famiglia e potrò
riprendere a lavorare come prima.
Dottoressa: Mi raccomando Gianfranco, fai tutto senza fretta. Ricordati di fare gli esercizi che ti ho
prescritto a giorni alterni e di continuare la cura antibiotica concordata con il dottor Bianchi. Intesi?
Gianfranco: Certo dottoressa, mi fido di lei. É lei che mi ha guarito.
Dottoressa Palmieri: No Gianfranco, non sono stata io a guarirti, ma la tua forza di volontà e il tuo impegno.
E adesso coraggio verifichiamo gli effetti di questa riabilitazione. Inizia col sollevare in aria la gamba il più
possibile.
Gianfranco: D’accordo ci provo (alza la gamba in alto)
Dottoressa Palmieri: Più su Gianfranco. Forza ancora un po’ più su. Perfetto ci siamo, gli effetti positivi ci
sono stati. Siamo riusciti a recuperare la capacità motoria nella maggior parte. Credo che non avrai più
bisogno di rimanere in ospedale.
Gianfranco: Dice davvero dottoressa? Posso tornare a casa?
Dottoressa Palmieri: Certamente Gianfranco. Ecco il certificato per la dimissione autorizzata dal personale
competente dell’ospedale. Una firma qui e qui. La data di oggi e perfetto così. Puoi tornare a casa
Gianfranco. Buon rientro e buona VITA.
Gianfranco: Dottoressa io non so davvero come ringraziarla. Mi scuso se all’inizio ero un po’ scettico e ho
usato il dialetto per esprimermi, ma sà com’è io non sono andato a scuola se non per qualche anno.
Dottoressa Palmieri: Non ti devi scusare Gianfranco, questo è un tratto distintivo della tua personalità e poi
io sono abituata. Sai quanti pazienti molto più pigri, svogliati e più “rozzi” di te ho trattato? Fa parte del mio
lavoro di dottoressa.
Gianfranco: La ringrazio per la comprensione dottoressa e la ringrazio per la pazienza che ha avuto. Devo
dirle che mi ha fatto quasi venire la voglia di iscrivermi in palestra.
Dotoressa Palmieri: Sono contenta Gianfranco. Devo ammettere che a tratti mi sono anche divertita, sei
una persona molto simpatica.
Gianfranco: Anche lei è molto simpatica dottoressa. Questo è un addio?
Dottoressa Palmieri: Meglio vederlo come un arrivederci. Stammi bene Gianfranco, e ricorda di essere
sempre cauto e attento a quello che fai specialmente sul luogo di lavoro.
Gianfranco: Glielo prometto dottoressa e giuro sui miei figli, su mia moglie, su mia madre e su tutte le
persone che mi sono vicine, che farò molta più attenzione da ora in poi. Arrivederci dottoressa (si
commuove).
9) SCENA 9 : Il 29 luglio mi dimettono dall'ospedale dopo la riabilitazione, un po' zoppico ancora ma rimarrò
per sempre così. Appena arrivo al cantiere il mio amico Vito mi corre incontro
Vito: ce ha scciss Gianfrà, prcè zpquisc?
Gianfranco: Eh Vito, è colp du incidendo, rimarrò così a vita per quello che mi hanno detto.
Vito: Mado Gianfrà ce sforteun e mo com a da fè c la fatig?
Gianfranco: Vado a parlare col direttore e vedo cosa mi dice.
Vito: Sprimm bun Gianfrà
Cammino per un po' e trovo il direttore come al solito sul cantiere a dare ordini agli operai.
Gianfranco: Buongiorno direttore
Direttore: Gianfranco ti sei rimesso, sono contento per te
Gianfranco: Sono contento anche io, ma purtroppo ora zoppico e a quanto mi hanno detto rimarrò così a
vita. Ora non potrò più lavorare e lei mi licenzierà non è vero?
Direttore: Gianfranco sono 35 anni che lavori per me, hai lavorato in tutti i miei cantieri, come potrei mai
licenziarti se ti conosco da quando eri bambino? Poi la colpa è mia, non dovevo dirti di mentire all'ispettore
Bellinzona circa il corso sulla sicurezza, a quest'ora cammineresti ancora normalmente.
Gianfranco: Quindi direttore che cosa posso fare in un cantiere se ormai non posso più salire sulle
impalcature e non posso più usare gli attrezzi?
Direttore: Te ne intendi di planimetrie e progetti, eh Gianfranco?
Gianfranco: Non sono specializzato ma so dove mettere le mani.
Direttore: Allora da domani lavorerai come aiutante dell'architetto Pasculli nel suo ufficio e ti nomino capo
e ispettore del controllo sulla sicurezza interna a questo cantiere. Questa volta però ti farò fare prima dei
corsi sia per quanto riguarda la progettistica, sia per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro.
Gianfranco: La ringrazio signor direttore, le prometto che mi impegnerò.
Direttore: Ne sono sicuro Gianfranco, lo hai sempre fatto.
10) SCENA 10 : Gianfranco: Spesso sentiamo la frase "Non tutto il male viene per nuocere" e così è stato
per me. Sono rimasto zoppo, ma adesso so cosa significa lavorare in sicurezza e tengo particolarmente alla
sicurezza di tutti gli operai nel cantiere. Dopo il corso ho imparato una marea di cose. Adesso so cosa sono i
dispositivi di protezione individuale e collettiva e ho appreso la loro importanza. Faccio sempre attenzione
che tutti gli operai indossino le scarpe antinfortunistiche, il giubbotto catarifrangente (per essere sempre
visibili), il caschetto di protezione con relativa torcia e cosa più importante l'imbracatura affinché nessuno
cada dai tetti e si possa fare veramente male o peggio possa addirittura morire. Ogni mattina prima che si
apre il cantiere controllo che tutto sia in ordine, sistemo il parapetto normale con l'arresto del piede in cima
al tetto, le reti di sicurezza, le armature di sostegno per gli scavi. Addirittura ho fatto varare un nuovo Piano
di sicurezza e coordinamento per la prevenzione dei rischi e un altro piano circa il primo soccorso sul
cantiere se dovessero verificarsi degli incidenti. Insomma il mio motto è diventato "La sicurezz prim d tutt".
