SlideShare a Scribd company logo
1 of 108
GAS CROMATOGRAFIA (GC)
Confronto tra colonne impaccate e capillari
Le colonne capillari
Confronto tra colonne capillari
Polarità: un criterio per scegliere la fase stazionaria
Alcune fasi stazionarie di uso comune per GLC capillare
 
INIETTORI PER GC
INIETTORI PER GC
Iniettore  splitt
Microestrazione in fase solida (SPE)
Estrazione  purge & trap
RIVELATORI PER GC
Rivelatore a termoconducibilità (TCD)
Rivelatore a ionizzazione di fiamma (FID)
Rivelatore a cattura elettronica (ECD)
I tempi di ritenzione crescono con il logaritmo dell’abbassamento di temperatura della colonna Equazione di Clausius-Clapeyron p  =  tensione di vapore  v H  =  variazione di entalpia di vaporizzazione  TEMPERATURA PROGRAMMATA IN GLC
CROMATOGRAFIA LIQUIDA … .forense: vediamo Catherine mentre prepara campioni per HPLC….  (da  CSI,  M. Helgenberger)  La  Cromatografia Liquida  è diventata una tecnica analitica indispensabile in molti settori:  farmaceutico, biologico, biomedico, clinico  e …..
HPLC CROMATOGRAFIA LIQUIDA Durante il processo cromatografico la velocità con la quale ciascun analita procede lungo la colonna dipende dalle interazioni che stabilisce con la fase mobile e stazionaria, quindi la separazione è dovuta alla differenza nei  coefficienti di distribuzione  delle singole molecole  nelle due fasi . La definizione  HPLC  ( H igh  P ressure  L iquid  C hromatography) in origine riferita alle elevate pressioni di esercizio caratteristiche di questa tecnica, è stata oggi sostituita con  H igh  P erformance  L iquid  C hromatography o semplicemente  L iquid  C hromatography ( LC ).
IL SISTEMA HPLC ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
IL SISTEMA HPLC Contenitori dei solventi che costituiscono la fase mobile miscelatore pompa sistema di introduzione del campione precolonna e colonna rivelatore computer raccoglitore di frazioni
STRUMENTAZIONE HPLC
Pompa HPLC a pistoni reciprocanti
Iniettore HPLC a  loop
LA COLONNA LC Le  dimensioni della colonna  vengono scelte in modo da raggiungere il miglior compromesso in funzione di:  capacità di carico, consumo di solventi, risoluzione desiderata e velocità dell’analisi . Le tipiche  colonne cromatografiche analitiche  sono lunghe  15-25 cm , hanno  diametro interno di 2-5 mm  e sono riempite con materiali a  granulometria di 5-10   m . Le  colonne più moderne  (per cromatografia ad alta velocità) sono lunghe  3-5 cm  e sono riempite con materiali di  3-5   m . Sono inoltre disponibili colonne  microbore  di lunghezza  25 cm ,  diametro interno di 1 mm  e materiali di 10   m. Le  colonne cromatografiche preparative  sono  lunghe almeno 25 cm  ed hanno  diametro interno di almeno 7 .
TIPI DI LC SU COLONNA ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
LC DI SCAMBIO IONICO (IEC) La  fase stazionaria  presenta  gruppi ionici  sulla superficie,  di carica opposta rispetto a quella degli analiti . Questa tecnica viene utilizzata per  analiti di tipo ionico o ionizzabili . Quanto è più forte la carica del campione, tanto più verrà trattenuto all’interno della colonna. La  fase mobile  è un  tampone  acquoso in cui il  pH e la concentrazione vengono regolati  per controllare il tempo di eluizione degli analiti. + + - - - - + flusso
La  separazione  è basata sulla  dimensioni e massa molecolari  degli analiti.  La  fase stazionaria  è costituita da  materiale di porosità controllata . Le  molecole grandi eluiscono prima  di quelle piccole . Infatti le molecole  che sono troppo grandi per entrare nei pori della fase stazionaria hanno un percorso più breve nella colonna, rispetto a quelle che entrano nei pori. La  porosità  della fase stazionaria può essere controllata per ottenere la  separazione di molecole in uno specifico intervallo  di dimensioni. LC DI ESCLUSIONE DIMENSIONALE (SEC) flusso
SEC di proteine intere 1: Tiroglobulina (669 kD) 2: Catalasi (669 kD) 3: BSA (67 kD) 4: Ovalbumina (43 kD) 5: Ribonucleasi (13.4 kD)
SEC di proteine intere
Esempi di fasi stazionarie per SEC
LC DI ADSORBIMENTO La  fase stazionaria è un solido . La separazione è dovuta all’alternarsi di fenomeni di  adsorbimento e desorbimento . CROMATOGRAFIA DI RIPARTIZIONE La  fase stazionaria è un liquido . La separazione è basata sulla partizione degli analiti tra la fase stazionaria e la fase mobile ( solubilità relativa ). Le specie che hanno più affinità per la fase stazionaria rispetto alla fase mobile saranno maggiormente ritenute. flusso flusso
LC DI RIPARTIZIONE/ADSORBIMENTO Spesso non è possibile definire in maniera chiara se la separazione degli analiti avvenga in base ad un processo di adsorbimento o di ripartizione, ovvero entrambi. Si parla quindi di  cromatografia di adsorbimento/ripartizione , che viene suddivisa,  in base alle polarità relative delle due fasi : Cromatografia in fase normale :  la  fase stazionaria è polare  (ad es. silice), la  fase mobile è non polare  (ad es. n-esano o tetraidrofurano). I campioni polari vengono trattenuti nella colonna più a lungo di quelli non polari o poco polari. Cromatografia in fase inversa (RP) :  la  fase stazionaria è non polare  (idrocarburo),  la fase mobile è polare  (ad es. acqua o alcol). I campioni poco o non polari vengono trattenuti nella colonna più a lungo di quelli polari. Utilizzando uno o l’altro metodo,  l’ordine di eluizione dei composti si inverte , anche se non sempre in maniera esattamente speculare. FASE NORMALE E IN FASE INVERSA
