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Dal riscontro del fenomeno sociale, anche in contesti aziendali,
alla ricerca metodologica e pragmatica per la risoluzione del problema
20 APRILE 2016
A cura di Javier Fiz Perez e Gabriele Giorgi del Business@Health Laboratory
con la partecipazione di Vittorio D’Orsi
Il Business@Health Laboratory
MISSION
Il Laboratorio Business@Health dell’Università Europea di Roma
nasce per definire, costruire e validare modelli di predizione
dell’eccellenza organizzativa capaci di tenere in considerazione, a
360 gradi, la salute dei lavoratori. Al laboratorio afferiscono i
Professori dell'Università Europea di Roma impegnati nel settore
della Psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Numerose sono le
partnership con Università nazionali ed internazionali.
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 2
Prof. GABRIELE GIORGI Prof: JAVIER FIZ PEREZ
Il Business@Health Laboratory
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 3
ATTIVITA’ SPECIFICHE
• Analisi e sviluppo di modelli di business health;
• Analisi e sviluppo di modelli di gestione delle
• risorse umane orientati all’healthy business;
• Safety climate assessment per la prevenzione degli infortuni;
• Corporate social responsability e Business etichs;
• Prevenzione, valutazione e gestione
• dello stress lavoro correlato e dei rischi psicosociali;
• Valutazione ed enrichment della performance
• lavorativa;
• Metodologie e tecniche statistiche a supporto dei sistemi HR;
• Sperimentazione attraverso il supporto o l’attivazione di sportelli di servizio, orientamento
e/o formazione all’interno di imprese o altre organizzazioni complesse per l’utilizzo di
strumenti HR,
• Job design e riduzione degli sprechi,
• Talent assessment e management,
• Testing psicologico,
• Innovazione organizzativa, Imprenditorialità e sviluppo del potenziale.
Il Business@Health Laboratory
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 4
IL TEAM: GABRIELE GIORGI
Psicologo e Phd, ha studiato in università italiane, Università degli Studi di Firenze e
Università degli Studi di Verona, ed in università straniere, Middlesex London University e
Università di Bergen. Ha lavorato come research fellow presso la Tokyo Gakugey university e
l’Università degli Studi di Firenze. Nel 2007 ha inoltre ricevuto un riconoscimento dall’AIP
(Associazione italiana psicologia) e l’Ordine degli Psicologi per la sua tesi di dottorato. Ha
partecipato a progetti di ricerca nazionale ed internazionale e ha ottenuto finanziamenti da
importanti organismi come il Research Council of Norway e la Japan Society Promotion of
Science. Dall’anno 2010 è Ricercatore e professore aggregato presso il settore scientifico
disciplinare - M-PSI/06 – Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, Università Europea di
Roma. Negli anni ha condotto ricerche in primarie aziende nazionali ed internazionali ed ha
svolto survey in vari paesi del mondo. E’ stato membro del Consiglio dell’Ordine degli
Psicologi della Toscana ed academic counselor dell’ ISHRM
(http://www.ishrm.net/en/index.jsp). E’ autore di numerose pubblicazioni a livello nazionale
ed internazionale, in particolare ha pubblicato sul Journal of Managerial Psychology, su
Psychology of Violence, sull’International Journal of workplace health management,
sull’International Journal of Organizational analysis, su Industrial health, su Employee
responsabilities and rights journal, su Science of the total environment e anche su riviste in
lingua giapponese. Si occupa inoltre di costruzione di testing in ambito psicologico e di
psicologia cross-culturale.
Il Business@Health Laboratory
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 5
IL TEAM: JAVIER FIZ PEREZ
Professore di Psicologia dello Sviluppo presso l’Università Europea di Roma, dove collabora
anche come Delegato per lo Sviluppo della ricerca internazionale e Senior Research del
laboratorio di Psicologia Applicata nel ambito del lavoro (Business and Health). Si è dedicato
da anni all’ambito della Psico-Pedagogia portando avanti lo Sviluppo e il coordinamento
internazionale di diversi programmi per la promozione della Formazione Integrale (CYWN).
Psicologo e Psicoterapeuta (N° 16893 Regione Lazio) è anche Membro del Corpo Accademico
dell'Accademia Tiberina (Reg. N° 20.145) essendo anche Consigliere del Senato Accademico
(Reg. N.03/2015). Fa parte del Comitato Scientifico della Cattedra di Bioetica e diritti umani
dell’UNESCO (APRA-UER Roma). E' Membro del Comitato Scientifico del Movimento
Internazionale delle Scuole di Economia ed Etica e dell’Accademia Internazionale per lo
Sviluppo Economico e Sociale (A.I.S.E.S.) di cui è stato Vicepresidente per la Spagna e
l’America Latina. E' anche il Responsabile Scientifico dell'Istituto Europeo di Psicologia
Positiva (IEPP. Madrid) essendo anche l'esperto in bioetica del Comitato Lazio 1 (Ambito
sanità). Ha collaborato come Academic Visitor presso il Blackfriars Hall (University of
Oxford), l‘Institute for the Psychological Sciencies (Washington D.C.) l'Università Francisco
Vitoria (Madrid) e l'Università Anahuac (Messico D.F.). Ha collaborato anche presso il MIBAC
(Beni Culturali -Dipartimento per le Pari Opportunità) come esperto per la creazione dello
Sportello di Ascolto in collaborazione col MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico). Dirige
la collana Sviluppo Integrale da lui Fondata (Editore Persiani- Bologna) oltre ad essere
membro di diversi comitati scientifici di riviste specializzate in psicologia come “Modelli per
la mente”, “Il Minotauro”, “IF”, “El Psicologo Anahuac”, “Relections”, “Decom” e altri.
Il Business@Health Laboratory
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 6
L’OSPITE DELL’EVENTO: VITTORIO D’ORSI
SOCIOLOGO, Dottore in “Scienze della Formazione” ed in “Progettazione e Sviluppo degli Interventi
Sociali e Educativi”, Master in Project Management ADFOR in partnership con la Cattolica di Milano, è
stato docente di Information Technology per quattro anni presso la Facoltà di Scienze della Formazione
della Università degli studi Guglielmo Marconi, dove ha coordinato le attività di counseling del Centro di
Consulenza Motivazionale ed alcune iniziative del Centro per l’Innovazione, presentando due progetti
all’esposizione universale di Shanghai.
Con una esperienza più che ventennale come project manager di multinazionali, è attualmente
Innovation Manager & Demand Manager e per un’Agenzia Pubblica, centrale di committenza nazionale.
Figura poliedrica, si è occupato di settori eterogenei, dall’intelligenza artificiale alle telecomunicazioni
satellitari, dall’area bancaria a quella assicurativa, al coordinamento sindacale.
In parallelo alla sua esperienza manageriale è stato “Lecturer” presso diverse open university, mediatore
civile, counsellor esistenziale e life coach. I suoi ultimi studi riguardano l’intelligence collettiva, oltre
alla ricerca di nuovi modelli finalizzati a porre la tecnologia a servizio delle persone, per lo sviluppo di
un nuovo umanesimo.
E’ autore di diverse pubblicazioni, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
•Cybernetic Learning Model & Network Learning – Il futuro dell’apprendimento (LaFeltrinelli, 2011);
•Uscire dalla Crisi. Capitale Umano e Capitale Sociale: il Modello delle Varianze Cooperative e
l’Apprendimento Organizzativo (LaFeltrinelli, 2013).
