3. FILATURA IN VALDILANA - ITALY
ZEGNA BARUFFA LANE BORGOSESIA S.p.A.
There are stories that only happen in Italy
Ci sono storie
che accadono
solo in Italia
®
4. C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
MILANO UNICA
33^ EDIZIONE
martedì 6 e mercoledì 7 luglio 2021
a Fiera Milano Rho
—
Collezioni tessili e accessori
per abbigliamento
Autunno/Inverno 2022/23
—
milanounica.it
Ministero degli Affari Esteri
e della Cooperazione Internazionale
aderente a
12. Material holders with multiple spindles
are loaded in the machines like in the
traditional system.
Spindles extraction from dye machines carriers
and direct loading into hydro-extractor. Faster
loading and no bobbins touch by operators.
Spindles extraction from the centrifuge and
loading onto the dryer carrier. Material remains
on spindles until end of the drying cycle.
PHASE 1 PHASE 3
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www.cubotex.it
The new solution for small and medium dye-lots.
❚ 30% Handling reduction.
❚ The operators only touch dry material. There is no one-by-one bobbin handling.
❚ Process control on all machines with pump flow measurement
and total repeatibility between different size machines.
❚ Modular lots with high flexibility.
❚ Special extractable spindles suitable for centrifugation.
❚ 2 complete turn-key projects commissioned in 2020 in Italy.
courtesy of
PHASE 2
RVS
A new concept
in package dyeing
Labor saving and quality improvement
15. THINKING AHEAD FOR SUSTAINABLE SOLUTIONS
COMPETENZA IN TESSUTI TECNICI
La nostra
gamma di prodotti
Impianti di allargatura
Asciugatoi ad aria passante
Asciugatoi a tappeto
Rameuse ad alta temperatura
Asciugatoi verticali
Impianti di finissaggio
Asciugatoi universali
Asciugatoi Twin Therm
Impianti di thermobonding
Linee di spalmatura
adatti per
Tessuti in fibra di vetro
Rivestimenti leggeri
Teloni
Tannelli pubblicitari
Ecopelle
Rivestimenti per pavimenti
Erba artificiale
Nonwovens
Tessuti tridimensionali
Membrane
Sacconaghi-Monaco Srl
Via San Gregorio, 12
I-20124 Milano
Tel.: 0039 02 29 51 31 33
Fax: 0039 02 29 40 94 66
e-Mail: nadia@sacconaghi.it
A. Monforts Textilmaschinen GmbH Co. KG
Germany | A Member of CHTC Fong’s Group
www.monforts.com
MB 78
16.
17. AHEAD OF PROGRESS
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gamma di prodotti
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Asciugatoi universali
Asciugatoi Twin Therm
Impianti di thermobonding
Linee di spalmatura
Competenza nei
tessuti tecnici
Adatti per
Tessuti in fibra vetro
Oscuranti
Teloni
Tabelloni
Pelle artificiale
Rivestimenti per pavimenti
Erba artificiale
Nonwovens
Tessuti tridimensionali
Membrane
Sacconaghi-Monaco Srl
Via San Gregorio, 12
I-20124 Milano
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18. REDKROME
Apparecchio
da laboratorio a raggi
infrarossi per la tintura
di qualsiasi fibra.
AUTOSIMPLEX
In un’unica soluzione
racchiude tre macchinari,
ricreando un intero
laboratorio di tintoria:
preparatore automatico
delle soluzioni, sistema
di dosaggio, macchina
per la tintura con carico
e scarico automatico.
Famiglia “SP”
Apparecchi di tintura ad alta
temperatura e alta pressione
(max. 140°C - 6 bar) funzionanti
con sistema a cuscino d’aria o
per troppo pieno, a costruzione
modulare da 1 a 8 autoclavi,
indipendenti o accoppiabili,
con capacità variabili a richiesta
del cliente (minimo 100gr -
massimo 10 kg). Riscaldamento
elettrico, a vapore o doppio.
Porta materiale per la tintura di
rocche, tessuto, nastri, fiocco,
matasse ecc. Le macchine
modello SP sono progettate per
eccellere sia nella produzione di
piccole cotte, che per ottenere
la perfetta riproducibilità dal
laboratorio alla produzione,
minimizzando la necessità di
ripresa della tintura o correzione
della ricetta, e ottenere quindi il
la tonalità di colore ricercata.
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IN ITALIA – E NE SIAMO FIERI IN QUANTO AZIENDA
COMPLETAMENTE ITALIANA DALLA PROGETTA-
ZIONE ALL’INSTALLAZIONE FINALE – CHE STANNO
SCEGLIENDO UGOLINI PER I LORO LABORATORI E
LE LORO PRODUZIONI FLESSIBILI.
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NEL SERVIZIO, NELL’ASSISTENZA E NEL COGLIERE
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tramite la collaborazione
Essere parte della più grande fiera mondiale della
tecnologia tessile e dell’abbigliamento. Insieme
plasmeremo il futuro del tessile e guideremo il
cambiamento sostenibile nel nostro mondo.
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TRASFORMARE
IL MONDO
DEL TESSILE
GIUGNO 2023
MILANO.ITALIA
24. MB 22
ai come oggi si parla di sostenibilità
ambientale e transizione ecologica.
Forse perché ci sono in ballo svariati
miliardi che il Recovery Plan metterà
a disposizione dei progetti più virtuosi
in questo settore.
Eppure c’è qualcuno che può vantare credenziali in
regola da tempi non sospetti in questo campo. Sono le
aziende tessili, una volta considerate tra le più inqui-
nanti e impattanti sull’ambiente, che dalla fine del se-
colo scorso hanno però saputo trasformare questa loro
immagine negativa in un vantaggio competitivo, garan-
tendo la salubrità dell’aria e dell’acqua intorno ai loro
stabilimenti e l’utilizzo di sostanze sempre meno peri-
colose per la salute.
Un’etica dell’impresa che non si è fermata solo agli
aspetti ecologici, ma che ha spinto le nostre imprese a
intraprendere una lunga battaglia anche contro lo sfrut-
tamento del lavoro minorile, gli ambienti di produzione
malsani e la sicurezza degli operai. Per non parlare, se
si vuole citare la transizione digitale, altra caratteristi-
ca fondamentale del grande piano europeo post Covid,
delle innovazioni tecnologiche che da circa 40 anni pon-
gono le aziende del tessile-abbigliamento-moda ai verti-
ci dell’automazione del lavoro e dei processi produttivi
evoluti e innovativi a livello mondiale, in stretto raccor-
do con le imprese del sistema meccano-tessile.
C’è però un problema: tutto questo lavoro e questa
evoluzione costante non sono riuscite a cambiare oltre
una certa misura l’immagine di quelle fabbriche conside-
rate (a torto) ancora oggi come le vecchie filande dei pri-
mi del ’900. Colpa di una comunicazione che non sempre
è stata in cima alle esigenze di comunicazione di questo
sistema produttivo, ma che oggi è diventato invece indi-
oday more than ever before there
is so much talk about environmental
sustainability and ecological transition.
Perhaps because there are billions at stake
that the Recovery Plan will make available
to the most worthy projects in this field.
Yet there is someone who can boast of credentials that have
been in order since the old good days in this field. We are talk-
ing of textile companies, once considered to have the highest
impact harmful to the environment, which since the end of the
last century have been able to transform their negative image
into a competitive advantage, ensuring air and water healthi-
ness around their plants and the use of substances that are less
dangerous to health.
A business ethic that has not limited to ecological aspects
alone, but has led our companies to wage a long battle against
the exploitation of child labour, unhealthy production envi-
ronments and worker safety.
Not to mention, if we want to speak of digital transition
that is another fundamental feature of the great post-Covid
European plan, the technological innovations that for around
40 years have placed textile-clothing-fashion companies at the
forefront of work automation and advanced, innovative pro-
duction processes at world level, in close collaboration with
the businesses in the textile machinery system.
However, there is a problem: all this work and constant
evolution have failed to change the image of the factories still
considered (wrongly) as the old spinning mills of the early
1900s.
This is due to a type of communication that has not always
been at the top of the agenda for this production system, but
T
La sostenibilità misconosciuta
delle imprese dell’eccellenza totale
The unacknowledged sustainability
of Company of total excellence
Di/by Paola Greggio
M
25. MB 23
today is instead essential for communicating to world markets
an added value, which could play a decisive role in competing
with companies in developing Countries and with those of the
Chinese giant.
Quality goes far beyond the excellence
of a product and, as entrepreneurs
who have become true “gurus”
of ethical and social enterprise teach
us, it must necessarily involve the factory,
its processes, its people and
the surrounding community.
This is well known in the textile districts, which still count
today despite the repeated cyclical world crises, but which
sometimes struggle to emerge from the legitimate pride of this
category of entrepreneurs.
The change in communication,
which can inform the world that
we are dealing with an industrial
phenomenon that has been successfully
engaged on these fronts for decades,
can no longer be postponed.
spensabile per comunicare ai mercati mondiali un valore
aggiunto che potrebbe giocare un ruolo decisivo nella
competizione con le imprese dei Paesi in via di sviluppo
e con quelle del gigante cinese.
La qualità va oltre l’eccellenza
di un prodotto e, come insegnano
imprenditori diventati veri e propri
“guru” dell’impresa etica e sociale,
deve necessariamente investire
la fabbrica, i suoi processi, la sua gente
e la comunità circostante.
Cose note nei distretti del tessile, che conta ancor oggi,
nonostante le ripetute crisi cicliche mondiali, ma che a
volte fa fatica a uscire dal guscio del legittimo orgoglio
di questa categoria di imprenditori.
La svolta comunicativa, attraverso
la quale è possibile informare il mondo
che siamo di fronte a un fenomeno
industriale che da decenni è impegnato
su questi fronti con successo, non
è più rinviabile.
26. MB 24
Kem Color, da oltre trent’anni
modello di innovazione sostenibile
Kem Color, a model of sustainable innovation
for over 30 years
Foto/Photo courtesy Kem Color
ettimo Torinese: energia proveniente
da fonti rinnovabili, circular economy
e continui investimenti nella ricerca.
Da oltre trent’anni la Kem Color S.p.A. punta su
sostenibilità e innovazione. Sin dal 1989, anno della
sua fondazione, l’azienda con sede in via Della Cebro-
sa 58 a Settimo Torinese porta avanti la filosofia del
minimizzare l’impatto ambientale dei prodotti chimici
nei settori tessile, cartario e conciario, da sempre con-
siderate dall’opinione pubblica tra le più inquinanti.
L’obiettivo è quello di dialogare col settore della moda
e della produzione industriale per avere il più basso
impatto ambientale, tutelando al tempo stesso anche
la salute dell’uomo.
«La Kem Color – interviene il fondatore
Antonio Di Cesare – promuove da
sempre un modello di sviluppo sostenibile
e dei processi produttivi sicuri ed
ecocompatibili a tutela delle persone e
dell’ambiente. Ogni anno l’azienda vara
nuovi progetti con l’obiettivo di ridurre
al minimo l’impatto ambientale e ad
ottimizzare il consumo delle risorse».