Quando i conoscenti mi incontrano per strada e mi dicono: "Gianfrà però ce sfrtaun ca si avaut" io rispondo
sempre: "Rngrazj Crist ca nen m'ha fatt mraj e ca m fasc vdè l fighj mè cresc ogne daj". Fino a quando
lavorerò starò sempre attendo alla mia sicurezza e a quella degli altri, perchè non voglio che a nessuno
capiti quello che è successo a me "prevenire è meglio che curare".
11) SCENA 11: Gianfranco: La vita a volte è strana. Dagli errori si impara e si cresce e questo è proprio il mio
caso. Oggi 15 Luglio dopo 20 anni dall'incidente e all’età di 63 anni, posso ritenermi un uomo fortunato.
Dopo tanti di sacrifici, mio figlio Leonardo si sta per laureare e ironia della sorte proprio in ingegneria edile
con specializzazione in infortuni sul lavoro. Mio figlio ci tiene che io sia presente alla presentazione della
tesi di laurea, perchè mi ha detto che riprende proprio la mia vicenda ed io mi sento quasi onorato. A volte
penso " ci mu aveva disc a meic ca aveva vdè nu fighj laureat", io che di scuola non ne volevo sentire
parlare e proprio io che di sicurezza sul lavoro me ne ero sempre infischiato. Adesso davanti ad una
commissione di 7 docenti, mio figlio sta presentando la sua tesi
Leonardo: È con grande piacere che presento l'ultimo passo della mia tesi incentrata sulla sicurezza sul
lavoro, un percorso nel mezzo tra benessere individuale, collettivo e giustizia. L'articolo 37 della
costituzione italiana recita così:
1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in
materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a:
• a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e
doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza;
• b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e
protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell'azienda.
2. La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1 sono definiti mediante
accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di
Trento e di Bolzano adottato, previa consultazione delle parti sociali, entro il termine di dodici mesi dalla
data di entrata in vigore del presente decreto legislativo.
3. Il datore di lavoro assicura, altresì, che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata
in merito ai rischi specifici di cui ai titoli del presente decreto successivi al I. Ferme restando le disposizioni
già in vigore in materia, la formazione di cui al periodo che precede è definita mediante l'accordo di cui al
comma 2.
4. La formazione e, ove previsto, l'addestramento specifico devono avvenire in occasione:
• a) della costituzione del rapporto di lavoro o dell'inizio dell'utilizzazione qualora si tratti di
somministrazione di lavoro;
• b) del trasferimento o cambiamento di mansioni;
• c) della introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e miscele
pericolose.
5. L'addestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro.
6. La formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione
all'evoluzione dei rischi o all'insorgenza di nuovi rischi.
7. I dirigenti e i preposti ricevono a cura del datore di lavoro, un'adeguata e specifica formazione e un
aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro. I
contenuti della formazione di cui al presente comma comprendono:
• a) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi;
• b) definizione e individuazione dei fattori di rischio;
• c) valutazione dei rischi;
• d) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione.
7-bis. La formazione di cui al comma 7 può essere effettuata anche presso gli organismi paritetici di cui
all'articolo 51 o le scuole edili, ove esistenti, o presso le associazioni sindacali dei datori di lavoro o dei
lavoratori.
8. I soggetti di cui all'articolo 21, comma 1, possono avvalersi dei percorsi formativi appositamente definiti,
tramite l'accordo di cui al comma 2, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni
e le Province autonome di Trento e di Bolzano.
9. I lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di
lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione
dell'emergenza devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico; in
attesa dell'emanazione delle disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo 46, continuano a trovare
applicazione le disposizioni di cui al decreto del Ministro dell'interno in data 10 marzo 1998, pubblicato nel
S.O. alla Gazzetta Ufficiale n. 81 del 7 aprile 1998, attuativo dell'articolo 13 del decreto legislativo 19
settembre 1994, n. 626.
10. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad una formazione particolare in materia di
salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria
rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e
prevenzione dei rischi stessi.
11. Le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale, nel rispetto dei seguenti contenuti
minimi:
• a) principi giuridici comunitari e nazionali;
• b) legislazione generale e speciale in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
• c) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi;
• d) definizione e individuazione dei fattori di rischio;
• e) valutazione dei rischi;
• f) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione;
• g) aspetti normativi dell'attività di rappresentanza dei lavoratori;
• h) nozioni di tecnica della comunicazione. La durata minima dei corsi è di 32 ore iniziali, di cui 12 sui rischi
specifici presenti in azienda e le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate, con verifica di
apprendimento. La contrattazione collettiva nazionale disciplina le modalità dell'obbligo di aggiornamento
periodico, la cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50
lavoratori e a 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori.
12. La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in collaborazione con gli
organismi paritetici, ove presenti nel settore e nel territorio in cui si svolge l'attività del datore di lavoro,
durante l'orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori.
13. Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire
loro di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la
formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza
della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo.
14. Le competenze acquisite a seguito dello svolgimento delle attività di formazione di cui al presente
decreto sono registrate nel libretto formativo del cittadino di cui all'articolo 2, comma 1, lettera i), del
decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni, se concretamente disponibile in
quanto attivato nel rispetto delle vigenti disposizioni. Il contenuto del libretto formativo è considerato dal
datore di lavoro ai fini della programmazione della formazione e di esso gli organi di vigilanza tengono
conto ai fini della verifica degli obblighi di cui al presente decreto.
14-bis. In tutti i casi di formazione ed aggiornamento, previsti dal presente decreto legislativo per dirigenti,
preposti, lavoratori e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in cui i contenuti dei percorsi formativi si
sovrappongano, in tutto o in parte, è riconosciuto il credito formativo per la durata e per i contenuti della
formazione e dell'aggiornamento corrispondenti erogati. Le modalità di riconoscimento del credito
formativo e i modelli per mezzo dei quali è documentata l'avvenuta formazione sono individuati dalla
Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di
Bolzano, sentita la Commissione consultiva permanente di cui all'articolo 6. Gli istituti di istruzione e
universitari provvedono a rilasciare agli allievi equiparati ai lavoratori.
Dunque è compito di ognuno di trovare un lavoro e svolgerlo con passione e dedizione, ma è altrettanto
nostro compito prima di tutto essere a nostro agio sul nostro posto di lavoro dal punto di vista sociale e di
solvgere tutte le mansioni ad esso associato in totale sicurezza, sia per il lavoratore che per il datore di
lavoro. A questo proposito ci tengo particolarmente a citare quanto accaduto a mio padre, un uomo dedito
al suo lavoro ma (e questa papà me la devi perdonare) profondamente ignorante in norme di sicurezza.