Il CV completo è pubblico sul sito https://it.linkedin.com/in/vittoriodorsi
L’alessitimia
In generale, per alessitimia si intende la difficoltà di identificare,
descrivere e comunicare le emozioni. Con maggiore precisione, dal
punto di vista psicologico, l'alessitimia o alexitimia (dal greco “a-
” mancanza, “lexis” parola e “thymos” emozione: letteralmente «non
avere le parole per le emozioni») è un disturbo della personalità che
consiste in un deficit della consapevolezza emotiva palesato
dall'incapacità di razionalizzare, percepire, riconoscere e descrivere
verbalmente i propri e gli altrui stati emotivi. Viene attualmente
considerato anche come un possibile deficit della funzione riflessiva
del Sé.
Include anche la povertà dei processi immaginativi, ovvero uno
stile cognitivo orientato verso la realtà esterna e l’adattamento
sociale di tipo conformistico.
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 7
L’alessitimia
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 8
Sebbene il fenomeno stia assumendo solo ora una dimensione sociale, il
concetto di alessitimia è stato studiato già a partire dagli inizi degli anni ’70.
In particolare, il termine fu introdotto nel 1972 da Peter Emanuel Sifneos
(professore emerito di psichiatria alla Harward Medical School), in seguito
agli studi condotti in qualità di «visiting professor» presso la Clinica
Psichiatrica Universitaria di Oslo, con il prof. John Nemiah.
Successivamente alla pubblicazione dei suoi articoli, nel 1973 sono stati
elaborati diversi modelli, quale ad esempio il TAS-20 del gruppo di Toronto
(sotto la guida di Taylor), per la rilevazione del disturbo.
L’ipotesi attuale dei ricercatori canadesi è che ci sia una elevata correlazione
(comorbilità) tra l’alessitimia e le sindromi degli assi I e II del Diagnostic
and Statistical Manual of Mental Disorders IV Text Revision (DSM-IV-TR),
essendo tali patologie appartenenti ad un medesimo costrutto, che è quello
relativo alla regolazione affettiva.
…ma come si manifesta?
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 9
In sintesi, le tre caratteristiche fondamentali legate al disturbo sono:
• la difficoltà nell'identificare i sentimenti;
• la difficoltà nel descrivere i sentimenti altrui;
• il pensiero orientato quasi solo all'esterno, e raramente verso i propri
stessi processi endopsichici.
Attraverso la Toronto Alexitimia Scale, basata su 20 domande (cfr. esempio)
…e come si rileva?
Disturbi correlati (*)
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 10
Alessitimia
Disturbo
Dipendente
Della
Personalità
Dipendenza
Dal Gioco
Internet
Addiction
Disorder
Dipendenza da
Alcool &
Sostanze
Alessitimia e dipendenze patologiche: GIOVANNI MARTINOTTI, DANIELE STAVROS HATZIGIAKOUMIS, LUIGI JANIRI
Istituto di Psichiatria e Psicologia, Università Cattolica del S. Cuore, Roma, 2010
Disturbi correlati
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 11
Disturbo dipendente della personalità (cenni-sintomi)
Asse II del DSM.IV TR, cluster C [eliminato nel DSM V, riportato in appendice]
1. ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere una eccessiva
quantità di consigli e rassicurazioni;
2. ha bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei
settori della sua vita;
3. ha difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere
supporto o approvazione (nota: non include timori realistici di punizioni);
4. ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una
mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per
mancanza di motivazione o di energia);
5. può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri,
fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli;
6. si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace
di provvedere a se stesso;
7. quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un’altra relazione
come fonte di accudimento e di supporto;
8. si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso.
Disturbi correlati
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 12
Internet Addiction Disorder(cenni-sintomi)
Ivan Goldberg, 1995. Studi dell’American Psychiatric Association, 2014. Mancando ancora
una definizione chiara, si riportano le indicazioni della Presidenza del Consigno dei Ministri,
Politiche antidroga, 2014:
 Dipendenza dalle relazioni virtuali (Cyber-Relational Addiction), caratterizzata da
un’eccessiva tendenza ad instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute
in rete principalmente via chat, forum o social networks. In tale condizione, le relazioni
online diventano rapidamente più importanti dei rapporti nella realtà con la famiglia e
con gli amici reali.
 Sovraccarico cognitivo (Information Overload), caratterizzato da una ricerca ossessiva di
informazioni sul web: gli individui trascorrono sempre maggiori quantità di tempo nella
ricerca e nell’organizzazione dei dati in rete.
 Gioco Offline (Computer Addiction), caratterizzato dalla tendenza al coinvolgimento
eccessivo in giochi virtuali che non prevedono l’interazione tra più giocatori e non sono
giocati in rete.
 Gioco Online (Net Compulsion), nel quale si evidenziano coinvolgimento eccessivo e
comportamenti compulsivi collegati a varie attività online quali il gioco d’azzardo, lo
shopping compulsivo, i giochi di ruolo.
 Dipendenza dal sesso virtuale (Cybersexual Addiction), chat per adulti…
Disturbi correlati
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 13
L’alessitimia collettiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 14
L'alessitimia collettiva è un fenomeno psicosociale riconducibile, individualmente, al
disturbo psicologico dell’Alessitimia. La locuzione si riferisce al disturbo riscontrabile in una
fascia specifica della popolazione, attraverso l'analisi del linguaggio e dei media, ovvero in un
segmento specifico (cluster) di un gruppo sociale. In particolare, attraverso l‘analisi del
contenuto del Web, si può riscontrare una correlazione fra l'utilizzo "intensivo" dei social
media e l'alessitimia collettiva.
L'alessitimia è infatti spesso caratterizzata dalla compresenza del disturbo dipendente della
personalità. Nel caso specifico, dal punto di vista collettivo, la compresenza in questo caso si
manifesta con la necessità compulsiva di controllare cosa riflette "la rete" in merito all'ultimo
stato pubblicato. Il fenomeno della dipendenza ha assunto, già dal primo decennio degli anni
2000, una forte connotazione sociale; nel caso dell'alessitimia collettiva la dipendenza è
specificatamente orientata ai social network. Essendo l'alessitimia collettiva un elemento
fenomenologico attinente alla psicologia sociale, non è possibile adottare soltanto metodiche
di tipo psicoterapeutico. Pur tuttavia, un approccio pedagogico orientato allo sviluppo
dell'intelligenza emotiva, adottando opportuni modelli pedagogici, può costituire un primo
contatto sia nell'analisi della manifestazione, sia nella composizione di possibili criteri
finalizzati ad una riduzione del fenomeno, o quanto meno all'attenuazione del medesimo.
L’alessitimia collettiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 15
Esiste una correlazione diretta fra l'alessitimia collettiva e la presenza pervasiva dei
social network nella vita delle persone? Difficile da dimostrare, se non attraverso la
ricerca sociale. Pur tuttavia, è possibile identificare fin da subito alcuni elementi
caratteristici dell'alessitimia, in quanto fortemente presenti nella semantica delle
comunicazioni social: dipendenza e passività, modi infantili di pensare, il
ricorso all'imitazione, una coscienza morale estremamente rigida, aspirazioni
elevate e irrealistiche ed un grado eccessivo di conformismo sociale.
Per usare lo stesso linguaggio, sembra la scena di un reality show: rispondi alle
domande di storia, oppure racconta le caratteristiche del romanzo storico
manzoniano, mentre ti trovi comodamente avvolto in un mulinello d'acqua,
aggrappato a sassi scivolosi mentre piove a dirotto.
Racconta, sotto la grandine-se ci riesci- le emozioni che hai provato il primo giorno di
scuola.
