Agir - Smart working, un successo nel segno della qualità
rivista 35
1. el nostro piacevolissimo e intenso viaggio la
Routech ha indubbiamente rappresentato
una storia a parte. E non solo per la splendida
vetrata che guarda al cielo, al paesaggio di To-
scana. Non solo perché Livio Tiezzi e il figlio Giovanni
sono persone dalla gentilezza antica o perché qui da
sempre c’è un punto di riferimento tecnologico impor-
tante, non solo perché sono una delle pochissime (pro-
babilmente l’unica) realtà del settore nata e cresciuta in
questa parte d’Italia a essere entrata in un grande
gruppo e nemmeno perché il fondatore (e suo figlio) ne
sono comunque ancora alla guida… Insomma,
un’azienda ricca di peculiarità, con una storia di eccel-
lenze alle spalle e che ha dimostrato come sia possibile
ricavare un ambito di soddisfazione nel quale applicare
le proprie capacità e tutte le particolarità che la con-
traddistinguono.
“La Toscana è terra di genialità, di invenzione e anche
di tecnologia del legno!”, ci dice Livio Tiezzi accoglien-
doci a Sinalunga. “Qui siamo stati fra i primi a fare cen-
tri di lavoro a controllo numerico, in un territorio che da
sempre ha espresso tecnologia, innovazione, voglia di
creare… la storia della nostra azienda si dipana in un
tessuto economico forte, con una radicata tradizione
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Ricerca, innovazione, mercato:
ecco la ricetta di Routech!
Una forte vocazione a trovare nuove soluzioni. L’intuizione di Livio Tiezzi, in tempi
non sospetti, che il centro di lavoro sarebbe stato il futuro. E l’ingresso in Scm Group,
una nuova dimensione con cui confrontarsi e per incontrare maggiori opportunità.
N
nella lavorazione
del legno: serra-
mentisti, cucinieri,
mobilieri; pensi che
fra Torrita e Sina-
lunga erano al-
meno un migliaio
le famiglie che vi-
vevano di questo.
Abbiamo iniziato
negli anni Settanta,
con i primi esperi-
menti che feci nel
mondo del metallo,
con una macchina
in cui la programmazione avveniva copiando una sa-
goma e memorizzandone i dati. Ma poi arrivarono i
primi controlli numerici e, a poco a poco, le prime espe-
rienze nel legno.
Fondai la C.T.C. nel 1989, sempre convinto che le nuove
tecnologie fossero la strada da seguire, anche quando
tutti erano convinti fossero soluzioni troppo avanzate
per un mondo così “tradizionalista”.
Credo di essere stato il primo a utilizzare motori bru-
shless nel legno, quando ancora andavano tarati per
Giovanni (a sinistra) e Livio Tiezzi.
Due immagini della sede di Routech a Sinalunga.
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ToscanaFOCUS
avere un movimento lineare, lavorando con condensa-
tori e resistenze e non semplicemente cambiando qual-
che valore girando una rotellina.
Di acqua sotto i ponti ne è passata molta, fino all’in-
gresso in Scm Group. Sempre con la vocazione per lo
speciale, sempre puntando sulla progettazione, sulla ri-
cerca: questa è la nostra vita, questi sono gli elementi
presenti nel nostro dna e sono certamente questi i va-
lori che ci hanno permesso di crescere e di entrare in
un grande gruppo industriale”.
“Credo di poter dire che siamo stati capaci di adeguarci
ai metodi, alle procedure della grande industria anche
se siamo una piccola realtà”, aggiunge Giovanni Tiezzi,
figlio del fondatore e responsabile della ricerca. “Ab-
biamo sempre avuto una mentalità industriale, ragio-
nato in termini di controllo della produzione e puntando
sempre sulla ricerca, sull’innovazione. Cercare possibi-
lità e fare in modo di coglierle. Penso, ad esempio, ai tre
centri di lavoro che abbiamo recentemente realizzato
per un colosso del settore aerospaziale, ora entusiasta
estimatore della nostra tecnologia. O alle soluzioni che
abbiamo progettato e costruito per la produzione di an-
tine in Ikea Factory, nota fino a qualche tempo fa come
Swedwood, ai quali abbiamo appena consegnato l’un-
dicesimo centro di lavoro. O alla linea che abbiamo rea-
lizzato per un altro colosso svedese, il gruppo Nobia,
certamente il più importante costruttore di cucine eu-
ropeo e fra i primissimi al mondo”.
