Su un punto sono tutti concordi: l’impatto del danno del Coronavirus sull’economia mondiale dipenderà dalla rapidità delle messa in campo delle misure di contenimento del virus e dalla quantità di soldi che verranno destinati per il sostegno dell’economia reale.
Quale sarà l’impatto del coronavirus sull’economia mondiale? Le stime e gli scenari formulati fino ad adesso
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Quale sarà l’impatto del coronavirus
sull’economia mondiale? Le stime e gli
scenari formulati fino ad adesso
Infodata | 22 marzo 2020
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Su un punto sono tutti concordi: l’impatto del danno del Coronavirus
sull’economia mondiale dipenderà dalla rapidità delle messa in campo
delle misure di contenimento del virus e dalla quantità di soldi che
verranno destinati per il sostegno dell’economia reale.
Partiamo dalla Cina. Le prime indicazioni dell’impatto di COVID-19
sull’economia cinese sono peggiori di quanto inizialmente previsto. I
sondaggi sul settore manifatturiero e dei servizi cinesi sono precipitati a
livelli record a febbraio, le vendite di automobili hanno registrato un
crollo dell’80% e le esportazioni cinesi sono scese del 17,2% a gennaio e
febbraio. Secondo il think tank Usa Csis (Center for Strategic and
International Studiesle stime della crescita cinese sono state
violentemente riviste al ribasso: nel primo trimestre, scrive Bloomberg, è
atteso un calo del Pil, la prima contrazione da quando la Cina ha iniziato a
comunicare i dati trimestrali nel 1992. La ripresa economica della Cina è
quindi legata a doppio filo alla ripresa della domanda dei Paesi esteri che
dipenderà da quanto rapidamente affronteranno il virus.
Europa e Stati Uniti. Europa e Giappone sono probabilmente già in
recessione a causa della debole performance del quarto trimestre e della
forte dipendenza dagli scambi. Come riferiscono alcuni analisti al Wsj, si
attende per il secondo trimestre una contrazione forte.
Analisi e simulazioni degli organismi internazionali (in
aggiornamento)
Le stime dell’impatto globale variano: all’inizio della scorsa settimana,
l‘Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse)
ha previsto che l’epidemia di Covid-19 ridurrà la crescita del Pil globale di
mezzo punto. Le maggiori revisioni al ribasso della crescita sono attese
nei paesi profondamente interconnessi con la Cina, in particolare la Corea
del Sud, l’Australia e il Giappone. Qui tovate lo studio con le simulazioni.
Bloomberg Economics suggerisce invece che la crescita del Pil per l’intero
anno potrebbe scendere a zero in uno scenario di pandemia ma è il
peggiore degli scenari previsti
L’agenzia delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad)
afferma che il rallentamento dell’economia globale causato dall‘epidemia
di coronavirus avrà un costo di almeno 1 trilione di dollari. ” Le Nazioni
Unite prevedono che i flussi di investimenti diretti esteri potrebbero
scendere tra il 5 e il 15 percento ai livelli più bassi dalla crisi finanziaria
globale del 2008-2009
Il Fondo Monetario internazionale nel suo blog non si esercita fornendo
numeri di sintesi ma va ad analizzare singole voci come ad esempio l’indice
di produzione industriale, l’interscambio commerciale e l’offerta.
Nei giorni scorsi però il direttore generale del Fondo monetario
internazionale ha dichiarato: “Nel nostro scenario di base attuale,
l’economia cinese tornerà alla normalità nel secondo trimestre. Di
conseguenza, l’impatto sull’economia mondiale sarebbe relativamente
minore e di breve durata. In questo scenario, la crescita del 2020 per la
Cina sarebbe del 5,6 per cento. Si tratta di 0,4 punti percentuali in meno
rispetto all’aggiornamento Weo di gennaio. La crescita globale sarebbe
inferiore di circa 0,1 punti percentuali“.
E in Italia? Il Cerved nei giorni scorsi ha analizzato l’impatto del Covid-
19 sulle aziende italiane. Gli scenari previsti sono due. Il primo indica la
fine dell’emergenza a inizio maggio e una ripresa solo a partire dall’anno
prossimo. In questa ipotesi il giro d’affari bruciato per le imprese varrà
complessivamente mettendo insieme il 2020 e il 2021 275 miliardi di
euro. Più pesanti le stime del secondo scenario. In questo caso
l’emergenza sanitaria durerà fino a dicembre. L’impatto sarà dell’ordine di
una perdita di 641 miliardi, di cui 469 miliardi quest’anno e quasi 172
l’anno prossimo. Ad oggi quelle del Cerved come quelle degli istituti
internazionali sono stime. La situazione è ancora troppo fluida per parlare
di previsioni. Sic stantibus rebus queste sono le prime proiezioni che
quindi vanno prese con la dovuta cautela.
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Massimo | 24 marzo 2020 alle 14:20
Concordo con il precedente, e sarei ancora più ottimista per
Noi a condizione che lo Stato Italia conceda un periodo di vita imprenditoriale/amministrativa
definiamolo “deroga amministrativa” relativo alle autorizzazioni/pareri/nulla-osta/metodi di gara
e/o assegnazione degli appalti/lavori o servizi che come non mai ci hanno rallentato in questi ultimi
anni, il tutto sostituito da certificazione redatta dal professionista incaricato atto propedeutico per il
vero cambiamento e snellimento della ns burocrazia ormai obsoleta.
Rispondi
Ahmed | 23 marzo 2020 alle 23:42
Speriamo bene, perche quando sento parlare di un sacco di previsione; vuoldire che navighiamo in
cattive acque e non sappiamo fin Che punto
Rispondi
Investimenti e Prestiti | 22 marzo 2020 alle 18:57
Ci sta che nel 2020 la situazione diventi tragica, mentre non siamo d’accordo sul 2021.
Nel 2021 la situazione si dovrebbe essere stabilizzata e la voglia di ripresa , vacanze e di spendere
pervaderà tutta la società a livello mondiale, esattamente come quando finisce una guerra.
Speriamo di aver ragione e che Voi vi sbagliate.
Buona serata and stay safe
Rispondi
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