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G It Diabetol Metab 2011;31:82-87




Rassegna

Anti-VEGF nel trattamento
della retinopatia diabetica




RIASSUNTO
La più comune causa di deterioramento visivo in corso di diabe-
te mellito è rappresentata dallo sviluppo della retinopatia diabe-          F. Bandello1, P. Iacono2,
tica, caratterizzata soprattutto da edema maculare diabetico e              M. Battaglia Parodi1
retinopatia diabetica proliferante. L’impatto sociale della retino-
                                                                            1
patia diabetica in termini di spesa sanitaria pubblica e qualità             Dipartimento di Oftalmologia, Università Vita-Salute,
della vita è enorme. Attualmente, il trattamento fotocoagulativo            Istituto Scientifico San Raffaele, Milano; 2Fondazione
laser rimane l’approccio cardine, anche se esso ha ormai                    GB Bietti, Istituto Di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico
mostrato limiti evidenti. Infatti, il trattamento laser riduce il rischio   (IRCCS), Roma
di perdita visiva fino al 50%, senza un rilevante miglioramento
della funzione visiva. Pertanto, sono state progressivamente                Corrispondenza: prof. Francesco Bandello,
investigate nuove terapie che si sono estese anche a farmaci                Dipartimento di Oftalmologia, Università Vita-Salute,
anti-vascular endothelial growth factor (anti-VEGF). Il VEGF è un           Istituto Scientifico San Raffaele, via Olgettina 60,
fattore di crescita pluripotente che agisce come mitogeno endo-             20132 Milano
teliale e come regolatore della permeabilità vascolare. Per tali            e-mail: bandello.francesco@hsr.it
ragioni assume un ruolo centrale nella patogenesi della retinopa-
tia diabetica. Le principali molecole testate includono pegapta-            G It Diabetol Metab 2011;31:82-87
nib, ranibizumab e bavacizumab. Questa revisione si propone di
                                                                            Pervenuto in Redazione il 28-12-2010
analizzare e discutere i risultati dei principali studi sui farmaci
                                                                            Accettato per la pubblicazione il 10-01-2011
anti-VEGF per la terapia della retinopatia diabetica.
                                                                            Parole chiave: retinopatia diabetica, anti-vascular
SUMMARY                                                                     endothelial growth factor, pagaptanib, ranibizumab,
Anti-VEGF approach in the treatment of diabetic retinopathy                 bevacizumab
The most common causes of vision loss in patients affected by
diabetes mellitus are represented by diabetic macular edema                 Key words: diabetic retinopathy, anti-vascular
(DME) and proliferative diabetic retinopathy (PDR). The global              endothelial growth factor, pagaptanib, ranibizumab,
burden of diabetic retinopathy (DR) requires special care owing             bevacizumab
to its high impact on public health and on quality of life of
patients. At present, laser retinal photocoagulation is still the
standard of care for the management of DR. However, laser
treatment have shown clear limitations, reducing the risk of
moderate visual loss by approximately 50%, with no remarkable
vision recovery. Thus, new approaches in the treatment of DR
have been tried, including the therapy based on anti-vascular
endothelial growth factor (anti-VEGF) drugs. VEGF is a pluripo-
tent growth factor that acts as endothelial cell-specific mitogen
and vasopermeability factor. Through these mechanisms the
VEGF has a critical role in promoting the angiogenesis and
Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica            83




vascular leakage in DR. Main anti-VEGF molecules which have           lega con elevata affinità solo l’isoforma VEGF164/165. I livelli di
been recently studied for the treatment of DR include pegapta-        VEGF165 sono presenti in maggiore concentrazione rispetto
nib, ranibizumab, and bevacizumab. In the present review, the         alle altre isoforme negli occhi affetti da retinopatia diabetica.
results of the anti-VEGF therapy in the treatment of the DME and      Ranibizumab (Lucentis®), classificato come Fab (antigen-
PDR are described and discussed.                                      binding fragment), deriva da un anticorpo anti-VEGF umaniz-
                                                                      zato capace di legare tutte le isoforme biologicamente attive
                                                                      e i frammenti proteolitici attivi del VEGF-A.
Introduzione                                                          Bevacizumab (Avastin®) è un anticorpo ricombinante uma-
                                                                      nizzato attivo contro tutte le isoforme VEGF-A che attual-
L’iperglicemia rappresenta il fondamentale fattore causale            mente non ha un’approvazione per l’uso intraoculare, ma
nella patogenesi della retinopatia diabetica determinando             che tuttavia è ampiamente utilizzato off-label nel trattamento
una serie di reazioni che includono l’incremento della produ-         dei neovasi coroideali associati a degenerazione maculare
zione dei prodotti catabolici della glicosilazione, l’attivazione     senile, strie angioidi, coroiditi multifocali o dell’edema macu-
del metabolismo della via dei polioli e l’alterata trasduzione        lare associato alle occlusioni venose.
dei segnali cellulari1-3.                                             A oggi non è disponibile alcuna conferma riguardo alla pos-
Il danno cellulare indotto a livello endoteliale e dei periciti       sibile preferenza di una molecola selettiva come pegaptanib,
esita in uno squilibrio nei meccanismi di regolazione dei con-        oppure di molecole non selettive come bevacizumab o rani-
trolli di flusso con successiva ipossia e accumulo di fluido          bizumab.
all’interno del tessuto retinico.
L’ipossia generata rappresenta il principale induttore della
trascrizione attiva dei geni per la sintesi del fattore di cresci-
ta dell’endotelio vascolare (VEGF, vascular endothelial               Pegaptanib
growth factor). Tuttavia, a incrementare i livelli di sintesi del
                                                                      Il Macugen Diabetic Retinopathy Study è uno studio di fase
VEGF contribuiscono anche iperglicemia, attivazione della
                                                                      II, randomizzato, controllato, in doppio-cieco disegnato per
proteina chinasi C, prodotti catabolici della glicosilazione,
                                                                      valutare l’effetto di tre differenti dosi di pegaptanib (iniezione
elementi caratterizzanti lo squilibrio del controllo glicometa-
                                                                      intravitreale di 0,3 mg, 1,0 mg, 3,0 mg) verso placebo in
bolico1-5.
                                                                      pazienti affetti da EMD11. Dopo 36 settimane di follow-up, il
Il VEGF è un fattore di crescita pluripotente e specifico mito-
                                                                      gruppo di pazienti sottoposti a iniezione intravitreale di
geno per le cellule endoteliali. Esso regola la vasopermeabi-
lità ed è proprio attraverso questi meccanismi che riveste un         pegaptanib 0,3 mg mostrava un miglioramento significativo
ruolo critico nei fenomeni di angiogenesi e di incrementata           rispetto al gruppo placebo in termini di miglioramento dell’a-
permeabilità vascolare6-9.                                            cuità visiva (+4,7 lettere vs –0,4 lettere; p = 0,04), proporzio-
Nella retinopatia diabetica, l’alterazione della barriera emato-      ne di pazienti con un miglioramento di almeno due linee
retinica e l’incrementata permeabilità sono responsabili del-         ETDRS e riduzione dello spessore retinico centrale. Inoltre,
l’edema maculare diabetico (EMD). L’azione mitogena indot-            solo il 25% del gruppo pegaptanib richiedeva la fotocoagu-
ta sulle cellule endoteliali conduce alla proliferazione vasco-       lazione retinica in confronto al 40% del gruppo placebo.
lare retinica negli stadi avanzati della retinopatia diabetica.       Considerando i parametri acuità visiva e spessore retinico
Nel quadro così delineato si evidenzia come l’approccio tera-         centrale, non era osservata nessuna differenza tra i sotto-
peutico basato sull’utilizzo di farmaci inibenti l’attività del       gruppi 0,3 mg, 1,0 mg e 3,0 mg.