L’IMPATTO DEI SOCIAL
L’alessitimia collettiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 16
È quello che avviene a milioni di adolescenti, ma anche ai loro genitori, ciascuno
avvolto da una nuvola, il proprio flusso costante di rumore di sottofondo
costituito da immagini, frasi spezzate, titoli, musica, giochi, il tutto ai confini del
reale, in cui vero e falso si stratificano solo come porzioni di dati, perdendo senso e..
VALORE.
Perché dipendenza e passività, modi infantili di pensare, il ricorso
all'imitazione, una coscienza morale estremamente rigida, aspirazioni
elevate e irrealistiche ed un grado eccessivo di conformismo sociale
hanno preso il sopravvento attraverso i social network?
Semplice: perché sono più «facili e immediate», perché hanno un impatto più forte.
Nella rincorsa ad un "mi piace" in più, il messaggio deve essere infantile, incisivo,
moralista o anticonformista (creando così una nuova forma di conformismo).
E questo fenomeno non è più solo adolescenziale, ma si può riscontrare anche negli
adulti. Generazioni non più separate dal "generation gap", ma unificate
dall'appiattimento di una comunicazione povera, incapaci di guardarsi negli occhi.
L’alessitimia collettiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 17
Alcune delle caratteristiche cardine dell'alessitimia sono l'incapacità di produrre
fantasie effettivamente raggiungibili (il pensiero creativo) con una connotazione
del pensiero estremamente utilitaristico, preoccupato dei dettagli e non della
visione d'insieme (cosa penseranno di me se viene postata questa foto?)... in poche
parole, la perdita concreta dell'intelligenza emotiva (e in parte cognitiva).
Analizzando il fenomeno da un punto di vista meramente linguistico, è importante
ricordare che una parte consistente del pensiero, nel mondo occidentale, è
costituito da parole (e non da ideogrammi).
Se le parole sono poche, povere, poco più che infantili, la ricchezza di pensiero
svanisce, e con essa i sentimenti... che diventano gretti, incomprensibili anche per
chi li sta provando.
Per chi pensa che non sia un problema:
- Avete misurato il tempo che intercorre tra una visualizzazione e l’altra di
whatsapp?
- Chi si addormenta con un cellulare o un tablet in mano?
- Quanto tempo in media, voi o i vostri figli, passate collegati nei social?
L’alessitimia collettiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 18
L’alessitimia nei gruppi
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 19
Le caratteristiche di povertà immaginativa, adesione alla realtà, preoccupazione per i
minimi particolari e incapacità di produrre fantasie, sono state definite da diversi
studiosi (in particolare da Marty nel 1963) quali «pensiero operatorio».
Tali caratteristiche, calate nei contesti aziendali, hanno un effetto di «Taylorizzazione»
delle attività, citando lo Scientific Management di Frederick W. Taylor del 1911
(American Society of Engineer).
Forse, in una organizzazione industriale di tipo meccanicistico, caratteristica degli
inizi del ‘900, con operai dedicati ad una sezione parcellizzata del lavoro ed il
fenomeno del «fordismo», tale approccio individuale poteva costituire un valore
economico per l’imprenditore industriale.
Nella società della conoscenza, elemento fondante della terza rivoluzione
industriale, il pensiero operatorio costituisce un forte danno per le imprese, e
per gli individui che perdono la capacità di rinnovare le proprie COMPETENZE.
Ciò ha dato luogo, insieme alla mancata formazione del personale, al fenomeno
dei licenziamenti nella fascia di età dei 50 anni.
IL CONTESTO AZIENDALE
L’alessitimia nei gruppi
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 20
Le caratteristiche di povertà immaginativa, adesione alla realtà, preoccupazione per i
minimi particolari e incapacità di produrre fantasie, sono state definite da diversi
studiosi (in particolare da Marty nel 1963) quali «pensiero operatorio».
Tali caratteristiche, calate nei contesti aziendali, hanno un effetto di «Taylorizzazione»
delle attività, citando lo Scientific Management di Frederick W. Taylor del 1911
(American Society of Engineer).
Forse, in una organizzazione industriale di tipo meccanicistico, caratteristica degli
inizi del ‘900, con operai dedicati ad una sezione parcellizzata del lavoro ed il
fenomeno del «fordismo», tale approccio individuale poteva costituire un valore
economico per l’imprenditore industriale.
IL CONTESTO AZIENDALE
L’alessitimia nei gruppi: il trauma
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 21
L’IMPRESA NEL CONTESTO INDUSTRIALE DEL 1960-1980
IMPRESA
(OBIETTIVI)
MERCATO SETTORIALE
COMPETIZIONE
FORTE
SPECIALIZZAZIONE
DEL PERSONALE
PROFITTO
Come erano le organizzazioni aziendali del ‘900?
L’organizzazione corrispondente
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 22
Il modello gerarchico - funzionale
L’alessitimia nei gruppi: il trauma
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 23
L’IMPRESA NEL CONTESTO POST-INDUSTRIALE DEL TERZO MILLENNIO
IMPRESA
(VISIONE)
MERCATO MONDIALE GLOBALE & NUOVI PARADIGMI
PERSONALE CON
COMPETENZE
«OLISTICHE»
STAKE
HOLDER
COMUNICAZIONE
RISULTATI
(BILANCIO
SOCIALE)
Nuove forme organizzative
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 24
Modello olografico
Modello a Matrice
Il paradigma dell’apprendimento
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 25
LE LEARNING ORGANIZATION
Il paradigma dell’apprendimento
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 26
LE LEARNING ORGANIZATION
Dal paradigma industriale alle
learning organization
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 27
L’intelligenza emotiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 28
L’intelligenza emotiva è, dal punto di vista strutturale e fenomenologico,
diametralmente opposta dell’alessitimia.
Si tratta, a tutti gli effetti, di quella forma di intelligenza non legata strettamente
alle caratteristiche logiche tipiche del Quoziente Intellettivo, ma altrettanto
importante nella evoluzione armonica della personalità:
la capacità di riconoscere le proprie emozioni, i propri sentimenti e bisogni, di
conciliarli con gli obiettivi a breve e a lungo termine e con i bisogni e i sentimenti
delle altre persone coinvolte nel proprio percorso di vita.
Al centro dell’intelligenza emotiva c’è l’empatia, e la relazione che quest’ultima ha
con la propria motivazione. L'intelligenza emotiva è stata trattata la prima volta
nel 1990 dai professori Peter Salovey (Presidente of Yale University) e John D.
Mayer (University of Michigan).
L’intelligenza emotiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 29
La definizione esatta fornita da Salovey, in “Emotional development and Emotional
Intelligence: educational implications”, è:
"L'intelligenza emotiva coinvolge l'abilità di percepire, valutare ed esprimere
un'emozione; l'abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i
pensieri; l'abilità di capire l'emozione e la conoscenza emotiva; l'abilità di regolare le
emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale”
Pur tuttavia, è grazie al lavoro di Goleman (1995 e successivi) che l’intelligenza
emotiva ha trovato spazio anche nella cultura italiana (grazie alla traduzione in
lingua italiana del 1977 di Emotional Intelligence) . Goleman individua proprio
nell’empatia e nell’autocontrollo le due fondamentali competenze sociali che
consentono di costruire una vita relazionale ricca ed emotivamente soddisfacente
alla base del benessere psico-fisico della persona.
L’Intelligenza emotiva
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 30
Le cinque caratteristiche fondamentali individuate da GOLEMAN per lo sviluppo
dell'intelligenza emotiva, sono:
• Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie
emozioni;
• Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine;
• La capacità di individuare proprie motivazioni, scoprendo le ragioni profonde
del sé che spingono all’azione;
• L’empatia, ovvero la capacità di sentire gli altri entrando in sintonia mentale;
• Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire le
dinamiche dei gruppi sociali.
