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CLOUD COMPUTING UN ANNO DOPO.
CIO ITALIANI E CIO EUROPEI A CONFRONTO

Survey realizzata da Nextvalue




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nel presente documento sono dei rispettivi titolari.


Finito di stampare Luglio 2010
SOMMARIO




 7   Prefazione


10   Cloud Computing: l’industrializzazione dell’IT


13   Quale Cloud Computing


16   Essere il CIO di una Cloud IT


19   Quali i prossimi passi


21   La Survey Italiana


34   Cloud Computing nelle regioni italiane - Appendice


42   Il confronto con l’Europa


55   Le sette risposte degli Operatori IT


78   Indice delle figure
PREFAZIONE
                                                                   di Alfredo Gatti




    Un anno fa, in procinto di chiedere a oltre 100 CIO di Grandi Aziende Italiane
la loro cortese collaborazione al nostro primo lavoro di ricerca sul Cloud
Computing, in Nextvalue eravamo tutti cautamente ottimisti: come spesso accade
eravamo i primi in Italia ad addentrarci in un territorio inesplorato, per di più ci
accingevamo ad affrontare un argomento potenzialmente disruptive, ma avevamo le
idee chiare, non intendevamo innescare un inutile dibattito accademico su un
argomento tanto importante, per di più facendolo con i “soliti noti”. Perciò
cercammo di formare un Panel di CIO alle prese con i problemi reali e non di
visibilità personale e ciò che essi ci raccontarono fu, con grande nostra sorpresa,
uno spaccato di futuro già presente.
    I primi riscontri delle interviste furono subito molto concreti. Anche coloro
che si dichiaravano fondamentalmente agnostici, o contrari, desideravano motivare
puntualmente la propria posizione; ma la vera sorpresa fu di riscontrare un dibattito
sul Cloud Computing già iniziato ed esteso nelle grandi imprese italiane, un tema
che già rientrava nelle ipotesi strategiche dei loro CIO, con qualche pioniere già
sulla strada dell’adozione, nonostante molti dei principali operatori dell’offerta non
avessero ancora annunciato alcunché sul tema.
    In tutta sincerità non ci aspettavamo una situazione del genere, anche se sono
sempre le imprese Top ad avviare i grandi trend. La nostra ricerca si collocava
proprio nel momento in cui il Cloud Computing guadagnava posizioni nella
8                Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



classifica dei fenomeni che catturavano l’attenzione dei CIO italiani, non certo
indifferenti alle promesse di innovazione che esso comporta nell’IT.
    Ma se il fenomeno Cloud Computing era già così avanti, allora che fare per
passare all’azione?
    Il team di Nextvalue decise che era tempo di rendere disponibili i risultati e di
chiamare a raccolta gli operatori dell’offerta per cercare di scoprire un po’ di più le
carte in fatto di Cloud Computing. Risposero i Top e apprezzarono il fatto di poter
testare la loro proposizione di valore in un ambiente precompetitivo. Insomma la
storia la conoscete: il 2 luglio dell’anno scorso tenemmo a Milano il primo convegno
nazionale dedicato al Cloud Computing in Italia, come evento del nostro
programma Forum ValueIT® e in quella occasione furono ben 156 i decisori di
aziende end-user che vollero partecipare al tema in discussione, analizzare i business
case presentati e apprendere i risultati della survey, peraltro condensati in una
pubblicazione analoga a questa, andata letteralmente a ruba, crediamo non solo
perché gratuita.
    Nei mesi successivi siamo stati a nostra volta sollecitati ad approfondire
l’argomento in varie occasioni di incontro con decisori IT, abbiamo puntualmente
condotto la long tail annunciata il 2 luglio con l’approfondire la ricerca a livello
territoriale e di distretti industriali. A distanza di un anno esatto, abbiamo deciso
di rifare il punto sul Cloud Computing nelle grandi aziende italiane e di proporre,
nel nostro ormai tradizionale evento di inizio estate, i risultati del lavoro svolto da
un Panel più ampio di CIO del nostro Paese. Oggi vi sono più elementi qualitativi
e quantitativi per descrivere puntualmente il trend di adozione di Cloud
Computing in Italia. Ma abbiamo fatto un passo ancor più importante: grazie alla
collaborazione con CIOnet (www.cionet.com) siamo stati in grado di proporre la
stessa survey a livello europeo (CIOnet è il primo business network internazionale
ed indipendente focalizzato sull’IT e riservato ai CIO di organizzazioni Top,
attualmente oltre 1.450). Le risposte omogenee ci permettono perciò di proporre
un confronto fra la nostra situazione e quella europea.
    I principali risultati sono condensati in questa pubblicazione della nostra collana
Ideas ValueIT®, in cui lo scenario è completato dalle risposte sul tema forniteci dai
nostri Business Partner per l’iniziativa, ovvero Akamai, EMC, Google, IBM, Micro
Focus e Microsoft, che come parte attiva dell’iniziativa vi contribuiscono con la
loro autorevole esperienza di mercato ed i loro business case. Permettetemi quindi
di ringraziarli pubblicamente: avere leader di questo calibro al nostro fianco
nell’iniziativa è per noi di enorme valore e di incoraggiamento a proseguire su
Prefazione                                                                                   9



questa strada della ricerca operativa impostata su criteri di innovazione, di
eccellenza e di condivisione di contributi qualificati.
     Il grazie più importante va comunque a tutti quei CIO, italiani ed europei, che
hanno dedicato attenzione e tempo partecipando ai Panel: come sempre molto aperti
e interessati, hanno contribuito in modo fondamentale all’analisi.
     Chi ci segue con simpatia ricorderà la mia improbabile citazione dell’anno scorso
di Aristofane, autore della commedia “Le Nuvole”; duemila e passa anni fa già si
pensava seriamente alle nuvole. Visto che ormai mi tocca, oggi vorrei proporvi questa:
     “… We can’t even imagine today the potential of Cloud Computing as we look forward.
But [given] the intersection of higher processing power, cheaper cost and the ubiquitous access
to broadband networks that for the first time are available to deliver content in ways that we
couldn’t imagine before … transformation that’s going to fundamentally change the way we
live our lives.”
     Quando ho letto questa specie di profezia la prima volta, mi sono detto: “Whao!
Sarà di Mark Benioff o di Eric Schmidt …” Invece è di un certo Vivek Kundra,
l’ha detto in un intervento dal titolo “The Economic Gains of Cloud Computing”
il 7 aprile scorso alla The Brooking Institution. Vivek Kundra è il CIO “federale”,
nominato dal presidente degli Stati Uniti Barak Obama quale responsabile dell’IT
della P.A. degli Stati Uniti. Al di là che i suoi colleghi delle corporation americane
possano essere un po’ meno profetici in fatto di Cloud Computing, grazie a lui esso
occupa un posto di rilievo nella compliance che gli investimenti IT devono avere
per essere approvati nel 2011. Lo stesso presidente Obama sottolinea che per
risparmiare sui soldi dei contribuenti, si deve aumentare l’efficienza e ripensare
strategicamente le stesse infrastrutture e servizi IT. Come dire, il Cloud Computing
non è mandatario, ma quando è il presidente a chiedere di tenere in considerazione
un argomento, di solito viene ascoltato.
     Sfortunatamente in Italia non abbiamo un CIO federale, anzi nemmeno un CIO
federalista, ma i problemi di efficienza e di produttività della Pubblica
Amministrazione sì, di quelli ne abbiamo molti. Mi auguro che anche qualche
nostro presidente o ministro scopra il Cloud Computing, magari dando una
sbirciatina a questo volume, così come state facendo voi ora.
     A proposito, grazie e buon lavoro!




    Managing Partner, Nextvalue
CLOUD COMPUTING:
  L’INDUSTRIALIZZAZIONE DELL’IT




     Il Cloud Computing è il passo fondamentale nel percorso evolutivo che
l’Information Technology sta facendo nella sua trasformazione in “supply chain”,
elastica e di servizi, da “fabbrica” di soluzioni personalizzate ma poco flessibili. Il modo
stesso di concepire, costruire e gestire le infrastrutture IT cambia perché ad esse si
sostituiscono servizi infrastrutturali fruibili a consumo e secondo le necessità, a costi
così variabili e più facilmente attribuibili in conto economico ai reali consumatori
interni dell’azienda, senza bisogno di appesantire gli asset in conto capitale.
     Come dimostrano anche le nostre rilevazioni, sussistono ancora moltissime
incertezze e diffidenze verso l’adozione di questo modello. Le principali diffidenze
riguardano il livello di maturità dei servizi stessi, la carenza di competenze
manageriali necessarie all’adozione, alcuni aspetti relativi alla sicurezza, alla
conformità con le normative, alle prestazioni, all’affidabilità. Insomma demandare
all’esterno del perimetro aziendale il possesso ed il controllo di asset strategici dell’IT
non è così scontato, così come essenziale è definire un percorso per farvi migrare gli
ambienti già in produzione. Si tratta di operare cambiamenti non facili di paradigma,
i dati e gli stessi asset IT divengono “mobili”, le applicazioni dinamiche e composite,
le infrastrutture necessariamente virtualizzate. Cambiano e si moltiplicano anche i
domini operazionali e la loro governance appare più complessa in una filosofia diffusa
di “pay-as-you-go”.
Cloud Computing: l’industrializzazione dell’IT                                             11



     Eppure la nuova IT si fonda proprio su questi punti di forza: essa mette al centro
il servizio che essa rende al business ed il cliente che lo utilizza. Essa ha sempre più
a che fare con queste relazioni e sempre meno con le tecnologie sottostanti. Se questi
sono gli assiomi forse dovremo attendere una prossima generazione di soluzioni
interconnesse in Cloud per fugare definitivamente tutti i dubbi, ma essa è già qui,
preme alle porte e non si può ignorare, nemmeno quando l’impresa dispone già di
una solida e consolidata infrastruttura IT. Magari in questo caso la trasformazione
più appropriata è quella di una Internal Cloud, che garantirà ulteriori benefici
economici e di agilità e, soprattutto, porrà le basi per una migliore compatibilità
in futuro con un numero sempre crescente di valide opzioni. Di fatto la premessa
di una Cloud interna costituirà il presupposto per integrare i servizi offerti da una
External Cloud, con la possibilità di selezionare i provider migliori e di comporre una
propria Hybrid Cloud.
     L’altro punto importante è la centralità del “cliente”, di colui che fruirà,
internamente o esternamente all’impresa, dei servizi resi dalla Cloud. Il nuovo user non
vorrà più distinguere tra applicazioni business o consumer. Gli strumenti e le modalità
di erogazione saranno necessariamente gli stessi. Anzi, nel caso le funzionalità si
rivelassero insufficienti, vorrà velocemente che l’impresa metta in atto un piano B,
magari cambiando velocemente provider con qualcuno più verosimilmente all’altezza
della situazione. Anche questo è una premessa del Cloud Computing: migrare
applicazione e servizio in modo veloce e con minori vincoli. In tal caso è fondamentale
la capacità di selezionare, di valutare e di negoziare con i provider di comprovata
affidabilità, non necessariamente quelli di sempre. Questa nuova capacità diviene un
fattore distintivo della figura del Chief Information Officer, il cui principale mandato
non è di ridurre i costi, ma di aumentare l’agilità e la flessibilità dell’IT per il business,
di gestire i rischi, di garantire la conformità, di liberare risorse in favore di progetti
a ROI più elevato per la sua impresa.
     Un simile processo di industrializzazione dell’IT prescinde dal solo Cloud
Computing, è qualcosa di fondamentalmente più ampio che investe la stessa cultura
aziendale ed i ruoli di management. Non può essere riduttivo e condotto
empiricamente e senza un valido approccio metodologico. Ad esso devono apportare
contributi insostituibili anche gli operatori dell’Offerta, magari facendo
coraggiosamente i conti con le proprie attuali rendite di posizione. Il punto di
partenza è pur sempre la comprensione delle risorse disponibili e dell’uso che ne viene
fatto, delle relazioni, dei vincoli e delle interdipendenze con i processi ed i budget.
     Il punto è che questo processo evolutivo accelera e tutte le trasformazioni
12               Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



avvengono quasi in tempo reale, nell’ottica di soddisfare una domanda sempre più
esigente. Perciò potrebbe accadere che mentre il CIO analizza i benefici del Cloud
Computing, qualche unità di business potrebbe procurarsi essa stessa servizi dalla
Cloud in modo autonomo, mettendo potenzialmente a rischio l’intera organizzazione.
Insomma governare il processo in modo sistemico è la grande sfida che attende i CIO
del Cloud Computing.
    Ma vi sono anche ottime ragioni perché gli stessi CEO se ne debbano interessare.
Oggi la competizione si basa anche su vantaggi minimi, dal costo più basso di una
operazione, alla velocità, alla produttività. Mentre l’IT diviene sempre più una utility
è ragionevole porre maggior enfasi sul suo uso per creare “Valore” ed il Cloud
Computing, con le sue caratteristiche di elasticità, può contribuire a penetrare più
rapidamente in nuovi mercati o a lanciare più efficacemente nuovi prodotti e servizi
nei mercati esistenti. Al crescere della domanda ci si approvvigiona di risorse
aggiuntive e, viceversa, quando le opportunità evaporano, si assottigliano le risorse
dedicate con il minimo impegno di capitale. Inoltre vi è il fattore umano, che è sempre
determinate e le soluzioni in Cloud Computing possono aprire e coinvolgere un
numero crescente di collaboratori, clienti e partner nei processi di innovazione
dell’azienda, prescindendo da dove essi si trovino, può attrarre talenti, può aiutare ad
essere maggiormente presenti nei singoli mercati locali. La stessa natura on-demand
dei servizi si raccorda meglio con l’esigenza di dotare tutti degli strumenti giusti per
fare il proprio lavoro.
QUALE CLOUD COMPUTING




    Il Cloud Computing è un processo evolutivo ormai in corso da almeno 15 anni.
Il modello IT evolve attraverso la continua standardizzazione delle tecnologie
sottostanti, dalla Virtualizzazione, alle architetture service-oriented, al Web 2.0, ma
anche grazie all’incessante ridefinizione dei servizi gestiti e delle strutture di costo. La
spettacolare crescita dell’uso di Internet in ambienti consumer ha spronato lo sviluppo
di servizi pervasivi e a miglior costo anche per il business, basati su principi just-in-
time, pay-per-use, di astrazione e federazione, mentre il mercato, soprattutto in tempi
di recessione, richiede all’IT minori costi di esercizio e maggiore disponibilità e
agilità, oltre che una migliore gestione del rischio.
    Il “Cloud” diviene la metafora per definire un pool di risorse di computing
accessibili da Internet, l’astrazione di una infrastruttura complessa dedicata al singolo
utente, l’utilizzo scalare di risorse, tipicamente offerte secondo un modello pay-as-
you-go, quali sistemi, infrastrutture applicative, dati e informazioni e perfino processi
di business, secondo criteri di sicurezza e policy predefinite. Vi sono almeno tre
modelli di Cloud: interno, quando si esaurisce all’interno dell’impresa, esterno se offerto
da operatori specializzati, ibrido, quando i due modelli precedenti vengono combinati.
    Qualsiasi sia il modello, il Cloud è la dorsale per erogare varietà di differenti
servizi. La nostra industry li ha voluti raggruppare in tre categorie: i servizi di
Infrastrucure-as-a-Service (IaaS) raggruppano le risorse computazionali, di storage e di
networking, quelli di Platform-as-a-Service (PaaS) fanno riferimento agli ambienti
14                        Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



applicativi gestiti ove è possibile sviluppare e mettere in esercizio applicazioni o usarne
di disponibili, i Software-as-a-Service (SaaS) sono i servizi applicativi messi a
disposizione del cliente in modo scalare, senza riferimento a specifici ambienti
operativi o infrastrutture di supporto.

Tabella 1

 Principali attributi, caratteristiche e benefici del Cloud Computing
 Attributi                   Caratteristiche                                  Benefici

 Virtualizzazione            Le risorse possono essere condivise              Consente un più efficiente utilizzo
                             tra molti applicativi. Gli applicativi possono   delle risorse IT. Riduce i costi di Hardware
                             girare virtualmente ovunque.                     attraverso economie di scala.

 Automatizzazione        Le risorse IT sono rapidamente                       Riduce i tempi ciclici dell’ IT
 dell’approvvigionamento impegnate o liberate “on demand”.                    (real-time provisioning) ed i costi di gestione.

 Elasticità e scalarità      Gli ambienti IT possono crescere o diminuire Ottimizza l’utilizzo delle risorse IT.
                             in modo scalare e secondo fattori importanti Accresce la flessibilità.
                             in relazione ai cambiamenti nelle esigenze.

 Servizi a catalogo          Gli ambienti, le risorse e le applicazioni       Abilita il self-service di risorse.
                             sono ordinabili da un catalogo predefinito.      Consumatori e provider sono interconnessi
                                                                              da interfacce di servizio.

 Misure e pagamenti          Servizi erogati sono misurati attraverso         Migliora la trasparenza dei costi.
 Sistema di Prezzi           l’uso di metriche specifiche che abilitano       Offre migliori schemi di prezzo flessibili.
 flessibili                  molteplici modelli di pagamento.

 Accesso a Internet          I Servizi sono erogati attraverso                L’Accesso è garantito ovunque
                             l’uso di Internet.                               e in ogni momento.


    Anche sul fronte dell’Offerta le cose cambiano velocemente. I provider di Cloud
Computing competono ormai direttamente con i fornitori di package on-premise e
non solo quando il significato di Cloud Computing si coniuga con computing “meno
caro” o i clienti sono startup come Ocarina, Twilio, e RightScale che usano il Cloud
Computing per essere pronte e competitive con i propri servizi via Web. Ormai lo
scenario competitivo vede i più grandi operatori Internet, come Google, Amazon e
Salesforce.com, competere con i fornitori leader nelle applicazioni enterprise, come
Quale Cloud Computing                                                                    15



SAP, Oracle e Microsoft, e questi, a loro volta, investire aggressivamente per estendere
nella Cloud la loro offerta.
    Probabilmente in questo scenario entrerà anche una nuova tipologia di operatore,
che, per il momento, ci limitiamo a chiamare “Cloud Broker” e che intermedia più
fornitori di soluzioni e servizi Cloud con il cliente. Il ruolo è quello di creare e
mantenere relazioni con più provider di servizi e di consentire la fruizione dei servizi
più appropriati agli utilizzatori finali, coerentemente con la loro user experience e la
loro configurazione IT. Così il Cloud Broker può spingersi oltre il ruolo del
tradizionale fornitore o originatore di singoli servizi: egli può fornire modalità di
pagamento omnicomprensive e omogenee, consentire uno switch immediato a nuovi
e differenti fornitori, anziché gestire altri servizi a valore aggiunto. Come broker può
a sua volta tenere sotto controllo le prestazioni offerte dai propri fornitori, evitando
al proprio cliente il mantenimento di costose relazioni multiple con essi,
comprendendone le sue necessità specifiche, orchestrando coerentemente l’offerta,
monitorando le prestazioni in sua vece, condividendo il rischio imprenditoriale.
Insomma il Cloud Broker emergerà come il system integrator di domani e, ancora una
volta, il valore della relazione di business che si creerà sarà più importante delle singole
linee d’offerta. Anche questo nuovo ruolo è abbondantemente in evoluzione e
probabilmente ne vedremo varie coniugazioni già nell’immediato futuro.
    I principali analisti del mercato globale scommettono sul raddoppio della spesa
IT dedicata al Cloud Computing dalle imprese da qui al 2013. Si tratterebbe di una
cifra enorme, oltre i 94 miliardi di $, la conseguenza di un profondo cambiamento
delle attuali infrastrutture IT e di un ruolo sempre più importante dei provider di
servizi Cloud.
    Nella nostra visione il modello Cloud Computing comporta la soluzione di
complessità lungo nuove e fondamentali direttrici. La prima riguarda le infrastrutture
IT che continueranno a shiftare verso la Virtualizzazione, rendendo complessa
l’orchestrazione di più parti che si muovono ed evolvono. Una seconda ha a che fare
con le applicazioni ed i servizi, che evolvono dall’essere monolitici e statici in una
versione composita e dinamica. Tutto ciò accresce l’importanza delle performance
della rete e richiede l’abbandono dei tradizionali modelli di data center. Di
conseguenza la direttrice più importante riguarda il management: i molteplici domini
operativi, il loro controllo, gli SLA più complessi e la gestione di risorse e performance
richiedono lo sviluppo di nuove competenze e practice manageriali. Lo stesso modello
pay-as-you-go richiede forme migliori di gestione finanziaria e l’esplorazione di nuovi
metodi per caricare i costi ai clienti per competenza.
ESSERE IL CIO
                                           DI UNA CLOUD IT




    Il paradosso del Cloud Computing è che con esso si possono decentralizzare le
risorse IT e centralizzarne il controllo, usando le medesime tecnologie. Anche la
barriera all’ingresso per nuovi servizi innovativi in azienda non è mai stata così bassa
e perfino un semplice programmatore è in grado di creare un servizio o uno strumento
di sviluppo a basso costo, riporlo in una Cloud Pubblica e renderlo velocemente
disponibile a tutti i colleghi. Le Cloud in questo senso sembrerebbero vulnerabili; in
realtà, quando ben gestite, sono anche molto facili per proporre alle organizzazioni
nuovi set di applicazioni e processi standard, in fondo occorre solo pagare un canone
e chiedere ai dipendenti di farne un uso online. Per queste ragioni il management della
Cloud e la relativa cultura divengono il principale fattore critico per il loro successo.
La facilità di approvvigionamento di servizi può comportare rischi e, se è vero che si
introducono nuove modalità per migliorare i processi e ridurre i costi, occorrerà
prevedere dove e come la Cloud abbia senso per la propria organizzazione. Ad esempio
migrarvi i sistemi legacy potrebbe voler dire sostenere costi aggiuntivi per il loro
ridisegno e adattamento, senza contare il problema critico dei dati. Insomma il Chief
Information Officer di una “Cloud IT” è un nuovo ruolo.
    Per molti dei CIO che aderiscono a CIOnet, il business network europeo di
eccellenza, il tema è molto caldo: spesso ha come presupposto quello di gestire la
trasformazione dell’IT su scala internazionale e di liberare risorse e competenze per fare
le cose giuste. Di solito questa trasformazione ha come punto di partenza la
Essere il CIO di una Cloud IT                                                         17



stabilizzazione dell’IT esistente, poi passa da fasi che implicano la riduzione delle
complessità e miglioramenti di efficienza, dall’accountability dei benefici ottenuti
fino al reclutamento di nuove squadre di talenti in grado di interfacciare le unità di
business e di assicurare la sostenibilità del processo.
    Il ricorso al Cloud Computing è un supporto in più al processo di trasformazione:
si può contare su risorse aggiuntive e riduzione di costi in conto capitale, acquisire
immediatamente agilità. In letteratura sono ormai molti gli interventi ed i casi di
successo, addirittura qualcuno mostra come sia stato possibile risparmiare il 50% sui
budget destinati alle infrastrutture e alle applicazioni “commodity”. Purtroppo quello
che molti articoli e white paper non spiegano è come questi risparmi siano realmente
avvenuti e a spese di chi. Forse occorrerebbe guardare ai costi reali più accuratamente
e semmai sviluppare il business case in termini di una analisi di ROI complessivo,
ovvero misurare i vantaggi incrementali e gli investimenti sottostanti a livello
complessivo di unità di business e non solo in ambito IT. Infatti molti costi di
management, di transizione e di uso delle tecnologie potrebbero essere nascosti o
esulare dal controllo dell’IT, così come il vantaggio di un migliore time-to-market di
prodotto forse non riveste particolari vantaggi per l’IT.
    Una difficoltà per il CIO può essere rappresentata dal mondo dell’offerta. Aziende
che hanno costruito Cloud massicce stanno già trasformando la natura del sistema
competitivo in cui operano e vincendo grazie all’utilizzo del loro Cloud Computing.
Non tutte le aziende potranno divenire la prossima Google processando 20 petabyte
di dati al giorno grazie al Cloud, certamente vi sono altre importanti opportunità da
cogliere, non ultima quella di usare il Cloud per stabilire migliori relazioni con i
propri clienti; è della massima importanza per chiunque si occupi di strategie in
azienda comprendere a pieno il significato del Cloud Computing nella conquista di
vantaggi competitivi e come le attuali infrastrutture IT, se non aggiornate,
costituiranno presto uno svantaggio. Vi sono imprese che miglioreranno la loro
produttività, altre che miglioreranno il loro sistema decisionale. Il CIO avrà un ruolo
chiave in questo gioco, in parte business developer e in parte architetto delle soluzioni
e dei servizi IT. Dovrà scegliere e negoziare con i fornitori più appropriati, peraltro
in un contesto globale, promuovere la cooperazione ed al tempo stesso la competizione
fra di loro, monitorare l’evoluzione delle tecnologie per assicurare che le ambizioni
strategiche non si ritorcano come problemi irrisolti, gestendo i potenziali rischi che
anche il Cloud Computing comporta.
    Fra questi primeggia la protezione dei dati e il rispetto delle regole di privacy. I
dati potrebbero essere rubati da abili hacker, mescolati a quelli di altri clienti dagli
18               Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



stessi provider, rilasciati ad altri per sbaglio. Ancor più leggi e regolamenti locali
possono incidere sull’adozione di Cloud Computing a livello multinazionale. Pertanto
al CIO e alla sua organizzazione sono richieste specifiche conoscenze circa le normative
sottostanti e le certificazioni che i loro business partner devono produrre. Al tempo
stesso vi potrebbero sussistere problemi di affidabilità, performance e recovery mai
sperimentati prima. Insomma la Cloud IT potrebbe incorrere in altre sfide inaspettate:
come, ad esempio, reclamare presso un provider l’accesso ai propri dati quando servano
ad un servizio fornito da un altro provider? La domanda ha a che fare con il rischio
maggiore in cui si può incorrere adottando il Cloud Computing oggi: quello di dover
rimanere dipendenti dal provider senza possibilità di cambiare per via dell’accesso ai
dati, mancano cioè ancora gli standard che rendono possibile lo switch. Vi si sta
lavorando. Ad esempio nel mondo opensource sono almeno due i progetti condotti
per ovviare al problema: il primo si chiama Eucalyptus, ha una interfaccia familiare
a coloro che hanno esperienze con Elastic Compute Cloud di Amazon, permette di
creare una Cloud con risorse proprietarie o di fornitori di Cloud. Il secondo si chiama
Hadoop ed imita elementi del mondo Google per gestire grosse quantità di dati. Nel
mondo dei provider, Amazon Web Services sembra avere il ranking di uno standard
di fatto, anche se l’azienda non sembra particolarmente intenzionata a formalizzarlo
come standard.
QUALI I PROSSIMI PASSI




    Il Cloud Computing è un fattore abilitante troppo importante per lasciarlo nelle
mani dei tecnologi. Anche se quasi la totalità delle organizzazioni indica il CIO come
delegato ad assicurare la transizione dell’IT convenzionale al Cloud Computing,
manager in altri ruoli sono altrettanto coinvolti, soprattutto quando si tratti di
individuare i vantaggi e minimizzare i rischi.
    Come già ricordato a monte della decisione, a nostro avviso, occorre svolgere una
accurata analisi della remunerazione dell’investimento (ROI). Successivamente può
valere la pena di sperimentare il Cloud Computing in un’area che non è ancora mission
critical o che non richieda particolari interazioni con le applicazioni mission critical
tradizionali. Solo se i risultati confortano l’analisi di ROI sarà opportuno procedere.
    Molte organizzazioni hanno regole e metodi di condivisione delle decisioni
quando queste impattano il business. In ogni caso, anche in questa occasione, sarà
opportuno stabilire un chiaro governo dell’intero processo e decidere a priori chi e
come coinvolgere all’interno ed all’esterno dell’organizzazione IT, stabilendo anche i
livelli decisionali e le responsabilità.
    E’ importante fare in modo che il Cloud Computing riceva adeguato sostegno
nei termini delle valutazioni, della pianificazione e dei follow-up che esso richiede. Un
aspetto critico è decidere in base alle esigenze del business: ad esempio, esse possono
richiedere una partenza rapida del progetto, rendere verosimile adottare da subito
20                Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



servizi erogati da Cloud esterne, richiedere che l’intera organizzazione sia sensibilizzata
e pronta all’impatto con i nuovi servizi e le nuove modalità di erogazione.
    Un passo fondamentale è decidere i criteri per cui il progetto potrà essere
considerato un successo: occorrerà fare in modo che gli obiettivi quantitativi e
qualitativi e le relative deliverable siano assegnati e ben compresi, così come alcuni
elementi collaterali quali le competenze da sviluppare, le partnership da stabilire,
anziché i rischi da affrontare.
    Oltre alle risorse finanziarie e tecniche occorrerà assicurare supporto alla
condivisione dell’esperienza maturata e mettere a fattor comune le practice via via
definite. Probabilmente sarà azzardato stabilire chi saranno i provider che avranno la
meglio nel Cloud Computing nei prossimi anni, per cui sarà bene cercare di conoscere
meglio coloro che si propongono e comprenderne il potenziale. Ad esempio la loro
stabilità finanziaria costituirà un requirement di base, così come la loro capacità di
affrontare le problematiche dal punto di vista delle funzionalità e della integrazione
con adeguati livelli di servizio.
    Diventare “Cloud ready” potrà richiedere tempo alla nostra organizzazione,
tuttavia la posta in gioco è elevata: si tratta di giocare tra rischi e opportunità, risparmi
sul nuovo e rapida obsolescenza della nostra IT tradizionale, ma alla fine i vantaggi
sono troppo evidenti per essere ignorati. Sia chi produce software, sia chi fornisce
capitale di rischio sono ormai troppo attratti dal Cloud Computing, i cicli di sviluppo
e di messa in opera dei servizi si accorciano, i ritorni sono sempre più a breve ed
irresistibili. Ciò significa una cosa sola: sempre di più l’IT del prossimo futuro sarà
Cloud, interno, esterno o ibrido che sia. Il punto è come e quando puntare ai ritorni
economici che il Cloud Computing assicura. Noi suggeriamo da subito.
LA SURVEY ITALIANA
    IN CONFRONTO CON L’EUROPA




    Un anno dopo la presentazione della prima ricerca sul Cloud Computing in Italia,
condotta su 100 Grandi Aziende Italiane, ovvero aziende con un fatturato superiore a
100 Milioni di Euro, e dopo il Cloud Computing Roadshow, che nel primo semestre
2010 ha fatto tappa in Piemonte, Campania, Puglia, Sicilia e Emilia Romagna, nel
mese di giugno 2010 Nextvalue ha avviato questa iniziativa di ricerca su ulteriori
100 Grandi Aziende Italiane e, in parallelo, ha lanciato all’interno del network CIOnet,
la stessa ricerca su un qualificato Panel europeo di Chief Information Officer di
Aziende Top inglesi, francesi, spagnole, olandesi e belghe.
    Il principale obiettivo che ci siamo posti è di analizzare il trend di sviluppo del
Cloud Computing, mettendo a confronto i risultati emersi un anno fa con quelli
odierni e di offrire una chiave di lettura del contesto internazionale. Insomma abbiamo
un po’ ribaltato lo schema di molte iniziative di ricerca, che prima offrono spaccati
globali e, semmai, offrono alcune viste italiane.
    In particolare in questa sezione tratteremo il confronto 2009-2010 della survey
nazionale, con una appendice sugli approfondimenti regionali effettuati negli ultimi
mesi in occasione del nostro roadshow sul territorio; la sezione successiva è invece
dedicata al confronto con l’Europa.
    Il grafico che segue (Figura 1) riporta la composizione del Panel per segmento di
mercato di appartenenza. La distribuzione coincide con quella del Panel del 2009.
22                     Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




       Figura 1 Italia - Composizione del Panel per settore produttivo - anno 2009 e 2010
                         %, Numero totale imprese del Panel = 100


                                              8% PAL                           16% UTILITIES
                    3% TELCO E MEDIA
                                                                                      3% ASSICURAZIONI

              32% INDUSTRIA                                                           7% LOGISTICA
                                                                                      E TRASPORTI

                                                                                      7% BANCHE E FINANZA


                                 5% SANITÀ                                       19% COMMERCIO,
       Fonte: Nextvalue
                                                                                 GDO, E RETAIL


            Come già un anno fa, la prima parte della nostra survey esplora il livello di
       attrazione che le nuove tecnologie rivestono per i CIO; in particolare, essi ci indicano
       il livello di strategicità attribuito ai fini di un utilizzo in azienda. Il risultato è
       descritto dal grafico riportato qui di seguito (Figura 2).