VEGF possa risultare determinante nella gestione della reti-          Dallo stesso studio emergeva un altro importante aspetto; in
nopatia diabetica.                                                    13 pazienti affetti da neovascolarizzazione retinica si osser-
La classe delle molecole VEGF include 5 membri: il fattore di         vava una regressione della stessa nel 62% dei casi a 36 set-
crescita placentare, VEGF-A, VEGF-B,VEGF-C e VEGF-D10.                timane; tuttavia, in 3 di 8 casi con regressione si evidenziava
Ognuna delle singole molecole può legarsi a uno o più dei tre         una nuova progressione a 52 settimane, suggerendo la
recettori specifici per le molecole VEGF. Tra loro, tuttavia, il      necessità di ripetere il trattamento per controllare la prolifera-
VEGF-A riveste un ruolo principale nell’angiogenesi e nel             zione vascolare.
controllo della permeabilità vascolare. Per il VEGF-A esisto-         Più recentemente, Gonzalez ha presentato uno studio pro-
no nove isoforme e l’isoforma VEGF165 è il mediatore espres-          spettico, controllato, randomizzato, per valutare l’efficacia di
so in maggiore concentrazione nei tessuti retinici e nello spa-       pegaptanib in confronto alla panfotocoagulazione retinica
zio vitreale nei soggetti affetti da retinopatia diabetica.           (PRP) nel trattamento della retinopatia diabetica proliferante
L’approccio terapeutico basato sugli anti-VEGF si avvale              (RDP)12. Dieci occhi erano assegnati al gruppo pegaptanib
attualmente di quattro molecole capaci di legare le differenti        (iniezione intravitreale di pegaptanib 0,3 mg ogni 6 settimane
isoforme del VEGF-A: pegaptanib, ranibizumab, bevacizu-               per 5 mesi) e 10 al gruppo PRP. Il 90% e il 100% dei pazien-
mab e VEGF-Trap.                                                      ti del gruppo pegaptanib mostravano una completa regres-
Per quanto concerne l’attività delle singole molecole dobbia-         sione a 3 e 12 settimane, rispettivamente; successivamente,
mo considerare che le caratteristiche farmacologiche differi-         il 100% non mostrava regressione fino al 9° mese. Nel grup-
scono tra i singoli farmaci.                                          po PRP, il 20% mostrava una regressione completa a 3 set-
Pegaptanib (Macugen®) è un aptamero di 28 nucleotidi che              timane e a 6 settimane altri due occhi mostravano una
84              F. Bandello et al.




regressione parziale. A 9 mesi, il 50% degli occhi mostrava             Il gruppo DRCRnet ha recentemente pubblicato i risultati di
una RDP persistente. Considerando l’acuità visiva e sebbe-              uno studio clinico randomizzato, multicentrico, condotto al
ne la differenza tra i due gruppi non fosse statisticamente             fine di fornire maggiore chiarezza in merito all’efficacia dei
significativa, il gruppo pegaptanib mostrava un miglioramen-            trattamenti basati sulla somministrazione intravitreale di far-
to di 5,8 lettere, mentre il gruppo PRP perdeva 6 lettere.              maci steroidei o anti-VEGF rispetto al trattamento laser con-
                                                                        venzionale17. Lo studio ha esaminato 691 pazienti durante un
                                                                        follow-up di 2 anni. Duecentonovantatré occhi sono stati
                                                                        sottoposti al trattamento laser convenzionale, 187 occhi
Ranibizumab                                                             sono stati assegnati al gruppo che ha ricevuto 0,5 mg di
In un primo studio pilota, Chun ha riportato i risultati degli effet-   ranibizumab + laser (prompt laser: entro 3-10 giorni dall’inie-
ti di ranibizumab 0,3 e 0,5 mg, in 10 pazienti affetti da EMD cli-      zione), 188 occhi hanno ricevuto 0,5 mg di ranibizumab +
nicamente significativo13. A 3 mesi, il 40% degli occhi guada-          laser differito (deferred laser: almeno 24 settimane), e 186
gnava più di 15 lettere, il 50% più di 10 lettere e l’80% guada-        occhi sono stati inclusi nel gruppo ricevente triamcinolone
gnava almeno 1 lettera. L’analisi dello spessore retinico cen-          intravitreale 4 mg + laser (entro 3-10 giorni dall’iniezione).
trale evidenziava una riduzione media di 45,3 µm nel gruppo             A 12 mesi, un miglioramento statisticamente significativo
0,3 e 197,8 µm nel gruppo 0,5. In generale, l’iniezione era ben         dell’acuità visiva è stato registrato nel gruppo ranibizumab +
tollerata e nessun effetto collaterale grave era riportato.             prompt laser (+9 ±11 lettere) e ranibizumab + deferred laser
Nello studio fase 1 READ-1, Nguyen e collaboratori descri-              (+9 ±12), ma non nel gruppo triamcinolone + laser prompt
vono il ruolo di ranibizumab nel trattamento dell’EMD in 10             (+4 ±13), rispetto al gruppo laser (+3 ±13).
pazienti riceventi ranibizumab 0,5 mg al baseline, a 1, 2, 4 e          Lo studio della correlazione tra le variazioni dell’acuità visiva
6 mesi14. L’obiettivo dello studio era valutare gli effetti sull’a-     e lo spessore retinico centrale (CRT) ha evidenziato delle dif-
cuità visiva e sullo spessore retinico centrale.                        ferenze importanti tra i diversi gruppi. Una progressiva ridu-
A 7 mesi, l’acuità visiva media migliorava di 12,3 lettere e lo         zione dello CRT era osservato nel gruppo laser durante i 24
spessore foveale si riduceva significativamente da 503 µm a             mesi di follow-up, mentre il miglioramento dell’acuità visiva
257 µm.                                                                 era registrato solo nel primo anno. Nel gruppo di triamcino-
Più recentemente sono stati presentati i risultati dello studio         lone + laser, un miglioramento della funzione visiva era cor-
READ-2, studio prospettico, randomizzato, multicentrico,                relato a una riduzione significativa dello CRT durante i primi
disegnato per confrontare ranibizumab con il trattamento                12 mesi, mentre nel secondo anno era registrata una riduzio-
laser focale o griglia, da soli o in combinazione, nel tratta-          ne dell’acuità visiva associata a un incremento dello spesso-
mento dell’EMD15. Centoventisei pazienti erano selezionati e            re retinico. Nei gruppi ranibizumab + laser (prompt e defer-
assegnati a 3 gruppi; il gruppo 1, comprendente 42 pazien-              red) è stata registrata una correlazione positiva tra il migliora-
ti, riceveva ranibizumab 0,5 mg al baseline e a 1, 3 e 5 mesi.          mento dell’acuità visiva e la riduzione del CRT durante il
Il gruppo 2, costituito da 42 pazienti, riceveva il trattamento         primo anno di studio; in seguito, sia la funzione visiva sia lo
laser focale/griglia al baseline e a 3 mesi (se lo spessore reti-       spessore retinico hanno mostrato una sostanziale stabilizza-
nico centrale era > 250 µm); il gruppo 3, formato da 42                 zione dei valori. L’ipertono oculare e la progressione della
pazienti, riceveva una combinazione di ranibizumab 0,5 mg               cataratta sono stati più frequentemente osservati nel gruppo
e trattamento laser focale/griglia al baseline e a 3 mesi. A 6          triamcinolone + laser rispetto agli altri gruppi.
mesi, il gruppo 1 mostrava un miglioramento significativo               Attualmente, altri trial clinici multicentrici sono in corso di
dell’acuità visiva (+7,24 lettere) in confronto al gruppo 2             svolgimento (RESTORE, RIDE e RISE) per valutare l’efficacia
(–0,43 lettere); il gruppo 3 non mostrava una variazione signi-         e la sicurezza di ranibizumab 0,5 mg come monoterapia o in
ficativa in confronto ai gruppi 1 e 2 (+3,8 lettere). Una ridu-         associazione con il trattamento laser retinico in pazienti affet-
zione dello spessore retinico centrale del 50%, 33% e 45%               ti da EMD18.
era osservata nei gruppi 1, 2 e 3, rispettivamente.                     A oggi, non sono disponibili in letteratura studi clinici che
Lo studio RESOLVE è stato concepito per valutare l’efficacia            abbiano valutato l’applicazione di ranibizumab nella retino-
e la sicurezza di ranibizumab 0,3 mg e 0,5 mg nel trattamen-            patia diabetica proliferante.
to dell’EMD associato a riduzione dell’acuità visiva16. Un              Il DRCRnet ha disegnato uno studio prospettico, comparati-
totale di 151 pazienti sono stati arruolati e sottoposti a tre          vo, randomizzato, per valutare il ruolo di ranibizumab o del
iniezioni mensili consecutive di ranibizumab 0,3 mg, 0,5 mg             triamcinolone in associazione alla fotocoagulazione laser
o placebo. Dopo le prime tre iniezioni, il trattamento poteva           panretinica nel trattamento della RDP20.
essere ripetuto in caso di persistenza dell’edema retinico;
inoltre, i ricercatori potevano raddoppiare la dose di ranibizu-
mab o associare il trattamento laser retinico.                          Bevacizumab
Nei primi 12 mesi di follow-up, l’acuità visiva mostrava un
significativo miglioramento associato a una riduzione dello             Anticorpo ricombinante umanizzato completo attivo contro
spessore retinico centrale. Il gruppo placebo perdeva 1,4 let-          tutte le isoforme VEGF, è attualmente approvato per il tratta-
tere; i gruppi 0,3 mg e 0,5 mg, guadagnavano, rispettiva-               mento del cancro colon-rettale metastatico. Le molecole
mente, 11,8 e 8,8 lettere.                                              anti-VEGF approvate per il trattamento della degenerazione
Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica            85




maculare senile complicata da neovasi coroideali, ranibizu-        dio clinico, furono somministrate 807 iniezioni con un valore
mab e pegaptanib, sono limitatamente disponibili in molti          medio di 5,8 iniezioni (range 1-15) e un intervallo medio di
Paesi; questa condizione ha indotto molti specialisti a utiliz-    12,2 ± 10,4 settimane.