L’impegno della Kem Color S.p.A. a salvaguardia
dell’ambiente si affianca da sempre all’attenzione per
la qualità, infatti nel 1995 consegue la certificazione di
sistema qualità UNI EN ISO 9001:2015, la certificazio-
ne internazionale per i sistemi di gestione per la qualità
pubblicata dalla ISO, acronimo di International Organi-
zation for Standardization.
S
ettimo Torinese: energy from renewable
sources, circular economy and constant
investment in research.
For over thirty years Kem Color S.p.A. has been focusing
on sustainability and innovation. Since 1989, the year of its
foundation, the company based in via Della Cebrosa 58 in
Settimo Torinese, has been pursuing the philosophy of mini-
mizing the environmental impact of chemicals in the textile,
paper and tanning sectors, which have always been consid-
ered by the public to be among the most polluting substances.
The aim is to dialogue and collaborate with the fashion and
industrial production industry to obtain the lowest environ-
mental impact while protecting human health.
S
27. MB 25
«Il primo obiettivo di Kem Color è stato selezionare
prodotti d’alta qualità per poter raggiungere posizioni
di mercato sempre più rilevanti – prosegue il fondatore
– in un mercato altamente competitivo. L’assidua prio-
rità attribuita dalla Direzione alle capacità innovative
volte a migliorare la qualità e il servizio dell’Azienda,
ha permesso a Kem Color di consolidare la propria
presenza nella fascia medio-alta del mercato italiano,
nonché un’espansione commerciale in paesi stranieri
dell’area mediterranea e non solo. La nostra è una real-
tà internazionale».
Lungo il percorso della Kem Color S.p.A. volto alla
sostenibilità si inserisce anche l’installazione nella sede
aziendale di un impianto fotovoltaico dotato di pan-
nelli solari che le permettono di produrre a costo zero,
riducendo sensibilmente il consumo di energie prove-
nienti da fonti non rinnovabili. Il complesso si trova su
un’area di circa 20.000 mq. Appositamente strutturato
e organizzato per affrontare tutte le diverse prove e
controlli, verifiche sui diversi materiali con l’utilizzo di
strumenti più avanzati del settore, il laboratorio della
Kem Color è pronto a soddisfare le richieste dei clienti
sia per quanto riguarda la tintura che il finissaggio delle
fibre tessili tradizionali e non.
«Kem Color – says the founder,
Antonio Di Cesare – has always
promoted the implementation of a model
of sustainable development and safe,
eco-friendly production processes to ensure
protection of people and the environment.
Every year the company launches new projects
aimed at reducing environmental impact and
optimising resource consumption».
The commitment of Kem Color S.p.A. to protecting the en-
vironment has always gone hand in hand with attention to
quality. In 1995 it obtained UNI EN ISO 9001:2015 quality
system certification, the International certification for quality
management systems published by ISO, International Orga-
nization for Standardization.
«Kem Color’s first objective was to select high quality prod-
ucts in order to reach increasingly important positions in a high-
Gli esterni della sede della Kem Color S.p.A. di via Della Cebrosa 58 a Settimo Torinese.
The exterior of Kem Color S.p.A.’s Headquarters in via Della Cebrosa 58, Settimo
Torinese.
28. MB 26
Nel 2019, l’azienda di Settimo Torinese abbraccia il
programma ZDHC (Zero Discharge of Hazardous Che-
micals), promosso dall’associazione no profit con sede
ad Amsterdam e che porta lo stesso nome, che ha lo sco-
po di tutelare la salute e l’ambiente dei consumatori, dei
lavoratori e del territorio grazie ad un sistema di gestio-
ne delle sostanze chimiche all’interno dell’intera filiera
delle aziende del settore tessile e della moda.
L’anno successivo la Kem Color ha ottenuto l’aggior-
namento dell’attestato alla versione 2020 del GOTS (Glo-
bal Organic Textile Standard). Il GOTS è la certificazione
di prodotto per la produzione sostenibile di indumenti
e prodotti tessili realizzati con fibre naturali dell’agricol-
tura biologica. Nello stesso anno l’azienda è diventata
anche bluesign® system partner,per la certificazione di
processi, materiali e prodotti chimici della filiera tessile
rispettosi del pianeta e della salute dell’uomo. La lista
prodotti certificati è in continuo aumento e in poco meno
di un anno la Kem Color ha già certificato più di cento
prodotti. Recentemente ha inoltre lanciato anche “Butter-
fly Effect”, una selezione di prodotti dedicati al tinto in
Sopra: Antonio Di Cesare, fondatore della Kem Color S.p.A.
A fianco: un tecnico al lavoro nel Laboratorio Effetti - Ricerca Sviluppo.
Top: Antonio Di Cesare, founder of Kem Color S.p.A.
Right: a technician at work in the Effects - Research Development Laboratory.
29. MB 27
ly competitive market - continues the founder - The determined
priority given by the management to innovative skills aimed at
improving the company’s quality and service, has allowed Kem
Color to consolidate its presence in the medium-high end of the
Italian market, and to expand to foreign countries in the Medi-
terranean and other areas. Ours is an international business».
Kem Color S.p.A.’s path towards sustainability also includes
the installation of a photovoltaic system at the company’s Head-
quarters, equipped with solar panels for energy production at
zero costs, significantly reducing the consumption of energy
from non-renewable sources. The plant is located on an area of
approx. 20,000 square metres. Kem Color’s laboratory, special-
ly structured and organised to manage the several tests, checks
and verifications carried out on the various materials with the
use of the most advanced instruments available in the sector, is
ready to meet customers’ requirements both as regards dyeing
and finishing of traditional and non-traditional textile fibres.
In 2019, the company from Settimo Torinese adopted the
ZDHC programme (Zero Discharge of Hazardous Chemi-
cals), promoted by the Amsterdam-based non-profit associa-
tion bearing the same name, whose aim is to protect the health
In alto: gli uffici amministrativi della Kem Color S.p.A. (immagine di repertorio).
A fianco: l’area logistica dell’azienda di Settimo Torinese.
Top: Kem Color S.p.A.’s administrative offices (archive image).
Left: the logistics area of the company in Settimo Torinese.
31. MB 29
and environment of consumers, workers and the territory
through a chemical management system within the entire
supply chain of companies in the textile and fashion industry.
The following year, Kem Color upgraded its certification to
the 2020 version of GOTS (Global Organic Textile Standard).
GOTS is the product certification for a sustainable production
of garments and textile products made of natural fibres from
organic farming. In the same year the company also became
a bluesign® system partner for the certification of processes,
materials and chemicals in the textile chain that respect the
planet and human health. The list of certified products is con-
stantly growing and in a little less than a year Kem Color
has more than a hundred products already certified. Recent-
ly, it has launched “Butterfly Effect”, a selection of products
dedicated to garment-dyed and denim items, an innovative
approach to chemistry to make it sustainable and environmen-
tally friendly, compatible with the needs of textile production.
«Kem Color S.p.A.’s philosophy – emphasises Di Cesare
– is to provide the best customer service and to contribute
to safeguarding the planet and its resources. This commit-
ment becomes particularly important in a historical period
like the one we are living in, where these issues are constantly
being discussed. Kem Color S.p.A. has never shied away –
concludes Di Cesare – and for thirty-two years has placed
sustainability at the heart of its development strategies».
capo e al denim, un innovativo approccio alla chimica per
renderla sostenibile ed amica dell’ambiente, in compati-
bilità con le esigenze della produzione del capo tessile.
«La filosofia della Kem Color S.p.A. – ribadisce Di Ce-
sare – è quella di dare il miglior servizio al cliente e il
proprio contributo alla salvaguardia del pianeta e e delle
proprie risorse. Un impegno che assume una particolare
importanza in un periodo storico come quello in cui stia-
mo vivendo dove si parla continuamente di questi temi.
Kem Color S.p.A. non si è mai tirata indietro – conclude
Di Cesare – e da ormai trentadue anni pone la sostenibi-
lità al centro delle proprie strategie di sviluppo».
In queste pagine: scorci dei laboratori tecnici della Kem Color S.p.A.
In these pages: views of the technical laboratories of Kem Color S.p.A.
32. MB 30
Octium Group
La tradizione incontra l’innovazione
Octium Group
Where tradition embraces innovation
Di/by Paola Greggio
Gruppo Octium è un gruppo
assicurativo, attivo a livello
internazionale nel settore dei servizi
finanziari e specializzato nell’ideazione,
strutturazione e distribuzione di prodotti
di assicurazione sulla vita di tipo
unit-linked dedicati ad una clientela
detentrice di patrimoni elevati.
«Nel nostro settore» spiega Francesco Camerlingo,
Head of Sales Business Development «siamo una re-
altà unica sia per quanto concerne la proprietà, sia per
le soluzioni di pianificazione patrimoniale offerte, sia
infine per il modello distributivo. Il nostro gruppo è
infatti attualmente composto dal quartier generale con
sede in Lussemburgo, dalla Compagnia assicurativa di
diritto irlandese “Octium Life DAC” e dall’intermedia-
rio assicurativo di diritto del Principato del Liechten-
stein “Octium International Insurance Agent AG”.
Nel 2017 il Gruppo Octium ha acquisito UBS Inter-
national Life LTD, la compagnia di assicurazione della
più grande banca svizzera, ed ha in seguito modificato
il suo nome in Octium Life DAC. Octium Internatio-
nal Insurance Agent AG, costituita in Liechtenstein nel
corso del 2020, con succursale in Svizzera, per operare
come agente esclusivo di Octium Life DAC e rappre-
sentarne la propria struttura commerciale dedicata, è
autorizzata dalla Financial Market Autority-FMA ad
agire come intermediario assicurativo nell’intero Spa-
zio Economico Europeo, mentre la succursale in Sviz-
zera garantisce la dovuta vicinanza ai partner com-
merciali e ai clienti. Octium possiede circa 4,2 miliardi
di euro di attivi in gestione ed opera in Europa e sui
mercati internazionali con la sua offerta unica di pro-
Il
he Octium Group is an insurance group,
active internationally in the financial
services industry, specialising in the design,
structuring and distribution of unit-linked
life insurance products for high-net-worth
individuals.
Francesco Camerlingo, Head of Sales Business Devel-
opment, explains: «We are unique in our industry in terms
of ownership, wealth planning solutions and distribution
model. With our Group headquarters located in Luxem-
bourg, the insurance company “Octium Life DAC” in
Ireland and the insurance intermediary “Octium Interna-
tional Insurance Agent AG” in Liechtenstein, our Group is
considered as one of the most innovative solution providers
to meet clients’ needs and to ensure comprehensive profes-
sional support to our business partners».
The Octium Group acquired UBS International Life
DAC, the captive insurance company of the largest Swiss
Bank, in 2017 and changed its name to Octium Life DAC.
Octium International Insurance Agent AG, established
in Liechtenstein in 2020, with a branch in Switzerland, is
authorized by the Financial Market Authority (FMA) to
act as an insurance intermediary in the European Econom-
ic Area and acts as the tied agent of Octium Life DAC.
