SlideShare a Scribd company logo
1 of 8
GIOVITCAMP. Inside-out!
                                       “l’apprendimento continuo, catalizzatore del cambiamento”




Progetto di Candidatura per l’Avviso pubblico per l’erogazione, per l’anno in corso, di contributi a
sostegno di iniziative, progetti e manifestazioni per la promozione delle attività giovanili (scadenza
1/10/2012)




                                                                                 Milano, 28/09/2012
GIOVITCAMP. Inside-out!
                                        “l’apprendimento continuo, catalizzatore del cambiamento”

Premessa

Il tema del cambiamento visto come fattore essenziale per il superamento della crisi impone la
diffusione di nuovi valori e comportamenti sociali ed economici. Dunque, iniziare dai e insieme ai
giovani è la strada che può garantire maggiori possibilità di successo.

Complessivamente in Italia si contano circa 14 milioni di giovani di età compresa tra i 15 ed i 34
anni, pari al 23% della popolazione nazionale residente (Gelmini e Sacconi, 2010 apud dati Istat,
2008). Se si considerano solo i giovani under 25, l’Italia è il Paese in cui si osserva la più bassa
incidenza giovanile (pari nel 2010 a 10,1%) e al contempo la più alta quota di ultra 80enni (5,8%),
mentre nel Regno Unito si registra una situazione opposta: 13,3% incidenza giovanile e 4,6% quella
degli anziani (ISTAT, 2012). Secondo Italia Lavoro (2010), nella prima fascia tra i 15 ed i 24 anni
rientrano 6,1 milioni, mentre nella seconda fascia da 25 a 34 anni sono circa 7,9 milioni. Uno dei
fattori più significativi che rende difficile il loro inquadramento nella categoria “giovani” è
rappresentato dai noti ritardi, sia nell’inserimento lavorativo sia nell’abbandono della dimora
familiare, dovuti in parte anche ai costi sociali ed occupazionali della crisi, che, cosi come si mostra
anche nel rapporto Italia Lavoro del 2010, sono pagati dalle giovani generazioni.

In un contesto socio-economico cosi sfidante, consideriamo opportuno puntare sullo sviluppo di
competenze, abilità e sensibilità dei nostri giovani in modo da supportarli affinché siano attrezzati
per la nuova società, caratterizzata da evoluzioni e cambiamenti rapidi, in cui la flessibilità, la
creatività e la gestione della complessità e il leadership diventano essenziali. L’imprenditoria
giovanile italiana sembra essere stata insufficientemente sviluppata e sopportata, in quanto non è
riuscita a compensare la “mortalità di attività mature e “l’invecchiamento” di quelle create da
imprenditori che erano giovani al momento dello start-up della nuova attività (MLPS, 2011).
Dunque, per la ripresa generale del sistema e per una maggiore sostenibilità futura, diventa evidente
il bisogno di investimento nella risorsa umana e nelle sue capacità innovative, con una particolare
attenzione ai giovani.

Queste idee vengono rafforzate anche dall’ultimo rapporto europeo(2012c) riguardante la “Strategia
Europea per la Gioventù 2010-2018. Investimento e Empowerment”, che mette al centro la
creazione di più opportunità eque nell’ambito educativo (formale e non-formale) e lavorativo,
                                                   2
insieme alla promozione della cittadinanza attiva, dell’inclusione sociale e della solidarietà tra i
giovani.

I. Analisi di contesto. I giovani in Italia

Studi. Il livello d’istruzione dei giovani italiani è, complessivamente, molto inferiore rispetto a
quello che si registra nei paesi europei (vedi tabella, Italia Lavoro, 2010). Complessivamente, nella
media, i giovani italiani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, laureati o con istruzione tecnica sono
pari al 14,6%, 9,3 punti percentuali in meno rispetto alla media europea (23,9%, analisi sugli dati
Eurostat pubblicati da Italia Lavoro, 2010) e con una differenza di 21 punti percentuali dal target
fissato dalla Strategia Europe 2020 per i giovani tra i 30 e i 34 anni.

Per di più, anche se i livelli di competenze degli studenti 15enni aumentano, l’Italia è il quarto
paese europeo dopo Malta, Portogallo e Spagna per la percentuale di giovani (18-24 anni) che
abbandonano prematuramente gli studi: circa 18.8% degli studenti italiani, a fronte di una media
europea di 14 punti percentuali (ISTAT, 2012). Le differenze di genere e di nazionalità sono molto
forti: 22% per i maschi e 15,4 per le donne, mentre il tasso di abbandono degli stranieri registra un
percentuale di circa 40%, rispetto a quella degli italiani (circa 16%).

Apprendimento continuo ed educazione non-formale. Mentre il tasso di partecipazione a forme di
apprendimento continuo e di istruzione non obbligatoria dei giovani in età 15-19 anni è cresciuto
fino a raggiungere l’81,8 per cento nel 2009, la partecipazione al sistema di formazione dei 20-
29enni è pari al 21,3 per cento.Quanto alla quota di adulti (25 – 64 anni) impegnati in attività
formative (lifelong learning), in Italia si registravano nel 2010 solo 6,2 punti percentuali (la media
europea registrava 9,1%), mentre il benchmark da raggiungere entro il 2010 posto dalla strategia di
Lisbona richiedeva una percentuale pari al 12,5 (ISTAT, 2012). In aggiunta, i dati Eurostat per 2011
riguardanti la partecipazione dei giovani (15-24 anni) in processi di educazione non-formale
mostrano una percentuale media a livello EU di 9% , mentre a livello nazionale si regista un tasso di
solo 4,6% (Commission Europea, 2012b).