FASE STAZIONARIA In  cromatografia  liquida di  adsorbimento , la  fase stazionaria  è un  solido poroso .  In  cromatografia  liquida di  partizione  si utilizza una  fase stazionaria liquida , che riveste la superficie delle particelle di supporto.  La fase stazionaria liquida è oggi costituita da una  fase stabile chimicamente legata  alla supporto, detta  bonded phase (BP) . Il  supporto  (o matrice) è generalmente costituito da  silice : i gruppi OH della silice ( silanoli ) vengono utilizzati per  legare chimicamente la fase stazionaria . Le fasi legate possono essere  polari  (ad es. con un ammino gruppo o un ciano gruppo), utilizzate in  fase normale ; oppure  apolari  (ad es. con una catena alchilica, come quella octadecilica, C18), usate in  fase inversa . LC DI RIPARTIZIONE/ADSORBIMENTO
La superficie della silice presenta  gruppi silanolici  (Si-OH), i gruppi reattivi utilizzati per  legare la fase stazionaria  al supporto. La composizione in silanoli non è costante e regolare su tutta la superficie della silice. Nella  silice di tipo A  (di origine naturale) la presenza di metalli come impurezze causa ulteriore  variabilità nella reattività  dei silanoli. La  silice di tipo B  (di origine sintetica) ha una composizione  più controllata . FASI STAZIONARIE PER LC DI RIPARTIZIONE/ADSORBIMENTO
SUPERFICIE DI UNA PARTICELLA DI SILICE PER LC
MORFOLOGIA DI FASI SILICEE  ,[object Object],[object Object],[object Object],(c)
La  fase stazionaria liquida  viene legata ai silanoli della silice per  reazione con un silano contenente un gruppo reattivo  (es. cloro). L’atomo di silicio è legato alla molecola della fase desiderata (qui mostrata come C 18  o octadecil) e a due piccoli gruppi laterali come il metile. FASI SILICEE CHIMICAMENTE LEGATE (BP) SUPPORTO SILICEO FASE STAZIONARIA LIQUIDA Si OH Si OH Si OH Si OH Si OH Si OH
Molti dei silanoli superficiali non reagiscono a causa dell’ingombro sterico.  I silanoli che non reagiscono  sono spesso chiamati  “silanoli liberi” . Questo fenomeno è tanto  più rilevante quanto maggiore è l’ingombro  del legante(es. C18). Il  grado di ricopertura , espresso in   mol/m 2 , è una  misura della densità di fase  sulla superficie della particella. DERIVATIZZAZIONE DELLA SILICE Si O Si OH Si OH Si O Si OH Si O
I  silanoli liberi sono disponibili per altre interazioni con le molecole di soluto , spesso indesiderate (sono causa dei picchi scodati). Viene quindi spesso effettuato un processo di  end-capping  utilizzando un  silano di piccole dimensioni che si lega ai silanoli liberi.  Piccoli silani come il  trimetilclorosilano  sono in grado di accedere a molti dei silanoli liberi rimasti dopo il legame della fase stazionaria. Il processo di  end-capping rende i silanoli inacessibili  alle molecole di soluto. DISATTIVAZIONE DELLA SILICE ( END-CAPPING ) Si O Si OH Si OH Si O Si OH Si O
FASI MOBILI IN LC In tutti i tipi di cromatografia liquida,  tranne  quella di  esclusione dimensionale , la  fase mobile gioca un ruolo fondamentale nella separazione . E’ possibile utilizzare un  solvente singolo , tuttavia molto spesso è necessario utilizzare una  miscela di due o più solventi  per ottenere la fase mobile di composizione ottimale. Durante l’analisi è possibile effettuare un’ eluizione isocratica  (mantenendo  costante la composizione della fase mobile ) o un’ eluizione in gradiente  ( la composizione della fase mobile varia  durante l’analisi). L’eluizione in  gradiente  viene utilizzata  quando  la miscela di analiti comprende  composti di caratteristiche molto diverse tra loro  e serve per migliorare la separazione e ridurre i tempi di analisi.
SCELTA DELLA FASE MOBILE IN LC ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],SOLVENTI PER FASI MOBILI LC
SERIE ELUOTROPICA E  CUTOFF  UV DI SOLVENTI PER FASI MOBILI
Ottimizzazione della fase mobile in RP HPLC Metodo del triangolo di Snyder
Esempio di applicazione ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Gradiente di fase mobile ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Rivelatori per LC
Rivelatore ad indice di rifrazione (RI)
Rivelatore RI: disegno costruttivo
RIVELATORE UV/Vis ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
SCHEMA DI RIVELATORE UV/Vis
Questa figura riporta un rivelatore UV/Vis a  filtro  (in rosso), che permette di leggere l’assorbanza ad una sola lunghezza d’onda (quella selezionata dal filtro). Sostituendo il filtro con un monocromatore, si ottiene un rivelatore a lunghezza d’onda variabile, che permette di rivelare in una sola analisi composti con spettri di assorbimento molto diversi tra loro. La cella a flusso di lettura qui rappresentata è doppia: in una delle due celle passa l’eluato della colonna, nell’altra passa la fase mobile. Questo permette di migliorare la linea di base per sottrazione del segnale del solvente RIVELATORE UV/Vis A FILTRO E A MONOCROMATORE
RIVELAZIONE DEL SEGNALE Fototubo ,[object Object],[object Object],[object Object],+ _ catodo anodo
[object Object],[object Object],[object Object],Fotomoltiplicatori (PM) RIVELAZIONE DEL SEGNALE/2 anodo catodo catodi intermedi
RIVELAZIONE DEL SEGNALE/3 ,[object Object],[object Object],[object Object],regione  p  regione  n ,[object Object],[object Object]