La motivazione
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 31
L’empatia
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 32
Nelle scienze sociali, l'empatia rappresenta un atteggiamento verso gli altri
caratterizzato da un impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni attitudine
affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale (si pensi a
«Pragmatica della comunicazione umana, di Paul Watzlawick.
Lo studio dell’empatia ha abbracciato diverse discipline, dagli studi di Darwin sulle
emozioni e sulla comunicazione mimica delle emozioni, sia gli studi recenti della
neurologia sui neuroni specchio scoperti da Giacomo Rizzolatti, che confermano che
l'empatia non nasce da uno sforzo intellettuale, è bensì parte del corredo genetico
della specie.
Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra
persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della
relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei
sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.
L’intelligenza emotiva si può imparare?
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 33
Riprendiamo il lavoro di Goleman ed iniziamo a parlare di COMPETENZA
EMOTIVA.
La competenza emotiva è "l'insieme di abilità pratiche (skills) necessarie per
l'autoefficacia (self-efficacy) dell'individuo nelle transazioni sociali che suscitano
emozioni (emotion-eliciting social transactions)". La competenza emotiva
presuppone la presenza di conoscenza delle proprie e altrui emozioni e
dell'abilità di comportamento intesa come la capacità di gestire e regolare le
proprie emozioni per affrontare le diverse situazioni che si propongono.
Sviluppare competenze emotive significa favorire scambi comunicativi, capacità di
problem solving e stimolare il pensiero costruttivo.
Lo sviluppo della competenza emotiva riguarda anche la regolazione delle proprie
emozioni (strettamente legata anche al loro controllo) in cui l'individuo
produce livelli ottimali e socialmente accettabili, di comportamento.
È attraverso l'interazione con altri individui che si modella il comportamento
emotivo ritenuto idoneo nei diversi contesti, ed è la socializzazione che stabilisce
le norme entro le quali le emozioni si devono manifestare per essere considerate
appropriate. Secondo Goleman la struttura della competenza emotiva è composta
dalla competenza personale e la competenza sociale.
L’intelligenza emotiva si può imparare?
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 34
Se l’obiettivo è quello di agire su livelli socialmente accettabili di
comportamento, questo può essere appreso.
Nel testo «Obiettivi e limiti dell’Educazione», Wolfgang Brezinka
definisce:
<<Con il nome di educazione si intendono quelle azioni, o quelle attività
attraverso le quali gli uomini cercano di migliorare in ogni modo e
durevolmente l’insieme delle disposizioni psichiche (la personalità)
di altri uomini, cercando di preservare le disposizioni ritenute valide o di
prevenire la formazione di quelle che vengono valutate negativamente>>.
IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO
L’intelligenza emotiva si può imparare?
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 35
Se volessimo introdurre un modello matematico dedotto dalla definizione
appena data, otterremmo una “semplice” ma rappresentativa espressione
ricorsiva:
dU' = σ i Ae (dU)
dove per dU (dU e dU') si intendono le disposizioni psichiche dell’uomo,
per Ae si intende l’azione educativa e per i la intenzionalità dell’azione
educativa. E’ importante sottolineare che l’intervallo (range) di valori di i
oscilla fra 0 ed 1, ovvero la medesima azione può essere più o meno
intenzionale (e comunque non per questo non avere degli effetti), sia nel
caso della eteroeducazione che nel caso della autoeducazione.
IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO
L’intelligenza emotiva si può imparare?
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 36
Poiché abbiamo definito l’educazione come intenzionale, in corrispondenza
del valore “0” non si ha una vera azione educativa. Ciò non significa che in
assenza di intenzionalità non ci sia, ad esempio, percezione e
memorizzazione: significa soltanto appunto che non si tratta di un’azione
educativa. L’intenzionalità è fondamentale nella motivazione, di cui abbiamo
già parlato.
La variabile σ (sigma) rappresenta una variabile “universale”, o meglio
ambientale: definiamo infatti universo l’ambiente esterno in cui avviene
l’azione educativa. σ rappresenta quindi l’influenza dell’ambiente sull’azione
educativa, e può rappresentare sia una amplificazione, sia una “distorsione”
(in termini tecnici, secondo la teoria dei segnali, possiamo definire tali
variazioni come “rumore”).
L’assenza delle variabili σ ed i cambierebbe il senso del modello in quanto la
certezza del risultato determinerebbe un addestramento, o comunque un
condizionamento pavloviano.
IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO
L’intelligenza emotiva si può imparare?
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 37
IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO
Se assumiamo che l’intelligenza emotiva si configura come una serie storica
di disposizioni psichiche, caratterizzate dall’ascolto attivo, dall’empatia,
dall’insight creativo, esistono una o più «azioni educative» che possono
determinare l’intelligenza emotiva.
Intelligenza emotiva nella cultura d’ impresa
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 38
La risposta non può che essere… «magari»!!!!
Se lo sviluppo dell’intelligenza emotiva fosse già una componente dello sviluppo del
personale aziendale, oggi non assisteremmo al fenomeno della dispersione delle
competenze e alla conseguente perdita dei posti di lavoro.
Attualizzando il concetto, Geoffrey Miller nel testo «The mating mind» riprende il
punto di vista sociale: « l'empatia si sarebbe sviluppata perché mettersi nei panni
dell'altro per sapere cosa pensa costituisce un importante fattore di sopravvivenza
in un mondo in cui l'uomo è in continua competizione con gli altri uomini. »
Nella società definita da Bauman della «Modernità Liquida», la mancanza di
sviluppo delle competenze emotive porta all’isolamento, sia individuale, sia di
gruppi sociali svantaggiati.
…ma l’intelligenza emotiva è parte della cultura d’impresa?
Intelligenza emotiva nella cultura d’ impresa
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 39
• competenze comunicative
• competenze di leadership
• competenze nella soluzione dei conflitti
• competenze nella soluzione dei problemi
• competenze nel prendere decisioni
…quali sono le competenze emotive fondamentali
per le learning organization?
Intelligenza emotiva nella cultura d’ impresa
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 40
IL MODELLO DI NONAKA
Anche le competenze emotive possono far parte delle conoscenze e delle best-
practice bagaglio delle learning organization.
In conclusione
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 41
…abbiamo affrontato i seguenti temi:
• L’alessitimia (definizione, rilevazione)
• L’alessitimia collettiva
• L’alessitimia nel contesto aziendale
• Dal paradigma industriale alle learning organization
• L’intelligenza emotiva
• Teoria e pragmatica per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva
• I modelli organizzativi aziendali
che contrastano l’alessitimia collettiva
Ringraziamenti & Feedback
Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 42
Domande & Risposte…
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
https://www.linkedin.com/in/vittoriodorsi
prof.dorsi@gmail.com
Skype: prof.d.orsi
Per delucidazioni e chiarimenti consultare:
http://www.slideshare.net/VittorioDOrsi
«USCIRE DALLA CRISI. Capitale Umano e Capitale Sociale.