zare off-label la molecola bevacizumab e contestualmente           L’efficacia di bevacizumab è stata dimostrata anche nel trat-
ha consentito di esplorare il ruolo di questo anti-VEGF in         tamento dell’edema maculare diabetico diffuso refrattario ad
molte patologie retiniche come l’edema maculare associato          altri trattamenti.
a occlusione venosa retinica, l’edema maculare cistoide            Lo studio di Kook includeva 126 occhi affetti da EMD in parte
pseudofachico e l’edema maculare associato a retinopatia           non responsivi a precedenti trattamenti (laser focale, tratta-
diabetica.                                                         mento laser panretinico, iniezione intravitreale di triamcinolo-
Gli effetti a breve termine nell’edema maculare diabetico          ne, vitrectomia) e sottoposti a iniezioni intravitreali ripetute di
sono stati inizialmente riportati dal gruppo DRCRnet in uno        bevacizumab22. Sessantasette e 59 pazienti completavano
studio randomizzato di fase II19. Centonove soggetti con           lo studio a 6 e 12 mesi, rispettivamente. A 6 mesi, l’acuità
EMD e acuità compresa tra 20/32 e 20/320 erano assegna-            visiva migliorava da 0,82 a 0,74 (LogMAR) e lo spessore reti-
ti a 1 di 5 gruppi: a) fotocoagulazione laser retinica eseguita    nico centrale si riduceva a 374 µm a 6 mesi e a 357 µm a 12
al baseline, b) iniezione intravitreale di bevacizumab 1,25 mg     mesi con una differenza statisticamente significativa rispetto
al baseline e dopo 6 settimane, c) iniezione intravitreale di      ai valori medi iniziali di 463 µm.
bevacizumab 2,5 mg al baseline e dopo 6 settimane, d) inie-        Gli studi di Paccola, Shimura e Soheilian hanno messo a
zione intravitreale di bevacizumab 1,25 mg al baseline e inie-     confronto triamcinolone e bevacizumab nel trattamento
zione placebo a 6 settimane, o e) iniezione intravitreale di       dell’EMD23-25. In particolare, lo studio clinico randomizzato di
bevacizumab 1,25 mg al baseline e fotocoagulazione laser           Soheilian comparava l’iniezione intravitreale di bevacizumab
retinica a 6 settimane.                                            1,25 mg da sola o in combinazione con triamcinolone 2 mg
L’acuità visiva nei gruppi bevacizumab (gruppi b e c) mostra-      vs fotocoagulazione laser come trattamento primario
va un miglioramento mediano di 1-linea a 3 settimane,              dell’EMD25.
miglioramento successivamente mantenuto fino a 12 setti-           Il gruppo bevacizumab mostrava un miglioramento significa-
mane. Il gruppo sottoposto a fotocoagulazione laser perde-         tivo dell’acuità visiva da 0,71 a 0,54 (LogMAR) a 6 settima-
va 2 lettere a 3 settimane e una lettera a 12 settimane,           ne, successivamente mantenuto a 12, 24 e 36 settimane. I
restando sostanzialmente stabile. Un trend simile era osser-       pazienti sottoposti a trattamento combinato mostravano un
vato considerando lo spessore retinico centrale. Confron-          miglioramento significativo da 0,73 a 0,60 a 6 e 12 settima-
tando la fotocoagulazione laser verso il trattamento bevaci-       ne, ma perdevano il beneficio iniziale a 6 e 9 mesi. Nel grup-
zumab (gruppo a vs gruppi b-d), una maggiore riduzione del         po laser l’acuità visiva mostrava una stabilizzazione a 6 set-
CRT era osservata nei gruppi bevacizumab a 3 settimane.            timane (0,60 contro 0,55) e valori simili erano mantenuti nei
Inoltre, nessuna differenza significativa era osservabile tra i    controlli successivi. I valori dello spessore centrale retinico si
gruppi che ricevevano 1,25 o 2,5 mg o tra i gruppi che rice-       riducevano significativamente in tutti i gruppi a 6 settimane,
vevano il trattamento combinato e i gruppi riceventi la sola       ma non nei controlli successivi; inoltre non vi erano differen-
terapia intravitreale.                                             ze significative tra i gruppi. Il ritrattamento era eseguito in 14
Gli stessi risultati erano confermati da Lam e collaboratori       occhi del gruppo bevacizumab, in 10 occhi del gruppo com-
in uno studio con un follow-up esteso a 6 mesi20. Si confer-       binato e in 3 occhi del gruppo laser. Un altro aspetto interes-
mava inoltre come l’effetto dell’iniezione intravitreale rag-      sante emerso da questo studio è rappresentato dalla regres-
giungeva un plateau d’azione a circa 3 settimane e iniezio-        sione completa o parziale dopo la prima iniezione di beva-
ni aggiuntive erano necessarie per mantenere l’efficacia ini-      cizumab della neovascolarizzazione retinica presente in
ziale.                                                             9 pazienti al baseline.
Più recentemente, Arevalo ha presentato i risultati di uno stu-    Un riscontro analogo è stato ottenuto da Avery, Jorge,
dio retrospettivo, multicentrico, con follow-up di 24 mesi. Lo     Moradian e Huang in studi indipendenti26-29. In questi studi
studio valutava 139 occhi sottoposti a iniezione intravitreale     pilota, con follow-up di 12-20 settimane, l’iniezione intravi-
di bevacizumab 1,25/2,5 mg21. Il trattamento poteva essere         treale di bevacizumab si è dimostrata efficace nel ridurre
ripetuto in caso di edema maculare ricorrente associato a          l’edema maculare diabetico associato a retinopatia diabetica
riduzione dell’acuità visiva. A 1 mese, entrambi i gruppi          proliferante e nel produrre la regressione completa o parzia-
mostravano un miglioramento significativo dell’acuità visiva,      le dei neovasi retinici; inoltre, era possibile evidenziare una
che successivamente si manteneva fino a 24 mesi. Il gruppo         regressione dei neovasi iridei e una più rapida risoluzione
1,25 mg migliorava da 20/150 a 20/107 a 1 mese e a 20/75           delle emorragie vitreali associate a retinopatia diabetica pro-
a 24 mesi. Nel gruppo 2,5 mg, l’acuità visiva migliorava da        liferante.
20/168 a 20/118 a 1 mese e a 20/114 a 24 mesi. L’esame             Un altro aspetto interessante è l’impiego di bevacizumab
OCT evidenziava un significativo miglioramento in termini di       nell’intervento di facoemulsificazione in soggetti affetti da
spessore retinico centrale in entrambi i gruppi. A 1 mese, lo      EMD. Il trattamento combinato facoemulsificazione-iniezio-
spessore medio si riduceva da 446 µm a 333 µm; durante             ne intravitreale di bevacizumab si è dimostrato efficace nel
il periodo successivo un trend simile era osservato fino a         ridurre l’edema maculare diabetico e nel prevenire la
24 mesi con un valore finale medio di 279,7 µm. Risultati          progressione dell’edema maculare dopo estrazione di
simili erano osservati nel gruppo di 2,5 mg. Durante lo stu-       cataratta.
86             F. Bandello et al.




VEGF-Trap                                                          Conflitto di interessi
VEGF-Trap (Regeneron®) è una proteina ricombinante di              Nessuno.
115 kDa ottenuta per fusione di due frazioni dei recettori
VEGF 1-2 e la regione Fc dell’immunoglobulina IgG. La
molecola generata è in grado di legare tutte le isoforme
VEGF con affinità più alta rispetto ad altri anti-VEGF, inclusi
                                                                   Bibliografia
bevacizumab e ranibizumab30.
                                                                   1. Caldwell RB, Bartoli M, Behzadian MA, El-Remessy AE,
Inoltre, VEGF Trap-Eye ha un’emivita più lunga e lega altri           Al-Shabrawey M, Platt DH et al. Vascular endothelial growth fac-
membri della famiglia VEGF compresi il fattore di crescita            tor and diabetic retinopathy: pathophysiological mechanisms
placentare 1 e 2, i quali hanno dimostrato un ruolo nel deter-        and treatment perspectives. Diabetes Metab Res Rev 2003;19:
minare un’incrementata permeabilità vascolare. Probabil-              442-55.
mente, questa più alta affinità consentirà di somministrare        2. Lu M, Kuroki M, Amano S, Tolentino M, Keough K, Kim I et al.
dosi ridotte mantenendo una più lunga efficacia d’azione31,32.        Advanced glycation end products increase retinal vascular
                                                                      endothelial growth factor expression. J Clin Invest 1998;
Uno studio di fase 1 disegnato per valutare sicurezza e bioat-        101:1219-24.
tività di una singola iniezione di 4,0 mg di VEGF Trap-Eye in
                                                                   3. Gabbay KH. The sorbitol pathway and the complications of dia-
soggetti con edema maculare diabetico è stato riportato da            betes. N Engl J Med 1973;288:831-6.
