La foto ritrae un ragazzo durante l'acquisto di un pacchetto di sigarette presso un distributore automatico. Il consumatore tipo non è identificabile in una categoria specifica di persone, infatti il prodotto viene acquistato da chiunque indipendentemente da genere, razza, religione, reddito ed età. Dalle statistiche pubblicate sul quotidiano “La Repubblica” nel maggio del 2013 si apprende che in media un ragazzo italiano inizia a fumare intorno ai diciotto anni. Tuttavia, nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione contro il fumo fatte nelle scuole, l'età media di chi inizia a fumare si sta abbassando sempre di più. Il principale motivo per cui si inizia a fumare è identificabile nel voler seguire il “gruppo”, per paura di restarne esclusi. Le sigarette però sono in grado di trasformare in breve tempo questo consumo occasionale in una vera e propria dipendenza. Questo prodotto si dimostra inoltre accessibile a chiunque, sia per il prezzo modico che per la facilità di reperirlo. È infatti possibile trovarlo a qualsiasi ora e in qualsiasi paese del mondo. Si tratta inoltre di un bisogno primario per i fumatori, i quali sono disposti ad acquistarlo indipendentemente dalle piccole variazioni di prezzo e dalla consapevolezza che la sua soddisfazione possa causare gravi danni alla salute. A tal proposito, lo Stato italiano sta cercando di diminuire il consumo del tabacco, per mezzo di leggi, attenendosi alle direttive europee (vd. decreto legislativo proposto dal ministro Lorenzin). Il mercato in questione è quasi privo di concorrenza, e gestito per mezzo del monopolio di stato che ne controlla prezzo e distribuzione. In esso vengono esercitate forti pressioni da parte delle lobby del tabacco che impediscono che vengano posti limiti alla vendita, anche tramite accordi illeciti con la classe politica.