Its Swiss branch ensures proximity to business partners
and clients. Octium has approximately EUR 4.2 billion in
assets under management and operates in Global markets
with its unique offering of insurance-financial products for
wealth and succession planning».
T
33. MB 31
dotti assicurativo-finanziari di pianificazione patrimo-
niale e successoria».
Prosegue Camerlingo «Uno dei punti di maggior forza
dell’intero gruppo è quello di essere detenuto da pri-
vati che si prendono cura non solo dei propri interessi,
ma anche e soprattutto di quelli di una clientela con
medesime necessità, cioè quelle di preservare, gestire
e pianificare il proprio patrimonio in maniera sicura,
efficiente e conforme alla normativa applicabile.
Octium nasce ispirandosi a otto principi fondamenta-
li (Protezione, Libertà, Innovazione, Flessibilità, Cono-
scenza, Ottimizzazione, Indipendenza, Professionalità),
da cui appunto il nome Octium, per offrire alla clien-
tela che detiene rilevanti patrimoni, soluzioni che pos-
sano garantire la possibilità di pianificare la gestione
patrimoniale e successoria in maniera flessibile, sicura,
conforme alle normative dei diversi paesi ed efficiente
fiscalmente».
Un gruppo così strutturato a livello internazionale
deve necessariamente approcciare il mercato globa-
le con strategie ben precise di medio-lungo periodo e
Octium non sfugge a questa necessità, come racconta
ancora Camerlingo: «La strategia di Octium può riassu-
mersi in una sola parola: “crescita”, in termini di premi
assicurativi, di attivi patrimoniali in gestione, di nuovi
mercati e nuove soluzioni, di personale. Questo proces-
so ha preso il via già nel corso dello scorso anno con la
costituzione della società agente (Octium International
Insurance Agent AG) in Liechtenstein, con succursale
in Svizzera, e l’assunzione nella sua struttura di 7 pro-
fessionisti del settore assicurativo e finanziario dedica-
ti allo sviluppo commerciale, in una forma che è unica
nell’intero scenario europeo: una società dedicata che
agisce in via esclusiva per la commercializzazione delle
soluzioni assicurative del Gruppo Octium. Tale struttu-
ra rappresenta una soluzione innovativa ed efficiente,
ma soprattutto risponde in maniera ottimale alle recen-
ti modifiche normative introdotte dalla Direttiva sulla
Distribuzione Assicurativa (IDD) e dai vari interventi
regolamentari da quella derivanti».
«La crescita» prosegue Camerlingo «è continuata con
il lancio di un nuovo prodotto per il mercato greco e
l’avvio dei lavori per lo sviluppo di soluzioni assicu-
rative innovative, quali prodotti ad elevata copertura
caso morte, con garanzia dei premi versati, soluzioni
adattabili alla sempre crescente mobilità delle persone,
eccetera. L’aspirazione alla crescita è dimostrata anche
dall’assunzione di nuovo personale nella sede di Dubli-
no e l’avvio di numerosi progetti per continuare sulla
strada dell’innovazione tecnologica. Infine, il Gruppo,
per sua propria vocazione, che parte dall’acquisizione
di UBS International Life, è sempre attivo nella ricerca
di possibili opportunità di crescita anche esterna».
E il mercato italiano? Per sapere come si posiziona il
Camerlingo continues, «One of the greatest strengths of the
entire group is that it is privately owned and therefore its mem-
bers not only look after their own interests, but also, and above
all, those of clients with the same needs: preserve, manage and
plan their wealth in a safe, compliant and efficient way.
Octium was founded with 8 fundamental principles in
mind (Protection, Freedom, Innovation, Agility, Insight,
Optimisation, Independence, Professionalism), hence the
name Octium, in order to offer flexible solutions to high-net-
worth clients’ long-term planning and succession needs in a
secure, regulatory-compliant and tax-efficient manner».
A group with such an international structure has to ap-
proach the global market with a clear medium- to long-term
strategy, and Octium is no exception, as Camerlingo explains:
«Octium’s strategy can be summed up in one word: growth.
Growth in terms of insurance premiums, assets under man-
agement, new markets with new solutions and staff. This
process already started last year with the establishment of
Octium International Insurance Agent AG in Liechtenstein,
with a branch in Switzerland, and the recruitment of a Sales
Force of 7 professionals with vast experience in insurance and
financial services, in a form that is unique in the entire Eu-
ropean landscape: a dedicated company acting exclusively for
the marketing of Octium Group’s insurance solutions. This
structure is an innovative and efficient solution, but above
all responds optimally to the recent regulatory changes intro-
duced by the Insurance Distribution Directive (IDD) and the
various regulatory requirements arising from it».
Camerlingo continues, «Octium’s growth has continued
with the launch of a new product for the Greek market and
the start of the development of innovative insurance solu-
tions, such as high death coverage and guaranteed premi-
ums products as well as solutions adaptable to the ever-in-
creasing mobility of people, etc. The aspiration for growth
is demonstrated by the recruitment of new staff in the Dub-
lin office and the launch of various projects to continue on
the path of technological innovation. Finally, the Group, as
part of its growth strategy that started with the acquisition
Francesco Camerlingo.
34. MB 32
of UBS International Life, is always active on searching for
future acquisition opportunities».
We asked Fabrizio Palumbo, Country Manager Italy, to
explain how Octium Group is positioned on a national scale:
«Italy», he explained, «is Octium’s biggest market. Current-
ly, about 75% of the policyholder assets under management
relates to the Italian market. This level indicates a natural am-
bition to continue with this level of business in the future. The
growing interest of high-net-worth clients towards the use of
insurance investment products makes Italy one of the Euro-
pean countries with the greatest growth potential. The main
players in the financial industry, such as brokers, fiduciary
companies, banks, asset managers and family offices, contin-
uously perform a meticulous selection of insurance products
that can best suit and meet their clients’ needs, including
wealth and succession planning, tax optimisation and con-
solidated reporting, asset protection and insurance cover. Oc-
tium aims to serve the Italian market by ensuring a modern
offering both in terms of technical and commercial features,
in compliance with ever-evolving European and domestic in-
surance distribution regulations». What are the strengths of
Octium’s offering that make its offering different from other
insurers? Palumbo replies: «In a highly competitive market
such as the Private Life Insurance market, characterised by
a high-quality standard of services offered to high-net-worth
clients, rather than talking about exclusive features, we can
say that our clients can find a high concentration of techni-
cal specifications and strengths which allow them to satisfy a
large part of their insurance needs at once. In particular, the
main strengths of our offerings include a solvency capital ra-
tio of 206%, confirming a solid financial situation, capable of
ensuring a high standard of quality at competitive costs over
the long term; independence and consolidated experience in
wealth planning, to guarantee a high level of know-how in the
structuring and planning of complex wealth structures; an
innovative distribution model, able to provide the commercial
partner, and therefore the end client, with a wide range of ex-
pertise in compliance with European insurance distribution
rules; a “Premium Protection” cover in the event of death,
through which Octium guarantees beneficiaries up to 90%
of the premiums paid, to protect them from negative fluctua-
tions of the financial markets».
Gruppo Octium sulla nostra scala nazionale, abbiamo
interpellato il Country Manager per l’Italia, Fabrizio
Palumbo: «L’Italia» ci ha spiegato «rappresenta il mer-
cato a cui Octium ha da sempre dedicato grande atten-
zione e a cui è legata una parte rilevante dell’attuale
raccolta premi. Attualmente circa il 75% dei premi in
gestione si riferisce al mercato italiano, una quota che
testimonia una naturale inclinazione a voler continua-
re in tale direzione anche per il futuro. La crescente
propensione all’utilizzo dei prodotti di investimento
assicurativo per la clientela che detiene elevati patri-
moni fa dell’Italia uno dei Paesi europei con maggiore
potenziale di crescita. Pianificazione patrimoniale e
successoria, ottimizzazione fiscale e reportistica con-
solidata, protezione del patrimonio e copertura assi-
curativa, sono tra le principali esigenze a cui gli opera-
tori del settore, quali broker, fiduciarie, banche, gestori
patrimoniali e family office, cercano di dare riscontro
attraverso una costante e minuziosa selezione dei pro-
dotti assicurativi più idonei alle loro esigenze. Octium
intende continuare a servire il mercato italiano profon-
dendo ogni sforzo utile a garantire un’offerta assicura-
tiva moderna, sia in termini di caratteristiche tecniche
che commerciali, nel rispetto di una normativa distri-
butiva assicurativa europea e domestica in continua
evoluzione». Ma quali sono i punti di forza dell’offerta
di Octium che fanno scegliere le sue proposte rispetto
ad altre offerte assicurative?
Risponde Palumbo: «In un mercato fortemente com-
petitivo come quello del Private Life Insurance, carat-
terizzato da un elevato standard qualitativo dei servizi
offerti a una clientela con elevati patrimoni, più che
parlare di caratteristiche esclusive possiamo affermare
che in Octium un cliente può ritrovare un’elevata con-
centrazione di peculiarità tecniche e punti di forza che
consentono di soddisfare, in un colpo solo, un’ampia
parte delle proprie esigenze assicurative. Nello speci-
fico, tra i principali punti di forza delle nostre offerte
può essere utile ricordare: un margine di solvibilità
pari al 206%, a conferma di una solida situazione fi-
nanziaria, in grado di assicurare nel lungo periodo un
elevato standard qualitativo a costi competitivi; indi-
pendenza e consolidata esperienza nella pianificazio-
ne patrimoniale, per garantire un elevato know-how
nella strutturazione e pianificazione di patrimoni com-
plessi; un modello distributivo innovativo, in grado
di fornire al partner commerciale, e quindi al cliente
finale, un’ampia competenza nel rispetto delle rego-
le europee di distribuzione assicurativa; una formu-
la “Premium Protection”, attraverso la quale Octium
garantisce ai beneficiari fino al 90% dei premi versati,
così da preservarli dalle oscillazioni negative dei mer-
cati finanziari».
Fabrizio Palumbo.
35. MB 33
Sofisticata pianificazione
finanziaria e successoria
del patrimonio di famiglia
Le nostre origini sono
uniche
Siamo un Gruppo privato che
comprende perfettamente i bisogni
delle famiglie con patrimoni importanti.
Siamo specializzati nella strutturazione
di prodotti assicurativi per la
pianificazione patrimoniale e
successoria delle famiglie facoltose.
octiumgroup.com
36. MB 34
our drugs for social therapy. What culture
is for and how a place like the Biellese
territory could use it to relaunch itself as a hub
of social experimentation and innovation
relevant to everyone.
In nature, everything is interconnected and one variable
acts as a counterweight to another.