Il Modello delle Varianze Cooperative e l’Apprendimento Organizzativo»

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Alessitimia collettiva

  • 1. Dal riscontro del fenomeno sociale, anche in contesti aziendali, alla ricerca metodologica e pragmatica per la risoluzione del problema 20 APRILE 2016 A cura di Javier Fiz Perez e Gabriele Giorgi del Business@Health Laboratory con la partecipazione di Vittorio D’Orsi
  • 2. Il Business@Health Laboratory MISSION Il Laboratorio Business@Health dell’Università Europea di Roma nasce per definire, costruire e validare modelli di predizione dell’eccellenza organizzativa capaci di tenere in considerazione, a 360 gradi, la salute dei lavoratori. Al laboratorio afferiscono i Professori dell'Università Europea di Roma impegnati nel settore della Psicologia del lavoro e delle organizzazioni. Numerose sono le partnership con Università nazionali ed internazionali. Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 2 Prof. GABRIELE GIORGI Prof: JAVIER FIZ PEREZ
  • 3. Il Business@Health Laboratory Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 3 ATTIVITA’ SPECIFICHE • Analisi e sviluppo di modelli di business health; • Analisi e sviluppo di modelli di gestione delle • risorse umane orientati all’healthy business; • Safety climate assessment per la prevenzione degli infortuni; • Corporate social responsability e Business etichs; • Prevenzione, valutazione e gestione • dello stress lavoro correlato e dei rischi psicosociali; • Valutazione ed enrichment della performance • lavorativa; • Metodologie e tecniche statistiche a supporto dei sistemi HR; • Sperimentazione attraverso il supporto o l’attivazione di sportelli di servizio, orientamento e/o formazione all’interno di imprese o altre organizzazioni complesse per l’utilizzo di strumenti HR, • Job design e riduzione degli sprechi, • Talent assessment e management, • Testing psicologico, • Innovazione organizzativa, Imprenditorialità e sviluppo del potenziale.
  • 4. Il Business@Health Laboratory Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 4 IL TEAM: GABRIELE GIORGI Psicologo e Phd, ha studiato in università italiane, Università degli Studi di Firenze e Università degli Studi di Verona, ed in università straniere, Middlesex London University e Università di Bergen. Ha lavorato come research fellow presso la Tokyo Gakugey university e l’Università degli Studi di Firenze. Nel 2007 ha inoltre ricevuto un riconoscimento dall’AIP (Associazione italiana psicologia) e l’Ordine degli Psicologi per la sua tesi di dottorato. Ha partecipato a progetti di ricerca nazionale ed internazionale e ha ottenuto finanziamenti da importanti organismi come il Research Council of Norway e la Japan Society Promotion of Science. Dall’anno 2010 è Ricercatore e professore aggregato presso il settore scientifico disciplinare - M-PSI/06 – Psicologia del lavoro e delle organizzazioni, Università Europea di Roma. Negli anni ha condotto ricerche in primarie aziende nazionali ed internazionali ed ha svolto survey in vari paesi del mondo. E’ stato membro del Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Toscana ed academic counselor dell’ ISHRM (http://www.ishrm.net/en/index.jsp). E’ autore di numerose pubblicazioni a livello nazionale ed internazionale, in particolare ha pubblicato sul Journal of Managerial Psychology, su Psychology of Violence, sull’International Journal of workplace health management, sull’International Journal of Organizational analysis, su Industrial health, su Employee responsabilities and rights journal, su Science of the total environment e anche su riviste in lingua giapponese. Si occupa inoltre di costruzione di testing in ambito psicologico e di psicologia cross-culturale.
  • 5. Il Business@Health Laboratory Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 5 IL TEAM: JAVIER FIZ PEREZ Professore di Psicologia dello Sviluppo presso l’Università Europea di Roma, dove collabora anche come Delegato per lo Sviluppo della ricerca internazionale e Senior Research del laboratorio di Psicologia Applicata nel ambito del lavoro (Business and Health). Si è dedicato da anni all’ambito della Psico-Pedagogia portando avanti lo Sviluppo e il coordinamento internazionale di diversi programmi per la promozione della Formazione Integrale (CYWN). Psicologo e Psicoterapeuta (N° 16893 Regione Lazio) è anche Membro del Corpo Accademico dell'Accademia Tiberina (Reg. N° 20.145) essendo anche Consigliere del Senato Accademico (Reg. N.03/2015). Fa parte del Comitato Scientifico della Cattedra di Bioetica e diritti umani dell’UNESCO (APRA-UER Roma). E' Membro del Comitato Scientifico del Movimento Internazionale delle Scuole di Economia ed Etica e dell’Accademia Internazionale per lo Sviluppo Economico e Sociale (A.I.S.E.S.) di cui è stato Vicepresidente per la Spagna e l’America Latina. E' anche il Responsabile Scientifico dell'Istituto Europeo di Psicologia Positiva (IEPP. Madrid) essendo anche l'esperto in bioetica del Comitato Lazio 1 (Ambito sanità). Ha collaborato come Academic Visitor presso il Blackfriars Hall (University of Oxford), l‘Institute for the Psychological Sciencies (Washington D.C.) l'Università Francisco Vitoria (Madrid) e l'Università Anahuac (Messico D.F.). Ha collaborato anche presso il MIBAC (Beni Culturali -Dipartimento per le Pari Opportunità) come esperto per la creazione dello Sportello di Ascolto in collaborazione col MISE (Ministero per lo Sviluppo Economico). Dirige la collana Sviluppo Integrale da lui Fondata (Editore Persiani- Bologna) oltre ad essere membro di diversi comitati scientifici di riviste specializzate in psicologia come “Modelli per la mente”, “Il Minotauro”, “IF”, “El Psicologo Anahuac”, “Relections”, “Decom” e altri.
  • 6. Il Business@Health Laboratory Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 6 L’OSPITE DELL’EVENTO: VITTORIO D’ORSI SOCIOLOGO, Dottore in “Scienze della Formazione” ed in “Progettazione e Sviluppo degli Interventi Sociali e Educativi”, Master in Project Management ADFOR in partnership con la Cattolica di Milano, è stato docente di Information Technology per quattro anni presso la Facoltà di Scienze della Formazione della Università degli studi Guglielmo Marconi, dove ha coordinato le attività di counseling del Centro di Consulenza Motivazionale ed alcune iniziative del Centro per l’Innovazione, presentando due progetti all’esposizione universale di Shanghai. Con una esperienza più che ventennale come project manager di multinazionali, è attualmente Innovation Manager & Demand Manager e per un’Agenzia Pubblica, centrale di committenza nazionale. Figura poliedrica, si è occupato di settori eterogenei, dall’intelligenza artificiale alle telecomunicazioni satellitari, dall’area bancaria a quella assicurativa, al coordinamento sindacale. In parallelo alla sua esperienza manageriale è stato “Lecturer” presso diverse open university, mediatore civile, counsellor esistenziale e life coach. I suoi ultimi studi riguardano l’intelligence collettiva, oltre alla ricerca di nuovi modelli finalizzati a porre la tecnologia a servizio delle persone, per lo sviluppo di un nuovo umanesimo. E’ autore di diverse pubblicazioni, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo: •Cybernetic Learning Model & Network Learning – Il futuro dell’apprendimento (LaFeltrinelli, 2011); •Uscire dalla Crisi. Capitale Umano e Capitale Sociale: il Modello delle Varianze Cooperative e l’Apprendimento Organizzativo (LaFeltrinelli, 2013). Il CV completo è pubblico sul sito https://it.linkedin.com/in/vittoriodorsi
  • 7. L’alessitimia In generale, per alessitimia si intende la difficoltà di identificare, descrivere e comunicare le emozioni. Con maggiore precisione, dal punto di vista psicologico, l'alessitimia o alexitimia (dal greco “a- ” mancanza, “lexis” parola e “thymos” emozione: letteralmente «non avere le parole per le emozioni») è un disturbo della personalità che consiste in un deficit della consapevolezza emotiva palesato dall'incapacità di razionalizzare, percepire, riconoscere e descrivere verbalmente i propri e gli altrui stati emotivi. Viene attualmente considerato anche come un possibile deficit della funzione riflessiva del Sé. Include anche la povertà dei processi immaginativi, ovvero uno stile cognitivo orientato verso la realtà esterna e l’adattamento sociale di tipo conformistico. Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 7
  • 8. L’alessitimia Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 8 Sebbene il fenomeno stia assumendo solo ora una dimensione sociale, il concetto di alessitimia è stato studiato già a partire dagli inizi degli anni ’70. In particolare, il termine fu introdotto nel 1972 da Peter Emanuel Sifneos (professore emerito di psichiatria alla Harward Medical School), in seguito agli studi condotti in qualità di «visiting professor» presso la Clinica Psichiatrica Universitaria di Oslo, con il prof. John Nemiah. Successivamente alla pubblicazione dei suoi articoli, nel 1973 sono stati elaborati diversi modelli, quale ad esempio il TAS-20 del gruppo di Toronto (sotto la guida di Taylor), per la rilevazione del disturbo. L’ipotesi attuale dei ricercatori canadesi è che ci sia una elevata correlazione (comorbilità) tra l’alessitimia e le sindromi degli assi I e II del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders IV Text Revision (DSM-IV-TR), essendo tali patologie appartenenti ad un medesimo costrutto, che è quello relativo alla regolazione affettiva.