       Figura 2 Italia - Tecnologie strategiche per i prossimi 12 mesi (risposte multiple)
              Web 2.0 (business network, social media, etc)                                              44%
                                            Virtualizzazione                                           42%
                                           Cloud Computing                                           41%
                                                    Security                               29%
                                      Content Management                             24%
           UCC (Unified Communications & Collaboration),                          20%
                             Tecnologie e Applicazioni Mobile
BI (Business Intelligence) e PM (Performance Management)                  8%
                                             Extended ERP                6%
                                             IT Governance          3%
                   Networking, Voice&Data Communication             3%
                                          Internet delle cose       2%

       Fonte: Nextvalue                                         0        10%   20%      30%      40%         50%
La survey                                                                                         23



     Le tecniche e le practice di Virtualizzazione (42% dei rispondenti) come ormai da
tre anni si attestano in prima fila. La novità di quest’anno è che la Virtualizzazione non
è più al primo posto: l’interesse dichiarato più elevato è per quanto attiene alle
tecnologie e practice di Social Networking e Web 2.0 (44%), ovvero per soluzioni e
servizi di collaboration e social media in ambito business.
     Il Cloud Computing conquista la terza posizione (41%). Rispetto alle posizioni di
un anno fa esso è maggiormente entrato nelle ‘corde’ dei CIO intervistati, che non lo
considerano più come una forma, forse estrema, di Virtualizzazione (38% vs 56% )
ma lo associano sempre più frequentemente alle definizioni correnti, ovvero al
connubio tra Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS), e Software as
a Service (SaaS), così come è ben rappresentato nella Figura 3, che riporta sempre le
situazioni dei due anni a confronto.

Figura 3 Italia -Definizione più appropriata di Cloud Computing

        Virtualizzazione dei server                                                         56%
                                                                              38%
                                                              15%
       XaaS: IaaS + PaaS + SaaS                                             35%

  IaaS: Infrastructure as a Service                       12%
                                                    9%

      SaaS: Software as a Service                  6%
                                              2%                                     2009
                                                                                     2010
     Virtualizzazione dello storage                6%
                                                        10%

      PaaS: Platform as a Service               5%
                                              3%

       Virtualizzazione del desktop       –
                                              3%

Fonte: Nextvalue                      0            10%          20%   30%    40%    50%     60%


    Quando si tratta di conoscenze individuali sulle tecnologie e practice di Cloud
Computing le cose sembrano essere messe bene. Meno bene invece il reale livello di
adozione in azienda. Ai partecipanti del Panel è stato chiesto se nella loro azienda
avessero già adottato progetti di Cloud Computing o se ne avessero l’intenzione nei
prossimi 12 mesi. La foto di gruppo appare in prima analisi piuttosto deludente, con
soltanto un 16% di aziende impegnate o in procinto di sviluppare progetti di Cloud
Computing (Figura 4) a fronte di un 34% registrato lo scorso anno.
24                         Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




          La ragione per cui ben l’84% delle aziende intervistate non ha intrapreso alcun
     progetto o ne prevede lo sviluppo nei prossimi 12 mesi è però suggerita dai molti
     commenti fatti puntualmente alla risposta. Non vi è affatto uno scarso interesse o
     disattenzione alla tematica, quanto piuttosto mancano i budget ed il periodo continua
     ad essere molto duro per l’IT di molte aziende. Innumerevoli sono stati infatti i
     commenti del tipo: “Abbiamo bloccato gli investimenti in nuovi progetti per tutti
     il prossimi 12 mesi”, “Siamo con l’acqua alla gola, abbiamo rimandato la realizzazione
     della nuova strategia IT”, ecc..
          Nell’attuale fase economica, anche i nostri CIO si trovano quotidianamente ad
     affrontare problematiche connesse al blocco dei budget, con la necessità di dover
     spostare in avanti investimenti ritenuti prioritari ed essenziali. Certamente questo
     non è un periodo particolarmente favorevole per effettuare investimenti in
     cambiamenti di rotta, soprattutto quando le tecnologie sottostanti siano ritenute non
     del tutto mature e con payback non a breve.



      Figura 4 Italia - Cloud Computing in azienda - Adozione attuale e prevista


          Già Sviluppato               11%
                                     7%

   Sviluppo in previsione                           23%
                                      9%

                                                                                   66%
Nessuno sviluppo attuale                                                                        84%


                            0      10%       20%      30%   40%   50%     60%      70%    80%     90%

     Fonte: Nextvalue                2009          2010




         A conferma di ciò, il quadro delle risposte si ribalta quando chiediamo l’opinione
     che gli intervistati hanno sul potenziale futuro del Cloud Computing (Figura 5). Solo
     il 18% del Panel crede che il Cloud Computing non abbia possibilità di crescita a
     livello aziendale, contro un dato che nel 2009 era pari al 53%. Ben un 41%
     complessivo giudica che il Cloud Computing possa avere un sviluppo diffuso in
La survey                                                                                            25



azienda (a fronte di un 12% rilevato a giugno 2009); in particolare, il 14% ritiene che
possa essere adottato in maniera estesa in azienda, ovvero che l’adozione possa
riguardare diffusamente le infrastrutture e le applicazioni, anche quelle core. A questi
si aggiunge un ulteriore 27% di CIO che ritiene che il Cloud Computing possa essere
adottato diffusamente in termini di SaaS.
     Come è ovvio l’ambito applicativo è ritenuto essere quello che darà le maggiori
soddisfazioni ai vendor nell’arco dei prossimi 12 mesi; infatti un ulteriore 31% di
intervistati ritiene che il Cloud Computing possa avere ampi sbocchi nell’ambito
della gestione delle applicazioni aziendali e in alcune specifiche aree applicative, a
fronte di un 10% che ritiene invece che coinvolgerà soprattutto gli ambiti
infrastrutturali.

Figura 5 Italia - Evoluzione del Cloud Computing nelle aziende Italiane

              Avrà uno sviluppo esteso          6%
                             in azienda                    14%
                                                                                          2009
                                                                                          2010
       Avrà uno sviluppo diffuso per la         6%
   gestione delle applicazioni aziendali                               27%


             Avrà uno sviluppo per la                      15%
           componente infrastrutturale               10%

     Avrà uno sviluppo per la gestione
                                                                 20%
    delle applicazioni aziendali limitato                                    31%
            ad alcune aree applicative

   Non avrà una particolare diffusione                                                         53%
                                                             18%

Fonte: Nextvalue                            0   10%         20%        30%         40%   50%         60%




    Anche quest’anno, a coloro che hanno dichiarato di aver adottato soluzioni o di
avere in previsione investimenti in ambito Cloud Computing nell’arco dei prossimi
12 mesi, è stato chiesto di specificare gli elementi che saranno oggetto di
investimento, indicando anche, con un valore compreso tra 1 e 5, il livello di priorità
di tali investimenti rispetto ad altri in corso di attuazione e previsti. Qui di seguito
è fornita la legenda di base per interpretare i singoli livelli di priorità attribuiti agli
investimenti previsti e/o in essere:
26                                 Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità




                1 = Bassa priorità, ‘nice to have’
                2= Bassa priorità, eventualmente da fare con extra-budget
                3= Media importanza, da mettere a budget
                4= Medio-alta importanza, sicuramente da mettere a budget
                5= Prioritario e con budget certo.
     Dall’incrocio del dato di intenzione (% dei rispondenti) con le priorità di
investimento (valore medio), è possibile ricavare una matrice di attrattività
dell’investimento (Figura 6), ovvero una mappa precisa che riassume le indicazioni del
Panel circa una particolare linea d’offerta. Normalmente qualsiasi investimento in
nuove tecnologie appare in quadrante, che definiamo di Enigma, perché pochi early
adopter e spesso con priorità di investimento non elevata, dichiarano le loro intenzioni
positive. Negli enigma vengono catturati i fenomeni al loro inizio e non è dato sapere
il loro percorso successivo. Molto spesso l’investimento diviene di Nicchia, ovvero
riguarda ancora poche aziende ma che investono con alta priorità; chi investe in questa
fase investe anche molto. Da qui il fenomeno può poi ricadere negli Enigma ed uscire
dal mercato oppure spostarsi verso l’Alto Potenziale e la Diffusione, nei quadranti
dove le tecnologie riscuotono un interesse trasversale da parte di molti e con priorità
più o meno elevata rispetto ad altre.

Figura 6 Italia - Cloud Computing: Matrice di Attrattività, Anno 2010
                 5
                     NICCHIA                                                                       ALTO POTENZIALE

                                               Virtualizzazione del desktop
                 4
                                         Virtualizzazione dello storage
                              SaaS: Software as a Service
                                                                                  Virtualizzazione dei server
                 3
Priorità Media




                           IaaS: Infrastructure as a Service
                       XaaS: IaaS + Paas + SaaS
                 2



                 1



                     ENIGMA                                                                                DIFFUSIONE
                                          5%                          10%                    15%                    20%
                                                               Intenzione Media
Fonte: Nextvalue
La survey                                                                                         27



             Possiamo osservare gli investimenti in iniziative di Cloud Computing vere e
        proprie, ovvero quelle che combinano gli elementi IaaS, PaaS e SaaS, ancora nel
        quadrante Enigma, insieme a IaaS. SaaS è già nell’area di Nicchia, mentre
        Virtualizzazione del Desktop e dello Storage entrano in Alto Potenziale. La
        Virtualizzazione dei server è già nel quadrante Diffusione.
             Gli investimenti in puro PaaS sembrano essere non previsti dal nostro Panel.
             Rispetto ad un anno fa, abbiamo cercato di essere più puntuali nell’approfondire
        i differenti aspetti del Cloud Computing che i CIO del Panel traguardano. Così, con
        riferimento al SaaS (Figura 7), le aree applicative che i membri del nostro Panel
        vorrebbero portare in Cloud Computing sono, innanzitutto, la Business Intelligence
        (54%), il Business Process Management (36%), lo Unified Communications &
        Collaboration e le Tecnologie e Applicazioni Mobile (22%). Stupisce un po’ rilevare
        in fondo aree come lo Human Capital Management (6%), la gestione dell’Email (6%)
        ed il GIS (3%).

        Figura 7 Italia - SaaS in azienda: applicazioni target (risposte multiple), Anno 2010

                      BI - Business Intelligence                                                        54%
        BPM - Business Process Management                                                36%
UCC - Unified Communications & Collaboration,                                22%
               Tecnologie e Applicazioni Mobile
           ERP - Enterprise Resource Planning                          17%
    CRM - Customer Relationship Management                             17%
          Enterprise Performance Management                        14%
        ECM - Enterprise Content Management                      11%
         Calendar Word process, Spreadsheet,                     11%                             2010
                             DB, Presentation
                   M2M - Machine 2 Machine                   8%
             SPM - Supply Chain Management                  7%
           HCM - Human Capital Management                   6%
                                          Email             6%
        GIS - Geographical Information System          3%

                                                   0        10%        20%         30%   40%    50%      60%
        Fonte: Nextvalue
28                     Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




    Quanto invece al PaaS (Figura 8), in prospettiva i CIO del Panel lo preferiscono
come un ambiente in cui riversare le applicazioni operative (64%), piuttosto che per
lo sviluppo (6%).

Figura 8 Italia - PaaS in Azienda: ambienti target, Anno 2010

                                                 2% Non sa/non risponde
                                 6% Nessuno



         22% Ambiente
         operativo e di sviluppo



                   6% Ambiente
                   di sviluppo
                                                            64% Ambiente operativo
Fonte: Nextvalue


    Infine, quanto al modello di Cloud che può rispondere meglio e da subito ai
bisogni dell’azienda (Figura 9), ben il 72% del Panel opziona la Cloud Privata
(interna), mentre solo il 5% si affiderebbe da subito alla Cloud Pubblica. Il 13%
prevede già come migliore una soluzione Cloud Ibrida.

Figura 9 Italia - Modelli di Cloud Computing in target, Anno 2010

                                                7% Non sa/non risponde
                            3% Nessuno


             13% Cloud Ibrida


              5% Cloud Pubblica


                                                             72% Cloud Privata

Fonte: Nextvalue
La survey                                                                                 29



      La survey prosegue con l’approfondimento delle ragioni connesse all’attuale livello
 di confidenza nel Cloud Computing. Come emerge dalla Figura 10, il 33% dei CIO
 ritiene che il Cloud Computing sia una tecnologia già sufficientemente matura (nel
 2009 erano il 28%), a fronte di un 16% circa che ritiene l’esatto contrario (erano il
 38% nel 2009). Nel mezzo coloro che forse non hanno ancora idee così chiare. I dati
 si prestano ad una interpretazione positiva sulla rapida percezione degli aspetti positivi
 del Cloud Computing e sulla sua possibile affermazione su scala più ampia.



 Figura 10 Italia - Maturità del Cloud Computing


                    Si                             28%
                                                         33%

                                                           38%
                NO                   16%

                                                         34%
Non sa/non risponde                                                51%


                         0   10%      20%      30%         40%   50%     60%   70%   80%   90%

 Fonte: Nextvalue             2009          2010




     In tema di sponsorship interna del progetto di Cloud Computing poco o nulla è
 cambiato nella percezione dei CIO rispetto ad un anno fa. A torto o a ragione il Cloud
 Computing è largamente connotato come IT evoluto e, pertanto, l’ownership rimane
 nell’ambito dei Responsabili IT (Figura 11). Del resto non potrebbe essere
 diversamente, se si pensa al Cloud Computing come declinazione di un modello di
 erogazione dell’IT aziendale e come un servizio, la cui vera valenza strategica è nella
 scelta esterna di servizi di infrastruttura ed applicativi, supportata da costi variabili.
     Vi è però un significativo 11% degli intervistati che colloca lo sponsor all’interno
 della Direzione di Business Unit e un altro 7% all’interno della Direzione Generale,
 intendendo forse sottolineare come la decisione circa un così marcato cambiamento
 di rotta e di modello dell’IT debba essere largamente condiviso e venire a far parte
 dell’intera cultura aziendale.
30                    Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



      Figura 11 Italia - Sponsor del progetto di Cloud Computing
           CIO/Direttore Sistemi                                                                        73%
                      Informativi                                                                          77%
            Presidente/Direttore                    10%
                      Generale                    7%
                                                  7%                                              2009
               Manager di Unità
         di Business o Funzione                        11%                                        2010
                Amministrazione              5%
                     e Finanza               5%

           Responsabile Acquisti            2%
                                    –

                            Altro           3%
                                        –
      Fonte: Nextvalue
                                    0             10%        20%         30%   40%   50%   60%   70%      80%

          Come è prassi nell’ambito delle nostre ricerche, a questo punto, è d’obbligo la
      domanda chiave sugli specifici benefici attesi e sugli ostacoli percepiti all’adozione.
          Ancora una volta la maggior parte dei CIO del Panel (57%), ritiene che la
      riduzione dei costi sia il principale elemento propulsivo all’adozione del Cloud
      Computing in ambito aziendale (Figura 12), seguono la scalabilità della domanda
      (22%) e la frequenza di aggiornamento del software (14%).

      Figura 12 Italia - Principali ragioni all’adozione di Cloud Computing nei prossimi 12 mesi (risposte multiple)

              Riduzione dei costi                                                                68%
     dell’infrastruttura hardware                                                          57%

      Scalabilità della domanda                         13%
                                                                   22%
Riduzione del personale IT e dei                  7%
            costi amministrativi                   8%

  Eliminazione di problematiche         –
        non inerenti al business            3%
    Sfruttamento delle capacità                  5%
         di calcolo (Datacenter)                  6%
                                                                                                 2009
  Frequenza di aggiornamento                 4%
                    del software                         14%                                     2010
   Accesso a competenze/skill               2%
che l’azienda non ha intenzione               6%
           di sviluppare in casa
    Sfruttamento delle capacità         1%
                                        1%
                      di storage

      Fonte: Nextvalue              0             10%        20%         30%   40%   50%   60%   70%      80%
La survey                                                                                               31



        Quanto ai vantaggi attesi direttamente dall’adozione di soluzioni di Cloud
    Computing, una più precisa valutazione del ROI è il principale vantaggio sottolineato
    da ben il 52% dei rispondenti (erano solo il 9% nel 2009), a cui segue la riduzione e
    la variabilizzazione dei costi correlati al software, alle infrastrutture e al personale
    (42%, a fronte di un dato 2009 pari all’80%), come mostrato dalla Figura 13.
        Gli altri vantaggi individuati sono connessi ad una maggiore elasticità operativa,
    citata dal 33% del Panel (50% nel 2009), alla automazione degli aggiornamenti
    (18%), alla sicurezza del servizio in termini di integrità e salvaguardia del dato (11%).

    Figura 13 Italia - Principali vantaggi dall’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)
     Riduzione e variabilizzazione
 dei costi correlati al software, alle                                                                80%
       infrastrutture e al personale                                         42%

           Maggiore elasticità nella                                               50%
               gestione operativa                                     33%

                                                         16%
            Aggiornamenti continui                        18%                                        2009
                                                                                                     2010
Sicurezza del servizio (continuità e                13%
             salvaguardia dei dati)                11%

 Integrazione e personalizzazione                  11%
                                             3%

       Una più precisa valutazione                9%
                           del ROI                                                   52%

                                              5%
 Chiarezza dei termini contrattuali          3%

          Competenze dei fornitori           4%
                                              7%

                                Altro        2%
                                         –

    Fonte: Nextvalue                     0    10%        20%    30%    40%     50%       60%   70%   80%    90%




        Altrettanto interessante la menzione degli impedimenti percepiti, riportati nella
    Figura 14.
        Al primo posto viene citato il non apprezzamento per l’iniziativa per mancanza
    di cultura aziendale, che include anche l’incapacità, tuttora ammessa, a negoziare i
    nuovi servizi (66%). Al secondo posto troviamo invece gli ostacoli di natura
32                     Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




       Figura 14 Italia - Principali ostacoli all’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)

                         MANAGERIALI –                                                            60%
             Mancanza di cultura aziendale                                                           66%

           OPERAZIONALI – Mancanza di
competenze, tecnologie immature, difficoltà                                     35%             2009
      di integrazione dei servizi applicativi                          26%
                                                                                                2010
                   FINANZIARI – Incertezza                                    31%
              nella determinazione del ROI,                                 29%
                       Mancanza di Budget

            TECNICI – Sicurezza e Privacy                             22%
                                                     5%

            Non interesse verso la tematica                9%
                                                         7%


                                        Altro       3%
                                                –

       Fonte: Nextvalue                         0        10%    20%     30%         40%   50%   60%    70%



       finanziaria, correlati all’incertezza nella determinazione del ROI e soprattutto alla
       mancanza di budget precisi, indicati come barriera all’implementazione da parte del
       29% degli intervistati.
           Al di là dell’adozione, evidentemente frenata dal rigido contingentamento dei
       budget, le risposte date dal nostro Panel dimostrano un trend del Cloud Computing
       in confortante sviluppo. Pur con le dovute cautele vi è una crescente consapevolezza
       dei benefici possibili, soprattutto sul fatto che è plausibile una strategia di Cloud
       Computing in azienda, la cui implementazione consenta un reale ROI. La percezione
       diffusa è che le imprese e le organizzazioni paghino ancora decisamente troppo le
       tradizionali tecnologie, secondo modelli ormai obsoleti. L’estrema personalizzazione
       delle soluzioni porta a una sovradimensionamento delle infrastrutture e degli
       applicativi, con conseguente sottoutilizzo medio delle stesse.
           Il Cloud Computing induce all’idea di rapida implementazione, di funzionalità
       standard, di reale utilizzo e costo dei servizi proporzionale al numero di utenti ed alla
       durata dell’erogazione. I CIO intervistati mostrano di aver individuato correttamente
       questi vantaggi e li citano senz’altro tra i più ricorrenti nei loro commenti, là dove
       mettono in risalto l’aspetto positivo della disponibilità delle risorse, del pay-for-use,
       del minore investimento iniziale e della riclassificazione dei costi nei budget operativi.
La survey                                                                           33



     Là dove si chiede loro una percezione “esterna” del modello Cloud appaiono già
molto informati e in gran parte convinti. Passare alla realizzazione del Cloud in
azienda è un’altra cosa: va ancora calibrata una strategia convincente e proponibile al
board secondo criteri di remunerazione dell’investimento, va soprattutto superata
l’attuale situazione di drammatico stallo nei budget dell’IT che non rende verosimile
alcuna transizione verso nuovi stadi evolutivi di un certo peso.
     Le sperimentazioni si fanno comunque più frequenti e consentono di accumulare
esperienza. Anche l’offerta dei maggiori operatori è più definita e concreta. Non
appena i budget lo consentiranno anche l’IT italiana sarà sempre più una Utility.
CLOUD COMPUTING
                          NELLE REGIONI ITALIANE
                                     APPENDICE

Da gennaio a giugno di quest’anno abbiamo percorso un nostro Giro d’Italia e
incontrato Panel di CIO di aziende locali sul tema Cloud Computing. La
presentazione dei riscontri ottenuti ci hanno fornito l’occasione per un roadshow
che, partito da Torino, è proseguito per Napoli, Bari e Catania, fermandosi infine
a Rimini. Il ritorno a Milano con il ForumValueIT® del primo luglio conclude un
programma molto accurato di ricerca, che ci ha permesso di ottenere viste locali,
nazionali ed europee sul tema più cool del momento, riportando la vista e l’esperienza
dei molti CIO incontrati.
Per ragioni di spazio ci limitiamo in questa appendice a riportare le chart più
salienti delle viste locali.




      Figura 15 - Maturità del Cloud Computing

            Piemonte                    28%                                 44%           28%


            Campania                  23%                   31%                           46%


                Puglia                 27%                23%                             50%


                Sicilia                  28%                    28%                       44%


      Emilia Romagna                  24%                             40%                 36%


                          0    10%    20%     30%   40%    50%        60%   70%   80%   90% 100%

          Si              No         Non sa/non risponde

      Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
Appendice: Cloud Computing nelle regioni Italiane                                                                   35



Figura 16 - Tecnologie Strategiche nei prossimi 12 mesi (risposte multiple)
                                                                                          64%
                                                                                   54%
               Virtualizzazione                                              48%
                                                                                                              88%
                                                                                         60%

                                                                             48%
                                                  12%
           BPM e Architetture                       16%
               Web Oriented                                24%
                                                             28%

                                                                 28%
                                                           23%                                   Piemonte
    BI (Business Intelligence)                                         36%                       Gennaio 2010
          e PM (Performance                        12%
               Management)                                                                       Campania
                                                   12%
                                                                                                 Febbraio 2010
                                             4%                                                  Puglia
                                                                                                 Marzo 2010
                                   –




  Web 2.0 (business network,                 4%
            social media, etc)                8%                                                 Sicilia
                                                    16%                                          Maggio 2010

                                                                                                 Emilia Romagna
                                   –




UCC (Unified Communications                                                                       Giugno 2010
                                             4%
& Collaboration), Tecnologie e                           20%
          Applicazioni Mobile
                                             4%
                                   –




                                                         20%
                                              8%
             Cloud Computing                         16%
                                                     16%
                                                   12%

                                                12%
                                              8%
                          SaaS                    16%
                                                  16%
                                                12%

                                             4%
                                   – – – –




                      Green IT



                                   0         10%     20%       30%     40%   50%   60%         70%   80%   90%
Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
36                    Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



Figura 17 - Definizione più appropriata di Cloud Computing
                                                              28%                      Piemonte
                                                           23%                         Gennaio 2010
     Virtualizzazione dei server                             26%
                                                         20%                           Campania
                                                              28%
                                                                                       Febbraio 2010

                                                                                       Puglia
                                                                               52%
                                                                                       Marzo 2010
                                            8%
        XaaS:IaaS+PaaS+SaaS                                          38%               Sicilia
                                                                         44%           Maggio 2010
                                                                       40%
                                                                                       Emilia Romagna
                                           4%                                          Giugno 2010
                                                           23%
                           IaaS:                8%
     Infrastructure as a Service
                                                         20%
                                           4%

                                                8%
                                                8%
 Virtualizzazione dello storage              8%
                                           4%
                                             8%

                                           4%
                                                 12%
                        SaaS:              4%
         Software as a Service
                                                8%
                                           4%
                                   –




                                            8%
                         PaaS:
          Platform as a Service            4%
                                   –




                                           4%

                                           4%
                                           4%
Virtualizzazione della memoria
                                   – – –
                                   –




                                                   14%
          Non sa/non risponde                    12%
                                           4%
                                                 12%

                                   0       10%       20%       30%   40%   50%   60%

Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
Appendice: Cloud Computing nelle regioni Italiane                                               37



Figura 18 - Cloud Computing in azienda - Adozione attuale e prevista

      Piemonte           12%            20%                                           68%


      Campania          8% 4%                                                         88%


          Puglia                      30%     8%                                      62%


          Sicilia                           36%            24%                        40%


Emilia Romagna                                             60%   8%                       32%


                    0     10%     20%    30%       40%   50%   60%    70%   80%    90% 100%

    Già sviluppato              Sviluppo in previsione         Nessuno sviluppo attuale

Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
38                     Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




Figura 19 - Evoluzione del Cloud Computing nelle aziende Italiane
                                        4%
                                               15%                                    Piemonte
             Avrà uno sviluppo           7%
                                                                                      Gennaio 2010
              esteso in azienda                    20%
                                                                                      Campania
                                                16%                                   Febbraio 2010

                                         8%                                           Puglia
     Avrà uno sviluppo diffuso           8%                                           Marzo 2010
          per la gestione delle               12%
         applicazioni aziendali                                                       Sicilia
                                    –



                                              12%                                     Maggio 2010

                                                                                      Emilia Romagna
                                                           28%                        Giugno 2010
                                                15%
     Avrà uno sviluppo per la                 12%
  componente infrastrutturale
                                                      24%
                                              12%

                                                                  40%
         Avrà uno sviluppo per                                    39%
  la gestione delle applicazioni
                                                                              57%
    aziendali limitato ad alcune
                                                                 36%
                 aree applicative
                                                      24%

                                                    20%
                                                      23%
Non avrà particolare diffusione               12%
                                                    20%
                                                                 36%

                                    0   10%     20%       30%    40%    50%   60%   70%
Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
Appendice: Cloud Computing nelle regioni Italiane                                                                  39



 Figura 20 - Vantaggi attesi dall’implementazione del Cloud Computing (risposte multiple)
                                                                                     56%
Riduzione e variabilizzazione dei                                                    56%
  costi correlati al software, alle                                                              69%
    infrastrutture e al personale                                                                      77%
                                                                                                 69%

                                                                   32%
                                                                              44%
        Maggiore elasticità nella                                                          62%
            gestione operativa
                                                                       35%
                                                                             42%

                                                     12%
                                                                                                  Piemonte
                                                   8%
         Aggiornamenti continui                                                                   Gennaio 2010
                                                   8%
                                                       15%                                        Campania
                                      –




                                                                                                  Febbraio 2010

                                                   8%                                             Puglia
                                                     12%                                          Marzo 2010
           Sicurezza del servizio                  8%
                                                                                   50%
                                                                                                  Sicilia
 (continuità e salvaguardia dati)
                                                                             42%
                                                                                                  Maggio 2010

                                                                                                  Emilia Romagna
                                                           20%                                    Giugno 2010
                                                   8%
                  Integrazione e
                                      – – –




               personalizzazione
                                      –




                                                  4%
     Una più precisa valutazione
                                                  4%
                         del ROI
                                                  4%
                                                    8%
                                      – – – – –




            Chiarezza dei termini
                     contrattuali


                                                  4%
                                                  4%
                                                         15%
        Competenze dei fornitori
                                                   8%
                                                  4%

                                      0           10%    20%     30%   40%     50%       60%   70%     80%

 Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
40                      Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




Figura 21 - Principali ragioni all’adozione di Cloud Computing nei prossimi 12 mesi
(risposte multiple)
                                                                      40%
                                                                                        68%
               Riduzione dei costi                                           50%
     dell’infrastruttura hardware
                                                                                55%
                                                                            47%

                                                     15%
                                              8%
      Scalabilità della domanda                      14%
                                     –




                                                         20%

                                                   13%
                                                     16%
                                                                                          Piemonte
  Riduzione del personale IT e                                                            Gennaio 2010
                                           4%
      dei costi amministrativi                  9%                                        Campania
                                           4%                                             Febbraio 2010
                                               10%                                        Puglia
                                              8%                                          Marzo 2010
                                                12%
 Sfruttamento della capacità di
                                                12%                                       Sicilia
          calcolo (Datacenter)
                                                   16%                                    Maggio 2010

                                                                                          Emilia Romagna
                                         2%                                               Giugno 2010
                                                     16%
  Frequenza di aggiornamento                  8%
                 del software
                                                     15%
                                                9%

                                                   13%
   Accesso a competenze/Skill              4%
che l’azienda non ha intenzione            4%
           di sviluppare in casa                9%
                                           4%

                                           6%
                                            8%
     Sfruttamento della capacità
                      di storage              8%
                                     – –




                                         2%
                                           4%
           Non sa/non risponde
                                     – –




                                     0     10%        20%      30%   40%    50%   60%   70%   80%
                 ®
Fonte Nextvalue : Cloud Computing nelle Regioni Italiane
Appendice: Cloud Computing nelle regioni Italiane                                                           41



   Figura 22 - Principali ostacoli all’implementazione del Cloud Computing (risposte multiple)
                                                                                    56%
                                                                                              Piemonte
                                                                          44%
        MANAGERIALI: mancanza                                                                 Gennaio 2010
                                                                           46%
       di cultura aziendale, scarsa                                      42%
                capacità negoziale                                                            Campania
                                                                           46%                Febbraio 2010

                                                                                      60%     Puglia
   OPERAZIONALI: mancanza di                                    28%
                                                                                              Marzo 2010
competenze, tecnologie immature,                                  31%
         difficoltà di integrazione                                                            Sicilia
                                                                        38%                   Maggio 2010
             dei servizi applicativi
                                                                        38%
                                                                                              Emilia Romagna
                                                                  32%                         Giugno 2010
            FINANZIARI: incertezza                                          44%
     nella determinazione del ROI,                                31%
               mancanza di budget                       19%
                                                     15%

                                                                  32%
                                                    12%
     TECNICI: sicurezza e privacy                               27%
                                                          19%
                                                          19%

                                               4%
                                               4%
  Non interesse verso la tematica
                                       – – –




                                       0       10%    20%       30%   40%     50%   60%     70%
   Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
IL CONFRONTO CON L’EUROPA




    La survey europea, somministrata come survey online, ha visto la
partecipazione spontanea di oltre 200 CIO aderenti a CIOnet, nelle diverse
nazioni in cui questo Business Network è attivo, ad esclusione ovviamente
dell’Italia, già oggetto di specifica ricerca. CIOnet è il primo social network
internazionale interamente dedicato ai CIO e Responsabili dei Sistemi
informativi di aziende Top (www.cionet.com). Il network raccoglie oltre 1450
aderenti e si propone come luogo di incontro e scambio, dentro e fuori dal
web, tra culture diverse e problematiche simili, in un’ottica di reciproco
arricchimento. CIOnet è anche un “club esclusivo”, dove l’ingresso avviene
solo su invito e con criteri di ammissione rigorosi, allo scopo di mantenere la
community a livelli di eccellenza.
    Per congruenza con le attività del Panel italiano la survey online europea
ha riproposto le principali domande nello stesso formato.
    I CIO del Panel europeo che hanno risposto si suddividono per nazione
come in Figura 23.
Il confronto con l’Europa                                                                                 43



     Figura 23 Europa - Composizione del Panel per Nazione di appartenenza
                               13% UK
                                                                                    32% Belgio

                    32% Spagna

                                                                                11% Francia

     Fonte: Nextvalue
                                                                                          12% Olanda
         Alla domanda sulle tecnologie che vengono ritenute strategiche nei
     prossimi 12 mesi, le risposte date dai CIO europei antepongono il
     Performance Management e la Business Intelligence (68% dei casi), seguiti
     dallo Unified Communications & Collaboration e dalle Tecnologie e
     Applicazioni Mobile (51%) .
         Anche in questo caso il Cloud Computing segue al terzo posto, con il 38%
     dei consensi, mentre la Virtualizzazione con il 30% sembra cosa già largamente
     acquisita. Social Networking e Web 2.0 vengono dopo con il 29% (Figura 24).
         Emerge un quadro complessivo che mostra un livello di interesse e di
     attenzione mediamente più alto e più “intenso” per le tecnologie più
     innovative, rispetto a quanto espresso dai colleghi italiani (vedi Figura 2).
     Figura 24 Europa - Tecnologie strategiche per i prossimi 12 mesi (risposte multiple)
                  BI (Business Intelligence) e
              PM (Performance Management)                                                                           68%
UCC (Unified Communications & Collaboration),                                                      51%
              Tecnologie e Applicazioni Mobile
                            Cloud Computing                                             38%
                              Virtualizzazione                                  30%
  Web 2.0 (business network, social media, etc)                                29%
                                IT Governance                             26%
                         Content Management                             22%
                                Extended ERP                       19%
                                      Security                     19%