Nonostante ciò però non si è mai arreso, ha continuato a lavorare e grazie al suo impegno e alla sua fatica
mi ha permesso di continuare il mio percorso di studi fino a questo punto. E si è sempre fatto in questo
quattro affinché io non mi abbattessi mai, e affinché occupassi una posizione lavorativa più prestigiosa e
più sicura della sua. Oggi voglio ringraziarti papà, senza di te non ce l'avrei mai fatta e ti prego di continuare
con il progetto di sensibilizzazione circa la sicurezza sul lavoro che stai svolgendo nelle scuole, fino a
quando ne avrai la forza ed il tempo.
12) SCENA 12 (CONCLUSIONE/EPILOGO) Gianfranco: (commuovendosi/con le lacrime agli occhi) Dopo aver
sentito ciò, posso dire di essere diventato prima di tutto un uomo e poi un lavoratore consapevole e che
non tutto il male viene per nuocere. Sono convinto che i miei incontri con gli alunni delle elementari, medie
e superiori, servano a qualcosa perchè la consapevolezza dell'importanza di un lavoro in sicurezza deve
essere un qualcosa che si impara da piccoli, si approfondisce da adolescenti e si applica da adulti. Spero che
mai a nessuno capiti quello che sia successo a me, ma allo stesso tempo se non mi fosse mai successo non
avrei potuto mai e poi mai comprendere certe situazioni e aiutare tanta gente.
NUMERO DI SCENE: 12
PERSONAGGI PRINCIPALI CHE COMPAIONO SULLA SCENA: Gianfranco, Vito, Ispettore Greco, Direttore
Piazzolla, Architetto e ingegnere edile, Dottor Bianchi, Dottoressa Palmieri, Leonardo (figlio secondogenito
di Gianfranco).
PERSONAGGIO COMPARSE: Mamma di Gianfranco, moglie di Gianfranco, Paolo e Michela, commissione di
7 docenti.
LUOGHI: Cantiere, stanza ospedale, stanza dipartimento della facoltà di ingegnria edile.
MATERIALE OCCORRENTE: Giubbotto catarifrangente, martello pneumatico, caschetto protettivo, cuffie,
dispositivi auricolari protettivi, imbracatura, scarpe antintortunistiche, parapetti e reti protettive, certificato
per la dimissione dall’ospedale, documento piano sicurezza e di primo soccorso, proiettore, slide power
point.

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5 Da Vinci Molfetta - Πάθει μάθος (conoscere l'importanza della sicurezza attraverso un tragico evento) 

  • 1. 1)INTRODUZIONE/SCENA 1 (PROLOGO) e PICCOLO FLASHBACK: Oggi voglio raccontarvi la mia storia , io mi chiamo Gianfranco, ho 43 anni sono nato a Bari e sono rimasto sempre qui. Di mestiere faccio l'operaio edile, lavoro per una grossa ditta che ha cantieri in tutta la Puglia dal Gargano al Salento. Ogni mattina la mia giornata inizia alle 4.30, mi sveglio, faccio colazione "com'a nu fulmn", mi vesto con la roba da lavoro e vado a prendere il pullman che mi porta al cantiere. Poi lavoro dalle 5 fino alle 7 di sera con una sola pausa alle 12.30 "p mangè u panin". Quante volte l crstian m'onn ditt: "Gianfrà ce vita psand ca fe, ci t dè la forz ogne matein?". Purtroppo mi rendo conto che faccio una vita dura e forse ha ragione mia moglie quando mi dice "tu fatig com a nu ciucc", ma d'altronde non mi posso lamentare. Quando avevo 8 anni mio padre morì e mi lasciò orfano con 4 sorelle, mia madre si arrangiava cercava di fare qualche lavoretto per tirare avanti la famiglia e io la vedevo la sera quando tornava dalla campagna sfinita che si sforzava di sorridere con noi, ma poi di notte la sentivo perchè la sera lei non mangiava per dare il suo cibo a noi "prcè trris nen stavn". Mio zio cercava di passarci quello che poteva e quando andavo in quarta elementare vedendo il mio bassissimo rendimento scolastico mi disse:"allassà perd la scol, nen è cosa p tec, va a fadghè ca adà crcà d spsè r sraur to e t'adà spsè". A 9 anni senza neanche aver completato gli studi elementari, sono stato ritirato da scuola, e mio zio mi trovò un'impiego come apprendista muratore da un suo amico, da lui ho imparato a fare la calce, a forare i mattoni, a mettere le piastrelle e ad usare gli attrezzi. Fino a 25 anni ho lavorato senza mettere da parte una lira, tutto quello che guadagnavo lo davo alle mie sorelle che dovevano avere la dote per sposarsi e si sposarono sul serio e di questo ne vado fiero. Da 25 anni ho iniziato a mettere un po' di soldi da parte per un mio possibile matrimonio e a 26 anni ho incontrato quella che adesso è la mia splendida moglie. Ci siamo sposati subito "mang nu enn amà asppttet, n piacemm assè". Dopo il primo anno di matrimonio arriva il primo figlio Paolo, dopo 2 anni Leonardo e dopo 5 anni la bella Michela "u orgoglj d papà ca s ste a fè proprj crios". E adesso eccomi qui con una bellissima e premuorsissima moglie e 3 figli affettuosi. Loro sono la mia forza, la ragione per cui ogni mattina mi alzo e mi metto a lavorare, quando penso a loro non sento neanche la fatica. E quando ripenso a mia madre ormai anziana e ai sacrifici che ha fatto per me, penso che alla fine dei conti sono anche fortunato e che "potev sciaj pesc". Quando mi chiedono se sono stanco io rispondo sempre: "avast ca ste la fateig e la salut pu rest Crist vet e prvet". E sopratutto ci tengo all'istruzione dei miei figli, vorrei che da grandi facessero dei lavori un po' più "prestigiosi" del mio e che avessero una vita più facile e felice della mia anche se alla fine dei conti per me "la famighj je la cos ca cond d chiù". 