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La realizzazione del Bilancio Sociale Partecipato del welfare della
città di Brescia fa parte delle azioni del Progetto “Brescia città del
noi”, finanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Welfare
in azione.
Il Comune di Brescia è l’ente capofila del progetto, in partenariato
con: Auser Brescia, Cooperativa Co.Librì, Centro Studi Socialis,
Università Statale di Brescia e Università Cattolica di Brescia.
Un ringraziamento a tutti coloro che, all’interno dell’amministrazione comunale, con il
loro lavoro e le loro competenze hanno contribuito alla realizzazione del progetto.
Si ringraziano inoltre i partner del progetto Auser Brescia, Co.Li.Brì, Socialis, Università
Cattolica di Brescia e Università Statale di Brescia, la rete di progetto, il Consiglio di
Progetto, il Consiglio di Indirizzo e le realtà bresciane che ne sostengono le attività:
Fondazione ASM, Congrega della Carità Apostolica, Fondazione Brescia solidale,
Fondazione Casa di Industria Onlus.
Un ringraziamento particolare alla Fondazione Comunità Bresciana per il sostegno e la
costituzione del Fondo di progetto: “Brescia città del noi”.
2
INDICE
INDICE.....................................................................................................................2
BREVE NOTA METODOLOGICA...........................................................................4
1. LA CITTÀ.........................................................................................................5
2. IL SETTORE SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI BRESCIA.................. 15
3. IL WELFARE DELLA CITTÀ DI BRESCIA.................................................. 19
4. L’ARTICOLAZIONE DEL WELFARE CITTADINO...................................... 23
Prima infanzia: gli obiettivi dell’Amministrazione..............24
Prima infanzia: dati di contesto .............................................24
Prima infanzia: i servizi censiti ..............................................26
Prima infanzia: l’accesso ai servizi comunali e
convenzionati ..............................................................................................26
Prima infanzia: focus tematici................................................29
Minori, famiglia: gli obiettivi dell’Amministrazione............36
Minori, famiglia: dati di contesto ...........................................36
Minori, famiglia: i servizi censiti ............................................38
Minori, famiglia: l’accesso ai servizi comunali....................38
Minori, famiglia: focus tematici .............................................40
Minori in condizioni di disagio o in tutela: gli obiettivi
dell’Amministrazione .................................................................................44
Minori in condizioni di disagio o in tutela: dati di contesto
44
Minori in condizioni di disagio o in tutela: i servizi censiti46
Minori in condizioni di disagio o in tutela: focus tematici.46
Politiche giovanili: gli obiettivi dell’Amministrazione........49
Politiche giovanili: dati di contesto .......................................49
Politiche giovanili: i servizi censiti ........................................50
Politiche giovanili: l’accesso ai servizi comunali................51
Politiche giovanili: focus tematici .........................................53
Adulti in difficoltà: gli obiettivi dell’Amministrazione........56
Adulti in difficoltà: dati di contesto .......................................57
3
Adulti in difficoltà: i servizi censiti ........................................58
Adulti in difficoltà: focus tematici .........................................59
Persone con disabilità: gli obiettivi dell’Amministrazione 64
Persone con disabilità: dati di contesto ...............................64
Persone con disabilità: i servizi censiti ................................65
Persone con disabilità: focus tematici..................................66
Anziani: gli obiettivi dell’Amministrazione...........................68
Anziani: dati di contesto..........................................................68
Anziani: i servizi censiti...........................................................71
Anziani: focus tematici ............................................................72
Servizi trasversali e Multiutenza: i servizi censiti ..............80
Politiche lavorative e abitative: gli obiettivi
dell’Amministrazione .................................................................................81
Politiche lavorative e abitative: dati di contesto.................82
Politiche lavorative: i servizi censiti......................................83
5. L’ACCESSO AI SERVIZI SOCIALI COMUNALI E AL SEGRETARIATO
SOCIALE .............................................................................................................. 85
6. LA SPESA DEL COMUNE DI BRESCIA PER IL WELFARE..................... 89
CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI................................................................ 92
POSTFAZIONE .................................................................................................... 94
NOTE .................................................................................................................... 95
4
BREVE NOTA METODOLOGICA
La terza edizione del Bilancio Sociale partecipato del welfare della città di Brescia,
prosegue nel segno di quelle precedenti, con la volontà di dare una visione
comunitaria del welfare cittadino, alimentato da molte realtà che operano in
sinergia con il Comune di Brescia e sono portatrici di servizi, innovazione, risorse
economiche e umane.
La terza edizione coincide, in parte, anche con la chiusura del Progetto “Brescia città
del Noi”, finanziato con il contributo di Fondazione Cariplo all’interno del bando
“Welfare in azione”. Il progetto in questi ultimi tre anni ha supportato tutto l’apparato
del welfare cittadino tramite diversi “cantieri” di lavoro:
La comunità nel suo complesso (cantiere “La forza della Comunità”);
I bambini della fascia 0-2 anni e le loro famiglie (cantiere “Prima Infanzia”);
I minori, le loro famiglie e i giovani (cantieri “Vivi il Quartiere e Officina Giovani”
e cantiere “100 Leve”);
Gli adulti in condizioni di disagio e grave emarginazione (cantiere “Contrasto
alla povertà, impegno sociale e promozione al lavoro”);
Gli anziani e le persone con disabilità (cantiere “Servizi innovativi per anziani e
disabili”).
Anche in questo Bilancio verranno messi in evidenza alcuni dei principali risultati
ottenuti grazie a queste azioni.
Le analisi statistiche presenti nel documento sono state realizzate grazie a:
Dati demografici elaborati sulla base dell’archivio informatizzato dell’Anagrafe
della popolazione residente1
.
Dati interni elaborati dai Servizi Sociali del Comune di Brescia;
Dati interni elaborati dall’Ufficio di Staff statistica del Comune di Brescia;
Ricerche e analisi elaborate dall’Agenzia Conoscenza e Innovazione del
progetto “Brescia Città del Noi” (Centro Studi Socialis e Università degli Studi di
Brescia).
L’anno di riferimento del documento è il 2018, con, laddove possibile, la presenza di
trend longitudinali degli ultimi anni.
5
1. LA CITTÀ
Il presente capitolo fornisce alcuni dati di contesto sulla città di Brescia in
particolare sulla popolazione e le famiglie residenti. La base dati di riferimento è
quella dell’Anagrafe Comunale, che conteggia la popolazione residente nel periodo
gennaio-dicembre di ogni anno, comprendendo le cancellazioni e le iscrizioni
registrate entro il 15 marzo 2019, sempre riguardanti il periodo 01/01/2018 –
31/12/2018, il che permette di tener conto anche delle variazioni, in più e in meno,
dovute ai ritardi di trascrizione degli atti. I dati presentati sono relativi al 2018 e,
laddove possibile, si è cercato di evidenziare i trend maggiormente significativi
dell’ultimo triennio (2016-2018).
La popolazione
Mentre la popolazione italiana cala di 90.000 persone rispetto al 2018, Brescia
cresce fino a raggiungere, nel 2018, i 200.000 abitanti. La popolazione residente nel
Comune di Brescia negli ultimi tre anni (2016-2018) è cresciuta di circa 2.257
persone, di cui 1.276 solo nell’ultimo anno. Nel 2018 i residenti sono 200.213. Nella
tabella 1 e nelle figure 1 a) e 1 b) si trovano i dati di dettaglio rispetto alla
composizione della popolazione negli ultimi 3 anni in termini di genere e
cittadinanza.
Tabella 1: La popolazione residente nel Comune di Brescia, 2016-2018
Anno Italiani
% sulla
città
Stranieri
% sulla
città
Femmine
% sulla
città
Maschi
% sulla
città
Totale
città
2016 161.331 81,5% 36.625 18,5% 104.493 52,8% 93.463 47,2% 197.956
2017 161.782 81,3% 37.155 18,7% 104.852 52,7% 94.085 47,3% 198.937
2018 161.844 80,8% 38.369 19,2% 105.029 52,5% 95.184 47,5% 200.213
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-18.
Figura 1 a) e 1 b): La popolazione residente nel Comune di Brescia, per
cittadinanza e genere
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
Italiani 81% Stranieri 19% Maschi 48% Femmine 52%
6
Dal 2016 la percentuale degli stranieri sul totale della popolazione è leggermente
cresciuta, sebbene l’aumento non arrivi a superare il punto percentuale, pertanto la
proporzione tra italiani e stranieri è sostanzialmente stabile: gli italiani continuano
a rappresentare l’81% della popolazione totale e gli stranieri il 19%. Le femmine
scendono leggermente (da 52,8 a 52,5) e i maschi passano da 47,2% a 47,5%.
Di seguito una tabella con i dati della popolazione suddivisi per fasce di età
funzionale, ovvero:
Da 0 a 2 anni Asilo nido
Da 3 a 5 anni Scuola Infanzia
Da 6 a 10 anni Scuola Primaria
Da 11 a 13 anni Scuola Sec. I grado
Da 14 a 18 anni Scuola Sec. II grado
Da 19 a 24 anni Università
Da 25 a 64 anni Adulti
Da 65 a 74 anni Giovani anziani
Da 75 a 84 anni Anziani
85 anni e oltre Grandi anziani
Tabella 2: La popolazione residente nel Comune di Brescia, per fasce d’età e
cittadinanza
Fasce d’età
Italiani Stranieri Città
F M Totale
%
fascia
su tot
italiani
F M Totale
% fascia
su tot
stranieri
F M Totale
%
fascia
tot
città
0-2 anni 1.440 1.538 2.978 1,8% 777 839 1.616 4,2% 2.217 2.377 4.594 2,3%
3-5 anni 1.598 1.625 3.223 2,0% 818 866 1.684 4,4% 2.416 2.491 4.907 2,5%
6-10 anni 3.189 3.228 6.417 4,0% 1300 1385 2.685 7,0% 4.489 4.613 9.102 4,5%
11-13 anni 2.092 2.082 4.174 2,6% 614 712 1.326 3,5% 2.706 2.794 5.500 2,7%
14-18 anni 3.620 3.824 7.444 4,6% 775 916 1.691 4,4% 4.395 4.740 9.135 4,6%
19-24 anni 4.486 4.599 9.085 5,6% 1.120 1579 2.699 7,0% 5.606 6.178 11.784 5,9%
25-64 anni 40.320 40.400 80.720 49,9% 13.491 11.761 25.252 65,8% 53.811 52.161 105.972 52,9%
65-74 anni 11.453 9.392 20.845 12,9% 771 313 1.084 2,8% 12.224 9.705 21.929 11,0%
75-84 anni 10.815 7.419 18.234 11,3% 183 92 275 0,7% 10.998 7.511 18.509 9,2%
85 e oltre 6.134 2.590 8.724 5,4% 33 24 57 0,1% 6.167 2.614 8.781 4,4%
Totale 85.147 76.697 161.844 100,0% 19.882 18.487 38.369 100,0% 105.029 95.184 200.213 100,0%
Percentuale 52,6% 47,4% 100% 51,8% 48,2% 100% 52,5% 47,5% 100%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
7
Alcuni dati livello di quartiere:
I cinque quartieri più popolosi sono Porta Cremona, Porta Venezia, Chiusure,
Urago Mella, Lamarmora,
I cinque meno popolosi sono Folzano, Caionvico, Buffalora, Fornaci, Casazza.
Le percentuali di minori, adulti e anziani over 65 anni presenti in città sono stabili:
16% minori (31.285 persone), 60% adulti fino ai 64 anni (119.709 persone) e 25%
anziani dai 65 anni in su (49.219). Nel 2018 l’età media è di 45,7 anni.
Figura 2: La struttura della popolazione residente a Brescia per fascia d’età
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
Se mettiamo a confronto però giovani e anziani, la componente relativa alla fascia
di popolazione over 65 si dimostra prevalente rispetto a quella dei giovani fino a 14
anni, come testimonia l’indice di vecchiaia2
, che indica una presenza in media di 190
over 65 ogni 100 giovani under 14. L’indice di vecchiaia è aumentato di 2 punti
percentuali rispetto allo scorso anno (da 188 a 190) ed è molto superiore a quello
nazionale che si attesta .
Figura 3: L’indice di vecchiaia nelle zone della città
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
16%
60%
25%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Minori (< 18 anni) Adulti (18-64 anni) Anziani (> 65 anni)
169 174
187
207
232
0
50
100
150
200
250
SUD CENTRO OVEST EST NORD
8
Tra le varie zone della città (Centro, Est, Nord, Ovest, Sud), quella con l’indice di
vecchiaia più alto rimane la zona Nord, con la presenza in media di oltre 232 anziani
ogni 100 giovani sotto il 14 anni. Quelle con un rapporto anziani-giovani
maggiormente a favore dei giovani rimangono anche quest’anno la zona Sud e la
zona Centro, che hanno un indice di vecchiaia maggiormente al di sotto della media
cittadina.
Se approfondiamo l’analisi dell’indice di vecchiaia a livello di quartiere abbiamo la
seguente rappresentazione:
• I primi cinque quartieri con indice di vecchiaia più basso sono Sanpolino,
Centro Storico Nord, Fiumicello, Primo Maggio, Chiesanuova.
• I primi cinque quartieri con indice di vecchiaia più basso sono Casazza, S.
Polo Parco, Mompiano, Villaggio Prealpino, Urago Mella.
Tabella 3: L’indice di vecchiaia nei quartieri di Brescia, 2018
Quartieri con indice di vecchiaia più basso Quartieri con indice di vecchiaia più alto
Zone Quartieri
indice di
vecchiaia
Zone Quartieri
indice di
vecchiaia
Est Sanpolino 67,0 Nord Casazza 311,9
Centro Centro Storico Nord 120,9 Est S. Polo Parco 283,0
Ovest Fiumicello 127,9 Nord Mompiano 280,2
Ovest Primo Maggio 141,2 Nord
Villaggio
Prealpino
259,1
Sud Chiesanuova 150,2 Ovest Urago 250,2
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
La popolazione straniera rimane una popolazione più giovane, in cui la componente
anziana rappresenta solo il 4%, rispetto alla popolazione italiana costituita da
anziani per il 30%. I giovanissimi, sotto i 14 anni, nella popolazione italiana sono
l’11%, mentre in quella straniera rappresentano il 20%. Rispetto all’anno scorso è
leggermente cresciuta la componente anziana della popolazione straniera (+1%).
Tabella 4: Popolazione italiana e straniera per fasce di età
< 14 anni 65 anni <
Donne 15-50 anni
(età riproduttiva)
Anno Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri
Anno 2018 valori assoluti 18.215 7.692 47.803 1.416 30.335 11.727
2018 % su totale della città 9% 4% 24% 1% 15% 6%
2018 % su totale di
italiani (161.844); stranieri (38.369)
11% 20% 30% 4% 19% 31%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
I nati a Brescia nell’ultimo anno hanno subito un leggero incremento: +38 nati.
Rispetto all’anno scorso è cresciuta la componente dei nati italiani (+3%, 66 nati in
più rispetto al 2017, ma 15 in meno rispetto al 2016) e diminuita quella dei nati
stranieri (-3%, 28 nati in meno rispetto al 2017 e 58 in meno rispetto al 2016).
9
Confrontando i dati a livello nazionale, si nota che in Italia il numero delle nascite
cala di 9.000 nati in meno3
.
Tabella 5: Nati italiani e stranieri a
Brescia
Anno
Nati a Brescia
Totale
Italiani Stranieri
2016 999 567 1.566
% 64% 36% 100%
2017 918 537 1.455
% 63% 37% 100%
2018 984 509 1.493
% 66% 34% 100%
Tabella 6: Nati italiani e stranieri in
Italia
Anno
Nati in Italia
Totale
Italiani Stranieri
2016 379.760 93.240 473.438
% 80% 20% 100%
2017 374.000 90.000 458.151
% 81% 19% 100%
2018
(stime)
358.000 91.000 449.000
% 80% 20% 100%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-2018.
A Brescia sono presenti 138 diverse cittadinanze, oltre a quella italiana. Nel 2017
erano 134. Le prime 10 cittadinanze per numerosità (Figura 4) sono composte al
31,7% da asiatici (cittadini provenienti da Pakistan, Cina, India, Sri Lanka e Filippine),
al 27,5% da cittadini dell’Europa dell’est (cittadini provenienti da Romania, Ucraina,
Moldavia), al 5,8% da egiziani e al 5,7% da albanesi.
Figura 4: Le 10 cittadinanze straniere più numerose in città
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
Rispetto al 2016 rimangono salde ai primi 5 posti Romania, Pakistan, Ucraina,
Moldavia e Cina, sebbene i moldavi registrino una diminuzione di circa 195 persone.
La Romania cresce di circa 590 persone e il Pakistan di circa 250. Diminuisce di
poco (-54 persone) la popolazione albanese.
4.689
3.818
3.117
2.740
2.527
2.284 2.214 2.204
1.800 1.719
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
4.500
5.000
10
Le tipologie famigliari
Nella presente sezione vedremo i dati demografici dal punto di vista delle tipologie
famigliari presenti in città. Le famiglie, ai fini statistici, vanno da un minimo di 1
componente senza vincolo di numero totale: sono quindi considerate famiglie la
coppia senza figli, la coppia con uno o più figli (coppia eterosessuale), ma anche il
cittadino che vive solo, il genitore che vive con uno o più figli (maschio o femmina
senza limiti di età). Vi è infine la categoria altro che comprende tutte le situazioni
che non ricadono in questi casi.
A Brescia, le famiglie, italiane e straniere, nel 2018 erano complessivamente 95.236
(743 in più rispetto al 2017 e 1.608 in più rispetto al 2016).
Tabella 7 con figura: Le famiglie residenti a Brescia, per cittadinanza
Anno
Famiglie
italiane
Famiglie
straniere
Famiglie
miste
Totale
Famiglie
2016 76.197 14.150 3.281 93.628
2017 76.611 14.295 3.587 94.493
2018 76.805 14.375 4.056 95.236
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-2018
La zona con più famiglie è la Centro, quella con meno famiglie la Est. I cinque
quartieri con più famiglie sono: Porta Cremona (6.623), Porta Venezia (5.163),
Chiusure (5.052), Centro Storico Nord (4.819), Urago Mella (4.746). I cinque quartieri
con meno famiglie sono invece: Folzano (770), Buffalora (1.005), Caionvico (1.070),
Sanpolino (1.125), Fornaci (1.224).
Figura 5: Numero di famiglie residenti a Brescia, per zona
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018
Famiglie
italiane
81%
Famiglie
straniere
15%
Famiglie
miste
4%
12.600
17.613
20.267
22.312 22.444
0
5.000
10.000
15.000
20.000
25.000
Est Ovest Nord Sud Centro
11
Le famiglie più numerose sono quelle costituite da un solo componente (maschi o
femmine che vivono soli, senza figlio o altri conviventi). Questa tipologia di famiglie
rappresenta il 44,6% del totale delle famiglie.
Tabella 8 con figura: Numero di famiglie residenti a Brescia, per numero di
componenti e cittadinanza
N. di componenti per
famiglie
Famiglie
italiane
Famiglie
straniere
Famiglie
miste
Totale
Famiglie
%
su totale
1 componente 34.617 7.822 42.439 44,6%
2 componenti 21.797 1.961 958 24.716 26,0%
3 componenti 11.128 1.619 946 13.693 14,4%
4 componenti 7.304 1.640 942 9.886 10,4%
5 componenti 1.517 808 607 2.932 3,1%
6 e più componenti 442 525 603 1.570 1,6%
Totale 76.805 14.375 4.056 95.236 100,0%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018
Le famiglie con un solo componente
Come accennato, la maggioranza delle famiglie è costituta da famiglie
monocomponente, ovvero composti da una sola persona (maschio o femmina soli),
che rappresentano circa il 44,6% del totale delle famiglie. In prevalenza sono
femmine sole, italiane e con più di 65 anni.