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],RIVELAZIONE A FOTODIODO
[object Object],[object Object],[object Object],reticolo RIVELAZIONE A SERIE DI DIODI
Il rivelatore a matrice o serie di fotodiodi (photodiode array) permette di  misurare contemporaneamente un intervallo di lunghezze d’onda , per ottenere lo spettro completo degli analiti eluenti. Percorso della fase mobile all’interno di una cella di misura del tipo a “Z” RIVELATORE A SERIE DI DIODI (DAD)
RIVELATORE A SINGOLO RAGGIO A SERIE DI DIODI reticolo lampada a deuterio fenditura cella porta campione otturatore lampada a tungsteno rivelatore a serie di diodi lente lente
Principio di funzionamento DAD Serie di diodi OTTICA INVERTITA  Sorgente continua Cella a flusso Monocromatore  1  4  5  6  7  8  9  11  12  3  10  2 Istante per istante, lo strumento registra lo SPETTRO dell’analita che in quell’istante attraversa la cella. Il riferimento è lo spettro del fluido di trasporto
cella a flusso lampada al deuterio lampada al tungsteno combinatore di raggio lente di focalizzazione filtro specchio reticolo serie di diodi guida ottica cella a flusso DAD con cella a fibra ottica e guida ottica
Tecniche LC: criteri di scelta / P.M.< 2000
Tecniche LC: criteri di scelta / 2000 < P.M.< 10 5-6
Tecniche FFF/ P.M. > 10 4 sezione trasversale del canale FFF Pompa Iniettore Flusso Canale FFF Fase mobile 0.123 IN OUT Collettore frazioni Rivelatore UV-Vis Registratore Acquisizione dati Campo
spessore  w Flusso   Detector Flusso a profilo parabolico   spessore  w Campione Il dispositivo FFF Campo esterno Ingresso del campione
Come funziona la FFF? Cammino particella  Profil o flusso B Campo P rofil o flusso A Flusso
Modi di operazione FFF Versatilità rispetto al peso molecolare dell’analita: Modo normale: macromolecole e nanoanaliti Modo sterico/iperstrato: sistemi microdispersi
parete di accumulazione trasporto  i ndotto  dal campo campo A B A B Modo FFF normale trasporto indotto dalla diffusione
Modo FFF sterico/iperstrato A B A B sterico iperstrato trasporto indotto da lift idrodinamico campo campo
Tipi di campo e tecniche FFF Versatilità rispetto al tipo di campione da analizzare: FlFFF: universale (dalle macromolecole alle microparticelle) GrFFF: nano e microparticelle
flusso di campione in entrata flusso di  campione in uscita flusso trasversale flusso trasversale flusso trasversale in uscita profilo parabolico A B C FlFFF in modo normale   V 1 /D r 
FlFFF a fibra tubolare (HF FlFFF)
HF FlFFF in modo normale
Frazionamento  in  ampio intervallo di PM Alta selettività HF FlFFF di proteine intere
HF FlFFF in modo a iperstrato
HF FlFFF di batteri interi
FFF a campo centrifugo (SdFFF)
Uscita del  campione Blocco di Plexiglas Spacer Parete  in vetro o plastica Valvola di iniezione Iniezione FFF a campo gravitazionale (GrFFF)
CAMPO GRAVITAZIONALE Ritenzione in GrFFF w x Forze di  sollevamento d
Campione iniettato : 1.25 ng HRP e 7.5   g PS/HRP 6   m Guardiamo dentro al canale GrFFF…. CCD FM con substrato al luminolo 0.75 123
(b), (c)  E.coli  non fimbriato (a)  E.coli  fimbriato GrFFF di batteri interi
  Il campo di forze che causa il trasporto differenziale e' di tipo  elettrico . L'elettroforesi ha avuto il suo ideale campo di applicazione in  bioanalitica.   La  separazione  si realizza in base al  rapporto  carica/raggio  della molecola.     ELETTROFORESI CON ELETTROLITA LIBERO Problemi di convezione ELETTROFORESI CAPILLARE ELETTROFORESI CON SUPPORTO ELETTROFORESI/10 3 <P.M.<10 8
Aumento  del rapporto  superficie/volume   Tipi di supporto : acetato di cellulosa carta  gel di poliacrilammide (PAGE) gel di agarosio I supporti danno un effetto di setaccio per separare in base alle dimensioni, uno volta che le specie siano state caricate in ambiente tamponato   Esempi di applicazioni : Analisi di proteine (Progetto “Proteoma”) Sequenziatura del DNA (Progetto “Genoma”) ELETTROFORESI SU SUPPORTO
PAGE ,[object Object],[object Object],[object Object]
Formazione di un gel  di  PA Il setaccio tridimensionale si forma dalla co-polimerizzazione del monomero attivato ( acrilammide ) e del composto che forma i legami trasversali ( metilen-bis-acrilammide )
Come migrano gli analiti… ,[object Object],[object Object],[object Object],Velocity of particle ,  v= Eq/f   Mobility of particle ,  µ = v/E = q/f ,[object Object],[object Object],[object Object],Separation can  be effected by
V = IR   Ohm law ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Cosa causa la corrente elettrica…
L‘elettrolita e' all‘ interno di un tubo capillare , la  convezione e' soppressa  dato  l'alto rapporto superficie volume. Il calore e' dissipato rapidamente:  uso di alti voltaggi ELETTROFORESI CAPILLARE (CZE)
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Vantaggi della CZE
Accoppiamento tecniche separative/MS Caratteristiche di un rivelatore ideale per tecniche separative ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
Che cos’è la spettrometria di massa? Spettroscopia di ioni gassosi h ν ν 1 ν n Sorgente di fotoni Dispersione Spettro di frequenza Spettroscopia di fotoni Campo  magnetico + – – – + + m/z Campo elettrico ( m/z ) 1 ( m/z ) 2 Spettro di massa
MS: un secolo di storia…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