2) SCENA 2: Ma non potrò mai dimenticarmi di un giorno in particolare, forse il più brutto della mia vita fino ad ora, un giorno terribile che mi ha lasciato un insegnamento che ho imparato a mie spese. Il 7 Luglio 2015, come mio solito mi reco sul cantiere di Brindisi e dopo essermi infilato in fretta e furia la tuta da lavoro e aver messo il mio solito caschetto verde, mi metto subito a lavoro. Quel giorno dovevo svolgere una semplice mansione: rompere il calcestruzzo col martello pneumatico. Inizio la giornata con molta energia tanto è vero che il mio amico e collega Vito esclama da lontano:"oh Gianfrà ste proprj carc stamatin" e dopo aver scambiato un paio di battute amichevoli con lui mi rimetto a lavorare. A un certo punto si avvicina a me il capocantiere e datore di lavoro accompagnato dall'ingegnere edile e dall'architetto di cantiere. Gianfranco: Buongiorno direttor Piazzolla come posso esserle utile? Direttore: Buongiorno Gianfranco come procedono i lavori? Gianfranco: bene direttore, se tutto procede come dovrebbe il palazzo sarà finito tra meno di un mese
  • 2. Direttore: Bene Gianfranco, volevo informarti che più tardi passerà per un controllo di routine sulla sicurezza l'ispettore Bellinzona, mi raccomando se ti dovesse fare domande circa un presunto corso sulla sicurezza, devi assolutamente rispondere di averlo svolto, intesi? Gianfranco: Ma direttore, questo sarebbe mentire e se mi facesse domande specifiche alle quali io non so rispondere? Direttore: Fai in modo di rispondere adeguatamente, altrimenti sarò costretto a licenziarti! Gianfranco: Farò come mi sta dicendo signor direttore, risponderò alla bell'e meglio Direttore: Così ti voglio Gianfranco, ora torna a lavorare e voi due seguitemi dobbiamo avvisare tutti gli altri operai prima dell'arrivo dell'ispettore. Faccio come mi dice il direttore, non perdo tempo mi metto subito a lavorare mentre nella mia mente c'era fissa la parola LICENZIAMENTO. 3) SCENA 3 :Immediatamente dopo la pausa pranzo vedo arrivare un uomo con un giubbotto catarifrangente e una targhetta con su scritto ispettore che si avvicina verso di me Ispettore Greco: Bungiorno Gianfranco: Buongiorno signor ispettore Ispettore Greco: lei è il signor? Gianfranco: Gianfranco Corradi Ispettore Greco: mi specifichi le sue generalità e il suo impiego in questo cantiere, signor Gianfranco Gianfranco: Mi chiama Gianfranco Corradi, ho 43 anni, sono nato il 7 Marzo 1978 a Bari e risiedo nella stessa città nel quartiere San Paolo in via Carlo Massa 33. In questo cantiere svolgo il ruolo di manovale edile. Ispettore Greco: Stato civile? Gianfranco: Sposato con 3 figli Ispettore Greco: D'accordo signor Gianfranco, lei ritiene di essere stato adeguatamente formato circa la sicurezza sul lavoro in questo cantiere? Gianfranco: Assolutamente si, il direttore tiene particolarmente alla sicurezza dei suoi operai Ispettore Greco: Benissimo. Ha mai fatto dei corsi specifici? Gianfranco: Si l'ultimo risale a 6 mesi fa Ispettore Greco: Utilizza sempre i dispositivi di protezione individuale mentre è al lavoro? Gianfranco: Certamente, primo tra tutti porto sempre il caschetto di protezione
  • 3. Ispettore Greco: Io avrei finito signor Gianfranco, mi sembra una persona onesta e responsabile attenta alla sua sicurezza, continui pure con il suo lavoro e buona giornata Gianfranco: Grazie e buona giornata anche a lei In realtà non avevo mai svolto un corso sulla sicurezza e non sapevo neanche cosa fossero i dispositivi di sicurezza individuale forse erano quelli appesi alle travi, come le scarpe o quella specie di imbracatura ma in tutta la mia vita lavorativa non avevo mai usato nulla del genere. Sono esperto io, cosa potrebbe mai succedermi se lavoro come manovale da più di 35 anni? Non sono mica un novellino anzi mi ritengo abbastanza esperto nel mio campo. 4) SCENA 4: Non perdo tempo e mi metto di nuovo al lavoro, prendo il martello e inizio a rompere il calcestruzzo. Subito però vedo venirmi incontro un uomo con un giubbotto catarinfrangente quasi correndo. Dall’andatura non c’è dubbio, è proprio il mio amico Vito. VITO: Gianfrà, Gianfrà Gianfranco: Vito, ti vedo in affanno, che è successo? Vito: Madonn Gianfrà ha scciss na brutta cos? Gianfranco: Che è successo? Dai riprendi un attimo il fiato e spiegati meglio. Vito: Prima, mentre stavo lavorando, è arrivato un uomo e ha iniziato a farmi delle domande strane. Se non sbaglio ho sentito che lo chiamano “u ispettor”. Gianfranco: Su, Vito è venuto anche da me e mi ha fatto le stesse domande strane. Ma poi scusa non ti aveva avvisato il direttore? Vito: No no Gianfrà, nen sapev nudd. M so pgghjat nu spaveind. Mi ha chiesto se ho mai fatto un “corso sulla sicurezza” poi addirittura mi ha chiesto infrmazioni sulla mia famiglia e sul mio lavoro. Ma chi era questo, non si può masi stare tranquilli qua. Gianfranco: Tu hai risposto sempre si? Vito: Si non sapevo che altro dire, non volevo mettere nei gaui il direttore e rischiare di perdere il posto di lavoro. Gianfranco: Put stè tranquill allor, Vito. Io ho fatto lo stesso e ho fatto quello che mi ha detto il direttore. Vito: Menumel Gianfrà, m stav a preoccupà. Gianfranco: Non mi dirai che hai avuto paura di uno in giacca e cravatta. Quello sicuramente era uno mandato dalla regione o dallo stato ed è venuto quà per perdere tempo per far finta di lavorare. Tu lo sai come sono i dipendenti pubblici, non fanno nulla dalla mattina alla sera e vengono pagati con i soldi delle tasse che noi onesti lavoratori paghiamo. Vito: é rascion Gianfrà, noi ci spacchiamo la schiena ogni giorno per portare il pane a casa e p chembà e questi invece non sanno come devono fare per perdere tempo e p frcà l solt.