Tabella 9: Le famiglie monocomponente residenti a Brescia, per cittadinanza,
genere e presenza di anziani
Italiane Straniere Totale
F sole M soli Tot F sole M soli Tot F sole M soli Tot
Totale per genere e
cittadinanza
19.962 14.655 34.617 3.953 3.869 7.822 23.915 18.524 42.439
% su totale
monocomponente
47% 35% 82% 9% 9% 18% 56% 44% 100%
di cui Anziani 11.528 4.086 15.614 402 77 479 11.930 4.163 16.093
% su totale
monocomponente
27% 10% 37% 1% 0% 1% 28% 10% 38%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018
44,6%
26,0%
14,4%
10,4%
3,1% 1,6%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
1
componente
2 componenti 3 componenti 4 componenti 5 componenti 6 e più
componenti
12
Figura 6: Composizione delle famiglie con un solo componente, per cittadinanza
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
In termini assoluti:
il numero di famiglie con un solo componente è aumentato, dal 2016 di
1.509 persone;
L’85% delle famiglie bresciane è formato da 3 componenti e di questa parte,
il 52% ha un solo componente.
Le famiglie con più di un componente
La seconda tipologia famigliare più diffusa è quella delle coppie, sia con che senza
figli (34%). Tra esse le prevalgono quelle con figli, sebbene begli ultimi anni abbiano
subito un decremento.
Tabella 10: Le famiglie residenti a Brescia per tipologia famigliare, 2016-2018
Tipologia famigliare
2016 2017 2018
Variazione
2016-2018Frequenza
assoluta
%
sul tot
Frequenza
assoluta
%
sul tot
Frequenza
assoluta
%
sul tot
Coppia con figli 18.554 19,8% 18.298 19,4% 18.174 19,1% -2%
Coppia sola 14.305 15,3% 14.345 15,2% 14.519 15,2% 1%
Madre con figli 7.798 8,3% 7.870 8,3% 7.866 8,3% 1%
Padre con figli 1.446 1,5% 1.454 1,5% 1.493 1,7% 3%
Femmina sola 23.583 25,2% 23.825 25,2% 23.915 25,1% 1%
Maschio solo 17.347 18,5% 17.863 18,9% 18.524 19,5% 6%
Altro 10.595 11,3% 10.838 11,5% 10.745 11,3% 1%
Totale 93.628 100,0% 94.493 100,0% 95.236 100,0% 2%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-2018.
Come accennato, le famiglie sono aumentate di 743 nuclei in più rispetto al 2017 e
di 1.608 rispetto al 2016. Si può notare un significativo incremento della categoria
Maschi soli
Italiani
35%
Maschi soli
Stranieri
9%
Femmine sole
Italiane
47%
Femmine sole
Straniere
9%
Femmine sole
56%
13
“maschi soli” che rispetto all’anno scorso crescono di 661 nuclei e rappresentano
l’89% dell’aumento delle famiglie dal 2017. Essi sono in prevalenza italiani (italiani
14.655, stranieri 3.869). Un incremento delle famiglie monocomponente (+751
nuclei) e, nonostante rimangano la tipologia più numerosa, una diminuzione delle
coppie con figli (-124 nuclei), in diminuzione già dallo scorso anno. Nella tabella
seguente si evidenziano le variazioni rispetto al 2017.
Tabella 11: Le famiglie residenti a
Brescia per tipologia famigliare,
confronto 2017-2018
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale,
2017-2018.
Tipologia
famigliare
Frequenza
assoluta
%
Differenza
rispetto al
2017
Coppia con figli 18.174 19% -124
Coppia sola 14.519 15% 174
Madre con figli 7.866 8% -4
Padre con figli 1.493 2% 39
Femmina sola 23.915 25% 90
Maschio solo 18.524 19% 661
Altro 10.745 11% -93
Totale 95.236 100% 743
Figura 7: Le famiglie residenti a
Brescia per tipologia famigliare, 2018
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale,
2018.
Provando ad analizzare, infine, le tipologie famigliari differenziando le famiglie
italiane, straniere e miste, vediamo come sia nelle famiglie italiane che straniere
prevalgano le famiglie monocomponente (femmine o maschi che vivono da soli).
Nelle famiglie straniere, femmine e maschi soli presentano percentuali più alte sul
totale degli stranieri (ovvero il 54%) rispetto alle percentuali delle famiglie
monocomponente sul totale degli italiani (45%).
Tabella 12: Le tipologie famigliari per popolazione italiana, straniera o mista
Femmina
sola
Maschio
solo
Coppia
sola
Coppia
con figli
Madre
con figli
Padre
con figli
Altro Totale
Famiglie italiane
19.962 14.655 13.690 14.699 6.812 1.354 5.633 76.805
26% 19% 18% 19% 9% 2% 7% 100%
Famiglie straniere
3.953 3.869 361 2.095 787 110 3.200 14.375
27% 27% 3% 15% 5% 1% 22% 100%
Famiglie miste
/ / 468 1.380 267 29 1.912 4.056
/ / 12% 34% 7% 1% 47% 100%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
19%
15%
8%
2%
25%
19%
11%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
14
Infografica
15
2. IL SETTORE SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI BRESCIA
Un welfare partecipato, di comunità e di prossimità
Le dinamiche demografiche appena delineate, l’aumento dei bisogni e alla scarsità
delle risorse ha reso necessario un ripensamento delle politiche di welfare nell’ottica
di una sempre maggiore integrazione tra pubblico e privato e di un sempre maggior
coinvolgimento dei cittadini nella produzione di servizi di welfare.
Questa è la direzione che l’Amministrazione ha preso, a partire dal 2013, e che sta
portando avanti ancora oggi, grazie a progetti come il Progetto “Brescia città del
Noi”, che ha permesso di ripensare il sistema dei servizi di welfare della città. La
filosofia del Brescia città del Noi, che punta sull’attivazione della comunità e sul
rendere la cura una responsabilità di tutti (“del noi”), da un lato risponde ad esigenze
pratiche, poiché il pubblico da solo non può più rispondere a tutti i bisogni
emergenti, e dall’altro è ispirata alla consapevolezza che di fatto già esista una
comunità attiva e ricca di risposte e proposte per rispondere ai bisogni che
intercetta o per attivare la propria comunità.
Il percorso di attivazione, sviluppo e promozione della comunità è fortemente
interconnesso allo sviluppo dei servizi sociali in senso comunitario. Per questo
motivo in ognuno dei “cantieri” di lavoro del progetto (corrispondenti alle tradizionali
aree dei servizi sociali) si è scelto di puntare su alcuni servizi che si potessero
considerare “servizi di comunità”, in quanto:
Agiti da attori sociali diversi dall’ente pubblico, ma in sinergia con esso;
Rivolti alla comunità;
Attivatori e generatori di comunità.
Pensiamo a servizi come i tempi per le famiglie per la prima infanzia, i vivi il quartiere
per le famiglie con minori, i punti comunità, ecc.
A livello di governance è stato costituito il Consiglio di indirizzo del welfare della
città, che consiste in un tavolo di confronto tra Comune e Terzo Settore per
indirizzare le politiche di welfare in maniera partecipata.
L’idea è quella di considerare l’ente pubblico come un’Agenzia di Sviluppo del
welfare cittadino che indirizzi i soggetti produttori verso un welfare universalistico,
equo e partecipato sia nella programmazione che nella gestione dei servizi.
Sarà quindi fondamentale promuovere un cambiamento nei rapporti e nelle
connessioni tra Terzo Settore e PA.
Tra gli obiettivi raggiunti si possono nominare:
La creazione di strumenti di accreditamento e qualificazione per le
organizzazioni del Terzo Settore;
16
La costruzione di un’apposita procedura per l’avvio di servizi sperimentali in
particolare per i servizi non standardizzabili;
L’apertura di nuovi Punti Comunità.
Tra gli obiettivi del prossimo triennio del Settore Servizi Sociali del Comune di
Brescia si possono citare:
Promuovere interventi innovativi integrati con le risorse della comunità;
Rafforzare modalità per raccordarsi con gli enti sanitari (ATS, ASST);
Consolidare la nuova organizzazione dei servizi sociali come servizi olistici e
di prossimità;
Accompagnare gli operatori dei 5 servizi territoriali ad essere sempre più
agenti di sviluppo di comunità, raccordandosi con le realtà operanti nei
quartieri e i punti comunità;
Valorizzare il rapporto con i Consigli di quartiere;
Proseguire con l’attività del Consiglio di indirizzo del welfare cittadino.
Considerando quello del welfare come un distretto industriale, sarà fondamentale
lo sviluppo di quattro “funzioni strategiche”:
1. Conoscenza e innovazione per monitorare i bisogni sociali, raccogliere
informazioni sull’offerta e le best pratices nazionali e internazionali;
2. Sviluppo delle risorse umane tramite una formazione continua e trasversale
utile allo sviluppo di competenze per supportare l’assunzione del ruolo di
agenti di comunità;
3. Comunicazione e animazione sociale;
4. Finanza e crowdfunding.
Il Settore Servizi Sociali del Comune di Brescia
Il Settore Servizi Sociali del Comune di Brescia far parte dell’Area servizi alla
persona e istruzione del Comune di Brescia, la quale si articola nei settori:
• Settore Diritto allo Studio, rapporti con l’università, sport e politiche giovanili
• Settore Servizi per l’infanzia – Scuole dell’infanzia e asili nido
• Settore Servizi sociali
• Settore Casa e inclusione sociale
• Unità di staff Programmazione, Progettazione-sociale e supporto
specialistico
I dati presentati nel presente Bilancio faranno riferimento ai Servizi Sociali con
l’integrazione di dati sui servizi per la prima infanzia dal Settore Servizi per l’infanzia,
per i giovani dal Settore Diritto allo Studio, rapporti con l’università, sport e politiche
giovanili, per il lavoro e l’abitazione dal Settore Casa e inclusione sociale.
17
Il Settore Servizi Sociali si articola in 5 Servizi Sociali Territoriali, presenti nelle 5
zone della città. Di seguito presentiamo una tabella che riporta, per ciascuna zona
della città, i riferimenti dei 5 Servizi Sociali Territoriali e dei 15 Punti Comunità attivi
nel 2018. Ad oggi in città sono presenti 17 Punti Comunità, più 1 in fase di
riconoscimento e 4 in fase di raccolta delle manifestazioni di interesse4
.
Tabella 13: I Servizi Sociali Territoriali e i Punti Comunità presenti in ogni zona,
al 31.12.2018.
Zone
Servizio
Sociale
Territoriale
Punti Comunità
Nome del
Punto
Comunità
Indirizzo del
servizio/
struttura
Mail del Punto
Comunità
Quartiere
CENTRO
Via della
Rocca,
16/a
P.C. del Centro
Storico
Corso Garibaldi, 29/a
puntocomunita@mclb
rescia.it
CENTRO STORICO
NORD
EST
Corso
Bazoli, 7
P.C. Caionvico Via Rodone, 17
puntocomunita@gma
il.com
CAIONVICO
P.C. Sanpolino Corso Bazoli, 79
puntocomunitasanpol
ino@gmail.com
SANPOLINO
P.C. San Polo
Cimabue
Via Cimabue, 271
puntocomunitasanpol
ocimabue@gmail.co
m
S. POLO CIMABUE
P.C. San Polo Parco Via Ferri, 101
puntocomunitasanpol
oparco@gmail.com
S. POLO PARCO
NORD
Via Gadola,
16
P.C. Borgo Trento Via Trento, 64/a
puntocomunita@aclic
ristore.it
BORGO TRENTO
P.C. Villaggio
Prealpino
Via Del Brolo, 71
puntocomunita.prealp
ino@gmail.com
VILLAGGIO
PREALPINO
P.C. San Bartolomeo Via Del Gallo 22/24
comitatopdcsanba@g
mail.com
S. BARTOLOMEO
OVEST
Via
Paganini, 1
P.C. Chiusure Via Farfengo, 69
puntocomunitachiusu
re@libero.it
CHIUSURE
P.C. Villaggio Badia Via del Santellone, 2
puntocomunitabadia
@gmail.com
VILLAGGIO BADIA
P.C. Villaggio Violino
Piazza Don Teotti, 5,
Quartiere La Famiglia
puntocomunitaviolino
@gmail.com
VILLAGGIO VIOLINO
SUD
Via
Micheli, 8
P.C. Folzano Via della Palla, 13
puntocomunitafolzan
o@gmail.com
FOLZANO
P.C. Lamarmora
Piazzale Giacinto
Tredici, 16 C/O
Parrocchia S. Giacinto
puntocomunitalamar
mora@gmail.com
LAMARMORA
P.C. Villaggio Sereno
Villaggio Sereno
Traversa XII, 152/E
puntocomunitavillagg
iosereno@gmail.com VILLAGGIO SERENO
P.C. Chiesanuova
Via Fura, 119 c/o
Parrocchia S.M.
Assunta
puntocomunitachiesa
nuova@gmail.com
CHIESANUOVA
Fonte: Comune di Brescia, 2018.
18
Il personale il personale dipendente dell’Area servizi alla persona e istruzione del
Comune di Brescia che si occupano di Welfare5
nel 2018 era composto da 375
persone così suddivise:
Tabella 14: Il personale dei Settori in dell’Area servizi alla persona e istruzione
del Comune di Brescia che si occupano di Welfare
Ruoli N. persone
Responsabile Di Area 1
Dirigente/Responsabili Di Settore 4
P. O. (Posizioni Organizzative) Responsabili Di Servizio 9
Alta Professionalità 1
Collaboratore Tecnico 1
Commesso Operatore 2
Istruttore Direttivo Tecnico 1
Dipendenti Amministrativi 92
Assistenti Sociali 58
Educatori Professionali 4
Educatore 0
Operatori Socio Assistenziali (O.S.A.) 19
Autisti (Compreso un Autista Specializzato) 15
Operatore Socio Assistenziale Specializzato 1
Totale Area Servizi alla Persona 208
Dipendenti Dell’Area Nidi (Personale Educativo) 126
Dipendenti Dell’Area Nidi (Personale Ausiliario)
N. persone
Appalto
Ausiliari nidi
13 28
Totale Area Nidi 167
Totale complessivo 375
Fonte: Ufficio Amministrazione del Comune di Brescia, 2018.
Dei 2018 dipendenti dell’Area Servizi alla Persona, 90 operano sul territorio,
all’interno dei Servizi Sociali Territoriali, secondo questa suddivisione:
Fonte: Ufficio Amministrazione del Comune di Brescia, 2018.
S.S.T. Centro S.S.T. Est S.S.T. Nord S.S.T. Ovest S.S.T. Sud
22 15 19 19 15
19
3. IL WELFARE DELLA CITTÀ DI BRESCIA
Per evidenziare la costruzione collettiva del welfare è stata realizzata una
mappatura dei servizi di welfare presenti in città, offerti dal Terzo settore e sono
stati redatti, oltre a questo, altri due Bilanci sociali partecipati del welfare della città
(più un numero zero), importanti elementi di conoscenza della “città de noi”.
Il welfare della città va concepito come un sistema integrato, articolato in una
complessità eterogenea di produttori. Anche quest’anno, come nei Bilancio sociali
partecipati precedenti, si proverà a fornire una rappresentazione il più possibile
dettagliata dei soggetti che, oltre al Comune di Brescia, concorrono alla produzione
del welfare cittadino6
. Si è proceduto ad un ulteriore aggiornamento dei dati, con la
prospettiva futura di affinare ulteriormente l’analisi tramite una ricognizione sempre
più accurata e ancor più completa.
I soggetti produttori e le unità di offerta
Il censimento dei soggetti produttori di welfare della città di Brescia e dei servizi da
essi erogati ha portato alla luce, per il 2018, la presenza di:
- Almeno 326 soggetti produttori di welfare, oltre al Comune. 327 erogatori,
quindi, Comune compreso.
- 813 unità di offerta censite.
Rispetto all’anno scorso si evidenziano alcune significative variazioni, dovute ad un
nuovo un aggiornamento della mappatura e ad un’ulteriore miglior perimetrazione
e classificazione, che ha portato a:
- aggiornare la mappatura sulla base della revisione dell’elenco delle unità di
offerta sociale mappate dal Comune di Brescia e delle informazioni reperite
tramite alcune delle attività legate al progetto Brescia Città del Noi, che
hanno permesso di escludere alcune realtà non più esistenti o servizi che
hanno cessato di esistere e includere soggetti o servizi nuovi;
- aggiornare l’elenco delle cooperative di inserimento lavorativo;
- riassegnare servizi residenziali (alloggi) al momento senza ente gestore, che
quindi sono stati classificati assegnandoli all’ente proprietario dell’immobile
(di solito A.L.E.R. o Comune di Brescia);
- riposizionare servizi di enti gestori che hanno cambiato forma giuridica (ad
esempio da associazione a cooperativa sociale).
Già nel precedente bilancio erano stati esclusi dalla mappatura i servizi assimilati a
temi più sanitari (ambulatori).
Di seguito riportiamo i dati suddivisi per forma giuridica7
.
20
Tabella 15: I soggetti erogatori e i servizi censiti in città, 2016-2018
Forma giuridica
dei soggetti
erogatori:
2016 2017 2018
N.
soggetti
N.
unità
di
offerta
N.
soggetti
N.
unità
di
offerta
N.
soggetti
N. unità
di
offerta
% su
totale
servizi
Media
servizi
per
forma
giuridica
Associazioni 162 375 152 369 156 356 44% 2,3
Cooperative
sociali
61 135 61 146 65 169 21% 2,6
Enti
ecclesiastici
55 115 62 103 61 111 14% 1,8
Enti privati 16 19 25 30 23 28 3% 1,2
Fondazioni 14 44 14 44 16 53 7% 3,3
Enti morali 6 14 2 9 2 10 1% 5,0
Altro ente
pubblico
3 5 3 6 2 26 3% 13,0
Altra
Cooperativa
1 1 1 1 1 1 0% 1,0
Comune di
Brescia
1 48 1 49 1 53 7% 53,0
Forme
giuridiche
miste8
/ 11 / 4 / 7 1% /
Totale 319 767 321 761 327 813 100% 2,5
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2016-2018.
- Le associazioni continuano a gestire la maggior parte dei servizi censiti
(44%).
- Le fondazioni e gli enti morali sono i soggetti, oltre al Comune di Brescia,
con una media di servizi gestiti per singolo soggetto più alta.
- Quest’anno il valore alto registrato per l’ente pubblico non comunale è
dovuto al fatto che molti alloggi A.L.E.R. non hanno assegnato un ente
gestore e quindi sono conteggiati sotto l’ente proprietario dell’immobile.
Rispetto al 2016, già nel 2017 si era scelto, inoltre, di spostare alcuni servizi da un
target all’altro in quanto meglio rappresentativo degli obiettivi del servizio stesso.
Per questo motivo, già dal precedente bilancio, alcuni target presentano delle
variazioni numeriche più evidenti. In particolare:
- tra i servizi per la Prima Infanzia troviamo i Consultori pubblici e privati, che
inizialmente erano stati inseriti tra i servizi rivolti ai minori e alle famiglie;
- tra i servizi per i minori e le famiglie non troviamo più l’assistenza domiciliare
minori (A.D.M.) e i servizi per minori in difficoltà/ospedalizzati/ammalati, che
si è scelto di rendicontare nell’area disagio minorile e tutela;
21
- Nella categorizzazione dei servizi si è deciso inoltre di dedicare una sezione
a parte ai servizi trasversali all’area disabili e anziani. In particolare, si è
deciso riferire i servizi di trasporto sociale, normalmente conteggiati
nell’area anziani, ad un target multiutenza che comprendesse anche l’area
disabilità. Sono qui conteggiati anche i nuovi servizi domiciliari integrati.
I servizi per minori e famiglie si sono arricchiti per lo più di nuovi Vivi il Quartiere, i
servizi per adulti di attività a rilevanza sociale, i servizi traversali dei servizi
domiciliari integrati e quelli multiutenza di nuovi punti comunità.
