Glee is a “teen musical dramedy” that have been designed to engage consumers in an “affective economy”. In the 22 episodes of the Tv series and in the promotional campaign, musical performances - that are covers of music pop hits - have been integrated. The aim is to stimulate viewers’ identification and, at the same time, their “theatricality”. The emergence of a transnational fandom demonstrates the efficacy of this strategy. In fact, gLeeks (as the network labelled Glee’ fans) appropriate professionally produced contents and generate a flow of tertiary texts (online discussions, fanarts, fanvids) that promote the media brand itself.
The full paper is available here: https://www.academia.edu/9925746/Dont_Stop_Believin_le_performance_del_Glee_Club_e_dei_suoi_fan
gLeeks: identità giovanili, talenti musicali e co-creazione dell'immaginario
1. gLeeks
identità giovanili, talenti musicali e co-creazione dell’immaginario
Agnese Vellar
Dipartimento di Scienze Sociali – Università degli Studi di Torino
La qualità della Televisione - Immaginario, immagini e media.
Summer School – 16/20 Settembre 2010 – Torino
2. Quality Tv nella cultura convergente
PRODUZIONEDISTRIBUZIONECONSUMO
promozione
dal basso
22 episodi
estensioni
diegetiche
podcast fan artforum - blog
merchandising
fan vid
conglomerati
mediali
brand (trans)mediali
testo primario + testi secondari (paratesti)
promozione
virale
economia affettiva (Jenkins, 2006) testi terziari
informativo - interpretativo creativo
Web 2.0
5. “A biting comedy for the underdog in all of us”
adolescenti --------- adulti
perdentivspopolari
stereotipi di diversità:
diversità di genere, etnica;
disabilità.
cheerleader, giocatori di football
6. Le “caste” dei teen drama
Sue: «Il liceo è un sistema
di caste. I ragazzi occupano
dei posti precisi. Gli atleti e i
ragazzi popolari sono
all'attico. Quelli invisibili e
quelli che giocano a Druidi e
Troll nella foresta, sono al
piano terra.»
Will: «E quelli del Glee
Club?»
Sue: «Sotto il seminterrato.»
(Pilot – Voci fuori dal coro, 1x01)
7. Talento performativo e social media
Rachel «I miei impegni su
MySpace mi tengono troppo
occupata per uscire coi
ragazzi. Cerco di postare un
video su MySpace ogni
giorno solo per esercitare e
migliorare il mio TALENTO.
Al giorno d'oggi, essere anonimi è peggio che essere
poveri. La FAMA è la cosa più importante nella nostra
cultura, adesso. E se c’è una cosa che ho imparato, è
che nessuno te la regalerà.»
(Pilot – Voci fuori dal coro, 1x01)
8. Analisi degli UGC
tipo di ambiente comunità specialistiche portale generalista
sito
numero di
documenti
analizzati
350 113 100
tipo di contenuti fan art vid
promozionali
clip
UGC
13. Performance mimetiche : costuming
“Performative consumption” (Hills, 2002)
Fan display and expression embodies the process of stardom and textuality
Mimicry of the “cult body”
14. UGC
remake performativi
+ humor
cover musicali
me singing
amatoriale(semi)professionale
vlog interpretativi
+ parodia
(Burgess & Green, 2009)
15. vidding
Both Sides Now
Crossover: Rachel & Freddie
1975 – Star Trek (Coppa, 2010)
Montaggio di immagini televisive e brani musicali (pop)
Trekker gLeek
16. Il fandom classico
genere slash
(relazioni omosessuali non rappresentate
nel testo primario)
controculture femminili
oppositivo
appropriazione
(Fonte: http://thyla.com/fan-art.html)
Star Trek: culto valorizzato (e contestato) dai fan
identificazione nell’immaginario utopico
17. L’economia affettiva
teen dramedy + musical (nel) Web 2.0
sistema di
personaggi
logo
gestuale
Glee: progettazione del culto e “coltivazione” della fanbase
cover musicali e live messa in scena
dei social media
costuming remake cover autorappresentazione
18. Promozione dal basso
oppositivodominante negoziale
gLeeks e anti-gLeeks: riproduzione e spreading del brand
interpretazione ed
estensioni
anti-fandomautorappresentazione
online
19. La co-costruzione del culto seriale
complessità narrativa talento performativo
narrazione costantemente differita
iper-diegesi
cult text Hills (2002) cult body
geek digital youth
(2004-2009) (2009-in corso)
stardom musicale
“collective intelligence” “performative consumption”
1.Glee
Glee è stata la serie Tv di maggior successo dell’anno 2009/2010. Oltre ad aver raggiunto elevati indici di ascolto sia negli Stati Uniti sia in Italia ed aver vinto numerosi premi, ha infatti davo vita ad una cultura di fan transnazionale: i gLeeks.