Dunque non solo legno…
“Verissimo”, prosegue Giovanni Tiezzi. “Vantiamo realiz-
zazioni importanti ovunque si lavorino materiali che
hanno caratteristiche meccaniche simili al legno – fra
cui compositi, alluminio, fibre di carbonio – per i quali le
macchine per il legno possono essere facilmente adat-
tate. E’ il contributo che diamo a Scm Group, sempre
avendo come focus l’edilizia, un settore per il quale
siamo l’azienda di riferimento, alla luce del know-how
che abbiamo maturato in tanti anni. Un impegno che
ci ha richiesto molte energie e grandi investimenti, in-
dubbiamente più che per l’aerospaziale. Pare difficile
credere alla complessità del lavorare legno per costruire
case, ma farlo con centri di lavoro a controllo numerico
richiede davvero specializzazione e competenza, una
competenza che abbiamo festeggiato fornendo una
macchina “importante” a Binder Holz, marchio au-
striaco che non ha alcun bisogno di presentazioni e che,
lo ammetto, ci ha aperto le porte di molti altri, impor-
tantissimi costruttori in Austria e in Germania”.
“Risultati resi possibili – interviene Giovanni Tiezzi –
anche dal nostro “QuickLink”, software proprietario per
l’edilizia che sviluppiamo continuamente al nostro in-
terno da almeno una decina di anni: conoscere i pro-
cessi, cosa devono fare i nostri clienti, poter intervenire
in tempi brevissimi per apportare qualsiasi migliora-
mento rappresenta un enorme vantaggio competitivo.
D’altra parte il software è l’elemento che sempre più fa
la differenza. L’intero Scm Group ha investito molto in
questa direzione, perché oggi rappresenta l’unica so-
glia di ingresso: tutti possono fare una macchina per
costruire una trave o un elemento di una costruzione in
legno, molto più difficile offrire una soluzione che, gra-
zie a un software specifico, renda tutto estremamente
semplice e permetta di avere pezzi “finiti”, pronti per es-
sere portati in cantiere direttamente dal piano del cen-
tro di lavoro”.
Dalla Toscana al mondo: come vanno le cose?
“Oggi Routech conta su una cinquantina di collaboratori
con un fatturato 2015 in forte crescita rispetto al-
l’esercizio precedente, un risultato che contiamo di in-
crementare ulteriormente nel 2016 grazie alle tante
opportunità che possiamo incontrare nei tanti mercati
in cui operiamo”, ci racconta Giovanni Tiezzi. “Oggi
esportiamo l’80 per cento della nostra produzione, non
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solo in Europa ma anche in Cina o in Giappone, la culla
dell’edilizia in legno, dove stiamo consegnando la set-
tima macchina per la costruzione di travi in legno a una
realtà estremamente nota. Il mondo è fortunatamente
grande e la nostra vocazione nel dare a ogni cliente la
soluzione specifica per le sue esigenze ci rende forti”.
Sempre con le radici ben salde in Toscana…
“Certamente. Credo ci sia veramente un po’ di Toscana
in quello che facciamo, in ciò che siamo”, ci dice sorri-
dendo Livio Tiezzi. “Penso a un certo signor Guidarelli
che sembrava ricamasse il ferro invece di lavorarlo,
tanto era bravo. Passavo le ore a guardarlo… c’era
molta passione e, probabilmente, un rapporto diverso
con il lavoro, più forte, etico.Tempi in cui c’erano capa-
cità e opportunità di imparare, elementi che hanno fatto
di questa zona una autentica fucina di imprese. Molte
cose sono cambiate da allora, ma questi semi sono ri-
masti e continuano a dare frutti.