Tabella 16 e figura: I servizi censiti in città per target, 2016-2018
Target 2016 2017 2018
Prima Infanzia 52 64 66
Minori, famiglia 136 117 134
Minori in tutela 42 54 53
Giovani 16 17 18
Adulti 142 140 151
Disabili 83 84 83
Anziani 146 117 120
Servizi trasversali anziani, disabili / 25 35
Multiutenza9
121 117 122
Lavoro 29 25 31
Totale 767 761 813
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
Tabella 17: I servizi censiti in città per zona
Zona 2016 2017 2018
Centro 219 223 232
Est 145 145 146
Nord 127 124 144
Ovest 106 101 110
Sud 170 168 181
Totale 767 761 813
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
2,2%
3,8%
4,3%
6,5%
8,1%
10,2%
14,7%
15,0%
16,5%
18,6%
0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0%
Giovani
Lavoro
Servizi trasversali anziani, disabili
Minori in tutela
Prima Infanzia
Disabili
Anziani
Multiutenza
Minori, famiglia
Adulti
22
Tabella 18: I servizi censiti in città per gestione diretta o indiretta del Comune di
Brescia
Zona 2016 2017 2018
Gestione diretta del Comune di Brescia 48 49 53
Gestititi dal privato sociale con o senza rapporto
con il Comune di Brescia
719 712 760
Totale 767 761 813
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
23
4. L’ARTICOLAZIONE DEL WELFARE CITTADINO
Nel presente capitolo verranno presentati i servizi presenti per ciascun target di
intervento. Ogni paragrafo sarà suddiviso indicativamente nel seguente modo:
1. Gli obiettivi dell’Amministrazione;
2. Alcuni dati di contesto;
3. I servizi presenti in città;
4. Solo per alcuni target verranno riportati i dati relativi all’accesso ai servizi
comunali;
5. Focus tematici specifici per ogni target che presentano alcune delle azioni
portate avanti nel 2018;
Alcuni paragrafi risulteranno più ricchi di altri grazie alla disponibilità di una maggior
quantità di informazioni strutturate su contesto e utenza.
I paragrafi target, come accennato in precedenza, sono i seguenti:
1. Prima infanzia
2. Famiglia, minori
3. Minori in condizioni di disagio o tutela
4. Politiche giovanili
5. Adulti in difficoltà
6. Persone con disabilità
7. Anziani
8. Multiutenza
9. Politiche lavorative e abitative
Chiuderanno il Bilancio:
- un capitolo sull’accesso ai Servizi Sociali comunali e al Segretariato sociale;
- un capitolo sulla spesa del Comune di Brescia per il welfare.
24
Prima infanzia
Prima infanzia: gli obiettivi dell’Amministrazione
Gli obiettivi dell’Amministrazione per la prima infanzia sono i seguenti:
- incrementare la frequenza dei bambini negli asili nido e negli altri servizi per
la prima infanzia, con particolare riguardo ai bambini stranieri e ai bambini
in situazione di disabilità;
- consolidare le esperienze di “Tempo per le famiglie” (anche con nuove
modalità di gestione del servizio con orari più flessibili e rendendo capillare
la loro presenza sul territorio cittadino) la cui sperimentazione ha
evidenziato l’importanza dello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale nei primi
anni di vita;
- ampliare l’attuale rete di servizi per le famiglie con bambini di età 0-3 anni,
con attività parallele all’asilo nido (luoghi educativi, di socializzazione e
accoglienza per i bambini e per le persone adulte che li accompagnano);
- incrementare le esperienze di micro-nido e sezioni primavera per agevolare
l’inserimento nella scuola dell’infanzia;
- valutare l’istituzione di un Polo dell’infanzia ed avviare il coordinamento
pedagogico territoriale (secondo il D.Lgs 65/2017);
- garantire continuità operativa o prevedere la costituzione di un Patto
educativo della città (tra PA, ATS e agenzie educative) affinché si crei
un’effettiva coerenza nel passaggio da un servizio educativo all’altro;
- attraverso il Kit di benvenuto “Bimborsina”, permettere a tutte le mamme ed
ai papà di scegliere i servizi più adatti al proprio piccolo;
- progetto di contrasto alla povertà minorile;
- supportare le famiglie nei compiti educativi e informarle maggiormente
circa le opportunità nella prima infanzia;
Prima infanzia: dati di contesto
La popolazione “Prima Infanzia”, che comprende la fascia d’età 0-2 anni, ovvero i
bambini nei primi 3 anni di vita (0, 1 e 2 anni compiuti), alla fine del 2018 era
composta da 4.594 minori, in leggero calo rispetto agli ultimi due anni (-58 bambini
rispetto al 2017 e -154 rispetto al 2016). Si tratta in maggioranza maschi di
nazionalità italiana (33%). La percentuale degli stranieri, sia maschi che femmine, è
invece del 35% sul totale della popolazione 0-2, mentre gli italiani sono il 65%.
Negli ultimi tre anni il numero di bambini della fascia prima infanzia è
progressivamente calato (-154 bambini).
25
Nella tabella seguente sono riportati i dati della popolazione 0-2 anni residente a
Brescia, suddivisa per genere e cittadinanza, tra il 2016 e il 2018.
Tabella 19: La popolazione 0-2 anni residente a Brescia
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
I nati a Brescia nel 2018 sono stati 1.493. Essi rappresentano il 32,4% della fascia
di età della prima infanzia. I nati sono calati rispetto al 2016 (-73) ma risultano in
leggero aumento rispetto al 2017 (+38)
Tabella 20: I nati residenti a Brescia per cittadinanza
Anno
Nati italiani residenti a
Brescia
Nati stranieri residenti a
Brescia
Nati totali residenti a Brescia
Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale
%
sulla
città
Totale
città
2016 483 516 999 291 276 567 774 792 1.566 0,79% 197.956
2017 426 492 918 255 282 537 681 774 1.455 0,73% 198.937
2018 475 509 984 226 283 509 701 792 1.493 0,75% 200.213
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
La fascia di età della prima infanzia è così composta:
Figura 8: La composizione della fascia di età 0-2 anni
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
Nuovi
nati
33%
1 anno
32%
2 anni
35%
Anno
Popolazione italiana Popolazione straniera
Popolazione 0-2 residente a
Brescia
Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale
%
sulla
città
2016 1.515 1.553 3.068 826 854 1.680 2.341 2.407 4.748 2,4%
2017 1.440 1.570 3.010 817 825 1.642 2.257 2.395 4.652 2,3%
2018 1.440 1.538 2.978 777 839 1.616 2.143 2.160 4.594 2,3%
26
Prima infanzia: i servizi censiti
Le unità di offerta per la Prima Infanzia a Brescia sono rappresentate soprattutto
dagli asili nido e dai tempi per le famiglie (in seguito anche abbreviati in TPF).
Completano l’offerta i nidi famiglia, un centro prima infanzia e un servizio di baby
sitting estivo. Servizi per la prima infanzia vengono offerti anche dai consultori
pubblici e privati presenti in città.
Tabella 21: I servizi per la Prima Infanzia censiti nel 2018
Target Totale delle Unità di Offerta
Prima infanzia 66
Asili nido e sezioni primavera
38 asili nido
1 sezione primavera
Tempi per le famiglie (TPF) 12
Nidi famiglia 4
Servizi di babysitting estivo 1
Centro prima infanzia 1
Consultori privati 6
Consultori pubblici 3
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
Rispetto all’anno scorso l’offerta si è arricchita di un nido famiglia e da questo anno
è attiva anche la sezione primavera presso la scuola dell'infanzia Tadini.
Prima infanzia: l’accesso ai servizi comunali e
convenzionati
Nel presente paragrafo esamineremo più da vicino l’utenza dei servizi prima in-
fanzia, con particolare dettaglio, data la disponibilità di dati validati, sugli utenti dei
servizi comunali e convenzionati (asili nido e tempi per le famiglie). Ricordiamo che
i dati sui frequentanti qui presentati sono dati che si riferiscono all’anno scolastico
2018/2019, non all’anno solare, e che quindi sono da leggere come dati a cavallo
tra due anni.
Tabella 22: Gli utenti e le unità di offerta degli asili nido negli ultimi 3 anni
2016/2017 2017/2018 2018/2019
pubblici convenzionati pubblici convenzionati pubblici convenzionati
Utenti Utenti Utenti
470 311 482 444 480 444
781 926 924
N. unità di offerta N. unità di offerta N. unità di offerta
11 12 11 13 11 13
23 24 25
Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Brescia.
27
Tabella 23: Gli utenti e le unità di offerta dei TPF negli ultimi 3 anni
2016/2017 2017/2018 2018/2019
pubblici convenzionati pubblici convenzionati pubblici convenzionati
Utenti Utenti Utenti
116 180 166 151 167 179
296 317 346
N. unità di offerta N. unità di offerta N. unità di offerta
3 5 4 8 4 8
8 12 12
Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Brescia.
Volendo fare un confronto rispetto all’evoluzione storica dell’utenza dei servizi per
la prima infanzia a gestione comunale diretta e indiretta (in convenzione), la
situazione è la seguente:
Tabella 24: Gli utenti degli Asili nido e dei TPF tra negli ultimi 3 anni
Anni scolastici
Frequentanti
nidi comunali
Frequentanti
nidi
convenzionati
Frequentanti
tempi per le
famiglie
comunali
Frequentanti
tempi per le
famiglie
convenzionati
Totale
2016/2017 470 311 116 180 1.077
2017/2018 482 444 166 151 1.243
2018/2019 480 444 167 179 1.270
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale e Comune di Brescia.
Guardando l’andamento degli ultimi anni si nota una minima ma progressiva
diminuzione del numero della fascia di età 0-2 anni – e un progressivo aumento
degli iscritti ai servizi per la prima infanzia.
Tabella 25: Rapporto nati e iscritti ai servizi Prima Infanzia 2016-2018
Anno di riferimento
Residenti a Brescia nella
fascia di età 0-2
Iscritti
% fruitori servizi Prima
infanzia sui residenti
fascia di età 0-2
2016/2017 4.748 1.077 22,7
2017/2018 4.652 1.243 27,4
2018/2019 4.594 1.270 27,6
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale e Comune di Brescia.
I 1.270 bambini frequentanti servizi comunali o convenzionati rappresentano il
27,6% della popolazione bresciana 0/2. Non sono conteggiati gli iscritti ai servizi
privati, non collegati in alcun modo al Comune, che innalzerebbero quindi il numero
dei fruitori. Ancora un passo in più verso l’obiettivo di Barcellona per la prima
infanzia: nel 2002 il Consiglio Europeo a Barcellona ha stabilito, tra gli obiettivi di
diffusione di servizi per l’infanzia, gli stati membri si impegnassero ad offrire servizi
come asili nido e altri servizi per la prima infanzia ad almeno il 33% di bambini sotto
i 3 anni10
.
28
Complessivamente il numero degli utenti per i servizi prima infanzia è aumentato
tra il 2016 e il 2018. In generale rispetto al 2016/2017 il numero complessivo degli
utenti di nidi e tempi per le famiglie è aumentato di 193 bambini. Tra l’anno
scolastico 2017/2018 e l’anno scolastico 2018/2019 gli iscritti ai servizi per la
prima infanzia sono cresciuti di 27 persone.
Nel 2018 è stata avviata la consegna della “Bimborsina” a tutti i nuovi nati, tramite
le farmacie comunali. Si tratta di un dono augurale che il Comune di Brescia, con il
progetto Brescia città del Noi, unitamente a tante altre realtà della città, hanno
ideato per accogliere il nuovo nato nella comunità.
Lo scopo principale è quello di
far conoscere i servizi, ma
soprattutto di rendere
consapevoli le famiglie che c’è
una “comunità” intorno a loro,
che può supportarli nelle
diverse fasi della vita, a partire
dalla prima infanzia. A tutte le
famiglie che hanno avuto un
bimbo/bimba nel 2018 è stata
inviata una lettera per ritirare la
sacchetta augurale presso le
farmacie comunali. Nella
sacchetta, realizzata dalla
Cooperativa Sociale Cauto, si
trovano un libretto che illustra i
servizi per l’infanzia presenti in
città (asili nido, tempi per le
famiglie, consultori familiari), un
pieghevole sul progetto Nati per
la Cultura con possibilità di ritirare un “Passaporto culturale” per accedere ai musei
della città entro il primo anno di vita proprio bimbo/bimba; una tessera per accedere
alle piscine comunali; un libro della collana “Nati per leggere”; articoli sanitari; un
buono sconto di 10 euro per le necessità di tutta la famiglia da spendere a
Spigolandia.
La Bimborsina è stata consegnata a 667 nati nel 2018.
Figura 9: La locandina della Bimborsina
29
Prima infanzia: focus tematici
L’impatto del servizio tempi per le famiglie
I Tempi per le famiglie sono un servizio il cui obiettivo è accogliere i bambini che
non usufruiscono di altri servizi per la prima infanzia, come i nidi, accompagnati dai
genitori o da altre figure, quali nonni o baby-sitter. Questi servizi offrono luoghi sicuri
e organizzati di relazione, di gioco e di confronto, sotto la guida di educatori
professionisti. Un’alternativa all’asilo nido per chi vuole dedicare comunque alcune
ore della giornata alla cura dello sviluppo cognitivo e comportamentale dei propri
piccoli, coinvolgendo anche i genitori in un percorso importante anche nella loro
crescita come educatori. I servizi TPF offrono infatti anche agli adulti l'occasione
per costruire una propria rete di relazioni sociali, un modo per sentirsi meno soli nel
proprio ruolo, confrontarsi, scambiare esperienze, fare amicizia, condividere
difficoltà e gioie della crescita dei loro bambini.
Tra maggio e giugno 2018, Socialis, l’Agenzia Conoscenza e innovazione del
progetto Brescia città del Noi, in coordinamento con i responsabili dell’Area Prima
Infanzia del Comune di Brescia, ha condotto all’interno dei 12 Tempi per le famiglie
presenti in città, un’indagine volta a cogliere il grado di soddisfazione delle famiglie
frequentanti i TPF ed il cambiamento positivo generato in termini di miglioramento
del benessere delle famiglie grazie alla frequenza del TPF.
I dati raccolti nei TPF bresciani hanno portato alla luce dinamiche ed esiti simili a
quelli reperibili in letteratura circa l’importanza di questi servizi per la prima infanzia.
In un periodo storico in cui le famiglie si sentono spesso isolate o perdono il
contatto con la comunità, sia in termini partecipativi, sia come fonte di supporto, i
nuovi bisogni delle famiglie si concentrano intorno alle esigenze di socializzazione
e supporto nell’educazione dei figli. I Tempi per le Famiglie sono stati in grado di
rispondere a questi nuovi bisogni con un servizio di qualità ed emotivamente
coinvolgente.
All’indagine hanno risposto 188 famiglie, corrispondenti al 50% degli iscritti ai 12
TPF (37511
). Di seguito sono riportati i maggiori risultati rilevati.
1) Caratteristiche delle famiglie
che frequentano il Servizio: Le
famiglie frequentanti sono in
prevalenza italiane (84%), al
10% miste, ovvero famiglie in
cui uno dei genitori è straniero,
il 6% sono famiglie straniere.
Quando non è la madre che
accompagna il bambino al
Famiglie
italiane
84%
Famiglie
miste
10%
Famiglie
straniere
6%
30
TPF, se l’accompagnatore è un altro parente (32% dei casi), il 95% delle volte è
uno dei nonni, in particolare la nonna. Accompagnatori esterni alla famiglia,
come babysitter sono estremamente rari (3 casi su 188).
2) Tempo della frequenza al TPF: La
maggior parte delle famiglie
intervistate frequentava il
servizio da circa un anno. Il fatto
che un TPF sia aperto più ore a
settimana rispetto ad un altro
sembra non incidere in maniera
significativa su una maggiore
frequenza del servizio.
Generalmente, la frequenza
settimanale si attesta tra le 2-4
ore e le 5-6 ore settimanali, in
quasi ogni TPF a prescindere dall’orario di apertura. La maggior parte frequenta
al mattino (63%) e solo il 27% al pomeriggio. Ciò accade anche nei TPF aperti
nel pomeriggio.
3) Facilità con cui le famiglie raggiungono il TPF: Generalmente le famiglie si
muovono in auto impiegando tra i 10 i 20 minuti in media, spostandosi con
facilità o molta facilità nel tragitto casa-TPF.
4) Motivazioni della scelta del servizio: hanno inciso motivazioni legate alla qualità
educativo-pedagogica offerta dal servizio e al fatto che esso si configuri come
un luogo di socializzazione e confronto sia tra bambini che tra adulti.
5) Valutazione rispetto all’esperienza globale del servizio da parte di adulti e
bambini, alla preparazione del personale, alle attività proposte e al clima
prevalgono valutazioni ottime. Esse vengono leggermente mitigate da
valutazioni buone quando viene chiesta l’opinione sugli aspetti riguardanti
strutture e arredi (ambienti, pulizie, struttura spazi gioco…) e logistici (orari).
6) Valutazione del costo del servizio: I TPF Comunali richiedono un contributo di
60 euro annuali al momento dell’iscrizione, mentre i TPF gestiti dal privato
sociale presentano diverse modalità di finanziamento: alcuni offrono servizi
gratuiti, altri prevedono tessere con un numero di ingressi, altri ancora
contributi specifici per il materiale utilizzato. Generalmente si tratta di cifre
contenute distribuite su un arco di tempo annuale o ad ingresso singolo. Le
famiglie ritengono in larga parte che il costo sia adeguato all’offerta, anzi che
sia accessibile a tutti ed economico considerando i grandi benefici personali
che si ricavano dalla frequenza del TPF (attività, giochi, materiale, formazione,
ecc....).
7) Le proposte per un possibile miglioramento del servizio che hanno ricevuto
maggiori preferenze sono quelle riguardanti orari più flessibili, più giorni di
Frequenta il
TPF da meno
di un anno
8%
Frequenta il
TPF da
circa un
anno
72%
Frequenta
il TPF da
circa 2
anni
20%
31
apertura, maggiori e diverse attività per i bambini e la possibilità di usufruire di
una banca del tempo12
. Di particolare rilevanza è inoltre la richiesta di maggiori
spazi dedicati solo ai genitori.
8) In generale tutti consiglierebbero il servizio perché è un luogo di
socializzazione, di confronto e di crescita sia per i bambini che per gli adulti,
che possono fare un’esperienza educativa in un ambiente adeguato e
accogliente. Il TPF è descritto come un luogo dove la famiglia può ritrovarsi e
passare assieme del tempo di qualità, dove poter socializzare con altre famiglie
e condividere assieme l’esperienza del gioco e della crescita dei figli.
9) L’impatto sociale generato dai Tempi per le Famiglie per chi viveva l’esperienza
di accompagnatore del bambino al TPF: Il nuovo servizio non ha solo offerto
uno spazio in cui passare del tempo di qualità con i propri figli, farli socializzare
e ricevere importanti nozioni pedagogiche, ma si è rivelato anche uno
strumento di socializzazione per i genitori, che hanno avuto occasioni di
scambio utili a sentirsi meno soli nel compito di crescere i propri figli e sentirsi
più parte di una comunità. Il servizio si è reso quindi promotore di un
cambiamento più profondo, personale ed intimo, grazie ai momenti di
condivisione offerti dai TPF. Molti legano la positività dell’esperienza al fatto
che essa sia stata positiva per il bambino, prima che per l’adulto. Chi
accompagna i propri figli al TPF sa che qui può trovare compagnia e supporto,
altre persone che stanno affrontando le stesse esperienze, ma anche educatori
esperti pronti a sostenerli. Frequentare il TPF allarga l’esperienza di vita dei
genitori sia in termini sociali che conoscitivi. A crescere non è solo il bambino
ma anche chi si prende cura di lui.