Occupazione. La quota di popolazione occupata tra i 20 e i 64 anni in Italia era nel 2010 del 61,1%,
14 punti percentuali inferiore al obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2020. Per di più, questo
valore sintetizza uno squilibrio di genere molto forte (72,8 per cento per gli uomini e 49,5 per cento
per le donne).Rispetto al tasso di occupazione giovanile, i dati ISTAT per 2009 registrano come
occupati il 21,7% dei giovani italiani da 15-24 anni e il 67,5% di quelli da 25 – 34 anni,
mantenendo forti le differenze di genere (rispettivamente 91, e 19,8 punti percentuali a favore dei



                                                    3
maschi)1 (Italia Lavoro, 2010). Riguardo ai giovani laureati, solo il 25,3% dei under 24 e il 54,2%
dei giovani tra i 25 e i 29 anni sono occupati; l’Italia rimane pertanto indietro rispetto alla media
europea, che per l’ultima categoria registra il 80,7% (ISTAT, 2012). La maggior parte dei giovani
con impiego ha un titolo di studio medio-alto (vedi tabella di seguito), anche se risulta che la laurea,
in Italia non migliora le possibilità di trovare lavoro; al contrario, quasi la metà dei giovani 25-
34enni che posseggono una diploma di 4-5 anni è occupata, mentre i laureati hanno un tasso di
occupazione intorno al 20%. Nonostante ciò, l’avanzamento dell’età sembra migliorare le
opportunità lavorative per le classi più istruite.




Italia Lavoro, 2010

Disoccupazione. A marzo 2012 i “disoccupati” di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono circa 600
mila cioè il 10,3% della popolazione complessiva della stessa età e il 35,9% delle forze di lavoro di
quell’età, registrandosi quindi un incremento significativo negli ultimi 4 anni (vedi tabella). In
quanto al tasso di disoccupazione dei giovani 25-
                                                                          Il tasso di disoccupazione giovanile
34enni, nel 2009 Eurostat registrava unascarsa                                        (15 - 24 anni) %
correlazione con il livello di studio: 12,3% per                 40
                                                                                                                 35.9
                                                                 30                          27.8      29.1
quelli con una scarsa istruzione, 9,1% per quelli                        21.3
                                                                                   25.4
                                                                 20
con un livello educazionale medio e 9,6% per                     10
                                                                  0
quelli con alto livello di studi, ribaltando il fatto
                                                                        2008       2009      2010      2011      2012
che in Italia l’incremento delle competenze non
porta necessariamente un incremento delle opportunità lavorative. In aggiunta, conforme al
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (2011), il livello di istruzione della metà dei giovani
inattivi (15-29 anni) è molto basso (massimo la licenza media), mentre la quota dei laureati inattivi
appare contenuta (7%).




1
In Lombardia i tassi di occupazione registravano nel 2009 il 28,8% per i 15-24enni e il 81% per i 25-34enni.
                                                           4
Il brusco innalzamento del tasso di disoccupazione giovanile nella componente maschile (dal 23,3
al 26,8 per cento dal 2009 al 2010), si è registrata una riduzione del 2,8% dello squilibrio di genere,
passando dal 5,4% al 2,6% (ISTAT, 2012).

NEET (Not in Education, Employment or Training). Nel 2010, in Italia più di due milioni di
giovani (di cui 1,4 milioni nella fascia di età tra i 25 ed i 34 anni) risultava fuori dal circuito
formativo e lavorativo. Di questi, il 51% ha al più la licenza media ed il 60% risiede nel
mezzogiorno (Italia Lavoro, 2010). La quota dei NEET era nel 2010 più elevata tra le donne
(24,9%) rispetto a quella degli uomini (19,3%; ISTAT, 2012). Questa situazione prolungata
comporta molti rischi e una maggiore difficoltà di reinserimento.

Partecipazione e cittadinanza attiva. Mentre più di metà dei giovani italiani sono iscritti a
un'associazione sportiva, a un club giovanile o a un'organizzazione giovanile culturale – in linea con
le statistiche europee -, l’Italia si colloca l’ultima nella classifica (insieme alla Svezia) per la
percentuale di giovani che ha svolto attività di volontariato negli ultimi 12 mesi (13%, a fronte di
una media europea del 24% (MLPS apud Eurobarometro 2011, 2011). In riferimento al volontariato
all’estero attraverso il programma Servizio Volontario Europeo, nel 2011 si registrava una
percentuale del 1% nell’Italia, paragonato al 2,2% nell’UE (Commissione Europea, 2012b).
Percentuali inferiori alla media europea si registrano anche per la partecipazione a almeno una visita
culturale nel ultimo anno (2006): 34% a fronte del 49% per i giovani 16-29enni e 22% a fronte del
42% per i over 30 (Eurostat, 2009).

Lingue straniere. Secondo i dati Eurostat,nel 2010la percentuale degli allievi italiani che studiano
due o più lingue straniere è più di due volte inferiore (25%) alla media europea. In aggiunta, MLPS
(2011) rileva che circa il 85% dei borsisti di mobilità) all’estero scelgono una tale esperienza
aspettandosi di migliorare la conoscenza linguistica delle lingue straniere, ma anche di migliorare la
comprensione delle diversità culturali.

Autonomia / dipendenza famiglia di origine. Un fenomeno sfavorevole per lo sviluppo e la presa
di responsabilità dei giovani è anche la scarsa autonomia dalla famiglia di origine. In Italia, la
maggior parte dei figli resta in famiglia fino 29 anni, fatto che è dovuto non soltanto al difficile
rapporto con il lavoro e ai prezzi molto elevati dei immobili e degli affitti, ma è promosso anche
dalla cultura italiana, in cui le famiglie cercando di mantenere i figli vicini. Il 96,9% dei giovani tra
18 e 19 anni e l’86,1% tra i 20 e 24 rimangono nella casa dei genitori, mentre per i 25-29enni la
percentuale si abbassa al 59,2%, attestandosi al 28,9% per quelli tra i 30 e i 34 anni (Gelmini e
Sacconi, 2010).


                                                   5
Imprenditorialità. Secondo il rapporto “I giovani e il lavoro” (MLPS, 2011), nel primo trimestre
del 2011 solo il 5,5,% delle imprese italiani (290 mila unità) potevano essere ricondotte a un titolare
o a soci che non superano il 30esimo anno di età. La Lombardia conta circa il 14,1% delle imprese
giovanili; Infocamere dichiara che negli ultimi tre anni, dalle 27 mila nuove attività imprenditoriali,
10 mila sono state avviate da giovani sotto 35 anni (Giuliana de Vivo, 2012).