       Networking, Voice&Data Communication                 12%

                            Internet delle cose         11%

     Fonte: Nextvalue                             0   10%         20%         30%      40%       50%     60%        70%
44                        Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



              Il fatto che i CIO che hanno risposto in modo spontaneo alla survey
          proposta online e siano parte di un Network esclusivo e di altissimo profilo,
          fa di loro un cluster di early adopter molto interessante; non è un caso che fra
          di essi è anche ben chiaro come Cloud Computing è sinonimo di integrazione
          fra servizi IaaS, PaaS e SaaS (82%). Peraltro tutti quanti distinguono molto
          nettamente il Cloud Computing dall’attività di Virtualizzazione, anche se vi
          sono evidenti connessioni.
          Figura 25 Europa - Definizione più appropriata di Cloud Computing


      Virtualizzazione dei server        –

    XaaS: IaaS + PaaS + SaaS                                                                                     82%

IaaS: Infrastructure as a Service        1%

   SaaS: Software as a Service                       12%


  Virtualizzazione dello storage         –

    PaaS: Platform as a Service               5%

    Virtualizzazione del desktop         –


          Fonte: Nextvalue           0         10%         20%   30%   40%    50%      60%     70%         80%


              Sull’argomento programmi di investimento ben il 61% dei CIO del Panel
          europeo è già impegnato o in procinto di sviluppare progetti di Cloud
          Computing. Il fatto sottolinea la caratteristica di early adopter di coloro che
          rispondono.
              A quell’importante 32% che dichiara di avere intenzione di adottare
          soluzioni di Cloud Computing, è stato chiesto di circostanziare ulteriormente
          la risposta; così la maggior parte di essi (54%) è tuttora impegnata sul fronte
          della definizione della strategia complessiva più appropriata, seguiti da coloro
          che stanno realizzando sviluppi parziali o prototipali (25%) e da coloro che
          hanno già pianificato la realizzazione di un progetto con tanto di allocazione
          di budget (21%), un numero molto significativo (Figura 26).
Il confronto con l’Europa                                                                      45



      Figura 26 Europa - Cloud Computing in azienda - Adozione attuale e prevista

                                                                                    25% Sviluppo parziale
                                                                                    ed utilizzo prototipale
                                                                                    21% Pianificata la
                                                                                    realizzazione di un progetto –
                                                    32% Sviluppo                    budget allocato
                                                    in previsione
                                                                                    54% Strategia in corso
39% Nessuno                                                                         di definizione
sviluppo attuale



                                       29% Già sviluppato
      Fonte: Nextvalue


          Vale la pena di ricordare che i CIO italiani che hanno dichiarato progetti
      già attivi erano solo il 7% e coloro che li hanno in programma nei prossimi
      12 mesi, il 9% (vedi Figura 4).
          Come per la survey nazionale, anche in questo caso abbiamo approfondito
      le intenzioni e priorità di investimento nell’arco dei prossimi 12 mesi, con le
      stesse regole esposte in precedenza. I risultati ottenuti sono mostrati nella
      matrice di attrattività di Figura 27 e sono molto avanti rispetto al quadro
      nazionale.
          Come si evince tutte le aree di investimento in Cloud Computing sono
      molto spostate verso e nel quadrante di Diffusione (47% medio di adozione)
      e, ciò che ancor più colpisce, a fronte di una intenzione media che supera il 3,2.
      Si ricorderà che il Panel italiano indicava questi investimenti tuttora in
      Enigma (vedi Figura 6).
          Anche passando in rassegna le aree applicative target per diventare SaaS le
      differenze con le risposte italiane sono alquanto differenti. Per esempio la
      Gestione dell’Email si colloca come area applicativa target principale (74%),
      seguite dalle classiche applicazioni di produttività personale, tipo Calendar,
      Word processor, Spreadsheet, ecc. (51%), dalle Tecnologie di Unified
      Communications & Collaboration e dalle Applicazioni Mobile (49%) e dal
      CRM (49%), (Figura 28).
46                    Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



                       Figura 27 Europa - Cloud Computing: Matrice di Attrattività, Anno 2010
                        5
                            NICCHIA                                                                                             ALTO POTENZIALE
                                                                                                       Virtualizzazione dei server
                                                                                 Virtualizzazione dello storage
                        4

                                                                                                SaaS: Software as a Service
                                                                            Virtualizzazione del desktop
                        3                                                                                              XaaS: IaaS + Paas + SaaS
      Priorità Media




                                                                                                        IaaS: Infrastructure as a Service
                                                             PaaS: Platform as a Service
                        2



                        1
                            ENIGMA                                                                                                      DIFFUSIONE

                                         10%                20%            30%                 40%                 50%               60%            70%
      Fonte: Nextvalue                                                Intenzione Media


                           Il quadro europeo è molto più congruente con una intenzione di liberare
                       risorse attraverso il Cloud Computing traghettandovi le applicazioni più di
                       tipo commodity o di nuova realizzazione.

                       Figura 28 Europa - Quale SaaS in Cloud Comuting (risposte multiple)

                                 Email                                                                                                        74%
 Calendar, Word process, Spreadsheet,                                                                               51%
                     DB, Presentation
UCC e Tecnologie e Applicazioni Mobile                                                                           49%
   Customer Relationship Management                                                                              49%
        Enterprise Resource Planning                                                                 40%
      Geographical Information System                                                          34%
                            Business Intelligence                                              34%
             Human Capital Management                                       20%
           Entrprise Content Management                               14%
                       Supply Chain Management                    11%
  Enterprise Performance Management                               11%
         Business Process Management                              11%
                             Machine 2 Machine          –

       Fonte: Nextvalue                             0         10%        20%         30%          40%          50%          60%         70%       80%
Il confronto con l’Europa                                                                    47



   Inoltre la motivazione predominante (40%) di scegliere il Cloud, sia per
ambienti di sviluppo sia per applicazioni già operative, è ambivalente, in un
mix che predispone per uno stadio avanzato di adozione (Figura 29).


Figura 29 Europa - PaaS in Azienda: ambienti target, Anno 2010

         13% Ambiente operativo
                                                                  26% Ambiente di sviluppo
                                  DA FARE
  13% Non sa/non risponde

              8% Nessuno
                                                                 40% Ambiente operativo
                                                                 e di sviluppo
Fonte: Nextvalue



    Infine per quanto attiene al modello di Cloud ritenuto più idoneo per
rispondere in modo affidabile alle esigenze del business, ben il 61% del Panel
europeo opta per la Cloud Ibrida, il 24% solo per la Cloud Privata (Interna)
e, comunque, un significativo 13% privilegia il modello di Cloud Pubblica
(Figura 30).

Figura 30 Europa - Modelli di Cloud Computing in target, Anno 2010

         2% Non sa/non risponde

                                  DA FARE                        24% Cloud Privata



          61% Cloud Ibrida
                                                                  13% Cloud Pubblica

Fonte: Nextvalue
48                     Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



    Ma, quali sono le prospettive di sviluppo del Cloud Computing nelle
aziende in Europa? Il Panel europeo è molto confidente nella “presa” del Cloud
Computing in ambiente business: solo un 5% del Panel europeo ritiene che
il Cloud non avrà particolare diffusione. La percentuale più significativa del
restante 95% ritiene che esso avrà uno sviluppo prevalentemente correlato a
progetti di tipo infrastrutturale (38%). Sono invece il 25% coloro che
ritengono che il Cloud Computing sarà circoscritto a progetti applicativi
relativi solo ad alcune aree, il 19% che, al contrario, ritengono che i servizi
applicativi in Cloud avranno uno sviluppo molto più ampio, sostituendo man
mano la maggior parte degli applicativi tradizionali. Ben il 13% ritiene che
lo sviluppo del Cloud Computing sarà più ampio e generalizzato e
contemplerà contestualmente sia l’ambito applicativo sia quello
infrastrutturale.

Figura 31 Europa - Evoluzione del Cloud Computing nelle aziende in Europa

              Avrà uno sviluppo esteso                  13%
                             in azienda

       Avrà uno sviluppo diffuso per la
   gestione delle applicazioni aziendali                      19%


              Avrà uno sviluppo per la
                                                                           38%
            componente infrastrutturale

      Avrà uno sviluppo per la gestione
     delle applicazioni aziendali limitato                          25%
             ad alcune aree applicative

     Non avrà una particolare diffusione         5%


Fonte: Nextvalue                             0    10%     20%        30%   40%   50%   60%


    Nonostante la grande fiducia riposta nel Cloud Computing, ben il 62%
del Panel Europeo comunque ritiene che l’offerta attualmente disponibile sul
mercato non sia ancora sufficientemente matura, come mostra la Figura 32.
Possiamo constatare come il dato di chi crede già in una offerta affidabile non
sia dissimile da quello italiano (vedi Figura 10). Viceversa se il Panel Italiano
Il confronto con l’Europa                                                             49



mostra una percentuale molto elevata di indecisi (ben il 51% dichiara di non
poter giudicare), in Europa quantomeno gli schierati sono molti di più, a
testimonianza che già si sono fatte ricerche sull’argomento e proof of concept.

Figura 32 Europa - Maturità del Cloud Computing

                   13% Non sa /
                   non risponde                                       25% Sì




                                                                     62% No
Fonte: Nextvalue


    Anche per il Panel europeo il più appropriato sponsor del progetto è il
CIO (75%), anche se appare una percentuale maggiore di risposte che fanno
riferimento al coinvolgimento di CEO e Direttori Generali.


Figura 33 Europa - Sponsor del progetto di Cloud Computing
    CIO/Direttore Sistemi
               Informativi                                                            75%

      Presidente/Direttore
                Generale                         14%

        Manager di Unità
  di Business o Funzione              3%

         Amministrazione
              e Finanza               2%


    Responsabile Acquisti         –


                      Altro            6%


Fonte: Nextvalue              0            10%    20%   30%   40%   50%   60%   70%   80%
50                    Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



          Se prendiamo in considerazione le principali ragioni all’adozione di Cloud
      Computing (Figura 34), i CIO europei mettono di gran lunga al primo posto
      l’agilità dell’IT, ovvero la possibilità di ottenere risorse in modo scalare (73%),
      mentre gli omologhi italiani che sposano questa ragione raggiungono solo il
      22% (vedi Figura 12). Per i nostri CIO nazionali è la riduzione dei costi
      dell’infrastruttura hardware il fattore più importante, mentre qui si colloca al
      secondo posto con il 62%. Molto importanti anche altri fattori, come la
      riduzione del costo del personale IT e dei costi amministrativi (44%). In ogni
      caso, la posizione dei CIO europei è molto più circostanziata e variegata, un
      segnale anche qui di maggior maturità e considerazione dell’argomento.

      Figura 34 Europa - Principali ragioni all’adozione di Cloud Computing nei prossimi 12 mesi (risposte multiple)

              Riduzione dei costi                                                       62%
     dell’infrastruttura hardware

      Scalabilità della domanda                                                                     73%

Riduzione del personale IT e dei
            costi amministrativi                                        44%

  Eliminazione di problematiche                                 35%
        non inerenti al business
    Sfruttamento delle capacità                    16%
         di calcolo (Datacenter)
  Frequenza di aggiornamento
                    del software             11%
   Accesso a competenze/skill
che l’azienda non ha intenzione                          25%
           di sviluppare in casa
    Sfruttamento delle capacità
                      di storage        6%

      Fonte: Nextvalue
                                    0   10%        20%   30%     40%      50%     60%         70%     80%



          Passando a scorrere rapidamente gli altri punti, tra i principali vantaggi
      attesi dal Panel europeo vi è la possibilità di avvalersi di una gestione operativa
      più flessibile (81%) e, in seconda battuta, di una riduzione e variabilizzazione
      dei costi (71%). Seguono, ma con più ampio margine di scarto, le competenze
      riconosciute del fornitore (22%) e una più precisa valutazione del ROI di
Il confronto con l’Europa                                                                          51



    progetto (19%), (Figura 35). Anche in questo caso le risposte multiple sono
    più numerose che nel Panel italiano (vedi Figura 13) e si distribuiscono più
    equamente sui vari vantaggi suggeriti.

    Figura 35 Europa - Principali vantaggi dall’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)

     Riduzione e variabilizzazione
 dei costi correlati al software, alle                                                       71%
       infrastrutture e al personale
           Maggiore elasticità nella
               gestione operativa                                                                  81%


            Aggiornamenti continui                     12%

Sicurezza del servizio (continuità e
                                                         17%
             salvaguardia dei dati)

 Integrazione e personalizzazione                      12%

       Una più precisa valutazione
                           del ROI                           19%


 Chiarezza dei termini contrattuali              7%


          Competenze dei fornitori                             22%


                                Altro        –


    Fonte: Nextvalue                     0       10%     20%       30%   40%   50%   60%   70%   80%   90%



        L’elemento di criticità maggiormente citato dal Panel europeo come
    ostacolo all’implementazione di soluzioni Cloud Computing è la riconosciuta
    mancanza di competenze e l’immaturità delle tecnologie (56%), e la
    perplessità circa i temi della sicurezza e della privacy (53%), (Figura 36).
    Ricordiamo che il Panel dei CIO italiani metteva invece al primo posto la
    mancanza di cultura aziendale e la propria carenza di capacità di negoziazione
    (vedi Figura 14). Anche in questo caso vi è il dubbio di una materia ancora non
    ben compresa fino in fondo e sviscerata da parte dei nostri CIO.
52                     Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




       Figura 36 Europa - Principali ostacoli all’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple)


                         MANAGERIALI –                                     34%
             Mancanza di cultura aziendale

           OPERAZIONALI – Mancanza di
competenze, tecnologie immature, difficoltà                                                56%
      di integrazione dei servizi applicativi

                   FINANZIARI – Incertezza
              nella determinazione del ROI,                          27%
                       Mancanza di Budget

            TECNICI – Sicurezza e Privacy                                                53%


            Non interesse verso la tematica                   14%


                                        Altro       –


       Fonte: Nextvalue                         0       10%    20%   30%   40%     50%      60%      70%


           Volendo tirare una conclusione seppur sommaria tra la situazione
       risultante dal Panel Europeo e quella del Panel Italiano verrebbe da dire che
       in Europa l’approfondimento e la sperimentazione in fatto di Cloud
       Computing siano senz’altro più avanzati. Ad onor del vero occorre tener conto
       che le risposte europee provengono da un Panel non definito a priori e da parte
       di CIO che, senza essere particolarmente sollecitati, hanno spontaneamente
       sentito il bisogno di rispondere alla survey, interessati soprattutto a ottenere
       un raffronto con i loro pari (i risultati sono condivisi con i partecipanti al
       Panel proprio per questo importante motivo).
           Nel caso europeo è probabile che questi CIO abbiano già maturato, in
       generale, una più ampia esperienza in fatto di Cloud Computing nelle
       rispettive organizzazioni rispetto ai loro omologhi italiani che, in questo
       frangente, rappresentano un Panel sicuramente più vicino alla situazione reale
       del mercato.
           Ciò nonostante, è sorprendente lo scenario molto più maturo ed omogeneo
       che è delineato dai CIO più avanzati dell’Europa. Lo potremmo prendere come
       archetipo della nostra situazione di mercato futura, quando anche i CIO
Il confronto con l’Europa                                                   53



italiani usciranno dalla morsa dei budget risicati e dalle forme di costrizione
attuale.
    La domanda più ovvia è: quanto futura è questa fotografia del Cloud
Computing? La risposta è ovviamente dettata dal mercato e dai player che vi
si confrontano.
    La nostra sensazione è che sia solo una questione di mesi.
LE SETTE RISPOSTE
                                        DEGLI OPERATORI IT




                                        Sette domande agli Operatori leader del Cloud Computing,
                                        nostri partner in questa iniziativa. Sette autorevoli risposte
                                        che completano il quadro di riferimento dal lato dell’offerta
                                        di Cloud Computing, ne tracciano le possibili roadmap e
                                        riportano le esperienze già significative in un mercato come
                                        il nostro, dove moltissimo rimane da fare anche in termini
                                        di evangelizzazione. Ai manager del sistema d’offerta
                                        abbiamo anzitutto chiesto una loro opinione su come si è
                                        sviluppato e viene adottato pur in tempi di particolare
                                        difficoltà per il business della maggioranza delle imprese.
                                        E’ confortante apprendere in molti dei casi riportati come
                                        esempio, anche di attività in corso d’opera. L’IT delle
                                        imprese sta andando oltre le difficoltà imposte dall’esiguità
                                        dei budget o del taglio dei costi, in una prospettiva di reale
                                        trasformazione.
                                        Nelle pagine che seguono sono condensate esperienze ed
                                        opinioni autorevoli, dirette e puntuali; come è opportuno,
                                        vengono espressi anche punti di vista diversi, ma tutti
                                        convergono nel definire il Cloud Computing una formidabile
                                        opportunità per imprese e sistema Paese. Se il buongiorno
                                        si vede dal mattino, siamo confidenti che sarà così.

In ordine alfabetico gli Operatori IT
56                   Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




 Intervento di Giacomo Caglioni, Major Account Executive, Akamai Technologies


     Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 mesi?
1Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono
state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle
Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa strut-
tura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud Com-
puting da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio…
Nell’ultimo anno abbiamo notato una generale maggiore apertura delle aziende nei confronti del
Cloud Computing. Uno dei mercati che si è dimostrato più reattivo è sicuramente quello
finanziario. Le banche, in particolare, scelgono il Cloud soprattutto per l’ottimizzazione dei costi
e il miglioramento dell’efficienza nell’erogazione delle applicazioni e dei servizi, sia al loro interno
sia ai partner esterni.
Abbiamo invece notato più resistenza nel Manufacturing, ma la ragione sta probabilmente nel
fatto che questo settore ha investito molto sulle reti private e lo ha fatto in tempi più recenti
rispetto alle banche. Di conseguenza, i relativi costi non sono stati ancora completamente
ammortizzati. A differenza del settore manifatturiero inoltre, le banche sono più evolute dal
punto di vista dell’IT e quindi hanno anche una visione più aperta rispetto ad architetture nuove
come il Cloud.
All’interno del settore finance bisogna però fare una distinzione tra banche e assicurazioni:
queste ultime, soprattutto quelle che si affidano ad una rete di agenzie monomandatarie,
costituiscono una realtà distinta, che, da un lato, ha la necessità pressante di ridurre i costi in
continua crescita della rete privata che connette la Compagnia alle agenzie sul territorio, e
dall’altro vi ha investito molto, però già diversi anni fa e quindi, a fronte di un ROI dimostrabile
del Cloud Computing, potrebbe essere pronta per il passaggio. Il driver che farà cambiare
paradigma alle assicurazioni sarà quindi la possibilità di aumentare il ritorno sugli investimenti.
 Akamai, abilitando il Cloud, permette a queste realtà di tagliare in modo significativo i costi di
rete sulle agenzie periferiche.
Crediamo che la struttura tipica del sistema produttivo nazionale, caratterizzata da un’alta
frammentazione, non rappresenti affatto un freno all’adozione del Cloud Computing, al contrario,
il Cloud può migliorarne la produttività: il vantaggio di questa architettura è che, essendo stata
creata come sistema condiviso, permette anche la condivisione dei costi degli investimenti tra
le tante piccole realtà che non potrebbero permettersi sistemi IT adeguatamente evoluti e, che
proprio grazie all’approccio del Software as a Service, riescono a tagliare i costi dell’IT.


2
Per quanto riguarda il settore enterprise, le soluzioni in Cloud Computing vengono utilizzate
Le sette risposte degli Operatori IT – Akamai                                                       57



sempre più spesso per gestire la comunicazione e lo scambio di informazioni tra l’azienda e la
propria rete di terzisti, partner e clienti. Per fare un esempio, tante realtà del settore automotive
in Italia stanno progettando di far migrare la propria rete di manutenzione (composta da
autofficine, ricambisti, concessionarie) al Cloud Computing. Questi servizi vengono messi a
disposizione dai data center del service provider ed erogati verso la rete di terzisti e meccanici.
Sicuramente prevediamo un balzo nell’adozione del Cloud nei prossimi 12 mesi, a patto che
alcune condizioni vengano soddisfatte. Questi progetti, infatti, molto spesso sono in agenda da
mesi ma non sono ancora stati implementati per ragioni contingenti. Da parte delle aziende c’è
sicuramente consapevolezza e volontà di passare al Cloud, ma la crisi economica e la
conseguente necessità di tagliare i costi, ne frenano l’adozione e sarà quindi necessario
osservare l’andamento dell’Economia nel prossimo futuro per capire se la tendenza verso il
Cloud vedrà un’accelerazione concreta. L’adozione del Cloud, comunque, non è ormai più una
questione di approccio culturale: questa fase è superata e la partita – almeno per i 12 mesi a
venire – ora si gioca sul terreno dell’attuale situazione economica e della necessità di rispondere
ad altre priorità.


3
Akamai si posiziona come l’infrastruttura a supporto dell’erogazione dei servizi in Cloud
Computing. Consentendo l’erogazione dei servizi Cloud in modalità sicura, performante e
affidabile, Akamai rende Internet un ambiente veloce e sicuro per le attività dell’azienda.
La nostra offerta non varia da paese a paese in quanto la rete di Akamai, composta da oltre
60.000 server, è presente a livello globale e i servizi sono allineati in tutto il mondo.
Le soluzioni che offriamo si possono suddividere in tre macroaree: Media Delivery, Dynamic
Site Acceleration e Web Application Acceleration.
Le soluzioni Media Delivery offrono un canale di erogazione dinamico e scalabile per
broadcaster, siti di news e per chiunque voglia arricchire il proprio sito (e dunque allungare la
permanenza dei visitatori e migliorare l’apprezzamento verso il brand) con contenuti video in
alta definizione e, magari, renderli disponibili anche per la fruizione via dispositivo mobile. Il tutto
senza la necessità di espandere o manutenere l’infrastruttura.
La soluzione Dynamic Site Acceleration invece accelera e rende più sicura l’erogazione di siti
dinamici senza la necessità di costose tecnologie IT. A differenza delle tradizionali infrastrutture
basate sui data center, questa soluzione è in grado di risolvere autonomamente eventuali criticità
di Internet riducendo così il tasso di abbandono e aumentando le transazioni.
Infine, Web Application Acceleration migliora le performance e l’affidabilità delle applicazioni
online dinamiche e interattive senza la necessità di infrastrutture aggiuntive, grazie a un
approccio innovativo nell’erogazione delle applicazioni. Quando un utente richiede
un’applicazione, Akamai indirizza la richiesta al server più vicino al cliente, identificando il
percorso più veloce e sicuro. In questo modo, ottimizzando la comunicazione tra i server, Akamai
migliora le performance delle applicazioni.
58                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




     Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri-
4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi?
Nei processi di M&A il Cloud Computing potrebbe semplificare e rendere meno costosa
l’integrazione dell’IT delle due parti, ad esempio standardizzando ed esternalizzando taluni
processi sui data center di un provider esterno. Nella realtà italiana, però, abbiamo osservato
che raramente, in caso di M&A, le aziende considerano soluzioni in Cloud Computing.

     Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi ope-
5rano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare riferi-
mento a quello del CIO?
Certamente il Cloud Computing comporta dei cambiamenti all’interno dell’organizzazione IT. Il
CIO passa da coordinatore di risorse interne a gestore del flusso delle informazioni. La proprietà
intellettuale delle informazioni ovviamente rimane dell’azienda, ma l’erogazione viene affidata
all’esterno, ai fornitori di applicativi in Cloud e a provider – come Akamai - che supportano
l’infrastruttura stessa del Cloud. Il Cloud produce un impatto su tutto lo staff IT dell’azienda: le
risorse passano da un ruolo di pura operatività a un ruolo di coordinamento dei servizi. Ma
l’impatto è solo positivo, concretizzandosi nella possibilità di liberare del tempo da dedicare ad
attività di maggior valore per l’azienda e per il business.

     L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed ade-
6guata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come mu-
terà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud
Computing?
Innanzitutto, va sottolineato che Akamai non ha Competitor nel suo settore. Le altre realtà che
si posizionano come player nell’ambito del Cloud Computing sono provider di tecnologie e
soluzioni IT che forniscono servizi/applicazioni erogati in modalità Cloud/SaaS. Akamai invece
offre un servizio diverso, che è quello di mettere a disposizione l’infrastruttura in grado di
supportare l’erogazione ottimale, performante e ad alta disponibilità di servizi e applicazioni in
modalità Cloud. L’infrastruttura di Akamai, in altre parole, è in grado di trasformare l’Internet
pubblica in un luogo più sicuro, performante e affidabile che le aziende possono utilizzare per
gestire il proprio business. Oggi non è quindi possibile comparare l’offerta di Akamai con quella
di qualsiasi altra realtà. Quelli che vengono indicati (ad esempio da Gartner) come competitor
di Akamai in realtà lo sono solo nella fascia Media Streaming, che è solo una porzione dell’ambito
operativo di Akamai.
Per quanto riguarda la mutazione dello scenario dell’offerta IT, è nostro auspicio che il Cloud
Computing evolva secondo un modello pay-per-use: anziché investire in infrastrutture, si
dovrebbe poter acquistare il servizio pagando un canone, proprio come avviene con l’energia
elettrica. In questo modo l’azienda pagherebbe soltanto il servizio che richiede in base alle
necessità e a ciò che viene effettivamente consumato. Ciò significherebbe una bella riduzione
dei costi fissi e una maggiore prevedibilità degli investimenti. Per i Vendor di IT tradizionali questo
non è certo un cambio da poco. Ma la strada verso il Cloud Computing è ormai tracciata: si tratta
ora di vedere come i Vendor decideranno di percorrerla.
Le sette risposte degli Operatori IT – Akamai                                                       59



   Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione Ita-
7liana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese?
Il Cloud Computing è in grado di migliorare notevolmente i servizi che la Pubblica
Amministrazione italiana offre a cittadini e imprese. A patto che siano garantiti sicurezza e
disponibilità. E qui entra in gioco Akamai e la sua enorme rete, in grado di rendere l’erogazione
dei servizi al cittadino e alla imprese sicura e affidabile, bloccando le eventuali minacce alla
sicurezza prima che queste possano entrare nella rete aziendale. Non è un caso che tra i clienti
di Akamai figurino enti della Pubblica Amministrazione quali il Dipartimento della Difesa degli Stati
Uniti, la NASA, l’FBI e tutti i corpi delle forze armate USA, che hanno scelto Akamai proprio per
la sicurezza garantita.
Per finire, un altro grande beneficio offerto dalla rete Akamai a supporto delle applicazioni Cloud
è la disponibilità continua unita alle prestazioni elevate (siti che caricano velocemente le pagine,
possono contenere applicazioni dinamiche, video e altri strumenti per rendere la comunicazione
più efficace). Se la PA affida al Cloud l’erogazione dei servizi online ai cittadini può ridurre i costi
e migliorare l’esperienza dell’utente…a patto, però, che supplisca alle carenze prestazionali di
Internet con i servizi di un fornitore come Akamai.




    Per maggiori informazioni
    sales-italy@akamai.com
    Tel. 02 86489 363
60                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




 Intervento di Riccardo Di Blasio, Amministratore Delegato e Direttore Generale, EMC Italia



     Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12
1 mesi? Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi?
Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da
parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e
la stessa struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’ado-
zione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì, potrebbe portare qual-
che esempio…
E’ indubbio che in questo ultimo anno il Cloud Computing si sia conquistato un ruolo di primo
piano nel panorama IT italiano, oltre che mondiale. Se ne parlava da tanto, ora questo hype
ha cominciato a tradursi in realtà, con le prime concrete sperimentazioni e le prime
implementazioni. Siamo all’inizio ovviamente e manca ancora un’estesa offerta da parte di
provider esterni, ma sono molte le aziende che hanno iniziato a strutturarsi per poter realizzare
servizi Cloud o per poterne usufruire. La sempre più ampia adozione della virtualizzazione,
con i vantaggi economici e gestionali che comporta, sta giocando un ruolo fondamentale, ma
non l’unico. Le realtà più lungimiranti stanno esplorando modelli alternativi di erogazione dei
servizi, che possono sicuramente essere considerati preparatori al Cloud. E se finora
l’attenzione si è concentrata soprattutto all’interno, parlando di realtà di grandi dimensioni, il
passaggio verso l’esterno, per accedere a servizi sempre più articolati in modalità on-demand
o as-a-service, è solo questione di tempo. Il tessuto produttivo italiano composto di tante
piccole realtà, può essere addirittura un facilitatore, perché molte di queste realtà non hanno
risorse interne per creare una propria infrastruttura IT avanzata, ma la necessità di competere
su più mercati, spesso internazionali, che le sta spingendo a federazioni ed aggregazioni,
che vanno proprio nell’ottica del Cloud. Stime indipendenti parlano di tagli del 40/50% sui
costi legati a consumi energetici, che nei data center sono tipicamente la seconda voce di
costo dopo le macchine.


2
Come detto, siamo all’inizio della curva di crescita del Cloud. Se ne è parlato molto, ora si sta
cominciando ad agire. C’è molto da fare, ma le possibilità sono infinite. Se crescerà l’offerta
e se miglioreranno le infrastrutture – vero tallone d’Achille del nostro sistema produttivo –
vedremo con ogni probabilità una crescita importante nell’adozione del paradigma del Cloud.
Vedremo crescere i primi progetti che stanno già prendendo forma, e ne vedremo nascere di
nuovi. In questo senso, settori tradizionalmente all’avanguardia come quello delle
Telecomunicazioni possono confermare il loro ruolo. Anche la grande industria si sta
Le sette risposte degli Operatori IT – EMC                                                       61



muovendo, come i grandi fornitori di Servizi, ma non sottovaluterei la spinta propulsiva –
spesso solo potenziale finora – che può avere la Pubblica Amministrazione.
Per avere un esempio significativo di adozione del Cloud a 360 gradi basta dare un’occhiata
all’IT di EMC. Con un “footprint” di più di 400 applicazioni di business, oltre 5800 server, 2500
istanze di database, 48000 utenti interni, 250000 clienti e partners e 950000 transazioni B2B,
EMC ha iniziato da qualche anno una transizione al Cloud che vede l’adozione di IaaS, PaaS
e SaaS con una specifica enfasi nella federazione di infrastruttura tra aziende fortemente
correlate (EMC e VMware) e nell’adozione di strumenti di CRM in modalità SaaS.

   Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda
3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze so-
stanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese?
Per EMC il Cloud Computing si declina principalmente nel Private Cloud, ovvero in
un’aggregazione di risorse cui i clienti possono accedere in modalità as-a-service quando e
come le loro necessità di business lo rendano opportuno o necessario. Queste risorse non
devono necessariamente essere completamente esterne all’azienda: possono, anzi, essere
un’aggregazione di risorse interne ed esterne, rese disponibili dinamicamente ogni qualvolta
esse siano necessarie. Si tratta di un modello che permette ai Clienti di sfruttare al meglio gli
investimenti, dimensionandoli in maniera adeguata ed evitando possibili sprechi. EMC dispone
di tutte le risorse necessarie per la realizzazione di Private Cloud in grado di rispondere in
maniera completa ed efficace ad ogni necessità aziendale, soddisfacendo ogni requisito in
tema di affidabilità, scalabilità e sicurezza.
Una seconda dimensione in cui si declina il Cloud Computing di EMC è il supporto ad una
crescente federazione di provider quali AT&T, Peer1, Unisys, CBICI, Hosted Solutions nel
realizzare infrastrutture di Storage as a Service. Su questi servizi infrastrutturali vari ISV quali
la stessa EMC, Seven10, Signant e Gladinet, per citarne alcuni, hanno già messo a
disposizione funzionalità di backup, archiviazione e content delivery sul Cloud.
EMC è inoltre presente sul mercato del SaaS anche con servizi di “personal information
management” quale Mozy.
Costante nell’offerta di EMC in tema di Cloud è la forte attenzione al tema della sicurezza, che
ben conosciamo come freno potenziale all’innovazione in generale. Si tratta di un aspetto
che è nel nostro DNA, non soltanto per la presenza della divisione RSA, ma soprattutto per
la sua forte integrazione in ogni ambito dell’offerta.

   Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri-
4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi?
I processi di Merger & Acquisition sono estremamente complessi, ed in questi processi
l’integrazione dei sistemi IT rappresenta un elemento critico, spesso non considerato
adeguatamente. Il Cloud Computing è un modello flessibile per definizione, motivo per cui si
presta particolarmente bene a supportare questo tipo di processi, proprio perché non dipende
da sistemi fisici particolari, rigidi e poco flessibili. Un’infrastruttura Cloud ben congegnata
permette di adeguare le risorse a tutti i processi che possono avvenire all’interno ed all’esterno
62                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



di una struttura, e per questo ritengo che possa essere sicuramente un elemento facilitatore
in un progetto di M&A.

     Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi
5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare ri-
ferimento a quello del CIO?
Con il passaggio al Cloud Computing si completa in un certo senso un processo iniziato anni
fa, che ha visto il CIO slegarsi sempre più dalle competenze strettamente tecnologiche e
diventare una figura di gestione, dedicata alla pianificazione ed alla strategia, in stretto
accordo con il management centrale. Ora il ruolo del CIO è quello di definire i processi
aziendali e di pianificare le risorse che saranno necessarie, senza per forza scendere nei
tecnicismi più spinti con cui fino ad oggi si è spesso dovuto confrontare. Il CIO diventa un
gestore, una figura molto più vicina al core business aziendale, con il compito di creare le
condizioni perché questo business sia sempre più efficace ed efficiente. Il Cloud va a
modificare l’approccio con cui l’IT stessa si struttura: non solo erogazione di servizi IT, ma
partner nell’ottimizzazione delle esigenze di business delle funzioni aziendali.
Paradossalmente, con il Cloud Computing, l’IT incrementa il suo peso specifico a supporto
di un’organizzazione ma perde il suo ruolo più prettamente tecnico. Diventa davvero un fattore
abilitante al business, cosa di cui si parla da sempre ma che non sempre si è tradotta nella
realtà.

     L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed
6adeguata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come
muterà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud
Computing?
L’offerta di EMC è probabilmente la più completa attualmente disponibile in tema di Cloud
Computing. Perché il Cloud Computing è strettamente legato alla gestione delle informazioni
aziendali, e perché la nostra azienda in questo ambito vanta una leadership assoluta e
indiscutibile. L’intera offerta di EMC è costruita attorno al dato, che diventa strumento di
business e viene gestito al meglio in ogni momento del suo ciclo di vita. Viene catturato,
gestito, archiviato, distribuito, protetto, reso disponibile su una pluralità di canali, conservato
ed eventualmente eliminato quando non serve più. Non solo, EMC ha recentemente dato vita
con VMware e Cisco ad un’alleanza chiamata VCE (Virtual Computing Environment), che si
propone come scopo primario proprio quello di offrire alle aziende clienti una piattaforma
completa e performante per la realizzazione di un’infrastruttura Cloud davvero efficace.
Estremamente interessante è poi la collaborazione sulle soluzioni “in memory” annunciata
da SAP e EMC durante l’ultimo SAPphire2010 che vede l’azienda tedesca leader delle
soluzioni ERP confermare la sua presenza nel Cloud col motto “on premise, on demand, on
mobile” peraltro sinergica con le direzioni strategiche del VCE.
Anche in questo caso, funzionalità di gestione avanzate e sicurezza saranno temi
fondamentali, e siamo contenti di avere le carte giuste da giocare su entrambi gli ambiti.
Oltre a fornire prodotti e tecnologie abilitanti, EMC si propone di aiutare i propri clienti nella
Le sette risposte degli Operatori IT – EMC                                                       63



trasformazione del modello IT verso il Private Cloud. Il primo passo è verificare il livello di
maturità del sistema IT attraverso un Assessment. Partendo dal livello di maturità attuale si
disegna una strategia e si definisce il modello di maturità atteso. EMC Consulting si propone
di aiutare i clienti in questo processo di trasformazione.

   Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione
7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese?
Sono molti i vantaggi che il Cloud può offrire alla Pubblica Amministrazione e di conseguenza
ai cittadini ed alle imprese. Ci sono già sperimentazioni concrete da parte di governi esteri in
questa direzione, e penso alla Gran Bretagna che ha avviato un progetto denominato “G-
Cloud” (Government Cloud) e teso alla costruzione di un prototipo di Private Cloud che eroghi
servizi di tipo SaaS dedicati alle esigenze specifiche delle amministrazioni del Governo
Centrale. In questo senso le potenzialità sono infinite, e vanno sia a vantaggio delle
Amministrazioni, che possono ottimizzare gli investimenti effettuati in passato ed offrire servizi
innovativi a costi sicuramente più contenuti rispetto a un approccio tradizionale, che dei
cittadini che potranno accedere a servizi sempre più avanzati e capillari. L'Amministrazione
degli Stati Uniti ha già iniziato ad analizzare come consolidare e ottimizzare i servizi del settore
pubblico. Da noi lo slancio è ancora più debole, anche per retaggio culturale. Per fare un
esempio di scenario dirompente del Cloud nel pubblico basti pensare all'uso sistematico e
pervasivo di personal device, dallo smartphone all'iPad fino agli ebook, che sono sempre più
presenti come "gadget" tecnologico tra le mani di fasce sempre piu estese di utenti.
Accoppiando questo elemento ad un Cloud di content distribution e rich media nel settore
della pubblica istruzione, la miscela potrebbe facilmente portare ad un efficientamento
nell’aggiornamento, nella distribuzione e nella fruizione dei testi e dei contenuti utilizzati nella
scuola. Più servizi, più sicurezza e costi contenuti: sono queste le tre parole magiche del
Cloud, indipendentemente dal fatto che si parli di realtà pubbliche o private.




    Per maggiori informazioni
    Bruno Melandri
    EMEA Practice Manager per Products & Applied Technologies, EMC Italia
    Melandri_Bruno@emc.com
64                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




 Intervento di Gabriele Carzaniga, Sales Engineer Manager Sud Europa, Divisione Enterprise Google




     Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12
1 mesi? Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi?
Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da
parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e
la stessa struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno
all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare
qualche esempio…
Il Cloud Computing è già in fase avanzata di affermazione per tutto ciò che attiene alle ap-
plicazioni di comunicazione e collaborazione: le aziende hanno capito che i risparmi in termini
economici e di risorse che questo nuovo modello consente, liberano spazio e capacità per per-
seguire l’innovazione continua. La collaborazione è poi un concetto applicabile utilmente a una
varietà di applicazioni verticali, che vanno al di là della pura condivisione di documenti di
testo, fogli elettronici e presentazioni. Ed è qui la prossima frontiera per la definitiva afferma-
zione del Cloud Computing. Per questo motivo, Google ha lanciato il Google Apps Market-
place, un “negozio” online dove è possibile acquistare un intero catalogo di applicazioni Cloud
aziendali integrabili tra loro e con tutte le versioni della suite di servizi e applicazioni Cloud
Google Apps. Gli oltre 2 milioni di organizzazioni clienti di Google Apps possono collegarsi al
nuovo Marketplace di Google (google.com/enterprise/marketplace) per scaricare e attivare ap-
plicazioni di oltre 50 aziende (ma il numero è in costante crescita), che propongono le pro-
prie soluzioni in aree quali: Accounting & Finance, Tool di amministrazione, Calendar &
Scheduling, Gestione Clienti, Document Management, Produttività, Project Management,
Sales & Marketing, Security & Compliance, Workflow.
Il Cloud Computing è una soluzione semplice a una serie di problemi complessi che ogni
azienda si trova ad affrontare. Esternalizzare applicazioni come la posta elettronica, ad esem-
pio, consente di eliminare costi fissi quali quelli dei server e dello storage che la supportano
potendo contare sulla sicurezza e la disponibilità di servizio di un fornitore, quale Google, per
il quale questi servizi rappresentano parte del proprio core business. Consente inoltre di li-
berare tempo delle risorse IT, da dedicare ad attività per la crescita del business, piuttosto che
al supporto. Permette, infine, di sperimentare forme innovative di condivisione delle cono-
scenze e collaborazione all’interno dell’azienda e con partner esterni e clienti. Per le grandi
aziende, il Cloud Computing significa aumento di efficienza ed efficacia e riduzione signifi-
cativa di una parte dei costi dell’IT. Per le piccole realtà e le start-up significa, ad esempio,
poter accedere a costi bassissimi a risorse un tempo riservate solo alle grandi organizza-
zioni. I clienti che in Italia già usano Google Apps Premier dichiarano risparmi che vanno dal
50 al 70% rispetto alle soluzioni precedentemente utilizzate.
Le sette risposte degli Operatori IT – Google                                                      65



Per quanto riguarda la posta elettronica in modalità Cloud, l’adozione e i vantaggi sono na-
turalmente trasversali a tutte le aree aziendali e lo stesso vale per il servizio Google Docu-
menti. Servizi quali Google Sites, invece, possono essere ideali per creare delle intranet che
mettono in comunicazione gli appartenenti a una stessa funzione aziendale (Marketing, Uffi-
cio Tecnico, Comunicazione, Finanza, ecc.) per la collaborazione efficiente su uno stesso
progetto. Google Video for Business si dimostra poi particolarmente efficiente, ad esempio,
per la formazione a distanza o il training sui nuovi prodotti. La tipologia della proposta Cloud
di Google è comunque idonea all’uso da parte di qualsiasi funzione aziendale: abbiamo clienti
che usano Sites come repository di regole e policy per la gestione amministrativa, altri che lo
usano per la collaborazione tra i team addetti al controllo della qualità.
Il concetto chiave, insomma, è miglioramento dell’efficienza nella collaborazione e nella con-
divisione dei documenti: ovunque, all’interno dell’azienda, vi sia questa esigenza, Google
Apps Premier può essere la soluzione che ottimizza i workflow e riduce i costi.


2
Gli effetti del modello Cloud sono tutti positivi: permette di ridurre i costi dell’infrastruttura IT,
di migliorare l’efficienza e l’efficacia, di migliorare e semplificare la collaborazione tra le
persone, di aumentare la sicurezza e di liberare risorse tecniche da allocare su progetti
strategici per la crescita del business. Certo, è necessario sposare un nuovo modello, ma ciò
non ha impatti a livello organizzativo. L’unico vincolo che ancora rimane da superare è quindi
solo di tipo culturale, ma anche su questo fronte – in Italia come altrove – nell’ultimo anno
abbiamo riscontrato un’apertura sensibile, che nei prossimi 12 mesi è senz’altro destinata a
tradursi in una grande accelerazione nell’adozione del Cloud Computing.

   Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda
3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze so-
stanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese?
Non vi sono differenze nella proposta Cloud Computing di Google da paese a paese. Il
modello di Cloud Computing proposto da Google a organizzazioni di qualsiasi dimensione e
settore industriale è quello che solo un’azienda nata sul web è in grado di offrire. Google ha
risorse di calcolo virtualmente illimitate che può mettere a disposizione dei propri clienti
aziendali per l’hosting sicuro di applicazioni e servizi, dalla posta elettronica alle applicazioni
per la collaborazione. La decisione di Google di mettere a disposizione delle imprese le proprie
risorse e competenze tecniche nasce dalla constatazione che le applicazioni derivate dal
mondo consumer sono sempre più utilizzate dalle aziende. Per troppo tempo, infatti, le
tecnologie usate in azienda sono state progettate pensando più a ciò che dovevano fare che
a chi doveva usarle. Applicazioni disegnate da esperti per esperti, non per gente comune. Il
Web ha ribaltato questa situazione. Tutto è partito dalle persone, o meglio, da come e per cosa
esse usano Internet. Le persone e le loro aspettative sono infatti sempre le stesse, anche
quando si trovano al lavoro. Perché mai dovrebbero imparare a usare tecnologie diverse per
66                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



fare sostanzialmente la stessa cosa anche se in due contesti diversi? In questo nuovo
scenario di tecnologia pervasiva, cresce dunque l’insofferenza verso le applicazioni aziendali
complesse e difficili da usare. La strategia di Google per il Cloud Computing è pensata proprio
per rispondere a queste esigenze, portando sul posto di lavoro le stesse applicazioni che la
gente usa con soddisfazione nella vita privata.
Per rispondere a questa esigenza, Google ha sviluppato – e continua a migliorare ogni giorno
– la suite Google Apps Premier di soluzioni web per la comunicazione e la collaborazione
indirizzata alle aziende. Offerta su abbonamento a 40 euro per utente l’anno, comprende
supporto telefonico in italiano, disponibilità di estese capacità storage e un insieme di
funzionalità per l’amministrazione e l’integrazione di Google Apps con le altre applicazioni
aziendali.

     Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri-
4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi?
Senz’altro, in quanto può aiutare a semplificare e standardizzare rapidamente i sistemi di
comunicazione e collaborazione su un’offerta disponibile in ogni parte del mondo e con le
stesse caratteristiche.

     Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi
5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare ri-
ferimento a quello del CIO?
Molto brevemente, il Cloud Computing non elimina risorse, al contrario libera a queste risorse
del tempo da poter dedicare all’innovazione continua a supporto del vantaggio competitivo
dell’azienda. E ciò vale per tutte le risorse – tecniche e non – CIO compresi.

     L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed
6adeguata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come
muterà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud
Computing?
La nostra soluzione nasce come tecnologia Cloud pura e questo è ciò che innanzitutto la
differenzia. Il secondo elemento importante è che nessuna azienda al mondo può vantare la
potenza di calcolo e la sicurezza delle server farm di Google, necessaria perché le aziende
possano abbracciare senza timori questo nuovo modello. Le aziende chiedono applicazioni
semplici e intuitive e, insieme, sicure, affidabili e facili da gestire. Con Google Apps Premier,
hanno tecnologia innovativa a una frazione del costo delle soluzioni tradizionali, che
richiedono installazione locale e manutenzione continua. Il principale punto di forza della
proposta di Google rispetto a quella di altre aziende consiste nel fatto che si tratta di una
soluzione web pura, che solo un’azienda – come Google – nata sul web e senza una base
legacy da difendere può offrire. Come tale, è l’unica offerta attualmente disponibile sul mercato
in grado di offrire in modo completo e spinto tutti i vantaggi del Cloud Computing. Non si tratta
di una pura riproposta sotto forma di abbonamento di servizi e applicazioni tradizionali, che
magari poi richiedono di continuare ad installare e mantenere server e hardware storage: si
Le sette risposte degli Operatori IT – Google                                                    67



tratta dell’outsourcing completo e sicuro di servizi per la produttività aziendale, con un canone
di abbonamento trasparente, costi certi e un contratto con livello di servizio garantito del
99,9%.

   Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione
7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese?
Una PA può trarre enormi vantaggi dall’uso del Cloud Computing, ad esempio per estendere
a costi bassissimi l’uso della posta elettronica a tutti gli enti dislocati sul territorio che a lei
fanno capo. E parliamo di risparmi nell’ordine del 60-70% in termini di costi di gestione e di
hardware. E permettere alla PA di comunicare e collaborare in maniera più efficiente al suo
interno ha ovviamente ricadute positive in termini di servizi erogati ai cittadini.




    Per maggiori informazioni
    enterprise-italia@google.com
68                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




 Intervento di Mariano Ammirabile, Middleware Services & Cloud Computing Leader, GTS, IBM Italia



     Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 mesi?
1Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono
state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle
Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa strut-
tura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud Com-
puting da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio…
Durante gli ultimi mesi abbiamo registrato una grande crescita di interesse sul Cloud computing
da parte del mercato. Sia i grandi clienti che la piccola e media industria hanno approfondito ad
esempio le tematiche di virtualizzazione ed automazione che sono alla base dei modelli di Cloud
computing.
I modelli Cloud pubblici hanno registrato un maggiore interesse da parte dei clienti più piccoli
perchè necessitano di un investimento iniziale minore, ma anche i modelli privati stanno
riscuotendo grande interesse perchè permettono di ripensare e valorizzare il modo in cui l’ICT
viene percepito in azienda, non più come centro servizi statico ma dinamico, agile, capace di dare
servizi di qualità e quindi più sicuri.


2
La curva di adozione del Cloud computing sarà sicuramente spostata verso l’alto, cioè verso una
adozione estesa di questi modelli. I grandi player, presenti nelle offerte di Infrastruttura e
Piattaforma (IaaS, PaaS), faranno da aggregatori verso i fornitori di Software (SaaS) che faranno
evolvere le loro soluzioni in modalità di servizio.


3
Il portafoglio di offerta IBM è definito globalmente e calato con opportune specializzazioni a
livello locale. Ad esempio nei modelli ‘on the IBM Cloud’, il public Cloud di IBM, un cliente può
personalizzare il catalogo di servizi di base con le sue immagini da mettere a disposizione degli
utenti finali.

     Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri-
4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi?
Il Cloud computing non è un fattore abilitante in sé, l’offerta IBM permette però di avere un’ampia
scelta di opzioni per integrare risorse ed applicazioni diverse.
Le sette risposte degli Operatori IT – IBM                                                       69



Ad esempio recentemente IBM ha acquisito l’azienda Cast Iron Systems, the #1 SaaS & Cloud
Integration Company. Con questa soluzione i clienti IBM possono realizzare integrazioni
applicative Cloud dai principali provider tecnologici tipo salesforce.com, Amazon, NetSuite e
ADP con applicazioni tipo SAP o JD Edwards. Centinaia di template sono stati già sviluppati
per accelerare queste integrazioni e renderle possibili con poco sforzo.

   Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi ope-
5rano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare riferi-
mento a quello del CIO?
Nel suo essere centrale all’interno di una azienda, il CIO è chiamato da una parte a svolgere un
ruolo di protagonista del cambiamento e dell’innovazione, dall’altra a fronteggiare le sfide del
quotidiano, con forte pressione sui costi e grandi richieste di efficienza
In questo senso il Cloud computing può rappresentare una ghiotta opportunità per conciliare
questi due aspetti, quello più strategico: “come il Cloud mi abilita nuovi modelli di business” e
quello più tattico: “come il Cloud mi permette di spendere meno e di erogare servizi di qualità in
tempi più ridotti”.

   L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed ade-
6guata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come mu-
terà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud
Computing?
Nuovi e vecchi player si fronteggiano già oggi in Italia sul Cloud Computing. Come sempre
nell’ICT, dopo un periodo di spontaneità iniziale, ci saranno inevitabili consolidamenti di offerta
verso modelli più industrializzati.
I grandi player ICT si affermeranno in questo settore se sapranno adeguare l’offerta ai nuovi
scenari evolutivi, i piccoli cresceranno se sapranno scegliere le giuste alleanze per operare.

   Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione Ita-
7liana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese?
Sempre più la Pubblica Amministrazione si comporta come un organismo complesso e articolato
in cui i diversi attori agiscono secondo una “costellazione di ruoli” per dare vita a modelli sempre
più ibridi e allargati di erogazione del servizio pubblico.
Quindi anche per questo segmento di mercato il Cloud può essere considerato un innovativo
modello di service delivery capace di migliorare l’efficienza e ridurre i costi di una determinata
organizzazione.



    Per maggiori informazioni
    Mariano Ammirabile
    Middleware Services & Cloud Computing Leader, GTS, IBM Italia
    mariano.ammirabile@it.ibm.com
70                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




 Intervento di Giuseppe Gigante, Marketing Manager Italia, Micro Focus



     Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12
1mesi? Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi?
Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da
parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e
la stessa struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno
all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare
qualche esempio.
Il valore e i vantaggi del Cloud Computing non sono ancora stati sfruttati appieno dato lo
scetticismo diffuso rispetto alla privacy, spesso non bilanciata da contratti (SLA) adeguati da
parte del fornitore del servizio. Chi ha scoperto il Cloud lo ha fatto per necessità ma sono ancora
in pochi; da qui la mancanza di esempi significativi, nonostante l’email di Google sia super
utilizzata a volte anche dalle aziende stesse. Non è sicuramente il sistema produttivo a frenarne
l’adozione perché di barriere concrete e reali non ne esistono, solo conoscenza e cultura. Molte
realtà italiane che hanno sedi all’estero o che tendono ad espandersi verso nuovi mercati e
nuovi paesi potrebbero sicuramente apprezzare il vantaggio del Cloud Computing, in termini di
Time to Market e di replicazione del modello locale.


2
La curva di adozione del Cloud sarà tanto più rapida quanto più i vendor di tecnologia saranno
in grado di abilitare/facilitare (Security) l’utilizzo del Cloud da parte delle aziende, rispetto alle
applicazioni strategiche spesso costose o non sempre disponibili in multicanalità bensì legacy.
Modernizzare questi asset aziendali rende possibile una sensibile crescita nell’adozione del
Cloud. Dal punto di vista sia infrastrutturale che applicativo Micro Focus è già attiva con prodotti
e soluzioni specifiche e i risultati ci sono già. Siamo quindi in grado di supportare l’apertura di
nuove attività o uffici sul territorio. Non dimentichiamo inoltre che cercare nuove opportunità
significa spesso mobilità e in questo senso il Cloud rende semplice e più rapido l’accesso ai dati
e alle applicazioni aziendali, a supporto delle attività specifiche sul territorio. Alta affidabilità e
disponibilità 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, ovunque si sia sono componenti fondamentali per
supportare lo sviluppo di un’azienda, in particolare se parliamo di applicazioni Enterprise, mission
critical e profondamente integrate nei processi aziendali.

     Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda
3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze
Le sette risposte degli Operatori IT – Micro Focus                                                 71



sostanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese?
È nella natura del Cloud essere condivisibile e sempre disponibile; questo fa della nostra offerta
uno strumento globale ma forte della intrinseca e storica flessibilità nell’adattarsi alle specifiche
esigenze di ogni interlocutore. Il nostro modello di Cloud Computing prevede da un lato la
possibilità di utilizzare le nostre tecnologie in the Cloud quando necessarie (per esempio in fase
di debug o testing di applicazioni) e dall’altro di rendere disponibili, sempre nel Cloud, applicazioni
nate e residenti su ambienti legacy che non sono accessibili direttamente da Internet.

   Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A
4ritiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi?
Consideriamo che il Cloud Computing, come qualsiasi tecnologia, non è la panacea assoluta.
Sicuramente in presenza di ambienti eterogenei può essere uno strumento utile per rendere
disponibili velocemente, applicazioni e asset difficili da integrare fra loro da subito ma, prima o
poi, necessariamente da integrare. Vedo in questo specifico contesto un’opportunità di
modernizzazione delle applicazioni core, proprio al fine di avviare un percorso di conversione al
Cloud Computing più esteso nel tempo, rispettando comunque e sempre le priorità del business
che da questo modello possono acquisire flessibilità, disponibilità costante e continua e
semplicità nel replicare gli asset aziendali virtualmente in qualunque paese nel mondo.

   Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi
5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare
riferimento a quello del CIO?
Partendo da esperienze dirette posso confermare che il ruolo del CIO evolve e che il Cloud crea
al professionista una serie di opportunità. Spesso modernizzare gli asset aziendali, e il Cloud
Computing ne è un rappresentante principe, consente di ottimizzare sia in termini infrastrutturali
sia in termini di costi di manutenzione e utilizzo degli asset aziendali. Apre a una reale
multicanalità d’accesso a dati e applicazioni, altrimenti difficili da raggiungere, dando anche un
impulso sensibilmente maggiore al business dell’azienda. Grazie a questi indiscutibili vantaggi
strettamente correlati con l’attività core dell’azienda, il CIO può entrare sempre più nei processi
decisionali aziendali, in sinergia con CFO e il Board, ridefinendo le sue responsabilità rispetto a
quelle consuete spesso troppo vicine alla tecnologia e poco al core business aziendale.

   L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed
6adeguata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come
muterà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud
Computing?
Il Cloud Computing consente alle aziende clienti di rendere accessibili i propri asset anche
dall’esterno in maniera semplice e veloce, rispondendo ad esigenze di ampliamento del business
e incremento della produttività ma mantenendone fisicamente la disponibilità al loro interno. In
alternativa si può demandare completamente la gestione a un Service Provider; così facendo
attraverso una modalità di pay-per-use, si risponde principalmente ad alcune specifiche esigenze
di contenimento dei costi e continuità di servizio. Micro Focus con tecnologie e metodologie ad-
72                  Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto



hoc è in grado di supportare entrambe le modalità in maniera totalmente flessibile. La forza e il
valore aggiunto di Micro Focus sta nel permettere al cliente da un lato di scegliere la modalità
più adeguata e dall’altra di lavorare in sinergia con partner tecnologici diversi (Azure, Amazon,
SalesForce.com).

     Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione
7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese?
Data la natura “aperta” e senza limiti del Cloud Computing e della rapidità di accesso alle
applicazioni, questa tecnologia è sicuramente adeguata a supportare il ruolo di interlocutore
globale che la Pubblica Amministrazione ricopre istituzionalmente. Raggiungere chiunque e
ovunque (cittadino o azienda che sia) attualmente non è semplice né sempre possibile. Se a
questo aggiungiamo i costi che una organizzazione così capillare deve sostenere per rispondere
alle esigenze della società, il Cloud Computing risulta una soluzione incomparabilmente più
rapida e distribuita. In questo senso Micro Focus è già un abilitatore solido, data la capacità di
modernizzare gli asset IT della Pubblica Amministrazione e quindi di aprirla alla multicanalità.
L’origine particolarmente datata delle infrastrutture e delle tecnologie tipicamente presenti
all’interno della Pubblica Amministrazione (locale in primis) e i budget sempre più ridotti, fanno
del Cloud Computing il fattore abilitante più economico ma anche il più potente.




      Per maggiori informazioni
      Giuseppe Gigante
      Marketing Manager Italia, Micro Focus
      giuseppe.gigante@microfocus.com
74                   Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




 Intervento di Anders Nilsson, Direttore Divisione Developer and Platform Evangelism, Microsoft Italia




     Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 mesi?
1Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono
state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle
Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa
struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud
Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio…
In Italia, come in molte altre parti del mondo, siamo ancora in una fase di analisi del Cloud
Computing e dei modelli di business ad esso associati. A differenza dall’anno scorso però
registriamo una maggiore consapevolezza da parte dell’IT e del business che il Cloud stia
diventando una componente essenziale per le aziende anche se in modalità diverse a seconda
della tipologia aziendale.
Troviamo infatti molte piccole e medie realtà che, sfruttando i meccanismi di self-provisioning,
elasticity e i nuovi modelli economici, hanno già adottato il paradigma del Cloud Computing,
avendo dimostrato dei concreti vantaggi in termini economici e di time-to-market.
Al contrario le grandi aziende, anche a fronte di infrastrutture on-premise più complesse ed
eterogenee, non hanno ancora adottato completamente il Cloud Computing ma sono ancora in
una fase di analisi dei principali scenari che potrebbero beneficiare del nuovo modello, come ad
esempio l’outsourcing dei servizi di commodity, la sperimentazione di nuovi modelli di business
e la gestione a servizi di alcune classi di applicazioni e del datacenter interno. In questo contesto
il Cloud Computing viene visto come una estensione ed evoluzione degli investimenti già
effettuati nella Service Oriented Architecture (SOA) e nelle tecnologie di automazione dei
processi IT. A fronte di molte iniziative e di alcune aree di eccellenza, nel complesso il Cloud
Computing è ancora un tema non pienamente integrato nel tessuto aziendale e ancora troppo
spesso soggetto a inerzie iniziali, soprattutto legato alla percezione su alcuni temi quali la
sicurezza, la gestione dei dati e ad aspetti legati alle normative sulla Privacy.


2
Il Cloud Computing nei prossimi anni sarà parte integrante della strategia IT della maggioranza
delle aziende, dalle piccole imprese alle enterprise, come testimoniato da numerose ricerche di
analisti indipendenti che riportano le soluzioni Cloud tra le priorità di adozione da parte dei CIO.
Nei prossimi 12/24 mesi assisteremo quindi ad un progressivo aumento dell’utilizzo di risorse
Cloud-based nelle sue varie accezioni, area nella quale l’offerta di Microsoft si contraddistingue
per la sua capacità di integrazione con l’infrastruttura e i servizi on-premise.
Le sette risposte degli Operatori IT – Microsoft                                                    75



Vediamo quindi una forte crescita del modello “as a Service” in generale, e PaaS e SaaS in
particolare. Infatti, il Cloud Computing, per portare reali benefici alle aziende non rappresenterà
solo una mera esternalizzazione di una infrastruttura, ma al contrario un ecosistema di servizi,
soluzioni ed applicazioni capaci di integrarsi tra loro e con componenti on-premise. Questa
visione del Cloud potrà quindi creare nuovi scenari e soluzioni IT in modo innovativo e non
sempre risolvibili con un approccio più tradizionale.

   Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda
3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze
sostanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese?
L’offerta del Cloud Computing di Microsoft si compone di tre elementi fondamentali riconducibili
alla classica tassonomia del Cloud: IaaS, PaaS e SaaS.
Nell’Infrastructure-as-a-Service (IaaS), Windows Server 2008 R2 con Hyper-V, Microsoft System
Center e il Dynamic Data Center Toolkit for Enterprise forniscono una infrastruttura centralizzata
capace di gestire end-to-end tutti gli ambienti sia fisici che virtuali, realizzati anche con hypervisor
di terze parti, rilasciando le proprie risorse come servizi per la creazione di una Private Cloud.
Grazie all’integrazione dei prodotti System Center è possibile gestire gradualmente la transizione
e la coesistenza di infrastrutture miste on premise e in the Cloud aiutando le aziende a sfruttare
a pieno gli investimenti già fatti e semplificare l’evoluzione verso il Cloud.
Il Platform-as-a-Service (PaaS) rappresenta il cuore per l’esecuzione e la gestione delle
applicazioni di terze parti nel Cloud. Infatti, il paradigma del Cloud Computing comporta anche
una evoluzione nel modo di pensare e progettare le proprie applicazioni. Microsoft a questo
scopo ha realizzato Windows Azure, un sistema operativo ad-hoc per il Cloud, ed un insieme di
funzionalità aggiuntive a supporto dello sviluppo di soluzioni distribuite costituito da Windows
Azure AppFabric e SQL Azure.
Windows Azure, tramite i propri meccanismi di provisioning e gestione delle applicazioni,
permette agli sviluppatori di concentrarsi sullo sviluppo applicativo demandando al sistema tutti
gli aspetti di fault tolerance, di controllo e di management. Inoltre, in modalità self-service è
possibile scalare l’infrastruttura utilizzata on-demand, chiedendo ad esempio di aumentare lo
storage allocato, o aggiungere una nuova istanza all’applicazione, il tutto tramite semplici attività
di configurazione. Il pagamento dei servizi avviene attraverso una fatturazione basata
sull’effettivo utilizzo delle risorse (storage, capacità computazionale, banda).
I servizi aggiuntivi di Windows Azure per le applicazioni sono:
     I Windows Azure AppFabric - Internet Service Bus: è un message bus equivalente
     dell’Enterprise Service Bus aziendale per collegare componenti di sistemi informativi on
     premise con applicazioni e servizi sul Cloud, garantendo all’IT il pieno controllo delle
     applicazioni indipendentemente dalla loro locazione geografica.
     I Windows Azure AppFabric – Access Control: è la componente di sicurezza per
     garantire i meccanismi di autenticazione, autorizzazione e identity flow basati sulla Claims-
     Based Security. Tramite questo servizio di sicurezza le applicazioni e i servizi che risiedono
     su Windows Azure possono garantire un meccanismo di Single Sign-On con le applicazioni
     on-premise.
76                   Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto




      I SQL Azure: è l’esposizione di un database relazionale “as a service”, basato su SQL
      Server, che può gestire il database delle soluzioni applicative realizzate sulla Windows
      Azure Platform.

Infine, tramite il Software Development Toolkit (SDK) disponibile gratuitamente per i diversi
ambienti e linguaggi di programmazione .NET , PHP , C++, Ruby, Python e Java, è possibile
emulare Windows Azure in locale per sviluppare le applicazioni destinate all’online. L’SDK
fornisce il meccanismo di provisioning, effettua il deployment dell’applicazione automaticamente
sull’infrastruttura nel Cloud, permettendo all’azienda di sgravarsi completamente dalla gestione
dell’infrastruttura sulla quale vengono eseguite le proprie applicazioni.
Nella modalità Software-as-a-Service (SaaS), Microsoft offre da tempo al mercato italiano la
Business Productivity Online Suite (BPOS), un set completo di servizi online volti a soddisfare
le esigenze di messaggistica, comunicazione e collaborazione delle aziende. La suite BPOS è
costituita da Exchange Online, Office Communications Online, Live Meeting e SharePoint Online,
e viene erogata dai Datacenter gestiti da Microsoft collocati in diverse aree geografiche, tra le
quali l’Europa, mettendo a disposizione le soluzioni già fruibili on-premise o attraverso i Partner
Microsoft. Questa offerta è indirizzata al mercato business, contrapponendosi alle classiche
offerte pensate per il mercato consumer, soddisfacendone i requisiti fondamentali quali la
disponibilità e i livelli di servizio.

     Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ritiene
4che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi?
Il Cloud Computing per Microsoft è un componente essenziale per gli aspetti di integrazione di
infrastrutture e di applicazioni. Infatti, in Windows Azure tramite i servizi di Windows Azure
AppFabric è possibile gestire scenari di M&A integrando infrastrutture applicative, applicazioni
o servizi che risiedono fisicamente in intranet diverse, evitando costosi interventi sulle
configurazioni di networking e di routing. Un approccio e una tecnologia di questo tipo permettono
quindi di abbattere notevolmente anche i tempi di realizzazione e di integrazione, garantendo
al tempo stesso un alto livello di sicurezza e di integrità.

     Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi
5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare
riferimento a quello del CIO?
Il Cloud Computing per molti aspetti può essere considerato un vero e proprio cambio di
paradigma e come tale sta già portando dei cambiamenti nel modo di lavorare all’interno dell’IT.
Un cambiamento che però si configura come una evoluzione delle figure professionali tradizionali
dell’IT, come i sistemisti, i programmatori, gli architetti software, fino ad arrivare ai CIO. A livello
generale, i nuovi modelli consentono una maggiore focalizzazione delle figure professionali su
tutti quegli aspetti di valore che una divisione IT è chiamata a garantire alla propria azienda,
demandando alla gestione automatizzata delle piattaforme Cloud tutti gli aspetti tecnici e di
implementazione infrastrutturale. Un cambiamento di questo tipo permetterà quindi ai CIO e alle
organizzazioni IT di passare da un modello di gestione delle risorse IT prevalentemente basato
Le sette risposte degli Operatori IT – Microsoft                                                    77



su asset e risorse interni all’azienda, eventualmente integrati con servizi tradizionali di outsourcing,
ad un modello in cui la strategia IT e l’erogazione dei servizi al business sono l’insieme di soluzioni,
servizi e SLA erogati internamente, da outsourcer e da fornitori di soluzioni di Cloud Compunting.

   L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed adeguata
6alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come muterà lo
scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud Computing?
Il modello di Cloud Computing di Microsoft è parte integrante della nostra visione Software plus
Services che unisce la potenza offerta del software installato localmente su ogni device con
quella presente on-premises in azienda e la pervasività e la caratteristica “always up-to-date” dei
servizi “in the Cloud”. Con la visione Software plus Services Microsoft vuole quindi garantire un
modello coerente che permetta di realizzare soluzioni per il business capaci di sfruttare in modo
dinamico ed integrato tutte le strutture IT delle aziende con i servizi online, garantendo una user
experience facile e innovativa, indipendentemente dal dispositivo utilizzato. La visione Software
plus Services permette quindi la massima libertà di scelta da parte dell’utente di integrare al
meglio la propria infrastruttura con il Cloud Computing in relazione al proprio modello di business
e agli investimenti IT.
La Windows Azure Platform, come anche la suite BPOS rappresentano inoltre un’opportunità
interessante per le Startup, gli Indipendent Software Vendor (ISV) e i System Integrator, che
facendo leva sugli skill già acquisiti, possono realizzare soluzioni e servizi innovativi unicamente
Cloud-based o con modelli di deployment ibridi, abilitando anche nuovi modelli di business,
potenzialmente più convenienti per gli utenti finali, aprendo quindi nuove opportunità di mercato.

   Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione
7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese?
L'offerta di Cloud Computing di Microsoft dà l’opportunità alle pubbliche amministrazioni di rea-
lizzare con velocità ed efficienza i servizi ai cittadini, consentendo anche alle amministrazioni più
piccole, spesso non in grado di attrezzarsi per la fornitura dei servizi con la rapidità richiesta, di
essere allo stesso livello di grandi amministrazioni, che invece hanno i mezzi per affrontare que-
ste sfide. L’elasticità propria di Windows Azure e della suite BPOS permette un rapido adatta-
mento alle esigenze di ogni giorno, e a una domanda fluttuante dei servizi. L’utilizzo di soluzioni
in Cloud Computing dà anche la possibilità alle amministrazione di fare rapido “riuso” delle solu-
zioni, una esigenza primaria per il settore pubblico che consente risparmio notevole negli inve-
stimenti complessivi.




    Per maggiori informazioni
    Riccardo Sponza
    Technical Evangelism Manager, Developer and Platform Evangelism, Microsoft Italia
    Riccardo.Sponza@microsoft.com
Nextvalue ®                 Diamo valore all’ICT.




                                                   A distanza di un anno esatto dalla prima ricerca condotta
                                                   in Italia sul Cloud Computing abbiamo deciso di rifare il
                                                   punto nelle Grandi Aziende italiane e di proporre i risultati
                                                   del lavoro svolto da un Panel più ampio di CIO del nostro
                                                   Paese. Oggi vi sono più elementi qualitativi e quantitativi
                                                   per descrivere puntualmente il trend di adozione di Cloud
                                                   Computing in Italia.
                                                   Abbiamo fatto un passo ancor più importante: grazie alla
                                                   collaborazione con CIOnet (www.cionet.com) siamo stati
                                                   in grado di proporre la stessa survey a livello europeo. Le
                                                   risposte omogenee ci permettono di proporre un confronto
                                                   fra la nostra situazione e quella europea.
                                                   I principali risultati sono condensati in questa pubblica-
                                                   zione, agile e semplice, della nostra collana ideas
                                                   ValueIT®, in cui lo scenario è completato dalle risposte sul
                                                   tema forniteci dai nostri Business Partner - Akamai, EMC,
                                                   Google, IBM, Micro Focus, Microsoft - che parte attiva del-
                                                   l’iniziativa, vi contribuiscono con la loro autorevole espe-
                                                   rienza di mercato e i loro business case.
PUBBLICAZIONE FUORI COMMERCIO

