Pubblicato nella gazzetta ufficiale il decreto 91 2014
1. Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale 144 del 25 giugno l’ultima “Renzaggine”
“La fretta è cattiva consigliera”, recita un noto adagio che, fin da piccoli, tutti siamo stati esortati a
seguire. Evidentemente, però, i genitori del Matteo nazionale hanno omesso di includere tale
raccomandazione nel loro metodo pedagogico.
Non contento, infatti, dei lapalissiani errori commessi allorché – tronfio e pacioso – ha emanato in
fretta e furia il recente “Decreto Lavoro” 34/2014 (che ha causato notevoli problemi applicativi e
inevitabili modifiche all’atto della sua conversione definitiva in legge), il nostro auto-proclamato
primo ministro ci è ricascato un paio di mesi dopo con il “Decreto Competitività” 91/2014, in
vigore dallo scorso 25 giugno, salvo – anche qui – variazioni che, inevitabilmente, arriveranno in
sede di conversione.
Mi limiterò, in questa sede, solo a prendere in considerazione i danni inenarrabili che causerà
quell’ultimo comma dell’art. 20 (chiaramente aggiunto di straforo con qualche colpo di mano
dell’ultima ora, posto che non esisteva nelle precedenti bozze della norma), il quale testualmente
recita:
“All'articolo 2477 del codice civile il secondo comma è abrogato; nel terzo comma la parola:
‘altresì’ è soppressa e nel sesto comma le parole: ‘secondo e’ sono soppresse.
In pratica, in base a tale previsione, tutte le SRL che hanno un Collegio Sindacale e/o un Revisore
Unico, resi obbligatori esclusivamente dall’entità del loro capitale sociale, ne sono
improvvisamente esentate.
Capisco che, ora, le critiche pioveranno copiose sulla base del fatto che, essendo dottore
commercialista, tendo a difendere il mio “orticello”.
Orbene, sarebbe fin troppo facile rispondere che:
1. La difesa della categoria spetta (e non solo istituzionalmente) al Consiglio Nazionale e alle
varie associazioni sindacali della stessa (Ved: Unione Giovani, UNAGRACO, AIDC etc., etc.),
non certo al singolo iscritto; a proposito: dove vi siete nascosti? Capisco che siete tutti
impegnati nelle trattative delle liste per l’elezione al Consiglio Nazionale, però, se non vi
fate sentire in situazioni come queste, poi, con quale faccia di “bronzo” pretendete di
andare a chiedere il voto agli iscritti?
2. La norma dimostra tutta la sua retorica populistica e propagandistica (oserei dire, una bella
e sonora presa in giro, stile modello TASI di analoga matrice), laddove si vadano a verificare
i costi che effettivamente le imprese andranno a risparmiare, a fronte dell’enorme pericolo
economico pubblico (è bene ricordare che i Revisori sono organo di garanzia esterno, terzo
rispetto alla proprietà) causato dall’assoluta mancanza di un loro controllo, specie in una
situazione gravissima come quell’attuale; se davvero si volesse dare “ossigeno” alle aziende
o alle tanto reclamizzate start up, sarebbe sufficiente detassarne gli utili per un paio d’anni;
così come se davvero si volesse aiutare l’occupazione, basterebbe sgravare degli oneri
contributivi e previdenziali tutti i nuovi assunti per un identico periodo; ma queste
2. sarebbero disposizioni concrete (non prese per i fondelli); e le cose concrete costano; e se
si vogliono trovare i soldi per coprire tali costi, occorre prima di tutto tagliare, seriamente e
drasticamente, i costi della politica; e questo tipo di “orecchie” sono state tutte
improvvisamente colpite da un’ipoacusia endemica.
3. In ogni caso, non è che si diminuiscono i costi del popolo delle famiglie legate alle imprese,
facendone sopportare il peso, anziché allo Stato (come sarebbe doveroso), al popolo delle
famiglie legate alle centinaia di migliaia di professionisti; neanche il più mentecatto degli
imbroglioni da strada, farebbe un gioco delle tre carte così sfacciato. Posto che chi detiene
tali piccoli incarichi in seno alle SRL non è certo il mega studio di altissimo grido, i
commercialisti non sono così idioti da cascare nel tranello (degno di un beota frenastenico,
quale diuturnamente dimostra essere chi governa) di mettersi in contrapposizione con le
imprese: consulenti e aziende sono sempre stati e sempre saranno sulla stessa barca… pur
se in procinto di affondare.