10) Il cambiamento generato per i bambini: In primis frequentare il TPF è
un’esperienza educativa e relazionale. Giocare e sperimentare attività creative
in spazi adeguati e relazionarsi con i coetanei. Giudicata buona anche
l’opportunità di relazionarsi con altri adulti oltre ai genitori e di imparare ad
essere più autonomi. I famigliari sono rimasti molto soddisfatti delle possibilità
che i TPF hanno offerto ai loro figli: spazi gioco adeguati all’età e molto più
stimolanti di quelli che avrebbero potuto avere a casa; un luogo accogliente
dove imparare a relazionarsi sia con i coetanei che con gli adulti mentre si
realizzano attività nuove e creative. I bambini crescono sotto tutti i punti di
vista: sociale e cognitivo, ed i genitori hanno avuto la possibilità di osservarli e
sostenerli nell’esplorazione. Imparare queste nuove competenze rassicura i
genitori in previsione del futuro distacco con l’asilo o la scuola materna.
Riassumendo i TPF hanno avuto impatto su alcuni particolari aspetti:
1. Raggiungere nuova utenza e coglierne i bisogni emergenti
I TPF hanno permesso di frequentare un luogo di crescita comunitaria anche ai
bambini che non hanno avuto accesso all’asilo nido. Parallelamente hanno quindi
intercettato famiglie e genitori bisognosi di supporto educativo e sociale: mamme
straniere, mamme lavoratrici o disoccupate che durante la giornata non avevano
32
modo di passare del tempo con i propri figli o di conoscere altre persone con figli.
La presenza degli educatori ha poi permesso di soddisfare il bisogno di supporto
alla genitorialità per i neo genitori.
2. La socializzazione dei più piccoli
Molti TPF accolgono in maggior numero bambini con un’età media di quasi due
anni, cioè quando si manifesta maggiormente l’esigenza del contatto con altri
bambini, e questa è la più importante richiesta con cui le famiglie si avvicinano a un
TPF. Nei Tempi per le Famiglie i genitori hanno modo di osservare il loro bambino
entrare in contatto con altri coetanei, scoprire le sue risposte e guidarlo insieme
all’educatore verso quelle più appropriate.
3. L’attenzione alla transizione
Il servizio dei Tempi per le Famiglie, come sottolineato anche dai genitori stessi,
permette di preparare il bambino al distacco dal genitore, in vista del passaggio al
nido o alla scuola dell’infanzia, in maniera più soft. La transizione si costituisce di
quel complesso di rituali e regole condivise, in particolare nel periodo di inserimento
o ambientamento, che prevedono il coinvolgimento di almeno uno dei genitori, nella
costruzione di una responsabilità condivisa e nella transizione dalla quotidianità
familiare a quella del nido. Essa è divenuta una filosofia fondamentale nei TPF,
favorendo esperienze condivise in una situazione protetta e lieta nella quale
sperimentare, nel riconoscimento delle forti ambivalenze, le prime reciproche
autonomie, la prima condivisione delle responsabilità, il primo confronto con altri
genitori.
4. Osservazione dei figli
L’osservazione come atteggiamento che consente di essere presente con il bambino e
di sostenerne l’attenzione e l’attività senza essere intrusivo è un aspetto
fondamentale13
. Osservare il proprio bambino mentre gioca e interagisce con altri
adulti e altri bambini, consente di scoprire le sue potenzialità, di esserci, lasciandolo
al tempo stesso libero di sperimentare e di allontanarsi senza perdere il contatto.
5. Trasmissione di modelli educativi ed empowerment dei genitori
I servizi per l’infanzia nei quali i genitori sono presenti quotidianamente, sono luoghi
nei quali è possibile osservare gli educatori e vedere altri possibili modelli di stile
educativo, di proporre e fare rispettare le regole della convivenza sociale. I modi
possibili vengono mostrati e non insegnati, i genitori possono vederli, valutarne il
significato e l’efficacia, farli propri e reinterpretarli. Si tratta di modelli che
consentono loro di essere sé stessi come genitori in modo consapevole e più
sereno.
6. La partecipazione attiva dei genitori
I TPF hanno sollecitato la partecipazione attiva dei genitori. La partecipazione può
assumere una valenza formativa e essere un supporto al ruolo genitoriale, un
incoraggiamento ad assumere un ruolo attivo nella comunità, una prima forma di
33
esercizio della cittadinanza attiva. I servizi per l’infanzia sono quindi un intreccio nel
quale si incontrano non solo le politiche educative, ma anche le politiche a sostegno
della famiglia.
Le collaborazioni con i consultori
A giugno 2018 si è svolto un incontro tra i Servizi Sociali del Comune di Brescia e 5
dei 6 consultori cittadini14
. I consultori che hanno aderito sono stati:
1. Consultorio Crescere Insieme (Coop Elefanti Volanti);
2. Consultorio dell’ASST Brescia;
3. Consultorio Poliambulanza-CIDAF;
4. Consultorio Familiare ONLUS;
5. Familiae Auxilium Consultorio Diocesano.
L’incontro è stato proposto per avviare un confronto e uno scambio, con la
prospettiva di ipotizzare possibili sinergie tra i Consultori, che nelle loro attività
ordinarie si relazionano con bambini e famiglie della fascia 0-3 anni, ed il Comune
di Brescia, che negli ultimi anni ha portato avanti diverse azioni sul tema della prima
infanzia.
Un’attività importante dell’Assessorato è stata infatti quella di sostenere la fruizione
dei servizi per la prima infanzia. Se per le scuole materne il numero dei frequentanti
per la fascia di età si aggira intorno al 95% dei residenti, per i nidi e i Tempi per le
famiglie si sta raggiungendo il 30% (attualmente il 27,6%)15
. Anche grazie all’apporto
del progetto Brescia Città del Noi, il Comune ha sostenuto la prima infanzia, in
particolare tramite:
- Ricerche inerenti i servizi per la prima infanzia;
- Attività di formazione condivisa tra operatori dei Nidi e Tempi per le
Famiglie;
- Incontri pubblici e seminari per sostenere e approfondire la cultura sui
servizi alla prima infanzia;
- Ideazione e promozione della Bimborsina.
I Consultori promuovono a loro volta particolari iniziative dedicate alla prima
infanzia, riportate nella tabella seguente.
Consultorio Attività svolte a favore della prima infanzia
Consultorio
Crescere
Insieme (Coop
Elefanti Volanti)
Attività di “supporto alla genitorialità” tramite un servizio di
home visiting: un supporto diretto alle mamme nel primo
anno di vita, che ha una funzione specialistica.
34
Consultorio
dell’ASST
Brescia
Servizio di Assistenza a domicilio a mamma e neonato dopo
il parto (Servizio di Dimissione protetta): le neomamme che lo
desiderano possono richiedere, compilando un apposito
modulo disponibile in ospedale, un incontro a domicilio con
un’ostetrica o un’assistente sanitaria. È garantita a tutte le
neomamme, se richiesta, almeno una visita domiciliare. È
possibile poi decidere di continuare oppure accedere ai servizi
del consultorio (come attività di gruppo; consulenza
individuale, di coppia o di famiglia);
Organizzazione di spazi aperti di confronto anche
interculturale;
Supporto a iniziative diverse, quali ad esempio “Nati per
leggere”;
A tutte le mamme che accedono al consultorio viene chiesto
se vogliono partecipare allo screening sul benessere
psicologico.
Consultorio
Poliambulanza-
CIDAF
Cidaf è in una fase di riorganizzazione ma anche di analisi e
studio di nuove linee di sviluppo dei propri servizi.
Mantenendo le tradizionali attività consultoriali sanitarie,
vuole puntare a valorizzare, anche la dimensione sociale.
Consultorio
Familiare
ONLUS
Azioni di sensibilizzazione delle neomamme: spiegazione del
servizio di dimissione all’ultima visita preparto e attivazione
di una collaborazione in particolare con il consultorio pubblico
di via Paganini;
Gruppo mamme con bambini tra 0-1 anno, che si riunisce ogni
15 giorni. Il gruppo è aperto sia alle donne incinte che alle neo-
mamme;
Servizio 0/5: 5 colloqui con la mamma, dopo i quali si può
inviare ai Tempi per le famiglie.
Familiae
Auxilium
Consultorio
Diocesano.
Attività pre e post nascita con circa 2000 utenze annue. Il
consultorio diocesano, pur essendo collocato nella zona Nord
della città, accoglie utenza da tutta la provincia.
Bisogni rilevati:
- Viene evidenziato il pericolo di “creare disuguaglianza” attraverso i servizi. Ai
servizi pre-parto, infatti, partecipano perlopiù donne straniere, mentre le donne
italiane vanno maggiormente da specialisti privati. Le donne gravide che
transitano (soprattutto per le ecografie) sono moltissime. Diminuisce il numero
di donne seguite dall’inizio alla fine della gravidanza. Ai servizi post-parto
partecipano perlopiù donne di elevata cultura, in generale comunque, le donne
35
privilegiano le visite pre-parto e il controllo peso del bambino per pochi mesi
dopo il parto;
- Si denota una partecipazione attiva nei consultori fino all’anno. A seguire ci si
potrebbe collegare con i Tempi per le famiglie;
- Serve creare spazi in cui le mamme possano esprimere il proprio bisogno, in
particolare proponendo incontri di gruppo gruppi focalizzati su temi specifici,
per favorire la partecipazione. Il tema che emerge dai partecipanti è spesso
quello di legato alla dimensione del vivere il momento della nascita in solitudine,
soprattutto per le donne straniere. C’è consapevolezza ma la partecipazione ai
gruppi rimane scarsa;
- Le segnalazioni di richiesta di supporto psicologico per famiglie con bambini
nella fascia 0-3 anni arrivano spesso tramite i nidi, i Tempi per le Famiglie, ecc.,
ed emerge una richiesta di supporto crescente anche da parte dei papà.
Le possibili collaborazioni tra Consultori e Servizi per la prima infanzia comunali
ipotizzate sono molteplici, come:
- La possibilità di costruire un’informativa unica per tutti i neo-genitori (sullo
stile di esperienze già avviate in altre città come Bologna, dove la carta dei
servizi raccoglie tutte le informazioni sanitarie, sociali, per le richieste di
contributi, ecc. in un unico documento interattivo);
- Scambi di prassi, esperienze e “contaminazioni” tra servizi, come ad
esempio l’attivazione di collaborazioni tra Consultori e Tempi per le famiglie,
stante la complementarietà tra servizi (contatti tra Comune e ASST);
- Creazione di un volantino unico contenente le informazioni su tutti i Tempi
per le famiglie da far avere ai consultori;
- Possibilità di estendere la comunicazione gestita dal Consultorio ASST di
via Duca degli Abbruzzi a tutti i consultori, non solo i due pubblici,
possibilmente in relazione all’indirizzo di residenza del neonato. Questo
consentirebbe alle famiglie di iniziare a creare una rete comunitaria (dal
consultorio, al Tempo per le famiglie di territorio, al nido, agli altri spazi
comunitari, ecc.).
36
Minori, famiglia
Minori, famiglia: gli obiettivi dell’Amministrazione
Gli obiettivi dell’Amministrazione per le famiglie con minori sono i seguenti:
1. Coinvolgimento del Terzo Settore per la produzione di servizi e la realizzazione
di interventi di accompagnamento e presa in carico integrata (coprogettazione)
per la gestione di servizi a sostegno delle relazioni familiari di nuclei con minori
mediante interventi pluriprofessionali;
2. Promozione e implementazione di progetti e servizi innovativi e sperimentali:
- Implementazione dei servizi educativi post-scolastici 6-14 “Vivi il Quartiere”.
Verrà monitorato l’andamento dei servizi Vivi il Quartiere recentemente
implementati, al fine di definire eventuali modifiche in un’ottica di sempre
maggiore efficacia;
- Valorizzazione del ruolo preventivo dei servizi CAG;
3. Proseguire e consolidare sempre più il modello di servizio pluriprofessionale
presso il servizio sociale di ogni territorio che accanto ad interventi
professionali (educativi, psicologici, mediazione culturale e consulenza
familiare) sappia offrire interventi di connessione con le risorse informali della
comunità.
Obiettivi specifici per il target prima infanzia e minori in condizione di disagio sono
stati esplicitati nei rispettivi capitoli dedicati.
Minori, famiglia: dati di contesto
La popolazione dei minori dai 3 ai 17 anni, nel 2018 è stata di 26.691 persone, in
leggero decremento rispetto al 2017 (-127 persone). I minori di questa fascia di età,
rappresentano il 13,3% della popolazione totale della città.
Tabella 26: Numero dei cittadini bresciani tra i 3 e i 17 anni
Fasce d’età
Popolazione italiana Popolazione straniera Popolazione totale residente a Brescia
Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale
% sulla
città
Da 3 a 5 anni 1.598 1.625 3.223 818 866 1.684 2.416 2.491 4.907 2,5%
Da 6 a 10 anni 3.189 3.228 6.417 1.300 1.385 2.685 4.489 4.613 9.102 4,5%
Da 11 a 13 anni 2.092 2.082 4.174 614 712 1.326 2.706 2.794 5.500 2,7%
Da 14 a 17 anni 2.821 2.974 5.795 629 758 1.387 3.450 3.732 7.182 3,6%
Totale 9.700 9.909 19.609 2.733 2.304 7.082 12.433 12.213 26.691 13,3%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
37
Se consideriamo anche la popolazione tra 0-2 anni (4.594), i minori totali presenti a
Brescia risultano essere 31.285.
Dall’analisi dei dati dell’Anagrafe della popolazione residente, emerge che
all’01.01.2019 a Brescia le famiglie residenti con figli erano 32.854. Sono in
maggioranza famiglie italiane e sono in prevalenza (89%) famiglie con uno o al
massimo due figli.
Tabella 27: Le famiglie con figli residenti a Brescia, per numero di figli e
cittadinanza
N. di figli Italiane Straniere Miste Totale
% per
numero di
figli
1 figlio 14.946 2.011 1.180 18.137 55%
2 figli 8.634 1.575 985 11.194 34%
3 figli 1.565 601 476 2.642 8%
4 figli 275 189 193 657 2%
5 figli 61 56 49 166 1%
6 figli 14 12 14 40 0%
7 figli 7 1 3 11 0%
8 figli 3 0 0 3 0%
9 figli 3 0 0 3 0%
12 figli 1 0 0 1 0%
Totale 25.509 4.445 2.900 32.854 100%
% per
cittadinanza
78% 14% 9% 100% 55%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
Le famiglie con figli minorenni erano 17.516: il 67% italiane, il 21% straniere e il 12%
miste.
Tabella 28: Numero di famiglie residenti nel Comune di Brescia per cittadinanza
e presenza di figli minori.
Tipologia
familiare
Maggiorenni Minorenni
Maggiorenni
e Minorenni
Senza Figli Totale
Totale
Famiglie
con figli
minori
%
Italiani 13.835 9.468 2.206 51.296 76.805 11.674 67%
Stranieri 750 3.318 377 9.930 14.375 3.695 21%
Miste 753 1.657 490 1.156 4.056 2.147 12%
Totale 15.338 14.443 3.073 62.382 95.236 17.516 100%
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
38
Minori, famiglia: i servizi censiti
I servizi presi in considerazione per il target minori e famiglia sono principalmente
servizi per famiglie con figli che frequentano la scuola dell’obbligo16
. Di seguito quelli
censiti nel 2018.
Tabella 29: I servizi per la Minori, famiglia censiti nel 2018
Target
Totale delle Unità di
Offerta
Minori, famiglie 134
C.A.G. – Centri di Aggregazione giovanile 7
Vivi il Quartiere 37
Attività ricreative e di socializzazione (tra cui centri ricreativi diurni, centri
diurni per minori, attività ricreative estive)
77
Servizi di ascolto e supporto per mamme e/o minori 5
Servizi educativi (tra cui spazi compiti) 7
Gruppo di acquisto famigliare 1
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
Minori, famiglia: l’accesso ai servizi comunali
I servizi di punta dell’area Minori e Famiglia sono i “Vivi il Quartiere” e i “C.A.G. –
Centri di Aggregazione Giovanile, presentati di seguito.
I C.A.G. sono 7: 4 nella zona Centro, 1 nella Zona Nord e 2 nella zona Sud. I centri
sono gestiti da organizzazioni del territorio accreditate quali: Istituto Dei Figli Di
Maria Immacolata - Opera pavoniana, Istituto Vittoria Razzetti, Parrocchia S.
Giovanni Evangelista, Parrocchia S. Maria Della Vittoria, Parrocchia SS. Faustino E
Giovita, Parrocchia SS. Pietro e Paolo e Provincia Italiana Società Padri Maristi.
Questi gli indirizzi:
• C.A.G. Carmen Street – Vicolo Manzone n. 7 – Padri Maristi
• C.A.G. Due Torri - Vicolo Due Torri n. 5 – Parrocchia S. Giovanni Evangelista
• C.A.G. La Terra di Mezzo - Via S. Faustino n. 70 – Parrocchia S. Faustino
• C.A.G. L’Impronta - Via Milano n. 30 – Istituto Vittoria Razzetti Onlus
• C.A.G. Lodovico Pavoni - Via Pavoni n. 9 – Opera Pavoniana
• C.A.G. La Sfera Celeste - Via Cremona n. 97 – Parrocchia Santa Maria della
Vittoria
• C.A.G. Giravolta - Viale Duca degli Abruzzi, 88 – Parrocchia dei Santi Pietro
e Paolo
39
I progetti Vivi il quartiere sono servizi gestiti, tramite bando comunale, da
organizzazioni del Terzo Settore. Sono legati all’annualità scolastica, nel 2018 si
contano 37 progetti su 21 quartieri. Rispetto al 2017 sono aumentati i progetti (+15)
e la copertura del servizio si è estesa a 3 nuovi quartieri.
Tabella 30: Le unità di offerta del servizio “Vivi il Quartiere” presenti in città,
2016-2018
2016/2017 2017/2018 2018/2019
N. unità di offerta N. unità di offerta N. unità di offerta
n° 22 in 17 quartieri n° 23 in 18 quartieri N° 37 in 21 quartieri
Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018.
Tra settembre e dicembre 2018 si è verificato un incremento di 620 iscritti. In
particolare, sono cresciuti gli iscritti stranieri. Di seguito riportiamo i dati di dettaglio
incrementali.
Tabella 31 e figura: I dati sugli iscritti ai Vivi il Quartiere, 2018
Settembre 2018 Dicembre 2018
N. di Vivi il Quartiere 19 37
Iscritti 456 1.076
Italiani/Stranieri
218 italiani
43 stranieri
516 italiani
563 stranieri
Genere 209 maschi e 238 femmine 622 maschi e 457 femmine
Età
221 età 6-10 anni 247 età 11-14
anni
620 età 6-10 anni 456 età 11-14
anni
Ore e giorni di apertura
Ore di apertura settimanali: 223
Media di circa 12 ore settimanali
11 giorni al mese, 214 giorni
annui, per ViQ
Ore di apertura settimanali: 422
Media di circa 13 ore settimanali
11 giorni al mese, 360 giorni annui,
per ViQ
Media frequentanti per
Vivi il Quartiere
13 16
Fonte: Comune di Brescia, 2018.
45%
55%
45% Italiani
55% Stranieri
58%
42%
58% Maschi
42% Femmine
58%
42%
58% 6-10 anni
42% 11-14 anni
40
Minori, famiglia: focus tematici
L’impatto dei Vivi il Quartiere visto dagli enti gestori
A giugno 2018 Socialis, l’Agenzia Conoscenza e innovazione del progetto Brescia
città del Noi, ha realizzato un report sull’impatto dei Progetti Vivi il Quartiere (in
seguito abbreviato in ViQ), raccogliendo informazioni circa:
1. le esperienze comunitarie attivate dai singoli progetti;
2. gli esiti del percorso di formazione rivolto agli operatori dei ViQ (condotto
dall’Agenzia Risorse Umane del Progetto Brescia Città del Noi);
3. le interviste condotte con 4 enti gestori.
L’obiettivo dell’analisi era quello di fornire un quadro del cambiamento generato
dall’esperienza dei ViQ nei territori e per i territori.