Sostegno all’imprenditorialità. La crisi economica ha portato al centro del dibattito i problemi dei
tagli sulla spesa sociale, le difficoltà di trovare lavoro, specialmente per i giovani, ma anche le
potenzialità dell’imprenditoria come una delle soluzioni per uscire dalla crisi. Di conseguenza, si
sono sviluppati e rafforzati tanti servizi di accompagnamento e counseling, co-working
enetworking, sia rivolti a un pubblico generale (alcuni esempi dall’area milanese: HUB Milano,
Make a Cube, Incubatore LIB), sia specializzati su alcune tematiche (Annapurna Ventures, che
identifica e sopporta innovazioni radicali nel settore di media digitali), o su gruppi ben definiti (per i
giovani – IdeaTre60 della Fondazione Accenture, Acceleratore d’Impresa del Politecnico di Milano
che sostiene le start-up tecnologiche, per i precari e i disoccupati – Faber Academy Box della
Cooperativa Sociale ITACA di Pordenone). Nonostante questa ampia offerta e gli sforzi anche da
parte dal pubblico di sostenere l’imprenditorialità giovanile (vedi anche il “Rapporto Restart, Italia!
Perchè dobbiamo ripartire dai giovani, dall’innovazione, dalla nuova impresa”), tutti i servizi si
rivolgono alle persone che possiedono già almeno un’idea imprenditoriale o, ancora meglio, un
progetto o un business plan. Rimangono dunque fuori le persone e i giovani che possiedono delle
competenze e delle risorse, ma che non hanno un’idea ben chiara e che probabilmente avrebbero
bisogno di un altro tipo di sostegno, che inizia dalla formazione personale per poi continuare con
quella professionale.


II. Scopo del progetto
Soprattutto in momenti di crisi profonda, di picchi di disoccupazione giovanile e scarsità di fondi
sociali, noi cerchiamo delle soluzioni con e dai beneficiari stessi. Nella nostra opinione, i giovani
non rappresentano un problema, ma una risorsa da scoprire e sfruttare sia nell’ottica dello sviluppo
personale del giovane che per il benessere sociale della comunità.

Lo scopo di questo progetto è quello di offrire la possibilità ai giovani italiani e stranieri, ma
residenti in Italia, tra i 18 e i 24 anni,di riflettere sui problemi esulle opportunità del nostro paese
e sulla loro persona come potenziale CHANGEMAKER. GIOVITCAMP. Inside-out!mira a
                                                    6
sviluppare un sistema di valori condivisi durevole, basato sulla qualità e sulla sostenibilità. Il
progetto si concentra sullo sviluppo dicompetenze personali, interpersonali e professionali dei
giovani attraverso relazioni di tipo “adulto-adulto”, incontri tra pari, laboratori su tematiche che
interessano organizzati da loro e/o con l’aiuto di facilitatori, consigli decisionali, seminari
informativi su altre opportunità formative, di volontariato, di stage e di mobilità all’estero, concorsi
di progetti sociali. Per incoraggiare lo sviluppo dei veri leader, degli imprenditori, delle persone che
si prendono la responsabilità e il rischio bisogna sviluppare prima di tutto le loro competenze, le
loro abilità, le loro conoscenze, ma soprattutto la loro consapevolezza del loro bagaglio,
l’autostima, la fiducia in loro stessi e negli altri, l’empatia, le abilità comunicative e la capacità di
lavorare in squadra.

Il risultato a cui puntiamo non è uno misurabile nel numero di persone partecipanti ai nostri
programmi o l’incremento delle conoscenze, ma nel numero di persone ispirate e motivate a
continuare il processo di apprendimento continuo, in maniera formale, non formale,
informale, multiculturale e multidisciplinare e capaci a intraprendere delle attività sociali ed
economiche, di gestire la complessità e ad ispirare anche altri giovani, azioni che portano allo
sviluppo del paese. Auspichiamo che, attraverso il camp,si possa contribuire a far emergere una
generazione di leader e imprenditori sociali capaci di scatenare e assumere il cambiamento
sostenibile.




Bibliografia:

Banca Mondiale. (2012). Doing Business. Disponibile online: http://www.doingbusiness.
org/~/media/GIAWB/Doing%20Business/Documents/Annual-Reports/English/DB12-FullReport.pdf

Commissione Europea. (2012). Gioventù in Azione (2007-2013). Guida al programma.

Commissione Europea. (2012b). EU Youth Report. Status of the situation of young people in the
European Union. Bruxelles, 10.9.2 012, SWD(2012) 257 final.

Commissione Europea. (2012c). Draft 2012 Joint Report of the Council and the Commission on the
implementation of the renewed framework for European cooperation in the youth field (EU Youth
Strategy 2010-2018).COM(2012) 495 final.

ISTAT. 2012. Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo. Disponibile online:
http://noi-italia.istat.it/

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. (2011). “I giovani e il Lavoro”. Quaderni di studi e
statistiche sul mercato del lavoro. No. 3.

                                                   7
Italia Lavoro (a cura di, coordinato da Maurizio Sorcioni). (2010). Giovani generazioni al lavoro.
Disponibile                                                                                online:
http://bancadati.italialavoro.it/BDD_WEB/directly.do?w=3&p=DOCUMENTA&titolo=strumenti_
7709.jsp

Ministero dello Sviluppo Economico. (2012).Restart, Italia! Perché dobbiamo ripartire dai
giovani,     dall’innovazione,  dalla     nuova       impresa.     Disponibile     online:
http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/rapporto-startup-2012.pdf

Eurostat. (2009). Youth in Europe. A statistical portrait of the lifestyle of young people. Disponibile
online: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=STAT/09/177&format=HTML&.

Gelmini, Mariastella e Sacconi, Maurizio. (2010). ITALIA 2020. Piano di azione per l’occupabilità
dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro.