  • 9. …ma come si manifesta? Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 9 In sintesi, le tre caratteristiche fondamentali legate al disturbo sono: • la difficoltà nell'identificare i sentimenti; • la difficoltà nel descrivere i sentimenti altrui; • il pensiero orientato quasi solo all'esterno, e raramente verso i propri stessi processi endopsichici. Attraverso la Toronto Alexitimia Scale, basata su 20 domande (cfr. esempio) …e come si rileva?
  • 10. Disturbi correlati (*) Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 10 Alessitimia Disturbo Dipendente Della Personalità Dipendenza Dal Gioco Internet Addiction Disorder Dipendenza da Alcool & Sostanze Alessitimia e dipendenze patologiche: GIOVANNI MARTINOTTI, DANIELE STAVROS HATZIGIAKOUMIS, LUIGI JANIRI Istituto di Psichiatria e Psicologia, Università Cattolica del S. Cuore, Roma, 2010
  • 11. Disturbi correlati Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 11 Disturbo dipendente della personalità (cenni-sintomi) Asse II del DSM.IV TR, cluster C [eliminato nel DSM V, riportato in appendice] 1. ha difficoltà a prendere le decisioni quotidiane senza richiedere una eccessiva quantità di consigli e rassicurazioni; 2. ha bisogno che altri si assumano le responsabilità per la maggior parte dei settori della sua vita; 3. ha difficoltà ad esprimere disaccordo verso gli altri per il timore di perdere supporto o approvazione (nota: non include timori realistici di punizioni); 4. ha difficoltà ad iniziare progetti o a fare cose autonomamente (per una mancanza di fiducia nel proprio giudizio o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione o di energia); 5. può giungere a qualsiasi cosa pur di ottenere accudimento e supporto da altri, fino al punto di offrirsi per compiti spiacevoli; 6. si sente a disagio o indifeso quando è solo per timori esagerati di essere incapace di provvedere a se stesso; 7. quando termina una relazione stretta, ricerca urgentemente un’altra relazione come fonte di accudimento e di supporto; 8. si preoccupa in modo non realistico di essere lasciato a provvedere a se stesso.
  • 12. Disturbi correlati Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 12 Internet Addiction Disorder(cenni-sintomi) Ivan Goldberg, 1995. Studi dell’American Psychiatric Association, 2014. Mancando ancora una definizione chiara, si riportano le indicazioni della Presidenza del Consigno dei Ministri, Politiche antidroga, 2014:  Dipendenza dalle relazioni virtuali (Cyber-Relational Addiction), caratterizzata da un’eccessiva tendenza ad instaurare rapporti d’amicizia o amorosi con persone conosciute in rete principalmente via chat, forum o social networks. In tale condizione, le relazioni online diventano rapidamente più importanti dei rapporti nella realtà con la famiglia e con gli amici reali.  Sovraccarico cognitivo (Information Overload), caratterizzato da una ricerca ossessiva di informazioni sul web: gli individui trascorrono sempre maggiori quantità di tempo nella ricerca e nell’organizzazione dei dati in rete.  Gioco Offline (Computer Addiction), caratterizzato dalla tendenza al coinvolgimento eccessivo in giochi virtuali che non prevedono l’interazione tra più giocatori e non sono giocati in rete.  Gioco Online (Net Compulsion), nel quale si evidenziano coinvolgimento eccessivo e comportamenti compulsivi collegati a varie attività online quali il gioco d’azzardo, lo shopping compulsivo, i giochi di ruolo.  Dipendenza dal sesso virtuale (Cybersexual Addiction), chat per adulti…
  • 13. Disturbi correlati Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 13
  • 14. L’alessitimia collettiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 14 L'alessitimia collettiva è un fenomeno psicosociale riconducibile, individualmente, al disturbo psicologico dell’Alessitimia. La locuzione si riferisce al disturbo riscontrabile in una fascia specifica della popolazione, attraverso l'analisi del linguaggio e dei media, ovvero in un segmento specifico (cluster) di un gruppo sociale. In particolare, attraverso l‘analisi del contenuto del Web, si può riscontrare una correlazione fra l'utilizzo "intensivo" dei social media e l'alessitimia collettiva. L'alessitimia è infatti spesso caratterizzata dalla compresenza del disturbo dipendente della personalità. Nel caso specifico, dal punto di vista collettivo, la compresenza in questo caso si manifesta con la necessità compulsiva di controllare cosa riflette "la rete" in merito all'ultimo stato pubblicato. Il fenomeno della dipendenza ha assunto, già dal primo decennio degli anni 2000, una forte connotazione sociale; nel caso dell'alessitimia collettiva la dipendenza è specificatamente orientata ai social network. Essendo l'alessitimia collettiva un elemento fenomenologico attinente alla psicologia sociale, non è possibile adottare soltanto metodiche di tipo psicoterapeutico. Pur tuttavia, un approccio pedagogico orientato allo sviluppo dell'intelligenza emotiva, adottando opportuni modelli pedagogici, può costituire un primo contatto sia nell'analisi della manifestazione, sia nella composizione di possibili criteri finalizzati ad una riduzione del fenomeno, o quanto meno all'attenuazione del medesimo.
  • 15. L’alessitimia collettiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 15 Esiste una correlazione diretta fra l'alessitimia collettiva e la presenza pervasiva dei social network nella vita delle persone? Difficile da dimostrare, se non attraverso la ricerca sociale. Pur tuttavia, è possibile identificare fin da subito alcuni elementi caratteristici dell'alessitimia, in quanto fortemente presenti nella semantica delle comunicazioni social: dipendenza e passività, modi infantili di pensare, il ricorso all'imitazione, una coscienza morale estremamente rigida, aspirazioni elevate e irrealistiche ed un grado eccessivo di conformismo sociale. Per usare lo stesso linguaggio, sembra la scena di un reality show: rispondi alle domande di storia, oppure racconta le caratteristiche del romanzo storico manzoniano, mentre ti trovi comodamente avvolto in un mulinello d'acqua, aggrappato a sassi scivolosi mentre piove a dirotto. Racconta, sotto la grandine-se ci riesci- le emozioni che hai provato il primo giorno di scuola. L’IMPATTO DEI SOCIAL
  • 16. L’alessitimia collettiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 16 È quello che avviene a milioni di adolescenti, ma anche ai loro genitori, ciascuno avvolto da una nuvola, il proprio flusso costante di rumore di sottofondo costituito da immagini, frasi spezzate, titoli, musica, giochi, il tutto ai confini del reale, in cui vero e falso si stratificano solo come porzioni di dati, perdendo senso e.. VALORE. Perché dipendenza e passività, modi infantili di pensare, il ricorso all'imitazione, una coscienza morale estremamente rigida, aspirazioni elevate e irrealistiche ed un grado eccessivo di conformismo sociale hanno preso il sopravvento attraverso i social network? Semplice: perché sono più «facili e immediate», perché hanno un impatto più forte. Nella rincorsa ad un "mi piace" in più, il messaggio deve essere infantile, incisivo, moralista o anticonformista (creando così una nuova forma di conformismo). E questo fenomeno non è più solo adolescenziale, ma si può riscontrare anche negli adulti. Generazioni non più separate dal "generation gap", ma unificate dall'appiattimento di una comunicazione povera, incapaci di guardarsi negli occhi.
