L’istituzione delle “città metropolitane” – e, quindi, anche della “città metropolitana di Napoli” – obbliga ad avviare una nuova fase nella riflessione sulle grandi città italiane e sul loro hinterland...
1. 1. NAPOLI NEL “PROGETTO EUROPEO”
Napoli è il terzo comune d’Italia in termini di popolazione dopo Roma e Milano. È anche il
punto focale di una delle più estese, dense e abitate aree metropolitane d’Europa. Napoli
e la sua area metropolitana formano un sistema territoriale di particolare complessità in
termini di caratteri geografici, sociali, economici e culturali, caratterizzato da profondi dis-equilibri.
Data la loro scala, le prestazioni economiche di Napoli e della sua area
metropolitana – la capacità di generare occupazione, reddito e benessere – influenzano la
traiettoria di sviluppo economico dell’Italia in misura rilevante.
Per tutte queste ragioni Napoli e la sua area metropolitana dovrebbero essere al centro
della riflessione – e delle politiche di sviluppo – in Italia e in Europa. Il fatto che non lo sia
dipende da un pregiudizio analitico, infondato quanto condiviso: il sistema urbano di
Napoli sarebbe troppo complesso, troppo elevata la sua frammentazione politico-amministrativa,
troppo anomali i suoi dis-equilibri per giustificare il tentativo di una
rappresentazione della sua dinamica e la formulazione di una strategia di sviluppo alla
scala metropolitana.
L’istituzione delle “città metropolitane” – e, quindi, anche della “città metropolitana di
Napoli” – obbliga ad avviare una nuova fase nella riflessione sulle grandi città italiane e sul
loro hinterland. Innanzitutto, impone di declinare il tema della scala territoriale alla quale
condurre le analisi e formulare le strategie per i territori che hanno come punto focale le
grandi città italiane. Nel caso di Napoli, la definizione della “città metropolitana” sulla base
dei confini dell’attuale Provincia identifica un sistema territoriale funzionale che è un’unità
rilevante per rappresentare e governare la traiettoria di sviluppo economico. In effetti, nel
caso del sistema urbano di Napoli da molto tempo i confini amministrativi hanno perso di
significato come unità di analisi e di regolazione . L’istituzione della città metropolitana,
nell’obbligare a introdurre nuove istituzioni che regolano il processo decisionale alla scala
territoriale intercomunale, costringe a ria-aprire il tema della traiettoria di sviluppo
economico. Permette di riprendere e approfondire la discussione sui dis-equilibri, sul
potenziale di sviluppo, sull’allocazione spaziale delle risorse, sulle strategie, sulle azioni.
Napoli può utilizzare il passaggio alla città metropolitana per ri-avviare una riflessione
strategica che per metodi e obiettivi la ponga tra le città protagoniste della costruzione del
sistema urbano europeo del futuro .
2. LA “SOVRANITÀ STRATEGICA” DELLA CITTÀ EUROPEA
Uno dei più profondi mutamenti avvenuti in Europa negli ultimi due decenni è il consistente
aumento della “sovranità strategica” delle città – in particolare, delle grandi città. Le città
ora intervengono – e la comunità nazionale e quella locale si aspettano che esse
intervengano – per regolare le proprie traiettorie di sviluppo economico. Nel sistema delle
politiche pubbliche europee e nazionali le città non sono più considerate i luoghi in cui si
manifesta lo sviluppo economico, bensì i luoghi in cui si genera lo sviluppo economico.
Per compensare e anticipare cambiamenti alla scala regionale, nazionale e globale e
cambiamenti nelle strategie delle imprese che hanno effetti attesi negativi sulle proprie
prestazioni economiche, le città come unità politico-amministrative definiscono e attuano
politiche integrate di sviluppo economico. La città che reagisce ai cambiamenti sociali,
economici, tecnologici, culturali con politiche appropriate che prendono forma dalla
comunità locale – ciò che possiamo definire “città strategica – è il paradigma della città
europea contemporanea.
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