EUROSTAT.       (2009).    Youth    in   Europe.       A   statistical   portrait.   Disponibile   online:
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-78-09-920/EN/KS-78-09-920-EN.PDF

Eurostat.          (2012).         Language           Learning.        Disponibile         online:
http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/employment_social_policy_equality/youth_polic
y/dashboard_youth.

Giuliana de Vivo. (27 giugno 2012). La Repubblica, “Il Comune vuole una no tax area per le nuove
imprese dei giovani”.




                                                   8

More Related Content

What's hot

L. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demografica
L. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demograficaL. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demografica
L. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demograficaIstituto nazionale di statistica
 
ISFOL, sintesi 2009 Rapporto
ISFOL, sintesi 2009 RapportoISFOL, sintesi 2009 Rapporto
ISFOL, sintesi 2009 RapportoSTUDIO BARONI
 
Fondazioni d'impresa per i giovani
Fondazioni d'impresa per i giovaniFondazioni d'impresa per i giovani
Fondazioni d'impresa per i giovaniAlberto Castori
 
Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006
Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006
Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006Alessandro Picardi
 
Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...
Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...
Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...Vispo Srl
 
I giovani piemontesi tra scuola e lavoro
I giovani piemontesi tra scuola e lavoroI giovani piemontesi tra scuola e lavoro
I giovani piemontesi tra scuola e lavoroQuotidiano Piemontese
 
07. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 2009
07. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 200907. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 2009
07. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 2009SanGiovanniDiDioWEB
 
S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli, Il quadro generale dell’istruzione i...
S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli,  Il quadro generale dell’istruzione i...S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli,  Il quadro generale dell’istruzione i...
S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli, Il quadro generale dell’istruzione i...Istituto nazionale di statistica
 
A. di Bartolomeo Università Ca’ Foscari Venezia, G. Gabrielli Università d...
 A. di Bartolomeo  Università Ca’ Foscari Venezia,  G. Gabrielli Università d... A. di Bartolomeo  Università Ca’ Foscari Venezia,  G. Gabrielli Università d...
A. di Bartolomeo Università Ca’ Foscari Venezia, G. Gabrielli Università d...Istituto nazionale di statistica
 
G. Ballarino Università di Milano, F. Bernardi EUI, La mobilità sociale
 G. Ballarino  Università di Milano,  F. Bernardi EUI, La mobilità  sociale G. Ballarino  Università di Milano,  F. Bernardi EUI, La mobilità  sociale
G. Ballarino Università di Milano, F. Bernardi EUI, La mobilità socialeIstituto nazionale di statistica
 
2018 racc_ue_competenze chiave apprendimento permanente
2018  racc_ue_competenze chiave apprendimento permanente2018  racc_ue_competenze chiave apprendimento permanente
2018 racc_ue_competenze chiave apprendimento permanenteEmmanuele Cammarano
 
Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...
Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...
Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...Istituto nazionale di statistica
 
I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...
I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...
I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...Gruppo CLAS
 

What's hot (17)

L. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demografica
L. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demograficaL. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demografica
L. Quattrociocchi, Giovani e anziani, non solo una questione demografica
 
ISFOL, sintesi 2009 Rapporto
ISFOL, sintesi 2009 RapportoISFOL, sintesi 2009 Rapporto
ISFOL, sintesi 2009 Rapporto
 
Best Stage 2017
Best Stage 2017 Best Stage 2017
Best Stage 2017
 
Fondazioni d'impresa per i giovani
Fondazioni d'impresa per i giovaniFondazioni d'impresa per i giovani
Fondazioni d'impresa per i giovani
 
Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006
Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006
Alessandro Picardi - Articolo InnovAzioni, marzo-aprile 2006
 
Rcd 2014
Rcd 2014Rcd 2014
Rcd 2014
 
Superiori Milano e provincia - iscritti e frequentanti 2011
Superiori Milano e provincia - iscritti e frequentanti 2011Superiori Milano e provincia - iscritti e frequentanti 2011
Superiori Milano e provincia - iscritti e frequentanti 2011
 
Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...
Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...
Dispersione scolastica e disoccupazione giovanile (Contenuta nel Rapporto Car...
 
I giovani piemontesi tra scuola e lavoro
I giovani piemontesi tra scuola e lavoroI giovani piemontesi tra scuola e lavoro
I giovani piemontesi tra scuola e lavoro
 
07. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 2009
07. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 200907. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 2009
07. raccomandazione del parlamento e del consiglio europeo del 2009
 
Llp
LlpLlp
Llp
 
S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli, Il quadro generale dell’istruzione i...
S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli,  Il quadro generale dell’istruzione i...S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli,  Il quadro generale dell’istruzione i...
S. Molina, Fondazione Giovanni Agnelli, Il quadro generale dell’istruzione i...
 
A. di Bartolomeo Università Ca’ Foscari Venezia, G. Gabrielli Università d...
 A. di Bartolomeo  Università Ca’ Foscari Venezia,  G. Gabrielli Università d... A. di Bartolomeo  Università Ca’ Foscari Venezia,  G. Gabrielli Università d...
A. di Bartolomeo Università Ca’ Foscari Venezia, G. Gabrielli Università d...
 
G. Ballarino Università di Milano, F. Bernardi EUI, La mobilità sociale
 G. Ballarino  Università di Milano,  F. Bernardi EUI, La mobilità  sociale G. Ballarino  Università di Milano,  F. Bernardi EUI, La mobilità  sociale
G. Ballarino Università di Milano, F. Bernardi EUI, La mobilità sociale
 
2018 racc_ue_competenze chiave apprendimento permanente
2018  racc_ue_competenze chiave apprendimento permanente2018  racc_ue_competenze chiave apprendimento permanente
2018 racc_ue_competenze chiave apprendimento permanente
 
Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...
Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...
Progetto Statistica@scuola - I.S.I.S.S. “G.B. Novelli” di Marcianise (CE) Cla...
 
I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...
I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...
I risultati del rapporto annuale sul mercato del lavoro e la formazione in lo...
 