More Related Content

Similar to Rapy 3 gc, hplc, etc

Paper&board contaminants and hplc testing
Paper&board contaminants and hplc testingPaper&board contaminants and hplc testing
Paper&board contaminants and hplc testingMarinella Vitulli
 
Approfondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioni
Approfondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioniApprofondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioni
Approfondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioniAmiblu Italia
 
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritonealeAlberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritonealeGiuseppe Quintaliani
 
Final Report Mario Cifelli CNR
Final Report Mario Cifelli CNRFinal Report Mario Cifelli CNR
Final Report Mario Cifelli CNRMario Cifelli
 
Centrifugazione e frazionamento
Centrifugazione e frazionamentoCentrifugazione e frazionamento
Centrifugazione e frazionamentoGermán Campetelli
 

Similar to Rapy 3 gc, hplc, etc (7)

Alcalinità
AlcalinitàAlcalinità
Alcalinità
 
Paper&board contaminants and hplc testing
Paper&board contaminants and hplc testingPaper&board contaminants and hplc testing
Paper&board contaminants and hplc testing
 
Approfondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioni
Approfondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioniApprofondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioni
Approfondimento tecnico: Scolmatori - monitoraggio delle prestazioni
 
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritonealeAlberghini   fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
Alberghini fisiologia del peritoneo CAPD dialisi peritoneale
 
Final Report Mario Cifelli CNR
Final Report Mario Cifelli CNRFinal Report Mario Cifelli CNR
Final Report Mario Cifelli CNR
 
Clorazione dell’acqua di mare
Clorazione dell’acqua di mareClorazione dell’acqua di mare
Clorazione dell’acqua di mare
 
Centrifugazione e frazionamento
Centrifugazione e frazionamentoCentrifugazione e frazionamento
Centrifugazione e frazionamento
 

Recently uploaded

RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.giuliofiorerm
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxSan Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxMartin M Flynn
 

Recently uploaded (8)

RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
 
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxSan Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
 

