2. Dio solo perdona
il peccato
Dio solo perdona i peccati. Poiché
Gesù è il Figlio di Dio, egli dice di se
stesso: «Il Figlio dell'uomo ha il
potere sulla terra di rimettere i
peccati (Mc 2,10) ed esercita
questo potere divino:
«Ti sono rimessi i tuoi peccati!»
(Mc 2,5). Ancor di più: in virtù della
sua autorità divina dona tale potere
agli uomini affinché lo esercitino nel
suo nome. CCC 1441
3. Durante la sua vita pubblica, Gesù non ha soltanto perdonato i peccati; ha pure
manifestato l'effetto di questo perdono: egli ha reintegrato i peccatori perdonati nella
comunità del popolo di Dio, dalla quale il peccato li aveva allontanati o persino esclusi.
Un segno chiaro di ciò è il fatto che Gesù ammette i peccatori alla sua tavola; più
ancora, egli stesso siede alla loro mensa, gesto che esprime in modo sconvolgente il
perdono di Dio e, nello stesso tempo, il ritorno in seno al popolo di Dio. CCC 1443
I farisei e gli scribi
mormoravano
dicendo:
«Costui accoglie i
peccatori e
mangia con loro».
Cf. Lc 15
4. Rendendo gli Apostoli partecipi del suo proprio
potere di perdonare i peccati, il Signore dà loro
anche l'autorità di riconciliare i peccatori con la
Chiesa. Tale dimensione ecclesiale del loro
ministero trova la sua più chiara espressione nella
solenne parola di Cristo a Simon Pietro: «A te
darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che
legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò
che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli»
(Mt 16,19).
Questo «incarico di legare e di sciogliere, che
è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure
concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo
capo (cf Mt 18,18; 28,16-20)». CCC 1444
Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi escluderete dalla vostra
comunione sarà escluso dalla comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo
nella vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. La riconciliazione con la
Chiesa è inseparabile dalla riconciliazione con Dio. CCC 1445
5. Quando fu
istituito questo
Sacramento?
Il Signore risorto ha istituito questo Sacramento quando la sera di Pasqua si
mostrò ai suoi Apostoli e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi
rimetterete i peccati saranno rimessi, e a chi non li rimetterete
resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). CCCc 298.
6. Nascita della Chiesa
La Chiesa nasce con la scelta da
parte di Gesù Cristo dei dodici
Apostoli, al fine di rappresentare
con il loro numero le dodici tribù di
Israele e simbolicamente tutta
l’umanità alla quale il suo
messaggio era rivolto. Più
propriamente la Chiesa ha origine
subito dopo la Pasqua (come
afferma Giovanni o a Pentecoste
come dice Luca), quando gli
Apostoli - con la resurrezione del
maestro e con il superamento,
grazie allo spirito di Dio,
comunicato da Gesù risorto, -
decidono di diffondere il messaggio
di Gesù, anzitutto basandosi
sull’annuncio della sua resurrezione
quale evento fondamentale nella
storia dell’umanità.
7. È chiamato sacramento della Conversione poiché realizza sacramentalmente
l'appello di Gesù alla conversione, il cammino di ritorno al Padre5 da cui ci si è allontanati
con il peccato.
È chiamato sacramento della Penitenza poiché consacra un cammino personale ed
ecclesiale di conversione, di pentimento e di soddisfazione del cristiano peccatore. CCC 1423
È chiamato sacramento della Confessione poiché l'accusa, la confessione dei peccati
davanti al sacerdote è un elemento essenziale di questo sacramento. In un senso
profondo esso è anche una «confessione», riconoscimento e lode della santità di Dio e
della sua misericordia verso l'uomo peccatore.
È chiamato sacramento del Perdono poiché, attraverso l'assoluzione sacramentale del
sacerdote, Dio accorda al penitente «il perdono e la pace».
È chiamato sacramento della Riconciliazione perché dona al peccatore l'amore di
Dio che riconcilia: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20). Colui che vive
dell'amore misericordioso di Dio è pronto a rispondere all'invito del Signore: «Va' prima a
riconciliarti con il tuo fratello» (Mt 5,24). CCC 1424
Come viene chiamato questo sacramento?
ABBRACCIO di Valeria Scuteri, Pigmenti su tela, 1990
8. Autore Rembrandt
Harmenszoon
Van Rijn
Data 1668
Tecnica pittura a
olio su tela
Dimensioni 262×206 cm
Ubicazione Museo
dell'Ermitage,
San
Pietroburgo
Il ritorno
del figliol prodigo
9. Perché esiste un Sacramento
della Riconciliazione
dopo il Battesimo?
