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Martedì 6 Maggio 2014 - 241ª Seduta pubblica
L'Assemblea ha avviato l'esame del ddl n. 1464 di conversione, con modif icazioni, del decreto-legge 20
marzo 2014, n. 34, recante disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell'occupazione e per la
semplif icazione degli adempimenti a carico delle imprese (decreto Poletti), già approvato dalla Camera dei
deputati.
L'articolo 1 detta una nuova disciplina per il contratto a termine, che non prevede più il vincolo della
motivazione sia per il primo contratto sia per le sue proroghe, ridotte da otto a cinque. In ciascuna azienda
è previsto un limite massimo di rapporti di lavoro a termine pari al 20 per cento dell'organico stabile. La
Commissione propone di escludere gli enti di ricerca dal limite del 20 per cento e di convertire in pecuniaria
la sanzione per le aziende che non rispettano il tetto. L'articolo 2 detta una nuova disciplina per
l'apprendistato. Il testo, come modif icato dalla Camera, prevede che il contratto scritto contenga il piano
f ormativo individuale in f orma sintetica. Il decreto-legge riduce gli obblighi previsti al f ine di nuove
assunzioni degli apprendisti, riducendo al 20 per cento la percentuale minima di conversione di rapporti di
apprendistato. La Commissione propone di limitare l'obbligo di stabilizzazione alle aziende con più di 50
dipendenti e di introdurre la possibilità di utilizzare l'apprendistato per attività stagionali. L'articolo 2-bis,
inserito dalla Camera, contiene norme di diritto transitorio. La Commissione propone che f ino al 31
dicembre, in aggiunta alla norma nazionale del 20 per cento, valgano le regole già scritte nei contratti
vigenti. L'articolo 3 riguarda l'elenco anagraf ico dei servizi pubblici per l'impiego, cui possono iscriversi
anche i cittadini di altri Stati membri dell'Unione europea e i soggetti extracomunitari regolarmente
soggiornanti in Italia. L'articolo 4 semplif ica il sistema di adempimenti richiesti alle imprese per l'acquisizione
del Documento unico di regolarità contributiva (DURC). L'articolo 5 prevede, a f avore del datore di lavoro
che stipula contratti di solidarietà, un benef icio consistente nella riduzione provvisoria della quota di
contribuzione previdenziale a suo carico per i soli lavoratori interessati da una riduzione dell'orario di lavoro
superiore al 20 per cento.
Il decreto - ha ricordato il relatore, sen. Ichino (SC) - anticipa alcuni prof ili del ddl delega di rif orma del
mercato del lavoro (Jobs Act) che cerca di semplif icare la normativa nazionale secondo il modello della
flexsecurity e di f acilitare l'incontro tra domanda ed of f erta di lavoro in un contesto produttivo
caratterizzato da f luidità e incertezza. Secondo il relatore è positivo che il contratto a tempo determinato
non sia più considerato socialmente pericoloso, anche se esso non deve diventare la f orma normale di
lavoro. Il preambolo introdotto all'inizio dell'articolo 1 richiama inf atti la necessità di aumentare le
opportunità occupazionali in tempi di crisi, f ermo restando il contratto a tempo indeterminato quale f orma
comune di rapporto di lavoro. Il relatore ha inf ine lamentato la scarsa chiarezza delle norme.
Hanno presentato e illustrato pregiudiziali di costituzionalità i sen. Loredana De Petris (Misto-SEL) e
Buccarella (M5S): la liberalizzazione dei contratti a termine, che diventano acausali, è irragionevole,
aumenta la precarietà, contrasta con i diritti costituzionali e con la normativa europea. Per ragioni opposte
ha avanzato una pregiudiziale il sen. Malan (PdL): il tetto del 20 per cento per i contratti a termine è
eccessivo e provocherà la soppressione di molti posti di lavoro.
Respinte le pregiudiziali e la sospensiva del sen. Puglia (M5S), si è svolta la discussione generale, che è
stata sospesa brevemente dopo il lancio dalle tribune di volantini dell'Unione Sindacale di Base che
invitavano i senatori a non votare il decreto.
Hanno preso la parola i sen. Stef ania Pezzopane, Lucrezia Ricchiuti, Lepri, Nicoletta Favero, Laura
Puppato, Santini, Rita Ghedini (PD); Paola De Pin, Bencini (Misto); Puglia, Sara Paglini, Serenella Fucksia
(M5S); Floris, Galimberti (FI-PdL); Mancuso, Pagano (NCD); Dalla Zuanna (SC); Di Biagio (PI); Emanuela
Munerato (LN-Aut); Barozzino (Misto-SEL).
Secondo SEL il decreto rivela che, contrariamente agli annunci, obiettivo del Governo non è il contratto a
2. tutele crescenti bensì la demolizione dello Statuto dei lavoratori. La strategia della precarizzazione oltre a
ledere diritti dà pessimi risultati anche sui versanti della produttività e della competitività. Anche Movimento 5
Stelle ricorda che l'aumento della precarietà non crea nuove opportunità occupazionali ma peggiora le
condizioni di vita dei lavoratori. Per rilanciare l'occupazione, occorrono piuttosto politiche espansive di
sostegno ai consumi e agli investimenti pubblici.
Secondo FI-PdL per aumentare l'occupazione serve ridurre la pressione f iscale e gli oneri contributivi. Pur
condividendo l'aumento della durata del contratto a termine da 12 a 36 mesi, anche la Lega Nord considera
il decreto inef f icace: per rilanciare l'occupazione è necessario ridurre il cuneo f iscale e abrogare la legge
Fornero.
Secondo il PD le critiche di segno opposto al decreto dimostrano che il testo rif lette un giusto equilibrio tra
f lessibilità e tutele ovvero scaturisce da un compromesso tra esigenze di f acilitazione delle assunzioni e di
prevenzione degli abusi. Il Gruppo per le Autonomie apprezza le norme sul contratto a termine e
sull'apprendistato stagionale. Nuovo Centrodestra si è battuto per impedire alla sinistra di annacquare e
complicare un decreto che rende più agevole il ricorso ai contratti a termine e all'apprendistato. Scelta Civica
rivendica il contributo dato per approvare il primo tassello di una rif orma coerente con la libertà dei rapporti
di lavoro e con l'obiettivo del contratto a tutele crescenti. PI insiste sulla distinzione tra f lessibilità e
precarietà, sottolineando che il vero cuore della rif orma è il Jobs Act, accompagnato da misure di
def iscalizzazione.
In apertura di seduta, per esprimere solidarietà alla popolazione delle Marche colpita dall'alluvione, hanno
preso la parola i sen. Camilla Fabbri (PD), Ceroni (PdL), Serenella Fucksia (M5S), Bianconi (NCD); i sen. Uras
(Misto-SEL) e Arrigoni (LN-Aut) hanno anche criticato i mancati interventi per la prevenzione del dissesto
idrogeologico.