Rapy 3 gc, hplc, etc

  • 2. Confronto tra colonne impaccate e capillari
  • 5. Polarità: un criterio per scegliere la fase stazionaria
  • 6. Alcune fasi stazionarie di uso comune per GLC capillare
  • 7.  
  • 11. Microestrazione in fase solida (SPE)
  • 15. Rivelatore a ionizzazione di fiamma (FID)
  • 16. Rivelatore a cattura elettronica (ECD)
  • 17. I tempi di ritenzione crescono con il logaritmo dell’abbassamento di temperatura della colonna Equazione di Clausius-Clapeyron p = tensione di vapore  v H = variazione di entalpia di vaporizzazione TEMPERATURA PROGRAMMATA IN GLC
  • 18. CROMATOGRAFIA LIQUIDA … .forense: vediamo Catherine mentre prepara campioni per HPLC…. (da CSI, M. Helgenberger) La Cromatografia Liquida è diventata una tecnica analitica indispensabile in molti settori: farmaceutico, biologico, biomedico, clinico e …..
  • 19. HPLC CROMATOGRAFIA LIQUIDA Durante il processo cromatografico la velocità con la quale ciascun analita procede lungo la colonna dipende dalle interazioni che stabilisce con la fase mobile e stazionaria, quindi la separazione è dovuta alla differenza nei coefficienti di distribuzione delle singole molecole nelle due fasi . La definizione HPLC ( H igh P ressure L iquid C hromatography) in origine riferita alle elevate pressioni di esercizio caratteristiche di questa tecnica, è stata oggi sostituita con H igh P erformance L iquid C hromatography o semplicemente L iquid C hromatography ( LC ).
  • 20.
  • 21. IL SISTEMA HPLC Contenitori dei solventi che costituiscono la fase mobile miscelatore pompa sistema di introduzione del campione precolonna e colonna rivelatore computer raccoglitore di frazioni
  • 23. Pompa HPLC a pistoni reciprocanti
  • 25. LA COLONNA LC Le dimensioni della colonna vengono scelte in modo da raggiungere il miglior compromesso in funzione di: capacità di carico, consumo di solventi, risoluzione desiderata e velocità dell’analisi . Le tipiche colonne cromatografiche analitiche sono lunghe 15-25 cm , hanno diametro interno di 2-5 mm e sono riempite con materiali a granulometria di 5-10  m . Le colonne più moderne (per cromatografia ad alta velocità) sono lunghe 3-5 cm e sono riempite con materiali di 3-5  m . Sono inoltre disponibili colonne microbore di lunghezza 25 cm , diametro interno di 1 mm e materiali di 10  m. Le colonne cromatografiche preparative sono lunghe almeno 25 cm ed hanno diametro interno di almeno 7 .
  • 26.
  • 27. LC DI SCAMBIO IONICO (IEC) La fase stazionaria presenta gruppi ionici sulla superficie, di carica opposta rispetto a quella degli analiti . Questa tecnica viene utilizzata per analiti di tipo ionico o ionizzabili . Quanto è più forte la carica del campione, tanto più verrà trattenuto all’interno della colonna. La fase mobile è un tampone acquoso in cui il pH e la concentrazione vengono regolati per controllare il tempo di eluizione degli analiti. + + - - - - + flusso
  • 28. La separazione è basata sulla dimensioni e massa molecolari degli analiti. La fase stazionaria è costituita da materiale di porosità controllata . Le molecole grandi eluiscono prima di quelle piccole . Infatti le molecole che sono troppo grandi per entrare nei pori della fase stazionaria hanno un percorso più breve nella colonna, rispetto a quelle che entrano nei pori. La porosità della fase stazionaria può essere controllata per ottenere la separazione di molecole in uno specifico intervallo di dimensioni. LC DI ESCLUSIONE DIMENSIONALE (SEC) flusso
  • 29. SEC di proteine intere 1: Tiroglobulina (669 kD) 2: Catalasi (669 kD) 3: BSA (67 kD) 4: Ovalbumina (43 kD) 5: Ribonucleasi (13.4 kD)
  • 30. SEC di proteine intere
  • 31. Esempi di fasi stazionarie per SEC
  • 32. LC DI ADSORBIMENTO La fase stazionaria è un solido . La separazione è dovuta all’alternarsi di fenomeni di adsorbimento e desorbimento . CROMATOGRAFIA DI RIPARTIZIONE La fase stazionaria è un liquido . La separazione è basata sulla partizione degli analiti tra la fase stazionaria e la fase mobile ( solubilità relativa ). Le specie che hanno più affinità per la fase stazionaria rispetto alla fase mobile saranno maggiormente ritenute. flusso flusso
  • 33. LC DI RIPARTIZIONE/ADSORBIMENTO Spesso non è possibile definire in maniera chiara se la separazione degli analiti avvenga in base ad un processo di adsorbimento o di ripartizione, ovvero entrambi. Si parla quindi di cromatografia di adsorbimento/ripartizione , che viene suddivisa, in base alle polarità relative delle due fasi : Cromatografia in fase normale : la fase stazionaria è polare (ad es. silice), la fase mobile è non polare (ad es. n-esano o tetraidrofurano). I campioni polari vengono trattenuti nella colonna più a lungo di quelli non polari o poco polari. Cromatografia in fase inversa (RP) : la fase stazionaria è non polare (idrocarburo), la fase mobile è polare (ad es. acqua o alcol). I campioni poco o non polari vengono trattenuti nella colonna più a lungo di quelli polari. Utilizzando uno o l’altro metodo, l’ordine di eluizione dei composti si inverte , anche se non sempre in maniera esattamente speculare. FASE NORMALE E IN FASE INVERSA