Poiché la vita nuova nella grazia, ricevuta nel
Battesimo, non ha soppresso la debolezza della
natura umana, né l'inclinazione al peccato (cioè
la concupiscenza), Cristo ha istituito questo
Sacramento per la conversione dei battezzati, che si
sono allontanati da lui con il peccato. CCCc 297.
Gesù chiama alla conversione. Questo appello è una componente essenziale dell'annuncio del Regno: «Il
tempo è compiuto e il regno di Dio è ormai vicino; convertitevi e credete al Vangelo»
(Mc 1,15). Nella predicazione della Chiesa questo invito si rivolge dapprima a quanti non conoscono ancora
Cristo e il suo Vangelo. Il Battesimo è quindi il luogo principale della prima e fondamentale conversione. È
mediante la fede nella Buona Novella e mediante il Battesimo che si rinuncia al male e si acquista la
salvezza, cioè la remissione di tutti i peccati e il dono della vita nuova. CCC 1427
10. Cristo ha affidato il ministero della riconciliazione ai suoi Apostoli,
ai Vescovi loro successori e ai presbiteri loro collaboratori, i
quali diventano pertanto strumenti della misericordia e della
giustizia di Dio. Essi esercitano il potere di perdonare i peccati nel
Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. CCC 307
Chi è il ministro di
questo Sacramento?
11. Quali sono gli elementi
essenziali del
Sacramento della
Riconciliazione?
Sono due:
- gli atti compiuti dall'uomo,
che si converte sotto l'azione
dello Spirito Santo,
e
- l'assoluzione del sacerdote,
che nel Nome di Cristo
concede il perdono e stabilisce
le modalità della soddisfazione.
CCCc 302
12. Quali sono gli atti del penitente?
Essi sono:
- un diligente esame di coscienza;
- la contrizione (o pentimento), che è perfetta quando è
motivata dall'amore verso Dio, imperfetta se fondata su altri
motivi, e che include il proposito di non peccare più;
- la confessione, che consiste nell'accusa dei peccati fatta
davanti al sacerdote;
- la soddisfazione, ossia il compimento di certi atti di penitenza,
che il confessore impone al penitente per riparare il danno
causato dal peccato. CCCc 303
È bene prepararsi a ricevere questo sacramento con un ESAME DI COSCIENZA fatto
alla luce della Parola di Dio. I testi più adatti a questo scopo sono da cercarsi nel
Decalogo e nella catechesi morale dei Vangeli e delle lettere degli Apostoli: il discorso
della montagna, gli insegnamenti apostolici.46 CCC 1454
13. GLI ATTI DEL PENITENTE
La CONTRIZIONE
Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa è « il dolore dell'animo e la riprovazione del
peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire ».43 CCC 1451
La CONFESSIONE dei peccati
La confessione dei peccati (l'accusa), anche da un punto di vista semplicemente umano, ci libera e facilita
la nostra riconciliazione con gli altri. Con l'accusa, l'uomo guarda in faccia i peccati di cui si è reso
colpevole; se ne assume la responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della
Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire. CCC 1455
La SODDISFAZIONE
Molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare (ad esempio restituire cose rubate,
ristabilire la reputazione di chi è stato calunniato, risanare le ferite). La semplice giustizia lo esige. Ma, in più, il
peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo. L'assoluzione
toglie il peccato, ma non porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato.57 Risollevato dal peccato, il
peccatore deve ancora recuperare la piena salute spirituale. Deve dunque fare qualcosa di più per riparare le proprie
colpe: deve «soddisfare» in maniera adeguata o «espiare» i suoi peccati. Questa soddisfazione si chiama anche
«penitenza». CCC 1459
14. Il confessore propone al penitente il
compimento di certi atti
di «soddisfazione» o
di «penitenza», al fine di riparare il
danno causato dal peccato e
ristabilire gli atteggiamenti consoni al
discepolo di Cristo. CCC 1494
l'assoluzione del sacerdote, che nel Nome di Cristo
concede il perdono e stabilisce le modalità della soddisfazione
La formula di assoluzione in uso nella Chiesa latina esprime gli elementi essenziali di questo sacramento: il
Padre delle misericordie è la sorgente di ogni perdono. Egli realizza la riconciliazione dei peccatori
mediante la pasqua del suo Figlio e il dono del suo Spirito, attraverso la preghiera e il ministero della
Chiesa:
«Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del
suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il
ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre
e del Figlio e dello Spirito Santo».41 CCC 449
15. sigillo sacramentale
Data la delicatezza e la grandezza di questo ministero e il rispetto
dovuto alle persone, la Chiesa dichiara che ogni sacerdote che
ascolta le confessioni è obbligato, sotto pene molto severe, a
mantenere un segreto assoluto riguardo ai peccati che i suoi
penitenti gli hanno confessato.71 Non gli è lecito parlare neppure
di quanto viene a conoscere, attraverso la confessione, della vita
dei penitenti. Questo segreto, che non ammette eccezioni,
si chiama il «sigillo sacramentale», poiché ciò che il
penitente ha manifestato al sacerdote rimane «sigillato»
dal sacramento. CCC 1467
Can. 1388 - §1. Il confessore che viola direttamente il sigillo
sacramentale incorre nella scomunica latae
sententiae riservata alla Sede Apostolica; chi poi lo fa solo
indirettamente sia punito proporzionalmente alla gravità del
delitto. Cf CDC
16. CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Decreto
riguardante la scomunica a colui che divulga le confessioni
La Congregazione per la Dottrina della Fede, allo scopo di tutelare la santità del sacramento della
Penitenza e per difendere i diritti dei ministri e dei fedeli cristiani allo stesso sacramento che riguardano
il sigillo sacramentale e gli altri segreti connessi con la Confessione, in virtù della speciale facoltà
conferita dalla Suprema Autorità della Chiesa (can. 30), ha stabilito che:
Ferma restando la prescrizione del can. 1388, chiunque registra con qualsiasi strumento
tecnico ciò che nella Confessione Sacramentale, vera o simulata, fatta da sé o da un
altro, viene detto dal confessore o dal penitente, oppure lo divulga con strumenti
della comunicazione sociale, incorre nella scomunica latae sententiae.
Questo Decreto entra in vigore dal giorno della promulgazione.
23 settembre 1988
+ Joseph Card. Ratzinger
Prefetto
+ Alberto Bovone
Arcivescovo tit. di Cesarea di Numidia
Segretario
17. I casi sono i seguenti:
1 – Can. 1367: Chi profana le specie consacrate, oppure le asporta o le conserva a scopo
sacrilego, incorre nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica; il chierico
inoltre può essere punito con altra pena, non esclusa la dimissione dallo stato clericale.
2 – Can. 1370: § 1. Chi usa violenza fisica contro il Romano Pontefice, incorre nella
scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica, alla quale, se si tratta di un
chierico, si può aggiungere a seconda della gravità del delitto, un’altra pena, non esclusa la
dimissione dallo stato clericale.
Ci sono peccati così gravi che vengono puniti con la scomunica automatica, la cosiddetta scomunica
“latae sententiae”. L’aborto è uno di questi.
In genere questi peccati possono essere perdonati con la confessione, la penitenza e la sincera
correzione, e la pena della scomunica può essere sollevata dal vescovo locale.
Ci sono tuttavia 6 casi di scomunica che solo la Santa Sede può sollevare.
Cinque di questi sono menzionati dal Codice di Diritto Canonico, il sesto è stato aggiunto dalla
Congregazione per la Dottrina della Fede.
Le 6 scomuniche che solo la Santa Sede può sollevare
Esistono peccati così gravi che vengono puniti automaticamente con la scomunica
18. 3 – Can. 1382: Il Vescovo che senza mandato pontificio consacra qualcuno Vescovo e chi da esso
ricevette la consacrazione, incorrono nella scomunica latae sententiae riservata alla Sede
Apostolica.
4 – Can. 1378: § 1. Il sacerdote che agisce contro il disposto del ⇒ can. 977 (assoluzione del
complica in un peccato contro il sesto comandamento) incorre nella scomunica latae
sententiae riservata alla Sede Apostolica.
Nota: Questo canone si riferisce ai casi in cui il sacerdote confessore è stato complice del peccato contro la
castità confessato dalla persona penitente. Ad esempio, se una donna che ha avuto rapporti sessuali con un
sacerdote va a confessarsi dallo stesso presbitero, egli non può assolverla a meno che non ci sia un imminente
pericolo di morte della donna, visto che è suo complice nel peccato contro il sesto comandamento (ovvero un
peccato contro la castità).
5 – Can. 1388: § 1. Il confessore che viola direttamente il sigillo sacramentale incorre nella
scomunica latae sententiae riservata alla Sede Apostolica; chi poi lo fa solo indirettamente sia
punito proporzionalmente alla gravità del delitto.
6 – Oltre a questi casi, la Congregazione per la Dottrina della Fede ne ha aggiunto un altro: il
tentativo di conferire l’ordinazione sacerdotale a una donna.
