2. 1. Perché valutare quanto vale investire in
turismo?
• Il turismo è un fenomeno che in molte regioni italiane ha particolare rilevanza nel contributo che dà
alla crescita del sistema economico locale. Tuttavia malgrado si parli molto di tale rilevanza,
risulta difficoltoso misurare l’entità del suo contributo.
• Un primo motivo di tale difficoltà è legato alla varietà multiforme del fenomeno: non esiste infatti un
settore “Turismo” classificato come attività economica di produzione omogenea.
• Un secondo motivo è che quando i turisti alloggiano in un territorio acquistano beni e servizi che
parzialmente si confondono con quelli domandati dalla popolazione residente, è difficile per questo
definire quali sono i beni e servizi chiesti dal turista e quantificare statisticamente tale domanda.
• L’obiettivo del lavoro fatto è quello di misurare gli effetti del turismo sull’economia regionale ed
anche di calcolare l’apporto massimo (teorico) che potrebbe dare il turismo al sistema
economico.
• Questa misurazione è avvenuta per quattro fasi successive:
Calcolo del potenziale turistico teorico sulla base della superficie regionale, della concentrazione delle strutture
ricettive e della esposizione temporale della domanda turistica
Valutazione degli investimenti che sarebbero necessari per la crescita massima delle presenze turistiche nel
territorio.
Misurazione dei consumi dei turisti nelle regioni italiane attraverso un metodo indiretto di stima che usa le fonti
statistiche disponibili.
Applicazione di un modello input-output multiregionale per valutare gli effetti della spesa turistica sull’economia
regionale.
3. 2. Inseriamo la valutazione in uno scenario
• Gli arrivi turistici sono cresciuti del 4% nel 2013 consolidando la cifra di un miliardo
e mezzo per gli arrivi turistici internazionali su scala globale
• L’Italia con 47,5 milioni di arrivi turistici internazionali si posiziona al quinto posto su
scala mondiale (la Francia è al primo posto)
• Se si considera l’incidenza del turismo sul PIL nazionale l’Italia è al terzo posto (non
lontana da Spagna e Francia)
5. 2. Inseriamo la valutazione in uno scenario
• Valore aggiunto turistico diretto:
82.833 mln di euro pari a circa il 6%
del VA totale dell’economia
• Incidenza molto vicina a quella
delle costruzioni
• Arrivi turistici: 98,1 milioni in calo del
5,4%
• Presenze: 362 milioni (-11,2%
presenze italiane; -0,7% di quelle
straniere)
6. 3. Cosa sta cambiando nei rapporti tra industrie
7. 3. Cosa sta cambiando nei rapporti tra industrie
Si deve ragionare su tre
dimensioni:
a. Presenze
b. Mix della domanda
c. Prezzi unitari/moltiplicatori
12. 4. Il percorso per il calcolo del ROI
• Con questo indice si mette in evidenza quanto
vengono utilizzate le strutture ricettive regionali
• In una situazione limite (ovviamente solo teorica) se
tutti i posti letto venissero occupati tutti i giorni
dell’anno l’indice sarebbe pari a 100
• Le regioni che presentano questo indice elevato
sono quelle che hanno bassa stagionalità
• Definiamo potenzialità turistica regionale il valore
delle presenze turistiche annuali che ciascuna
regione avrebbe se la diffusione territoriale fosse
quella della regione Umbria e la diffusione
temporale delle presenze fosse quella del Lazio
13. 4. Il percorso per il calcolo del ROI
• Con questo indice si mette in evidenza quanto
vengono utilizzate le strutture ricettive regionali
• In una situazione limite (ovviamente solo teorica) se
tutti i posti letto venissero occupati tutti i giorni
dell’anno l’indice sarebbe pari a 100
• Le regioni che presentano questo indice elevato
sono quelle che hanno bassa stagionalità
• Definiamo potenzialità turistica regionale il
valore delle presenze turistiche annuali che ciascuna
regione avrebbe se la diffusione territoriale fosse
quella della regione Umbria e la diffusione
temporale delle presenze fosse quella del Lazio
24. 5.Cosa accadrebbe se
• Spesa giornaliera media in Abruzzo: 49 Euro (turista OLTA: 82 Euro; valore medio Italia: 72 euro)
25. 5.Cosa accadrebbe se
• Nel 2013 il valore complessivo della spesa turistica si stima pari a 73 miliardi di euro, -2% rispetto al
2012, tendenza legata al mutamento dei comportamenti turistici ma anche alle oscillazioni dei prezzi.