Biella has been the cradle of a symbol and a project of global
reach, founded precisely on the urgency of learning to iden-
tify and manage the balance between opposing reasons, vi-
sions, trends. It is the symbol of the Third Paradise and of the
trinamic formula that Pistoletto and Cittadellarte developed
in the early 2000s and proposed in 2003. Since 2019, thanks
to the initiative launched by the Cassa di Risparmio di Biella
Foundation, welcomed with a spirit of active collaboration by
the City of Biella, this sign has become the symbol of the city
nominated as ‘Creative’by Unesco. The Industrial Union, the
Chamber of Commerce and the other project partners in the
candidacy dossier, i.e. Città Studi and the Biellese Network
Made in Biella
Made by Biella
Di/by Paolo Naldini, Direttore di Cittadellarte/Director of Cittadellarte
Foto/Photo courtesy Archivio Cittadellarte - Fondazione Pistoletto
uattro farmaci per una terapia
sociale. A che cosa serve la cultura
e come un territorio come il Biellese
potrebbe farne uso per rilanciarsi come
polo di sperimentazione sociale
e innovazione rilevante per tutti.
In natura tutto è interconnesso e una variabile funge
da contrappeso a un’altra.
A Biella nasce un simbolo e un progetto di portata
globale fondato proprio sull’urgenza di imparare a ve-
dere e gestire l’equilibrio tra opposte ragioni, visioni,
tendenze. È il simbolo del Terzo Paradiso e della for-
mula della trinamica che Pistoletto e Cittadellarte han-
no elaborato nei primi anni 2000 e proposto nel 2003.
Dal 2019, grazie all’iniziativa lanciata dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Biella, raccolta con spirito di fat-
tiva collaborazione dal Comune di Biella, questo segno
diventa simbolo della città nominata Creativa dall’Une-
sco. Aderiscono all’iniziativa da subito la Unione Indu-
striale, la Camera di Commercio e gli altri partner dei
progetti del dossier di candidatura Cittastudi e Centro
Rete Biellese Archivi Tessili e Moda. E sopratutto ade-
riscono tutti i Comuni della Provincia, prefigurando un
Coro Territoriale che proprio nel 2019, due settimane
prima della nomina Unesco, si riunisce a Cittadellarte
per contribuire a delineare le prospettive dello sviluppo
del territorio lungo la direttrice di una prosperità soste-
nibile e di una cultura come motore civile.
Il Biellese dunque è già un laboratorio sociale dove cul-
tura, creatività, politica, lavoro, impresa, paesaggio, turi-
smo, filiera agroalimentare, digitale, convergono verso un
obbiettivo di rinascita (Rebirth, per usare il termine che
Cittadellarte utilizza per oltre 200 Ambasciate nel mondo
chesiriconoscononellamedesimaideanatalungolespon-
de del Cervo). Dal 1999, quasi tremila artisti e innovatori
Q
F
Paolo Naldini
37. MB 35
Center for Textile and Fashion Archives, immediately joined
the initiative. And most importantly, all the municipalities of
the province adhered too, prefiguring a territorial choir that
just in 2019, two weeks before the Unesco nomination, meets
at Cittadellarte to help outline the prospects for the develop-
ment of the territory along the path of sustainable prosperity
and culture as civil engine.
The Biellese territory is therefore already a social laborato-
ry where culture, creativity, politics, work, business, land-
scape, tourism, food farming and digital technology converge
towards a goal of rebirth (to use the term that Cittadellarte
uses for over two hundred embassies around the world which
identify with the same idea born along the banks of the Cer-
vo). Since 1999, nearly three thousand artists and social in-
novators from all over the world have lived in Biella, learning
the fundamentals of a political science that I have called the
art of demopraxy. They have brought their radical creativity
and their vision of social design to businesses, trade unions
and hospitals, schools, squares and blocks of flats, to dozens
of constituencies, or civil society organisations that consti-
tute concrete and effective micro-governments, in the Biellese
territory like in every human society, from Bali to Johannes-
In alto: performance presso la sede del Terzo Paradiso, Summer camp “Climate
Action” UNIDEE 2019. A fianco la sede della Fondazione.
A fianco: Cittadellarte - Fondazione Pistoletto.
Above: performance at Terzo Paradiso, UNIDEE Summer camp 2019: “Climate Action”.
On the side: Cittadellarte-Fondazione Pistoletto.
sociali di tutto il mondo hanno vissuto nel Biellese impa-
rando i fondamenti della scienza politica che ho chiamato
l’arte della demopraxia. Hanno portato la propria creati-
vità radicale e la visione di social design nelle imprese, nei
sindacati e negli ospedali, nelle scuole, nelle piazze e nei
condomini, nelle decine di constituencies, o organizzazio-
ni della società civile che costituiscono microgoverni con-
creti e fattivi, nel Biellese come in ogni società umana, da
Bali a Johannesburgh, da L’Avana a Melbourne, da Roma
a Budapest (per citare i cantieri dell’Opera Demopratica
già attivi). Il Biellese era già di per sé un territorio con un
alto gradiente di fermento civile e iniziativa di social in-
novation, dall’Osservatorio per i Beni Ambientali e Cul-
turali all’Ecomuseo, passando per una storia di rilevanza
internazionale di una Camera del Lavoro ancora vivace
e propulsiva e di un distretto industriale ancora vitale.
La combinazione con il laboratorio di sperimentazione
Arte e Società ha portato a un ribollire e a un potenziale
oggi davvero significativo. Il Biellese è in grande fermen-
to. Ci vuole un’accorta capacità di accompagnarlo a una
fermentazione sana, sostenibile ed equilbrata. E dunque
ritorniamo al simbolo e al suoo significato.
Occorre una scienza del contrappeso. Se la natura sa
farlo benissimo, nella vita sociale dobbiamo svilupparla
noi, perché la velocità dell’artificio che abbiamo sviluppa-
to sfugge ai tempi che la natura si dà da sé. E se questo per
lei può essere un trascurabile evento, per noi può signifi-
care un errore fatale, non solo per noi biellesi. Per questo,
se noi troveremo spunti, idee e pratiche davvero funzio-
nanti in questa ricerca, saremo interessanti e utili per tutti.
Anche per chi nemmeno sa che esistiamo, per ora.
38. MB 36
Alla base di alcuni nostri gravissimi mali contempo-
ranei, infatti, sta proprio lo squilibrio tra alcune dotazio-
ni o inclinazioni naturali e i sistemi di contrappeso che
abbiamo gradualmente portato ad aver sempre meno
rilievo. In particolare, anche se può sembrare contro-in-
tuitivo a chi associa alla modernità una maggiore con-
sapevolezza, emancipazione e autonomia degli umani,
stiamo progressivamente diventando sempre più pro-
ni all’automatizzazione della nostra vita psichica. Non
parlo soltanto dell’automatizzazione come automazio-
ne, anche se mi riferisco anche a quella.
L’automatizzazione psichica e sociale passa attraver-
so molteplici dispositivi mentali, qui ne consideriamo
quattro che hanno un ruolo nella nostra vita di indivi-
dui, cittadini e società: l’abitudine, la paura, la sogge-
zione e la conformazione. Tutti e quattro comportano
fondamentali vantaggi, ed è per questo che la natura
e l’evoluzione ce li hanno offerti: l’abitudine capitaliz-
za l’apprendimento passato e libera energie per nuovo
apprendimento. La paura acuisce i sensi e moltiplica
forza e resistenza per sottrarci al pericolo. La sogge-
zione permette di limitare il rischio di venire uccisi dal
maschio alpha. La conformazione costruisce un ordine
sociale con un meccanismo di imitazione di grande ef-
ficienza. È possibile che la natura non avesse proprio
pianificato la nostra uscita dal reame dell’automatiz-
zazione, ma un giorno abbiamo cominciato a costruire
cultura sociale seguendo forme e concetti inediti, e ab-
biamo trovato modi per trasmetterla di generazione in
generazione, anche se non certo in modo integrale. Non
è lo stesso che avviene per altre complesse organizza-
zioni sociali, come ad esempio nel caso delle api, dei
burg, from Havana to Melbourne, from Rome to Budapest (to
mention the already active working sites of the Demopractic
Opera). The Biellese area was already in itself a territory with
a high gradient of civil activities and initiatives of social in-
novation, from the Observatory for Environmental and Cul-
tural Heritage to the Ecomuseum, built on the internation-
ally relevant history of a still lively and propulsive Chamber
of Work and a still vital industrial district. The combination
with the experimentation laboratory Art and Society has led
to a truly significant simmering potential. The Biellese terri-
tory is in transition. We only need the wisdom to accompany
it towards a healthy, sustainable and balanced outcome. So
let’s go back to the symbol and its meaning.
We need a counterweight system - which nature knows
how to operate extraordinarily well - to apply to social life,
because the speed of the artifice we have developed is over-
whelming compared to the time that nature allows itself. And
if this could be a negligible event for nature, it could be a fatal
mistake for us, that is the whole humanity, not only for us
from the Biella area. For this reason, if through this research
we identify suggestions, ideas and practices that really work,
we will be interesting and useful for everyone. Even for those
who don’t even know we exist, yet.
At the basis of some of our very serious contemporary evils,
in fact, lies the imbalance between some natural endowments
or inclinations and the counterweight systems, which have
gradually lost relevance to us. In particular, although it may
seem counter-intuitive to those who associate modernity with
greater awareness, human emancipation and autonomy, we
are progressively becoming more and more prone to the au-
tomatisation of our psychic life. I’m not just talking about au-
tomatisation as automation, even if I’m referring to that too.
A sinistra: cortile interno e corpo
centrale dell’edificio sede di Citta-
dellarte-Fondazione Pistoletto.
Nella pagina a fianco: incontro
con Andrea Maffeo, durante il
modulo “Pattern, Integrity” curato
da Futurefarmers, UNIDEE 2018.
A destra: escursione presso il
lago della Vecchia durante il
Summer camp “Climate Action”
UNIDEE 2019.
Left: internal courtyard and
central body of Cittadellarte-
Fondazione Pistoletto building.
Facing page: meeting with
Andrea Maffeo, during UNIDEE
2018 “Pattern, Integrity” module
by Futurefarmers.
Right: hike at Lago della Vecchia
during UNIDEE Summer camp
2019: “Climate Action”.
39. MB 37
lupi, delle micorrize o delle colonie batteriche. Se fino a
quel momento l’automatizzazione aveva trovato in noi
dei contrappesi naturali, la nostra avventura nel mondo
dell’artificio, del progresso, della scienza, ha fatto sì che
dovessimo prenderci la responsabilità svilupparne di
appropriati noi stessi. Pena il rischio di lasciare campo
libero all’automatizzazione e quindi produrre una so-
cietà di automi che non tutti considererebbero un risul-
tato auspicabile. Oggi la tecnica ha assunto tale presen-
za nella nostra vita e in quella delle nostre società che il
rischio di un’automatizzazione totale dell’umano non è
solo uno scenario distopico. Quali contrappesi abbiamo
dunque sviluppato? E possono questi giocare un ruolo
anche oggi, nell’antropocene o è troppo tardi?
La ricerca psicosociale avviata a Cittadellarte con i
laboratori dedicati all’arte per trasformazione sociale e
all’arte della demopraxia ci portano a individuare quat-
tro antidoti, contrappesi o farmaci con cui lavorare per
controbilanciare gli effetti incontrollati dell’automatiz-
zazione galoppante che stiamo vivendo. Come vedremo
nessuno di questi è di nuova invenzione. Soltanto essi
non sono generalmente intesi come tali, cioè come far-
maci capaci di riequilibrare la bilancia tra due opposti
che convivono in noi, e che probabilmente hanno la me-
desima radice non solo etimologica: l’automa e l’autore.