Can. 976 - Ogni sacerdote, anche se privo della facoltà di ricevere le confessioni,
assolve validamente e lecitamente tutti i penitenti che si trovano in pericolo di morte,
da qualsiasi censura e peccato, anche qualora sia presente un sacerdote approvato.
19.
20. A.Rito per la riconciliazione dei singoli penitenti
Preparazione del sacerdote e del penitente
15. Il sacerdote e il penitente si preparino alla celebrazione del sacramento anzitutto con la
preghiera. Il sacerdote invochi lo Spirito Santo, per averne luce e carità; il penitente
confronti la sua vita con l'esempio e con le parole di Cristo, e si raccomandi a Dio perché
perdoni i suoi peccati.
Accoglienza del penitente
16. Il sacerdote accolga il penitente con fraterna carità ed eventualmente lo saluti con
espressioni di affabile dolcezza. Quindi il penitente si fa il segno di croce, dicendo:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Anche il sacerdote può
segnarsi con lui. Poi il sacerdote con una breve formula invita il penitente alla fiducia in Dio.
Se il penitente è sconosciuto al confessore, è bene che gli precisi la sua condizione, il tempo
trascorso dalla ultima confessione, le eventuali difficoltà della sua vita cristiana e tutto
quanto può essere utile al confessore per l'esercizio del suo ministero.
21. Lettura della Parola di Dio
17. Quindi il sacerdote, o anche il penitente stesso, legge, secondo l'opportunità, un testo della Sacra Scrittura; la
lettura però si può fare anche nella preparazione al sacramento.
È infatti la parola di Dio che illumina il fedele a conoscere i suoi peccati, lo chiama alla conversione e gl'infonde
fiducia nella misericordia di Dio.
Confessione dei peccati e accettazione della soddisfazione
18. Il penitente confessa poi i suoi peccati, cominciando, dove c'è l'uso, dalla formula della
confessione generale (per es. il Confesso a Dio). Il sacerdote lo aiuti, se necessario, a fare con
integrità la sua confessione, lo esorti a pentirsi sinceramente delle offese fatte a Dio, gli
rivolga buoni consigli per indurlo a iniziare una vita nuova, e lo istruisca, qualora ce ne fosse
bisogno, sui doveri della vita cristiana.
Se il penitente si fosse reso responsabile di danni, o avesse dato motivo di scandalo, il confessore gli
ricordi il dovere di una congrua riparazione.
Quindi il sacerdote impone al penitente la soddisfazione; soddisfazione che sia non solo un'espiazione delle colpe
commesse, ma anche un aiuto per iniziare una vita nuova, e un rimedio all'infermità del peccato; la soddisfazione
deve quindi corrispondere, per quanto possibile, alla gravità e alla natura dei peccati accusati e può
opportunamente concretarsi nella preghiera, nel rinnegamento di sé, e soprattutto nel servizio del prossimo e nelle
opere di misericordia: con esse infatti si pone meglio in luce il carattere sociale sia del peccato che della sua
remissione.
22. Preghiera del penitente e assoluzione del sacerdote
19. Fatta l'accusa e ricevuta la soddisfazione, il penitente manifesta la sua contrizione e il proposito di
una vita nuova, recitando una preghiera, con la quale chiede a Dio Padre perdono dei suoi peccati. È
bene usare una formula composta di espressioni della sacra Scrittura.
Formula della assoluzione
Dopo la preghiera del penitente, il sacerdote, tenendo stese le mani, o almeno la mano
destra, sul capo del penitente stesso, pronunzia la formula dell'assoluzione, nella quale sono
essenziali le parole:
Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Dimensione trinitaria e senso ecclesiale
Nel pronunciare queste ultime parole, il sacerdote traccia sul penitente il segno di croce. La
formula dell'assoluzione indica che la riconciliazione del penitente viene dalla misericordia del
Padre; fa vedere il nesso fra la riconciliazione del penitente e il mistero pasquale di Cristo;
sottolinea l'azione dello Spirito Santo nella remissione dei peccati; mette in luce infine l'aspetto
ecclesiale del sacramento per il fatto che la riconciliazione con Dio viene richiesta e concessa
mediante il ministero della Chiesa.
23. Il penitente confessa i propri peccati;
ascolta le parole del Sacerdote; accetta l’esercizio penitenziale che gli viene proposto e, invitato dal Sacerdote,
manifesta la sua contrizione recitando l’atto di dolore o qualche altra formula simile, per esempio:
PREGHIERA DEL PENITENTE E ASSOLUZIONE
45. Il sacerdote invita il penitente a manifestare la sua contrizione; e il penitente lo fa
recitando l'atto di dolore o qualche altra formula simile, per esempio:
la formula
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo
santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Signore, misericordia, perdonami.