  • 4. Gianfranco: Per fortuna siamo furbi noi e questa dote non ce la potranno mai togliere. Vogliono mettere nei casini il direttore che è un uomo buono e da a noi gente comune la possibilità di lavorare, portare a casa uno stipendio onesto e tirare avanti. Vito: Che poi sicurezza di cosa? C’è nen s vet che stiamo tutti bene quà, tutti in salute, tutti contenti, il lavoro non manca e il pane a casa neanche. Gianfranco: Vabbè Vito non ci pensaimo più, ormai è andata, spero che quell’ “ispettore” non si faccia più vivo qui, che noi non abbiamo tempo da perdere. Noi dobbiamo lavorare a differenza loro. Vito: Tanto a loro che gliene importa di noi, basta che dicono “le cose devono cambiare” durante le campagne elettrali, solo per avere i voti e andare a comandare. Gianfranco: Ecco perchè io ho sempre detto che è meglio tenersi lontani dalla politica e da questi demoni “ciarlatani”. Vito: Hai ragione Gianfrà. Beh dai fammene andare, che il lavoro aumenta e il tempo passa, ci vediamo stasera quando smonto il turno. Stamm bun Gianfrà, ng vdimm. Gianfranco: Va bene dai Vito, pure io adesso riprendo che come dice il direttore il “tempo è denaro”. Ci vediamo stasera, è stato un piacere parlare con te e ripeto stai tranquillissimo, vedrai che non si faranno più vivi per un bel po’ di tempo tipi del genere in cantiere. 5) SCENA 5:Terminata la pausa e dopo aver parlato per pochissimo tempo con Vito, riprendo il martello pneumatico e inizio a rompere il calcestruzzo. Il martello ogni tanto "fasc l capricc" e sono costretto a spegnerlo e riaccenderlo in continuazione. Ad un certo punto il martello si incastra nel calcestruzzo tra l'armatura e il ferro. Quindi per disincastrarlo faccio un salto indietro, poi un secondo e un terzo per non rimanere martellato. Purtroppo però cado a terra e batto la testa, inizio a girare "Crist aiutm" e poi non ricordo più nulla forse sono svenuto. 6) SCENA 6: Mi risveglio in un letto, mi sembra di essere all'ospedale ma non capisco come è perché sono finito qui. Cerco di rialzarmi ma è come se fossi bloccato. Vedo un uomo avvicinarsi a me e leggo sul cartellino "primario di chirurgia traumatologica" Gianfranco: Chi è lei e che ci faccio qui dovrei essere a lavorare al cantiere! Dottor Bianchi: Lei è il signor Gianfranco Corradi? Gianfranco: Si sono io, ma mi dica cosa sta succedendo! Dottor Bianchi: Vede signor Corradi, lei ha subito un duplice infortunio, uno al nervo sciatico della gamba sinistra mentre l'altro più lieve è un trauma cranico. Temo che resterà zoppo a vita, mi dispiace. Gianfranco: Ne è sicuro dottore? Io sono un onesto lavoratore, un padre di famiglia, ho 3 figli piccoli,come farò a crescerli, come potrò mandarli a scuola se non potrò più lavorare? La mia vita è rovinata, la mia famiglia è rovinata. Perchè non sono morto? Dottor Bianchi: Signor Corradi, suvvia ringrazi anzitutto i suoi colleghi che l'hanno portata subito in ospedale e ringrazi di essere ancora su questa terra, badi bene a cosa succede a lavorare senza le adeguate
  • 5. protezioni e ad avere troppa fiducia nelle proprie capacità. Ora si riposi e poi potrà sempre trovare un altro impiego che non richieda una prestanza fisica. Gianfranco: Ma dottore, io faccio quel lavoro da più di 35 anni, non so fare altro e non sono andato a scuola. Che impiego potrei mai svolgere? Dottor Bianchi: Dovrebbe parlarne col suo datore di lavoro e chiedere magari un posto di lavoro più sicuro in un ufficio Gianfranco: Se mi vedessero zoppicare... mi caccerebbero dal cantiere senza pensarci due volte, lo sa quanti operai più giovani sono disposti a lavorare per meno del mio salario e a sottoporsi a un orario di lavoro anche più duro del mio pur di portare a casa un misero stipendio? Dottor Bianchi: Signor Corradi, non so davvero come io possa aiutarla, è una situazione molto delicata. Provi a rivolgersi all'ufficio collocamento post infortuni, sono sicuro che troveranno un impiego adeguato per lei, non si disperi. Gianfranco: La mia vita e la mia famiglia sono rovinate dottore, rovinate! Vorrei davvero morire, adesso ne ho la certezza, mi licenzieranno e io rimarrò senza un lavoro, i miei figli smetteranno di andare a scuola e mia moglie dovrà lavorare per mantenere la famiglia. Piuttosto che assistere a questa situazione, preferisco la morte all'istante. Non perdo le speranze, tento di rialzarmi da letto ma nulla sono bloccato e non sento la gamba sinistra. Inizio a gridare: "qualcuno mi aiuti voglio alzarmi voglio tornare a lavorare". Si avvicina a me una donna in camice bianco Gianfranco: Chi è lei? Dottoressa Palmieri: Stia tranquillo signor Gianfranco, sono la dottoressa Palmieri del reparto riabilitazione post infortuni, il dottor Bianchi mi ha informato circa il suo incidente, stia tranquillo vedremo come fare per farla rimettere al più presto ora però deve riposare altrimenti la situazione si aggravare Gianfranco: Dottoressa lei crede che io possa ritornare a camminare? Dottoressa Palmieri: Certamente signor Gianfranco, con un adeguato percorso di riabilitazione potrà riprendere a camminare anche se con molta probabilità zoppicherà un pochino Gianfranco: Scusi dottoressa, io sono ignorante non sono andato a scuola, mi può dire che cosa è un percorso di riabilitazione? Dottoressa Palmieri: Vede signor Gianfranco, La riabilitazione è un processo nel corso del quale si porta una persona con disabilità a raggiungere il miglior livello di autonomia possibile sul piano fisico. In genere per casi come il suo dura solo 2 settimane. Gianfranco: Dottoressa e dopo queste 2 settimane potrò tornare a lavorare? Dottoressa Palmieri: Se sarà collaborativo e seguirà alla lettera tutte le miei indicazioni sono convinta che potranno dimetterla. Gianfranco: E cosa dovrei fare in questa "riabilitazione"?