Nel corso dell’A.S. 2017/2018, alcune esperienze comunitarie attivate dai ViQ sono
state:
1. Corsi di educazione e sostenibilità ambientale;
2. Corsi di cittadinanza attiva, educazione al valore del denaro, autostima,
ecc.;
3. Attività sportive nel quartiere;
4. Coinvolgimento delle famiglie, in collaborazione con le parrocchie del
quartiere, per momenti di festa e riflessione;
5. Danza e karate per bambini con disagio familiare o economico;
6. Formazione per volontari e animatori del quartiere, esterni al progetto;
7. Laboratori vari aperti al quartiere (arte, musica, teatro, giochi, lettura,
giochi cooperativi, cucina, ecc.);
8. Supporto specifico a bambini con difficoltà (DSA, BES, ecc), aperto
anche ad altri bambini non iscritti;
9. Produzione del giornalino della comunità.
La formazione, condotta dall’Università Cattolica di Brescia, si è posta la finalità di
condividere con i ViQ i vari modelli identitari dei servizi, evidenziando l’appartenenza
a un progetto territoriale sistemico e complessivo. Il percorso (4 incontri) ha avuto
una media di 20 partecipanti per incontro: una continuità che sottolinea la volontà
della rete di perseguire il proprio cammino a servizio dei bisogni della comunità in
cui è fortemente radicata. Durante gli incontri, gli operatori dei ViQ (coordinatori,
educatori e volontari) hanno espresso le loro riflessioni rispetto a:
1. Percezione del proprio ViQ di appartenenza: il confronto con gli altri ViQ ha
condotto gli operatori a identificare con maggiore consapevolezza la propria
specifica tipologia di servizio, oltre ad aver rinforzato la percezione di essere
una risorsa importante per la comunità in cui operano;
41
2. Conoscenza degli altri ViQ: le riflessioni raccolte durante la formazione hanno
rilevato una non conoscenza iniziale di quanto stavano realizzando gli altri ViQ
territoriali e uno stupore rispetto ai variegati progetti incontrati. Il percorso ha
aperto alla possibilità di intravedere la fattibilità di un confronto tra ViQ sia nella
progettazione sia tra operatori nell’operatività quotidiana.
3. Comprensione del progetto unitario Vivi il Quartiere: il percorso e la presenza di
un rappresentante del Comune di Brescia hanno offerto l’occasione di ri-
sottolineare il senso della nascita del progetto complessivo Vivi il Quartiere,
riaffermarne le finalità, discutere insieme le potenzialità e le fatiche a livello
progettuale. Emerge l’apertura dei ViQ a sentirsi partecipi di un progetto
comune per la città, a favore dei quartieri e della comunità, la disponibilità a
collaborare con il Comune e con gli altri ViQ nella co-costruzione di un processo
in progressione e miglioramento sia nell’operatività sia nel senso di
appartenenza.
Nel mese di giugno 2018 sono state inoltre condotte, dal Centro Studi Socialis
(Agenzia Conoscenza e Innovazione di Brescia Città del Noi) alcune interviste
semi—strutturate presso alcuni ViQ, finalizzate cogliere la percezione del
«cambiamento generato» direttamente dalle parole degli operatori17
. Questi i
principali risultati:
1. Le peculiarità del servizio e le differenze del ViQ da un Dopo scuola o da un
CAG.
Il ViQ ha permesso di:
- creare qualcosa laddove non prima non c’era nulla;
- sviluppare e ampliare le attività già proposte dagli enti gestori, tramite
l’estensione degli spazi compiti bambini ad una fascia di età più ampia
(elementari e medie) e la proposta di laboratori e spazi gioco anche con l’aiuto
di professionisti esterni (attività educative come importanti nel percorso di
crescita individuale;
- Rendere i luoghi più partecipati;
- Coinvolgere anche le famiglie nella cura dei figli;
- Coinvolgere i quartieri tramite attività da poter realizzare ed esportare nella
comunità;
- Creare reti solide con scuola e servizi sociali.
Alcuni focus particolari: avvicinamento dei ragazzi alle materie scientifiche (progetti
di matematica, gare di matematica), percorsi per far conoscere il quartiere e la città
di Brescia ai ragazzi, opportunità di mettersi in gioco attivamente e di coinvolgere
le famiglie, proposta di corsi sull’interculturalità per avvicinare le famiglie straniere.
Le organizzazioni intervistate hanno inoltre dichiarato che il ViQ ha:
- dato loro “una visione diversa”;
42
- allargato gli orizzonti;
- dato sicurezza;
- dato una stabilità per progettare, definire e potenziare linee di sviluppo;
- dato spunti, regole e parametri che hanno spinto a fare cose più precise e più
valutabili.
2. Le azioni intraprese per la creazione di comunità tra i ragazzi:
- Accoglienza di ragazzi dell’alternanza scuola-lavoro e avvicinamento al
volontariato (Caritas, Servizio civile);
- Accoglienza di minori in messa alla prova dal Comune di Brescia (es/ lavori
socialmente utili;
- Collaborazione con i Punti Comunità (es/ merenda con i genitori o gli anziani
presso il punto comunità per migliorare la conoscenza intergenerazionale);
- Collaborazione con associazioni del territorio per agevolare l’inserimento dei
ragazzi nelle attività che esse propongono;
- Azioni per creare senso di comunione in gruppi anche molto eterogenei per
nazionalità, religione, condizione sociale, lavorando su temi comuni a tutti
come ad esempio: il vivere a Brescia e sentire Brescia parte della propria storia
personale, la conoscenza della storia lontana e recente della città tramite
anche visite guidate. L’obiettivo era dare ai ragazzi una conoscenza nuova
della città anche in termini di riferimenti culturali e luoghi «del cuore»;
- Feste, attività sportive e dedicate al tempo libero.
3. Le azioni intraprese per la creazione di comunità tra/con le famiglie:
- Coinvolgere le famiglie non è facile, anche perché spesso i minori che
frequentano i ViQ sono di origine straniera. Qualche ViQ ha stabilito contatti
con la moschea per cercare di coinvolgere le famiglie in ottica di integrazione;
- Iniziative: cena finale dell’aiuto compiti, rapporti con comunità che incontrano
le famiglie segnalate dalla scuola, proposta di incontri in plenaria all’inizio
dell’anno e individuali durante l’anno, feste di Carnevale, Pasqua e Natale,
promozione di laboratori rivolti ai genitori, corsi di italiano per genitori
stranieri, partecipazione di alcuni genitori ad incontri interculturali a scuola;
- Supporto ai genitori, che si affidano agli enti responsabili del ViQ a volte anche
per informazioni non inerenti al servizio, come informazioni burocratiche
(bollette, redazione di CV).
- Il quartiere è stato coinvolto spesso attraverso l’adesione del ViQ a
manifestazioni e feste di quartiere o tramite rapporti diretti con il proprio
Consiglio di Quartiere.
4. Le relazioni del ViQ con altri servizi e realtà del territorio:
I ViQ hanno intrattenuto relazioni con:
- Altri ViQ
43
- Parrocchie
- Cooperative sociali e associazioni
- Scuole
- Servizi sociali e Uffici del Comune: legame con il SST per condividere
progettualità e l’impostazione adeguata per tradurre al meglio nella pratica il
welfare di comunità, al di là del singolo caso, coinvolgendo gli enti del
territorio.
5. La comunicazione con il quartiere attraverso volantinaggio e comunicazione
nelle scuole e nel quartiere, tramite le parrocchie, internet i siti web degli enti
gestori.
6. Eventuali azioni intraprese a supporto alle famiglie in difficoltà tramite: gratuità
del servizio, raccordo con Caritas per supporto a casi problematici (pacchi
alimentari e vestiti), segnalazione casi difficili ai SST.
7. Collaborazione con le scuole spesso per la segnalazione di alcune problematiche
riscontrate.
8. Eventuali specializzazioni sull’utenza straniera: in tutti i ViQ intervistati emerge
come prevalente (se non addirittura totalizzante) la presenza di utenti di
nazionalità straniera. La realtà è quella di una precisa conoscenza e capacità di
gestione e relazione con utenti stranieri.
Alcuni tratti emergenti dall’analisi condotta sui ViQ
- Esperienza «in movimento»: i ViQ sono ancora in fase di definizione in termini
di numerosità e adesione, il tutto dato anche dalla novità della proposta nel
panorama cittadino;
- Significativo cambiamento per chi ha aderito alla proposta dei ViQ, sia
laddove non vi era nulla, sia laddove vi erano già esperienze di ludoteche, CAG,
ecc:
- Maggiori risorse dedicate e quindi maggior stabilità del servizio;
- Maggiori regole, maggior definizione di percorso e identità, capacità di
riconoscersi parte di un processo comunitario;
- Maggiore apertura al territorio, con il coinvolgimento dei quartieri, delle
scuole, delle famiglie;
- In parte è avviato il percorso di vivere i ViQ come «attori del welfare
comunitario» (presa in carico di utenti; segnalazione e rete con scuole,
famiglie, servizi sociali; utilizzo del ViQ come spazio fiduciario per chi ha un
bisogno);
- Maggiore coinvolgimento dei giovani dei quartieri.
44
Minori in condizioni di disagio o in tutela
Minori in condizioni di disagio o in tutela: gli obiettivi
dell’Amministrazione
Gli obiettivi dell’Amministrazione per i minori in condizione di disagio o tutela sono
i seguenti:
- Promozione e implementazione di progetti e servizi innovativi e sperimentali
quali il modello dell’affiancamento familiare “Una famiglia per una famiglia”,
politica preventiva al fine di garantire il diritto del minore di vivere presso la
propria famiglia, innovando le modalità di aiuto e sostegno alla genitorialità
anche di nazionalità diversa da quella italiana, al fine di sviluppare forme di
sostegno e vicinanza che vedano protagoniste in primis le famiglie, con
volontari tutor formati sul tema;
- Adesione al programma P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la
Prevenzione dell’Istituzionalizzazione) promosso dal MLPS (Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali) in collaborazione con Università di Padova,
finalizzato a garantire uniformità ed equità nella presa in carico dei bambini
che provengono da famiglie che faticano a rispondere ai loro bisogni
evolutivi (famiglie negligenti), prevenendo così anche gli allontanamenti
dalle famiglie naturali;
- Promozione e sostegno dell’affido familiare in continuità con la
partecipazione al Progetto Provinciale “Promuovere e sostenere reti per
l’affido familiare sul territorio della Provincia di Brescia” e con l’approvazione
delle Linee Guida da parte della Giunta Comunale nel triennio si intendono
mettere in campo in favore del sostegno all’affido familiare;
- Definizione buone prassi interistituzionali come le Linee guida operative con
l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM).
Minori in condizioni di disagio o in tutela: dati di
contesto
Nella categoria dei minori in situazione di disagio o tutela rientrano quei minori
sottoposti al provvedimento dell’Autorità giudiziaria.
I minori possono avere avuto uno dei seguenti provvedimenti:
• Proseguo amministrativo
• Affidamento
• Adozione
• Procedimento civile
45
• Indagine per permesso di soggiorno
• Procedimento di reato penale
• Causa civile ordinario (separazioni)
• Procura repubblica su segnalazione (indagine)
• Tutela minori stranieri non accompagnati MSNA
Il contesto relativo ai minori in carico ai Servizi Tutela Minori è sempre più
complesso e sono in aumento le situazioni in carico, sia su mandato del Tribunale
Ordinario (TO) che del Tribunale per i Minorenni (TM). I minori in tutela, ovvero
minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria presi in carico nel corso
del 2018 sono stati 1.075(111 in più rispetto al 2016 e 30 in più rispetto al 2017), in
maggioranza italiani.
Figura 10: I minori sottoposti a
provvedimento dell’autorità giudiziaria
presi in carico dai Servizi Sociali
Territoriali, per cittadinanza
Fonte: Comune di Brescia, 2018.
Tabella 32: I minori sottoposti a
provvedimento dell’autorità
giudiziaria presi in carico dai Servizi
Sociali Territoriali
Centro
Sociale
Totale casi in carico
nel corso del 2018
Sede 134
Centro 216
Est 151
Nord 181
Ovest 186
Sud 207
Totale 1.075
Fonte: Comune di Brescia, 2017-2018
All’interno di questa categoria di popolazione si trovano anche i minori stranieri non
accompagnati (MSNA). I minori stranieri non accompagnati in carico al Comune di
Brescia nell’anno 2018 sono stati n. 85, di cui 5 femmine e 80 maschi: n. 74 collocati
in comunità di pronta accoglienza minori stranieri non accompagnati. Il gruppo più
numeroso dei minori collocati è quello dei minori provenienti dall’Albania, seguono
quelli provenienti dalla Nigeria e dall’Egitto.
Tabella 33: I minori stranieri non accompagnati, collocati in struttura o presso
parenti e/o connazionali, suddivisi per paese d’origine
Paese di origine
Numero di minori per paese di origine
2017 2018
Albania 41 31
Nigeria 12 5
Egitto 11 7
Costa d'Avorio 8 6
Guinea 6 5
Marocco 5 4
Altro 16 27
Totale minori stranieri non accompagnati 99 85
Fonte: Comune di Brescia, 2017-2018.
Italiani
81%
Stranieri
19%
46
Sono considerati parte della categoria minori in condizioni di disagio anche quei
minori che necessitano di assistenza domiciliare o di servizi per minori
ospedalizzati o ammalati.
Minori in condizioni di disagio o in tutela: i servizi
censiti
Di seguito i servizi per minori in tutela o in particolare situazione di disagio censiti
in città18
.
Tabella 34: I servizi per i Minori in condizioni di disagio o in tutela censiti nel
2018
Target
Totale delle Unità
di Offerta
Minori in condizioni di disagio o in tutela 53
Servizi diurni (tra cui progetto educativo per minori con
procedimenti penali aperti e spazio incontro genitori – figli)
2
Servizi per l'affido 6
Servizi residenziali (tra cui alloggi per famiglie con minori, per
l’autonomia, case accoglienza per mamme con bambini, comunità
alloggio minori (C.A.M.), Comunità di pronto intervento minori
(C.P.I.)
39
Servizi semi-residenziali 2
Servizi domiciliari 1
Servizi per minori in difficoltà/ospedalizzati/ammalati 3
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
Minori in condizioni di disagio o in tutela: focus
tematici
Le Linee guida per l’attivazione di percorsi di affido familiare
I percorsi di affido familiare hanno la finalità di tale attività è offrire ai minori una
collocazione serena fino a quando sia venuta meno la situazione di difficoltà
temporanea del proprio nucleo famigliare d’origine, sostenere la famiglia d’origine
momentaneamente in difficoltà aiutandola a riacquistare competenze e capacità
affettive ed educative proprie dei genitori e sostenere le famiglie che si rendono
disponibili ad accogliere minori che vivono in condizioni di criticità e sofferenza e
per i quali l’Autorità Giudiziaria o il Servizio Sociale hanno previsto l’allontanamento.
Il “Regolamento relativo all’erogazione degli interventi e dei servizi sociali alla
persone”, adottato dal Consiglio Comunale con provvedimento in data 28.07.2016,
n. 79, definiva sommariamente il “Servizio di affidamento familiare”, le
47
caratteristiche dell’affidamento familiare: finalità, destinatari, attività, destinatarie
del contributo, ammissione e prestazioni.
Il Comune di Brescia, mediante Delibera della Giunta Comunale 15.5.2018 n. 324,
ha approvato le «Linee guida per l’attivazione di percorsi di affido familiare», al fine
di delineare una cornice unitaria per l’affido familiare, individuando e declinando
ruoli e responsabilità dei diversi soggetti, istituzionali e non, che intervengono nella
realizzazione dell’affido, contribuendo a creare sinergie tra tutti i soggetti e servizi
che entrano in gioco, in tutto o in parte, nel percorso di affidamento familiare.
Il documento contiene:
1. Definizioni di “Affidamento familiare” e “tipologie di affidamento familiare” che
possono essere:
- secondo lo status giuridico: consensuale o giudiziale
- secondo le tipologie di collocazione: etero-familiare o intra-familiare
- secondo l’intensità del bisogno: residenziale, diurno o a tempo parziale.
2. Definizione della Banca Dati provinciale on line “Unica”, ovvero la Banca dati on
line di famiglie disponibili all’affido/accoglienza di minori sulla provincia di
Brescia.
3. Definizione dei destinatari dell’affido famigliare, dei soggetti affidatari, dei diritti
del minore, della famiglia d’origine e degli affidatari, dei protagonisti
dell’affidamento, del Progetto quadro (progetto che riguarda l'insieme
coordinato ed integrato degli interventi sociali, sanitari ed educativi finalizzati a
promuovere il benessere del minore e a rimuovere la situazione di pregiudizio
o di rischio di pregiudizio in cui questi si trova).
4. Definizione del contributo economico erogato alla famiglia affidataria.
5. Definizione dei compiti e dei doveri degli Enti competenti per garantire la
realizzazione di progetti individuali integrati (il Servizio Sociale comunale, gli
Enti Pubblici titolari di servizi di affido familiare, le Associazioni Familiari, le reti
familiari e in generale il privato sociale.
6. Definizione dei compiti e doveri degli affidatari.
7. Definizione dei compiti e doveri della famiglia di origine.
8. Definizione delle conclusioni dell’affidamento.
9. Definizione di responsabilità e trattamento dei dati personali.
10. Infine, vengono elencate le possibili linee di intervento. Il Comune di Brescia
intende considerare i seguenti percorsi:
48
- Definizione di protocolli con gli Enti pubblici del territorio provinciale (A.S.S.T,
Comuni, Aziende Speciali Consortili ed Ambiti territoriali) per la definizione
di modalità operative di collaborazione in tema di affido e accoglienza.
- Definizione di convenzione con il Forum Provinciale del Terzo Settore per la
collaborazione e la co-gestione della Banca dati provinciale “UNICA”.
- Definizione di convenzione ex art. 56 del D. Lgs. 117/2017 con i Soggetti del
Terzo Settore (Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di Promozione
Sociale) per la definizione di modalità operative di collaborazione in tema di
affido ed accoglienza.
- Definizione di accordi con altri Soggetti del Terzo Settore per la definizione
di modalità operative di collaborazione in tema di affido ed accoglienza.
49
Politiche giovanili
Politiche giovanili: gli obiettivi dell’Amministrazione
Con la modifica del regolamento degli uffici e servizi comunali, le politiche giovanili
sono state assegnate alla nuova Area denominata Servizi alla persona e istruzione.
Gli obiettivi dell’Amministrazione per i giovani sono i seguenti:
- migliorare l’interazione tra i giovani ed il tessuto associativo;
- instaurare nuovi rapporti interpersonali;
- guidare i giovani nel percorso di crescita;
- connettere gli studenti al mondo del lavoro sostenendo forme di
alternanza scuola-lavoro, anche per i ragazzi e ragazze con disabilità;
- promuovere il Centro Giovani della città come luogo di scambio di saperi
e accrescimento reciproco, dove si possano fornire occasioni di
elaborazione e progettazione;
- ripensare la funzione dell’informazione giovanile, messa in crisi da un
lato dalla disponibilità massiccia di informazioni e dati, fruibili
individualmente dagli interessati più accorti e dall’altro il disinteresse per
l’informazione, non percepita dai giovani più in difficoltà come utile in un
contesto sociale di scarsa mobilità;
- sperimentare forme di comunicazione intra e intergenerazionale;
- promuovere maggiore consapevolezza sull’importanza della
cittadinanza europea;
- rafforzare i progetti di educazione alla salute e al benessere;
- promuovere la partecipazione civica dei giovani, anche attraverso la
sperimentazione di un forum giovanile cittadino, che dovrà essere
definito nelle modalità di accesso, nei compiti da assolvere, nelle forme
e con cui funzionare;
- promuovere l’espressività giovanile come modalità di partecipazione
alla vita della comunità locale. In particolare, attraverso la realizzazione
e/o il supporto a iniziative teatrali e musicali coinvolgenti i giovani;
- mantenere alta l’attenzione verso i ragazzi in situazione di fragilità
grazie alla connessione con i servizi sociali in modo da poter intervenire
in modo precoce e favorire l’aggancio, la presa in carico e
l’accompagnamento.