Rispetto all’abitudine, non sembrerà peregrino ad al-
cuno che il miglior contrappeso che abbiamo a disposi-
zione (ognuno di noi) sia la creatività. Inevitabilmente
il processo creativo comporta processi mentali inediti,
dunque non automatici, ancorché basati su elementi
di partenza che già esistono. Invece, come si sa, dalla
ripetizione abitudinaria di processi psichici e mentali
non verrà innovazione, se non forse attraverso l’errore,
ma anch’esso senza capacità di analisi e contestualiz-
zazione con pensieri nuovi non avrebbe molta efficacia
nell’apportare un gradiente di creatività alla nostra vita
e società. Una valida terapia contro l’eccessiva presen-
za nella vita nostra e delle nostre città, imprese, orga-
Psychic and social automatisation passes through multiple
mental devices, here we consider four that play a role in our
lives as individuals, citizens and society: habit, fear, awe and
conformation. All four entail considerable advantages, and
that is why nature and evolution have offered them to us:
habit capitalizes on past learning and frees up energy for new
learning. Fear sharpens the senses and multiplies strength
and resistance to escape danger. Awe allows us to limit the
risk of being killed by the alpha male. Conformation builds
a social order with a highly efficient imitation mechanism. It
is possible that nature had not really planned our exit from
the realm of automatisation, but one day we started build-
ing social culture following new forms and concepts, and we
found ways to pass it on from generation to generation, al-
though certainly not in a consistent way. It is not the same
with other complex social organisations, such as in the case
of bees, wolves, mycorrhizae or bacterial colonies. If until that
moment automatisation had found natural counterweights in
us, our adventure in the world of artifice, progress and sci-
ence meant that we had to take responsibility for developing
appropriate ones ourselves. We would otherwise risk living
the field open to automatisation and therefore producing a
society of automatons, which not everyone would consider a
desirable result. Today, technology is such an dominant pres-
ence in our life and in our societies that the risk of a total
human automatisation is not just a dystopian scenario. What
counterweights have we therefore developed? And can these
play a role even today, in the Anthropocene, or is it too late?
The psychosocial research undertaken at Cittadellarte with
workshops dedicated to art for social transformation and
the art of demopraxy has led us to identify four antidotes,
counterweights or drugs to work with to counterbalance the
uncontrolled effects of the rampant automatisation we are ex-
periencing. As we will see, none of them are new inventions,
they are simply not generally understood as drugs capable
of re-establishing a balance between two coexisting opposites
that probably have the same root, not only etymological: the
automaton and the author.
40. MB 38
nizzazioni… è dunque la creatività. Fin qui, si dirà che
molte società umane storiche e contemporanee hanno
sviluppato spazi per coltivare l’antidoto della creatività.
Quanto investano e credano realmente in questi spazi è
piuttosto controverso, al di là delle dichiarazioni eletto-
rali. Ma se manca la convinzione dei cittadini è inutile
aspettarsi che i loro rappresentanti siano così illuminati
da assumere la guida verso politiche mirate a coltivare
creatività come si coltivano i campi che ci offrono il nu-
trimento di cui abbiamo bisogno. È successo per esem-
pio in Finlandia e a Cuba, ma sono eccezioni, purtroppo.
La nomina Unesco ci invita, ci dà la patente, per gui-
dare lungo la via della creatività. Dobbiamo mettere in
gioco questa forza in tutti gli ambiti. Dal turismo alla
filiera agroalimentare, dal tessile al benessere e alla vita
sana, dal rapporto con le montagne a quello con l’ac-
qua… Scienziati, imprenditori, artisti, amministratori
e cittadini intelligenti, insieme possono fare cose im-
pensabili: basti vedere il duo Cooking Sections, docen-
ti della nostra Accademia Unidee del Terzo Paradiso e
del Programma Unidee in Residence: hanno portato un
piccolo villaggio dell’isola di Skye in Scozia che viveva
il dramma di essere legato a doppio filo a un’industria
insostenibile (quella dell’allevamento del salmone) a
diventare campione di un modello di prosperità soste-
nibile: decine di ristoranti (compresi tutti quelli della
Tate Gallery, che dedica a questo progetto una mostra
in questi giorni) non servono più salmone allevato, ma
conchiglie che depurano le acque e non hanno bisogni
di antibiotici e altre amenità per crescere. L’operazione
è diventata oggi un’iniziativa globale, come testimonia
l’articolo sul Guardian del 5 aprile. Più creatività e im-
pegno civico per la sostenibilità, più prosperità per la
comunità. Ma non è una storia che riguardi solo quel-
la piccola comunità. Per questo funziona. Cose come
questa possono essere sviluppate anche nel biellese e
probabilmente alcune già ci sono: le stiamo mappando
e in autunno prevediamo di raccontarle in una mostra.
In regard to habit, it will not seem strange to anyone that the
best counterweight we have at our disposal (each of us) is crea-
tivity. Inevitably, a creative activity involves new mental pro-
cesses, therefore not automatic, even if stemming from pre-ex-
isting elements. Whereas, as we know, the habitual repetition of
psychic and mental processes will never generate innovation, if
not perhaps through error, but still, without the ability to ana-
lyse and contextualise it with new thoughts, even error would
not be very effective in bringing a gradient of creativity to our
life and society. A valid therapy against the excessive presence
of ingrained habits in our life and in our cities, businesses, or-
ganisations ... is therefore creativity. So far, it might be said
that many historical and contemporary human societies have
developed spaces to cultivate the antidote of creativity. How
much they invest and really believe in these spaces is rather
controversial, despite the electoral declarations. But if citizens
lack conviction, it is useless to expect their representatives to be
so enlightened as to take the lead towards policies aimed at cul-
tivating creativity the way we cultivate the fields that offer us
the nourishment we need. It happened for example in Finland
and Cuba, but, unfortunately, they remain exceptions.
The recognition by Unesco has invited us, has given us li-
cense, to drive along the path of creativity. We must bring
this strength into play in all areas. From tourism to the food
supply chain, from textiles to wellness and healthy living,
from the relationship with the mountains to that with water ...
Scientists, entrepreneurs, artists, administrators and intelli-
gent citizens can do unthinkable things together: we just need
to look at the Cooking Sections duo, lecturers at our Acca-
demia Unidee of the Third Paradise and UNIDEE residency
programs: they led a small village on the Scottish Isle of Skye
A sinistra: visita a Biella The Wool Company con Nigel Thompson, durante il
programma “Embedded Arts Practice in a Post-pandemic Future”, UNIDEE 2020.
Sopra e a destra: visita a Biella The Wool Company con Nigel Thompson, Summer
camp “Climate Action”, UNIDEE 2019.
Left: visit to Biella The Wool Company with Nigel Thompson, during UNIDEE
programme 2020: “Embedded Arts Practice in a Post-pandemic Future”.
Above and right: visit to Biella The Wool Company with Nigel Thompson, UNIDEE
Summer camp 2019: “Climate Action”.
41. MB 39
Saranno circa 100 soggetti che nel Biellese stanno lavo-
rando sulla sostenibilità come leva dello sviluppo eco-
nomico e culturale della propria organizzazione. Tutti
insieme sarebbero un’onda verde davvero significativa.
La mostra prende il titolo dal concetto che Pistoletto
lancia in questi mesi, la città arcipelago, cioè diffusa in
isole urbanizzate connesse da un mare di campagna,
natura, fiumi e campi, risaie, montagne, pascoli e pi-
ste da sci, sentieri e rogge industriali… La mostra è la
prima scena del canovaccio dell’Arte della Demopraxia
che stiamo sperimentando in diversi luoghi del mondo.
Il Biellese ne può giustamente essere il modello. La mo-
stra è in realizzata in sinergia con la Fondazione BIellez-
za e naturalmente nell’ambito dei programmi di Biella
Città Creativa Unesco. La mappatura è condotta dalle
associazioni giovanili del territorio, protagonisti della
lettura che loro stessi scoprono davanti a sé come una
terra di opportunità e di storie pieni di ispirazione.
Fin qui abbiamo trattato della dinamica della creativi-
tà come forza di contrappeso all’abitudine, nel gioco di
interazione tra automatizzazione e deautomatizzazio-
ne. Una seconda dinamica, meno presente alla consape-
volezza dei più è, come si diceva, la paura. Siamo piut-
tosto coscienti di come essa sia stata spesso non solo
non combattuta, ma anzi promossa dai sistemi politici
di ogni tipo. Fomentare un automatismo già potente
come quello della paura è pericoloso: i cittadini impau-
riti lasciano sguarniti territori psichici importanti, com-
presi alcuni di quelli che rendono la vita così preziosa,
sia per gli individui, sia per le società. Anche in questo
caso, a ben guardare, le società umane hanno già svi-
luppato l’antidoto: si tratta della ricerca. L’indagine del
mondo e dei suoi fenomeni porta a conoscere il preda-
tore che nella savana ci tende gli agguati; studiandolo
impariamo a evitarlo o perfino a sconfiggerlo. Non vale
solo per il leone, ma per ogni affanno o preoccupazione,
istanza e fenomeno che incontriamo. Coltivare la dif-
fusione della capacità di ricerca nei cittadini e in ogni
that was experiencing the tragedy of being closely tied to an
unsustainable industry (i.e. salmon farming) to champion a
model of sustainable prosperity: dozens of restaurants (includ-
ing all those of the Tate Gallery, which is currently dedicating
an exhibition to this project) no longer serve farmed salmon,
but shellfish that purify the water and do not need antibiotics
and other amenities to grow. The operation has now become a
global initiative, as reported in the article in The Guardian of
5th
April. More creativity and civic commitment to sustain-
ability means more prosperity for the community. But it is
not a story that only concerns that small community. This is
why it works. Similar projects can be developed in the Biellese
area, and some probably already exist: we are mapping them
and we are planning to present them through an exhibition
due to open in the autumn. There are about one hundred lo-
cal subjects working on sustainability as a framework for the
economic and cultural development of their organisation. All
together, they would constitute a truly significant ‘green’
wave. The exhibition will be titled after the concept that Pis-
toletto has launched in recent months, ‘the city archipelago’,
that is spread over urbanised islands connected by stretches of
countryside, nature, rivers and fields, rice fields, mountains,
pastures and ski slopes, hiking trails and industrial canals…
The exhibition will be the first scene on the canvas of the art
of demopraxy that we are experimenting in different contexts
around the world. The Biellese territory can rightly be the
model. The exhibition is organised in synergy with the BIellez-
za Foundation and, of course, as part of the Biella Creative
City Unesco programmes. The mapping is conducted by the
youth associations of the area, protagonists of the narrative
that they themselves discover in front of them as a land of op-
portunities and of stories full of inspiration.
So far we have dealt with the dynamics of creativity as a
counterweight to habit, in the interplay between automatisa-
Sopra: Curriculum Internazionale ArtEZ – Accademia UNIDEE gennaio 2020
(foto Koen Kievits).