_____________________________________________________
2a formula
Ricordati, Signore, del tuo amore,
della tua fedeltà che è da sempre.
Non ricordare i miei peccati:
ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore. Sal 24, 6-7
24. 3a formula
Lavami, Signore, da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Riconosco la mia colpa,
il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Sal 50, 4-5
_____________________________________________________
4a formula
Padre, ho peccato contro di te,
non sono più degno di esser chiamato tuo figlio.
Abbi pietà di me peccatore. Lc 15, 18; 18,13
_____________________________________________________
5a formula
Padre santo, come il figliol prodigo mi rivolgo alla tua misericordia:
«Ho peccato contro di te, non son più degno d'esser chiamato tuo figlio».
Cristo Gesù, Salvatore del mondo, che hai aperto al buon ladrone
le porte del paradiso, ricordati di me nel tuo regno.
Spirito Santo, sorgente di pace e d'amore, fa' che purificato da ogni colpa
e riconciliato con il Padre io cammini sempre come figlio della luce.
25. 6a formula
Signore Gesù, che sanavi gli infermi
e aprivi gli occhi ai ciechi,
tu che assolvesti la donna peccatrice
e confermasti Pietro nel tuo amore,
perdona tutti i miei peccati,
e crea in me un cuore nuovo,
perché io possa vivere
in perfetta unione con i fratelli
e annunziare a tutti la salvezza.
_____________________________________________________
7a formula
Signore Gesù,
che volesti esser chiamato
amico dei peccatori,
per il mistero della tua morte
e risurrezione
liberami dai miei peccati
e donami la tua pace,
perché io porti frutti di carità,
di giustizia e di verità.
26. 8a formula
Signore Gesù Cristo,
Agnello di Dio,
che togli i peccati del mondo,
riconciliami col Padre
nella grazia dello Spirito Santo;
lavami nel tuo sangue da ogni peccato
e fa' di me un uomo nuovo
per la lode della tua gloria.
_____________________________________________________
9a formula
Pietà di me, o Signore,
secondo la tua misericordia;
non guardare ai miei peccati
e cancella tutte le mie colpe;
crea in me un cuore puro
e rinnova in me
uno spirito di fortezza e di santità.
Oppure:
Signore Gesù, Figlio di Dio,
abbi pietà di me peccatore.
27. Rendimento di grazie e congedo del penitente
20. Ricevuta la remissione dei peccati, il penitente riconosce e confessa la misericordia di Dio e a
lui rende grazie con una breve invocazione, tratta dalla sacra Scrittura; quindi il sacerdote lo
congeda in pace.
Il penitente prosegue poi la sua conversione e la esprime con una vita rinnovata secondo il
vangelo e sempre più ravvivata dall'amore di Dio, perché «la carità copre una moltitudine di
peccati» (1 Pt 4, 8)
Rito abbreviato
21. Se una necessità pastorale lo consiglia, il sacerdote può omettere o abbreviare alcune parti del
rito, purché però siano sempre conservate integralmente: la confessione dei peccati e
l'accettazione della soddisfazione, l'invito alla contrizione (n. 44), la formula dell'assoluzione
e quella del congedo.
In caso di pericolo di morte imminente, basta che il sacerdote pronunzi le parole essenziali della
formula della assoluzione, cioè: Io ti assolvo dai tuoi peccati, nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo.
28. Gli effetti spirituali del sacramento della Penitenza sono:
— la riconciliazione con Dio mediante la quale il penitente ricupera la grazia;
— la riconciliazione con la Chiesa;
— la remissione della pena eterna meritata a causa dei peccati mortali;
— la remissione, almeno in parte, delle pene temporali, conseguenze del peccato;
— la pace e la serenità della coscienza, e la consolazione spirituale;
— l'accrescimento delle forze spirituali per il combattimento cristiano. CCC 1496
29. … Cristo agisce in
ogni sacramento. Si
rivolge personalmente
a ciascun peccatore:
«Figliolo, ti sono
rimessi i tuoi peccati»
(Mc 2,5); è il medico
che si china sui singoli
malati che hanno
bisogno di lui per
guarirli; li rialza e li
reintegra nella
comunione fraterna.
La confessione
personale è quindi la
forma più significativa
della riconciliazione
con Dio e con la
Chiesa. CCC 1484
30. Il Signore ha perdonato
i tuoi peccati.
Va' in pace.