2. Scrivere di persone dell’azienda, del settore,
accademici. Che siano profili, interviste o
estratti di articoli e biografie. Qualunque sia
l’argomento da condividere, veicolarlo tramite
la narrazione di una persona reale è una
buona pratica che crea empatia e che
periodicamente deve essere riproposta.
Who? Chi?
3. Questa è la regola più usata, il soggetto tende
sempre ad essere una cosa, che sia un
prodotto, un servizio, un processo. Il rischio è
che i contenuti risultino aridi, ripetitivi, poco
incisivi ed empatici. Una pagina LinkedIn non
è un catalogo o una vetrina di prodotti.
Se il “What” è debole, cercate di trasformarlo
raccontandolo con una delle altre quattro W.
What? Cosa?
4. Gli eventi, le timeline, gli anniversari o le date
importanti sono una valida alternativa per
arricchire la pagina LinkedIn e rendere più
bilanciati i contenuti. Legare un concetto ad un
anniversario è un buon modo per riproporre
contenuti che hanno suscitato interesse o
storie di successo.
When? Quando?
5. L’obiettivo della pagina LinkedIn è avvicinare i
lettori alla realtà aziendale. Nel piano non
devono mancare articoli o post che
contestualizzo luoghi reali magari raccontati
dai protagonisti stessi in chiave di employer
branding. Molto utile e di grande impatto è
anche descrivere e parlare delle attività extra-
lavorative e/o di impegno sociale sul territorio.
Where? Dove?
6. Qualunque contenuto pubblicato ha una sua
ragione, un motivo, un perché più o meno
esplicito. Scegliere di raccontare focalizzandosi
sul perché è un buon modo per mostrare
l’etica e l’anima dell’azienda e delle persone
che la compongono. Condivisione e
trasparenza stimolano sempre commenti e
conversazioni.
Why? Perché?