Ma, come premesso, queste (e ce ne sarebbero di molte altre) sono armi di difesa fin troppo facili
che non mi competono. Ciò che, viceversa, in qualità di tecnico mi compete eccome, è
rappresentare gli errori materiali della normativa. E questo è oggettivo; non si tratta di una
questione politica di pura convenienza.
Mi limito a esporre i due più eclatanti.
I) Il “Decreto Competitività” – dice quel gran “genio” del suo ideatore – serve per
semplificare e favorire la costituzione di nuove SPA, attualmente assai poche rispetto al
resto dell’UE. Ecco, allora, che, per raggiungere questo obiettivo, viene abbassato il
limite minimo del capitale sociale da 120.000 euro a 50.000 euro; senonché, le SPA
hanno l’obbligo di avere, sempre e comunque, l’organo di controllo (Collegio Sindacale
– Revisore); contestualmente, si elimina qualunque limite di capitale sociale per le SRL;
e cosa comporta questo? Beh, non c’è bisogno di essere commercialista per capirlo:
una SPA con 50.000 euro di capitale deve avere l’organo di controllo; una SRL con
anche 5.000.000 di euro di capitale non ha alcun bisogno di avere l’organo di controllo.
Domandina facile, facile: secondo voi, è questo un modo per invogliare a costituire una
SPA (che mi comporta un costo ulteriore – oltre a tutto il resto – anche per il Collegio
Sindacale), al posto di una SRL (che anche essendo costretta – per qualsivoglia altro
motivo – ad avere un capitale sociale ben più elevato, non mi farà spendere dei soldi
per un Collegio Sindacale, né soprattutto mi obbligherà a essere controllato da qualche
professionista esterno)?
II) Seduto a scranna, con la veduta corta d’una spanna (come direbbe il Sommo Poeta),
questo… scusate, ho finito gli aggettivi… si preoccupa, dopo aver scritto che è abrogato
il secondo comma dell’art. 2477, di evitare incongruenze nel dettato letterale della
disposizione, specificando che “nel terzo comma la parola: ‘altresì’ è soppressa e nel
sesto comma le parole: ‘secondo e’ sono soppresse”. Se, però, si fosse affidato a
qualcuno che conosce tutti gli articoli del Codice Civile, e non soltanto quello che vuole
modificare (o, perlomeno, si fosse comprato un codice commentato con gli
3. indispensabili riferimenti), avrebbe saputo che quel miserevole 2° comma, dell’art.
2477, è richiamato pure da altre disposizioni, quale – a esempio – l’art. 2543, che parla
dell’organo di controllo in seno alle cooperative e che recita, al primo comma:
“La nomina del collegio sindacale è obbligatoria nei casi previsti dal secondo e terzo
comma dell'articolo 2477”. Peccato che, per effetto del decretone Competitività, ora il
secondo comma corrisponda a quello che prima era il terzo, e il terzo a quello che era il
quarto. Ops! E adesso? Qualcuno potrebbe essere portato a pensare che, per analogia,
quanto previsto per le SRL non può che intendersi applicabile, sic et simpliciter, alle
cooperative. Purtroppo, però, le cose non sono così semplici, considerato che un
malaugurato art. 2519 dello stesso bistrattato Codice Civile, al primo comma, afferma:
“Alle società cooperative, per quanto non previsto dal presente titolo, si applicano in
quanto compatibili le disposizioni sulla società per azioni” (non quelle sulle SRL). Ri-ops!
Sembrerebbe potersi affermare che, laddove la fattispecie richiamata è quella relativa
alle SRL, quanto meno in tale ipotesi, ci si debba riferire alla normativa sulle SRL e non a
quella sulle SPA. Già: sembrerebbe… parrebbe… potrebbe… si parla sempre al
condizionale. A mio modesto avviso, però, prendere una decisione che può comportare
danni di migliaia di euro, sulla base del “condizionale”, non è, quanto meno, per nulla
professionale; ma, vieppiù, non è giusto che ciò accada solo per la manifesta incapacità
e immaturità di chi governa un Paese di oltre 50 milioni di abitanti.
A questo punto, potrei ancora parlare – per esempio – dei problemi interpretativi causati dalla
norma in esame con riferimento alle situazioni esistenti, sulle quali si guarda bene dal fornire
qualunque indicazione; ma reputo sia già stato “eroico” chiunque è arrivato a leggere fino a qui.
Ergo, mi fermo e mi limito ad augurare a tutti: buon week-end!