  • 34. FASE STAZIONARIA In cromatografia liquida di adsorbimento , la fase stazionaria è un solido poroso . In cromatografia liquida di partizione si utilizza una fase stazionaria liquida , che riveste la superficie delle particelle di supporto. La fase stazionaria liquida è oggi costituita da una fase stabile chimicamente legata alla supporto, detta bonded phase (BP) . Il supporto (o matrice) è generalmente costituito da silice : i gruppi OH della silice ( silanoli ) vengono utilizzati per legare chimicamente la fase stazionaria . Le fasi legate possono essere polari (ad es. con un ammino gruppo o un ciano gruppo), utilizzate in fase normale ; oppure apolari (ad es. con una catena alchilica, come quella octadecilica, C18), usate in fase inversa . LC DI RIPARTIZIONE/ADSORBIMENTO
  • 35. La superficie della silice presenta gruppi silanolici (Si-OH), i gruppi reattivi utilizzati per legare la fase stazionaria al supporto. La composizione in silanoli non è costante e regolare su tutta la superficie della silice. Nella silice di tipo A (di origine naturale) la presenza di metalli come impurezze causa ulteriore variabilità nella reattività dei silanoli. La silice di tipo B (di origine sintetica) ha una composizione più controllata . FASI STAZIONARIE PER LC DI RIPARTIZIONE/ADSORBIMENTO
  • 36. SUPERFICIE DI UNA PARTICELLA DI SILICE PER LC
  • 37.
  • 38. La fase stazionaria liquida viene legata ai silanoli della silice per reazione con un silano contenente un gruppo reattivo (es. cloro). L’atomo di silicio è legato alla molecola della fase desiderata (qui mostrata come C 18 o octadecil) e a due piccoli gruppi laterali come il metile. FASI SILICEE CHIMICAMENTE LEGATE (BP) SUPPORTO SILICEO FASE STAZIONARIA LIQUIDA Si OH Si OH Si OH Si OH Si OH Si OH
  • 39. Molti dei silanoli superficiali non reagiscono a causa dell’ingombro sterico. I silanoli che non reagiscono sono spesso chiamati “silanoli liberi” . Questo fenomeno è tanto più rilevante quanto maggiore è l’ingombro del legante(es. C18). Il grado di ricopertura , espresso in  mol/m 2 , è una misura della densità di fase sulla superficie della particella. DERIVATIZZAZIONE DELLA SILICE Si O Si OH Si OH Si O Si OH Si O
  • 40. I silanoli liberi sono disponibili per altre interazioni con le molecole di soluto , spesso indesiderate (sono causa dei picchi scodati). Viene quindi spesso effettuato un processo di end-capping utilizzando un silano di piccole dimensioni che si lega ai silanoli liberi. Piccoli silani come il trimetilclorosilano sono in grado di accedere a molti dei silanoli liberi rimasti dopo il legame della fase stazionaria. Il processo di end-capping rende i silanoli inacessibili alle molecole di soluto. DISATTIVAZIONE DELLA SILICE ( END-CAPPING ) Si O Si OH Si OH Si O Si OH Si O
  • 41. FASI MOBILI IN LC In tutti i tipi di cromatografia liquida, tranne quella di esclusione dimensionale , la fase mobile gioca un ruolo fondamentale nella separazione . E’ possibile utilizzare un solvente singolo , tuttavia molto spesso è necessario utilizzare una miscela di due o più solventi per ottenere la fase mobile di composizione ottimale. Durante l’analisi è possibile effettuare un’ eluizione isocratica (mantenendo costante la composizione della fase mobile ) o un’ eluizione in gradiente ( la composizione della fase mobile varia durante l’analisi). L’eluizione in gradiente viene utilizzata quando la miscela di analiti comprende composti di caratteristiche molto diverse tra loro e serve per migliorare la separazione e ridurre i tempi di analisi.
  • 42.
  • 43.
  • 44. SERIE ELUOTROPICA E CUTOFF UV DI SOLVENTI PER FASI MOBILI
  • 45. Ottimizzazione della fase mobile in RP HPLC Metodo del triangolo di Snyder
  • 46.
  • 47.
  • 49. Rivelatore ad indice di rifrazione (RI)
  • 50. Rivelatore RI: disegno costruttivo
  • 51.
  • 53. Questa figura riporta un rivelatore UV/Vis a filtro (in rosso), che permette di leggere l’assorbanza ad una sola lunghezza d’onda (quella selezionata dal filtro). Sostituendo il filtro con un monocromatore, si ottiene un rivelatore a lunghezza d’onda variabile, che permette di rivelare in una sola analisi composti con spettri di assorbimento molto diversi tra loro. La cella a flusso di lettura qui rappresentata è doppia: in una delle due celle passa l’eluato della colonna, nell’altra passa la fase mobile. Questo permette di migliorare la linea di base per sottrazione del segnale del solvente RIVELATORE UV/Vis A FILTRO E A MONOCROMATORE
  • 54.
  • 55.
  • 56.
  • 57.
  • 58.