Do e collaboratori33.
                                                                   4. Gardner TW, Antonetti DA, Barber AJ, LaNoue KF, Levison SW.
Nei 5 pazienti arruolati era possibile osservare, a 4 settima-        Diabetic retinopathy: more than meets the eye. Surv Ophthalmol
ne, una riduzione significativa dello spessore retinico centra-       2002;47(suppl. 2):S253-62.
le che si manteneva in 4 pazienti a 6 settimane. L’acuità visi-    5. Aiello LP, Northrup JM, Keyt BA, Takagi H, Iwamoto MA.
va mostrava un miglioramento di 9 lettere a 4 settimane e             Hypoxic regulation of vascular endothelial growth factor in reti-
3 lettere a 6 settimane. In generale, una sola iniezione intra-       nal cells. Arch Ophthalmol 1995;113:1538-44.
vitreale di 4,0 mg di VEGF Trap-Eye era ben tollerata e nes-       6. Neufeld G, Cohen T, Gengrinovitch S, Poltorak Z. Vascular
sun evento avverso grave era riportato.                               endothelial growth factor (VEGF) and its receptors. FASEB J
                                                                      1999:9-22.
                                                                   7. Grant MB, Afzal A, Spoerri P Pan H, Shaw LC, Mames RN. The
                                                                      role of growth factors in the pathogenesis of diabetic retino-
Conclusioni                                                           pathy. Expert Opin Investig Drugs 2004;13:1275-93.
                                                                   8. Plate KH, Breier G, Weich HA, Risau W. Vascular endothelial
La terapia con molecole anti-VEGF apre una nuova fase nel             growth factor is a potential tumour angiogenesis factor in
trattamento dell’edema maculare diabetico e della retinopa-           human gliomas in vivo. Nature 1992;359:845-8.
tia diabetica proliferante. Il trattamento fotocoaulativo laser,   9. Shweiki D, Itin A, Soffer D, et al. Vascular endothelial growth fac-
ampiamente distruttivo, potrebbe essere almeno in parte               tor induced by hypoxia may mediate hypoxia-initiated angioge-
sostituito dall’approccio farmacologico di semplice esecu-            nesis. Nature 1992;359:843-5.
zione e sostenuto da risultati incoraggianti.                      10. Ferrara N. Vascular endothelial growth factor: basic science and
La patogenesi multifattoriale e il decorso cronico della retino-       clinical progress. Endocr Rev 2004;25:581-611.
patia diabetica sembrano comunque richiedere un’analisi            11. Cunningham ET Jr, Adamis AP, Altaweel M, Aiello LP, Bressler
molto complessa. In particolare, l’approccio terapeutico               NM, D’Amico DJ et al.; Macugen Diabetic Retinopathy Study
dovrebbe essere specificamente definito sulla base delle               Group. A phase II randomized double-masked trial of pegapta-
caratteristiche della retinopatia diabetica del singolo pazien-        nib, an anti-vascular endothelial growth factor aptamer, for dia-
                                                                       betic macular edema. Ophthalmology 2005;112:1747-57.
te. Un miglioramento terapeutico può essere raggiunto quin-
di attraverso un affinamento delle capacità diagnostiche nel       12. Gonzalez VH, Giuliari GP, Banda RM, Guel DA. Intravitreal injec-
                                                                       tion of pegaptanib sodium for proliferative diabetic retinopathy.
tentativo di classificare in modo più preciso le sottoforme di         Br J Ophthalmol 2009;93:1474-8.
retinopatia diabetica.
                                                                   13. Chun DW, Heier JS, Topping TM, Duker JS, Bankert JM. A pilot
Al momento attuale, benché la fotocoagulazione laser                   study of multiple intravitreal injections of ranibizumab in patients
debba tuttora essere considerata il trattamento di prima               with center-involving clinically significant diabetic macular
linea per l’EMD clinicamente significativo e la retinopatia            edema. Ophthalmology 2006;113:1706-12.
diabetica proliferante, esiste ampio spazio per l’approccio        14. Nguyen QD, Tatlipinar S, Shah SM, Haller JA, Quinlan E, Sung
anti-VEGF sotto forma sia di monoterapia sia di terapia                J et al. Vascular endothelial growth factor is a critical stimulus for
combinata.                                                             diabetic macular edema. Am J Ophthalmol 2006;142:961-9.
Tuttavia, sono molti i punti che dovranno trovare una miglio-      15. Nguyen QD, Shah SM, Heier JS, Do DV, Lim J, Boyer D et al.;
re definizione nel corso dei prossimi studi, alcuni riguardanti        READ-2 Study Group. Primary end point (six months) results of
                                                                       the Ranibizumab for Edema of the mAcula in Diabetes (READ-2)
le caratteristiche dei differenti quadri di edema maculare dia-        Study. Ophthalmology 2009;116:2175-81.e1
betico, altri riguardanti le proprietà farmacologiche delle sin-
                                                                   16. Wolf S, Massin P, Bandello F et al.; RESOLVE Study Group.
gole molecole. Per ogni molecola anti-VEGF devono essere               Safety and efficacy of ranibizumab treatment in patients with
ancora definiti lo schema di somministrazione più efficace, il         diabetic macular edema: 12-months results of the Resolve
dosaggio e le modalità di somministrazione.                            study. ARVO Meeting 2009. Fort Lauderdale, Florida.
Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica                  87




17. Diabetic Retinopathy Clinical Research Network, Elman MJ,                 alone or combined with triamcinolone versus macular photo-
    Aiello LP, Beck RW, Bressler NM, Bressler SB, Edwards AR et               coagulation in diabetic macular edema. Ophthalmology 2009;
    al. Randomized trial evaluating ranibizumab plus prompt or                116:1142-50.
    deferred laser or triamcinolone plus prompt laser for diabetic
                                                                         26. Avery RL, Pearlman J, Pieramici DJ, Rabena MD, Castellarin AA,
    macular edema. Ophthalmology 2010;117:1064-77.e35.0.
                                                                             Nasir MA et al. Intravitreal bevacizumab (Avastin) in the treat-
18. http://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT00445003                           ment of proliferative diabetic retinopathy. Ophthalmology
                                                                             2006;113:1695.e1-15.
19. Diabetic Retinopathy Clinical Research Network. A phase II ran-
    domized clinical trial of intravitreal bevacizumab for diabetic      27. Jorge R, Costa RA, Calucci D, Cintra LP, Scott IU. Intravitreal
    macular edema. Ophthalmology 2007;114:1860-7.                            bevacizumab (Avastin) for persistent new vessels in diabetic reti-
                                                                             nopathy (IBEPE study). Retina 2006;26:1006-13.
20. Lam DS, Lai TY, Lee VY, Chan CK, Liu DT, Mohamed S et al.
    Efficacy of 1.25 MG versus 2.5 MG intravitreal bevacizumab for       28. Moradian S, Ahmadieh H, Malihi M, Soheilian M, Dehghan MH,
    diabetic macular edema: six-month results of a randomized                Azarmina M. Intravitreal bevacizumab in active progressive pro-
    controlled trial. Retina 2009;29:292-9.                                  liferative diabetic retinopathy. Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol
                                                                             2008;246:1699-705.
21. Arevalo JF, Sanchez JG, Wu L, Maia M, Alezzandrini AA, Brito M
    et al.; Pan-American Collaborative Retina Study Group. Primary       29. Huang YH, Yeh PT, Chen MS, Yang CH, Yang CM. Intravitreal
    intravitreal bevacizumab for diffuse diabetic macular edema: the         bevacizumab and panretinal photocoagulation for proliferative
    Pan-American Collaborative Retina Study Group at 24 months.              diabetic retinopathy associated with vitreous haemorrhage.
    Ophthalmology 2009;116:1488-97.                                          Retina 2009;29:1134-40.
22. Kook D, Wolf A, Kreutzer T, Neubauer A, Strauss R, Ulbig M et        30. Economides AN, Carpenter LR, Rudge JS, Wong V, Koehler-
    al. Long-term effect of intravitreal bevacizumab (avastin) in            Stec EM, Hartnett C et al. Cytokine traps: multi-component,
    patients with chronic diffuse diabetic macular edema. Retina             high-affinity blockers of cytokine action. Nat Med 2003;9:
    2008;28:1053-60.                                                         47-52.
23. Paccola L, Costa RA, Folgosa MS, Barbosa JC, Scott IU, Jorge         31. Holash J, Davis S, Papadopoulos N, Croll SD, Ho L, Russell M
    R. Intravitreal triamcinolone versus bevacizumab for treatment           et al. VEGF-Trap: a VEGF blocker with potent antitumor effects.
    of refractory diabetic macular oedema (IBEME study). Br J                Proc Natl Acad Sci USA 2002;99:11393-8.
    Ophthalmol 2008;92:76-80.