  • 6. Dottoressa Palmieri: Nulla di eccezionale signor Gianfranco, solo dei facilissimi esercizi fisici mirati per la sua gamba. Gianfranco: Se si tratta solo di questo, lo farò dottoressa, mi fido di lei. Dottoressa Palmieri: Questo è lo spirito giusto, inizieremo domani con i primi esercizi. 7) SCENA 7 : Devo dire la verità all'inizio non l'ho mai presa bene, non mi volevo alzare dal letto. Pensavo tra me “ ci m la va dè la forz d ste do p du smman”. Poi però ho pensato subito alla mia famiglia a mia moglie e ai miei figli e poi al cantiere e mi sono detto: “Lo devo fare per loro, saranno la mia forza, il mio coraggio, il mio sostegno”. Subito sento dei passi di qualcuno che si dirige verso la mia stanza. Si spalanca la porta ed entra la dottoressa Palmieri Dottoressa Palmieri: Buongiorno Gianfranco, come va? Ti sei ripreso da ieri? Sei pronto per iniziare la riabilitazione? Gianfranco: Dottoressa, un po’ meglio và, ma non mi sento ancora pronto a rialzarmi dal letto. Dottoressa Palmieri: Ma si che pronto Gianfranco. Forza. Forza. Alzati dal letto e ricordati che prima iniziamo e prima finiamo e prima potrai tornare a fare la vita che facevi ogni giorno. Gianfranco: E va bene dottoressa, mi fido di lei. Mi sembra una donna molto competente. Ma nè è sicura che dopo la riabilitazione potrò tornare a cammianre normalmente? Dottoressa Palmieri: Purtroppo non ti posso dare questa certezza assoluta, ma ti posso assicurare che più ti impegnerai e più mobilità recuperai. Gianfranco: D’accordo dottoressa allora adesso sono convinto, cominciamo subito. Dottoressa Palmieri: Così ti voglio Gianfranco, si vede che hai preso tutto con filosofia, bravo davvero bravo. Iniziamo con dei semplici esercizi di mobilità articolare. In piedi sulla gamba sinistra e cerca di distendere il più possibile la gamba destra. 20 ripetizioni. Gianfranco: 20 ripetizioni? Nen so n picc assè? Ci provo ma non garantisco nulla. Dottoressa Palmieri: Se non provi, Gianfranco, non potrai mai saperlo. Ricorda tentar non nuoce. Gianfranco: Ha ragione lei dottoressa. Inizio subito. Dottoressa Palmieri: Bene così. Subito dopo farai gli esercizi di contrazione muscolare sempre per la gamba destra. Gianfranco: Quante ripetizioni? Dottoressa Palmieri; Mmmhhh fammici pensare, credo 100 bastino. Gianfranco: 100, dottorè m vol vdè murt? Dottoressa Palmieri: Al contrario, voglio che tu stia bene e ti rimetta in sesto il prima possibile, lo faccio per il tuo bene. Dopo aver svolto questi esercizi, ti potrai riposare. Gianfranco: Va bene dottoressa, faccio quello che dice lei. D’altronde è lei l’esperta.
  • 7. 8) SCENA 8: Dopo quasi una settimana noto già i primi miglioramenti. Adesso riesco quasi a muovere normalmente la gamba, riesco a stenderla e a contarla, anche se l’andatura zoppicante è in parte rimasta. Oggi dovrebbe essere l’ultimo giorno di riabilitazione. Non mi sono fermato un attimo da quando ho iniziato, anzi ho fatto esercizi anche di domenica e di notte quando nessuno mi guardava per accelerare la mia guarigione. Anche la dottoressa Palmieri ha detto che nota miglioramenti. Dottoressa Palmieri: Bene Gianfranco, ci siamo, è l’ultimo giorno di riabilitazione. Sei contento? Gianfranco: Come potrei non esserlo dottoressa, adesso potrò riabbracciare la mia famiglia e potrò riprendere a lavorare come prima. Dottoressa: Mi raccomando Gianfranco, fai tutto senza fretta. Ricordati di fare gli esercizi che ti ho prescritto a giorni alterni e di continuare la cura antibiotica concordata con il dottor Bianchi. Intesi? Gianfranco: Certo dottoressa, mi fido di lei. É lei che mi ha guarito. Dottoressa Palmieri: No Gianfranco, non sono stata io a guarirti, ma la tua forza di volontà e il tuo impegno. E adesso coraggio verifichiamo gli effetti di questa riabilitazione. Inizia col sollevare in aria la gamba il più possibile. Gianfranco: D’accordo ci provo (alza la gamba in alto) Dottoressa Palmieri: Più su Gianfranco. Forza ancora un po’ più su. Perfetto ci siamo, gli effetti positivi ci sono stati. Siamo riusciti a recuperare la capacità motoria nella maggior parte. Credo che non avrai più bisogno di rimanere in ospedale. Gianfranco: Dice davvero dottoressa? Posso tornare a casa? Dottoressa Palmieri: Certamente Gianfranco. Ecco il certificato per la dimissione autorizzata dal personale competente dell’ospedale. Una firma qui e qui. La data di oggi e perfetto così. Puoi tornare a casa Gianfranco. Buon rientro e buona VITA. Gianfranco: Dottoressa io non so davvero come ringraziarla. Mi scuso se all’inizio ero un po’ scettico e ho usato il dialetto per esprimermi, ma sà com’è io non sono andato a scuola se non per qualche anno. Dottoressa Palmieri: Non ti devi scusare Gianfranco, questo è un tratto distintivo della tua personalità e poi io sono abituata. Sai quanti pazienti molto più pigri, svogliati e più “rozzi” di te ho trattato? Fa parte del mio lavoro di dottoressa. Gianfranco: La ringrazio per la comprensione dottoressa e la ringrazio per la pazienza che ha avuto. Devo dirle che mi ha fatto quasi venire la voglia di iscrivermi in palestra. Dotoressa Palmieri: Sono contenta Gianfranco. Devo ammettere che a tratti mi sono anche divertita, sei una persona molto simpatica. Gianfranco: Anche lei è molto simpatica dottoressa. Questo è un addio? Dottoressa Palmieri: Meglio vederlo come un arrivederci. Stammi bene Gianfranco, e ricorda di essere sempre cauto e attento a quello che fai specialmente sul luogo di lavoro.