  • 17. L’alessitimia collettiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 17 Alcune delle caratteristiche cardine dell'alessitimia sono l'incapacità di produrre fantasie effettivamente raggiungibili (il pensiero creativo) con una connotazione del pensiero estremamente utilitaristico, preoccupato dei dettagli e non della visione d'insieme (cosa penseranno di me se viene postata questa foto?)... in poche parole, la perdita concreta dell'intelligenza emotiva (e in parte cognitiva). Analizzando il fenomeno da un punto di vista meramente linguistico, è importante ricordare che una parte consistente del pensiero, nel mondo occidentale, è costituito da parole (e non da ideogrammi). Se le parole sono poche, povere, poco più che infantili, la ricchezza di pensiero svanisce, e con essa i sentimenti... che diventano gretti, incomprensibili anche per chi li sta provando. Per chi pensa che non sia un problema: - Avete misurato il tempo che intercorre tra una visualizzazione e l’altra di whatsapp? - Chi si addormenta con un cellulare o un tablet in mano? - Quanto tempo in media, voi o i vostri figli, passate collegati nei social?
  • 18. L’alessitimia collettiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 18
  • 19. L’alessitimia nei gruppi Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 19 Le caratteristiche di povertà immaginativa, adesione alla realtà, preoccupazione per i minimi particolari e incapacità di produrre fantasie, sono state definite da diversi studiosi (in particolare da Marty nel 1963) quali «pensiero operatorio». Tali caratteristiche, calate nei contesti aziendali, hanno un effetto di «Taylorizzazione» delle attività, citando lo Scientific Management di Frederick W. Taylor del 1911 (American Society of Engineer). Forse, in una organizzazione industriale di tipo meccanicistico, caratteristica degli inizi del ‘900, con operai dedicati ad una sezione parcellizzata del lavoro ed il fenomeno del «fordismo», tale approccio individuale poteva costituire un valore economico per l’imprenditore industriale. Nella società della conoscenza, elemento fondante della terza rivoluzione industriale, il pensiero operatorio costituisce un forte danno per le imprese, e per gli individui che perdono la capacità di rinnovare le proprie COMPETENZE. Ciò ha dato luogo, insieme alla mancata formazione del personale, al fenomeno dei licenziamenti nella fascia di età dei 50 anni. IL CONTESTO AZIENDALE
  • 20. L’alessitimia nei gruppi Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 20 Le caratteristiche di povertà immaginativa, adesione alla realtà, preoccupazione per i minimi particolari e incapacità di produrre fantasie, sono state definite da diversi studiosi (in particolare da Marty nel 1963) quali «pensiero operatorio». Tali caratteristiche, calate nei contesti aziendali, hanno un effetto di «Taylorizzazione» delle attività, citando lo Scientific Management di Frederick W. Taylor del 1911 (American Society of Engineer). Forse, in una organizzazione industriale di tipo meccanicistico, caratteristica degli inizi del ‘900, con operai dedicati ad una sezione parcellizzata del lavoro ed il fenomeno del «fordismo», tale approccio individuale poteva costituire un valore economico per l’imprenditore industriale. IL CONTESTO AZIENDALE
  • 21. L’alessitimia nei gruppi: il trauma Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 21 L’IMPRESA NEL CONTESTO INDUSTRIALE DEL 1960-1980 IMPRESA (OBIETTIVI) MERCATO SETTORIALE COMPETIZIONE FORTE SPECIALIZZAZIONE DEL PERSONALE PROFITTO Come erano le organizzazioni aziendali del ‘900?
  • 22. L’organizzazione corrispondente Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 22 Il modello gerarchico - funzionale
  • 23. L’alessitimia nei gruppi: il trauma Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 23 L’IMPRESA NEL CONTESTO POST-INDUSTRIALE DEL TERZO MILLENNIO IMPRESA (VISIONE) MERCATO MONDIALE GLOBALE & NUOVI PARADIGMI PERSONALE CON COMPETENZE «OLISTICHE» STAKE HOLDER COMUNICAZIONE RISULTATI (BILANCIO SOCIALE)
  • 24. Nuove forme organizzative Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 24 Modello olografico Modello a Matrice
  • 25. Il paradigma dell’apprendimento Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 25 LE LEARNING ORGANIZATION
  • 26. Il paradigma dell’apprendimento Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 26 LE LEARNING ORGANIZATION
  • 27. Dal paradigma industriale alle learning organization Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 27
  • 28. L’intelligenza emotiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 28 L’intelligenza emotiva è, dal punto di vista strutturale e fenomenologico, diametralmente opposta dell’alessitimia. Si tratta, a tutti gli effetti, di quella forma di intelligenza non legata strettamente alle caratteristiche logiche tipiche del Quoziente Intellettivo, ma altrettanto importante nella evoluzione armonica della personalità: la capacità di riconoscere le proprie emozioni, i propri sentimenti e bisogni, di conciliarli con gli obiettivi a breve e a lungo termine e con i bisogni e i sentimenti delle altre persone coinvolte nel proprio percorso di vita. Al centro dell’intelligenza emotiva c’è l’empatia, e la relazione che quest’ultima ha con la propria motivazione. L'intelligenza emotiva è stata trattata la prima volta nel 1990 dai professori Peter Salovey (Presidente of Yale University) e John D. Mayer (University of Michigan).
  • 29. L’intelligenza emotiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 29 La definizione esatta fornita da Salovey, in “Emotional development and Emotional Intelligence: educational implications”, è: "L'intelligenza emotiva coinvolge l'abilità di percepire, valutare ed esprimere un'emozione; l'abilità di accedere ai sentimenti e/o crearli quando facilitano i pensieri; l'abilità di capire l'emozione e la conoscenza emotiva; l'abilità di regolare le emozioni per promuovere la crescita emotiva e intellettuale” Pur tuttavia, è grazie al lavoro di Goleman (1995 e successivi) che l’intelligenza emotiva ha trovato spazio anche nella cultura italiana (grazie alla traduzione in lingua italiana del 1977 di Emotional Intelligence) . Goleman individua proprio nell’empatia e nell’autocontrollo le due fondamentali competenze sociali che consentono di costruire una vita relazionale ricca ed emotivamente soddisfacente alla base del benessere psico-fisico della persona.
  • 30. L’Intelligenza emotiva Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 30 Le cinque caratteristiche fondamentali individuate da GOLEMAN per lo sviluppo dell'intelligenza emotiva, sono: • Consapevolezza di sé, la capacità di produrre risultati riconoscendo le proprie emozioni; • Dominio di sé, la capacità di utilizzare i propri sentimenti per un fine; • La capacità di individuare proprie motivazioni, scoprendo le ragioni profonde del sé che spingono all’azione; • L’empatia, ovvero la capacità di sentire gli altri entrando in sintonia mentale; • Abilità sociale, la capacità di stare insieme agli altri cercando di capire le dinamiche dei gruppi sociali.