Similar to Premessa giovit camp

Prima le donne e poi i bambini
Prima le donne e poi i bambiniPrima le donne e poi i bambini
Prima le donne e poi i bambiniVispo Srl
 
Lean Startup High School @ Better Software 2014
Lean Startup High School @ Better Software 2014Lean Startup High School @ Better Software 2014
Lean Startup High School @ Better Software 2014Marco Calzolari
 
Indice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genere
Indice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genereIndice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genere
Indice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genereCarlo Romagnoli
 
Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle
Movicena 2012 Valsesia 5 StelleMovicena 2012 Valsesia 5 Stelle
Movicena 2012 Valsesia 5 Stellemovimentovalsesia
 
Presentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blogPresentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blogmovimentovalsesia
 
Progetto “Scuola digitale in Sardegna”
Progetto “Scuola digitale in Sardegna”Progetto “Scuola digitale in Sardegna”
Progetto “Scuola digitale in Sardegna”Ermelinda Pala
 
(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo
(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo
(2007), Quale posto per i giovani?, RovigoGiovanni Campagnoli
 
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11Antonio Panigalli
 
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11Antonio Panigalli
 
la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?
la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?
la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?Fondazione Giovanni Agnelli
 
Strategia regionale povertà educativa
Strategia regionale povertà educativaStrategia regionale povertà educativa
Strategia regionale povertà educativaEsperoSrl
 
Lavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in Lombardia
Lavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in LombardiaLavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in Lombardia
Lavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in LombardiaAres 2.0 - aresduezero
 

Similar to Premessa giovit camp (20)

BNL Focus #8
BNL Focus #8BNL Focus #8
BNL Focus #8
 
E. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di Prato
E. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di PratoE. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di Prato
E. Macrì - Il BES in ambito urbano: il caso di Prato
 
Neet
NeetNeet
Neet
 
Rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) 2021
Rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) 2021Rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) 2021
Rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES) 2021
 
Prima le donne e poi i bambini
Prima le donne e poi i bambiniPrima le donne e poi i bambini
Prima le donne e poi i bambini
 
A. Rosina: La realtà dei giovani
A. Rosina: La realtà dei giovaniA. Rosina: La realtà dei giovani
A. Rosina: La realtà dei giovani
 
Lean Startup High School @ Better Software 2014
Lean Startup High School @ Better Software 2014Lean Startup High School @ Better Software 2014
Lean Startup High School @ Better Software 2014
 
Indice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genere
Indice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genereIndice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genere
Indice rosa regionale: un approccio quantitativo alla questione di genere
 
Dieci anni di austerità per l’istruzione in Italia: quali conseguenze?
Dieci anni di austerità per l’istruzione in Italia: quali conseguenze?Dieci anni di austerità per l’istruzione in Italia: quali conseguenze?
Dieci anni di austerità per l’istruzione in Italia: quali conseguenze?
 
Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle
Movicena 2012 Valsesia 5 StelleMovicena 2012 Valsesia 5 Stelle
Movicena 2012 Valsesia 5 Stelle
 
Presentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blogPresentazione movicena 2012 x blog
Presentazione movicena 2012 x blog
 
Progetto “Scuola digitale in Sardegna”
Progetto “Scuola digitale in Sardegna”Progetto “Scuola digitale in Sardegna”
Progetto “Scuola digitale in Sardegna”
 
(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo
(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo
(2007), Quale posto per i giovani?, Rovigo
 
starniniA
starniniAstarniniA
starniniA
 
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
 
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
Antonio panigalli 12mesi-febbraio_11
 
la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?
la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?
la scuola italiana: quanto siamo lontani dai Paesi più avanzati?
 
Strategia regionale povertà educativa
Strategia regionale povertà educativaStrategia regionale povertà educativa
Strategia regionale povertà educativa
 
Lavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in Lombardia
Lavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in LombardiaLavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in Lombardia
Lavoro, partecipazione e futuro: una indagine sui giovani in Lombardia
 
La condizione delle donne nel mercato del lavoro in Piemonte - Mauro Zangola
La condizione delle donne nel mercato del lavoro in Piemonte - Mauro ZangolaLa condizione delle donne nel mercato del lavoro in Piemonte - Mauro Zangola
La condizione delle donne nel mercato del lavoro in Piemonte - Mauro Zangola
 

More from Laura Catana

Premessa home care project
Premessa home care projectPremessa home care project
Premessa home care projectLaura Catana
 
Legal profiles of the social economy. abstract
Legal profiles of the social economy. abstractLegal profiles of the social economy. abstract
Legal profiles of the social economy. abstractLaura Catana
 
The Third Sector in Italy. Policy Development
The Third Sector in Italy. Policy DevelopmentThe Third Sector in Italy. Policy Development
The Third Sector in Italy. Policy DevelopmentLaura Catana
 
Rezumat yunus dezvoltarea afacerilor sociale
Rezumat yunus   dezvoltarea afacerilor socialeRezumat yunus   dezvoltarea afacerilor sociale
Rezumat yunus dezvoltarea afacerilor socialeLaura Catana
 
translation of the Social Enterprises Law, Italy
translation of the Social Enterprises Law, Italytranslation of the Social Enterprises Law, Italy
translation of the Social Enterprises Law, ItalyLaura Catana
 

More from Laura Catana (8)

Premessa home care project
Premessa home care projectPremessa home care project
Premessa home care project
 
Legal profiles of the social economy. abstract
Legal profiles of the social economy. abstractLegal profiles of the social economy. abstract
Legal profiles of the social economy. abstract
 
BA's thesis
BA's thesisBA's thesis
BA's thesis
 
The Third Sector in Italy. Policy Development
The Third Sector in Italy. Policy DevelopmentThe Third Sector in Italy. Policy Development
The Third Sector in Italy. Policy Development
 