Nextvalue Ricerca Cloud Computing in Italia e in Europa - Ed. 2010

  • 1.
    4 CLOUD COMPUTING UNANNO DOPO. CIO ITALIANI E CIO EUROPEI A CONFRONTO Survey realizzata da Nextvalue in collaborazione con Nextvalue ® Diamo valore all’ICT.
  • 2.
    Nextvalue S.r.l. Viale BiancaMaria, 18 - 20129 Milano - Italia Tel. +39 02 76318490 - Fax +39 02 76398041 www.nextvalue.it © 2010 Nextvalue Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta di Nextvalue. Tutti i marchi depositati e i marchi di fabbrica citati nel presente documento sono dei rispettivi titolari. Finito di stampare Luglio 2010
  • 3.
    SOMMARIO 7 Prefazione 10 Cloud Computing: l’industrializzazione dell’IT 13 Quale Cloud Computing 16 Essere il CIO di una Cloud IT 19 Quali i prossimi passi 21 La Survey Italiana 34 Cloud Computing nelle regioni italiane - Appendice 42 Il confronto con l’Europa 55 Le sette risposte degli Operatori IT 78 Indice delle figure
  • 4.
    PREFAZIONE di Alfredo Gatti Un anno fa, in procinto di chiedere a oltre 100 CIO di Grandi Aziende Italiane la loro cortese collaborazione al nostro primo lavoro di ricerca sul Cloud Computing, in Nextvalue eravamo tutti cautamente ottimisti: come spesso accade eravamo i primi in Italia ad addentrarci in un territorio inesplorato, per di più ci accingevamo ad affrontare un argomento potenzialmente disruptive, ma avevamo le idee chiare, non intendevamo innescare un inutile dibattito accademico su un argomento tanto importante, per di più facendolo con i “soliti noti”. Perciò cercammo di formare un Panel di CIO alle prese con i problemi reali e non di visibilità personale e ciò che essi ci raccontarono fu, con grande nostra sorpresa, uno spaccato di futuro già presente. I primi riscontri delle interviste furono subito molto concreti. Anche coloro che si dichiaravano fondamentalmente agnostici, o contrari, desideravano motivare puntualmente la propria posizione; ma la vera sorpresa fu di riscontrare un dibattito sul Cloud Computing già iniziato ed esteso nelle grandi imprese italiane, un tema che già rientrava nelle ipotesi strategiche dei loro CIO, con qualche pioniere già sulla strada dell’adozione, nonostante molti dei principali operatori dell’offerta non avessero ancora annunciato alcunché sul tema. In tutta sincerità non ci aspettavamo una situazione del genere, anche se sono sempre le imprese Top ad avviare i grandi trend. La nostra ricerca si collocava proprio nel momento in cui il Cloud Computing guadagnava posizioni nella
  • 5.
    8 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto classifica dei fenomeni che catturavano l’attenzione dei CIO italiani, non certo indifferenti alle promesse di innovazione che esso comporta nell’IT. Ma se il fenomeno Cloud Computing era già così avanti, allora che fare per passare all’azione? Il team di Nextvalue decise che era tempo di rendere disponibili i risultati e di chiamare a raccolta gli operatori dell’offerta per cercare di scoprire un po’ di più le carte in fatto di Cloud Computing. Risposero i Top e apprezzarono il fatto di poter testare la loro proposizione di valore in un ambiente precompetitivo. Insomma la storia la conoscete: il 2 luglio dell’anno scorso tenemmo a Milano il primo convegno nazionale dedicato al Cloud Computing in Italia, come evento del nostro programma Forum ValueIT® e in quella occasione furono ben 156 i decisori di aziende end-user che vollero partecipare al tema in discussione, analizzare i business case presentati e apprendere i risultati della survey, peraltro condensati in una pubblicazione analoga a questa, andata letteralmente a ruba, crediamo non solo perché gratuita. Nei mesi successivi siamo stati a nostra volta sollecitati ad approfondire l’argomento in varie occasioni di incontro con decisori IT, abbiamo puntualmente condotto la long tail annunciata il 2 luglio con l’approfondire la ricerca a livello territoriale e di distretti industriali. A distanza di un anno esatto, abbiamo deciso di rifare il punto sul Cloud Computing nelle grandi aziende italiane e di proporre, nel nostro ormai tradizionale evento di inizio estate, i risultati del lavoro svolto da un Panel più ampio di CIO del nostro Paese. Oggi vi sono più elementi qualitativi e quantitativi per descrivere puntualmente il trend di adozione di Cloud Computing in Italia. Ma abbiamo fatto un passo ancor più importante: grazie alla collaborazione con CIOnet (www.cionet.com) siamo stati in grado di proporre la stessa survey a livello europeo (CIOnet è il primo business network internazionale ed indipendente focalizzato sull’IT e riservato ai CIO di organizzazioni Top, attualmente oltre 1.450). Le risposte omogenee ci permettono perciò di proporre un confronto fra la nostra situazione e quella europea. I principali risultati sono condensati in questa pubblicazione della nostra collana Ideas ValueIT®, in cui lo scenario è completato dalle risposte sul tema forniteci dai nostri Business Partner per l’iniziativa, ovvero Akamai, EMC, Google, IBM, Micro Focus e Microsoft, che come parte attiva dell’iniziativa vi contribuiscono con la loro autorevole esperienza di mercato ed i loro business case. Permettetemi quindi di ringraziarli pubblicamente: avere leader di questo calibro al nostro fianco nell’iniziativa è per noi di enorme valore e di incoraggiamento a proseguire su
  • 6.
    Prefazione 9 questa strada della ricerca operativa impostata su criteri di innovazione, di eccellenza e di condivisione di contributi qualificati. Il grazie più importante va comunque a tutti quei CIO, italiani ed europei, che hanno dedicato attenzione e tempo partecipando ai Panel: come sempre molto aperti e interessati, hanno contribuito in modo fondamentale all’analisi. Chi ci segue con simpatia ricorderà la mia improbabile citazione dell’anno scorso di Aristofane, autore della commedia “Le Nuvole”; duemila e passa anni fa già si pensava seriamente alle nuvole. Visto che ormai mi tocca, oggi vorrei proporvi questa: “… We can’t even imagine today the potential of Cloud Computing as we look forward. But [given] the intersection of higher processing power, cheaper cost and the ubiquitous access to broadband networks that for the first time are available to deliver content in ways that we couldn’t imagine before … transformation that’s going to fundamentally change the way we live our lives.” Quando ho letto questa specie di profezia la prima volta, mi sono detto: “Whao! Sarà di Mark Benioff o di Eric Schmidt …” Invece è di un certo Vivek Kundra, l’ha detto in un intervento dal titolo “The Economic Gains of Cloud Computing” il 7 aprile scorso alla The Brooking Institution. Vivek Kundra è il CIO “federale”, nominato dal presidente degli Stati Uniti Barak Obama quale responsabile dell’IT della P.A. degli Stati Uniti. Al di là che i suoi colleghi delle corporation americane possano essere un po’ meno profetici in fatto di Cloud Computing, grazie a lui esso occupa un posto di rilievo nella compliance che gli investimenti IT devono avere per essere approvati nel 2011. Lo stesso presidente Obama sottolinea che per risparmiare sui soldi dei contribuenti, si deve aumentare l’efficienza e ripensare strategicamente le stesse infrastrutture e servizi IT. Come dire, il Cloud Computing non è mandatario, ma quando è il presidente a chiedere di tenere in considerazione un argomento, di solito viene ascoltato. Sfortunatamente in Italia non abbiamo un CIO federale, anzi nemmeno un CIO federalista, ma i problemi di efficienza e di produttività della Pubblica Amministrazione sì, di quelli ne abbiamo molti. Mi auguro che anche qualche nostro presidente o ministro scopra il Cloud Computing, magari dando una sbirciatina a questo volume, così come state facendo voi ora. A proposito, grazie e buon lavoro! Managing Partner, Nextvalue
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    CLOUD COMPUTING: L’INDUSTRIALIZZAZIONE DELL’IT Il Cloud Computing è il passo fondamentale nel percorso evolutivo che l’Information Technology sta facendo nella sua trasformazione in “supply chain”, elastica e di servizi, da “fabbrica” di soluzioni personalizzate ma poco flessibili. Il modo stesso di concepire, costruire e gestire le infrastrutture IT cambia perché ad esse si sostituiscono servizi infrastrutturali fruibili a consumo e secondo le necessità, a costi così variabili e più facilmente attribuibili in conto economico ai reali consumatori interni dell’azienda, senza bisogno di appesantire gli asset in conto capitale. Come dimostrano anche le nostre rilevazioni, sussistono ancora moltissime incertezze e diffidenze verso l’adozione di questo modello. Le principali diffidenze riguardano il livello di maturità dei servizi stessi, la carenza di competenze manageriali necessarie all’adozione, alcuni aspetti relativi alla sicurezza, alla conformità con le normative, alle prestazioni, all’affidabilità. Insomma demandare all’esterno del perimetro aziendale il possesso ed il controllo di asset strategici dell’IT non è così scontato, così come essenziale è definire un percorso per farvi migrare gli ambienti già in produzione. Si tratta di operare cambiamenti non facili di paradigma, i dati e gli stessi asset IT divengono “mobili”, le applicazioni dinamiche e composite, le infrastrutture necessariamente virtualizzate. Cambiano e si moltiplicano anche i domini operazionali e la loro governance appare più complessa in una filosofia diffusa di “pay-as-you-go”.
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    Cloud Computing: l’industrializzazionedell’IT 11 Eppure la nuova IT si fonda proprio su questi punti di forza: essa mette al centro il servizio che essa rende al business ed il cliente che lo utilizza. Essa ha sempre più a che fare con queste relazioni e sempre meno con le tecnologie sottostanti. Se questi sono gli assiomi forse dovremo attendere una prossima generazione di soluzioni interconnesse in Cloud per fugare definitivamente tutti i dubbi, ma essa è già qui, preme alle porte e non si può ignorare, nemmeno quando l’impresa dispone già di una solida e consolidata infrastruttura IT. Magari in questo caso la trasformazione più appropriata è quella di una Internal Cloud, che garantirà ulteriori benefici economici e di agilità e, soprattutto, porrà le basi per una migliore compatibilità in futuro con un numero sempre crescente di valide opzioni. Di fatto la premessa di una Cloud interna costituirà il presupposto per integrare i servizi offerti da una External Cloud, con la possibilità di selezionare i provider migliori e di comporre una propria Hybrid Cloud. L’altro punto importante è la centralità del “cliente”, di colui che fruirà, internamente o esternamente all’impresa, dei servizi resi dalla Cloud. Il nuovo user non vorrà più distinguere tra applicazioni business o consumer. Gli strumenti e le modalità di erogazione saranno necessariamente gli stessi. Anzi, nel caso le funzionalità si rivelassero insufficienti, vorrà velocemente che l’impresa metta in atto un piano B, magari cambiando velocemente provider con qualcuno più verosimilmente all’altezza della situazione. Anche questo è una premessa del Cloud Computing: migrare applicazione e servizio in modo veloce e con minori vincoli. In tal caso è fondamentale la capacità di selezionare, di valutare e di negoziare con i provider di comprovata affidabilità, non necessariamente quelli di sempre. Questa nuova capacità diviene un fattore distintivo della figura del Chief Information Officer, il cui principale mandato non è di ridurre i costi, ma di aumentare l’agilità e la flessibilità dell’IT per il business, di gestire i rischi, di garantire la conformità, di liberare risorse in favore di progetti a ROI più elevato per la sua impresa. Un simile processo di industrializzazione dell’IT prescinde dal solo Cloud Computing, è qualcosa di fondamentalmente più ampio che investe la stessa cultura aziendale ed i ruoli di management. Non può essere riduttivo e condotto empiricamente e senza un valido approccio metodologico. Ad esso devono apportare contributi insostituibili anche gli operatori dell’Offerta, magari facendo coraggiosamente i conti con le proprie attuali rendite di posizione. Il punto di partenza è pur sempre la comprensione delle risorse disponibili e dell’uso che ne viene fatto, delle relazioni, dei vincoli e delle interdipendenze con i processi ed i budget. Il punto è che questo processo evolutivo accelera e tutte le trasformazioni
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    12 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto avvengono quasi in tempo reale, nell’ottica di soddisfare una domanda sempre più esigente. Perciò potrebbe accadere che mentre il CIO analizza i benefici del Cloud Computing, qualche unità di business potrebbe procurarsi essa stessa servizi dalla Cloud in modo autonomo, mettendo potenzialmente a rischio l’intera organizzazione. Insomma governare il processo in modo sistemico è la grande sfida che attende i CIO del Cloud Computing. Ma vi sono anche ottime ragioni perché gli stessi CEO se ne debbano interessare. Oggi la competizione si basa anche su vantaggi minimi, dal costo più basso di una operazione, alla velocità, alla produttività. Mentre l’IT diviene sempre più una utility è ragionevole porre maggior enfasi sul suo uso per creare “Valore” ed il Cloud Computing, con le sue caratteristiche di elasticità, può contribuire a penetrare più rapidamente in nuovi mercati o a lanciare più efficacemente nuovi prodotti e servizi nei mercati esistenti. Al crescere della domanda ci si approvvigiona di risorse aggiuntive e, viceversa, quando le opportunità evaporano, si assottigliano le risorse dedicate con il minimo impegno di capitale. Inoltre vi è il fattore umano, che è sempre determinate e le soluzioni in Cloud Computing possono aprire e coinvolgere un numero crescente di collaboratori, clienti e partner nei processi di innovazione dell’azienda, prescindendo da dove essi si trovino, può attrarre talenti, può aiutare ad essere maggiormente presenti nei singoli mercati locali. La stessa natura on-demand dei servizi si raccorda meglio con l’esigenza di dotare tutti degli strumenti giusti per fare il proprio lavoro.
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    QUALE CLOUD COMPUTING Il Cloud Computing è un processo evolutivo ormai in corso da almeno 15 anni. Il modello IT evolve attraverso la continua standardizzazione delle tecnologie sottostanti, dalla Virtualizzazione, alle architetture service-oriented, al Web 2.0, ma anche grazie all’incessante ridefinizione dei servizi gestiti e delle strutture di costo. La spettacolare crescita dell’uso di Internet in ambienti consumer ha spronato lo sviluppo di servizi pervasivi e a miglior costo anche per il business, basati su principi just-in- time, pay-per-use, di astrazione e federazione, mentre il mercato, soprattutto in tempi di recessione, richiede all’IT minori costi di esercizio e maggiore disponibilità e agilità, oltre che una migliore gestione del rischio. Il “Cloud” diviene la metafora per definire un pool di risorse di computing accessibili da Internet, l’astrazione di una infrastruttura complessa dedicata al singolo utente, l’utilizzo scalare di risorse, tipicamente offerte secondo un modello pay-as- you-go, quali sistemi, infrastrutture applicative, dati e informazioni e perfino processi di business, secondo criteri di sicurezza e policy predefinite. Vi sono almeno tre modelli di Cloud: interno, quando si esaurisce all’interno dell’impresa, esterno se offerto da operatori specializzati, ibrido, quando i due modelli precedenti vengono combinati. Qualsiasi sia il modello, il Cloud è la dorsale per erogare varietà di differenti servizi. La nostra industry li ha voluti raggruppare in tre categorie: i servizi di Infrastrucure-as-a-Service (IaaS) raggruppano le risorse computazionali, di storage e di networking, quelli di Platform-as-a-Service (PaaS) fanno riferimento agli ambienti
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    14 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto applicativi gestiti ove è possibile sviluppare e mettere in esercizio applicazioni o usarne di disponibili, i Software-as-a-Service (SaaS) sono i servizi applicativi messi a disposizione del cliente in modo scalare, senza riferimento a specifici ambienti operativi o infrastrutture di supporto. Tabella 1 Principali attributi, caratteristiche e benefici del Cloud Computing Attributi Caratteristiche Benefici Virtualizzazione Le risorse possono essere condivise Consente un più efficiente utilizzo tra molti applicativi. Gli applicativi possono delle risorse IT. Riduce i costi di Hardware girare virtualmente ovunque. attraverso economie di scala. Automatizzazione Le risorse IT sono rapidamente Riduce i tempi ciclici dell’ IT dell’approvvigionamento impegnate o liberate “on demand”. (real-time provisioning) ed i costi di gestione. Elasticità e scalarità Gli ambienti IT possono crescere o diminuire Ottimizza l’utilizzo delle risorse IT. in modo scalare e secondo fattori importanti Accresce la flessibilità. in relazione ai cambiamenti nelle esigenze. Servizi a catalogo Gli ambienti, le risorse e le applicazioni Abilita il self-service di risorse. sono ordinabili da un catalogo predefinito. Consumatori e provider sono interconnessi da interfacce di servizio. Misure e pagamenti Servizi erogati sono misurati attraverso Migliora la trasparenza dei costi. Sistema di Prezzi l’uso di metriche specifiche che abilitano Offre migliori schemi di prezzo flessibili. flessibili molteplici modelli di pagamento. Accesso a Internet I Servizi sono erogati attraverso L’Accesso è garantito ovunque l’uso di Internet. e in ogni momento. Anche sul fronte dell’Offerta le cose cambiano velocemente. I provider di Cloud Computing competono ormai direttamente con i fornitori di package on-premise e non solo quando il significato di Cloud Computing si coniuga con computing “meno caro” o i clienti sono startup come Ocarina, Twilio, e RightScale che usano il Cloud Computing per essere pronte e competitive con i propri servizi via Web. Ormai lo scenario competitivo vede i più grandi operatori Internet, come Google, Amazon e Salesforce.com, competere con i fornitori leader nelle applicazioni enterprise, come
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    Quale Cloud Computing 15 SAP, Oracle e Microsoft, e questi, a loro volta, investire aggressivamente per estendere nella Cloud la loro offerta. Probabilmente in questo scenario entrerà anche una nuova tipologia di operatore, che, per il momento, ci limitiamo a chiamare “Cloud Broker” e che intermedia più fornitori di soluzioni e servizi Cloud con il cliente. Il ruolo è quello di creare e mantenere relazioni con più provider di servizi e di consentire la fruizione dei servizi più appropriati agli utilizzatori finali, coerentemente con la loro user experience e la loro configurazione IT. Così il Cloud Broker può spingersi oltre il ruolo del tradizionale fornitore o originatore di singoli servizi: egli può fornire modalità di pagamento omnicomprensive e omogenee, consentire uno switch immediato a nuovi e differenti fornitori, anziché gestire altri servizi a valore aggiunto. Come broker può a sua volta tenere sotto controllo le prestazioni offerte dai propri fornitori, evitando al proprio cliente il mantenimento di costose relazioni multiple con essi, comprendendone le sue necessità specifiche, orchestrando coerentemente l’offerta, monitorando le prestazioni in sua vece, condividendo il rischio imprenditoriale. Insomma il Cloud Broker emergerà come il system integrator di domani e, ancora una volta, il valore della relazione di business che si creerà sarà più importante delle singole linee d’offerta. Anche questo nuovo ruolo è abbondantemente in evoluzione e probabilmente ne vedremo varie coniugazioni già nell’immediato futuro. I principali analisti del mercato globale scommettono sul raddoppio della spesa IT dedicata al Cloud Computing dalle imprese da qui al 2013. Si tratterebbe di una cifra enorme, oltre i 94 miliardi di $, la conseguenza di un profondo cambiamento delle attuali infrastrutture IT e di un ruolo sempre più importante dei provider di servizi Cloud. Nella nostra visione il modello Cloud Computing comporta la soluzione di complessità lungo nuove e fondamentali direttrici. La prima riguarda le infrastrutture IT che continueranno a shiftare verso la Virtualizzazione, rendendo complessa l’orchestrazione di più parti che si muovono ed evolvono. Una seconda ha a che fare con le applicazioni ed i servizi, che evolvono dall’essere monolitici e statici in una versione composita e dinamica. Tutto ciò accresce l’importanza delle performance della rete e richiede l’abbandono dei tradizionali modelli di data center. Di conseguenza la direttrice più importante riguarda il management: i molteplici domini operativi, il loro controllo, gli SLA più complessi e la gestione di risorse e performance richiedono lo sviluppo di nuove competenze e practice manageriali. Lo stesso modello pay-as-you-go richiede forme migliori di gestione finanziaria e l’esplorazione di nuovi metodi per caricare i costi ai clienti per competenza.
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    ESSERE IL CIO DI UNA CLOUD IT Il paradosso del Cloud Computing è che con esso si possono decentralizzare le risorse IT e centralizzarne il controllo, usando le medesime tecnologie. Anche la barriera all’ingresso per nuovi servizi innovativi in azienda non è mai stata così bassa e perfino un semplice programmatore è in grado di creare un servizio o uno strumento di sviluppo a basso costo, riporlo in una Cloud Pubblica e renderlo velocemente disponibile a tutti i colleghi. Le Cloud in questo senso sembrerebbero vulnerabili; in realtà, quando ben gestite, sono anche molto facili per proporre alle organizzazioni nuovi set di applicazioni e processi standard, in fondo occorre solo pagare un canone e chiedere ai dipendenti di farne un uso online. Per queste ragioni il management della Cloud e la relativa cultura divengono il principale fattore critico per il loro successo. La facilità di approvvigionamento di servizi può comportare rischi e, se è vero che si introducono nuove modalità per migliorare i processi e ridurre i costi, occorrerà prevedere dove e come la Cloud abbia senso per la propria organizzazione. Ad esempio migrarvi i sistemi legacy potrebbe voler dire sostenere costi aggiuntivi per il loro ridisegno e adattamento, senza contare il problema critico dei dati. Insomma il Chief Information Officer di una “Cloud IT” è un nuovo ruolo. Per molti dei CIO che aderiscono a CIOnet, il business network europeo di eccellenza, il tema è molto caldo: spesso ha come presupposto quello di gestire la trasformazione dell’IT su scala internazionale e di liberare risorse e competenze per fare le cose giuste. Di solito questa trasformazione ha come punto di partenza la
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    Essere il CIOdi una Cloud IT 17 stabilizzazione dell’IT esistente, poi passa da fasi che implicano la riduzione delle complessità e miglioramenti di efficienza, dall’accountability dei benefici ottenuti fino al reclutamento di nuove squadre di talenti in grado di interfacciare le unità di business e di assicurare la sostenibilità del processo. Il ricorso al Cloud Computing è un supporto in più al processo di trasformazione: si può contare su risorse aggiuntive e riduzione di costi in conto capitale, acquisire immediatamente agilità. In letteratura sono ormai molti gli interventi ed i casi di successo, addirittura qualcuno mostra come sia stato possibile risparmiare il 50% sui budget destinati alle infrastrutture e alle applicazioni “commodity”. Purtroppo quello che molti articoli e white paper non spiegano è come questi risparmi siano realmente avvenuti e a spese di chi. Forse occorrerebbe guardare ai costi reali più accuratamente e semmai sviluppare il business case in termini di una analisi di ROI complessivo, ovvero misurare i vantaggi incrementali e gli investimenti sottostanti a livello complessivo di unità di business e non solo in ambito IT. Infatti molti costi di management, di transizione e di uso delle tecnologie potrebbero essere nascosti o esulare dal controllo dell’IT, così come il vantaggio di un migliore time-to-market di prodotto forse non riveste particolari vantaggi per l’IT. Una difficoltà per il CIO può essere rappresentata dal mondo dell’offerta. Aziende che hanno costruito Cloud massicce stanno già trasformando la natura del sistema competitivo in cui operano e vincendo grazie all’utilizzo del loro Cloud Computing. Non tutte le aziende potranno divenire la prossima Google processando 20 petabyte di dati al giorno grazie al Cloud, certamente vi sono altre importanti opportunità da cogliere, non ultima quella di usare il Cloud per stabilire migliori relazioni con i propri clienti; è della massima importanza per chiunque si occupi di strategie in azienda comprendere a pieno il significato del Cloud Computing nella conquista di vantaggi competitivi e come le attuali infrastrutture IT, se non aggiornate, costituiranno presto uno svantaggio. Vi sono imprese che miglioreranno la loro produttività, altre che miglioreranno il loro sistema decisionale. Il CIO avrà un ruolo chiave in questo gioco, in parte business developer e in parte architetto delle soluzioni e dei servizi IT. Dovrà scegliere e negoziare con i fornitori più appropriati, peraltro in un contesto globale, promuovere la cooperazione ed al tempo stesso la competizione fra di loro, monitorare l’evoluzione delle tecnologie per assicurare che le ambizioni strategiche non si ritorcano come problemi irrisolti, gestendo i potenziali rischi che anche il Cloud Computing comporta. Fra questi primeggia la protezione dei dati e il rispetto delle regole di privacy. I dati potrebbero essere rubati da abili hacker, mescolati a quelli di altri clienti dagli
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    18 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto stessi provider, rilasciati ad altri per sbaglio. Ancor più leggi e regolamenti locali possono incidere sull’adozione di Cloud Computing a livello multinazionale. Pertanto al CIO e alla sua organizzazione sono richieste specifiche conoscenze circa le normative sottostanti e le certificazioni che i loro business partner devono produrre. Al tempo stesso vi potrebbero sussistere problemi di affidabilità, performance e recovery mai sperimentati prima. Insomma la Cloud IT potrebbe incorrere in altre sfide inaspettate: come, ad esempio, reclamare presso un provider l’accesso ai propri dati quando servano ad un servizio fornito da un altro provider? La domanda ha a che fare con il rischio maggiore in cui si può incorrere adottando il Cloud Computing oggi: quello di dover rimanere dipendenti dal provider senza possibilità di cambiare per via dell’accesso ai dati, mancano cioè ancora gli standard che rendono possibile lo switch. Vi si sta lavorando. Ad esempio nel mondo opensource sono almeno due i progetti condotti per ovviare al problema: il primo si chiama Eucalyptus, ha una interfaccia familiare a coloro che hanno esperienze con Elastic Compute Cloud di Amazon, permette di creare una Cloud con risorse proprietarie o di fornitori di Cloud. Il secondo si chiama Hadoop ed imita elementi del mondo Google per gestire grosse quantità di dati. Nel mondo dei provider, Amazon Web Services sembra avere il ranking di uno standard di fatto, anche se l’azienda non sembra particolarmente intenzionata a formalizzarlo come standard.
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    QUALI I PROSSIMIPASSI Il Cloud Computing è un fattore abilitante troppo importante per lasciarlo nelle mani dei tecnologi. Anche se quasi la totalità delle organizzazioni indica il CIO come delegato ad assicurare la transizione dell’IT convenzionale al Cloud Computing, manager in altri ruoli sono altrettanto coinvolti, soprattutto quando si tratti di individuare i vantaggi e minimizzare i rischi. Come già ricordato a monte della decisione, a nostro avviso, occorre svolgere una accurata analisi della remunerazione dell’investimento (ROI). Successivamente può valere la pena di sperimentare il Cloud Computing in un’area che non è ancora mission critical o che non richieda particolari interazioni con le applicazioni mission critical tradizionali. Solo se i risultati confortano l’analisi di ROI sarà opportuno procedere. Molte organizzazioni hanno regole e metodi di condivisione delle decisioni quando queste impattano il business. In ogni caso, anche in questa occasione, sarà opportuno stabilire un chiaro governo dell’intero processo e decidere a priori chi e come coinvolgere all’interno ed all’esterno dell’organizzazione IT, stabilendo anche i livelli decisionali e le responsabilità. E’ importante fare in modo che il Cloud Computing riceva adeguato sostegno nei termini delle valutazioni, della pianificazione e dei follow-up che esso richiede. Un aspetto critico è decidere in base alle esigenze del business: ad esempio, esse possono richiedere una partenza rapida del progetto, rendere verosimile adottare da subito
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    20 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto servizi erogati da Cloud esterne, richiedere che l’intera organizzazione sia sensibilizzata e pronta all’impatto con i nuovi servizi e le nuove modalità di erogazione. Un passo fondamentale è decidere i criteri per cui il progetto potrà essere considerato un successo: occorrerà fare in modo che gli obiettivi quantitativi e qualitativi e le relative deliverable siano assegnati e ben compresi, così come alcuni elementi collaterali quali le competenze da sviluppare, le partnership da stabilire, anziché i rischi da affrontare. Oltre alle risorse finanziarie e tecniche occorrerà assicurare supporto alla condivisione dell’esperienza maturata e mettere a fattor comune le practice via via definite. Probabilmente sarà azzardato stabilire chi saranno i provider che avranno la meglio nel Cloud Computing nei prossimi anni, per cui sarà bene cercare di conoscere meglio coloro che si propongono e comprenderne il potenziale. Ad esempio la loro stabilità finanziaria costituirà un requirement di base, così come la loro capacità di affrontare le problematiche dal punto di vista delle funzionalità e della integrazione con adeguati livelli di servizio. Diventare “Cloud ready” potrà richiedere tempo alla nostra organizzazione, tuttavia la posta in gioco è elevata: si tratta di giocare tra rischi e opportunità, risparmi sul nuovo e rapida obsolescenza della nostra IT tradizionale, ma alla fine i vantaggi sono troppo evidenti per essere ignorati. Sia chi produce software, sia chi fornisce capitale di rischio sono ormai troppo attratti dal Cloud Computing, i cicli di sviluppo e di messa in opera dei servizi si accorciano, i ritorni sono sempre più a breve ed irresistibili. Ciò significa una cosa sola: sempre di più l’IT del prossimo futuro sarà Cloud, interno, esterno o ibrido che sia. Il punto è come e quando puntare ai ritorni economici che il Cloud Computing assicura. Noi suggeriamo da subito.
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    LA SURVEY ITALIANA IN CONFRONTO CON L’EUROPA Un anno dopo la presentazione della prima ricerca sul Cloud Computing in Italia, condotta su 100 Grandi Aziende Italiane, ovvero aziende con un fatturato superiore a 100 Milioni di Euro, e dopo il Cloud Computing Roadshow, che nel primo semestre 2010 ha fatto tappa in Piemonte, Campania, Puglia, Sicilia e Emilia Romagna, nel mese di giugno 2010 Nextvalue ha avviato questa iniziativa di ricerca su ulteriori 100 Grandi Aziende Italiane e, in parallelo, ha lanciato all’interno del network CIOnet, la stessa ricerca su un qualificato Panel europeo di Chief Information Officer di Aziende Top inglesi, francesi, spagnole, olandesi e belghe. Il principale obiettivo che ci siamo posti è di analizzare il trend di sviluppo del Cloud Computing, mettendo a confronto i risultati emersi un anno fa con quelli odierni e di offrire una chiave di lettura del contesto internazionale. Insomma abbiamo un po’ ribaltato lo schema di molte iniziative di ricerca, che prima offrono spaccati globali e, semmai, offrono alcune viste italiane. In particolare in questa sezione tratteremo il confronto 2009-2010 della survey nazionale, con una appendice sugli approfondimenti regionali effettuati negli ultimi mesi in occasione del nostro roadshow sul territorio; la sezione successiva è invece dedicata al confronto con l’Europa. Il grafico che segue (Figura 1) riporta la composizione del Panel per segmento di mercato di appartenenza. La distribuzione coincide con quella del Panel del 2009.
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    22 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 1 Italia - Composizione del Panel per settore produttivo - anno 2009 e 2010 %, Numero totale imprese del Panel = 100 8% PAL 16% UTILITIES 3% TELCO E MEDIA 3% ASSICURAZIONI 32% INDUSTRIA 7% LOGISTICA E TRASPORTI 7% BANCHE E FINANZA 5% SANITÀ 19% COMMERCIO, Fonte: Nextvalue GDO, E RETAIL Come già un anno fa, la prima parte della nostra survey esplora il livello di attrazione che le nuove tecnologie rivestono per i CIO; in particolare, essi ci indicano il livello di strategicità attribuito ai fini di un utilizzo in azienda. Il risultato è descritto dal grafico riportato qui di seguito (Figura 2). Figura 2 Italia - Tecnologie strategiche per i prossimi 12 mesi (risposte multiple) Web 2.0 (business network, social media, etc) 44% Virtualizzazione 42% Cloud Computing 41% Security 29% Content Management 24% UCC (Unified Communications & Collaboration), 20% Tecnologie e Applicazioni Mobile BI (Business Intelligence) e PM (Performance Management) 8% Extended ERP 6% IT Governance 3% Networking, Voice&Data Communication 3% Internet delle cose 2% Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50%
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    La survey 23 Le tecniche e le practice di Virtualizzazione (42% dei rispondenti) come ormai da tre anni si attestano in prima fila. La novità di quest’anno è che la Virtualizzazione non è più al primo posto: l’interesse dichiarato più elevato è per quanto attiene alle tecnologie e practice di Social Networking e Web 2.0 (44%), ovvero per soluzioni e servizi di collaboration e social media in ambito business. Il Cloud Computing conquista la terza posizione (41%). Rispetto alle posizioni di un anno fa esso è maggiormente entrato nelle ‘corde’ dei CIO intervistati, che non lo considerano più come una forma, forse estrema, di Virtualizzazione (38% vs 56% ) ma lo associano sempre più frequentemente alle definizioni correnti, ovvero al connubio tra Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS), e Software as a Service (SaaS), così come è ben rappresentato nella Figura 3, che riporta sempre le situazioni dei due anni a confronto. Figura 3 Italia -Definizione più appropriata di Cloud Computing Virtualizzazione dei server 56% 38% 15% XaaS: IaaS + PaaS + SaaS 35% IaaS: Infrastructure as a Service 12% 9% SaaS: Software as a Service 6% 2% 2009 2010 Virtualizzazione dello storage 6% 10% PaaS: Platform as a Service 5% 3% Virtualizzazione del desktop – 3% Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% Quando si tratta di conoscenze individuali sulle tecnologie e practice di Cloud Computing le cose sembrano essere messe bene. Meno bene invece il reale livello di adozione in azienda. Ai partecipanti del Panel è stato chiesto se nella loro azienda avessero già adottato progetti di Cloud Computing o se ne avessero l’intenzione nei prossimi 12 mesi. La foto di gruppo appare in prima analisi piuttosto deludente, con soltanto un 16% di aziende impegnate o in procinto di sviluppare progetti di Cloud Computing (Figura 4) a fronte di un 34% registrato lo scorso anno.
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    24 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto La ragione per cui ben l’84% delle aziende intervistate non ha intrapreso alcun progetto o ne prevede lo sviluppo nei prossimi 12 mesi è però suggerita dai molti commenti fatti puntualmente alla risposta. Non vi è affatto uno scarso interesse o disattenzione alla tematica, quanto piuttosto mancano i budget ed il periodo continua ad essere molto duro per l’IT di molte aziende. Innumerevoli sono stati infatti i commenti del tipo: “Abbiamo bloccato gli investimenti in nuovi progetti per tutti il prossimi 12 mesi”, “Siamo con l’acqua alla gola, abbiamo rimandato la realizzazione della nuova strategia IT”, ecc.. Nell’attuale fase economica, anche i nostri CIO si trovano quotidianamente ad affrontare problematiche connesse al blocco dei budget, con la necessità di dover spostare in avanti investimenti ritenuti prioritari ed essenziali. Certamente questo non è un periodo particolarmente favorevole per effettuare investimenti in cambiamenti di rotta, soprattutto quando le tecnologie sottostanti siano ritenute non del tutto mature e con payback non a breve. Figura 4 Italia - Cloud Computing in azienda - Adozione attuale e prevista Già Sviluppato 11% 7% Sviluppo in previsione 23% 9% 66% Nessuno sviluppo attuale 84% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% Fonte: Nextvalue 2009 2010 A conferma di ciò, il quadro delle risposte si ribalta quando chiediamo l’opinione che gli intervistati hanno sul potenziale futuro del Cloud Computing (Figura 5). Solo il 18% del Panel crede che il Cloud Computing non abbia possibilità di crescita a livello aziendale, contro un dato che nel 2009 era pari al 53%. Ben un 41% complessivo giudica che il Cloud Computing possa avere un sviluppo diffuso in
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    La survey 25 azienda (a fronte di un 12% rilevato a giugno 2009); in particolare, il 14% ritiene che possa essere adottato in maniera estesa in azienda, ovvero che l’adozione possa riguardare diffusamente le infrastrutture e le applicazioni, anche quelle core. A questi si aggiunge un ulteriore 27% di CIO che ritiene che il Cloud Computing possa essere adottato diffusamente in termini di SaaS. Come è ovvio l’ambito applicativo è ritenuto essere quello che darà le maggiori soddisfazioni ai vendor nell’arco dei prossimi 12 mesi; infatti un ulteriore 31% di intervistati ritiene che il Cloud Computing possa avere ampi sbocchi nell’ambito della gestione delle applicazioni aziendali e in alcune specifiche aree applicative, a fronte di un 10% che ritiene invece che coinvolgerà soprattutto gli ambiti infrastrutturali. Figura 5 Italia - Evoluzione del Cloud Computing nelle aziende Italiane Avrà uno sviluppo esteso 6% in azienda 14% 2009 2010 Avrà uno sviluppo diffuso per la 6% gestione delle applicazioni aziendali 27% Avrà uno sviluppo per la 15% componente infrastrutturale 10% Avrà uno sviluppo per la gestione 20% delle applicazioni aziendali limitato 31% ad alcune aree applicative Non avrà una particolare diffusione 53% 18% Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% Anche quest’anno, a coloro che hanno dichiarato di aver adottato soluzioni o di avere in previsione investimenti in ambito Cloud Computing nell’arco dei prossimi 12 mesi, è stato chiesto di specificare gli elementi che saranno oggetto di investimento, indicando anche, con un valore compreso tra 1 e 5, il livello di priorità di tali investimenti rispetto ad altri in corso di attuazione e previsti. Qui di seguito è fornita la legenda di base per interpretare i singoli livelli di priorità attribuiti agli investimenti previsti e/o in essere:
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    26 Cloud Computing nelle imprese italiane: scenario, trend, opportunità 1 = Bassa priorità, ‘nice to have’ 2= Bassa priorità, eventualmente da fare con extra-budget 3= Media importanza, da mettere a budget 4= Medio-alta importanza, sicuramente da mettere a budget 5= Prioritario e con budget certo. Dall’incrocio del dato di intenzione (% dei rispondenti) con le priorità di investimento (valore medio), è possibile ricavare una matrice di attrattività dell’investimento (Figura 6), ovvero una mappa precisa che riassume le indicazioni del Panel circa una particolare linea d’offerta. Normalmente qualsiasi investimento in nuove tecnologie appare in quadrante, che definiamo di Enigma, perché pochi early adopter e spesso con priorità di investimento non elevata, dichiarano le loro intenzioni positive. Negli enigma vengono catturati i fenomeni al loro inizio e non è dato sapere il loro percorso successivo. Molto spesso l’investimento diviene di Nicchia, ovvero riguarda ancora poche aziende ma che investono con alta priorità; chi investe in questa fase investe anche molto. Da qui il fenomeno può poi ricadere negli Enigma ed uscire dal mercato oppure spostarsi verso l’Alto Potenziale e la Diffusione, nei quadranti dove le tecnologie riscuotono un interesse trasversale da parte di molti e con priorità più o meno elevata rispetto ad altre. Figura 6 Italia - Cloud Computing: Matrice di Attrattività, Anno 2010 5 NICCHIA ALTO POTENZIALE Virtualizzazione del desktop 4 Virtualizzazione dello storage SaaS: Software as a Service Virtualizzazione dei server 3 Priorità Media IaaS: Infrastructure as a Service XaaS: IaaS + Paas + SaaS 2 1 ENIGMA DIFFUSIONE 5% 10% 15% 20% Intenzione Media Fonte: Nextvalue
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    La survey 27 Possiamo osservare gli investimenti in iniziative di Cloud Computing vere e proprie, ovvero quelle che combinano gli elementi IaaS, PaaS e SaaS, ancora nel quadrante Enigma, insieme a IaaS. SaaS è già nell’area di Nicchia, mentre Virtualizzazione del Desktop e dello Storage entrano in Alto Potenziale. La Virtualizzazione dei server è già nel quadrante Diffusione. Gli investimenti in puro PaaS sembrano essere non previsti dal nostro Panel. Rispetto ad un anno fa, abbiamo cercato di essere più puntuali nell’approfondire i differenti aspetti del Cloud Computing che i CIO del Panel traguardano. Così, con riferimento al SaaS (Figura 7), le aree applicative che i membri del nostro Panel vorrebbero portare in Cloud Computing sono, innanzitutto, la Business Intelligence (54%), il Business Process Management (36%), lo Unified Communications & Collaboration e le Tecnologie e Applicazioni Mobile (22%). Stupisce un po’ rilevare in fondo aree come lo Human Capital Management (6%), la gestione dell’Email (6%) ed il GIS (3%). Figura 7 Italia - SaaS in azienda: applicazioni target (risposte multiple), Anno 2010 BI - Business Intelligence 54% BPM - Business Process Management 36% UCC - Unified Communications & Collaboration, 22% Tecnologie e Applicazioni Mobile ERP - Enterprise Resource Planning 17% CRM - Customer Relationship Management 17% Enterprise Performance Management 14% ECM - Enterprise Content Management 11% Calendar Word process, Spreadsheet, 11% 2010 DB, Presentation M2M - Machine 2 Machine 8% SPM - Supply Chain Management 7% HCM - Human Capital Management 6% Email 6% GIS - Geographical Information System 3% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% Fonte: Nextvalue
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    28 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Quanto invece al PaaS (Figura 8), in prospettiva i CIO del Panel lo preferiscono come un ambiente in cui riversare le applicazioni operative (64%), piuttosto che per lo sviluppo (6%). Figura 8 Italia - PaaS in Azienda: ambienti target, Anno 2010 2% Non sa/non risponde 6% Nessuno 22% Ambiente operativo e di sviluppo 6% Ambiente di sviluppo 64% Ambiente operativo Fonte: Nextvalue Infine, quanto al modello di Cloud che può rispondere meglio e da subito ai bisogni dell’azienda (Figura 9), ben il 72% del Panel opziona la Cloud Privata (interna), mentre solo il 5% si affiderebbe da subito alla Cloud Pubblica. Il 13% prevede già come migliore una soluzione Cloud Ibrida. Figura 9 Italia - Modelli di Cloud Computing in target, Anno 2010 7% Non sa/non risponde 3% Nessuno 13% Cloud Ibrida 5% Cloud Pubblica 72% Cloud Privata Fonte: Nextvalue
