1. Una generazione narra all’altra … Carissime, Vi scrivo perché sono convinta che nella narrazione si crea senso di appartenenza e si costruiscono identità.
2. La mia generazione, spesso è chiamata ad ascoltare. Ho ascoltato, e mi piace farlo, sorelle più avanti negli anni che raccontano pezzi di storia di un Istituto, fiorente, entusiasta, missionario, intraprendente.
3. Alcune di queste sorelle che raccontano la loro vita, spesso con nostalgia, sono state pioniere, hanno affrontato con coraggio difficoltà, hanno intrapreso strade nuove e hanno vissuto il loro presente certe che il futuro sarebbe stato sempre più radioso.
4. A volte ascoltando, viene quasi da dire: “Che peccato non essere state giovani in quei tempi i cui l’età media delle suore era sotto i 40”. Ma poi mi guardo intorno e vedo la vita e la possibilità che mi offre e mi dico che è bello anche oggi.
5. Cosa narrare di noi?! Siamo entusiaste della nostra vocazione e vorremmo viverla con leggerezza, vorremmo intraprendere strade ardue, nuove, vorremmo, con coraggio, affrontare le sfide del mondo.
6. Amiamo i giovani e per loro siamo disposte a tutto, ma questo non vuol dire che non amiamo la comunità. Il nostro ritmo è più veloce, facciamo più cose contemporaneamente, ma non siamo superficiali.
7. Maneggiamo computer, cellulari, amiamo ciò che amano i giovani. Ma l’amore per loro è frutto del grande amore che abbiamo per Cristo.
8. Ci lasciamo coinvolgere dalle situazioni, mettiamo in campo emozioni e sentimenti ce questo ci assorbe tante energie. Allora a volte in comunità i vedete stanche… ma siamo solo desiderose di recuperare vigore, e quale luogo è migliore di una comunità dove ci si vuole bene?.
9. Siamo chiamate suore giovani, ma la nostra età è già un’età adulta. È l’età della creatività ma anche della responsabilità. Vorremmo poter vivere in pienezza la nostra “adultità”, con serenità. Passando ogni tappa della vita, cogliendone le risorse e le prospettive. Per non invecchiare senza essere diventate adulte.
10. Vorremmo fiducia e comprensione. A volte ci sentiamo messe alla prova, ci sembra che dobbiamo sempre sostenere un esame. Invece vorremmo sostegno, stima, non perché siamo brave, ma perché ce la mettiamo tutta.
11. Riusciamo a comprendere che a volte voi temete che noi possiamo distruggere tutto ciò che voi avete costruito. Ma a volte serve potare, tagliare, demolire, per far nascere il nuovo. Il carisma che non si rigenera, muore.
12. Noi vogliamo raccontare la nostra gioia di vivere, ma anche i nostri timori. Non vogliamo essere trattate da figlie uniche, da cui ci si aspetta tanto.
13. Insieme a voi siamo un’orchestra. Lo spartito è lo stesso, ma alcuni strumenti fanno un accompagnamento di sottofondo con ritmo lento e regolare. Altri fanno nuove melodie, con ritmi differenziati .
14. Proviamo grande riconoscenza e con affetto, dico a nome di tutte, grazie per aver servito e amato il nostro Istituto, per averci fatto conoscere don Bosco e M. Mazzarello, per aver dato la vita perché noi potessimo continuare il sogno dei nostri fondatori.