Rezumat yunus dezvoltarea afacerilor sociale
Rezumat yunus   dezvoltarea afacerilor socialeRezumat yunus   dezvoltarea afacerilor sociale
Rezumat yunus dezvoltarea afacerilor sociale
 
translation of the Social Enterprises Law, Italy
translation of the Social Enterprises Law, Italytranslation of the Social Enterprises Law, Italy
translation of the Social Enterprises Law, Italy
 
economia sociala
economia socialaeconomia sociala
economia sociala
 
Brosurica
BrosuricaBrosurica
Brosurica
 

Premessa giovit camp

  • 1. GIOVITCAMP. Inside-out! “l’apprendimento continuo, catalizzatore del cambiamento” Progetto di Candidatura per l’Avviso pubblico per l’erogazione, per l’anno in corso, di contributi a sostegno di iniziative, progetti e manifestazioni per la promozione delle attività giovanili (scadenza 1/10/2012) Milano, 28/09/2012
  • 2. GIOVITCAMP. Inside-out! “l’apprendimento continuo, catalizzatore del cambiamento” Premessa Il tema del cambiamento visto come fattore essenziale per il superamento della crisi impone la diffusione di nuovi valori e comportamenti sociali ed economici. Dunque, iniziare dai e insieme ai giovani è la strada che può garantire maggiori possibilità di successo. Complessivamente in Italia si contano circa 14 milioni di giovani di età compresa tra i 15 ed i 34 anni, pari al 23% della popolazione nazionale residente (Gelmini e Sacconi, 2010 apud dati Istat, 2008). Se si considerano solo i giovani under 25, l’Italia è il Paese in cui si osserva la più bassa incidenza giovanile (pari nel 2010 a 10,1%) e al contempo la più alta quota di ultra 80enni (5,8%), mentre nel Regno Unito si registra una situazione opposta: 13,3% incidenza giovanile e 4,6% quella degli anziani (ISTAT, 2012). Secondo Italia Lavoro (2010), nella prima fascia tra i 15 ed i 24 anni rientrano 6,1 milioni, mentre nella seconda fascia da 25 a 34 anni sono circa 7,9 milioni. Uno dei fattori più significativi che rende difficile il loro inquadramento nella categoria “giovani” è rappresentato dai noti ritardi, sia nell’inserimento lavorativo sia nell’abbandono della dimora familiare, dovuti in parte anche ai costi sociali ed occupazionali della crisi, che, cosi come si mostra anche nel rapporto Italia Lavoro del 2010, sono pagati dalle giovani generazioni. In un contesto socio-economico cosi sfidante, consideriamo opportuno puntare sullo sviluppo di competenze, abilità e sensibilità dei nostri giovani in modo da supportarli affinché siano attrezzati per la nuova società, caratterizzata da evoluzioni e cambiamenti rapidi, in cui la flessibilità, la creatività e la gestione della complessità e il leadership diventano essenziali. L’imprenditoria giovanile italiana sembra essere stata insufficientemente sviluppata e sopportata, in quanto non è riuscita a compensare la “mortalità di attività mature e “l’invecchiamento” di quelle create da imprenditori che erano giovani al momento dello start-up della nuova attività (MLPS, 2011). Dunque, per la ripresa generale del sistema e per una maggiore sostenibilità futura, diventa evidente il bisogno di investimento nella risorsa umana e nelle sue capacità innovative, con una particolare attenzione ai giovani. Queste idee vengono rafforzate anche dall’ultimo rapporto europeo(2012c) riguardante la “Strategia Europea per la Gioventù 2010-2018. Investimento e Empowerment”, che mette al centro la creazione di più opportunità eque nell’ambito educativo (formale e non-formale) e lavorativo, 2
  • 3. insieme alla promozione della cittadinanza attiva, dell’inclusione sociale e della solidarietà tra i giovani. I. Analisi di contesto. I giovani in Italia Studi. Il livello d’istruzione dei giovani italiani è, complessivamente, molto inferiore rispetto a quello che si registra nei paesi europei (vedi tabella, Italia Lavoro, 2010). Complessivamente, nella media, i giovani italiani di età compresa tra i 15 e i 34 anni, laureati o con istruzione tecnica sono pari al 14,6%, 9,3 punti percentuali in meno rispetto alla media europea (23,9%, analisi sugli dati Eurostat pubblicati da Italia Lavoro, 2010) e con una differenza di 21 punti percentuali dal target fissato dalla Strategia Europe 2020 per i giovani tra i 30 e i 34 anni. Per di più, anche se i livelli di competenze degli studenti 15enni aumentano, l’Italia è il quarto paese europeo dopo Malta, Portogallo e Spagna per la percentuale di giovani (18-24 anni) che abbandonano prematuramente gli studi: circa 18.8% degli studenti italiani, a fronte di una media europea di 14 punti percentuali (ISTAT, 2012). Le differenze di genere e di nazionalità sono molto forti: 22% per i maschi e 15,4 per le donne, mentre il tasso di abbandono degli stranieri registra un percentuale di circa 40%, rispetto a quella degli italiani (circa 16%). Apprendimento continuo ed educazione non-formale. Mentre il tasso di partecipazione a forme di apprendimento continuo e di istruzione non obbligatoria dei giovani in età 15-19 anni è cresciuto fino a raggiungere l’81,8 per cento nel 2009, la partecipazione al sistema di formazione dei 20- 29enni è pari al 21,3 per cento.Quanto alla quota di adulti (25 – 64 anni) impegnati in attività formative (lifelong learning), in Italia si registravano nel 2010 solo 6,2 punti percentuali (la media europea registrava 9,1%), mentre il benchmark da raggiungere entro il 2010 posto dalla strategia di Lisbona richiedeva una percentuale pari al 12,5 (ISTAT, 2012). In aggiunta, i dati Eurostat per 2011 riguardanti la partecipazione dei giovani (15-24 anni) in processi di educazione non-formale mostrano una percentuale media a livello EU di 9% , mentre a livello nazionale si regista un tasso di solo 4,6% (Commission Europea, 2012b). Occupazione. La quota di popolazione occupata tra i 20 e i 64 anni in Italia era nel 2010 del 61,1%, 14 punti percentuali inferiore al obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2020. Per di più, questo valore sintetizza uno squilibrio di genere molto forte (72,8 per cento per gli uomini e 49,5 per cento per le donne).Rispetto al tasso di occupazione giovanile, i dati ISTAT per 2009 registrano come occupati il 21,7% dei giovani italiani da 15-24 anni e il 67,5% di quelli da 25 – 34 anni, mantenendo forti le differenze di genere (rispettivamente 91, e 19,8 punti percentuali a favore dei 3