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    La survey 29 La survey prosegue con l’approfondimento delle ragioni connesse all’attuale livello di confidenza nel Cloud Computing. Come emerge dalla Figura 10, il 33% dei CIO ritiene che il Cloud Computing sia una tecnologia già sufficientemente matura (nel 2009 erano il 28%), a fronte di un 16% circa che ritiene l’esatto contrario (erano il 38% nel 2009). Nel mezzo coloro che forse non hanno ancora idee così chiare. I dati si prestano ad una interpretazione positiva sulla rapida percezione degli aspetti positivi del Cloud Computing e sulla sua possibile affermazione su scala più ampia. Figura 10 Italia - Maturità del Cloud Computing Si 28% 33% 38% NO 16% 34% Non sa/non risponde 51% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% Fonte: Nextvalue 2009 2010 In tema di sponsorship interna del progetto di Cloud Computing poco o nulla è cambiato nella percezione dei CIO rispetto ad un anno fa. A torto o a ragione il Cloud Computing è largamente connotato come IT evoluto e, pertanto, l’ownership rimane nell’ambito dei Responsabili IT (Figura 11). Del resto non potrebbe essere diversamente, se si pensa al Cloud Computing come declinazione di un modello di erogazione dell’IT aziendale e come un servizio, la cui vera valenza strategica è nella scelta esterna di servizi di infrastruttura ed applicativi, supportata da costi variabili. Vi è però un significativo 11% degli intervistati che colloca lo sponsor all’interno della Direzione di Business Unit e un altro 7% all’interno della Direzione Generale, intendendo forse sottolineare come la decisione circa un così marcato cambiamento di rotta e di modello dell’IT debba essere largamente condiviso e venire a far parte dell’intera cultura aziendale.
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    30 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 11 Italia - Sponsor del progetto di Cloud Computing CIO/Direttore Sistemi 73% Informativi 77% Presidente/Direttore 10% Generale 7% 7% 2009 Manager di Unità di Business o Funzione 11% 2010 Amministrazione 5% e Finanza 5% Responsabile Acquisti 2% – Altro 3% – Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Come è prassi nell’ambito delle nostre ricerche, a questo punto, è d’obbligo la domanda chiave sugli specifici benefici attesi e sugli ostacoli percepiti all’adozione. Ancora una volta la maggior parte dei CIO del Panel (57%), ritiene che la riduzione dei costi sia il principale elemento propulsivo all’adozione del Cloud Computing in ambito aziendale (Figura 12), seguono la scalabilità della domanda (22%) e la frequenza di aggiornamento del software (14%). Figura 12 Italia - Principali ragioni all’adozione di Cloud Computing nei prossimi 12 mesi (risposte multiple) Riduzione dei costi 68% dell’infrastruttura hardware 57% Scalabilità della domanda 13% 22% Riduzione del personale IT e dei 7% costi amministrativi 8% Eliminazione di problematiche – non inerenti al business 3% Sfruttamento delle capacità 5% di calcolo (Datacenter) 6% 2009 Frequenza di aggiornamento 4% del software 14% 2010 Accesso a competenze/skill 2% che l’azienda non ha intenzione 6% di sviluppare in casa Sfruttamento delle capacità 1% 1% di storage Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
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    La survey 31 Quanto ai vantaggi attesi direttamente dall’adozione di soluzioni di Cloud Computing, una più precisa valutazione del ROI è il principale vantaggio sottolineato da ben il 52% dei rispondenti (erano solo il 9% nel 2009), a cui segue la riduzione e la variabilizzazione dei costi correlati al software, alle infrastrutture e al personale (42%, a fronte di un dato 2009 pari all’80%), come mostrato dalla Figura 13. Gli altri vantaggi individuati sono connessi ad una maggiore elasticità operativa, citata dal 33% del Panel (50% nel 2009), alla automazione degli aggiornamenti (18%), alla sicurezza del servizio in termini di integrità e salvaguardia del dato (11%). Figura 13 Italia - Principali vantaggi dall’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple) Riduzione e variabilizzazione dei costi correlati al software, alle 80% infrastrutture e al personale 42% Maggiore elasticità nella 50% gestione operativa 33% 16% Aggiornamenti continui 18% 2009 2010 Sicurezza del servizio (continuità e 13% salvaguardia dei dati) 11% Integrazione e personalizzazione 11% 3% Una più precisa valutazione 9% del ROI 52% 5% Chiarezza dei termini contrattuali 3% Competenze dei fornitori 4% 7% Altro 2% – Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% Altrettanto interessante la menzione degli impedimenti percepiti, riportati nella Figura 14. Al primo posto viene citato il non apprezzamento per l’iniziativa per mancanza di cultura aziendale, che include anche l’incapacità, tuttora ammessa, a negoziare i nuovi servizi (66%). Al secondo posto troviamo invece gli ostacoli di natura
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    32 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 14 Italia - Principali ostacoli all’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple) MANAGERIALI – 60% Mancanza di cultura aziendale 66% OPERAZIONALI – Mancanza di competenze, tecnologie immature, difficoltà 35% 2009 di integrazione dei servizi applicativi 26% 2010 FINANZIARI – Incertezza 31% nella determinazione del ROI, 29% Mancanza di Budget TECNICI – Sicurezza e Privacy 22% 5% Non interesse verso la tematica 9% 7% Altro 3% – Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% finanziaria, correlati all’incertezza nella determinazione del ROI e soprattutto alla mancanza di budget precisi, indicati come barriera all’implementazione da parte del 29% degli intervistati. Al di là dell’adozione, evidentemente frenata dal rigido contingentamento dei budget, le risposte date dal nostro Panel dimostrano un trend del Cloud Computing in confortante sviluppo. Pur con le dovute cautele vi è una crescente consapevolezza dei benefici possibili, soprattutto sul fatto che è plausibile una strategia di Cloud Computing in azienda, la cui implementazione consenta un reale ROI. La percezione diffusa è che le imprese e le organizzazioni paghino ancora decisamente troppo le tradizionali tecnologie, secondo modelli ormai obsoleti. L’estrema personalizzazione delle soluzioni porta a una sovradimensionamento delle infrastrutture e degli applicativi, con conseguente sottoutilizzo medio delle stesse. Il Cloud Computing induce all’idea di rapida implementazione, di funzionalità standard, di reale utilizzo e costo dei servizi proporzionale al numero di utenti ed alla durata dell’erogazione. I CIO intervistati mostrano di aver individuato correttamente questi vantaggi e li citano senz’altro tra i più ricorrenti nei loro commenti, là dove mettono in risalto l’aspetto positivo della disponibilità delle risorse, del pay-for-use, del minore investimento iniziale e della riclassificazione dei costi nei budget operativi.
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    La survey 33 Là dove si chiede loro una percezione “esterna” del modello Cloud appaiono già molto informati e in gran parte convinti. Passare alla realizzazione del Cloud in azienda è un’altra cosa: va ancora calibrata una strategia convincente e proponibile al board secondo criteri di remunerazione dell’investimento, va soprattutto superata l’attuale situazione di drammatico stallo nei budget dell’IT che non rende verosimile alcuna transizione verso nuovi stadi evolutivi di un certo peso. Le sperimentazioni si fanno comunque più frequenti e consentono di accumulare esperienza. Anche l’offerta dei maggiori operatori è più definita e concreta. Non appena i budget lo consentiranno anche l’IT italiana sarà sempre più una Utility.
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    CLOUD COMPUTING NELLE REGIONI ITALIANE APPENDICE Da gennaio a giugno di quest’anno abbiamo percorso un nostro Giro d’Italia e incontrato Panel di CIO di aziende locali sul tema Cloud Computing. La presentazione dei riscontri ottenuti ci hanno fornito l’occasione per un roadshow che, partito da Torino, è proseguito per Napoli, Bari e Catania, fermandosi infine a Rimini. Il ritorno a Milano con il ForumValueIT® del primo luglio conclude un programma molto accurato di ricerca, che ci ha permesso di ottenere viste locali, nazionali ed europee sul tema più cool del momento, riportando la vista e l’esperienza dei molti CIO incontrati. Per ragioni di spazio ci limitiamo in questa appendice a riportare le chart più salienti delle viste locali. Figura 15 - Maturità del Cloud Computing Piemonte 28% 44% 28% Campania 23% 31% 46% Puglia 27% 23% 50% Sicilia 28% 28% 44% Emilia Romagna 24% 40% 36% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Si No Non sa/non risponde Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    Appendice: Cloud Computingnelle regioni Italiane 35 Figura 16 - Tecnologie Strategiche nei prossimi 12 mesi (risposte multiple) 64% 54% Virtualizzazione 48% 88% 60% 48% 12% BPM e Architetture 16% Web Oriented 24% 28% 28% 23% Piemonte BI (Business Intelligence) 36% Gennaio 2010 e PM (Performance 12% Management) Campania 12% Febbraio 2010 4% Puglia Marzo 2010 – Web 2.0 (business network, 4% social media, etc) 8% Sicilia 16% Maggio 2010 Emilia Romagna – UCC (Unified Communications Giugno 2010 4% & Collaboration), Tecnologie e 20% Applicazioni Mobile 4% – 20% 8% Cloud Computing 16% 16% 12% 12% 8% SaaS 16% 16% 12% 4% – – – – Green IT 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    36 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 17 - Definizione più appropriata di Cloud Computing 28% Piemonte 23% Gennaio 2010 Virtualizzazione dei server 26% 20% Campania 28% Febbraio 2010 Puglia 52% Marzo 2010 8% XaaS:IaaS+PaaS+SaaS 38% Sicilia 44% Maggio 2010 40% Emilia Romagna 4% Giugno 2010 23% IaaS: 8% Infrastructure as a Service 20% 4% 8% 8% Virtualizzazione dello storage 8% 4% 8% 4% 12% SaaS: 4% Software as a Service 8% 4% – 8% PaaS: Platform as a Service 4% – 4% 4% 4% Virtualizzazione della memoria – – – – 14% Non sa/non risponde 12% 4% 12% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    Appendice: Cloud Computingnelle regioni Italiane 37 Figura 18 - Cloud Computing in azienda - Adozione attuale e prevista Piemonte 12% 20% 68% Campania 8% 4% 88% Puglia 30% 8% 62% Sicilia 36% 24% 40% Emilia Romagna 60% 8% 32% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Già sviluppato Sviluppo in previsione Nessuno sviluppo attuale Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    38 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 19 - Evoluzione del Cloud Computing nelle aziende Italiane 4% 15% Piemonte Avrà uno sviluppo 7% Gennaio 2010 esteso in azienda 20% Campania 16% Febbraio 2010 8% Puglia Avrà uno sviluppo diffuso 8% Marzo 2010 per la gestione delle 12% applicazioni aziendali Sicilia – 12% Maggio 2010 Emilia Romagna 28% Giugno 2010 15% Avrà uno sviluppo per la 12% componente infrastrutturale 24% 12% 40% Avrà uno sviluppo per 39% la gestione delle applicazioni 57% aziendali limitato ad alcune 36% aree applicative 24% 20% 23% Non avrà particolare diffusione 12% 20% 36% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    Appendice: Cloud Computingnelle regioni Italiane 39 Figura 20 - Vantaggi attesi dall’implementazione del Cloud Computing (risposte multiple) 56% Riduzione e variabilizzazione dei 56% costi correlati al software, alle 69% infrastrutture e al personale 77% 69% 32% 44% Maggiore elasticità nella 62% gestione operativa 35% 42% 12% Piemonte 8% Aggiornamenti continui Gennaio 2010 8% 15% Campania – Febbraio 2010 8% Puglia 12% Marzo 2010 Sicurezza del servizio 8% 50% Sicilia (continuità e salvaguardia dati) 42% Maggio 2010 Emilia Romagna 20% Giugno 2010 8% Integrazione e – – – personalizzazione – 4% Una più precisa valutazione 4% del ROI 4% 8% – – – – – Chiarezza dei termini contrattuali 4% 4% 15% Competenze dei fornitori 8% 4% 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    40 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 21 - Principali ragioni all’adozione di Cloud Computing nei prossimi 12 mesi (risposte multiple) 40% 68% Riduzione dei costi 50% dell’infrastruttura hardware 55% 47% 15% 8% Scalabilità della domanda 14% – 20% 13% 16% Piemonte Riduzione del personale IT e Gennaio 2010 4% dei costi amministrativi 9% Campania 4% Febbraio 2010 10% Puglia 8% Marzo 2010 12% Sfruttamento della capacità di 12% Sicilia calcolo (Datacenter) 16% Maggio 2010 Emilia Romagna 2% Giugno 2010 16% Frequenza di aggiornamento 8% del software 15% 9% 13% Accesso a competenze/Skill 4% che l’azienda non ha intenzione 4% di sviluppare in casa 9% 4% 6% 8% Sfruttamento della capacità di storage 8% – – 2% 4% Non sa/non risponde – – 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% ® Fonte Nextvalue : Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    Appendice: Cloud Computingnelle regioni Italiane 41 Figura 22 - Principali ostacoli all’implementazione del Cloud Computing (risposte multiple) 56% Piemonte 44% MANAGERIALI: mancanza Gennaio 2010 46% di cultura aziendale, scarsa 42% capacità negoziale Campania 46% Febbraio 2010 60% Puglia OPERAZIONALI: mancanza di 28% Marzo 2010 competenze, tecnologie immature, 31% difficoltà di integrazione Sicilia 38% Maggio 2010 dei servizi applicativi 38% Emilia Romagna 32% Giugno 2010 FINANZIARI: incertezza 44% nella determinazione del ROI, 31% mancanza di budget 19% 15% 32% 12% TECNICI: sicurezza e privacy 27% 19% 19% 4% 4% Non interesse verso la tematica – – – 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Fonte Nextvalue®: Cloud Computing nelle Regioni Italiane
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    IL CONFRONTO CONL’EUROPA La survey europea, somministrata come survey online, ha visto la partecipazione spontanea di oltre 200 CIO aderenti a CIOnet, nelle diverse nazioni in cui questo Business Network è attivo, ad esclusione ovviamente dell’Italia, già oggetto di specifica ricerca. CIOnet è il primo social network internazionale interamente dedicato ai CIO e Responsabili dei Sistemi informativi di aziende Top (www.cionet.com). Il network raccoglie oltre 1450 aderenti e si propone come luogo di incontro e scambio, dentro e fuori dal web, tra culture diverse e problematiche simili, in un’ottica di reciproco arricchimento. CIOnet è anche un “club esclusivo”, dove l’ingresso avviene solo su invito e con criteri di ammissione rigorosi, allo scopo di mantenere la community a livelli di eccellenza. Per congruenza con le attività del Panel italiano la survey online europea ha riproposto le principali domande nello stesso formato. I CIO del Panel europeo che hanno risposto si suddividono per nazione come in Figura 23.
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    Il confronto conl’Europa 43 Figura 23 Europa - Composizione del Panel per Nazione di appartenenza 13% UK 32% Belgio 32% Spagna 11% Francia Fonte: Nextvalue 12% Olanda Alla domanda sulle tecnologie che vengono ritenute strategiche nei prossimi 12 mesi, le risposte date dai CIO europei antepongono il Performance Management e la Business Intelligence (68% dei casi), seguiti dallo Unified Communications & Collaboration e dalle Tecnologie e Applicazioni Mobile (51%) . Anche in questo caso il Cloud Computing segue al terzo posto, con il 38% dei consensi, mentre la Virtualizzazione con il 30% sembra cosa già largamente acquisita. Social Networking e Web 2.0 vengono dopo con il 29% (Figura 24). Emerge un quadro complessivo che mostra un livello di interesse e di attenzione mediamente più alto e più “intenso” per le tecnologie più innovative, rispetto a quanto espresso dai colleghi italiani (vedi Figura 2). Figura 24 Europa - Tecnologie strategiche per i prossimi 12 mesi (risposte multiple) BI (Business Intelligence) e PM (Performance Management) 68% UCC (Unified Communications & Collaboration), 51% Tecnologie e Applicazioni Mobile Cloud Computing 38% Virtualizzazione 30% Web 2.0 (business network, social media, etc) 29% IT Governance 26% Content Management 22% Extended ERP 19% Security 19% Networking, Voice&Data Communication 12% Internet delle cose 11% Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%
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    44 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Il fatto che i CIO che hanno risposto in modo spontaneo alla survey proposta online e siano parte di un Network esclusivo e di altissimo profilo, fa di loro un cluster di early adopter molto interessante; non è un caso che fra di essi è anche ben chiaro come Cloud Computing è sinonimo di integrazione fra servizi IaaS, PaaS e SaaS (82%). Peraltro tutti quanti distinguono molto nettamente il Cloud Computing dall’attività di Virtualizzazione, anche se vi sono evidenti connessioni. Figura 25 Europa - Definizione più appropriata di Cloud Computing Virtualizzazione dei server – XaaS: IaaS + PaaS + SaaS 82% IaaS: Infrastructure as a Service 1% SaaS: Software as a Service 12% Virtualizzazione dello storage – PaaS: Platform as a Service 5% Virtualizzazione del desktop – Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Sull’argomento programmi di investimento ben il 61% dei CIO del Panel europeo è già impegnato o in procinto di sviluppare progetti di Cloud Computing. Il fatto sottolinea la caratteristica di early adopter di coloro che rispondono. A quell’importante 32% che dichiara di avere intenzione di adottare soluzioni di Cloud Computing, è stato chiesto di circostanziare ulteriormente la risposta; così la maggior parte di essi (54%) è tuttora impegnata sul fronte della definizione della strategia complessiva più appropriata, seguiti da coloro che stanno realizzando sviluppi parziali o prototipali (25%) e da coloro che hanno già pianificato la realizzazione di un progetto con tanto di allocazione di budget (21%), un numero molto significativo (Figura 26).
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    Il confronto conl’Europa 45 Figura 26 Europa - Cloud Computing in azienda - Adozione attuale e prevista 25% Sviluppo parziale ed utilizzo prototipale 21% Pianificata la realizzazione di un progetto – 32% Sviluppo budget allocato in previsione 54% Strategia in corso 39% Nessuno di definizione sviluppo attuale 29% Già sviluppato Fonte: Nextvalue Vale la pena di ricordare che i CIO italiani che hanno dichiarato progetti già attivi erano solo il 7% e coloro che li hanno in programma nei prossimi 12 mesi, il 9% (vedi Figura 4). Come per la survey nazionale, anche in questo caso abbiamo approfondito le intenzioni e priorità di investimento nell’arco dei prossimi 12 mesi, con le stesse regole esposte in precedenza. I risultati ottenuti sono mostrati nella matrice di attrattività di Figura 27 e sono molto avanti rispetto al quadro nazionale. Come si evince tutte le aree di investimento in Cloud Computing sono molto spostate verso e nel quadrante di Diffusione (47% medio di adozione) e, ciò che ancor più colpisce, a fronte di una intenzione media che supera il 3,2. Si ricorderà che il Panel italiano indicava questi investimenti tuttora in Enigma (vedi Figura 6). Anche passando in rassegna le aree applicative target per diventare SaaS le differenze con le risposte italiane sono alquanto differenti. Per esempio la Gestione dell’Email si colloca come area applicativa target principale (74%), seguite dalle classiche applicazioni di produttività personale, tipo Calendar, Word processor, Spreadsheet, ecc. (51%), dalle Tecnologie di Unified Communications & Collaboration e dalle Applicazioni Mobile (49%) e dal CRM (49%), (Figura 28).
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    46 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 27 Europa - Cloud Computing: Matrice di Attrattività, Anno 2010 5 NICCHIA ALTO POTENZIALE Virtualizzazione dei server Virtualizzazione dello storage 4 SaaS: Software as a Service Virtualizzazione del desktop 3 XaaS: IaaS + Paas + SaaS Priorità Media IaaS: Infrastructure as a Service PaaS: Platform as a Service 2 1 ENIGMA DIFFUSIONE 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Fonte: Nextvalue Intenzione Media Il quadro europeo è molto più congruente con una intenzione di liberare risorse attraverso il Cloud Computing traghettandovi le applicazioni più di tipo commodity o di nuova realizzazione. Figura 28 Europa - Quale SaaS in Cloud Comuting (risposte multiple) Email 74% Calendar, Word process, Spreadsheet, 51% DB, Presentation UCC e Tecnologie e Applicazioni Mobile 49% Customer Relationship Management 49% Enterprise Resource Planning 40% Geographical Information System 34% Business Intelligence 34% Human Capital Management 20% Entrprise Content Management 14% Supply Chain Management 11% Enterprise Performance Management 11% Business Process Management 11% Machine 2 Machine – Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
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    Il confronto conl’Europa 47 Inoltre la motivazione predominante (40%) di scegliere il Cloud, sia per ambienti di sviluppo sia per applicazioni già operative, è ambivalente, in un mix che predispone per uno stadio avanzato di adozione (Figura 29). Figura 29 Europa - PaaS in Azienda: ambienti target, Anno 2010 13% Ambiente operativo 26% Ambiente di sviluppo DA FARE 13% Non sa/non risponde 8% Nessuno 40% Ambiente operativo e di sviluppo Fonte: Nextvalue Infine per quanto attiene al modello di Cloud ritenuto più idoneo per rispondere in modo affidabile alle esigenze del business, ben il 61% del Panel europeo opta per la Cloud Ibrida, il 24% solo per la Cloud Privata (Interna) e, comunque, un significativo 13% privilegia il modello di Cloud Pubblica (Figura 30). Figura 30 Europa - Modelli di Cloud Computing in target, Anno 2010 2% Non sa/non risponde DA FARE 24% Cloud Privata 61% Cloud Ibrida 13% Cloud Pubblica Fonte: Nextvalue
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    48 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Ma, quali sono le prospettive di sviluppo del Cloud Computing nelle aziende in Europa? Il Panel europeo è molto confidente nella “presa” del Cloud Computing in ambiente business: solo un 5% del Panel europeo ritiene che il Cloud non avrà particolare diffusione. La percentuale più significativa del restante 95% ritiene che esso avrà uno sviluppo prevalentemente correlato a progetti di tipo infrastrutturale (38%). Sono invece il 25% coloro che ritengono che il Cloud Computing sarà circoscritto a progetti applicativi relativi solo ad alcune aree, il 19% che, al contrario, ritengono che i servizi applicativi in Cloud avranno uno sviluppo molto più ampio, sostituendo man mano la maggior parte degli applicativi tradizionali. Ben il 13% ritiene che lo sviluppo del Cloud Computing sarà più ampio e generalizzato e contemplerà contestualmente sia l’ambito applicativo sia quello infrastrutturale. Figura 31 Europa - Evoluzione del Cloud Computing nelle aziende in Europa Avrà uno sviluppo esteso 13% in azienda Avrà uno sviluppo diffuso per la gestione delle applicazioni aziendali 19% Avrà uno sviluppo per la 38% componente infrastrutturale Avrà uno sviluppo per la gestione delle applicazioni aziendali limitato 25% ad alcune aree applicative Non avrà una particolare diffusione 5% Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% Nonostante la grande fiducia riposta nel Cloud Computing, ben il 62% del Panel Europeo comunque ritiene che l’offerta attualmente disponibile sul mercato non sia ancora sufficientemente matura, come mostra la Figura 32. Possiamo constatare come il dato di chi crede già in una offerta affidabile non sia dissimile da quello italiano (vedi Figura 10). Viceversa se il Panel Italiano
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    Il confronto conl’Europa 49 mostra una percentuale molto elevata di indecisi (ben il 51% dichiara di non poter giudicare), in Europa quantomeno gli schierati sono molti di più, a testimonianza che già si sono fatte ricerche sull’argomento e proof of concept. Figura 32 Europa - Maturità del Cloud Computing 13% Non sa / non risponde 25% Sì 62% No Fonte: Nextvalue Anche per il Panel europeo il più appropriato sponsor del progetto è il CIO (75%), anche se appare una percentuale maggiore di risposte che fanno riferimento al coinvolgimento di CEO e Direttori Generali. Figura 33 Europa - Sponsor del progetto di Cloud Computing CIO/Direttore Sistemi Informativi 75% Presidente/Direttore Generale 14% Manager di Unità di Business o Funzione 3% Amministrazione e Finanza 2% Responsabile Acquisti – Altro 6% Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80%
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    50 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Se prendiamo in considerazione le principali ragioni all’adozione di Cloud Computing (Figura 34), i CIO europei mettono di gran lunga al primo posto l’agilità dell’IT, ovvero la possibilità di ottenere risorse in modo scalare (73%), mentre gli omologhi italiani che sposano questa ragione raggiungono solo il 22% (vedi Figura 12). Per i nostri CIO nazionali è la riduzione dei costi dell’infrastruttura hardware il fattore più importante, mentre qui si colloca al secondo posto con il 62%. Molto importanti anche altri fattori, come la riduzione del costo del personale IT e dei costi amministrativi (44%). In ogni caso, la posizione dei CIO europei è molto più circostanziata e variegata, un segnale anche qui di maggior maturità e considerazione dell’argomento. Figura 34 Europa - Principali ragioni all’adozione di Cloud Computing nei prossimi 12 mesi (risposte multiple) Riduzione dei costi 62% dell’infrastruttura hardware Scalabilità della domanda 73% Riduzione del personale IT e dei costi amministrativi 44% Eliminazione di problematiche 35% non inerenti al business Sfruttamento delle capacità 16% di calcolo (Datacenter) Frequenza di aggiornamento del software 11% Accesso a competenze/skill che l’azienda non ha intenzione 25% di sviluppare in casa Sfruttamento delle capacità di storage 6% Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Passando a scorrere rapidamente gli altri punti, tra i principali vantaggi attesi dal Panel europeo vi è la possibilità di avvalersi di una gestione operativa più flessibile (81%) e, in seconda battuta, di una riduzione e variabilizzazione dei costi (71%). Seguono, ma con più ampio margine di scarto, le competenze riconosciute del fornitore (22%) e una più precisa valutazione del ROI di
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    Il confronto conl’Europa 51 progetto (19%), (Figura 35). Anche in questo caso le risposte multiple sono più numerose che nel Panel italiano (vedi Figura 13) e si distribuiscono più equamente sui vari vantaggi suggeriti. Figura 35 Europa - Principali vantaggi dall’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple) Riduzione e variabilizzazione dei costi correlati al software, alle 71% infrastrutture e al personale Maggiore elasticità nella gestione operativa 81% Aggiornamenti continui 12% Sicurezza del servizio (continuità e 17% salvaguardia dei dati) Integrazione e personalizzazione 12% Una più precisa valutazione del ROI 19% Chiarezza dei termini contrattuali 7% Competenze dei fornitori 22% Altro – Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% L’elemento di criticità maggiormente citato dal Panel europeo come ostacolo all’implementazione di soluzioni Cloud Computing è la riconosciuta mancanza di competenze e l’immaturità delle tecnologie (56%), e la perplessità circa i temi della sicurezza e della privacy (53%), (Figura 36). Ricordiamo che il Panel dei CIO italiani metteva invece al primo posto la mancanza di cultura aziendale e la propria carenza di capacità di negoziazione (vedi Figura 14). Anche in questo caso vi è il dubbio di una materia ancora non ben compresa fino in fondo e sviscerata da parte dei nostri CIO.
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    52 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Figura 36 Europa - Principali ostacoli all’implementazione di Cloud Computing (risposte multiple) MANAGERIALI – 34% Mancanza di cultura aziendale OPERAZIONALI – Mancanza di competenze, tecnologie immature, difficoltà 56% di integrazione dei servizi applicativi FINANZIARI – Incertezza nella determinazione del ROI, 27% Mancanza di Budget TECNICI – Sicurezza e Privacy 53% Non interesse verso la tematica 14% Altro – Fonte: Nextvalue 0 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Volendo tirare una conclusione seppur sommaria tra la situazione risultante dal Panel Europeo e quella del Panel Italiano verrebbe da dire che in Europa l’approfondimento e la sperimentazione in fatto di Cloud Computing siano senz’altro più avanzati. Ad onor del vero occorre tener conto che le risposte europee provengono da un Panel non definito a priori e da parte di CIO che, senza essere particolarmente sollecitati, hanno spontaneamente sentito il bisogno di rispondere alla survey, interessati soprattutto a ottenere un raffronto con i loro pari (i risultati sono condivisi con i partecipanti al Panel proprio per questo importante motivo). Nel caso europeo è probabile che questi CIO abbiano già maturato, in generale, una più ampia esperienza in fatto di Cloud Computing nelle rispettive organizzazioni rispetto ai loro omologhi italiani che, in questo frangente, rappresentano un Panel sicuramente più vicino alla situazione reale del mercato. Ciò nonostante, è sorprendente lo scenario molto più maturo ed omogeneo che è delineato dai CIO più avanzati dell’Europa. Lo potremmo prendere come archetipo della nostra situazione di mercato futura, quando anche i CIO
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    Il confronto conl’Europa 53 italiani usciranno dalla morsa dei budget risicati e dalle forme di costrizione attuale. La domanda più ovvia è: quanto futura è questa fotografia del Cloud Computing? La risposta è ovviamente dettata dal mercato e dai player che vi si confrontano. La nostra sensazione è che sia solo una questione di mesi.
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    LE SETTE RISPOSTE DEGLI OPERATORI IT Sette domande agli Operatori leader del Cloud Computing, nostri partner in questa iniziativa. Sette autorevoli risposte che completano il quadro di riferimento dal lato dell’offerta di Cloud Computing, ne tracciano le possibili roadmap e riportano le esperienze già significative in un mercato come il nostro, dove moltissimo rimane da fare anche in termini di evangelizzazione. Ai manager del sistema d’offerta abbiamo anzitutto chiesto una loro opinione su come si è sviluppato e viene adottato pur in tempi di particolare difficoltà per il business della maggioranza delle imprese. E’ confortante apprendere in molti dei casi riportati come esempio, anche di attività in corso d’opera. L’IT delle imprese sta andando oltre le difficoltà imposte dall’esiguità dei budget o del taglio dei costi, in una prospettiva di reale trasformazione. Nelle pagine che seguono sono condensate esperienze ed opinioni autorevoli, dirette e puntuali; come è opportuno, vengono espressi anche punti di vista diversi, ma tutti convergono nel definire il Cloud Computing una formidabile opportunità per imprese e sistema Paese. Se il buongiorno si vede dal mattino, siamo confidenti che sarà così. In ordine alfabetico gli Operatori IT
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    56 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Intervento di Giacomo Caglioni, Major Account Executive, Akamai Technologies Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 mesi? 1Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa strut- tura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud Com- puting da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio… Nell’ultimo anno abbiamo notato una generale maggiore apertura delle aziende nei confronti del Cloud Computing. Uno dei mercati che si è dimostrato più reattivo è sicuramente quello finanziario. Le banche, in particolare, scelgono il Cloud soprattutto per l’ottimizzazione dei costi e il miglioramento dell’efficienza nell’erogazione delle applicazioni e dei servizi, sia al loro interno sia ai partner esterni. Abbiamo invece notato più resistenza nel Manufacturing, ma la ragione sta probabilmente nel fatto che questo settore ha investito molto sulle reti private e lo ha fatto in tempi più recenti rispetto alle banche. Di conseguenza, i relativi costi non sono stati ancora completamente ammortizzati. A differenza del settore manifatturiero inoltre, le banche sono più evolute dal punto di vista dell’IT e quindi hanno anche una visione più aperta rispetto ad architetture nuove come il Cloud. All’interno del settore finance bisogna però fare una distinzione tra banche e assicurazioni: queste ultime, soprattutto quelle che si affidano ad una rete di agenzie monomandatarie, costituiscono una realtà distinta, che, da un lato, ha la necessità pressante di ridurre i costi in continua crescita della rete privata che connette la Compagnia alle agenzie sul territorio, e dall’altro vi ha investito molto, però già diversi anni fa e quindi, a fronte di un ROI dimostrabile del Cloud Computing, potrebbe essere pronta per il passaggio. Il driver che farà cambiare paradigma alle assicurazioni sarà quindi la possibilità di aumentare il ritorno sugli investimenti. Akamai, abilitando il Cloud, permette a queste realtà di tagliare in modo significativo i costi di rete sulle agenzie periferiche. Crediamo che la struttura tipica del sistema produttivo nazionale, caratterizzata da un’alta frammentazione, non rappresenti affatto un freno all’adozione del Cloud Computing, al contrario, il Cloud può migliorarne la produttività: il vantaggio di questa architettura è che, essendo stata creata come sistema condiviso, permette anche la condivisione dei costi degli investimenti tra le tante piccole realtà che non potrebbero permettersi sistemi IT adeguatamente evoluti e, che proprio grazie all’approccio del Software as a Service, riescono a tagliare i costi dell’IT. 2 Per quanto riguarda il settore enterprise, le soluzioni in Cloud Computing vengono utilizzate
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – Akamai 57 sempre più spesso per gestire la comunicazione e lo scambio di informazioni tra l’azienda e la propria rete di terzisti, partner e clienti. Per fare un esempio, tante realtà del settore automotive in Italia stanno progettando di far migrare la propria rete di manutenzione (composta da autofficine, ricambisti, concessionarie) al Cloud Computing. Questi servizi vengono messi a disposizione dai data center del service provider ed erogati verso la rete di terzisti e meccanici. Sicuramente prevediamo un balzo nell’adozione del Cloud nei prossimi 12 mesi, a patto che alcune condizioni vengano soddisfatte. Questi progetti, infatti, molto spesso sono in agenda da mesi ma non sono ancora stati implementati per ragioni contingenti. Da parte delle aziende c’è sicuramente consapevolezza e volontà di passare al Cloud, ma la crisi economica e la conseguente necessità di tagliare i costi, ne frenano l’adozione e sarà quindi necessario osservare l’andamento dell’Economia nel prossimo futuro per capire se la tendenza verso il Cloud vedrà un’accelerazione concreta. L’adozione del Cloud, comunque, non è ormai più una questione di approccio culturale: questa fase è superata e la partita – almeno per i 12 mesi a venire – ora si gioca sul terreno dell’attuale situazione economica e della necessità di rispondere ad altre priorità. 3 Akamai si posiziona come l’infrastruttura a supporto dell’erogazione dei servizi in Cloud Computing. Consentendo l’erogazione dei servizi Cloud in modalità sicura, performante e affidabile, Akamai rende Internet un ambiente veloce e sicuro per le attività dell’azienda. La nostra offerta non varia da paese a paese in quanto la rete di Akamai, composta da oltre 60.000 server, è presente a livello globale e i servizi sono allineati in tutto il mondo. Le soluzioni che offriamo si possono suddividere in tre macroaree: Media Delivery, Dynamic Site Acceleration e Web Application Acceleration. Le soluzioni Media Delivery offrono un canale di erogazione dinamico e scalabile per broadcaster, siti di news e per chiunque voglia arricchire il proprio sito (e dunque allungare la permanenza dei visitatori e migliorare l’apprezzamento verso il brand) con contenuti video in alta definizione e, magari, renderli disponibili anche per la fruizione via dispositivo mobile. Il tutto senza la necessità di espandere o manutenere l’infrastruttura. La soluzione Dynamic Site Acceleration invece accelera e rende più sicura l’erogazione di siti dinamici senza la necessità di costose tecnologie IT. A differenza delle tradizionali infrastrutture basate sui data center, questa soluzione è in grado di risolvere autonomamente eventuali criticità di Internet riducendo così il tasso di abbandono e aumentando le transazioni. Infine, Web Application Acceleration migliora le performance e l’affidabilità delle applicazioni online dinamiche e interattive senza la necessità di infrastrutture aggiuntive, grazie a un approccio innovativo nell’erogazione delle applicazioni. Quando un utente richiede un’applicazione, Akamai indirizza la richiesta al server più vicino al cliente, identificando il percorso più veloce e sicuro. In questo modo, ottimizzando la comunicazione tra i server, Akamai migliora le performance delle applicazioni.
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    58 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri- 4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi? Nei processi di M&A il Cloud Computing potrebbe semplificare e rendere meno costosa l’integrazione dell’IT delle due parti, ad esempio standardizzando ed esternalizzando taluni processi sui data center di un provider esterno. Nella realtà italiana, però, abbiamo osservato che raramente, in caso di M&A, le aziende considerano soluzioni in Cloud Computing. Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi ope- 5rano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare riferi- mento a quello del CIO? Certamente il Cloud Computing comporta dei cambiamenti all’interno dell’organizzazione IT. Il CIO passa da coordinatore di risorse interne a gestore del flusso delle informazioni. La proprietà intellettuale delle informazioni ovviamente rimane dell’azienda, ma l’erogazione viene affidata all’esterno, ai fornitori di applicativi in Cloud e a provider – come Akamai - che supportano l’infrastruttura stessa del Cloud. Il Cloud produce un impatto su tutto lo staff IT dell’azienda: le risorse passano da un ruolo di pura operatività a un ruolo di coordinamento dei servizi. Ma l’impatto è solo positivo, concretizzandosi nella possibilità di liberare del tempo da dedicare ad attività di maggior valore per l’azienda e per il business. L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed ade- 6guata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come mu- terà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud Computing? Innanzitutto, va sottolineato che Akamai non ha Competitor nel suo settore. Le altre realtà che si posizionano come player nell’ambito del Cloud Computing sono provider di tecnologie e soluzioni IT che forniscono servizi/applicazioni erogati in modalità Cloud/SaaS. Akamai invece offre un servizio diverso, che è quello di mettere a disposizione l’infrastruttura in grado di supportare l’erogazione ottimale, performante e ad alta disponibilità di servizi e applicazioni in modalità Cloud. L’infrastruttura di Akamai, in altre parole, è in grado di trasformare l’Internet pubblica in un luogo più sicuro, performante e affidabile che le aziende possono utilizzare per gestire il proprio business. Oggi non è quindi possibile comparare l’offerta di Akamai con quella di qualsiasi altra realtà. Quelli che vengono indicati (ad esempio da Gartner) come competitor di Akamai in realtà lo sono solo nella fascia Media Streaming, che è solo una porzione dell’ambito operativo di Akamai. Per quanto riguarda la mutazione dello scenario dell’offerta IT, è nostro auspicio che il Cloud Computing evolva secondo un modello pay-per-use: anziché investire in infrastrutture, si dovrebbe poter acquistare il servizio pagando un canone, proprio come avviene con l’energia elettrica. In questo modo l’azienda pagherebbe soltanto il servizio che richiede in base alle necessità e a ciò che viene effettivamente consumato. Ciò significherebbe una bella riduzione dei costi fissi e una maggiore prevedibilità degli investimenti. Per i Vendor di IT tradizionali questo non è certo un cambio da poco. Ma la strada verso il Cloud Computing è ormai tracciata: si tratta ora di vedere come i Vendor decideranno di percorrerla.
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – Akamai 59 Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione Ita- 7liana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese? Il Cloud Computing è in grado di migliorare notevolmente i servizi che la Pubblica Amministrazione italiana offre a cittadini e imprese. A patto che siano garantiti sicurezza e disponibilità. E qui entra in gioco Akamai e la sua enorme rete, in grado di rendere l’erogazione dei servizi al cittadino e alla imprese sicura e affidabile, bloccando le eventuali minacce alla sicurezza prima che queste possano entrare nella rete aziendale. Non è un caso che tra i clienti di Akamai figurino enti della Pubblica Amministrazione quali il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, la NASA, l’FBI e tutti i corpi delle forze armate USA, che hanno scelto Akamai proprio per la sicurezza garantita. Per finire, un altro grande beneficio offerto dalla rete Akamai a supporto delle applicazioni Cloud è la disponibilità continua unita alle prestazioni elevate (siti che caricano velocemente le pagine, possono contenere applicazioni dinamiche, video e altri strumenti per rendere la comunicazione più efficace). Se la PA affida al Cloud l’erogazione dei servizi online ai cittadini può ridurre i costi e migliorare l’esperienza dell’utente…a patto, però, che supplisca alle carenze prestazionali di Internet con i servizi di un fornitore come Akamai. Per maggiori informazioni sales-italy@akamai.com Tel. 02 86489 363
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    60 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Intervento di Riccardo Di Blasio, Amministratore Delegato e Direttore Generale, EMC Italia Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 1 mesi? Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’ado- zione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì, potrebbe portare qual- che esempio… E’ indubbio che in questo ultimo anno il Cloud Computing si sia conquistato un ruolo di primo piano nel panorama IT italiano, oltre che mondiale. Se ne parlava da tanto, ora questo hype ha cominciato a tradursi in realtà, con le prime concrete sperimentazioni e le prime implementazioni. Siamo all’inizio ovviamente e manca ancora un’estesa offerta da parte di provider esterni, ma sono molte le aziende che hanno iniziato a strutturarsi per poter realizzare servizi Cloud o per poterne usufruire. La sempre più ampia adozione della virtualizzazione, con i vantaggi economici e gestionali che comporta, sta giocando un ruolo fondamentale, ma non l’unico. Le realtà più lungimiranti stanno esplorando modelli alternativi di erogazione dei servizi, che possono sicuramente essere considerati preparatori al Cloud. E se finora l’attenzione si è concentrata soprattutto all’interno, parlando di realtà di grandi dimensioni, il passaggio verso l’esterno, per accedere a servizi sempre più articolati in modalità on-demand o as-a-service, è solo questione di tempo. Il tessuto produttivo italiano composto di tante piccole realtà, può essere addirittura un facilitatore, perché molte di queste realtà non hanno risorse interne per creare una propria infrastruttura IT avanzata, ma la necessità di competere su più mercati, spesso internazionali, che le sta spingendo a federazioni ed aggregazioni, che vanno proprio nell’ottica del Cloud. Stime indipendenti parlano di tagli del 40/50% sui costi legati a consumi energetici, che nei data center sono tipicamente la seconda voce di costo dopo le macchine. 2 Come detto, siamo all’inizio della curva di crescita del Cloud. Se ne è parlato molto, ora si sta cominciando ad agire. C’è molto da fare, ma le possibilità sono infinite. Se crescerà l’offerta e se miglioreranno le infrastrutture – vero tallone d’Achille del nostro sistema produttivo – vedremo con ogni probabilità una crescita importante nell’adozione del paradigma del Cloud. Vedremo crescere i primi progetti che stanno già prendendo forma, e ne vedremo nascere di nuovi. In questo senso, settori tradizionalmente all’avanguardia come quello delle Telecomunicazioni possono confermare il loro ruolo. Anche la grande industria si sta