Top: ArtEZ International Curriculum – UNIDEE Academy January 2020
(photo Koen Kievits).
42. MB 40
loro struttura organizzativa è di nuovo una scelta che le
società possono fare con decisione o in modo simbolico.
Certo che un sistema politico predatore non avrà molto
interesse a promuovere nelle sue prede la capacità di
sconfiggerlo. Se si cerca un indicatore dello spirito di
servizio al bene comune della classe politica, la misu-
ra delle risorse destinate alla ricerca sembra essere un
buon candidato. Parliamo di ricerca intendendo certa-
mente quella operata dagli istituti deputati a svolgerla
professionalmente, ma il discorso vale altrettanto per
quella ricerca che può sviluppare ogni singolo cittadino
nella propria comunità di pratica, verso il traguardo di
un’attivazione come ricercatori di ognuno di noi secon-
do il principio che, come afferma il sociologo anglo-in-
diano Arjun Appadurai, la ricerca è un diritto umano. Il
nostro territorio è teatro di un’attività di ricerca intensa.
L’Associazione Tessile e Salute testimonia di un impe-
gno effettivo e di rilevanza nazionale e oltre. Come le
attività del CNR in sinergia con Cittastudi e gli studi
dell’Unione Industriale. Ma ricerca è anche quella che
realtà come Better Places svolgono sul torrente Cervo e
le comunità che vi abitano. O quelle che il Fondo Tem-
pia e la Fondazione Angelino e la LILT promuovono e
realizzano. E l’Osservatorio per i bisogni territoriali del
Biellese a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di
Biella. Come queste menzionate, ci sono decine di re-
altà attive nella ricerca e nell’intervento sui temi che
la ricerca mette in luce. Vediamo che anche il secondo
farmaco è già presente nel Biellese, almeno in potenza.
Non basta, naturalmente, se non decidiamo di farne
tesoro, prima di tutto riconoscendo l’importanza della
tion and de-automatisation. A second dynamics, less present
in the awareness of most people, is fear. We are quite aware of
how it has often been not only not fought, but indeed promot-
ed by political systems of all kinds. Fostering an already pow-
erful automatism like fear is dangerous: frightened citizens
leave important psychic territories unguarded, including
some of those that make life so precious, both for individuals
and for societies. Again, on closer inspection, human socie-
ties have already developed the antidote: research. The inves-
tigation of the world and its phenomena leads to recognising
the predator that ambushes us in the savannah; by studying
it, we learn to avoid it or even to defeat it. It is not only
true for the lion, but for every worry or concern, instance
and phenomenon that we encounter. Encouraging research
skills in citizens and in all their organisational structures is
again a choice that societies can make decisively or symbol-
ically. Obviously, a predatory political system will not have
much interest in improving its preys’ ability to defeat it. If
you are looking for an indicator of the spirit of service to the
common good of the political class, the measure of resources
allocated to research seems to be a good candidate. When we
speak of research, we certainly refer to that conducted by the
institutes appointed to carry it out professionally, but the ar-
gument is equally valid for the research that each individual
citizen can develop in their own community of practice, with
the aim – we should all have – of acting as researchers, ac-
cording to the principle that, as the Anglo-Indian sociologist
Arjun Appadurai states, research is a human right. Our
territory is an area of intense research activity: the Textile
and Health Association testifies to an effective commitment
of national and international relevance, like the activities of
A sinistra: la prima edizione
del master “Design, creatività,
pratiche sociali” febbraio 2020
Nella pagina a fianco:
Cittadellarte-Fondazione
Pistoletto, sala Cervo.
Foto Serena Spitalieri.
Left: the first edition of the
master programme “Design,
creativity, social practices”,
February 2020
Facing page: Cittadellarte-
Fondazione Pistoletto,
Cervo lounge.
Photo Serena Spitalieri.
43. MB 41
ricerca nella nostra vita sia all’interno dell’impresa (e
quindi innovazione in ogni declinazione, tecnologica,
ma anche di processo e di prodotto, ma anche di mer-
cato e culturale), sia in ogni altro ambito, a cominciare
dall’amministrazione della cosa pubblica: energia, ac-
qua, viabilità… sono tantissimi i settori in cui la ricer-
ca seriamente condotta può apportare benefici enormi.
Nell’ambito del citato canovaccio dell’Arte della Demo-
praxia invitiamo nel Biellese soggetti portatori di stimo-
li che possono diventare occasione di sviluppo econo-
mico produttivo importante come, ad esempio, i vertici
di Enel per una ipotesi di sperimentare nel nostro terri-
torio sistemi davvero innovativi di generazione e distri-
buzione di energia rinnovabile.
Passiamo al terzo farmaco: prendiamo in considera-
zione la soggezione o sottomissione. Quale contrappe-
so abbiamo sviluppato nella storia per questa dinamica
psichica fondata sulla necessità di evitare la continua
esplosione di conflitti violenti e potenzialmente fatali
e che la natura ci ha offerto anche in questo caso per
il nostro stesso bene, purché non ne diventiamo suc-
cubi totalmente? Il dialogo, l’arte del confronto, capa-
ce di costruire dibattito critico e costruttivo, orientato
alla proposta, e non alla sola denuncia. Abbiamo avuto
campioni di quest’arte nella storia, probabilmente So-
crate ne è il Maradona, il Mozart. Ma anche in questo
terzo caso, il farmaco non è un costoso e irraggiungibile
prodotto di qualche esclusiva clinica svizzera: è a porta-
ta di ognuno di noi. Per svilupparlo bastano cose come
delle buone letture e soprattutto dei docenti da cui im-
parare a non avere paura di dissentire, ma anche a non
the CNR in synergy with Città Studi and the studies of the
Industrial Union. But research is also what organisations
like Better Places carry out on the river Cervo and the com-
munities that live there. Or those that the Tempia Fund, the
Angelino Foundation and LILT, as well as the Observatory
for the territorial needs of the Biellese area by the Cassa di
Risparmio di Biella Foundation, promote and conduct. In
addition to those mentioned above, there are dozens of or-
ganisations active in researching and acting on the issues
the research highlights. We see that the second drug too is
already present in the Biellese area, at least in potential. This
is of course not enough if we do not decide to treasure it, first
of all by recognizing the importance of research in our lives
both in business (and therefore innovation in every declina-
tion, in technology as well as in procedures and products,
marketing and culture) and in any other area, starting with
the administration of public affairs: energy, water, roads...
there are many sectors in which seriously conducted research
can bring enormous benefits. As part of the aforementioned
canvas of the art of demopraxy, we invite to the Biellese ter-
ritory subjects able to provide inputs that can become an
opportunity for important economic and productive devel-
opment such as, for example, the top management of Enel for
the possible experimentation of truly innovative systems for
the production and distribution of renewable energy.
Let’s move on to the third drug: let’s consider awe or sub-
mission. What counterweight have we developed in history
for this psychic dynamics based on the need to avoid the con-
tinuous explosion of violent and potentially fatal conflicts
and that nature has again offered us for our own good, as long
as we do not become totally subjected to it? Dialogue, the art
44. MB 42
dissentire solo per sfogare il proprio disagio in modo
distruttivo. È un farmaco con cui affrontare i maschi al-
pha che ci aspettano a ogni angolo, in ufficio, anche in
casa, e certamente per le strade della città e della vita:
non ci metteremo a lottare contro di lui, ne usciremmo
male. Lo porteremo sul terreno dove i muscoli intellet-
tuali valgono più di quelli fisici. E nel farlo capiremo
le sue ragioni. Con l’arte della ricerca lo potremo com-
prendere. Con la creatività potremo inventare linguaggi
e giochi con cui relazionarci con lui. E non averne né
paura, né soggezione. Chiaro che occorrano leader poli-
tici di grande valore per promuovere nei propri cittadi-
ni il farmaco del dialogo critico come una delle risorse
con cui controbilanciare gli automatismi naturali, risor-
se che sono capacità del tutto umane o capabilities per
richiamare un grande pensatore come Amartya Sen. La
storia del patto della montagna, ad esempio, ci racconta
come nel Biellese la capacità di un dissenso costruttivo
fino alla costituzione di un dialogo e poi di un patto sia
stato possibile. Fa parte del nostro patrimonio culturale
ed è incorporato nelle stesse relazioni industriali tra i
lavoratori e gli imprenditori, in una convergenza che un
tempo era visionaria, oggi è necessaria.
Infine, vediamo una quarta dinamica psichica che
porta all’automatizzazione e che, se non controbilan-
ciata, rischia di apportare danni laddove invece era
una qualità intesa ad aiutarci nel nostro percorso di
umani che costruiscono un mondo artificiale. Si tratta
della conformazione. Anch’essa è profondamente utile,
addirittura necessaria per comprendersi e organizzarci
in un complesso sistema sociale. Ma anche qui, se le
permettiamo di occupare eccessivamente il nostro spa-
zio psichico, non possiamo che aspettarci che essa fi-
nirà per trattenere, frustrare, impedire il nostro poten-
of dialectic, capable of generating a critical and constructive
debate, oriented towards the proposal, and not solely towards
denunciation. We have had excellent representatives of this
art in history, Socrates is probably its Maradona, its Mo-
zart. But even in this third case, the drug is not an expensive
and unattainable product only available from some exclusive
Swiss clinic: it is within everyone’s reach. To develop it, we
only need things like good readings and, above all, teachers
from whom you can learn not to be afraid to disagree, but also
not to disagree just to vent your discomfort in a destructive
way. It is a drug that allows us to face the alpha males who
are waiting for us at every corner, in the office, even at home,
and certainly on the streets of the city and of our lives: we
will not fight against them, we will end defeated. We would
take the battle to a field where the intellectual muscles are
worth more than the physical ones. And in doing so, we will
comprehend their reasons. With the art of research, we will
be able to understand them. With our creativity we will be
able to invent languages and games helping us relate to them,
and not be afraid or in awe of them. It is clear that we need
political leaders of great value for the drug of critical dialogue
to be promoted among citizens as one of the resources with
which to counterbalance natural automatisms, resources that
belong to the realm of human ‘capabilities’, to quote a great
thinker like Amartya Sen. The story of the mountain pact, for
example, tells us how in the Biellese territory it is possible to
have a shift from constructive dissent to the establishment of
a dialogue and to the sealing of a pact. It is part of our cultur-
al heritage and it is embedded in the very industrial relation-
ships between workers and entrepreneurs, in a convergence
that was once visionary and is now necessary.
Finally, we see a fourth psychic dynamics that leads to
automatisation and which, if not counterbalanced, risks
causing damage instead of, as intended, supporting us in
Cittadellarte-Fondazione
Pistoletto, Tavolo Love Difference
(specchio e legno, sedute di
diversi paesi del Mediterraneo).
Cittadellarte-Fondazione
Pistoletto, Love Difference
Table (mirror and wood, seats
from different Mediterranean
Countries).