                                                                         32. Stewart MW, Rosenfeld PJ. Predicted biological activity of intra-
24. Shimura M, Nakazawa T, Yasuda K, Shiono T, Iida T, Sakamoto              vitreal VEGF Trap. Br J Ophthalmol 2008;92:667-8.
    T et al. Comparative therapy evaluation of intravitreal bevacizu-
                                                                         33. Do DV, Nguyen QD, Shah SM, Browning DJ, Haller JA, Chu K
    mab and triamcinolone acetonide on persistent diffuse diabetic
                                                                             et al. An exploratory study of the safety, tolerability and bioacti-
    macular edema. Am J Ophthalmol 2008;145:854-61.
                                                                             vity of a single intravitreal injection of vascular endothelial growth
25. Soheilian M, Ramezani A, Obudi A, Bijanzadeh B, Salehipour M,            factor Trap-Eye in patients with diabetic macular oedema. Br J
    Yaseri M et al. Randomized trial of intravitreal bevacizumab             Ophthalmol 2009;93:144-9.

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Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica

  • 1. G It Diabetol Metab 2011;31:82-87 Rassegna Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica RIASSUNTO La più comune causa di deterioramento visivo in corso di diabe- te mellito è rappresentata dallo sviluppo della retinopatia diabe- F. Bandello1, P. Iacono2, tica, caratterizzata soprattutto da edema maculare diabetico e M. Battaglia Parodi1 retinopatia diabetica proliferante. L’impatto sociale della retino- 1 patia diabetica in termini di spesa sanitaria pubblica e qualità Dipartimento di Oftalmologia, Università Vita-Salute, della vita è enorme. Attualmente, il trattamento fotocoagulativo Istituto Scientifico San Raffaele, Milano; 2Fondazione laser rimane l’approccio cardine, anche se esso ha ormai GB Bietti, Istituto Di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico mostrato limiti evidenti. Infatti, il trattamento laser riduce il rischio (IRCCS), Roma di perdita visiva fino al 50%, senza un rilevante miglioramento della funzione visiva. Pertanto, sono state progressivamente Corrispondenza: prof. Francesco Bandello, investigate nuove terapie che si sono estese anche a farmaci Dipartimento di Oftalmologia, Università Vita-Salute, anti-vascular endothelial growth factor (anti-VEGF). Il VEGF è un Istituto Scientifico San Raffaele, via Olgettina 60, fattore di crescita pluripotente che agisce come mitogeno endo- 20132 Milano teliale e come regolatore della permeabilità vascolare. Per tali e-mail: bandello.francesco@hsr.it ragioni assume un ruolo centrale nella patogenesi della retinopa- tia diabetica. Le principali molecole testate includono pegapta- G It Diabetol Metab 2011;31:82-87 nib, ranibizumab e bavacizumab. Questa revisione si propone di Pervenuto in Redazione il 28-12-2010 analizzare e discutere i risultati dei principali studi sui farmaci Accettato per la pubblicazione il 10-01-2011 anti-VEGF per la terapia della retinopatia diabetica. Parole chiave: retinopatia diabetica, anti-vascular SUMMARY endothelial growth factor, pagaptanib, ranibizumab, Anti-VEGF approach in the treatment of diabetic retinopathy bevacizumab The most common causes of vision loss in patients affected by diabetes mellitus are represented by diabetic macular edema Key words: diabetic retinopathy, anti-vascular (DME) and proliferative diabetic retinopathy (PDR). The global endothelial growth factor, pagaptanib, ranibizumab, burden of diabetic retinopathy (DR) requires special care owing bevacizumab to its high impact on public health and on quality of life of patients. At present, laser retinal photocoagulation is still the standard of care for the management of DR. However, laser treatment have shown clear limitations, reducing the risk of moderate visual loss by approximately 50%, with no remarkable vision recovery. Thus, new approaches in the treatment of DR have been tried, including the therapy based on anti-vascular endothelial growth factor (anti-VEGF) drugs. VEGF is a pluripo- tent growth factor that acts as endothelial cell-specific mitogen and vasopermeability factor. Through these mechanisms the VEGF has a critical role in promoting the angiogenesis and
  • 2. Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica 83 vascular leakage in DR. Main anti-VEGF molecules which have lega con elevata affinità solo l’isoforma VEGF164/165. I livelli di been recently studied for the treatment of DR include pegapta- VEGF165 sono presenti in maggiore concentrazione rispetto nib, ranibizumab, and bevacizumab. In the present review, the alle altre isoforme negli occhi affetti da retinopatia diabetica. results of the anti-VEGF therapy in the treatment of the DME and Ranibizumab (Lucentis®), classificato come Fab (antigen- PDR are described and discussed. binding fragment), deriva da un anticorpo anti-VEGF umaniz- zato capace di legare tutte le isoforme biologicamente attive e i frammenti proteolitici attivi del VEGF-A. Introduzione Bevacizumab (Avastin®) è un anticorpo ricombinante uma- nizzato attivo contro tutte le isoforme VEGF-A che attual- L’iperglicemia rappresenta il fondamentale fattore causale mente non ha un’approvazione per l’uso intraoculare, ma nella patogenesi della retinopatia diabetica determinando che tuttavia è ampiamente utilizzato off-label nel trattamento una serie di reazioni che includono l’incremento della produ- dei neovasi coroideali associati a degenerazione maculare zione dei prodotti catabolici della glicosilazione, l’attivazione senile, strie angioidi, coroiditi multifocali o dell’edema macu- del metabolismo della via dei polioli e l’alterata trasduzione lare associato alle occlusioni venose. dei segnali cellulari1-3. A oggi non è disponibile alcuna conferma riguardo alla pos- Il danno cellulare indotto a livello endoteliale e dei periciti sibile preferenza di una molecola selettiva come pegaptanib, esita in uno squilibrio nei meccanismi di regolazione dei con- oppure di molecole non selettive come bevacizumab o rani- trolli di flusso con successiva ipossia e accumulo di fluido bizumab. all’interno del tessuto retinico. L’ipossia generata rappresenta il principale induttore della trascrizione attiva dei geni per la sintesi del fattore di cresci- ta dell’endotelio vascolare (VEGF, vascular endothelial Pegaptanib growth factor). Tuttavia, a incrementare i livelli di sintesi del Il Macugen Diabetic Retinopathy Study è uno studio di fase VEGF contribuiscono anche iperglicemia, attivazione della II, randomizzato, controllato, in doppio-cieco disegnato per proteina chinasi C, prodotti catabolici della glicosilazione, valutare l’effetto di tre differenti dosi di pegaptanib (iniezione elementi caratterizzanti lo squilibrio del controllo glicometa- intravitreale di 0,3 mg, 1,0 mg, 3,0 mg) verso placebo in bolico1-5. pazienti affetti da EMD11. Dopo 36 settimane di follow-up, il Il VEGF è un fattore di crescita pluripotente e specifico mito- gruppo di pazienti sottoposti a iniezione intravitreale di geno per le cellule endoteliali. Esso regola la vasopermeabi- lità ed è proprio attraverso questi meccanismi che riveste un pegaptanib 0,3 mg mostrava un miglioramento significativo ruolo critico nei fenomeni di angiogenesi e di incrementata rispetto al gruppo placebo in termini di miglioramento dell’a- permeabilità vascolare6-9. cuità visiva (+4,7 lettere vs –0,4 lettere; p = 0,04), proporzio- Nella retinopatia diabetica, l’alterazione della barriera emato- ne di pazienti con un miglioramento di almeno due linee retinica e l’incrementata permeabilità sono responsabili del- ETDRS e riduzione dello spessore retinico centrale. Inoltre, l’edema maculare diabetico (EMD). L’azione mitogena indot- solo il 25% del gruppo pegaptanib richiedeva la fotocoagu- ta sulle cellule endoteliali conduce alla proliferazione vasco- lazione retinica in confronto al 40% del gruppo placebo. lare retinica negli stadi avanzati della retinopatia diabetica. Considerando i parametri acuità visiva e spessore retinico Nel quadro così delineato si evidenzia come l’approccio tera- centrale, non era osservata nessuna differenza tra i sotto- peutico basato sull’utilizzo di farmaci inibenti l’attività del gruppi 0,3 mg, 1,0 mg e 3,0 mg. VEGF possa risultare determinante nella gestione della reti- Dallo stesso studio emergeva un altro importante aspetto; in nopatia diabetica. 