In particolare, per far fronte alla crisi economica le imprese ricettive hanno adottato in massa
strategie di pricing, abbassando le tariffe e proponendo sempre più offerte competitive. Di
conseguenza nel 2013 il valore della spesa media giornaliera procapite per l’alloggio, che si attesta a
circa 47 euro (46,24 euro gli italiani, 47,51 euro gli stranieri), conferma tale processo di diminuzione
rispetto al 2008 (52,15 euro). Rispetto al 2012, anno in cui si era acuito l’abbassamento delle tariffe
(44,35 euro), invece, si registra un leggero recupero.
• Anche le altre spese sul territorio effettuate dai turisti subiscono dei cambiamenti, sia nella
distribuzione tra le varie voci di spesa sia nei valori medi di consumo. Infatti per quanto riguarda i turisti
italiani, con una spesa media pro-capite giornaliera di 72 euro (escluso viaggio e alloggio), sebbene
recuperino sul 2012 non raggiunge gli 81 euro della spesa media che si registrava agli albori della crisi
economica mentre sono i turisti stranieri a trainare il recupero di questa tipologia di consumi nel 2013
con 78 euro pro-capite di spesa giornaliera (72 euro nel 2008, +8,4%).
27. 5.Cosa accadrebbe se
• La classifica dei turisti stranieri per spesa media giornaliera pro-capite (in media 102,33 euro al
giorno per turista straniero, totale spesa escluso il viaggio) vede grandi variazioni tra i mercati: in
testa i Russi (149,48 euro) seguiti dai Giapponesi (122,00 euro), dagli Spagnoli (111,17 euro), dai
Britannici (105,14 euro), dai Tedeschi (104,42 euro) e dagli Statunitensi (102,34 euro). Sotto la
media, invece, Francesi (98,33 euro), Svizzeri (96,57 euro), Austriaci (95,48 euro) e infine Olandesi
(83,54 euro).
• Ancor più specifica in termini di consumi è la geografia dei mercati turistici sia per le spese di
alloggio, per le quali superano decisamente il dato medio i russi (94 euro al giorno pro-capite)
ed i giapponesi (71 euro), sia per le altre tipologie di spese effettuate durante la vacanza. Infatti,
per i consumi sul territorio si distinguono non solo i Russi (107 euro) ma anche gli Spagnoli (87
euro), i Giapponesi (84 euro) ed i Britannici (83 euro).
28. 5.Cosa accadrebbe se
• Nel quinquennio dal 2008 al
2013, inoltre, si registrano
importanti variazioni della spesa
dei mercati:
- per quanto riguarda l’alloggio
aumenta la spesa dei
Giapponesi (da 46 euro a 71
euro) a fronte di un calo del
mercato francese (-25,1%),
tedesco (-20,4%), austriaco (-
20,2%) e britannico (-10,6%);
- le altre spese effettuate sul
territorio vedono invece un
aumento da parte degli
Statunitensi (da 54 euro a 79
euro) e un recupero dei tedeschi
(+10,5%) a fronte di un calo delle
spese dei Giapponesi (-7,7%).
31. 6. Lavorare sulla quantità
Presenze 7252826
Spesa media € 49,00
Effetto moltiplicatore sul PIL € 31,00
Aumento del 10% delle presenze 725283
Spesa incrementale € 35.538.847,40
PIL Incrementale € 22.483.760,60
Aumento del 20% delle presenze 1450565,2
Spesa incrementale € 71.077.694,80
PIL incrementale € 44.967.521,20
Allineamento alla spesa media italiana
a parità di presenze € 166.814.998,00
Mix aumento 10% presenze e aumento
spesa media € 52.220.347,20