  • 59. Il rivelatore a matrice o serie di fotodiodi (photodiode array) permette di misurare contemporaneamente un intervallo di lunghezze d’onda , per ottenere lo spettro completo degli analiti eluenti. Percorso della fase mobile all’interno di una cella di misura del tipo a “Z” RIVELATORE A SERIE DI DIODI (DAD)
  • 60. RIVELATORE A SINGOLO RAGGIO A SERIE DI DIODI reticolo lampada a deuterio fenditura cella porta campione otturatore lampada a tungsteno rivelatore a serie di diodi lente lente
  • 61. Principio di funzionamento DAD Serie di diodi OTTICA INVERTITA Sorgente continua Cella a flusso Monocromatore  1  4  5  6  7  8  9  11  12  3  10  2 Istante per istante, lo strumento registra lo SPETTRO dell’analita che in quell’istante attraversa la cella. Il riferimento è lo spettro del fluido di trasporto
  • 62. cella a flusso lampada al deuterio lampada al tungsteno combinatore di raggio lente di focalizzazione filtro specchio reticolo serie di diodi guida ottica cella a flusso DAD con cella a fibra ottica e guida ottica
  • 63. Tecniche LC: criteri di scelta / P.M.< 2000
  • 64. Tecniche LC: criteri di scelta / 2000 < P.M.< 10 5-6
  • 65. Tecniche FFF/ P.M. > 10 4 sezione trasversale del canale FFF Pompa Iniettore Flusso Canale FFF Fase mobile 0.123 IN OUT Collettore frazioni Rivelatore UV-Vis Registratore Acquisizione dati Campo
  • 66. spessore w Flusso Detector Flusso a profilo parabolico spessore w Campione Il dispositivo FFF Campo esterno Ingresso del campione
  • 67. Come funziona la FFF? Cammino particella Profil o flusso B Campo P rofil o flusso A Flusso
  • 68. Modi di operazione FFF Versatilità rispetto al peso molecolare dell’analita: Modo normale: macromolecole e nanoanaliti Modo sterico/iperstrato: sistemi microdispersi
  • 69. parete di accumulazione trasporto i ndotto dal campo campo A B A B Modo FFF normale trasporto indotto dalla diffusione
  • 70. Modo FFF sterico/iperstrato A B A B sterico iperstrato trasporto indotto da lift idrodinamico campo campo
  • 71. Tipi di campo e tecniche FFF Versatilità rispetto al tipo di campione da analizzare: FlFFF: universale (dalle macromolecole alle microparticelle) GrFFF: nano e microparticelle
  • 72. flusso di campione in entrata flusso di campione in uscita flusso trasversale flusso trasversale flusso trasversale in uscita profilo parabolico A B C FlFFF in modo normale V 1 /D r 
  • 73. FlFFF a fibra tubolare (HF FlFFF)
  • 74. HF FlFFF in modo normale
  • 75. Frazionamento in ampio intervallo di PM Alta selettività HF FlFFF di proteine intere
  • 76. HF FlFFF in modo a iperstrato
  • 77. HF FlFFF di batteri interi
  • 78. FFF a campo centrifugo (SdFFF)
  • 79. Uscita del campione Blocco di Plexiglas Spacer Parete in vetro o plastica Valvola di iniezione Iniezione FFF a campo gravitazionale (GrFFF)
  • 80. CAMPO GRAVITAZIONALE Ritenzione in GrFFF w x Forze di sollevamento d
  • 81. Campione iniettato : 1.25 ng HRP e 7.5  g PS/HRP 6  m Guardiamo dentro al canale GrFFF…. CCD FM con substrato al luminolo 0.75 123
  • 82. (b), (c) E.coli non fimbriato (a) E.coli fimbriato GrFFF di batteri interi
  • 83.   Il campo di forze che causa il trasporto differenziale e' di tipo elettrico . L'elettroforesi ha avuto il suo ideale campo di applicazione in bioanalitica.   La separazione si realizza in base al rapporto carica/raggio della molecola.     ELETTROFORESI CON ELETTROLITA LIBERO Problemi di convezione ELETTROFORESI CAPILLARE ELETTROFORESI CON SUPPORTO ELETTROFORESI/10 3 <P.M.<10 8
  • 84. Aumento del rapporto superficie/volume   Tipi di supporto : acetato di cellulosa carta gel di poliacrilammide (PAGE) gel di agarosio I supporti danno un effetto di setaccio per separare in base alle dimensioni, uno volta che le specie siano state caricate in ambiente tamponato   Esempi di applicazioni : Analisi di proteine (Progetto “Proteoma”) Sequenziatura del DNA (Progetto “Genoma”) ELETTROFORESI SU SUPPORTO
  • 85.
  • 86. Formazione di un gel di PA Il setaccio tridimensionale si forma dalla co-polimerizzazione del monomero attivato ( acrilammide ) e del composto che forma i legami trasversali ( metilen-bis-acrilammide )
  • 87.
  • 88.
  • 89. L‘elettrolita e' all‘ interno di un tubo capillare , la convezione e' soppressa dato l'alto rapporto superficie volume. Il calore e' dissipato rapidamente: uso di alti voltaggi ELETTROFORESI CAPILLARE (CZE)
  • 90.
  • 91.
  • 92. Che cos’è la spettrometria di massa? Spettroscopia di ioni gassosi h ν ν 1 ν n Sorgente di fotoni Dispersione Spettro di frequenza Spettroscopia di fotoni Campo magnetico + – – – + + m/z Campo elettrico ( m/z ) 1 ( m/z ) 2 Spettro di massa
  • 93. MS: un secolo di storia…
  • 94.  
  • 95.  
  • 96.  
  • 97.  
  • 98.  
  • 99.  
  • 100.  
  • 101.  
  • 102.  
  • 103.  
  • 104.  
  • 105.  
  • 106.  
  • 107.  
  • 108.  