13 pazienti affetti da neovascolarizzazione retinica si osser- La classe delle molecole VEGF include 5 membri: il fattore di vava una regressione della stessa nel 62% dei casi a 36 set- crescita placentare, VEGF-A, VEGF-B,VEGF-C e VEGF-D10. timane; tuttavia, in 3 di 8 casi con regressione si evidenziava Ognuna delle singole molecole può legarsi a uno o più dei tre una nuova progressione a 52 settimane, suggerendo la recettori specifici per le molecole VEGF. Tra loro, tuttavia, il necessità di ripetere il trattamento per controllare la prolifera- VEGF-A riveste un ruolo principale nell’angiogenesi e nel zione vascolare. controllo della permeabilità vascolare. Per il VEGF-A esisto- Più recentemente, Gonzalez ha presentato uno studio pro- no nove isoforme e l’isoforma VEGF165 è il mediatore espres- spettico, controllato, randomizzato, per valutare l’efficacia di so in maggiore concentrazione nei tessuti retinici e nello spa- pegaptanib in confronto alla panfotocoagulazione retinica zio vitreale nei soggetti affetti da retinopatia diabetica. (PRP) nel trattamento della retinopatia diabetica proliferante L’approccio terapeutico basato sugli anti-VEGF si avvale (RDP)12. Dieci occhi erano assegnati al gruppo pegaptanib attualmente di quattro molecole capaci di legare le differenti (iniezione intravitreale di pegaptanib 0,3 mg ogni 6 settimane isoforme del VEGF-A: pegaptanib, ranibizumab, bevacizu- per 5 mesi) e 10 al gruppo PRP. Il 90% e il 100% dei pazien- mab e VEGF-Trap. ti del gruppo pegaptanib mostravano una completa regres- Per quanto concerne l’attività delle singole molecole dobbia- sione a 3 e 12 settimane, rispettivamente; successivamente, mo considerare che le caratteristiche farmacologiche differi- il 100% non mostrava regressione fino al 9° mese. Nel grup- scono tra i singoli farmaci. po PRP, il 20% mostrava una regressione completa a 3 set- Pegaptanib (Macugen®) è un aptamero di 28 nucleotidi che timane e a 6 settimane altri due occhi mostravano una
  • 3. 84 F. Bandello et al. regressione parziale. A 9 mesi, il 50% degli occhi mostrava Il gruppo DRCRnet ha recentemente pubblicato i risultati di una RDP persistente. Considerando l’acuità visiva e sebbe- uno studio clinico randomizzato, multicentrico, condotto al ne la differenza tra i due gruppi non fosse statisticamente fine di fornire maggiore chiarezza in merito all’efficacia dei significativa, il gruppo pegaptanib mostrava un miglioramen- trattamenti basati sulla somministrazione intravitreale di far- to di 5,8 lettere, mentre il gruppo PRP perdeva 6 lettere. maci steroidei o anti-VEGF rispetto al trattamento laser con- venzionale17. Lo studio ha esaminato 691 pazienti durante un follow-up di 2 anni. Duecentonovantatré occhi sono stati sottoposti al trattamento laser convenzionale, 187 occhi Ranibizumab sono stati assegnati al gruppo che ha ricevuto 0,5 mg di In un primo studio pilota, Chun ha riportato i risultati degli effet- ranibizumab + laser (prompt laser: entro 3-10 giorni dall’inie- ti di ranibizumab 0,3 e 0,5 mg, in 10 pazienti affetti da EMD cli- zione), 188 occhi hanno ricevuto 0,5 mg di ranibizumab + nicamente significativo13. A 3 mesi, il 40% degli occhi guada- laser differito (deferred laser: almeno 24 settimane), e 186 gnava più di 15 lettere, il 50% più di 10 lettere e l’80% guada- occhi sono stati inclusi nel gruppo ricevente triamcinolone gnava almeno 1 lettera. L’analisi dello spessore retinico cen- intravitreale 4 mg + laser (entro 3-10 giorni dall’iniezione). trale evidenziava una riduzione media di 45,3 µm nel gruppo A 12 mesi, un miglioramento statisticamente significativo 0,3 e 197,8 µm nel gruppo 0,5. In generale, l’iniezione era ben dell’acuità visiva è stato registrato nel gruppo ranibizumab + tollerata e nessun effetto collaterale grave era riportato. prompt laser (+9 ±11 lettere) e ranibizumab + deferred laser Nello studio fase 1 READ-1, Nguyen e collaboratori descri- (+9 ±12), ma non nel gruppo triamcinolone + laser prompt vono il ruolo di ranibizumab nel trattamento dell’EMD in 10 (+4 ±13), rispetto al gruppo laser (+3 ±13). pazienti riceventi ranibizumab 0,5 mg al baseline, a 1, 2, 4 e Lo studio della correlazione tra le variazioni dell’acuità visiva 6 mesi14. L’obiettivo dello studio era valutare gli effetti sull’a- e lo spessore retinico centrale (CRT) ha evidenziato delle dif- cuità visiva e sullo spessore retinico centrale. ferenze importanti tra i diversi gruppi. Una progressiva ridu- A 7 mesi, l’acuità visiva media migliorava di 12,3 lettere e lo zione dello CRT era osservato nel gruppo laser durante i 24 spessore foveale si riduceva significativamente da 503 µm a mesi di follow-up, mentre il miglioramento dell’acuità visiva 257 µm. era registrato solo nel primo anno. Nel gruppo di triamcino- Più recentemente sono stati presentati i risultati dello studio lone + laser, un miglioramento della funzione visiva era cor- READ-2, studio prospettico, randomizzato, multicentrico, relato a una riduzione significativa dello CRT durante i primi disegnato per confrontare ranibizumab con il trattamento 12 mesi, mentre nel secondo anno era registrata una riduzio- laser focale o griglia, da soli o in combinazione, nel tratta- ne dell’acuità visiva associata a un incremento dello spesso- mento dell’EMD15. Centoventisei pazienti erano selezionati e re retinico. Nei gruppi ranibizumab + laser (prompt e defer- assegnati a 3 gruppi; il gruppo 1, comprendente 42 pazien- red) è stata registrata una correlazione positiva tra il migliora- ti, riceveva ranibizumab 0,5 mg al baseline e a 1, 3 e 5 mesi. mento dell’acuità visiva e la riduzione del CRT durante il Il gruppo 2, costituito da 42 pazienti, riceveva il trattamento primo anno di studio; in seguito, sia la funzione visiva sia lo laser focale/griglia al baseline e a 3 mesi (se lo spessore reti- spessore retinico hanno mostrato una sostanziale stabilizza- nico centrale era > 250 µm); il gruppo 3, formato da 42 zione dei valori. L’ipertono oculare e la progressione della pazienti, riceveva una combinazione di ranibizumab 0,5 mg cataratta sono stati più frequentemente osservati nel gruppo e trattamento laser focale/griglia al baseline e a 3 mesi. A 6 triamcinolone + laser rispetto agli altri gruppi. mesi, il gruppo 1 mostrava un miglioramento significativo Attualmente, altri trial clinici multicentrici sono in corso di dell’acuità visiva (+7,24 lettere) in confronto al gruppo 2 svolgimento (RESTORE, RIDE e RISE) per valutare l’efficacia (–0,43 lettere); il gruppo 3 non mostrava una variazione signi- e la sicurezza di ranibizumab 0,5 mg come monoterapia o in ficativa in confronto ai gruppi 1 e 2 (+3,8 lettere). Una ridu- associazione con il trattamento laser retinico in pazienti affet- zione dello spessore retinico centrale del 50%, 33% e 45% ti da EMD18. era osservata nei gruppi 1, 2 e 3, rispettivamente. A oggi, non sono disponibili in letteratura studi clinici che Lo studio RESOLVE è stato concepito per valutare l’efficacia abbiano valutato l’applicazione di ranibizumab nella retino- e la sicurezza di