  • 4. maschi)1 (Italia Lavoro, 2010). Riguardo ai giovani laureati, solo il 25,3% dei under 24 e il 54,2% dei giovani tra i 25 e i 29 anni sono occupati; l’Italia rimane pertanto indietro rispetto alla media europea, che per l’ultima categoria registra il 80,7% (ISTAT, 2012). La maggior parte dei giovani con impiego ha un titolo di studio medio-alto (vedi tabella di seguito), anche se risulta che la laurea, in Italia non migliora le possibilità di trovare lavoro; al contrario, quasi la metà dei giovani 25- 34enni che posseggono una diploma di 4-5 anni è occupata, mentre i laureati hanno un tasso di occupazione intorno al 20%. Nonostante ciò, l’avanzamento dell’età sembra migliorare le opportunità lavorative per le classi più istruite. Italia Lavoro, 2010 Disoccupazione. A marzo 2012 i “disoccupati” di età compresa tra i 15 e i 24 anni sono circa 600 mila cioè il 10,3% della popolazione complessiva della stessa età e il 35,9% delle forze di lavoro di quell’età, registrandosi quindi un incremento significativo negli ultimi 4 anni (vedi tabella). In quanto al tasso di disoccupazione dei giovani 25- Il tasso di disoccupazione giovanile 34enni, nel 2009 Eurostat registrava unascarsa (15 - 24 anni) % correlazione con il livello di studio: 12,3% per 40 35.9 30 27.8 29.1 quelli con una scarsa istruzione, 9,1% per quelli 21.3 25.4 20 con un livello educazionale medio e 9,6% per 10 0 quelli con alto livello di studi, ribaltando il fatto 2008 2009 2010 2011 2012 che in Italia l’incremento delle competenze non porta necessariamente un incremento delle opportunità lavorative. In aggiunta, conforme al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (2011), il livello di istruzione della metà dei giovani inattivi (15-29 anni) è molto basso (massimo la licenza media), mentre la quota dei laureati inattivi appare contenuta (7%). 1 In Lombardia i tassi di occupazione registravano nel 2009 il 28,8% per i 15-24enni e il 81% per i 25-34enni. 4
  • 5. Il brusco innalzamento del tasso di disoccupazione giovanile nella componente maschile (dal 23,3 al 26,8 per cento dal 2009 al 2010), si è registrata una riduzione del 2,8% dello squilibrio di genere, passando dal 5,4% al 2,6% (ISTAT, 2012). NEET (Not in Education, Employment or Training). Nel 2010, in Italia più di due milioni di giovani (di cui 1,4 milioni nella fascia di età tra i 25 ed i 34 anni) risultava fuori dal circuito formativo e lavorativo. Di questi, il 51% ha al più la licenza media ed il 60% risiede nel mezzogiorno (Italia Lavoro, 2010). La quota dei NEET era nel 2010 più elevata tra le donne (24,9%) rispetto a quella degli uomini (19,3%; ISTAT, 2012). Questa situazione prolungata comporta molti rischi e una maggiore difficoltà di reinserimento. Partecipazione e cittadinanza attiva. Mentre più di metà dei giovani italiani sono iscritti a un'associazione sportiva, a un club giovanile o a un'organizzazione giovanile culturale – in linea con le statistiche europee -, l’Italia si colloca l’ultima nella classifica (insieme alla Svezia) per la percentuale di giovani che ha svolto attività di volontariato negli ultimi 12 mesi (13%, a fronte di una media europea del 24% (MLPS apud Eurobarometro 2011, 2011). In riferimento al volontariato all’estero attraverso il programma Servizio Volontario Europeo, nel 2011 si registrava una percentuale del 1% nell’Italia, paragonato al 2,2% nell’UE (Commissione Europea, 2012b). Percentuali inferiori alla media europea si registrano anche per la partecipazione a almeno una visita culturale nel ultimo anno (2006): 34% a fronte del 49% per i giovani 16-29enni e 22% a fronte del 42% per i over 30 (Eurostat, 2009). Lingue straniere. Secondo i dati Eurostat,nel 2010la percentuale degli allievi italiani che studiano due o più lingue straniere è più di due volte inferiore (25%) alla media europea. In aggiunta, MLPS (2011) rileva che circa il 85% dei borsisti di mobilità) all’estero scelgono una tale esperienza aspettandosi di migliorare la conoscenza linguistica delle lingue straniere, ma anche di migliorare la comprensione delle diversità culturali. Autonomia / dipendenza famiglia di origine. Un fenomeno sfavorevole per lo sviluppo e la presa di responsabilità dei giovani è anche la scarsa autonomia dalla famiglia di origine. In Italia, la maggior parte dei figli resta in famiglia fino 29 anni, fatto che è dovuto non soltanto al difficile rapporto con il lavoro e ai prezzi molto elevati dei immobili e degli affitti, ma è promosso anche dalla cultura italiana, in cui le famiglie cercando di mantenere i figli vicini. Il 96,9% dei giovani tra 18 e 19 anni e l’86,1% tra i 20 e 24 rimangono nella casa dei genitori, mentre per i 25-29enni la percentuale si abbassa al 59,2%, attestandosi al 28,9% per quelli tra i 30 e i 34 anni (Gelmini e Sacconi, 2010). 5