Editor's Notes

  1. To be effective in FFF, a field must have three properties. First, it must be sufficiently strong to drive sample components into localized regions of the parabolic flow profile. Second, it must be adequately selective such that different components are driven to different parts of the flow profile to achieve separation. Third, it must be easily implemented to make instrument developments practical and possibly economical.
  2. L’immagine mostra i componenti a partire dai quali assembliamo in laboratorio i canali a fibra cava. Le fibre, che sono ampiamente utilizzate per applicazioni di dialisi o ultrafiltrazione, sono disponibili commercialmente in un’ampia gamma di materiali polimerici e di cutoff di massa molecolare. Un tratto di fibra del diametro interno di circa 0.8 mm e della lunghezza di 24 cm viene inserito in un tubo in teflon e fissato alle estremità. Quando attraverso la fibra viene fatto passare un flusso, a causa della porosità della parete, il fluido in entrata si ripartisce in due componenti, una longitudinale, il flusso di eluizione, ed una radiale, che defluisce attraverso la giunzione a T qui mostrata, e che genera all’interno del canale un campo radiale di frizione idrodinamica.
  3. Il meccanismo separativo realizzato dall’azione combinata di questi due flussi è quello classico del frazionamento in campo flusso: la componente longitudinale, a causa del diametro capillare della fibra, assume un regime laminare con profilo parabolico di velocità, massima sull’asse della fibra e nulla sulla parete. Il rapporto di ritenzione di un analita dipenderà quindi dalla sua distanza media dalla parete durante l’eluizione. Va innanzitutto osservato che la separazione avviene per effetto idrodinamico, senza coinvolgere alcuna interazione chimica dell’analita con la fase mobile ed in assenza di fase stazionaria. Questo consente un’ampia flessibilità nella scelta della fase mobile, che può essere resa biocompatibile o compatibile con altre tecniche analitiche da applicare a valle del frazionamento. Gli analiti, inoltre, non subendo interazioni forti durante il frazionamento vengono eluiti mantenendo il loro stato originario. Per analiti di dimensioni macromolecolari e nanoparticelle, fino ad alcune centinaia di nanometri, la distanza dalla parete viene determinata dall’equilibrio tra la forza di trascinamento idrodinamico generata dal flusso radiale, che trascina l’analita verso la parete, ed i moti browniani che ne determinano la diffusione verso il centro della fibra. Si dimostra quindi che in base a questo meccanismo, detto normale o browniano, il tempo di ritenzione è determinato dal coefficiente di diffusione, e l’ordine di eluizione va dalle particelle più piccole a quelle più grandi. Vediamo ora i risultati dell’applicazione di questo modo di eluizione a campioni di proteine intere.
  4. Let’s see now two examples that show capabilities of HF FlFFF with intact proteins . The first example show d ifferent intact proteins of a broad molecular weight range fractionated at different retention times. We can observe fractionation at very high molar mass range, like in the case of HSF, the dimer of which is almost 900 KDa in molar mass . The second example shows separation between a mixture of myoglobin and BSA . We know that efficiency in terms of number of plate s is, in general, relatively poor in FFF. However, HF FlFFF selectivity is relatively high. So, resolution turns out to be generally lower than resolution in LC or CZE because peaks in HF FlFFF are quite broader due the high D -base selectivity. In other words, HF FlFFF is able to “sort” protein molecules according to even very small differences in D. This makes particularly interesting use of HF FlFFF with ESI/MS since, in general, ESI/MS is itself more resolving in terms of molar mas s than a separation technique like chromatography .
  5. Lo canale a fibra cava è applicabile anche al frazionamento di particelle microniche, quali sono le cellule. In questo caso il meccanismo è leggermente diverso, perché per particelle di queste dimensioni la diffusione è trascurabile, e ad opporsi al campo sono forze di sollevamento idrodinamico che dipendono dalle caratteristiche morfologiche della particella stessa, fra cui le dimensioni, la forma, la rigidità e le caratteristiche superficiali. Questo meccanismo è detto gaussiano o ipersitrato, e siccome a parità di altri fattori gli analiti eluiscono in ordine inverso di dimensione ripetto al modo normale, si parla anche di FFF in modo inverso. Per questo modo non esiste una relazione analitica tra tempo di ritenzione e caratteristiche delle particelle, in quanto non esiste un modello generale per la descrizione delle forze di sollevamento, per cui un’eventuale conversione del tempo di ritenzione in dimensioni dell’analita va realizzata in modo empirico Abbiamo applicato questo modo di eluizione al frazionamento di cellule batteriche.
  6. In questa diapositiva vediamo qualche esempio di alcune separazioni possibili tra batteri di tipo diverso e tra batteri di una stessa specie in diverse condizioni di vitalità. Vediamo che, ad un certo tempo di eluizione e raccolta frazioni, la possibilità di arricchimento di una specie rispetto all’altra è notevole. Vediamo che e’ possibile ottenere frattogrammi diversi anche per uno stesso tipo di batterio se posto in condizioni di crescita su piastra o se allo stato liofilizzato. La fase mobile che abbiamo usato risulta compatibile con il MALDI TOF in quanto costituita da componenti volatili non in grado di dare addotti stabili con le proteine.
  7. In questo filmato è possibile ...