Politiche giovanili: dati di contesto
La popolazione della categoria “giovani” che qui consideriamo, comprende le fasce
di età comprese tra i 14 e i 29 anni compiuti, ma forniremo anche il dato relativo alla
50
fascia di età fino ai 34 anni poiché alcuni servizi si rivolgono anche a questa parte
della popolazione.
La popolazione giovane della città di Brescia è composta da 31.548 persone tra i 14
e i 29 anni e da 11.282 persone tra 30 e 34 anni, per un totale di 48.830 persone,
come riporta la tabella seguente.
Tabella 35: I giovani tra i 14 e i 34 anni a Brescia, suddivisione per fasce di età
Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
La popolazione straniera è decisamente “più giovane” rispetto a quella italiana: i
giovani stranieri rappresentano, infatti, il 30% del totale della popolazione straniera
presente in città, mentre quelli italiani rappresentano soltanto il 19%.
Politiche giovanili: i servizi censiti
Tra i servizi rivolti alla popolazione giovanile rientrano circa 18 unità di offerta
presenti in città. I servizi di welfare dedicati ai giovani censiti nel 2018 sono i
seguenti:
Tabella 36: I servizi per i Giovani censiti nel 2018
Target
Totale delle Unità di
Offerta
Giovani 18
Consultori adolescenti e famiglie 2
Servizi di ascolto 1
Servizi educativi e ricreativi diurni (tra cui Piastra
Pendolina)
3
Servizi informativi e di orientamento (tra cui
Informagiovani)
3
Attività formative/volontariato/tirocini 8
Residenze universitarie 1
Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
Età aggregate
Popolazione italiana Popolazione straniera Popolazione residente a Brescia
Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale
% sul
totale
della
città
Da 14 a 17 anni 2.821 2.974 5.795 629 758 1.387 3.450 3.732 7.182 3,6%
Da 18 a 19 anni 1.582 1.635 3.217 276 354 630 1.858 1.989 3.847 1,9%
Da 20 a 24 anni 3.703 3.814 7.517 990 1.383 2.373 4.693 5.197 9.890 4,9%
Da 25 a 29 anni 3.678 3.877 7.555 1.552 1.522 3.074 5.230 5.399 10.629 5,3%
Da 30 a 34 anni 3.450 3.786 7.236 2.108 1.938 4.046 5.558 5.724 11.282 5,6%
Totale 15.234 16.086 31.320 5.555 5.955 11.510 20.789 22.041 42.830 21,4%
51
Politiche giovanili: l’accesso ai servizi comunali
Le esperienze di maggior successo nell’ambito dell’offerta per i giovani sono il
servizio di orientamento “Informagiovani” e il Centro giovanile “Piastra Pendolina”.
Questi due spazi del Comune di Brescia sono in gestione al Terzo Settore e
forniscono da un lato un servizio informativo e di orientamento ai giovani trai 14 e i
35 anni relativamente alle tematiche lavoro, istruzione e formazione, estero, vivere
Brescia, volontariato e cittadinanza attiva, dall’altro un servizio per lo sviluppo di
competenze utili anche per l’ambito lavorativo nei giovani tra i 14 ed i 20 anni,
tramite attività laboratoriali e gruppi di lavoro tematici.
Oltre a questi servizi fisicamente collocabili, i giovani della città hanno a
disposizione anche uno strumento informativo online tramite il portale
Bresciagiovani.it
Il Comune di Brescia promuove anche il progetto di leva civica “100 Leve”, che
permette di effettuare tirocini presso Pubblica Amministrazione o Terzo Settore.
Riportiamo di seguito alcuni dati relativi alla fruizione dei servizi nel 2018.
Tabella 37: Utenti del servizio Informagiovani
2016/2017 2017/2018 2018/2019
Utenti (contatti) Utenti (contatti) Utenti (contatti)
3.268 1.812 1.696
Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine
2.027 1.241 1.132 680 1.035 661
Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018.
Tabella 38: Utenti dello spazio giovani Piastra Pendolina
2016/2017 2017/2018 2018/2019
Utenti (contatti) Utenti (contatti) Utenti (contatti)
442 774 739
Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine
133 309 385 389 544 162
Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018.
Tabella 39: I visitatori del Portale Brescia Giovani
2016 2017 2018
Utenti (visitatori) Utenti (visitatori) Utenti (visitatori)
77.872 143.866 181.189
Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018.
A fronte di una diminuzione dell’utenza da sportello Informagiovani, si riscontra un
costante incremento nell’utilizzo del sito Bresciagiovani.it, che solo nell’ultimo anno
ha incrementato le visite del 21% (+ 37.323 visite), mentre l’incremento è del 57%
rispetto al 2016 (+103.317 visite). Questo dato ci dice come il portale considerato
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  • 1.
  • 2.
  • 3. La realizzazione del Bilancio Sociale Partecipato del welfare della città di Brescia fa parte delle azioni del Progetto “Brescia città del noi”, finanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando Welfare in azione. Il Comune di Brescia è l’ente capofila del progetto, in partenariato con: Auser Brescia, Cooperativa Co.Librì, Centro Studi Socialis, Università Statale di Brescia e Università Cattolica di Brescia. Un ringraziamento a tutti coloro che, all’interno dell’amministrazione comunale, con il loro lavoro e le loro competenze hanno contribuito alla realizzazione del progetto. Si ringraziano inoltre i partner del progetto Auser Brescia, Co.Li.Brì, Socialis, Università Cattolica di Brescia e Università Statale di Brescia, la rete di progetto, il Consiglio di Progetto, il Consiglio di Indirizzo e le realtà bresciane che ne sostengono le attività: Fondazione ASM, Congrega della Carità Apostolica, Fondazione Brescia solidale, Fondazione Casa di Industria Onlus. Un ringraziamento particolare alla Fondazione Comunità Bresciana per il sostegno e la costituzione del Fondo di progetto: “Brescia città del noi”.
  • 4. 2 INDICE INDICE.....................................................................................................................2 BREVE NOTA METODOLOGICA...........................................................................4 1. LA CITTÀ.........................................................................................................5 2. IL SETTORE SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI BRESCIA.................. 15 3. IL WELFARE DELLA CITTÀ DI BRESCIA.................................................. 19 4. L’ARTICOLAZIONE DEL WELFARE CITTADINO...................................... 23 Prima infanzia: gli obiettivi dell’Amministrazione..............24 Prima infanzia: dati di contesto .............................................24 Prima infanzia: i servizi censiti ..............................................26 Prima infanzia: l’accesso ai servizi comunali e convenzionati ..............................................................................................26 Prima infanzia: focus tematici................................................29 Minori, famiglia: gli obiettivi dell’Amministrazione............36 Minori, famiglia: dati di contesto ...........................................36 Minori, famiglia: i servizi censiti ............................................38 Minori, famiglia: l’accesso ai servizi comunali....................38 Minori, famiglia: focus tematici .............................................40 Minori in condizioni di disagio o in tutela: gli obiettivi dell’Amministrazione .................................................................................44 Minori in condizioni di disagio o in tutela: dati di contesto 44 Minori in condizioni di disagio o in tutela: i servizi censiti46 Minori in condizioni di disagio o in tutela: focus tematici.46 Politiche giovanili: gli obiettivi dell’Amministrazione........49 Politiche giovanili: dati di contesto .......................................49 Politiche giovanili: i servizi censiti ........................................50 Politiche giovanili: l’accesso ai servizi comunali................51 Politiche giovanili: focus tematici .........................................53 Adulti in difficoltà: gli obiettivi dell’Amministrazione........56 Adulti in difficoltà: dati di contesto .......................................57
  • 5. 3 Adulti in difficoltà: i servizi censiti ........................................58 Adulti in difficoltà: focus tematici .........................................59 Persone con disabilità: gli obiettivi dell’Amministrazione 64 Persone con disabilità: dati di contesto ...............................64 Persone con disabilità: i servizi censiti ................................65 Persone con disabilità: focus tematici..................................66 Anziani: gli obiettivi dell’Amministrazione...........................68 Anziani: dati di contesto..........................................................68 Anziani: i servizi censiti...........................................................71 Anziani: focus tematici ............................................................72 Servizi trasversali e Multiutenza: i servizi censiti ..............80 Politiche lavorative e abitative: gli obiettivi dell’Amministrazione .................................................................................81 Politiche lavorative e abitative: dati di contesto.................82 Politiche lavorative: i servizi censiti......................................83 5. L’ACCESSO AI SERVIZI SOCIALI COMUNALI E AL SEGRETARIATO SOCIALE .............................................................................................................. 85 6. LA SPESA DEL COMUNE DI BRESCIA PER IL WELFARE..................... 89 CONCLUSIONI E SVILUPPI FUTURI................................................................ 92 POSTFAZIONE .................................................................................................... 94 NOTE .................................................................................................................... 95
  • 6. 4 BREVE NOTA METODOLOGICA La terza edizione del Bilancio Sociale partecipato del welfare della città di Brescia, prosegue nel segno di quelle precedenti, con la volontà di dare una visione comunitaria del welfare cittadino, alimentato da molte realtà che operano in sinergia con il Comune di Brescia e sono portatrici di servizi, innovazione, risorse economiche e umane. La terza edizione coincide, in parte, anche con la chiusura del Progetto “Brescia città del Noi”, finanziato con il contributo di Fondazione Cariplo all’interno del bando “Welfare in azione”. Il progetto in questi ultimi tre anni ha supportato tutto l’apparato del welfare cittadino tramite diversi “cantieri” di lavoro: La comunità nel suo complesso (cantiere “La forza della Comunità”); I bambini della fascia 0-2 anni e le loro famiglie (cantiere “Prima Infanzia”); I minori, le loro famiglie e i giovani (cantieri “Vivi il Quartiere e Officina Giovani” e cantiere “100 Leve”); Gli adulti in condizioni di disagio e grave emarginazione (cantiere “Contrasto alla povertà, impegno sociale e promozione al lavoro”); Gli anziani e le persone con disabilità (cantiere “Servizi innovativi per anziani e disabili”). Anche in questo Bilancio verranno messi in evidenza alcuni dei principali risultati ottenuti grazie a queste azioni. Le analisi statistiche presenti nel documento sono state realizzate grazie a: Dati demografici elaborati sulla base dell’archivio informatizzato dell’Anagrafe della popolazione residente1 . Dati interni elaborati dai Servizi Sociali del Comune di Brescia; Dati interni elaborati dall’Ufficio di Staff statistica del Comune di Brescia; Ricerche e analisi elaborate dall’Agenzia Conoscenza e Innovazione del progetto “Brescia Città del Noi” (Centro Studi Socialis e Università degli Studi di Brescia). L’anno di riferimento del documento è il 2018, con, laddove possibile, la presenza di trend longitudinali degli ultimi anni.
  • 7. 5 1. LA CITTÀ Il presente capitolo fornisce alcuni dati di contesto sulla città di Brescia in particolare sulla popolazione e le famiglie residenti. La base dati di riferimento è quella dell’Anagrafe Comunale, che conteggia la popolazione residente nel periodo gennaio-dicembre di ogni anno, comprendendo le cancellazioni e le iscrizioni registrate entro il 15 marzo 2019, sempre riguardanti il periodo 01/01/2018 – 31/12/2018, il che permette di tener conto anche delle variazioni, in più e in meno, dovute ai ritardi di trascrizione degli atti. I dati presentati sono relativi al 2018 e, laddove possibile, si è cercato di evidenziare i trend maggiormente significativi dell’ultimo triennio (2016-2018). La popolazione Mentre la popolazione italiana cala di 90.000 persone rispetto al 2018, Brescia cresce fino a raggiungere, nel 2018, i 200.000 abitanti. La popolazione residente nel Comune di Brescia negli ultimi tre anni (2016-2018) è cresciuta di circa 2.257 persone, di cui 1.276 solo nell’ultimo anno. Nel 2018 i residenti sono 200.213. Nella tabella 1 e nelle figure 1 a) e 1 b) si trovano i dati di dettaglio rispetto alla composizione della popolazione negli ultimi 3 anni in termini di genere e cittadinanza. Tabella 1: La popolazione residente nel Comune di Brescia, 2016-2018 Anno Italiani % sulla città Stranieri % sulla città Femmine % sulla città Maschi % sulla città Totale città 2016 161.331 81,5% 36.625 18,5% 104.493 52,8% 93.463 47,2% 197.956 2017 161.782 81,3% 37.155 18,7% 104.852 52,7% 94.085 47,3% 198.937 2018 161.844 80,8% 38.369 19,2% 105.029 52,5% 95.184 47,5% 200.213 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-18. Figura 1 a) e 1 b): La popolazione residente nel Comune di Brescia, per cittadinanza e genere Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. Italiani 81% Stranieri 19% Maschi 48% Femmine 52%
  • 8. 6 Dal 2016 la percentuale degli stranieri sul totale della popolazione è leggermente cresciuta, sebbene l’aumento non arrivi a superare il punto percentuale, pertanto la proporzione tra italiani e stranieri è sostanzialmente stabile: gli italiani continuano a rappresentare l’81% della popolazione totale e gli stranieri il 19%. Le femmine scendono leggermente (da 52,8 a 52,5) e i maschi passano da 47,2% a 47,5%. Di seguito una tabella con i dati della popolazione suddivisi per fasce di età funzionale, ovvero: Da 0 a 2 anni Asilo nido Da 3 a 5 anni Scuola Infanzia Da 6 a 10 anni Scuola Primaria Da 11 a 13 anni Scuola Sec. I grado Da 14 a 18 anni Scuola Sec. II grado Da 19 a 24 anni Università Da 25 a 64 anni Adulti Da 65 a 74 anni Giovani anziani Da 75 a 84 anni Anziani 85 anni e oltre Grandi anziani Tabella 2: La popolazione residente nel Comune di Brescia, per fasce d’età e cittadinanza Fasce d’età Italiani Stranieri Città F M Totale % fascia su tot italiani F M Totale % fascia su tot stranieri F M Totale % fascia tot città 0-2 anni 1.440 1.538 2.978 1,8% 777 839 1.616 4,2% 2.217 2.377 4.594 2,3% 3-5 anni 1.598 1.625 3.223 2,0% 818 866 1.684 4,4% 2.416 2.491 4.907 2,5% 6-10 anni 3.189 3.228 6.417 4,0% 1300 1385 2.685 7,0% 4.489 4.613 9.102 4,5% 11-13 anni 2.092 2.082 4.174 2,6% 614 712 1.326 3,5% 2.706 2.794 5.500 2,7% 14-18 anni 3.620 3.824 7.444 4,6% 775 916 1.691 4,4% 4.395 4.740 9.135 4,6% 19-24 anni 4.486 4.599 9.085 5,6% 1.120 1579 2.699 7,0% 5.606 6.178 11.784 5,9% 25-64 anni 40.320 40.400 80.720 49,9% 13.491 11.761 25.252 65,8% 53.811 52.161 105.972 52,9% 65-74 anni 11.453 9.392 20.845 12,9% 771 313 1.084 2,8% 12.224 9.705 21.929 11,0% 75-84 anni 10.815 7.419 18.234 11,3% 183 92 275 0,7% 10.998 7.511 18.509 9,2% 85 e oltre 6.134 2.590 8.724 5,4% 33 24 57 0,1% 6.167 2.614 8.781 4,4% Totale 85.147 76.697 161.844 100,0% 19.882 18.487 38.369 100,0% 105.029 95.184 200.213 100,0% Percentuale 52,6% 47,4% 100% 51,8% 48,2% 100% 52,5% 47,5% 100% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
  • 9. 7 Alcuni dati livello di quartiere: I cinque quartieri più popolosi sono Porta Cremona, Porta Venezia, Chiusure, Urago Mella, Lamarmora, I cinque meno popolosi sono Folzano, Caionvico, Buffalora, Fornaci, Casazza. Le percentuali di minori, adulti e anziani over 65 anni presenti in città sono stabili: 16% minori (31.285 persone), 60% adulti fino ai 64 anni (119.709 persone) e 25% anziani dai 65 anni in su (49.219). Nel 2018 l’età media è di 45,7 anni. Figura 2: La struttura della popolazione residente a Brescia per fascia d’età Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. Se mettiamo a confronto però giovani e anziani, la componente relativa alla fascia di popolazione over 65 si dimostra prevalente rispetto a quella dei giovani fino a 14 anni, come testimonia l’indice di vecchiaia2 , che indica una presenza in media di 190 over 65 ogni 100 giovani under 14. L’indice di vecchiaia è aumentato di 2 punti percentuali rispetto allo scorso anno (da 188 a 190) ed è molto superiore a quello nazionale che si attesta . Figura 3: L’indice di vecchiaia nelle zone della città Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. 16% 60% 25% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Minori (< 18 anni) Adulti (18-64 anni) Anziani (> 65 anni) 169 174 187 207 232 0 50 100 150 200 250 SUD CENTRO OVEST EST NORD
  • 10. 8 Tra le varie zone della città (Centro, Est, Nord, Ovest, Sud), quella con l’indice di vecchiaia più alto rimane la zona Nord, con la presenza in media di oltre 232 anziani ogni 100 giovani sotto il 14 anni. Quelle con un rapporto anziani-giovani maggiormente a favore dei giovani rimangono anche quest’anno la zona Sud e la zona Centro, che hanno un indice di vecchiaia maggiormente al di sotto della media cittadina. Se approfondiamo l’analisi dell’indice di vecchiaia a livello di quartiere abbiamo la seguente rappresentazione: • I primi cinque quartieri con indice di vecchiaia più basso sono Sanpolino, Centro Storico Nord, Fiumicello, Primo Maggio, Chiesanuova. • I primi cinque quartieri con indice di vecchiaia più basso sono Casazza, S. Polo Parco, Mompiano, Villaggio Prealpino, Urago Mella. Tabella 3: L’indice di vecchiaia nei quartieri di Brescia, 2018 Quartieri con indice di vecchiaia più basso Quartieri con indice di vecchiaia più alto Zone Quartieri indice di vecchiaia Zone Quartieri indice di vecchiaia Est Sanpolino 67,0 Nord Casazza 311,9 Centro Centro Storico Nord 120,9 Est S. Polo Parco 283,0 Ovest Fiumicello 127,9 Nord Mompiano 280,2 Ovest Primo Maggio 141,2 Nord Villaggio Prealpino 259,1 Sud Chiesanuova 150,2 Ovest Urago 250,2 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. La popolazione straniera rimane una popolazione più giovane, in cui la componente anziana rappresenta solo il 4%, rispetto alla popolazione italiana costituita da anziani per il 30%. I giovanissimi, sotto i 14 anni, nella popolazione italiana sono l’11%, mentre in quella straniera rappresentano il 20%. Rispetto all’anno scorso è leggermente cresciuta la componente anziana della popolazione straniera (+1%). Tabella 4: Popolazione italiana e straniera per fasce di età < 14 anni 65 anni < Donne 15-50 anni (età riproduttiva) Anno Italiani Stranieri Italiani Stranieri Italiani Stranieri Anno 2018 valori assoluti 18.215 7.692 47.803 1.416 30.335 11.727 2018 % su totale della città 9% 4% 24% 1% 15% 6% 2018 % su totale di italiani (161.844); stranieri (38.369) 11% 20% 30% 4% 19% 31% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. I nati a Brescia nell’ultimo anno hanno subito un leggero incremento: +38 nati. Rispetto all’anno scorso è cresciuta la componente dei nati italiani (+3%, 66 nati in più rispetto al 2017, ma 15 in meno rispetto al 2016) e diminuita quella dei nati stranieri (-3%, 28 nati in meno rispetto al 2017 e 58 in meno rispetto al 2016).