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – EMC 61 muovendo, come i grandi fornitori di Servizi, ma non sottovaluterei la spinta propulsiva – spesso solo potenziale finora – che può avere la Pubblica Amministrazione. Per avere un esempio significativo di adozione del Cloud a 360 gradi basta dare un’occhiata all’IT di EMC. Con un “footprint” di più di 400 applicazioni di business, oltre 5800 server, 2500 istanze di database, 48000 utenti interni, 250000 clienti e partners e 950000 transazioni B2B, EMC ha iniziato da qualche anno una transizione al Cloud che vede l’adozione di IaaS, PaaS e SaaS con una specifica enfasi nella federazione di infrastruttura tra aziende fortemente correlate (EMC e VMware) e nell’adozione di strumenti di CRM in modalità SaaS. Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda 3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze so- stanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese? Per EMC il Cloud Computing si declina principalmente nel Private Cloud, ovvero in un’aggregazione di risorse cui i clienti possono accedere in modalità as-a-service quando e come le loro necessità di business lo rendano opportuno o necessario. Queste risorse non devono necessariamente essere completamente esterne all’azienda: possono, anzi, essere un’aggregazione di risorse interne ed esterne, rese disponibili dinamicamente ogni qualvolta esse siano necessarie. Si tratta di un modello che permette ai Clienti di sfruttare al meglio gli investimenti, dimensionandoli in maniera adeguata ed evitando possibili sprechi. EMC dispone di tutte le risorse necessarie per la realizzazione di Private Cloud in grado di rispondere in maniera completa ed efficace ad ogni necessità aziendale, soddisfacendo ogni requisito in tema di affidabilità, scalabilità e sicurezza. Una seconda dimensione in cui si declina il Cloud Computing di EMC è il supporto ad una crescente federazione di provider quali AT&T, Peer1, Unisys, CBICI, Hosted Solutions nel realizzare infrastrutture di Storage as a Service. Su questi servizi infrastrutturali vari ISV quali la stessa EMC, Seven10, Signant e Gladinet, per citarne alcuni, hanno già messo a disposizione funzionalità di backup, archiviazione e content delivery sul Cloud. EMC è inoltre presente sul mercato del SaaS anche con servizi di “personal information management” quale Mozy. Costante nell’offerta di EMC in tema di Cloud è la forte attenzione al tema della sicurezza, che ben conosciamo come freno potenziale all’innovazione in generale. Si tratta di un aspetto che è nel nostro DNA, non soltanto per la presenza della divisione RSA, ma soprattutto per la sua forte integrazione in ogni ambito dell’offerta. Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri- 4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi? I processi di Merger & Acquisition sono estremamente complessi, ed in questi processi l’integrazione dei sistemi IT rappresenta un elemento critico, spesso non considerato adeguatamente. Il Cloud Computing è un modello flessibile per definizione, motivo per cui si presta particolarmente bene a supportare questo tipo di processi, proprio perché non dipende da sistemi fisici particolari, rigidi e poco flessibili. Un’infrastruttura Cloud ben congegnata permette di adeguare le risorse a tutti i processi che possono avvenire all’interno ed all’esterno
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    62 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto di una struttura, e per questo ritengo che possa essere sicuramente un elemento facilitatore in un progetto di M&A. Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi 5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare ri- ferimento a quello del CIO? Con il passaggio al Cloud Computing si completa in un certo senso un processo iniziato anni fa, che ha visto il CIO slegarsi sempre più dalle competenze strettamente tecnologiche e diventare una figura di gestione, dedicata alla pianificazione ed alla strategia, in stretto accordo con il management centrale. Ora il ruolo del CIO è quello di definire i processi aziendali e di pianificare le risorse che saranno necessarie, senza per forza scendere nei tecnicismi più spinti con cui fino ad oggi si è spesso dovuto confrontare. Il CIO diventa un gestore, una figura molto più vicina al core business aziendale, con il compito di creare le condizioni perché questo business sia sempre più efficace ed efficiente. Il Cloud va a modificare l’approccio con cui l’IT stessa si struttura: non solo erogazione di servizi IT, ma partner nell’ottimizzazione delle esigenze di business delle funzioni aziendali. Paradossalmente, con il Cloud Computing, l’IT incrementa il suo peso specifico a supporto di un’organizzazione ma perde il suo ruolo più prettamente tecnico. Diventa davvero un fattore abilitante al business, cosa di cui si parla da sempre ma che non sempre si è tradotta nella realtà. L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed 6adeguata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come muterà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud Computing? L’offerta di EMC è probabilmente la più completa attualmente disponibile in tema di Cloud Computing. Perché il Cloud Computing è strettamente legato alla gestione delle informazioni aziendali, e perché la nostra azienda in questo ambito vanta una leadership assoluta e indiscutibile. L’intera offerta di EMC è costruita attorno al dato, che diventa strumento di business e viene gestito al meglio in ogni momento del suo ciclo di vita. Viene catturato, gestito, archiviato, distribuito, protetto, reso disponibile su una pluralità di canali, conservato ed eventualmente eliminato quando non serve più. Non solo, EMC ha recentemente dato vita con VMware e Cisco ad un’alleanza chiamata VCE (Virtual Computing Environment), che si propone come scopo primario proprio quello di offrire alle aziende clienti una piattaforma completa e performante per la realizzazione di un’infrastruttura Cloud davvero efficace. Estremamente interessante è poi la collaborazione sulle soluzioni “in memory” annunciata da SAP e EMC durante l’ultimo SAPphire2010 che vede l’azienda tedesca leader delle soluzioni ERP confermare la sua presenza nel Cloud col motto “on premise, on demand, on mobile” peraltro sinergica con le direzioni strategiche del VCE. Anche in questo caso, funzionalità di gestione avanzate e sicurezza saranno temi fondamentali, e siamo contenti di avere le carte giuste da giocare su entrambi gli ambiti. Oltre a fornire prodotti e tecnologie abilitanti, EMC si propone di aiutare i propri clienti nella
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – EMC 63 trasformazione del modello IT verso il Private Cloud. Il primo passo è verificare il livello di maturità del sistema IT attraverso un Assessment. Partendo dal livello di maturità attuale si disegna una strategia e si definisce il modello di maturità atteso. EMC Consulting si propone di aiutare i clienti in questo processo di trasformazione. Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione 7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese? Sono molti i vantaggi che il Cloud può offrire alla Pubblica Amministrazione e di conseguenza ai cittadini ed alle imprese. Ci sono già sperimentazioni concrete da parte di governi esteri in questa direzione, e penso alla Gran Bretagna che ha avviato un progetto denominato “G- Cloud” (Government Cloud) e teso alla costruzione di un prototipo di Private Cloud che eroghi servizi di tipo SaaS dedicati alle esigenze specifiche delle amministrazioni del Governo Centrale. In questo senso le potenzialità sono infinite, e vanno sia a vantaggio delle Amministrazioni, che possono ottimizzare gli investimenti effettuati in passato ed offrire servizi innovativi a costi sicuramente più contenuti rispetto a un approccio tradizionale, che dei cittadini che potranno accedere a servizi sempre più avanzati e capillari. L'Amministrazione degli Stati Uniti ha già iniziato ad analizzare come consolidare e ottimizzare i servizi del settore pubblico. Da noi lo slancio è ancora più debole, anche per retaggio culturale. Per fare un esempio di scenario dirompente del Cloud nel pubblico basti pensare all'uso sistematico e pervasivo di personal device, dallo smartphone all'iPad fino agli ebook, che sono sempre più presenti come "gadget" tecnologico tra le mani di fasce sempre piu estese di utenti. Accoppiando questo elemento ad un Cloud di content distribution e rich media nel settore della pubblica istruzione, la miscela potrebbe facilmente portare ad un efficientamento nell’aggiornamento, nella distribuzione e nella fruizione dei testi e dei contenuti utilizzati nella scuola. Più servizi, più sicurezza e costi contenuti: sono queste le tre parole magiche del Cloud, indipendentemente dal fatto che si parli di realtà pubbliche o private. Per maggiori informazioni Bruno Melandri EMEA Practice Manager per Products & Applied Technologies, EMC Italia Melandri_Bruno@emc.com
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    64 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Intervento di Gabriele Carzaniga, Sales Engineer Manager Sud Europa, Divisione Enterprise Google Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 1 mesi? Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio… Il Cloud Computing è già in fase avanzata di affermazione per tutto ciò che attiene alle ap- plicazioni di comunicazione e collaborazione: le aziende hanno capito che i risparmi in termini economici e di risorse che questo nuovo modello consente, liberano spazio e capacità per per- seguire l’innovazione continua. La collaborazione è poi un concetto applicabile utilmente a una varietà di applicazioni verticali, che vanno al di là della pura condivisione di documenti di testo, fogli elettronici e presentazioni. Ed è qui la prossima frontiera per la definitiva afferma- zione del Cloud Computing. Per questo motivo, Google ha lanciato il Google Apps Market- place, un “negozio” online dove è possibile acquistare un intero catalogo di applicazioni Cloud aziendali integrabili tra loro e con tutte le versioni della suite di servizi e applicazioni Cloud Google Apps. Gli oltre 2 milioni di organizzazioni clienti di Google Apps possono collegarsi al nuovo Marketplace di Google (google.com/enterprise/marketplace) per scaricare e attivare ap- plicazioni di oltre 50 aziende (ma il numero è in costante crescita), che propongono le pro- prie soluzioni in aree quali: Accounting & Finance, Tool di amministrazione, Calendar & Scheduling, Gestione Clienti, Document Management, Produttività, Project Management, Sales & Marketing, Security & Compliance, Workflow. Il Cloud Computing è una soluzione semplice a una serie di problemi complessi che ogni azienda si trova ad affrontare. Esternalizzare applicazioni come la posta elettronica, ad esem- pio, consente di eliminare costi fissi quali quelli dei server e dello storage che la supportano potendo contare sulla sicurezza e la disponibilità di servizio di un fornitore, quale Google, per il quale questi servizi rappresentano parte del proprio core business. Consente inoltre di li- berare tempo delle risorse IT, da dedicare ad attività per la crescita del business, piuttosto che al supporto. Permette, infine, di sperimentare forme innovative di condivisione delle cono- scenze e collaborazione all’interno dell’azienda e con partner esterni e clienti. Per le grandi aziende, il Cloud Computing significa aumento di efficienza ed efficacia e riduzione signifi- cativa di una parte dei costi dell’IT. Per le piccole realtà e le start-up significa, ad esempio, poter accedere a costi bassissimi a risorse un tempo riservate solo alle grandi organizza- zioni. I clienti che in Italia già usano Google Apps Premier dichiarano risparmi che vanno dal 50 al 70% rispetto alle soluzioni precedentemente utilizzate.
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – Google 65 Per quanto riguarda la posta elettronica in modalità Cloud, l’adozione e i vantaggi sono na- turalmente trasversali a tutte le aree aziendali e lo stesso vale per il servizio Google Docu- menti. Servizi quali Google Sites, invece, possono essere ideali per creare delle intranet che mettono in comunicazione gli appartenenti a una stessa funzione aziendale (Marketing, Uffi- cio Tecnico, Comunicazione, Finanza, ecc.) per la collaborazione efficiente su uno stesso progetto. Google Video for Business si dimostra poi particolarmente efficiente, ad esempio, per la formazione a distanza o il training sui nuovi prodotti. La tipologia della proposta Cloud di Google è comunque idonea all’uso da parte di qualsiasi funzione aziendale: abbiamo clienti che usano Sites come repository di regole e policy per la gestione amministrativa, altri che lo usano per la collaborazione tra i team addetti al controllo della qualità. Il concetto chiave, insomma, è miglioramento dell’efficienza nella collaborazione e nella con- divisione dei documenti: ovunque, all’interno dell’azienda, vi sia questa esigenza, Google Apps Premier può essere la soluzione che ottimizza i workflow e riduce i costi. 2 Gli effetti del modello Cloud sono tutti positivi: permette di ridurre i costi dell’infrastruttura IT, di migliorare l’efficienza e l’efficacia, di migliorare e semplificare la collaborazione tra le persone, di aumentare la sicurezza e di liberare risorse tecniche da allocare su progetti strategici per la crescita del business. Certo, è necessario sposare un nuovo modello, ma ciò non ha impatti a livello organizzativo. L’unico vincolo che ancora rimane da superare è quindi solo di tipo culturale, ma anche su questo fronte – in Italia come altrove – nell’ultimo anno abbiamo riscontrato un’apertura sensibile, che nei prossimi 12 mesi è senz’altro destinata a tradursi in una grande accelerazione nell’adozione del Cloud Computing. Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda 3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze so- stanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese? Non vi sono differenze nella proposta Cloud Computing di Google da paese a paese. Il modello di Cloud Computing proposto da Google a organizzazioni di qualsiasi dimensione e settore industriale è quello che solo un’azienda nata sul web è in grado di offrire. Google ha risorse di calcolo virtualmente illimitate che può mettere a disposizione dei propri clienti aziendali per l’hosting sicuro di applicazioni e servizi, dalla posta elettronica alle applicazioni per la collaborazione. La decisione di Google di mettere a disposizione delle imprese le proprie risorse e competenze tecniche nasce dalla constatazione che le applicazioni derivate dal mondo consumer sono sempre più utilizzate dalle aziende. Per troppo tempo, infatti, le tecnologie usate in azienda sono state progettate pensando più a ciò che dovevano fare che a chi doveva usarle. Applicazioni disegnate da esperti per esperti, non per gente comune. Il Web ha ribaltato questa situazione. Tutto è partito dalle persone, o meglio, da come e per cosa esse usano Internet. Le persone e le loro aspettative sono infatti sempre le stesse, anche quando si trovano al lavoro. Perché mai dovrebbero imparare a usare tecnologie diverse per
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    66 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto fare sostanzialmente la stessa cosa anche se in due contesti diversi? In questo nuovo scenario di tecnologia pervasiva, cresce dunque l’insofferenza verso le applicazioni aziendali complesse e difficili da usare. La strategia di Google per il Cloud Computing è pensata proprio per rispondere a queste esigenze, portando sul posto di lavoro le stesse applicazioni che la gente usa con soddisfazione nella vita privata. Per rispondere a questa esigenza, Google ha sviluppato – e continua a migliorare ogni giorno – la suite Google Apps Premier di soluzioni web per la comunicazione e la collaborazione indirizzata alle aziende. Offerta su abbonamento a 40 euro per utente l’anno, comprende supporto telefonico in italiano, disponibilità di estese capacità storage e un insieme di funzionalità per l’amministrazione e l’integrazione di Google Apps con le altre applicazioni aziendali. Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri- 4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi? Senz’altro, in quanto può aiutare a semplificare e standardizzare rapidamente i sistemi di comunicazione e collaborazione su un’offerta disponibile in ogni parte del mondo e con le stesse caratteristiche. Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi 5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare ri- ferimento a quello del CIO? Molto brevemente, il Cloud Computing non elimina risorse, al contrario libera a queste risorse del tempo da poter dedicare all’innovazione continua a supporto del vantaggio competitivo dell’azienda. E ciò vale per tutte le risorse – tecniche e non – CIO compresi. L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed 6adeguata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come muterà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud Computing? La nostra soluzione nasce come tecnologia Cloud pura e questo è ciò che innanzitutto la differenzia. Il secondo elemento importante è che nessuna azienda al mondo può vantare la potenza di calcolo e la sicurezza delle server farm di Google, necessaria perché le aziende possano abbracciare senza timori questo nuovo modello. Le aziende chiedono applicazioni semplici e intuitive e, insieme, sicure, affidabili e facili da gestire. Con Google Apps Premier, hanno tecnologia innovativa a una frazione del costo delle soluzioni tradizionali, che richiedono installazione locale e manutenzione continua. Il principale punto di forza della proposta di Google rispetto a quella di altre aziende consiste nel fatto che si tratta di una soluzione web pura, che solo un’azienda – come Google – nata sul web e senza una base legacy da difendere può offrire. Come tale, è l’unica offerta attualmente disponibile sul mercato in grado di offrire in modo completo e spinto tutti i vantaggi del Cloud Computing. Non si tratta di una pura riproposta sotto forma di abbonamento di servizi e applicazioni tradizionali, che magari poi richiedono di continuare ad installare e mantenere server e hardware storage: si
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – Google 67 tratta dell’outsourcing completo e sicuro di servizi per la produttività aziendale, con un canone di abbonamento trasparente, costi certi e un contratto con livello di servizio garantito del 99,9%. Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione 7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese? Una PA può trarre enormi vantaggi dall’uso del Cloud Computing, ad esempio per estendere a costi bassissimi l’uso della posta elettronica a tutti gli enti dislocati sul territorio che a lei fanno capo. E parliamo di risparmi nell’ordine del 60-70% in termini di costi di gestione e di hardware. E permettere alla PA di comunicare e collaborare in maniera più efficiente al suo interno ha ovviamente ricadute positive in termini di servizi erogati ai cittadini. Per maggiori informazioni enterprise-italia@google.com
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    68 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Intervento di Mariano Ammirabile, Middleware Services & Cloud Computing Leader, GTS, IBM Italia Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 mesi? 1Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa strut- tura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud Com- puting da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio… Durante gli ultimi mesi abbiamo registrato una grande crescita di interesse sul Cloud computing da parte del mercato. Sia i grandi clienti che la piccola e media industria hanno approfondito ad esempio le tematiche di virtualizzazione ed automazione che sono alla base dei modelli di Cloud computing. I modelli Cloud pubblici hanno registrato un maggiore interesse da parte dei clienti più piccoli perchè necessitano di un investimento iniziale minore, ma anche i modelli privati stanno riscuotendo grande interesse perchè permettono di ripensare e valorizzare il modo in cui l’ICT viene percepito in azienda, non più come centro servizi statico ma dinamico, agile, capace di dare servizi di qualità e quindi più sicuri. 2 La curva di adozione del Cloud computing sarà sicuramente spostata verso l’alto, cioè verso una adozione estesa di questi modelli. I grandi player, presenti nelle offerte di Infrastruttura e Piattaforma (IaaS, PaaS), faranno da aggregatori verso i fornitori di Software (SaaS) che faranno evolvere le loro soluzioni in modalità di servizio. 3 Il portafoglio di offerta IBM è definito globalmente e calato con opportune specializzazioni a livello locale. Ad esempio nei modelli ‘on the IBM Cloud’, il public Cloud di IBM, un cliente può personalizzare il catalogo di servizi di base con le sue immagini da mettere a disposizione degli utenti finali. Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ri- 4tiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi? Il Cloud computing non è un fattore abilitante in sé, l’offerta IBM permette però di avere un’ampia scelta di opzioni per integrare risorse ed applicazioni diverse.
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – IBM 69 Ad esempio recentemente IBM ha acquisito l’azienda Cast Iron Systems, the #1 SaaS & Cloud Integration Company. Con questa soluzione i clienti IBM possono realizzare integrazioni applicative Cloud dai principali provider tecnologici tipo salesforce.com, Amazon, NetSuite e ADP con applicazioni tipo SAP o JD Edwards. Centinaia di template sono stati già sviluppati per accelerare queste integrazioni e renderle possibili con poco sforzo. Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi ope- 5rano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare riferi- mento a quello del CIO? Nel suo essere centrale all’interno di una azienda, il CIO è chiamato da una parte a svolgere un ruolo di protagonista del cambiamento e dell’innovazione, dall’altra a fronteggiare le sfide del quotidiano, con forte pressione sui costi e grandi richieste di efficienza In questo senso il Cloud computing può rappresentare una ghiotta opportunità per conciliare questi due aspetti, quello più strategico: “come il Cloud mi abilita nuovi modelli di business” e quello più tattico: “come il Cloud mi permette di spendere meno e di erogare servizi di qualità in tempi più ridotti”. L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed ade- 6guata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come mu- terà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud Computing? Nuovi e vecchi player si fronteggiano già oggi in Italia sul Cloud Computing. Come sempre nell’ICT, dopo un periodo di spontaneità iniziale, ci saranno inevitabili consolidamenti di offerta verso modelli più industrializzati. I grandi player ICT si affermeranno in questo settore se sapranno adeguare l’offerta ai nuovi scenari evolutivi, i piccoli cresceranno se sapranno scegliere le giuste alleanze per operare. Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione Ita- 7liana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese? Sempre più la Pubblica Amministrazione si comporta come un organismo complesso e articolato in cui i diversi attori agiscono secondo una “costellazione di ruoli” per dare vita a modelli sempre più ibridi e allargati di erogazione del servizio pubblico. Quindi anche per questo segmento di mercato il Cloud può essere considerato un innovativo modello di service delivery capace di migliorare l’efficienza e ridurre i costi di una determinata organizzazione. Per maggiori informazioni Mariano Ammirabile Middleware Services & Cloud Computing Leader, GTS, IBM Italia mariano.ammirabile@it.ibm.com
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    70 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Intervento di Giuseppe Gigante, Marketing Manager Italia, Micro Focus Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 1mesi? Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio. Il valore e i vantaggi del Cloud Computing non sono ancora stati sfruttati appieno dato lo scetticismo diffuso rispetto alla privacy, spesso non bilanciata da contratti (SLA) adeguati da parte del fornitore del servizio. Chi ha scoperto il Cloud lo ha fatto per necessità ma sono ancora in pochi; da qui la mancanza di esempi significativi, nonostante l’email di Google sia super utilizzata a volte anche dalle aziende stesse. Non è sicuramente il sistema produttivo a frenarne l’adozione perché di barriere concrete e reali non ne esistono, solo conoscenza e cultura. Molte realtà italiane che hanno sedi all’estero o che tendono ad espandersi verso nuovi mercati e nuovi paesi potrebbero sicuramente apprezzare il vantaggio del Cloud Computing, in termini di Time to Market e di replicazione del modello locale. 2 La curva di adozione del Cloud sarà tanto più rapida quanto più i vendor di tecnologia saranno in grado di abilitare/facilitare (Security) l’utilizzo del Cloud da parte delle aziende, rispetto alle applicazioni strategiche spesso costose o non sempre disponibili in multicanalità bensì legacy. Modernizzare questi asset aziendali rende possibile una sensibile crescita nell’adozione del Cloud. Dal punto di vista sia infrastrutturale che applicativo Micro Focus è già attiva con prodotti e soluzioni specifiche e i risultati ci sono già. Siamo quindi in grado di supportare l’apertura di nuove attività o uffici sul territorio. Non dimentichiamo inoltre che cercare nuove opportunità significa spesso mobilità e in questo senso il Cloud rende semplice e più rapido l’accesso ai dati e alle applicazioni aziendali, a supporto delle attività specifiche sul territorio. Alta affidabilità e disponibilità 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, ovunque si sia sono componenti fondamentali per supportare lo sviluppo di un’azienda, in particolare se parliamo di applicazioni Enterprise, mission critical e profondamente integrate nei processi aziendali. Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda 3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – Micro Focus 71 sostanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese? È nella natura del Cloud essere condivisibile e sempre disponibile; questo fa della nostra offerta uno strumento globale ma forte della intrinseca e storica flessibilità nell’adattarsi alle specifiche esigenze di ogni interlocutore. Il nostro modello di Cloud Computing prevede da un lato la possibilità di utilizzare le nostre tecnologie in the Cloud quando necessarie (per esempio in fase di debug o testing di applicazioni) e dall’altro di rendere disponibili, sempre nel Cloud, applicazioni nate e residenti su ambienti legacy che non sono accessibili direttamente da Internet. Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A 4ritiene che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi? Consideriamo che il Cloud Computing, come qualsiasi tecnologia, non è la panacea assoluta. Sicuramente in presenza di ambienti eterogenei può essere uno strumento utile per rendere disponibili velocemente, applicazioni e asset difficili da integrare fra loro da subito ma, prima o poi, necessariamente da integrare. Vedo in questo specifico contesto un’opportunità di modernizzazione delle applicazioni core, proprio al fine di avviare un percorso di conversione al Cloud Computing più esteso nel tempo, rispettando comunque e sempre le priorità del business che da questo modello possono acquisire flessibilità, disponibilità costante e continua e semplicità nel replicare gli asset aziendali virtualmente in qualunque paese nel mondo. Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi 5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare riferimento a quello del CIO? Partendo da esperienze dirette posso confermare che il ruolo del CIO evolve e che il Cloud crea al professionista una serie di opportunità. Spesso modernizzare gli asset aziendali, e il Cloud Computing ne è un rappresentante principe, consente di ottimizzare sia in termini infrastrutturali sia in termini di costi di manutenzione e utilizzo degli asset aziendali. Apre a una reale multicanalità d’accesso a dati e applicazioni, altrimenti difficili da raggiungere, dando anche un impulso sensibilmente maggiore al business dell’azienda. Grazie a questi indiscutibili vantaggi strettamente correlati con l’attività core dell’azienda, il CIO può entrare sempre più nei processi decisionali aziendali, in sinergia con CFO e il Board, ridefinendo le sue responsabilità rispetto a quelle consuete spesso troppo vicine alla tecnologia e poco al core business aziendale. L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed 6adeguata alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come muterà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud Computing? Il Cloud Computing consente alle aziende clienti di rendere accessibili i propri asset anche dall’esterno in maniera semplice e veloce, rispondendo ad esigenze di ampliamento del business e incremento della produttività ma mantenendone fisicamente la disponibilità al loro interno. In alternativa si può demandare completamente la gestione a un Service Provider; così facendo attraverso una modalità di pay-per-use, si risponde principalmente ad alcune specifiche esigenze di contenimento dei costi e continuità di servizio. Micro Focus con tecnologie e metodologie ad-
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    72 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto hoc è in grado di supportare entrambe le modalità in maniera totalmente flessibile. La forza e il valore aggiunto di Micro Focus sta nel permettere al cliente da un lato di scegliere la modalità più adeguata e dall’altra di lavorare in sinergia con partner tecnologici diversi (Azure, Amazon, SalesForce.com). Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione 7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese? Data la natura “aperta” e senza limiti del Cloud Computing e della rapidità di accesso alle applicazioni, questa tecnologia è sicuramente adeguata a supportare il ruolo di interlocutore globale che la Pubblica Amministrazione ricopre istituzionalmente. Raggiungere chiunque e ovunque (cittadino o azienda che sia) attualmente non è semplice né sempre possibile. Se a questo aggiungiamo i costi che una organizzazione così capillare deve sostenere per rispondere alle esigenze della società, il Cloud Computing risulta una soluzione incomparabilmente più rapida e distribuita. In questo senso Micro Focus è già un abilitatore solido, data la capacità di modernizzare gli asset IT della Pubblica Amministrazione e quindi di aprirla alla multicanalità. L’origine particolarmente datata delle infrastrutture e delle tecnologie tipicamente presenti all’interno della Pubblica Amministrazione (locale in primis) e i budget sempre più ridotti, fanno del Cloud Computing il fattore abilitante più economico ma anche il più potente. Per maggiori informazioni Giuseppe Gigante Marketing Manager Italia, Micro Focus giuseppe.gigante@microfocus.com
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    74 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto Intervento di Anders Nilsson, Direttore Divisione Developer and Platform Evangelism, Microsoft Italia Dal suo punto di vista, come è evoluto il Cloud Computing in Italia negli ultimi 12 mesi? 1Quali segmenti/mercati si sono dimostrati più reattivi e quali meno reattivi? Quali sono state le principali controindicazioni all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane? Ritiene che le tipicità di certe Industry del Made in Italy e la stessa struttura del sistema produttivo nazionale possano essere un freno all’adozione di Cloud Computing da parte delle Aziende Italiane. Se sì potrebbe portare qualche esempio… In Italia, come in molte altre parti del mondo, siamo ancora in una fase di analisi del Cloud Computing e dei modelli di business ad esso associati. A differenza dall’anno scorso però registriamo una maggiore consapevolezza da parte dell’IT e del business che il Cloud stia diventando una componente essenziale per le aziende anche se in modalità diverse a seconda della tipologia aziendale. Troviamo infatti molte piccole e medie realtà che, sfruttando i meccanismi di self-provisioning, elasticity e i nuovi modelli economici, hanno già adottato il paradigma del Cloud Computing, avendo dimostrato dei concreti vantaggi in termini economici e di time-to-market. Al contrario le grandi aziende, anche a fronte di infrastrutture on-premise più complesse ed eterogenee, non hanno ancora adottato completamente il Cloud Computing ma sono ancora in una fase di analisi dei principali scenari che potrebbero beneficiare del nuovo modello, come ad esempio l’outsourcing dei servizi di commodity, la sperimentazione di nuovi modelli di business e la gestione a servizi di alcune classi di applicazioni e del datacenter interno. In questo contesto il Cloud Computing viene visto come una estensione ed evoluzione degli investimenti già effettuati nella Service Oriented Architecture (SOA) e nelle tecnologie di automazione dei processi IT. A fronte di molte iniziative e di alcune aree di eccellenza, nel complesso il Cloud Computing è ancora un tema non pienamente integrato nel tessuto aziendale e ancora troppo spesso soggetto a inerzie iniziali, soprattutto legato alla percezione su alcuni temi quali la sicurezza, la gestione dei dati e ad aspetti legati alle normative sulla Privacy. 2 Il Cloud Computing nei prossimi anni sarà parte integrante della strategia IT della maggioranza delle aziende, dalle piccole imprese alle enterprise, come testimoniato da numerose ricerche di analisti indipendenti che riportano le soluzioni Cloud tra le priorità di adozione da parte dei CIO. Nei prossimi 12/24 mesi assisteremo quindi ad un progressivo aumento dell’utilizzo di risorse Cloud-based nelle sue varie accezioni, area nella quale l’offerta di Microsoft si contraddistingue per la sua capacità di integrazione con l’infrastruttura e i servizi on-premise.
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – Microsoft 75 Vediamo quindi una forte crescita del modello “as a Service” in generale, e PaaS e SaaS in particolare. Infatti, il Cloud Computing, per portare reali benefici alle aziende non rappresenterà solo una mera esternalizzazione di una infrastruttura, ma al contrario un ecosistema di servizi, soluzioni ed applicazioni capaci di integrarsi tra loro e con componenti on-premise. Questa visione del Cloud potrà quindi creare nuovi scenari e soluzioni IT in modo innovativo e non sempre risolvibili con un approccio più tradizionale. Quali sono i principali modelli di riferimento di Cloud Computing che la sua Azienda 3propone nel mercato Italiano. All’interno della sua Azienda, esistono differenze sostanziali a livello di offerta di Cloud Computing, tra paese e paese? L’offerta del Cloud Computing di Microsoft si compone di tre elementi fondamentali riconducibili alla classica tassonomia del Cloud: IaaS, PaaS e SaaS. Nell’Infrastructure-as-a-Service (IaaS), Windows Server 2008 R2 con Hyper-V, Microsoft System Center e il Dynamic Data Center Toolkit for Enterprise forniscono una infrastruttura centralizzata capace di gestire end-to-end tutti gli ambienti sia fisici che virtuali, realizzati anche con hypervisor di terze parti, rilasciando le proprie risorse come servizi per la creazione di una Private Cloud. Grazie all’integrazione dei prodotti System Center è possibile gestire gradualmente la transizione e la coesistenza di infrastrutture miste on premise e in the Cloud aiutando le aziende a sfruttare a pieno gli investimenti già fatti e semplificare l’evoluzione verso il Cloud. Il Platform-as-a-Service (PaaS) rappresenta il cuore per l’esecuzione e la gestione delle applicazioni di terze parti nel Cloud. Infatti, il paradigma del Cloud Computing comporta anche una evoluzione nel modo di pensare e progettare le proprie applicazioni. Microsoft a questo scopo ha realizzato Windows Azure, un sistema operativo ad-hoc per il Cloud, ed un insieme di funzionalità aggiuntive a supporto dello sviluppo di soluzioni distribuite costituito da Windows Azure AppFabric e SQL Azure. Windows Azure, tramite i propri meccanismi di provisioning e gestione delle applicazioni, permette agli sviluppatori di concentrarsi sullo sviluppo applicativo demandando al sistema tutti gli aspetti di fault tolerance, di controllo e di management. Inoltre, in modalità self-service è possibile scalare l’infrastruttura utilizzata on-demand, chiedendo ad esempio di aumentare lo storage allocato, o aggiungere una nuova istanza all’applicazione, il tutto tramite semplici attività di configurazione. Il pagamento dei servizi avviene attraverso una fatturazione basata sull’effettivo utilizzo delle risorse (storage, capacità computazionale, banda). I servizi aggiuntivi di Windows Azure per le applicazioni sono: I Windows Azure AppFabric - Internet Service Bus: è un message bus equivalente dell’Enterprise Service Bus aziendale per collegare componenti di sistemi informativi on premise con applicazioni e servizi sul Cloud, garantendo all’IT il pieno controllo delle applicazioni indipendentemente dalla loro locazione geografica. I Windows Azure AppFabric – Access Control: è la componente di sicurezza per garantire i meccanismi di autenticazione, autorizzazione e identity flow basati sulla Claims- Based Security. Tramite questo servizio di sicurezza le applicazioni e i servizi che risiedono su Windows Azure possono garantire un meccanismo di Single Sign-On con le applicazioni on-premise.
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    76 Cloud Computing un anno dopo. CIO Italiani e CIO Europei a confronto I SQL Azure: è l’esposizione di un database relazionale “as a service”, basato su SQL Server, che può gestire il database delle soluzioni applicative realizzate sulla Windows Azure Platform. Infine, tramite il Software Development Toolkit (SDK) disponibile gratuitamente per i diversi ambienti e linguaggi di programmazione .NET , PHP , C++, Ruby, Python e Java, è possibile emulare Windows Azure in locale per sviluppare le applicazioni destinate all’online. L’SDK fornisce il meccanismo di provisioning, effettua il deployment dell’applicazione automaticamente sull’infrastruttura nel Cloud, permettendo all’azienda di sgravarsi completamente dalla gestione dell’infrastruttura sulla quale vengono eseguite le proprie applicazioni. Nella modalità Software-as-a-Service (SaaS), Microsoft offre da tempo al mercato italiano la Business Productivity Online Suite (BPOS), un set completo di servizi online volti a soddisfare le esigenze di messaggistica, comunicazione e collaborazione delle aziende. La suite BPOS è costituita da Exchange Online, Office Communications Online, Live Meeting e SharePoint Online, e viene erogata dai Datacenter gestiti da Microsoft collocati in diverse aree geografiche, tra le quali l’Europa, mettendo a disposizione le soluzioni già fruibili on-premise o attraverso i Partner Microsoft. Questa offerta è indirizzata al mercato business, contrapponendosi alle classiche offerte pensate per il mercato consumer, soddisfacendone i requisiti fondamentali quali la disponibilità e i livelli di servizio. Pensando alla complessità e alle difficoltà di integrazione dell’IT nei casi di M&A ritiene 4che il Cloud Computing possa essere un fattore abilitante questi processi? Il Cloud Computing per Microsoft è un componente essenziale per gli aspetti di integrazione di infrastrutture e di applicazioni. Infatti, in Windows Azure tramite i servizi di Windows Azure AppFabric è possibile gestire scenari di M&A integrando infrastrutture applicative, applicazioni o servizi che risiedono fisicamente in intranet diverse, evitando costosi interventi sulle configurazioni di networking e di routing. Un approccio e una tecnologia di questo tipo permettono quindi di abbattere notevolmente anche i tempi di realizzazione e di integrazione, garantendo al tempo stesso un alto livello di sicurezza e di integrità. Il Cloud Computing trasforma l’organizzazione dell’IT ma anche le Risorse che vi 5operano. Dal suo punto di vista, come evolvono i ruoli in Azienda, con particolare riferimento a quello del CIO? Il Cloud Computing per molti aspetti può essere considerato un vero e proprio cambio di paradigma e come tale sta già portando dei cambiamenti nel modo di lavorare all’interno dell’IT. Un cambiamento che però si configura come una evoluzione delle figure professionali tradizionali dell’IT, come i sistemisti, i programmatori, gli architetti software, fino ad arrivare ai CIO. A livello generale, i nuovi modelli consentono una maggiore focalizzazione delle figure professionali su tutti quegli aspetti di valore che una divisione IT è chiamata a garantire alla propria azienda, demandando alla gestione automatizzata delle piattaforme Cloud tutti gli aspetti tecnici e di implementazione infrastrutturale. Un cambiamento di questo tipo permetterà quindi ai CIO e alle organizzazioni IT di passare da un modello di gestione delle risorse IT prevalentemente basato
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    Le sette rispostedegli Operatori IT – Microsoft 77 su asset e risorse interni all’azienda, eventualmente integrati con servizi tradizionali di outsourcing, ad un modello in cui la strategia IT e l’erogazione dei servizi al business sono l’insieme di soluzioni, servizi e SLA erogati internamente, da outsourcer e da fornitori di soluzioni di Cloud Compunting. L’offerta di Cloud Computing della sua Azienda per il mercato italiano, è pronta ed adeguata 6alle esigenze delle Aziende in Italia rispetto a quella dei Competitor? Come muterà lo scenario del sistema di Offerta IT in Italia proprio a causa o grazie al Cloud Computing? Il modello di Cloud Computing di Microsoft è parte integrante della nostra visione Software plus Services che unisce la potenza offerta del software installato localmente su ogni device con quella presente on-premises in azienda e la pervasività e la caratteristica “always up-to-date” dei servizi “in the Cloud”. Con la visione Software plus Services Microsoft vuole quindi garantire un modello coerente che permetta di realizzare soluzioni per il business capaci di sfruttare in modo dinamico ed integrato tutte le strutture IT delle aziende con i servizi online, garantendo una user experience facile e innovativa, indipendentemente dal dispositivo utilizzato. La visione Software plus Services permette quindi la massima libertà di scelta da parte dell’utente di integrare al meglio la propria infrastruttura con il Cloud Computing in relazione al proprio modello di business e agli investimenti IT. La Windows Azure Platform, come anche la suite BPOS rappresentano inoltre un’opportunità interessante per le Startup, gli Indipendent Software Vendor (ISV) e i System Integrator, che facendo leva sugli skill già acquisiti, possono realizzare soluzioni e servizi innovativi unicamente Cloud-based o con modelli di deployment ibridi, abilitando anche nuovi modelli di business, potenzialmente più convenienti per gli utenti finali, aprendo quindi nuove opportunità di mercato. Quali sono i vantaggi offerti dal Cloud Computing alla Pubblica Amministrazione 7Italiana nell’offerta di servizi ai Cittadini e alle Imprese? L'offerta di Cloud Computing di Microsoft dà l’opportunità alle pubbliche amministrazioni di rea- lizzare con velocità ed efficienza i servizi ai cittadini, consentendo anche alle amministrazioni più piccole, spesso non in grado di attrezzarsi per la fornitura dei servizi con la rapidità richiesta, di essere allo stesso livello di grandi amministrazioni, che invece hanno i mezzi per affrontare que- ste sfide. L’elasticità propria di Windows Azure e della suite BPOS permette un rapido adatta- mento alle esigenze di ogni giorno, e a una domanda fluttuante dei servizi. L’utilizzo di soluzioni in Cloud Computing dà anche la possibilità alle amministrazione di fare rapido “riuso” delle solu- zioni, una esigenza primaria per il settore pubblico che consente risparmio notevole negli inve- stimenti complessivi. Per maggiori informazioni Riccardo Sponza Technical Evangelism Manager, Developer and Platform Evangelism, Microsoft Italia Riccardo.Sponza@microsoft.com
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    Nextvalue ® Diamo valore all’ICT. A distanza di un anno esatto dalla prima ricerca condotta in Italia sul Cloud Computing abbiamo deciso di rifare il punto nelle Grandi Aziende italiane e di proporre i risultati del lavoro svolto da un Panel più ampio di CIO del nostro Paese. Oggi vi sono più elementi qualitativi e quantitativi per descrivere puntualmente il trend di adozione di Cloud Computing in Italia. Abbiamo fatto un passo ancor più importante: grazie alla collaborazione con CIOnet (www.cionet.com) siamo stati in grado di proporre la stessa survey a livello europeo. Le risposte omogenee ci permettono di proporre un confronto fra la nostra situazione e quella europea. I principali risultati sono condensati in questa pubblica- zione, agile e semplice, della nostra collana ideas ValueIT®, in cui lo scenario è completato dalle risposte sul tema forniteci dai nostri Business Partner - Akamai, EMC, Google, IBM, Micro Focus, Microsoft - che parte attiva del- l’iniziativa, vi contribuiscono con la loro autorevole espe- rienza di mercato e i loro business case. PUBBLICAZIONE FUORI COMMERCIO