Ma per realizzare un sogno ci vuole un mercato, bisogna
avere l’opportunità di crescere: da qui la nostra scelta
di entrare in Scm Group. Non credo avremmo potuto di-
ventare ciò che siamo, non saremmo certo riusciti a
maturare esperienze e ad avere le risorse necessarie
per arrivare a fornire alla americana Pella, il secondo
produttore di porte negli Stati Uniti, il terzo centro di la-
voro ed essere in procinto di aggiudicarci altre impor-
tantissime commesse”.
“Credo che i nostri interlocutori trovino un po’ di To-
scana nella facilità che ci dicono di avere nel comuni-
care con noi, nel trovare un dialogo continuo e diretto
con partner che conoscono molto bene di cosa stanno
parlando, cosa vorrebbero trovare”, aggiunge Giovanni
Tiezzi. “Hanno scelto tecnologie “made in Tuscany” per-
ché il piccolo, quando è supportato da una grande or-
ganizzazione che permette di accedere in modo
strutturato a un grande mercato, continua a essere
bello, a patto di avere la testa per agire come da indu-
stria”.
Ma questa Toscana del legno e del mobile, dal vostro
punto di vista, quali opportunità ha realmente?
“Molte, a patto di cambiare modo di pensare, creando
gruppi di imprese che – insieme – possano trovare il
modo di realizzare un sogno!”, interviene Livio Tiezzi.
“Se ognuno guarda al proprio orticello non si può fare
molta strada: bisogna che ciascuno rinunci a qualcosa,
che sia pronto a dare e, soprattutto, sia disponibile a
credere in nuovi progetti.
Personalmente ho partecipato e partecipo a molti in-
contri in varie realtà territoriali e istituzionali, ma trovo
che l’interesse maggiore, se non l’unico, è reperire fi-
nanziamenti. Nessuno nega quanto questo sia impor-
tante, ma bisogna prima avere una idea, un progetto,
qualcosa che si ritiene possa aprire nuove opportunità,
una strategia tecnica e commerciale.
Se in Routech abbiamo avuto successo è perché ab-
biamo sempre avuto un progetto in mente. E siamo
sempre stati una realtà solida, piccola ma robusta. In
questo modo abbiamo superato anche momenti diffi-
cili, perché sapevamo bene chi eravamo, cosa pote-
vamo fare e in quale direzione volevamo andare,
principi che ci hanno guidato anche nella scelta del pas-
saggio nell’ambito di Scm Group”.
“Un imprenditore deve imparare a guardarsi attorno
con grande attenzione, riconoscere quale e come è il
suo mercato di riferimento”, conclude Giovanni Tiezzi.
“Se è fatto di attori di piccole dimensioni ci si può per-
mettere di essere una piccola impresa; ma se ti accorgi
che il mercato ha avuto una evoluzione tale per cui gli
attori sono cresciuti e sono di dimensioni molto più
grandi, a cui da solo non puoi arrivare, è arrivato il mo-
mento di cambiare rotta, di “correre il rischio” del lavo-
rare insieme ad altri, del rinunciare a un poco della
propria indipendenza e della propria individualità”.
E la storia di Routech dimostra quanto la famiglia Tiezzi
creda fermamente in ciò che dice, pronta ad affrontare
le prossime stagioni con tante nuove idee sulle quali è
presto sbilanciarsi. Ma una cosa è certa: quando ci sarà
qualcosa di veramente “speciale” da fare o da mettere
in campo una efficace tecnologia per il costruire in legno
dalle parti di Sinalunga c’è qualcuno che sa che cosa si
deve fare…
a cura di Luca Rossetti ■
www.scmgroup.com