ranibizumab 0,3 mg e 0,5 mg nel trattamen- patia diabetica proliferante. to dell’EMD associato a riduzione dell’acuità visiva16. Un Il DRCRnet ha disegnato uno studio prospettico, comparati- totale di 151 pazienti sono stati arruolati e sottoposti a tre vo, randomizzato, per valutare il ruolo di ranibizumab o del iniezioni mensili consecutive di ranibizumab 0,3 mg, 0,5 mg triamcinolone in associazione alla fotocoagulazione laser o placebo. Dopo le prime tre iniezioni, il trattamento poteva panretinica nel trattamento della RDP20. essere ripetuto in caso di persistenza dell’edema retinico; inoltre, i ricercatori potevano raddoppiare la dose di ranibizu- mab o associare il trattamento laser retinico. Bevacizumab Nei primi 12 mesi di follow-up, l’acuità visiva mostrava un significativo miglioramento associato a una riduzione dello Anticorpo ricombinante umanizzato completo attivo contro spessore retinico centrale. Il gruppo placebo perdeva 1,4 let- tutte le isoforme VEGF, è attualmente approvato per il tratta- tere; i gruppi 0,3 mg e 0,5 mg, guadagnavano, rispettiva- mento del cancro colon-rettale metastatico. Le molecole mente, 11,8 e 8,8 lettere. anti-VEGF approvate per il trattamento della degenerazione
  • 4. Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica 85 maculare senile complicata da neovasi coroideali, ranibizu- dio clinico, furono somministrate 807 iniezioni con un valore mab e pegaptanib, sono limitatamente disponibili in molti medio di 5,8 iniezioni (range 1-15) e un intervallo medio di Paesi; questa condizione ha indotto molti specialisti a utiliz- 12,2 ± 10,4 settimane. zare off-label la molecola bevacizumab e contestualmente L’efficacia di bevacizumab è stata dimostrata anche nel trat- ha consentito di esplorare il ruolo di questo anti-VEGF in tamento dell’edema maculare diabetico diffuso refrattario ad molte patologie retiniche come l’edema maculare associato altri trattamenti. a occlusione venosa retinica, l’edema maculare cistoide Lo studio di Kook includeva 126 occhi affetti da EMD in parte pseudofachico e l’edema maculare associato a retinopatia non responsivi a precedenti trattamenti (laser focale, tratta- diabetica. mento laser panretinico, iniezione intravitreale di triamcinolo- Gli effetti a breve termine nell’edema maculare diabetico ne, vitrectomia) e sottoposti a iniezioni intravitreali ripetute di sono stati inizialmente riportati dal gruppo DRCRnet in uno bevacizumab22. Sessantasette e 59 pazienti completavano studio randomizzato di fase II19. Centonove soggetti con lo studio a 6 e 12 mesi, rispettivamente. A 6 mesi, l’acuità EMD e acuità compresa tra 20/32 e 20/320 erano assegna- visiva migliorava da 0,82 a 0,74 (LogMAR) e lo spessore reti- ti a 1 di 5 gruppi: a) fotocoagulazione laser retinica eseguita nico centrale si riduceva a 374 µm a 6 mesi e a 357 µm a 12 al baseline, b) iniezione intravitreale di bevacizumab 1,25 mg mesi con una differenza statisticamente significativa rispetto al baseline e dopo 6 settimane, c) iniezione intravitreale di ai valori medi iniziali di 463 µm. bevacizumab 2,5 mg al baseline e dopo 6 settimane, d) inie- Gli studi di Paccola, Shimura e Soheilian hanno messo a zione intravitreale di bevacizumab 1,25 mg al baseline e inie- confronto triamcinolone e bevacizumab nel trattamento zione placebo a 6 settimane, o e) iniezione intravitreale di dell’EMD23-25. In particolare, lo studio clinico randomizzato di bevacizumab 1,25 mg al baseline e fotocoagulazione laser Soheilian comparava l’iniezione intravitreale di bevacizumab retinica a 6 settimane. 1,25 mg da sola o in combinazione con triamcinolone 2 mg L’acuità visiva nei gruppi bevacizumab (gruppi b e c) mostra- vs fotocoagulazione laser come trattamento primario va un miglioramento mediano di 1-linea a 3 settimane, dell’EMD25. miglioramento successivamente mantenuto fino a 12 setti- Il gruppo bevacizumab mostrava un miglioramento significa- mane. Il gruppo sottoposto a fotocoagulazione laser perde- tivo dell’acuità visiva da 0,71 a 0,54 (LogMAR) a 6 settima- va 2 lettere a 3 settimane e una lettera a 12 settimane, ne, successivamente mantenuto a 12, 24 e 36 settimane. I restando sostanzialmente stabile. Un trend simile era osser- pazienti sottoposti a trattamento combinato mostravano un vato considerando lo spessore retinico centrale. Confron- miglioramento significativo da 0,73 a 0,60 a 6 e 12 settima- tando la fotocoagulazione laser verso il trattamento bevaci- ne, ma perdevano il beneficio iniziale a 6 e 9 mesi. Nel grup- zumab (gruppo a vs gruppi b-d), una maggiore riduzione del po laser l’acuità visiva mostrava una stabilizzazione a 6 set- CRT era osservata nei gruppi bevacizumab a 3 settimane. timane (0,60 contro 0,55) e valori simili erano mantenuti nei Inoltre, nessuna differenza significativa era osservabile tra i controlli successivi. I valori dello spessore centrale retinico si gruppi che ricevevano 1,25 o 2,5 mg o tra i gruppi che rice- riducevano significativamente in tutti i gruppi a 6 settimane, vevano il trattamento combinato e i gruppi riceventi la sola ma non nei controlli successivi; inoltre non vi erano differen- terapia intravitreale. ze significative tra i gruppi. Il ritrattamento era eseguito in 14 Gli stessi risultati erano confermati da Lam e collaboratori occhi del gruppo bevacizumab, in 10 occhi del gruppo com- in uno studio con un follow-up esteso a 6 mesi20. Si confer- binato e in 3 occhi del gruppo laser. Un altro aspetto interes- mava inoltre come l’effetto dell’iniezione intravitreale rag- sante emerso da questo studio è rappresentato dalla regres- giungeva un plateau d’azione a circa 3 settimane e iniezio- sione completa o parziale dopo la prima iniezione di beva- ni aggiuntive erano necessarie per mantenere l’efficacia ini- cizumab della neovascolarizzazione retinica presente in ziale. 9 pazienti al baseline. Più recentemente, Arevalo ha presentato i risultati di uno stu- Un riscontro analogo è stato ottenuto da Avery, Jorge, dio retrospettivo, multicentrico, con follow-up di 24 mesi. Lo Moradian e Huang in studi indipendenti26-29. In questi studi studio valutava 139 occhi sottoposti a iniezione intravitreale pilota, con follow-up di 12-20 settimane, l’iniezione intravi- di bevacizumab 1,25/2,5 mg21. Il trattamento poteva essere treale di bevacizumab si è dimostrata efficace nel ridurre ripetuto in caso di edema maculare ricorrente associato a l’edema maculare diabetico associato a retinopatia diabetica riduzione dell’acuità visiva. A 1 mese, entrambi i gruppi proliferante e nel produrre la regressione completa o parzia- mostravano un miglioramento significativo dell’acuità visiva, le dei neovasi retinici; inoltre, era possibile evidenziare una che successivamente si manteneva fino a 24 mesi. Il gruppo regressione dei neovasi iridei e una più rapida risoluzione 1,25 mg migliorava da 20/150 a 20/107 a 1 mese e a 20/75 delle emorragie vitreali associate a retinopatia diabetica pro- a 24 mesi. Nel gruppo 2,5 mg, l’acuità visiva migliorava da liferante. 20/168 a 20/118 a 1 mese e a 20/114 a 24 mesi. L’esame Un altro aspetto interessante è l’impiego di bevacizumab OCT evidenziava un significativo miglioramento in termini di nell’intervento di facoemulsificazione in soggetti affetti da spessore retinico centrale in entrambi i gruppi. A 1 mese, lo EMD. Il trattamento combinato facoemulsificazione-iniezio- spessore medio si riduceva da 446 µm a 333 µm; durante ne intravitreale di bevacizumab si è dimostrato efficace nel il periodo successivo un trend simile era osservato fino a ridurre l’edema maculare diabetico e nel prevenire la 24 mesi con un valore finale medio di 279,7 µm. Risultati progressione dell’edema maculare dopo estrazione di simili erano osservati nel gruppo di 2,5 mg. Durante lo stu- cataratta.