  • 6. Imprenditorialità. Secondo il rapporto “I giovani e il lavoro” (MLPS, 2011), nel primo trimestre del 2011 solo il 5,5,% delle imprese italiani (290 mila unità) potevano essere ricondotte a un titolare o a soci che non superano il 30esimo anno di età. La Lombardia conta circa il 14,1% delle imprese giovanili; Infocamere dichiara che negli ultimi tre anni, dalle 27 mila nuove attività imprenditoriali, 10 mila sono state avviate da giovani sotto 35 anni (Giuliana de Vivo, 2012). Sostegno all’imprenditorialità. La crisi economica ha portato al centro del dibattito i problemi dei tagli sulla spesa sociale, le difficoltà di trovare lavoro, specialmente per i giovani, ma anche le potenzialità dell’imprenditoria come una delle soluzioni per uscire dalla crisi. Di conseguenza, si sono sviluppati e rafforzati tanti servizi di accompagnamento e counseling, co-working enetworking, sia rivolti a un pubblico generale (alcuni esempi dall’area milanese: HUB Milano, Make a Cube, Incubatore LIB), sia specializzati su alcune tematiche (Annapurna Ventures, che identifica e sopporta innovazioni radicali nel settore di media digitali), o su gruppi ben definiti (per i giovani – IdeaTre60 della Fondazione Accenture, Acceleratore d’Impresa del Politecnico di Milano che sostiene le start-up tecnologiche, per i precari e i disoccupati – Faber Academy Box della Cooperativa Sociale ITACA di Pordenone). Nonostante questa ampia offerta e gli sforzi anche da parte dal pubblico di sostenere l’imprenditorialità giovanile (vedi anche il “Rapporto Restart, Italia! Perchè dobbiamo ripartire dai giovani, dall’innovazione, dalla nuova impresa”), tutti i servizi si rivolgono alle persone che possiedono già almeno un’idea imprenditoriale o, ancora meglio, un progetto o un business plan. Rimangono dunque fuori le persone e i giovani che possiedono delle competenze e delle risorse, ma che non hanno un’idea ben chiara e che probabilmente avrebbero bisogno di un altro tipo di sostegno, che inizia dalla formazione personale per poi continuare con quella professionale. II. Scopo del progetto Soprattutto in momenti di crisi profonda, di picchi di disoccupazione giovanile e scarsità di fondi sociali, noi cerchiamo delle soluzioni con e dai beneficiari stessi. Nella nostra opinione, i giovani non rappresentano un problema, ma una risorsa da scoprire e sfruttare sia nell’ottica dello sviluppo personale del giovane che per il benessere sociale della comunità. Lo scopo di questo progetto è quello di offrire la possibilità ai giovani italiani e stranieri, ma residenti in Italia, tra i 18 e i 24 anni,di riflettere sui problemi esulle opportunità del nostro paese e sulla loro persona come potenziale CHANGEMAKER. GIOVITCAMP. Inside-out!mira a 6
  • 7. sviluppare un sistema di valori condivisi durevole, basato sulla qualità e sulla sostenibilità. Il progetto si concentra sullo sviluppo dicompetenze personali, interpersonali e professionali dei giovani attraverso relazioni di tipo “adulto-adulto”, incontri tra pari, laboratori su tematiche che interessano organizzati da loro e/o con l’aiuto di facilitatori, consigli decisionali, seminari informativi su altre opportunità formative, di volontariato, di stage e di mobilità all’estero, concorsi di progetti sociali. Per incoraggiare lo sviluppo dei veri leader, degli imprenditori, delle persone che si prendono la responsabilità e il rischio bisogna sviluppare prima di tutto le loro competenze, le loro abilità, le loro conoscenze, ma soprattutto la loro consapevolezza del loro bagaglio, l’autostima, la fiducia in loro stessi e negli altri, l’empatia, le abilità comunicative e la capacità di lavorare in squadra. Il risultato a cui puntiamo non è uno misurabile nel numero di persone partecipanti ai nostri programmi o l’incremento delle conoscenze, ma nel numero di persone ispirate e motivate a continuare il processo di apprendimento continuo, in maniera formale, non formale, informale, multiculturale e multidisciplinare e capaci a intraprendere delle attività sociali ed economiche, di gestire la complessità e ad ispirare anche altri giovani, azioni che portano allo sviluppo del paese. Auspichiamo che, attraverso il camp,si possa contribuire a far emergere una generazione di leader e imprenditori sociali capaci di scatenare e assumere il cambiamento sostenibile. Bibliografia: Banca Mondiale. (2012). Doing Business. Disponibile online: http://www.doingbusiness. org/~/media/GIAWB/Doing%20Business/Documents/Annual-Reports/English/DB12-FullReport.pdf Commissione Europea. (2012). Gioventù in Azione (2007-2013). Guida al programma. Commissione Europea. (2012b). EU Youth Report. Status of the situation of young people in the European Union. Bruxelles, 10.9.2 012, SWD(2012) 257 final. Commissione Europea. (2012c). Draft 2012 Joint Report of the Council and the Commission on the implementation of the renewed framework for European cooperation in the youth field (EU Youth Strategy 2010-2018).COM(2012) 495 final. ISTAT. 2012. Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo. Disponibile online: http://noi-italia.istat.it/ Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. (2011). “I giovani e il Lavoro”. Quaderni di studi e statistiche sul mercato del lavoro. No. 3. 7
  • 8. Italia Lavoro (a cura di, coordinato da Maurizio Sorcioni). (2010). Giovani generazioni al lavoro. Disponibile online: http://bancadati.italialavoro.it/BDD_WEB/directly.do?w=3&p=DOCUMENTA&titolo=strumenti_ 7709.jsp Ministero dello Sviluppo Economico. (2012).Restart, Italia! Perché dobbiamo ripartire dai giovani, dall’innovazione, dalla nuova impresa. Disponibile online: http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/documenti/rapporto-startup-2012.pdf Eurostat. (2009). Youth in Europe. A statistical portrait of the lifestyle of young people. Disponibile online: http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=STAT/09/177&format=HTML&. Gelmini, Mariastella e Sacconi, Maurizio. (2010). ITALIA 2020. Piano di azione per l’occupabilità dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro. EUROSTAT. (2009). Youth in Europe. A statistical portrait. Disponibile online: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-78-09-920/EN/KS-78-09-920-EN.PDF Eurostat. (2012). Language Learning. Disponibile online: http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/employment_social_policy_equality/youth_polic y/dashboard_youth. Giuliana de Vivo. (27 giugno 2012). La Repubblica, “Il Comune vuole una no tax area per le nuove imprese dei giovani”. 8