  • 11. 9 Confrontando i dati a livello nazionale, si nota che in Italia il numero delle nascite cala di 9.000 nati in meno3 . Tabella 5: Nati italiani e stranieri a Brescia Anno Nati a Brescia Totale Italiani Stranieri 2016 999 567 1.566 % 64% 36% 100% 2017 918 537 1.455 % 63% 37% 100% 2018 984 509 1.493 % 66% 34% 100% Tabella 6: Nati italiani e stranieri in Italia Anno Nati in Italia Totale Italiani Stranieri 2016 379.760 93.240 473.438 % 80% 20% 100% 2017 374.000 90.000 458.151 % 81% 19% 100% 2018 (stime) 358.000 91.000 449.000 % 80% 20% 100% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-2018. A Brescia sono presenti 138 diverse cittadinanze, oltre a quella italiana. Nel 2017 erano 134. Le prime 10 cittadinanze per numerosità (Figura 4) sono composte al 31,7% da asiatici (cittadini provenienti da Pakistan, Cina, India, Sri Lanka e Filippine), al 27,5% da cittadini dell’Europa dell’est (cittadini provenienti da Romania, Ucraina, Moldavia), al 5,8% da egiziani e al 5,7% da albanesi. Figura 4: Le 10 cittadinanze straniere più numerose in città Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. Rispetto al 2016 rimangono salde ai primi 5 posti Romania, Pakistan, Ucraina, Moldavia e Cina, sebbene i moldavi registrino una diminuzione di circa 195 persone. La Romania cresce di circa 590 persone e il Pakistan di circa 250. Diminuisce di poco (-54 persone) la popolazione albanese. 4.689 3.818 3.117 2.740 2.527 2.284 2.214 2.204 1.800 1.719 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 4.500 5.000
  • 12. 10 Le tipologie famigliari Nella presente sezione vedremo i dati demografici dal punto di vista delle tipologie famigliari presenti in città. Le famiglie, ai fini statistici, vanno da un minimo di 1 componente senza vincolo di numero totale: sono quindi considerate famiglie la coppia senza figli, la coppia con uno o più figli (coppia eterosessuale), ma anche il cittadino che vive solo, il genitore che vive con uno o più figli (maschio o femmina senza limiti di età). Vi è infine la categoria altro che comprende tutte le situazioni che non ricadono in questi casi. A Brescia, le famiglie, italiane e straniere, nel 2018 erano complessivamente 95.236 (743 in più rispetto al 2017 e 1.608 in più rispetto al 2016). Tabella 7 con figura: Le famiglie residenti a Brescia, per cittadinanza Anno Famiglie italiane Famiglie straniere Famiglie miste Totale Famiglie 2016 76.197 14.150 3.281 93.628 2017 76.611 14.295 3.587 94.493 2018 76.805 14.375 4.056 95.236 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-2018 La zona con più famiglie è la Centro, quella con meno famiglie la Est. I cinque quartieri con più famiglie sono: Porta Cremona (6.623), Porta Venezia (5.163), Chiusure (5.052), Centro Storico Nord (4.819), Urago Mella (4.746). I cinque quartieri con meno famiglie sono invece: Folzano (770), Buffalora (1.005), Caionvico (1.070), Sanpolino (1.125), Fornaci (1.224). Figura 5: Numero di famiglie residenti a Brescia, per zona Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018 Famiglie italiane 81% Famiglie straniere 15% Famiglie miste 4% 12.600 17.613 20.267 22.312 22.444 0 5.000 10.000 15.000 20.000 25.000 Est Ovest Nord Sud Centro
  • 13. 11 Le famiglie più numerose sono quelle costituite da un solo componente (maschi o femmine che vivono soli, senza figlio o altri conviventi). Questa tipologia di famiglie rappresenta il 44,6% del totale delle famiglie. Tabella 8 con figura: Numero di famiglie residenti a Brescia, per numero di componenti e cittadinanza N. di componenti per famiglie Famiglie italiane Famiglie straniere Famiglie miste Totale Famiglie % su totale 1 componente 34.617 7.822 42.439 44,6% 2 componenti 21.797 1.961 958 24.716 26,0% 3 componenti 11.128 1.619 946 13.693 14,4% 4 componenti 7.304 1.640 942 9.886 10,4% 5 componenti 1.517 808 607 2.932 3,1% 6 e più componenti 442 525 603 1.570 1,6% Totale 76.805 14.375 4.056 95.236 100,0% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018 Le famiglie con un solo componente Come accennato, la maggioranza delle famiglie è costituta da famiglie monocomponente, ovvero composti da una sola persona (maschio o femmina soli), che rappresentano circa il 44,6% del totale delle famiglie. In prevalenza sono femmine sole, italiane e con più di 65 anni. Tabella 9: Le famiglie monocomponente residenti a Brescia, per cittadinanza, genere e presenza di anziani Italiane Straniere Totale F sole M soli Tot F sole M soli Tot F sole M soli Tot Totale per genere e cittadinanza 19.962 14.655 34.617 3.953 3.869 7.822 23.915 18.524 42.439 % su totale monocomponente 47% 35% 82% 9% 9% 18% 56% 44% 100% di cui Anziani 11.528 4.086 15.614 402 77 479 11.930 4.163 16.093 % su totale monocomponente 27% 10% 37% 1% 0% 1% 28% 10% 38% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018 44,6% 26,0% 14,4% 10,4% 3,1% 1,6% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 1 componente 2 componenti 3 componenti 4 componenti 5 componenti 6 e più componenti
  • 14. 12 Figura 6: Composizione delle famiglie con un solo componente, per cittadinanza Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. In termini assoluti: il numero di famiglie con un solo componente è aumentato, dal 2016 di 1.509 persone; L’85% delle famiglie bresciane è formato da 3 componenti e di questa parte, il 52% ha un solo componente. Le famiglie con più di un componente La seconda tipologia famigliare più diffusa è quella delle coppie, sia con che senza figli (34%). Tra esse le prevalgono quelle con figli, sebbene begli ultimi anni abbiano subito un decremento. Tabella 10: Le famiglie residenti a Brescia per tipologia famigliare, 2016-2018 Tipologia famigliare 2016 2017 2018 Variazione 2016-2018Frequenza assoluta % sul tot Frequenza assoluta % sul tot Frequenza assoluta % sul tot Coppia con figli 18.554 19,8% 18.298 19,4% 18.174 19,1% -2% Coppia sola 14.305 15,3% 14.345 15,2% 14.519 15,2% 1% Madre con figli 7.798 8,3% 7.870 8,3% 7.866 8,3% 1% Padre con figli 1.446 1,5% 1.454 1,5% 1.493 1,7% 3% Femmina sola 23.583 25,2% 23.825 25,2% 23.915 25,1% 1% Maschio solo 17.347 18,5% 17.863 18,9% 18.524 19,5% 6% Altro 10.595 11,3% 10.838 11,5% 10.745 11,3% 1% Totale 93.628 100,0% 94.493 100,0% 95.236 100,0% 2% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2016-2018. Come accennato, le famiglie sono aumentate di 743 nuclei in più rispetto al 2017 e di 1.608 rispetto al 2016. Si può notare un significativo incremento della categoria Maschi soli Italiani 35% Maschi soli Stranieri 9% Femmine sole Italiane 47% Femmine sole Straniere 9% Femmine sole 56%
  • 15. 13 “maschi soli” che rispetto all’anno scorso crescono di 661 nuclei e rappresentano l’89% dell’aumento delle famiglie dal 2017. Essi sono in prevalenza italiani (italiani 14.655, stranieri 3.869). Un incremento delle famiglie monocomponente (+751 nuclei) e, nonostante rimangano la tipologia più numerosa, una diminuzione delle coppie con figli (-124 nuclei), in diminuzione già dallo scorso anno. Nella tabella seguente si evidenziano le variazioni rispetto al 2017. Tabella 11: Le famiglie residenti a Brescia per tipologia famigliare, confronto 2017-2018 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2017-2018. Tipologia famigliare Frequenza assoluta % Differenza rispetto al 2017 Coppia con figli 18.174 19% -124 Coppia sola 14.519 15% 174 Madre con figli 7.866 8% -4 Padre con figli 1.493 2% 39 Femmina sola 23.915 25% 90 Maschio solo 18.524 19% 661 Altro 10.745 11% -93 Totale 95.236 100% 743 Figura 7: Le famiglie residenti a Brescia per tipologia famigliare, 2018 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. Provando ad analizzare, infine, le tipologie famigliari differenziando le famiglie italiane, straniere e miste, vediamo come sia nelle famiglie italiane che straniere prevalgano le famiglie monocomponente (femmine o maschi che vivono da soli). Nelle famiglie straniere, femmine e maschi soli presentano percentuali più alte sul totale degli stranieri (ovvero il 54%) rispetto alle percentuali delle famiglie monocomponente sul totale degli italiani (45%). Tabella 12: Le tipologie famigliari per popolazione italiana, straniera o mista Femmina sola Maschio solo Coppia sola Coppia con figli Madre con figli Padre con figli Altro Totale Famiglie italiane 19.962 14.655 13.690 14.699 6.812 1.354 5.633 76.805 26% 19% 18% 19% 9% 2% 7% 100% Famiglie straniere 3.953 3.869 361 2.095 787 110 3.200 14.375 27% 27% 3% 15% 5% 1% 22% 100% Famiglie miste / / 468 1.380 267 29 1.912 4.056 / / 12% 34% 7% 1% 47% 100% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. 19% 15% 8% 2% 25% 19% 11% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30%
  • 17. 15 2. IL SETTORE SERVIZI SOCIALI DEL COMUNE DI BRESCIA Un welfare partecipato, di comunità e di prossimità Le dinamiche demografiche appena delineate, l’aumento dei bisogni e alla scarsità delle risorse ha reso necessario un ripensamento delle politiche di welfare nell’ottica di una sempre maggiore integrazione tra pubblico e privato e di un sempre maggior coinvolgimento dei cittadini nella produzione di servizi di welfare. Questa è la direzione che l’Amministrazione ha preso, a partire dal 2013, e che sta portando avanti ancora oggi, grazie a progetti come il Progetto “Brescia città del Noi”, che ha permesso di ripensare il sistema dei servizi di welfare della città. La filosofia del Brescia città del Noi, che punta sull’attivazione della comunità e sul rendere la cura una responsabilità di tutti (“del noi”), da un lato risponde ad esigenze pratiche, poiché il pubblico da solo non può più rispondere a tutti i bisogni emergenti, e dall’altro è ispirata alla consapevolezza che di fatto già esista una comunità attiva e ricca di risposte e proposte per rispondere ai bisogni che intercetta o per attivare la propria comunità. Il percorso di attivazione, sviluppo e promozione della comunità è fortemente interconnesso allo sviluppo dei servizi sociali in senso comunitario. Per questo motivo in ognuno dei “cantieri” di lavoro del progetto (corrispondenti alle tradizionali aree dei servizi sociali) si è scelto di puntare su alcuni servizi che si potessero considerare “servizi di comunità”, in quanto: Agiti da attori sociali diversi dall’ente pubblico, ma in sinergia con esso; Rivolti alla comunità; Attivatori e generatori di comunità. Pensiamo a servizi come i tempi per le famiglie per la prima infanzia, i vivi il quartiere per le famiglie con minori, i punti comunità, ecc. A livello di governance è stato costituito il Consiglio di indirizzo del welfare della città, che consiste in un tavolo di confronto tra Comune e Terzo Settore per indirizzare le politiche di welfare in maniera partecipata. L’idea è quella di considerare l’ente pubblico come un’Agenzia di Sviluppo del welfare cittadino che indirizzi i soggetti produttori verso un welfare universalistico, equo e partecipato sia nella programmazione che nella gestione dei servizi. Sarà quindi fondamentale promuovere un cambiamento nei rapporti e nelle connessioni tra Terzo Settore e PA. Tra gli obiettivi raggiunti si possono nominare: La creazione di strumenti di accreditamento e qualificazione per le organizzazioni del Terzo Settore;
  • 18. 16 La costruzione di un’apposita procedura per l’avvio di servizi sperimentali in particolare per i servizi non standardizzabili; L’apertura di nuovi Punti Comunità. Tra gli obiettivi del prossimo triennio del Settore Servizi Sociali del Comune di Brescia si possono citare: Promuovere interventi innovativi integrati con le risorse della comunità; Rafforzare modalità per raccordarsi con gli enti sanitari (ATS, ASST); Consolidare la nuova organizzazione dei servizi sociali come servizi olistici e di prossimità; Accompagnare gli operatori dei 5 servizi territoriali ad essere sempre più agenti di sviluppo di comunità, raccordandosi con le realtà operanti nei quartieri e i punti comunità; Valorizzare il rapporto con i Consigli di quartiere; Proseguire con l’attività del Consiglio di indirizzo del welfare cittadino. Considerando quello del welfare come un distretto industriale, sarà fondamentale lo sviluppo di quattro “funzioni strategiche”: 1. Conoscenza e innovazione per monitorare i bisogni sociali, raccogliere informazioni sull’offerta e le best pratices nazionali e internazionali; 2. Sviluppo delle risorse umane tramite una formazione continua e trasversale utile allo sviluppo di competenze per supportare l’assunzione del ruolo di agenti di comunità; 3. Comunicazione e animazione sociale; 4. Finanza e crowdfunding. Il Settore Servizi Sociali del Comune di Brescia Il Settore Servizi Sociali del Comune di Brescia far parte dell’Area servizi alla persona e istruzione del Comune di Brescia, la quale si articola nei settori: • Settore Diritto allo Studio, rapporti con l’università, sport e politiche giovanili • Settore Servizi per l’infanzia – Scuole dell’infanzia e asili nido • Settore Servizi sociali • Settore Casa e inclusione sociale • Unità di staff Programmazione, Progettazione-sociale e supporto specialistico I dati presentati nel presente Bilancio faranno riferimento ai Servizi Sociali con l’integrazione di dati sui servizi per la prima infanzia dal Settore Servizi per l’infanzia, per i giovani dal Settore Diritto allo Studio, rapporti con l’università, sport e politiche giovanili, per il lavoro e l’abitazione dal Settore Casa e inclusione sociale.
  • 19. 17 Il Settore Servizi Sociali si articola in 5 Servizi Sociali Territoriali, presenti nelle 5 zone della città. Di seguito presentiamo una tabella che riporta, per ciascuna zona della città, i riferimenti dei 5 Servizi Sociali Territoriali e dei 15 Punti Comunità attivi nel 2018. Ad oggi in città sono presenti 17 Punti Comunità, più 1 in fase di riconoscimento e 4 in fase di raccolta delle manifestazioni di interesse4 . Tabella 13: I Servizi Sociali Territoriali e i Punti Comunità presenti in ogni zona, al 31.12.2018. Zone Servizio Sociale Territoriale Punti Comunità Nome del Punto Comunità Indirizzo del servizio/ struttura Mail del Punto Comunità Quartiere CENTRO Via della Rocca, 16/a P.C. del Centro Storico Corso Garibaldi, 29/a puntocomunita@mclb rescia.it CENTRO STORICO NORD EST Corso Bazoli, 7 P.C. Caionvico Via Rodone, 17 puntocomunita@gma il.com CAIONVICO P.C. Sanpolino Corso Bazoli, 79 puntocomunitasanpol ino@gmail.com SANPOLINO P.C. San Polo Cimabue Via Cimabue, 271 puntocomunitasanpol ocimabue@gmail.co m S. POLO CIMABUE P.C. San Polo Parco Via Ferri, 101 puntocomunitasanpol oparco@gmail.com S. POLO PARCO NORD Via Gadola, 16 P.C. Borgo Trento Via Trento, 64/a puntocomunita@aclic ristore.it BORGO TRENTO P.C. Villaggio Prealpino Via Del Brolo, 71 puntocomunita.prealp ino@gmail.com VILLAGGIO PREALPINO P.C. San Bartolomeo Via Del Gallo 22/24 comitatopdcsanba@g mail.com S. BARTOLOMEO OVEST Via Paganini, 1 P.C. Chiusure Via Farfengo, 69 puntocomunitachiusu re@libero.it CHIUSURE P.C. Villaggio Badia Via del Santellone, 2 puntocomunitabadia @gmail.com VILLAGGIO BADIA P.C. Villaggio Violino Piazza Don Teotti, 5, Quartiere La Famiglia puntocomunitaviolino @gmail.com VILLAGGIO VIOLINO SUD Via Micheli, 8 P.C. Folzano Via della Palla, 13 puntocomunitafolzan o@gmail.com FOLZANO P.C. Lamarmora Piazzale Giacinto Tredici, 16 C/O Parrocchia S. Giacinto puntocomunitalamar mora@gmail.com LAMARMORA P.C. Villaggio Sereno Villaggio Sereno Traversa XII, 152/E puntocomunitavillagg iosereno@gmail.com VILLAGGIO SERENO P.C. Chiesanuova Via Fura, 119 c/o Parrocchia S.M. Assunta puntocomunitachiesa nuova@gmail.com CHIESANUOVA Fonte: Comune di Brescia, 2018.
  • 20. 18 Il personale il personale dipendente dell’Area servizi alla persona e istruzione del Comune di Brescia che si occupano di Welfare5 nel 2018 era composto da 375 persone così suddivise: Tabella 14: Il personale dei Settori in dell’Area servizi alla persona e istruzione del Comune di Brescia che si occupano di Welfare Ruoli N. persone Responsabile Di Area 1 Dirigente/Responsabili Di Settore 4 P. O. (Posizioni Organizzative) Responsabili Di Servizio 9 Alta Professionalità 1 Collaboratore Tecnico 1 Commesso Operatore 2 Istruttore Direttivo Tecnico 1 Dipendenti Amministrativi 92 Assistenti Sociali 58 Educatori Professionali 4 Educatore 0 Operatori Socio Assistenziali (O.S.A.) 19 Autisti (Compreso un Autista Specializzato) 15 Operatore Socio Assistenziale Specializzato 1 Totale Area Servizi alla Persona 208 Dipendenti Dell’Area Nidi (Personale Educativo) 126 Dipendenti Dell’Area Nidi (Personale Ausiliario) N. persone Appalto Ausiliari nidi 13 28 Totale Area Nidi 167 Totale complessivo 375 Fonte: Ufficio Amministrazione del Comune di Brescia, 2018. Dei 2018 dipendenti dell’Area Servizi alla Persona, 90 operano sul territorio, all’interno dei Servizi Sociali Territoriali, secondo questa suddivisione: Fonte: Ufficio Amministrazione del Comune di Brescia, 2018. S.S.T. Centro S.S.T. Est S.S.T. Nord S.S.T. Ovest S.S.T. Sud 22 15 19 19 15
  • 21. 19 3. IL WELFARE DELLA CITTÀ DI BRESCIA Per evidenziare la costruzione collettiva del welfare è stata realizzata una mappatura dei servizi di welfare presenti in città, offerti dal Terzo settore e sono stati redatti, oltre a questo, altri due Bilanci sociali partecipati del welfare della città (più un numero zero), importanti elementi di conoscenza della “città de noi”. Il welfare della città va concepito come un sistema integrato, articolato in una complessità eterogenea di produttori. Anche quest’anno, come nei Bilancio sociali partecipati precedenti, si proverà a fornire una rappresentazione il più possibile dettagliata dei soggetti che, oltre al Comune di Brescia, concorrono alla produzione del welfare cittadino6 . Si è proceduto ad un ulteriore aggiornamento dei dati, con la prospettiva futura di affinare ulteriormente l’analisi tramite una ricognizione sempre più accurata e ancor più completa. I soggetti produttori e le unità di offerta Il censimento dei soggetti produttori di welfare della città di Brescia e dei servizi da essi erogati ha portato alla luce, per il 2018, la presenza di: - Almeno 326 soggetti produttori di welfare, oltre al Comune. 327 erogatori, quindi, Comune compreso. - 813 unità di offerta censite. Rispetto all’anno scorso si evidenziano alcune significative variazioni, dovute ad un nuovo un aggiornamento della mappatura e ad un’ulteriore miglior perimetrazione e classificazione, che ha portato a: - aggiornare la mappatura sulla base della revisione dell’elenco delle unità di offerta sociale mappate dal Comune di Brescia e delle informazioni reperite tramite alcune delle attività legate al progetto Brescia Città del Noi, che hanno permesso di escludere alcune realtà non più esistenti o servizi che hanno cessato di esistere e includere soggetti o servizi nuovi; - aggiornare l’elenco delle cooperative di inserimento lavorativo; - riassegnare servizi residenziali (alloggi) al momento senza ente gestore, che quindi sono stati classificati assegnandoli all’ente proprietario dell’immobile (di solito A.L.E.R. o Comune di Brescia); - riposizionare servizi di enti gestori che hanno cambiato forma giuridica (ad esempio da associazione a cooperativa sociale). Già nel precedente bilancio erano stati esclusi dalla mappatura i servizi assimilati a temi più sanitari (ambulatori). Di seguito riportiamo i dati suddivisi per forma giuridica7 .