45. MB 43
ziale di innovazione, espressione, realizzazione come
individui e come comunità sociali. E che cosa abbiamo
dunque sviluppato per controbilanciare questa dina-
mica? L’impegno civico. Questa capacità universal-
mente diffusa, ma altrettanto universalmente contra-
stata, agisce come contrappeso alla naturale tendenza
alla conformazione culturale e sociale. E anche questa
capacità è alla portata di tutti. Come per le altre capa-
cità, anche in questo caso non occorrono chissà quali
investimenti e trasformazioni radicali degli apparati
sociali che abbiamo finora prodotto perché essa possa
esprimersi e operare un benefico processo di deauto-
matizzazione. Sembra che il nostro territorio abbia un
tasso di associazionismo tra i più elevati d’Italia. Ci si
associa per stare insieme ma soprattutto per operare
su lacune e bisogni: è evidente la consapevolezza che
qualcosa manchi e che proprio per questo ci si impegna
per porlo in essere. È la versione più radicale di critica
ed espressione di autonomia che abbiamo: non è una
critica per sé, ma una proposta. Come in una mostra
che abbiamo presentato a Cittadellarte nel 2003: critique
is not enoguh. La critica non basta. Serve appunto la ca-
pacità di fare proposte e di perseguirle. Altro che con-
formarsi allo status quo. È evidente che lo spirito del
non conformarsi ma piuttosto di cercare di dare forma
alla realtà sia un carattere che il Biellese possiede. An-
che qui: possiamo controbilanciare la tensione naturale
(e utile) alla conformazione sociale, culturale, tecnica
(che ci permette di imparare per imitazione e di inten-
derci gli uni con gli altri rapidamente) con una buona
dose di spirito critico teso all’impegno civico diretto,
all’iniziativa personale e sociale. Non è poco, tutt’altro.
Ora che abbiamo tratteggiato il quadro di questa ten-
sione automatizzazione / deautomatizzazione, possia-
our journey as humans building an artificial world. It is
conformation. It too is extremely useful, even necessary for
understanding and organising ourselves in a complex social
system. But again, if we allow it to occupy too much of our
psychic space, we can only expect that it will eventually hold
back, frustrate, impede our potential for innovation, expres-
sion, fulfilment as individuals and as social communities.
And what have we developed to counterbalance this dynam-
ics? Civic engagement. This universally widespread, but
equally universally opposed, ability acts as a counterweight
to the natural tendency to cultural and social conformation.
And this ability is also within everyone’s reach, and like for
the other abilities, there is no need for great investments and
radical transformations of the social apparatuses that we
have produced so far for it to be able to express itself and op-
erate a beneficial process of de-automatisation. Our territory
seems to have one of the highest numbers of associations in
Italy. We associate to spend time together but above all to
work on shortcomings and needs: there is an obvious aware-
ness that something is missing, and for this very reason we
commit to make it happen. It is the most radical version of
criticism and expression of autonomy that we have: it is not
a criticism in itself, but a proposal. As suggested in an ex-
hibition that we presented at Cittadellarte in 2003: critique
is not enough. We need an ability to make proposals and
to pursue them, and not to conform to the status quo. The
non-conformist spirit of trying to give shape to reality is a
character that Biellese people clearly possess. And again: we
can balance the natural (and useful) tension to social, cul-
tural and technical conformation (which allows us to learn
by imitation and to understand each other quickly) with a
good dose of critical spirit aimed at direct civic engagement,
to personal and social initiative. Which is far from being of
little consequence.
Curriculum Internazionale ArtEZ
– Accademia UNIDEE settembre
2019 (foto Andrea Calciati).
ArtEZ International Curriculum
– UNIDEE Academy September
2019 (photo Andrea Calciati).
46. MB 44
mo concludere con la constatazione primo, che il nostro
territorio possiede potenziale importante per giocare
questa partita. Secondo, dobbiamo considerare con la
massima serietà che se c’è un’area della vita sociale che
assume queste dinamiche e i corrispondenti farmaci o
contrappesi in una sola visione, questa è la cultura. Se
c’è un’attività di una comunità che può concretamente
e profondamente attrezzare la comunità stessa a contro-
bilanciare efficacemente la tendenza naturale ed epocale
all’automatizzazione, alla perdita di identità, di futuro,
di iniziativa, di felicità come soddisfazione per quello
che si è compiuto, be’, questa è la cultura.
A che cosa dunque serve la cultura, di cui la crea-
tività è il sale o meglio: il lievito? A operare deauto-
matizzazione in noi e nelle nostre società. Per essere
chiari: ad aiutarci a scongiurare il rischio di dare vita
a una società di automi, e invece realizzare una società
di autori. Pensavamo che il pericolo dell’automatizza-
zione venisse soltanto dall’eccessiva digitalizzazione
della nostra identità, dall’invadenza dei profili dei so-
cial media, dagli scenari profilati dal capitalismo della
sorveglianza? Non dimentichiamoci che prima ancora
di questi concreti e già presenti pericoli, per ognuno di
noi – e per il Biellese come opera collettiva di tutti noi
insieme – esiste il reale rischio di perdere di possibilità
di orientare la nostra vita e il futuro nostro e dei nostri
figli: gli automi non decidono della loro vita. Se vo-
gliamo farlo, dobbiamo coltivare in noi la dimensione
Now that we have outlined the picture of this automatisa-
tion / de-automatisation tension, we can conclude with the
observations that , firstly, our territory has high potential to
face the challenge; and, secondly, we must seriously consider
that if there is an area of social life that assumes these dynam-
ics and the corresponding drugs or counterweights in a single
vision, that is culture. If there is a common activity that can
concretely and fully equip the community itself to effectively
counterbalance the natural and epochal tendency towards
automatisation, the loss of identity, of the future, of initiative,
of happiness as satisfaction for what has been accomplished,
well, that is culture.
So what is the use of culture, of which creativity is the salt
or, better, the yeast? To perform a de-automatisation of our-
selves and our societies. To be clear: to help us avoid the risk
of generating a society of automatons, and create a society
of authors instead. Did we think that the danger of automa-
tisation was only coming from the excessive digitization of
our identity, from the invasion of social media profiles, from
the scenarios outlined by surveillance capitalism? Let’s not
forget that even before these concrete and already-present
dangers, all of us – and the Biellese territory as a collective
work – are at serious risk of losing the possibility of orienting
our lives, our future and our children: automatons do not
decide of their lives. If we want to do this, we must cultivate
in ourselves the dimension of the author, of individuals rea-
La sala studenti di Accademia UNIDEE.
The UNIDEE Academy student lounge.
47. MB 45
dell’autore, dio colei o colui che ragionano e decidono
con ampio grado di autonomia. Questo passa diretta-
mente da quanto investiremo in creatività, in ricerca,
in spirito critico per un dialogo franco e in impegno
civile. E non pensiamo che tutto questo si possa pro-
muovere senza un pieno e diretto sviluppo della cultu-
ra: gli strumenti sono prima di tutto scuole, università,
biblioteche, centri di ricerca, musei, concerti, kermesse,
festival, mostre, studi, pubblicazioni, spettacoli… pen-
sava ancora qualcuno che tutto questo fosse evasione?
Fuga dalla realtà? Ce l’hanno raccontata così, a volte.
Ma se siamo arrivati all’antropocene, al cambiamento
climatico, e persino alla pandemia è responsabilità di
chi ha coltivato cultura o piuttosto di chi si è lasciato
vincere dall’abitudine, dalla paura, dalla soggezione e
dalla conformazione? Se dobbiamo scegliere tra la so-
cietà degli automi che accettano tutto quanto avviene e
non si battono per le loro convinzioni e la società degli
autori che invece vedono il mondo con occhi disincan-
tati e operano per dargli la forma che pensano essere
giusta, c’è poco da fare: occorre investire in cultura. Di-
temi voi se vale la pena oppure no. E, presa la decisio-
ne, mettiamoci al lavoro. Ci vuole tempo. Ma il nostro
territorio ha tutto quello che occorre.
Il futuro non solo di Biella sarà made in Biella se sarà
made BY Biella.
soning and deciding with a large degree of autonomy. This
is directly related to how much we will invest in creativity,
in research, in a critical spirit for an honest dialogue and in
civic commitment. And we cannot think that all this can be
promoted without a full and direct development of culture:
our main tools are schools, universities, libraries, research
centres, museums, concerts, festivals, exhibitions, studies,
publications, shows ... does anyone still think that this is es-
capism? That is what we have sometimes been told. But who
is responsible for us having to deal with the Anthropocene,
climate change, and even the pandemic: is it those who have
cultivated culture or rather those who have allowed them-
selves to be overcome by habit, fear, awe and conformation?
If we have to choose between a society of automatons who
accept everything that happens and do not fight for their
convictions, and a society of authors who see the world with
disenchanted eyes and work to give it the shape they think
is right instead, there is not much to say: it is necessary to
invest in culture. You tell me if it is worth or not. And, once
the decision has been taken, let’s get to work. It takes time.
But our territory has everything we need.
The future, not only the one of Biella, will be made in Biella
if it is made BY Biella.
Curriculum Internazionale ArtEZ – Accademia UNIDEE gennaio 2020
(foto Koen Kievits).
ArtEZ International Curriculum – UNIDEE Academy January 2020 (photo Koen Kievits).
48. MB 46
One, in collaboration with ArtEZ,
an academy in Arnhem, in the Neth-
erlands, is an international curric-
ulum in Visual Arts. Since 2017, in
fact, Accademia Unidee has offered an
international curriculum welcoming
every year about fifty students from
the ArtEZ academy and about twenty
from other Italian institutions. The
course includes a few periods of inten-
sive study and lessons held in Biella,
and it aims at being acknowledged as
a European bachelor’s degree. Where-
as the other is an executive master’s
course, i.e. dedicated to people al-
ready graduated and in employment.
It is conducted in collaboration with
Milan’s Polytechnic and we are now
at its second edition, reaping the suc-
cess of its first. “Design, Creativity and
Social Practices” is a master’s course
focusing on sustainability for organ-
isations, on the basis of three pillars:
design thinking and service design,
essential instruments for transform-
ing the urgency of sustainability into
Un’accademia per il territorio
Accademia Unidee, nata da un’idea di
Paolo Naldini e Michelangelo Pisto-
letto, è un progetto di Cittadellarte
che riguarda Biella. Non solo per-
ché i suoi spazi sono lungo il Cervo,
non solo perché i suoi corsi sono in
stretta relazione con quel che avvie-
ne intorno, non solo perché cerca
connessioni e alleanze con gli attori
locali, non solo perché popola la città
di studenti. Ma anche e soprattutto
perché l’Accademia è un luogo in cui
si lavora per costruire un nuovo im-
maginario, il più potente strumento
di trasformazione per un territorio.
Un immaginario che si costruisce an-
zitutto nell’esperienza didattica e di
ricerca dei suoi corsi, che ereditano
l’esperienza ventennale della didatti-
ca di Cittadellarte e che sono attivi
già da alcuni anni. In particolare,
fare un’accademia significa proprio
partire dalla concretezza: due sono
infatti i corsi già attivi.
An academy for the territory
Accademia Unidee, created from an
idea by Paolo Naldini and Michelange-
lo Pistoletto, is a project developed by
Cittadellarte and concerning Biella.