  • 31. La motivazione Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 31
  • 32. L’empatia Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 32 Nelle scienze sociali, l'empatia rappresenta un atteggiamento verso gli altri caratterizzato da un impegno di comprensione dell'altro, escludendo ogni attitudine affettiva personale (simpatia, antipatia) e ogni giudizio morale (si pensi a «Pragmatica della comunicazione umana, di Paul Watzlawick. Lo studio dell’empatia ha abbracciato diverse discipline, dagli studi di Darwin sulle emozioni e sulla comunicazione mimica delle emozioni, sia gli studi recenti della neurologia sui neuroni specchio scoperti da Giacomo Rizzolatti, che confermano che l'empatia non nasce da uno sforzo intellettuale, è bensì parte del corredo genetico della specie. Nell'uso comune, empatia è l'attitudine a offrire la propria attenzione per un'altra persona, mettendo da parte le preoccupazioni e i pensieri personali. La qualità della relazione si basa sull'ascolto non valutativo e si concentra sulla comprensione dei sentimenti e bisogni fondamentali dell'altro.
  • 33. L’intelligenza emotiva si può imparare? Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 33 Riprendiamo il lavoro di Goleman ed iniziamo a parlare di COMPETENZA EMOTIVA. La competenza emotiva è "l'insieme di abilità pratiche (skills) necessarie per l'autoefficacia (self-efficacy) dell'individuo nelle transazioni sociali che suscitano emozioni (emotion-eliciting social transactions)". La competenza emotiva presuppone la presenza di conoscenza delle proprie e altrui emozioni e dell'abilità di comportamento intesa come la capacità di gestire e regolare le proprie emozioni per affrontare le diverse situazioni che si propongono. Sviluppare competenze emotive significa favorire scambi comunicativi, capacità di problem solving e stimolare il pensiero costruttivo. Lo sviluppo della competenza emotiva riguarda anche la regolazione delle proprie emozioni (strettamente legata anche al loro controllo) in cui l'individuo produce livelli ottimali e socialmente accettabili, di comportamento. È attraverso l'interazione con altri individui che si modella il comportamento emotivo ritenuto idoneo nei diversi contesti, ed è la socializzazione che stabilisce le norme entro le quali le emozioni si devono manifestare per essere considerate appropriate. Secondo Goleman la struttura della competenza emotiva è composta dalla competenza personale e la competenza sociale.
  • 34. L’intelligenza emotiva si può imparare? Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 34 Se l’obiettivo è quello di agire su livelli socialmente accettabili di comportamento, questo può essere appreso. Nel testo «Obiettivi e limiti dell’Educazione», Wolfgang Brezinka definisce: <<Con il nome di educazione si intendono quelle azioni, o quelle attività attraverso le quali gli uomini cercano di migliorare in ogni modo e durevolmente l’insieme delle disposizioni psichiche (la personalità) di altri uomini, cercando di preservare le disposizioni ritenute valide o di prevenire la formazione di quelle che vengono valutate negativamente>>. IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO
  • 35. L’intelligenza emotiva si può imparare? Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 35 Se volessimo introdurre un modello matematico dedotto dalla definizione appena data, otterremmo una “semplice” ma rappresentativa espressione ricorsiva: dU' = σ i Ae (dU) dove per dU (dU e dU') si intendono le disposizioni psichiche dell’uomo, per Ae si intende l’azione educativa e per i la intenzionalità dell’azione educativa. E’ importante sottolineare che l’intervallo (range) di valori di i oscilla fra 0 ed 1, ovvero la medesima azione può essere più o meno intenzionale (e comunque non per questo non avere degli effetti), sia nel caso della eteroeducazione che nel caso della autoeducazione. IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO
  • 36. L’intelligenza emotiva si può imparare? Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 36 Poiché abbiamo definito l’educazione come intenzionale, in corrispondenza del valore “0” non si ha una vera azione educativa. Ciò non significa che in assenza di intenzionalità non ci sia, ad esempio, percezione e memorizzazione: significa soltanto appunto che non si tratta di un’azione educativa. L’intenzionalità è fondamentale nella motivazione, di cui abbiamo già parlato. La variabile σ (sigma) rappresenta una variabile “universale”, o meglio ambientale: definiamo infatti universo l’ambiente esterno in cui avviene l’azione educativa. σ rappresenta quindi l’influenza dell’ambiente sull’azione educativa, e può rappresentare sia una amplificazione, sia una “distorsione” (in termini tecnici, secondo la teoria dei segnali, possiamo definire tali variazioni come “rumore”). L’assenza delle variabili σ ed i cambierebbe il senso del modello in quanto la certezza del risultato determinerebbe un addestramento, o comunque un condizionamento pavloviano. IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO
  • 37. L’intelligenza emotiva si può imparare? Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 37 IL MODELLO CIBERNETICO DELL’APPRENDIMENTO Se assumiamo che l’intelligenza emotiva si configura come una serie storica di disposizioni psichiche, caratterizzate dall’ascolto attivo, dall’empatia, dall’insight creativo, esistono una o più «azioni educative» che possono determinare l’intelligenza emotiva.
  • 38. Intelligenza emotiva nella cultura d’ impresa Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 38 La risposta non può che essere… «magari»!!!! Se lo sviluppo dell’intelligenza emotiva fosse già una componente dello sviluppo del personale aziendale, oggi non assisteremmo al fenomeno della dispersione delle competenze e alla conseguente perdita dei posti di lavoro. Attualizzando il concetto, Geoffrey Miller nel testo «The mating mind» riprende il punto di vista sociale: « l'empatia si sarebbe sviluppata perché mettersi nei panni dell'altro per sapere cosa pensa costituisce un importante fattore di sopravvivenza in un mondo in cui l'uomo è in continua competizione con gli altri uomini. » Nella società definita da Bauman della «Modernità Liquida», la mancanza di sviluppo delle competenze emotive porta all’isolamento, sia individuale, sia di gruppi sociali svantaggiati. …ma l’intelligenza emotiva è parte della cultura d’impresa?
  • 39. Intelligenza emotiva nella cultura d’ impresa Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 39 • competenze comunicative • competenze di leadership • competenze nella soluzione dei conflitti • competenze nella soluzione dei problemi • competenze nel prendere decisioni …quali sono le competenze emotive fondamentali per le learning organization?
  • 40. Intelligenza emotiva nella cultura d’ impresa Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 40 IL MODELLO DI NONAKA Anche le competenze emotive possono far parte delle conoscenze e delle best- practice bagaglio delle learning organization.
  • 41. In conclusione Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 41 …abbiamo affrontato i seguenti temi: • L’alessitimia (definizione, rilevazione) • L’alessitimia collettiva • L’alessitimia nel contesto aziendale • Dal paradigma industriale alle learning organization • L’intelligenza emotiva • Teoria e pragmatica per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva • I modelli organizzativi aziendali che contrastano l’alessitimia collettiva
  • 42. Ringraziamenti & Feedback Alessitimia Collettiva vs Intelligenza Emotiva – Vittorio D’Orsi 42 Domande & Risposte… GRAZIE PER L’ATTENZIONE https://www.linkedin.com/in/vittoriodorsi prof.dorsi@gmail.com Skype: prof.d.orsi Per delucidazioni e chiarimenti consultare: http://www.slideshare.net/VittorioDOrsi «USCIRE DALLA CRISI. Capitale Umano e Capitale Sociale. Il Modello delle Varianze Cooperative e l’Apprendimento Organizzativo»