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D&O Banche e altri disastri
1. Si è moltoparlatoultimamentedellacrisi di alcune banche italiane.
E’ un po’difficilericostruiredallenotizie dei mediacome sianoandate veramente le cose.
Prevalgononei notiziari gli aspetti di colore : le intervisteai poveri vecchiettigabbati dabanchieri
senzascrupoli e i lugubri cortei di obbligazionisti mobilitati controil governo, l’Europa,e in
particolare i tedeschi,e chi piùne ha piùne metta.
Ho cercato di ricostruire condifficoltàche cosaè successo:che cosa accomunabanche di regioni e
dimensioni diverse nellamedesimatriste vicenda.
Il carattere quasi vitaliziodelle cariche sociali piùimportanti:20o 30 anni dellostessouomo
allaguidadelle stessabanca.
L’assenzadi contraddittorionei verbali dei consiglidi amministrazione e nelle relazioni dei
collegi sindacali:sonotutti sempre d’accordosututto.
Una gestione autocraticae feudale del managementdove adecidere è unuomosoloe le
cariche vengonoassegnate senzacriteri meritocratici trai fedelissimidel sovrano.
La presenzadi unacategoriaprivilegiatadi clienti,spessolegataal potere politico e che
talvoltaricopre cariche sociali nellabancamedesima, acui viene accordatoil creditosempre
e comunque, inassenzadi valutazioni di merito.
L’incentivazionedel conflittodi interesse:dove i debitori dellabancavengonoinvitati a
sottoscrivere azionidellostessoistituto.Spessoconunfinanziamentobancario
direttamente finalizzatoall’acquistodelle azionimedesime.
L’assenzaquasi assolutadi controlli che intervengonoinritardoe conscarsa incisività
irrogandotuttalpiù blande sanzioni pecuniarie adannotra l’altrodei piccoli azionisti.
La determinazione del valore delleazioni dellesocietànonquotate affidataaperiti di parte
inassenzadi criteri oggettivi (adesempioil confrontoconil valore delle banche quotate)
Tentativi di espansione ingiustificataconacquisizioni prive di due diligence adeguatee
sistematicasopravvalutazione delvalore di quantoacquisito.
Si tratta insintesi di sodalizzi di notabili di paese odi provinciadove il piccoloindustriale, il
notaio, il farmacista,il politicantelocalesi dividonolatortadei risparmi e del consenso dellaloro
zona di influenzainbase adaccordi amichevoli e adunsistemadi privilegi consolidato:inaltre
parole unasorta di capitalismodi relazione.
L’aspettopiùdeprecabile è latruffanei confronti dazionisti e dei sottoscrittori di obbligazioni
subordinate.
Il reato di truffaè unodei piùinteressanti delcodice penale e dei menodenunciatiperché la
vittimaè spessoinqualche modoconnivente conl’autore dellatruffa.Inaltre parole,il truffato
si aspettadi cogliere un’occasione e di approfittare di unvantaggioperconseguire unprofitto
che incircostanze normali nonsarebbe statorealizzabile.
Con ogni probabilitàle vittime inquestocasosonostate mal consigliate daimpiegatidi banca
che ritenevanoamici e che inquantotali gli hannoprospettatodegli investimenti
apparentemente vantaggiosi maadaltorischio “soloperché sei tu”.
Nel casodei banchieri truffatori e dei clienti truffati staallabase lastessacultura:perché
studiare e analizzare operazioni complesse e rischiosequandobastafidarsi degli amici?
Studiare e capire dalle nostre parti nonè consideratodi grande aiuto.
2. Se lo Statoha delle colpe questesonolascarsa incisivitàdei controlli e lamancanzadi
un’educazionefinanziariache dovrebbe esseremateriadi studionelle scuole dell’obbligo.
Dettoquestononsi vede perché lacollettivitàdebbafarsi caricodel salvataggiodi questi istituti
anche considerando che malgradoi numerosi scandali finanziari accaduti nel nostropaese le
azioni di responsabilitàcontrogli amministratori si contanosulladitadi unamano?