Not only because it occupies spaces
located along the river Cervo, not only
because its courses are strictly related
to what happens around it, not only
because it actively looks for connec-
tions and alliances with local actors,
not only because it populates the city
with students; but also and above
all because the Accademia is a place
where people work to create a new im-
agery, the most powerful instrument
for transforming the territory. An
imagery built first of all through the
educational and research activity of
its courses, which have inherited Citta-
dellarte’s twenty-year-long didactic ex-
perience and have been active for a few
years. Specifically, creating an acade-
my means starting from concreteness:
two are the courses already active.
Uno, in collaborazione con l’ac-
cademia olandese ArtEZ di Arnhem,
è un Curriculum Internazionale in
Arti Visive. Dal 2017, Accademia Uni-
dee ha infatti avviato un Curriculum
Internazionale che accoglie ogni anno
circa 50 studenti che frequentano l’ac-
cademia ArtEZ e una ventina di stu-
denti provenienti da altre istituzioni
italiane. Si tratta di un corso compo-
sto di alcuni periodi intensivi di studio
e didattica che si svolge a Biella e che
aspira ad essere riconosciuto come
Bachelor europeo. L’altro, invece, è
un master executive, dedicato cioè a
chi è già laureato e lavora. È svolto in
collaborazione con il Politecnico di
Milano ed è alla sua seconda edizio-
ne, raccogliendo il successo innescato
dalla prima. “Design, creatività e pra-
tiche sociali” è un master che mette la
sostenibilità al centro dell’attenzione
per le organizzazioni, e lo fa attraverso
tre pilastri: il design thinking e design
dei servizi, strumenti indispensabili
per trasformare l’urgenza della so-
49. MB 47
stenibilità in una opportunità, l’arte
impegnata nella società, per adottare
un approccio disruptive nei processi
di innovazione, il management, per
essere in grado di concretizzare le
idee imprenditoriali. Entrambi questi
percorsi, che continuano – nonostante
la pandemia – sia in modalità online
sia in modalità “blended” (ovvero par-
zialmente in presenza, con possibilità
di seguire a distanza), segnano la
forza locale e internazionale che l’Ac-
cademia sta acquisendo, con azioni e
progetti concreti e fondati. Insieme
a questi, Accademia Unidee ha atti-
vato anche due corsi triennali di alta
formazione artistica, percorsi che
ripercorrono l’esperienza internazio-
nale della Fondazione e la cultura im-
prenditoriale e sociale del Biellese. Si
tratta, infatti, di un corso triennale in
Arti Visive in partenza a Ottobre 2021
che ha la specifica caratterizzazione
di Cittadellarte, ovvero si studia come
l’arte possa trasformare la società. Un
corso che è in via di accreditamento
presso il Ministero dell’Università e
che, una volta ottenuto il riconosci-
mento, potrà erogare Diplomi Acca-
demici equipollenti alle Lauree Trien-
nali. E che è teso a formare figure in
grado di implicare l’arte nei processi
sociali, lavorare nelle comunità e nel-
le organizzazioni come social designer
o innovatore sociale, fare ricerca arti-
stica applicata alle questioni contem-
poranee: sostenibilità, politica, inno-
vazione socio-economica e culturale.
Il secondo corso, Sustainable Fa-
shion Design, è nato con alcuni stu-
denti pionieri a Ottobre 2020 come
esperienza didattica sperimentale,
parte ufficialmente nell’Ottobre 2021
ed è un unicum in Europa: per studia-
re la sostenibilità nel comparto tessile
e moda, infatti, al momento è possibile
iscriversi solamente a Lauree Magi-
strali inglesi e olandesi, oppure a ma-
ster di un anno, spesso specializzati in
questioni di management e marketing.
Manca invece un corso triennale che
sviluppi la sostenibilità in tutti i suoi
aspetti e in qualunque delle discipline
insegnate. Ma è un unicum anche per-
ché studiare Moda Sostenibile a Biella
significa confrontarsi quotidianamen-
te non solo con il progetto, ma anche
con la manifattura e la concretezza
delle scelte imprenditoriali. In ultimo,
è un unicum perché i suoi docenti,
diretti da Rossella Ravagli, già respon-
sabile della sostenibilità per Gucci,
sono un collettivo di fashion designer,
imprenditori e ricercatori altamente
riconosciuti all’interno del dibattito
professionale intorno alla moda etica.
Un’Accademia per il territorio perché
ha dunque il potenziale di ridefinirne
gli immaginari, e lo fa non da sola,
ma aprendosi a ogni forma possibile
di alleanza locale: in uno spazio con-
nesso e tuttavia separato da quello
metropolitano milanese o torinese,
profondamente ancorato alla dimen-
sione naturale delle vallate e dei suoi
fiumi, l’accademia Unidee è una nuo-
va isola, emersa nel vasto arcipelago
di organizzazioni, imprese, comunità
che rappresentano il tessuto reale del
Biellese contemporaneo. Un territorio
di sperimentazione, prototipo di un di-
verso modo di connettere produzione
e cultura, impresa e società, prosperi-
tà e sostenibilità.
an opportunity; socially engaged
art, to adopt a disruptive approach
in the processes of innovation; and
management, to be able to put entre-
preneurial ideas into practice. Both
these courses, which are continuing –
despite the pandemic – both in online
modality and in “blended” modality
(that is only partially in presence,
with the possibility of attending vir-
tually), are a testimony to the local
and international relevance the Acca-
demia is acquiring, with concrete and
well-founded actions and projects.
In addition to these, Accademia
Unidee has activated two three-year
courses of higher artistic education,
courses that retrace the international
experience of Fondazione Pistoletto
and the entrepreneurial and social
culture of the Biellese territory. The
first course is in fact a three-year
course in Visual Arts starting in Oc-
tober 2021 with Cittadellarte’s specific
imprinting: the study of how art can
transform society. The course is in the
process of receiving accreditation from
the Ministry of University and, once
this acknowledgement is obtained, it
will be able to issue Academic Diplo-
mas equivalent to Three-year Degrees.
It intends to develop professional fig-
ures able to imply art into the social
processes, to work in communities
and organisations as social designers
or innovators, and to conduct artistic
research applying it to contemporary
issues like sustainability, politics, so-
cio-economic and cultural innovation.
The second course, in Sustaina-
ble Fashion Design, was created in
October 2020 as an experimental
educational experience with a few
pioneer students. It will officially
start in October 2021 and it is unique
in Europe: currently, you can only
study sustainability in the textile and
fashion sectors by enrolling in Eng-
lish and Dutch Teachers’ Degrees, or
in one-year master’s courses, often
specialising in its management and
marketing aspects. There is no three-
year course developing sustainability
in all its facets and in any discipline
taught. But it is unique also because
studying Sustainable Fashion in Biel-
la means dealing on a daily basis not
only with the project, but also with the
manufacturing and the concreteness
of actual businesses in operation. Fi-
nally, it is unique because its lecturers,
directed by Rossella Ravagli, already
in charge of sustainability for Gucci,
are a collective of fashion designers,
entrepreneurs and researchers highly
appreciated within the professional
debate about ethical fashion. An acad-
emy for the territory because it has the
potential to redefine the imagery, not
by itself, but opening up to any possi-
ble local alliance: in a space which is
connected to although separate from
the Milan and Turin metropolitan ar-
eas, deeply anchored to the natural di-
mension of its valleys and rivers, Acca-
demia Unidee is a new island, emerged
in the vast cluster of islands which are
the organisations, businesses and com-
munities representing the true fabric
of the contemporary Biellese territory.
A territory of experimentation, the pro-
totype of a different way of connecting
production and culture, business and
society, prosperity and sustainability.
Nella pagina a sinistra: la sala studenti di Accademia UNIDEE (foto Alessandro Laci-
rasella). Sotto: visita al Santuario di Oropa nell’ambito del programma “Modes
of Instituting” UNIDEE 2019. In basso: il laboratorio di moda di Accademia UNIDEE
(foto Luca Gaddini).
On the left page: the UNIDEE Academy student lounge (photo Alessandro Lacirasella).
Beloiw: visit to the Sanctuary of Oropa as part of the UNIDEE programme 2019: “Mo-
des of Instituting”. Below: UNIDEE Academy fashion workshop (photo Luca Gaddini).
50. MB 48
iorgio Armani is a surprising man and he
manages to turn his consistency into an
element of surprise and contradiction.
This is evidenced by the contrast between Sì, launched in
2013, and My Way, which has just been launched and is go-
ing to be the progenitor of a new generation of fragrances. Sì
is based on three elements: Diva (played by Cate Blanchett at
the height of her splendour) a single concept, a jus chypre. All
vertical. My Way, on the other hand, is developed horizontal-
ly; it is dialogue, the Eros of the encounter. The “meticciato”
(hybridization) as Armani defined it in an interview, which
mixes peoples and cultures without which there can be no
individual or historical progress.
But the determining feature is the path taken towards
sustainability at every stage of the product’s life, suggest-
ing to consumers how to use it in a more ecological way.
The bottle is refillable and totally recyclable thanks to an
La bellezza della sostenibilità
Sustainability’s beauty
Di/by Giusi Ferré
Foto di/Photo by Hunter Gatti
un uomo sorprendente Giorgio
Armani, e riesce a trasformare la
sua coerenza in un elemento di sorpresa
e contraddizione.
Lo dimostra il contrasto tra Sì, che ha proposto nel
2013, e My Way, appena lanciato e che si avvia a essere
il capostipite di una nuova generazione di fragranze. Sì
è basato su tre elementi: la Diva (impersonata da Cate
Blanchett al massimo del suo fulgore) un unico concept,
un jus chypre. Tutto verticale. My Way invece pratica l’o-
rizzontalità, il dialogo, l’eros dell’incontro.“Il meticcia-
to” come l’ha definito Armani in un’intervista, che me-
scola popoli e culture, senza il quale non c’è progresso
individuale e storico.
Ma la caratteristica determinante è il percorso intra-
preso verso la sostenibilità durante ogni fase di vita del
prodotto, suggerendo ai consumatori come utilizzarlo
in modo più ecologico. Infatti il flacone è totalmente ri-
caricabile e riciclabile attraverso un sistema innovativo
che non necessita dell’uso di un imbuto. Anche questa
particolarità contribuisce a fare di My Way la prima fra-
granza al mondo 100 per cento carbon neutral.
Da notare che le emissioni sono state calcolate in tutte
le fasi del progetto da Quantis, ente certificatore inter-
nazionale di emissioni di CO2.
Obiettivo previsto per il 2025: produrre Armani Be-
auty a impatto zero, interamente carbon neutral. Men-
tre L’Oréal, il colosso della bellezza che lo produce, nel
corso del suo primo Transparency Summit virtuale,
trasmesso in diretta da Parigi, ha annunciato che en-
tro il 2030 il 95% degli ingredienti deriverà da fonti
vegetali rinnovabili, minerali abbondanti in natura o
processi circolari e il 100% delle formule sarà rispet-
toso dell’ambiente acquatico. E questo grazie anche al
costante lavoro di ricerca svolto dai suoi laboratori e
È
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