  • 5. 86 F. Bandello et al. VEGF-Trap Conflitto di interessi VEGF-Trap (Regeneron®) è una proteina ricombinante di Nessuno. 115 kDa ottenuta per fusione di due frazioni dei recettori VEGF 1-2 e la regione Fc dell’immunoglobulina IgG. La molecola generata è in grado di legare tutte le isoforme VEGF con affinità più alta rispetto ad altri anti-VEGF, inclusi Bibliografia bevacizumab e ranibizumab30. 1. Caldwell RB, Bartoli M, Behzadian MA, El-Remessy AE, Inoltre, VEGF Trap-Eye ha un’emivita più lunga e lega altri Al-Shabrawey M, Platt DH et al. Vascular endothelial growth fac- membri della famiglia VEGF compresi il fattore di crescita tor and diabetic retinopathy: pathophysiological mechanisms placentare 1 e 2, i quali hanno dimostrato un ruolo nel deter- and treatment perspectives. Diabetes Metab Res Rev 2003;19: minare un’incrementata permeabilità vascolare. Probabil- 442-55. mente, questa più alta affinità consentirà di somministrare 2. Lu M, Kuroki M, Amano S, Tolentino M, Keough K, Kim I et al. dosi ridotte mantenendo una più lunga efficacia d’azione31,32. Advanced glycation end products increase retinal vascular endothelial growth factor expression. J Clin Invest 1998; Uno studio di fase 1 disegnato per valutare sicurezza e bioat- 101:1219-24. tività di una singola iniezione di 4,0 mg di VEGF Trap-Eye in 3. Gabbay KH. The sorbitol pathway and the complications of dia- soggetti con edema maculare diabetico è stato riportato da betes. N Engl J Med 1973;288:831-6. Do e collaboratori33. 4. Gardner TW, Antonetti DA, Barber AJ, LaNoue KF, Levison SW. Nei 5 pazienti arruolati era possibile osservare, a 4 settima- Diabetic retinopathy: more than meets the eye. Surv Ophthalmol ne, una riduzione significativa dello spessore retinico centra- 2002;47(suppl. 2):S253-62. le che si manteneva in 4 pazienti a 6 settimane. L’acuità visi- 5. Aiello LP, Northrup JM, Keyt BA, Takagi H, Iwamoto MA. va mostrava un miglioramento di 9 lettere a 4 settimane e Hypoxic regulation of vascular endothelial growth factor in reti- 3 lettere a 6 settimane. In generale, una sola iniezione intra- nal cells. Arch Ophthalmol 1995;113:1538-44. vitreale di 4,0 mg di VEGF Trap-Eye era ben tollerata e nes- 6. Neufeld G, Cohen T, Gengrinovitch S, Poltorak Z. Vascular sun evento avverso grave era riportato. endothelial growth factor (VEGF) and its receptors. FASEB J 1999:9-22. 7. Grant MB, Afzal A, Spoerri P Pan H, Shaw LC, Mames RN. The role of growth factors in the pathogenesis of diabetic retino- Conclusioni pathy. Expert Opin Investig Drugs 2004;13:1275-93. 8. Plate KH, Breier G, Weich HA, Risau W. Vascular endothelial La terapia con molecole anti-VEGF apre una nuova fase nel growth factor is a potential tumour angiogenesis factor in trattamento dell’edema maculare diabetico e della retinopa- human gliomas in vivo. Nature 1992;359:845-8. tia diabetica proliferante. Il trattamento fotocoaulativo laser, 9. Shweiki D, Itin A, Soffer D, et al. Vascular endothelial growth fac- ampiamente distruttivo, potrebbe essere almeno in parte tor induced by hypoxia may mediate hypoxia-initiated angioge- sostituito dall’approccio farmacologico di semplice esecu- nesis. Nature 1992;359:843-5. zione e sostenuto da risultati incoraggianti. 10. Ferrara N. Vascular endothelial growth factor: basic science and La patogenesi multifattoriale e il decorso cronico della retino- clinical progress. Endocr Rev 2004;25:581-611. patia diabetica sembrano comunque richiedere un’analisi 11. Cunningham ET Jr, Adamis AP, Altaweel M, Aiello LP, Bressler molto complessa. In particolare, l’approccio terapeutico NM, D’Amico DJ et al.; Macugen Diabetic Retinopathy Study dovrebbe essere specificamente definito sulla base delle Group. A phase II randomized double-masked trial of pegapta- caratteristiche della retinopatia diabetica del singolo pazien- nib, an anti-vascular endothelial growth factor aptamer, for dia- betic macular edema. Ophthalmology 2005;112:1747-57. te. Un miglioramento terapeutico può essere raggiunto quin- di attraverso un affinamento delle capacità diagnostiche nel 12. Gonzalez VH, Giuliari GP, Banda RM, Guel DA. Intravitreal injec- tion of pegaptanib sodium for proliferative diabetic retinopathy. tentativo di classificare in modo più preciso le sottoforme di Br J Ophthalmol 2009;93:1474-8. retinopatia diabetica. 13. Chun DW, Heier JS, Topping TM, Duker JS, Bankert JM. A pilot Al momento attuale, benché la fotocoagulazione laser study of multiple intravitreal injections of ranibizumab in patients debba tuttora essere considerata il trattamento di prima with center-involving clinically significant diabetic macular linea per l’EMD clinicamente significativo e la retinopatia edema. Ophthalmology 2006;113:1706-12. diabetica proliferante, esiste ampio spazio per l’approccio 14. Nguyen QD, Tatlipinar S, Shah SM, Haller JA, Quinlan E, Sung anti-VEGF sotto forma sia di monoterapia sia di terapia J et al. Vascular endothelial growth factor is a critical stimulus for combinata. diabetic macular edema. Am J Ophthalmol 2006;142:961-9. Tuttavia, sono molti i punti che dovranno trovare una miglio- 15. Nguyen QD, Shah SM, Heier JS, Do DV, Lim J, Boyer D et al.; re definizione nel corso dei prossimi studi, alcuni riguardanti READ-2 Study Group. Primary end point (six months) results of the Ranibizumab for Edema of the mAcula in Diabetes (READ-2) le caratteristiche dei differenti quadri di edema maculare dia- Study. Ophthalmology 2009;116:2175-81.e1 betico, altri riguardanti le proprietà farmacologiche delle sin- 16. Wolf S, Massin P, Bandello F et al.; RESOLVE Study Group. gole molecole. Per ogni molecola anti-VEGF devono essere Safety and efficacy of ranibizumab treatment in patients with ancora definiti lo schema di somministrazione più efficace, il diabetic macular edema: 12-months results of the Resolve dosaggio e le modalità di somministrazione. study. ARVO Meeting 2009. Fort Lauderdale, Florida.
  • 6. Anti-VEGF nel trattamento della retinopatia diabetica 87 17. Diabetic Retinopathy Clinical Research Network, Elman MJ, alone or combined with triamcinolone versus macular photo- Aiello LP, Beck RW, Bressler NM, Bressler SB, Edwards AR et coagulation in diabetic macular edema. Ophthalmology 2009; al. Randomized trial evaluating ranibizumab plus prompt or 116:1142-50. deferred laser or triamcinolone plus prompt laser for diabetic 26. Avery RL, Pearlman J, Pieramici DJ, Rabena MD, Castellarin AA, macular edema. Ophthalmology 2010;117:1064-77.e35.0. Nasir MA et al. Intravitreal bevacizumab (Avastin) in the treat- 18. http://clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT00445003 ment of proliferative diabetic retinopathy. Ophthalmology 2006;113:1695.e1-15. 19. Diabetic Retinopathy Clinical Research Network. A phase II ran- domized clinical trial of intravitreal bevacizumab for diabetic 27. Jorge R, Costa RA, Calucci D, Cintra LP, Scott IU. Intravitreal macular edema. Ophthalmology 2007;114:1860-7. bevacizumab (Avastin) for persistent new vessels in diabetic reti- nopathy (IBEPE study). Retina 2006;26:1006-13. 20. Lam DS, Lai TY, Lee VY, Chan CK, Liu DT, Mohamed S et al. Efficacy of 1.25 MG versus 2.5 MG intravitreal bevacizumab for 28. Moradian S, Ahmadieh H, Malihi M, Soheilian M, Dehghan MH, diabetic macular edema: six-month results of a randomized Azarmina M. Intravitreal bevacizumab in active progressive pro- controlled trial. Retina 2009;29:292-9. liferative diabetic retinopathy. Graefes Arch Clin Exp Ophthalmol 2008;246:1699-705. 21. Arevalo JF, Sanchez JG, Wu L, Maia M, Alezzandrini AA, Brito M et al.; Pan-American Collaborative Retina Study Group. Primary 29. Huang YH, Yeh PT, Chen MS, Yang CH, Yang CM. Intravitreal intravitreal bevacizumab for diffuse diabetic macular edema: the bevacizumab and panretinal photocoagulation for proliferative Pan-American Collaborative Retina Study Group at 24 months. diabetic retinopathy associated with vitreous haemorrhage. Ophthalmology 2009;116:1488-97. Retina 2009;29:1134-40. 22. Kook D, Wolf A, Kreutzer T, Neubauer A, Strauss R, Ulbig M et 30. Economides AN, Carpenter LR, Rudge JS, Wong V, Koehler- al. Long-term effect of intravitreal bevacizumab (avastin) in Stec EM, Hartnett C et al. Cytokine traps: multi-component, patients with chronic diffuse diabetic macular edema. Retina high-affinity blockers of cytokine action. Nat Med 2003;9: 2008;28:1053-60. 47-52. 23. Paccola L, Costa RA, Folgosa MS, Barbosa JC, Scott IU, Jorge 31. Holash J, Davis S, Papadopoulos N, Croll SD, Ho L, Russell M R. Intravitreal triamcinolone versus bevacizumab for treatment et al. VEGF-Trap: a VEGF blocker with potent antitumor effects. of refractory diabetic macular oedema (IBEME study). Br J Proc Natl Acad Sci USA 2002;99:11393-8. Ophthalmol 2008;92:76-80. 32. Stewart MW, Rosenfeld PJ. Predicted biological activity of intra- 24. Shimura M, Nakazawa T, Yasuda K, Shiono T, Iida T, Sakamoto vitreal VEGF Trap. Br J Ophthalmol 2008;92:667-8. T et al. Comparative therapy evaluation of intravitreal bevacizu- 33. Do DV, Nguyen QD, Shah SM, Browning DJ, Haller JA, Chu K mab and triamcinolone acetonide on persistent diffuse diabetic et al. An exploratory study of the safety, tolerability and bioacti- macular edema. Am J Ophthalmol 2008;145:854-61. vity of a single intravitreal injection of vascular endothelial growth 25. Soheilian M, Ramezani A, Obudi A, Bijanzadeh B, Salehipour M, factor Trap-Eye in patients with diabetic macular oedema. Br J Yaseri M et al. Randomized trial of intravitreal bevacizumab Ophthalmol 2009;93:144-9.