2. Un modello transmediale di co-creazione
Glee è dunque un caso di “Tv di qualità” che sfrutta le dinamiche partecipative della “cultura convergente” per dare vita ad un’“economia affettiva” (Jenkins, 2006). Da un lato gli spettatori partecipativi, ovvero i fan, sono un mercato interessante in quanto predisposti alla visione ripetuta, all’acquisto di prodotti correlati e alla promozione della serie stessa (“grassroot marketing”). Tuttavia essi sono anche attivi nella rielaborazione dei contenuti mediali. In particolare, utilizzando le opportunità dei social media e delle tecnologie digitali essi selezionano, ri-distribuiscono e remixano i contenuti massmediali, dando vita a “performance spettatoriali” che sono a loro volta fruite dagli spettatori stessi (Hills, 2000). L’immaginario televisivo nella cultura convergente è dunque il risultato di un processo di co-creazione da parte di professionisti e pubblici. I protagonisti, inizialmente rappresentati attraverso stereotipi di “diversità” (l’omosessuale, il portatore di handicap, …), grazie alle performance canore si esprimono creativamente e acquisiscono autodeterminazione. Mettendo in scena le vicende emotive e performative di un gruppo di adolescenti, il testo primario stimola l’identificazione da parte del pubblico giovanile, per il quale la musica è un fattore rilevante di costruzione identitaria e di socializzazione.
Per indagare il fenomeno Glee ho dunque scelto di estendere l’analisi oltre il “testo primario” (le 22 puntate della prima stagione), per includere i “testi secondari” (materiali promozionali distribuiti nei social media e prodotti ed eventi branded) e “terziari” (fanart, fanvid, podcast e discussioni online prodotte da fan americani e italiani).
I testi secondari propongono invece occasioni performative e forniscono il materiale iconografico predisposto ad una rielaborazione, fungendo da “chiamata all’azione” (call to action) (Giovagnoli, 2005).
In Glee il punto di vista è infatti quello di un gruppo di “perdenti” (Losers) che fanno parte di un gruppo di canto corale (Glee club) e che riescono ad ottenere la loro rivalsa grazie al talento performativo.
Hills, M. (2002) Fan Cultures. London: Routledge.
Jenkins, H. (2006) Convergence Culture: Where Old and New Media Collide. New York: New York University Press. Trad. it. Cultura Convergente. Dove collidono i vecchi e i nuovi media. Milano: Apogeo, 2007.
Giovagnoli, A. (2005) Fare Cross-media. Dal Grande Fratello a Star Wars. Teoria e tecniche della comunicazione integrata e distribuita nei media. Roma: Dino Audino Editore.
Shary, T. (2002) Generation Multiplex: The Image of Youth in Contemporary American Cinema. University of Texas Press.
Sharon, M.R., Stein, L.E. (a cura di) (2008) Teen television. Essays on Programming and Fandom. Jefferson, North Carolina: McFarland & Company Inc. Publishers.