  • 8. Gianfranco: Glielo prometto dottoressa e giuro sui miei figli, su mia moglie, su mia madre e su tutte le persone che mi sono vicine, che farò molta più attenzione da ora in poi. Arrivederci dottoressa (si commuove). 9) SCENA 9 : Il 29 luglio mi dimettono dall'ospedale dopo la riabilitazione, un po' zoppico ancora ma rimarrò per sempre così. Appena arrivo al cantiere il mio amico Vito mi corre incontro Vito: ce ha scciss Gianfrà, prcè zpquisc? Gianfranco: Eh Vito, è colp du incidendo, rimarrò così a vita per quello che mi hanno detto. Vito: Mado Gianfrà ce sforteun e mo com a da fè c la fatig? Gianfranco: Vado a parlare col direttore e vedo cosa mi dice. Vito: Sprimm bun Gianfrà Cammino per un po' e trovo il direttore come al solito sul cantiere a dare ordini agli operai. Gianfranco: Buongiorno direttore Direttore: Gianfranco ti sei rimesso, sono contento per te Gianfranco: Sono contento anche io, ma purtroppo ora zoppico e a quanto mi hanno detto rimarrò così a vita. Ora non potrò più lavorare e lei mi licenzierà non è vero? Direttore: Gianfranco sono 35 anni che lavori per me, hai lavorato in tutti i miei cantieri, come potrei mai licenziarti se ti conosco da quando eri bambino? Poi la colpa è mia, non dovevo dirti di mentire all'ispettore Bellinzona circa il corso sulla sicurezza, a quest'ora cammineresti ancora normalmente. Gianfranco: Quindi direttore che cosa posso fare in un cantiere se ormai non posso più salire sulle impalcature e non posso più usare gli attrezzi? Direttore: Te ne intendi di planimetrie e progetti, eh Gianfranco? Gianfranco: Non sono specializzato ma so dove mettere le mani. Direttore: Allora da domani lavorerai come aiutante dell'architetto Pasculli nel suo ufficio e ti nomino capo e ispettore del controllo sulla sicurezza interna a questo cantiere. Questa volta però ti farò fare prima dei corsi sia per quanto riguarda la progettistica, sia per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Gianfranco: La ringrazio signor direttore, le prometto che mi impegnerò. Direttore: Ne sono sicuro Gianfranco, lo hai sempre fatto. 10) SCENA 10 : Gianfranco: Spesso sentiamo la frase "Non tutto il male viene per nuocere" e così è stato per me. Sono rimasto zoppo, ma adesso so cosa significa lavorare in sicurezza e tengo particolarmente alla sicurezza di tutti gli operai nel cantiere. Dopo il corso ho imparato una marea di cose. Adesso so cosa sono i dispositivi di protezione individuale e collettiva e ho appreso la loro importanza. Faccio sempre attenzione
  • 9. che tutti gli operai indossino le scarpe antinfortunistiche, il giubbotto catarifrangente (per essere sempre visibili), il caschetto di protezione con relativa torcia e cosa più importante l'imbracatura affinché nessuno cada dai tetti e si possa fare veramente male o peggio possa addirittura morire. Ogni mattina prima che si apre il cantiere controllo che tutto sia in ordine, sistemo il parapetto normale con l'arresto del piede in cima al tetto, le reti di sicurezza, le armature di sostegno per gli scavi. Addirittura ho fatto varare un nuovo Piano di sicurezza e coordinamento per la prevenzione dei rischi e un altro piano circa il primo soccorso sul cantiere se dovessero verificarsi degli incidenti. Insomma il mio motto è diventato "La sicurezz prim d tutt". Quando i conoscenti mi incontrano per strada e mi dicono: "Gianfrà però ce sfrtaun ca si avaut" io rispondo sempre: "Rngrazj Crist ca nen m'ha fatt mraj e ca m fasc vdè l fighj mè cresc ogne daj". Fino a quando lavorerò starò sempre attendo alla mia sicurezza e a quella degli altri, perchè non voglio che a nessuno capiti quello che è successo a me "prevenire è meglio che curare". 11) SCENA 11: Gianfranco: La vita a volte è strana. Dagli errori si impara e si cresce e questo è proprio il mio caso. Oggi 15 Luglio dopo 20 anni dall'incidente e all’età di 63 anni, posso ritenermi un uomo fortunato. Dopo tanti di sacrifici, mio figlio Leonardo si sta per laureare e ironia della sorte proprio in ingegneria edile con specializzazione in infortuni sul lavoro. Mio figlio ci tiene che io sia presente alla presentazione della tesi di laurea, perchè mi ha detto che riprende proprio la mia vicenda ed io mi sento quasi onorato. A volte penso " ci mu aveva disc a meic ca aveva vdè nu fighj laureat", io che di scuola non ne volevo sentire parlare e proprio io che di sicurezza sul lavoro me ne ero sempre infischiato. Adesso davanti ad una commissione di 7 docenti, mio figlio sta presentando la sua tesi Leonardo: È con grande piacere che presento l'ultimo passo della mia tesi incentrata sulla sicurezza sul lavoro, un percorso nel mezzo tra benessere individuale, collettivo e giustizia. L'articolo 37 della costituzione italiana recita così: 1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in materia di salute e sicurezza, anche rispetto alle conoscenze linguistiche, con particolare riferimento a: • a) concetti di rischio, danno, prevenzione, protezione, organizzazione della prevenzione aziendale, diritti e doveri dei vari soggetti aziendali, organi di vigilanza, controllo, assistenza; • b) rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e protezione caratteristici del settore o comparto di appartenenza dell'azienda. 2. La durata, i contenuti minimi e le modalità della formazione di cui al comma 1 sono definiti mediante accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano adottato, previa consultazione delle parti sociali, entro il termine di dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto legislativo. 3. Il datore di lavoro assicura, altresì, che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata in merito ai rischi specifici di cui ai titoli del presente decreto successivi al I. Ferme restando le disposizioni già in vigore in materia, la formazione di cui al periodo che precede è definita mediante l'accordo di cui al comma 2. 4. La formazione e, ove previsto, l'addestramento specifico devono avvenire in occasione:
  • 10. • a) della costituzione del rapporto di lavoro o dell'inizio dell'utilizzazione qualora si tratti di somministrazione di lavoro; • b) del trasferimento o cambiamento di mansioni; • c) della introduzione di nuove attrezzature di lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e miscele pericolose. 5. L'addestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro. 6. La formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione all'evoluzione dei rischi o all'insorgenza di nuovi rischi. 7. I dirigenti e i preposti ricevono a cura del datore di lavoro, un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico in relazione ai propri compiti in materia di salute e sicurezza del lavoro. I contenuti della formazione di cui al presente comma comprendono: • a) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi; • b) definizione e individuazione dei fattori di rischio; • c) valutazione dei rischi; • d) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione. 7-bis. La formazione di cui al comma 7 può essere effettuata anche presso gli organismi paritetici di cui all'articolo 51 o le scuole edili, ove esistenti, o presso le associazioni sindacali dei datori di lavoro o dei lavoratori. 8. I soggetti di cui all'articolo 21, comma 1, possono avvalersi dei percorsi formativi appositamente definiti, tramite l'accordo di cui al comma 2, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano. 9. I lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di primo soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico; in attesa dell'emanazione delle disposizioni di cui al comma 3 dell'articolo 46, continuano a trovare applicazione le disposizioni di cui al decreto del Ministro dell'interno in data 10 marzo 1998, pubblicato nel S.O. alla Gazzetta Ufficiale n. 81 del 7 aprile 1998, attuativo dell'articolo 13 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626. 10. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad una formazione particolare in materia di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e prevenzione dei rischi stessi. 11. Le modalità, la durata e i contenuti specifici della formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale, nel rispetto dei seguenti contenuti minimi: • a) principi giuridici comunitari e nazionali;
  • 11. • b) legislazione generale e speciale in materia di salute e sicurezza sul lavoro; • c) principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi; • d) definizione e individuazione dei fattori di rischio; • e) valutazione dei rischi; • f) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di prevenzione e protezione; • g) aspetti normativi dell'attività di rappresentanza dei lavoratori; • h) nozioni di tecnica della comunicazione. La durata minima dei corsi è di 32 ore iniziali, di cui 12 sui rischi specifici presenti in azienda e le conseguenti misure di prevenzione e protezione adottate, con verifica di apprendimento. La contrattazione collettiva nazionale disciplina le modalità dell'obbligo di aggiornamento periodico, la cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le imprese che occupano dai 15 ai 50 lavoratori e a 8 ore annue per le imprese che occupano più di 50 lavoratori. 12. La formazione dei lavoratori e quella dei loro rappresentanti deve avvenire, in collaborazione con gli organismi paritetici, ove presenti nel settore e nel territorio in cui si svolge l'attività del datore di lavoro, durante l'orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori. 13. Il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e competenze necessarie in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Ove la formazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare utilizzata nel percorso formativo. 14. Le competenze acquisite a seguito dello svolgimento delle attività di formazione di cui al presente decreto sono registrate nel libretto formativo del cittadino di cui all'articolo 2, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276, e successive modificazioni, se concretamente disponibile in quanto attivato nel rispetto delle vigenti disposizioni. Il contenuto del libretto formativo è considerato dal datore di lavoro ai fini della programmazione della formazione e di esso gli organi di vigilanza tengono conto ai fini della verifica degli obblighi di cui al presente decreto. 14-bis. In tutti i casi di formazione ed aggiornamento, previsti dal presente decreto legislativo per dirigenti, preposti, lavoratori e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza in cui i contenuti dei percorsi formativi si sovrappongano, in tutto o in parte, è riconosciuto il credito formativo per la durata e per i contenuti della formazione e dell'aggiornamento corrispondenti erogati. Le modalità di riconoscimento del credito formativo e i modelli per mezzo dei quali è documentata l'avvenuta formazione sono individuati dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, sentita la Commissione consultiva permanente di cui all'articolo 6. Gli istituti di istruzione e universitari provvedono a rilasciare agli allievi equiparati ai lavoratori. Dunque è compito di ognuno di trovare un lavoro e svolgerlo con passione e dedizione, ma è altrettanto nostro compito prima di tutto essere a nostro agio sul nostro posto di lavoro dal punto di vista sociale e di solvgere tutte le mansioni ad esso associato in totale sicurezza, sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. A questo proposito ci tengo particolarmente a citare quanto accaduto a mio padre, un uomo dedito al suo lavoro ma (e questa papà me la devi perdonare) profondamente ignorante in norme di sicurezza. Nonostante ciò però non si è mai arreso, ha continuato a lavorare e grazie al suo impegno e alla sua fatica mi ha permesso di continuare il mio percorso di studi fino a questo punto. E si è sempre fatto in questo
  • 12. quattro affinché io non mi abbattessi mai, e affinché occupassi una posizione lavorativa più prestigiosa e più sicura della sua. Oggi voglio ringraziarti papà, senza di te non ce l'avrei mai fatta e ti prego di continuare con il progetto di sensibilizzazione circa la sicurezza sul lavoro che stai svolgendo nelle scuole, fino a quando ne avrai la forza ed il tempo. 12) SCENA 12 (CONCLUSIONE/EPILOGO) Gianfranco: (commuovendosi/con le lacrime agli occhi) Dopo aver sentito ciò, posso dire di essere diventato prima di tutto un uomo e poi un lavoratore consapevole e che non tutto il male viene per nuocere. Sono convinto che i miei incontri con gli alunni delle elementari, medie e superiori, servano a qualcosa perchè la consapevolezza dell'importanza di un lavoro in sicurezza deve essere un qualcosa che si impara da piccoli, si approfondisce da adolescenti e si applica da adulti. Spero che mai a nessuno capiti quello che sia successo a me, ma allo stesso tempo se non mi fosse mai successo non avrei potuto mai e poi mai comprendere certe situazioni e aiutare tanta gente. NUMERO DI SCENE: 12 PERSONAGGI PRINCIPALI CHE COMPAIONO SULLA SCENA: Gianfranco, Vito, Ispettore Greco, Direttore Piazzolla, Architetto e ingegnere edile, Dottor Bianchi, Dottoressa Palmieri, Leonardo (figlio secondogenito di Gianfranco). PERSONAGGIO COMPARSE: Mamma di Gianfranco, moglie di Gianfranco, Paolo e Michela, commissione di 7 docenti. LUOGHI: Cantiere, stanza ospedale, stanza dipartimento della facoltà di ingegnria edile. MATERIALE OCCORRENTE: Giubbotto catarifrangente, martello pneumatico, caschetto protettivo, cuffie, dispositivi auricolari protettivi, imbracatura, scarpe antintortunistiche, parapetti e reti protettive, certificato per la dimissione dall’ospedale, documento piano sicurezza e di primo soccorso, proiettore, slide power point.