  • 22. 20 Tabella 15: I soggetti erogatori e i servizi censiti in città, 2016-2018 Forma giuridica dei soggetti erogatori: 2016 2017 2018 N. soggetti N. unità di offerta N. soggetti N. unità di offerta N. soggetti N. unità di offerta % su totale servizi Media servizi per forma giuridica Associazioni 162 375 152 369 156 356 44% 2,3 Cooperative sociali 61 135 61 146 65 169 21% 2,6 Enti ecclesiastici 55 115 62 103 61 111 14% 1,8 Enti privati 16 19 25 30 23 28 3% 1,2 Fondazioni 14 44 14 44 16 53 7% 3,3 Enti morali 6 14 2 9 2 10 1% 5,0 Altro ente pubblico 3 5 3 6 2 26 3% 13,0 Altra Cooperativa 1 1 1 1 1 1 0% 1,0 Comune di Brescia 1 48 1 49 1 53 7% 53,0 Forme giuridiche miste8 / 11 / 4 / 7 1% / Totale 319 767 321 761 327 813 100% 2,5 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2016-2018. - Le associazioni continuano a gestire la maggior parte dei servizi censiti (44%). - Le fondazioni e gli enti morali sono i soggetti, oltre al Comune di Brescia, con una media di servizi gestiti per singolo soggetto più alta. - Quest’anno il valore alto registrato per l’ente pubblico non comunale è dovuto al fatto che molti alloggi A.L.E.R. non hanno assegnato un ente gestore e quindi sono conteggiati sotto l’ente proprietario dell’immobile. Rispetto al 2016, già nel 2017 si era scelto, inoltre, di spostare alcuni servizi da un target all’altro in quanto meglio rappresentativo degli obiettivi del servizio stesso. Per questo motivo, già dal precedente bilancio, alcuni target presentano delle variazioni numeriche più evidenti. In particolare: - tra i servizi per la Prima Infanzia troviamo i Consultori pubblici e privati, che inizialmente erano stati inseriti tra i servizi rivolti ai minori e alle famiglie; - tra i servizi per i minori e le famiglie non troviamo più l’assistenza domiciliare minori (A.D.M.) e i servizi per minori in difficoltà/ospedalizzati/ammalati, che si è scelto di rendicontare nell’area disagio minorile e tutela;
  • 23. 21 - Nella categorizzazione dei servizi si è deciso inoltre di dedicare una sezione a parte ai servizi trasversali all’area disabili e anziani. In particolare, si è deciso riferire i servizi di trasporto sociale, normalmente conteggiati nell’area anziani, ad un target multiutenza che comprendesse anche l’area disabilità. Sono qui conteggiati anche i nuovi servizi domiciliari integrati. I servizi per minori e famiglie si sono arricchiti per lo più di nuovi Vivi il Quartiere, i servizi per adulti di attività a rilevanza sociale, i servizi traversali dei servizi domiciliari integrati e quelli multiutenza di nuovi punti comunità. Tabella 16 e figura: I servizi censiti in città per target, 2016-2018 Target 2016 2017 2018 Prima Infanzia 52 64 66 Minori, famiglia 136 117 134 Minori in tutela 42 54 53 Giovani 16 17 18 Adulti 142 140 151 Disabili 83 84 83 Anziani 146 117 120 Servizi trasversali anziani, disabili / 25 35 Multiutenza9 121 117 122 Lavoro 29 25 31 Totale 767 761 813 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018. Tabella 17: I servizi censiti in città per zona Zona 2016 2017 2018 Centro 219 223 232 Est 145 145 146 Nord 127 124 144 Ovest 106 101 110 Sud 170 168 181 Totale 767 761 813 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018. 2,2% 3,8% 4,3% 6,5% 8,1% 10,2% 14,7% 15,0% 16,5% 18,6% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% Giovani Lavoro Servizi trasversali anziani, disabili Minori in tutela Prima Infanzia Disabili Anziani Multiutenza Minori, famiglia Adulti
  • 24. 22 Tabella 18: I servizi censiti in città per gestione diretta o indiretta del Comune di Brescia Zona 2016 2017 2018 Gestione diretta del Comune di Brescia 48 49 53 Gestititi dal privato sociale con o senza rapporto con il Comune di Brescia 719 712 760 Totale 767 761 813 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018.
  • 25. 23 4. L’ARTICOLAZIONE DEL WELFARE CITTADINO Nel presente capitolo verranno presentati i servizi presenti per ciascun target di intervento. Ogni paragrafo sarà suddiviso indicativamente nel seguente modo: 1. Gli obiettivi dell’Amministrazione; 2. Alcuni dati di contesto; 3. I servizi presenti in città; 4. Solo per alcuni target verranno riportati i dati relativi all’accesso ai servizi comunali; 5. Focus tematici specifici per ogni target che presentano alcune delle azioni portate avanti nel 2018; Alcuni paragrafi risulteranno più ricchi di altri grazie alla disponibilità di una maggior quantità di informazioni strutturate su contesto e utenza. I paragrafi target, come accennato in precedenza, sono i seguenti: 1. Prima infanzia 2. Famiglia, minori 3. Minori in condizioni di disagio o tutela 4. Politiche giovanili 5. Adulti in difficoltà 6. Persone con disabilità 7. Anziani 8. Multiutenza 9. Politiche lavorative e abitative Chiuderanno il Bilancio: - un capitolo sull’accesso ai Servizi Sociali comunali e al Segretariato sociale; - un capitolo sulla spesa del Comune di Brescia per il welfare.
  • 26. 24 Prima infanzia Prima infanzia: gli obiettivi dell’Amministrazione Gli obiettivi dell’Amministrazione per la prima infanzia sono i seguenti: - incrementare la frequenza dei bambini negli asili nido e negli altri servizi per la prima infanzia, con particolare riguardo ai bambini stranieri e ai bambini in situazione di disabilità; - consolidare le esperienze di “Tempo per le famiglie” (anche con nuove modalità di gestione del servizio con orari più flessibili e rendendo capillare la loro presenza sul territorio cittadino) la cui sperimentazione ha evidenziato l’importanza dello sviluppo cognitivo, emotivo e sociale nei primi anni di vita; - ampliare l’attuale rete di servizi per le famiglie con bambini di età 0-3 anni, con attività parallele all’asilo nido (luoghi educativi, di socializzazione e accoglienza per i bambini e per le persone adulte che li accompagnano); - incrementare le esperienze di micro-nido e sezioni primavera per agevolare l’inserimento nella scuola dell’infanzia; - valutare l’istituzione di un Polo dell’infanzia ed avviare il coordinamento pedagogico territoriale (secondo il D.Lgs 65/2017); - garantire continuità operativa o prevedere la costituzione di un Patto educativo della città (tra PA, ATS e agenzie educative) affinché si crei un’effettiva coerenza nel passaggio da un servizio educativo all’altro; - attraverso il Kit di benvenuto “Bimborsina”, permettere a tutte le mamme ed ai papà di scegliere i servizi più adatti al proprio piccolo; - progetto di contrasto alla povertà minorile; - supportare le famiglie nei compiti educativi e informarle maggiormente circa le opportunità nella prima infanzia; Prima infanzia: dati di contesto La popolazione “Prima Infanzia”, che comprende la fascia d’età 0-2 anni, ovvero i bambini nei primi 3 anni di vita (0, 1 e 2 anni compiuti), alla fine del 2018 era composta da 4.594 minori, in leggero calo rispetto agli ultimi due anni (-58 bambini rispetto al 2017 e -154 rispetto al 2016). Si tratta in maggioranza maschi di nazionalità italiana (33%). La percentuale degli stranieri, sia maschi che femmine, è invece del 35% sul totale della popolazione 0-2, mentre gli italiani sono il 65%. Negli ultimi tre anni il numero di bambini della fascia prima infanzia è progressivamente calato (-154 bambini).
  • 27. 25 Nella tabella seguente sono riportati i dati della popolazione 0-2 anni residente a Brescia, suddivisa per genere e cittadinanza, tra il 2016 e il 2018. Tabella 19: La popolazione 0-2 anni residente a Brescia Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. I nati a Brescia nel 2018 sono stati 1.493. Essi rappresentano il 32,4% della fascia di età della prima infanzia. I nati sono calati rispetto al 2016 (-73) ma risultano in leggero aumento rispetto al 2017 (+38) Tabella 20: I nati residenti a Brescia per cittadinanza Anno Nati italiani residenti a Brescia Nati stranieri residenti a Brescia Nati totali residenti a Brescia Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale % sulla città Totale città 2016 483 516 999 291 276 567 774 792 1.566 0,79% 197.956 2017 426 492 918 255 282 537 681 774 1.455 0,73% 198.937 2018 475 509 984 226 283 509 701 792 1.493 0,75% 200.213 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. La fascia di età della prima infanzia è così composta: Figura 8: La composizione della fascia di età 0-2 anni Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. Nuovi nati 33% 1 anno 32% 2 anni 35% Anno Popolazione italiana Popolazione straniera Popolazione 0-2 residente a Brescia Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale % sulla città 2016 1.515 1.553 3.068 826 854 1.680 2.341 2.407 4.748 2,4% 2017 1.440 1.570 3.010 817 825 1.642 2.257 2.395 4.652 2,3% 2018 1.440 1.538 2.978 777 839 1.616 2.143 2.160 4.594 2,3%
  • 28. 26 Prima infanzia: i servizi censiti Le unità di offerta per la Prima Infanzia a Brescia sono rappresentate soprattutto dagli asili nido e dai tempi per le famiglie (in seguito anche abbreviati in TPF). Completano l’offerta i nidi famiglia, un centro prima infanzia e un servizio di baby sitting estivo. Servizi per la prima infanzia vengono offerti anche dai consultori pubblici e privati presenti in città. Tabella 21: I servizi per la Prima Infanzia censiti nel 2018 Target Totale delle Unità di Offerta Prima infanzia 66 Asili nido e sezioni primavera 38 asili nido 1 sezione primavera Tempi per le famiglie (TPF) 12 Nidi famiglia 4 Servizi di babysitting estivo 1 Centro prima infanzia 1 Consultori privati 6 Consultori pubblici 3 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018. Rispetto all’anno scorso l’offerta si è arricchita di un nido famiglia e da questo anno è attiva anche la sezione primavera presso la scuola dell'infanzia Tadini. Prima infanzia: l’accesso ai servizi comunali e convenzionati Nel presente paragrafo esamineremo più da vicino l’utenza dei servizi prima in- fanzia, con particolare dettaglio, data la disponibilità di dati validati, sugli utenti dei servizi comunali e convenzionati (asili nido e tempi per le famiglie). Ricordiamo che i dati sui frequentanti qui presentati sono dati che si riferiscono all’anno scolastico 2018/2019, non all’anno solare, e che quindi sono da leggere come dati a cavallo tra due anni. Tabella 22: Gli utenti e le unità di offerta degli asili nido negli ultimi 3 anni 2016/2017 2017/2018 2018/2019 pubblici convenzionati pubblici convenzionati pubblici convenzionati Utenti Utenti Utenti 470 311 482 444 480 444 781 926 924 N. unità di offerta N. unità di offerta N. unità di offerta 11 12 11 13 11 13 23 24 25 Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Brescia.
  • 29. 27 Tabella 23: Gli utenti e le unità di offerta dei TPF negli ultimi 3 anni 2016/2017 2017/2018 2018/2019 pubblici convenzionati pubblici convenzionati pubblici convenzionati Utenti Utenti Utenti 116 180 166 151 167 179 296 317 346 N. unità di offerta N. unità di offerta N. unità di offerta 3 5 4 8 4 8 8 12 12 Fonte: Elaborazioni su dati Comune di Brescia. Volendo fare un confronto rispetto all’evoluzione storica dell’utenza dei servizi per la prima infanzia a gestione comunale diretta e indiretta (in convenzione), la situazione è la seguente: Tabella 24: Gli utenti degli Asili nido e dei TPF tra negli ultimi 3 anni Anni scolastici Frequentanti nidi comunali Frequentanti nidi convenzionati Frequentanti tempi per le famiglie comunali Frequentanti tempi per le famiglie convenzionati Totale 2016/2017 470 311 116 180 1.077 2017/2018 482 444 166 151 1.243 2018/2019 480 444 167 179 1.270 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale e Comune di Brescia. Guardando l’andamento degli ultimi anni si nota una minima ma progressiva diminuzione del numero della fascia di età 0-2 anni – e un progressivo aumento degli iscritti ai servizi per la prima infanzia. Tabella 25: Rapporto nati e iscritti ai servizi Prima Infanzia 2016-2018 Anno di riferimento Residenti a Brescia nella fascia di età 0-2 Iscritti % fruitori servizi Prima infanzia sui residenti fascia di età 0-2 2016/2017 4.748 1.077 22,7 2017/2018 4.652 1.243 27,4 2018/2019 4.594 1.270 27,6 Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale e Comune di Brescia. I 1.270 bambini frequentanti servizi comunali o convenzionati rappresentano il 27,6% della popolazione bresciana 0/2. Non sono conteggiati gli iscritti ai servizi privati, non collegati in alcun modo al Comune, che innalzerebbero quindi il numero dei fruitori. Ancora un passo in più verso l’obiettivo di Barcellona per la prima infanzia: nel 2002 il Consiglio Europeo a Barcellona ha stabilito, tra gli obiettivi di diffusione di servizi per l’infanzia, gli stati membri si impegnassero ad offrire servizi come asili nido e altri servizi per la prima infanzia ad almeno il 33% di bambini sotto i 3 anni10 .
  • 30. 28 Complessivamente il numero degli utenti per i servizi prima infanzia è aumentato tra il 2016 e il 2018. In generale rispetto al 2016/2017 il numero complessivo degli utenti di nidi e tempi per le famiglie è aumentato di 193 bambini. Tra l’anno scolastico 2017/2018 e l’anno scolastico 2018/2019 gli iscritti ai servizi per la prima infanzia sono cresciuti di 27 persone. Nel 2018 è stata avviata la consegna della “Bimborsina” a tutti i nuovi nati, tramite le farmacie comunali. Si tratta di un dono augurale che il Comune di Brescia, con il progetto Brescia città del Noi, unitamente a tante altre realtà della città, hanno ideato per accogliere il nuovo nato nella comunità. Lo scopo principale è quello di far conoscere i servizi, ma soprattutto di rendere consapevoli le famiglie che c’è una “comunità” intorno a loro, che può supportarli nelle diverse fasi della vita, a partire dalla prima infanzia. A tutte le famiglie che hanno avuto un bimbo/bimba nel 2018 è stata inviata una lettera per ritirare la sacchetta augurale presso le farmacie comunali. Nella sacchetta, realizzata dalla Cooperativa Sociale Cauto, si trovano un libretto che illustra i servizi per l’infanzia presenti in città (asili nido, tempi per le famiglie, consultori familiari), un pieghevole sul progetto Nati per la Cultura con possibilità di ritirare un “Passaporto culturale” per accedere ai musei della città entro il primo anno di vita proprio bimbo/bimba; una tessera per accedere alle piscine comunali; un libro della collana “Nati per leggere”; articoli sanitari; un buono sconto di 10 euro per le necessità di tutta la famiglia da spendere a Spigolandia. La Bimborsina è stata consegnata a 667 nati nel 2018. Figura 9: La locandina della Bimborsina
  • 31. 29 Prima infanzia: focus tematici L’impatto del servizio tempi per le famiglie I Tempi per le famiglie sono un servizio il cui obiettivo è accogliere i bambini che non usufruiscono di altri servizi per la prima infanzia, come i nidi, accompagnati dai genitori o da altre figure, quali nonni o baby-sitter. Questi servizi offrono luoghi sicuri e organizzati di relazione, di gioco e di confronto, sotto la guida di educatori professionisti. Un’alternativa all’asilo nido per chi vuole dedicare comunque alcune ore della giornata alla cura dello sviluppo cognitivo e comportamentale dei propri piccoli, coinvolgendo anche i genitori in un percorso importante anche nella loro crescita come educatori. I servizi TPF offrono infatti anche agli adulti l'occasione per costruire una propria rete di relazioni sociali, un modo per sentirsi meno soli nel proprio ruolo, confrontarsi, scambiare esperienze, fare amicizia, condividere difficoltà e gioie della crescita dei loro bambini. Tra maggio e giugno 2018, Socialis, l’Agenzia Conoscenza e innovazione del progetto Brescia città del Noi, in coordinamento con i responsabili dell’Area Prima Infanzia del Comune di Brescia, ha condotto all’interno dei 12 Tempi per le famiglie presenti in città, un’indagine volta a cogliere il grado di soddisfazione delle famiglie frequentanti i TPF ed il cambiamento positivo generato in termini di miglioramento del benessere delle famiglie grazie alla frequenza del TPF. I dati raccolti nei TPF bresciani hanno portato alla luce dinamiche ed esiti simili a quelli reperibili in letteratura circa l’importanza di questi servizi per la prima infanzia. In un periodo storico in cui le famiglie si sentono spesso isolate o perdono il contatto con la comunità, sia in termini partecipativi, sia come fonte di supporto, i nuovi bisogni delle famiglie si concentrano intorno alle esigenze di socializzazione e supporto nell’educazione dei figli. I Tempi per le Famiglie sono stati in grado di rispondere a questi nuovi bisogni con un servizio di qualità ed emotivamente coinvolgente. All’indagine hanno risposto 188 famiglie, corrispondenti al 50% degli iscritti ai 12 TPF (37511 ). Di seguito sono riportati i maggiori risultati rilevati. 1) Caratteristiche delle famiglie che frequentano il Servizio: Le famiglie frequentanti sono in prevalenza italiane (84%), al 10% miste, ovvero famiglie in cui uno dei genitori è straniero, il 6% sono famiglie straniere. Quando non è la madre che accompagna il bambino al Famiglie italiane 84% Famiglie miste 10% Famiglie straniere 6%
  • 32. 30 TPF, se l’accompagnatore è un altro parente (32% dei casi), il 95% delle volte è uno dei nonni, in particolare la nonna. Accompagnatori esterni alla famiglia, come babysitter sono estremamente rari (3 casi su 188). 2) Tempo della frequenza al TPF: La maggior parte delle famiglie intervistate frequentava il servizio da circa un anno. Il fatto che un TPF sia aperto più ore a settimana rispetto ad un altro sembra non incidere in maniera significativa su una maggiore frequenza del servizio. Generalmente, la frequenza settimanale si attesta tra le 2-4 ore e le 5-6 ore settimanali, in quasi ogni TPF a prescindere dall’orario di apertura. La maggior parte frequenta al mattino (63%) e solo il 27% al pomeriggio. Ciò accade anche nei TPF aperti nel pomeriggio. 3) Facilità con cui le famiglie raggiungono il TPF: Generalmente le famiglie si muovono in auto impiegando tra i 10 i 20 minuti in media, spostandosi con facilità o molta facilità nel tragitto casa-TPF. 4) Motivazioni della scelta del servizio: hanno inciso motivazioni legate alla qualità educativo-pedagogica offerta dal servizio e al fatto che esso si configuri come un luogo di socializzazione e confronto sia tra bambini che tra adulti. 5) Valutazione rispetto all’esperienza globale del servizio da parte di adulti e bambini, alla preparazione del personale, alle attività proposte e al clima prevalgono valutazioni ottime. Esse vengono leggermente mitigate da valutazioni buone quando viene chiesta l’opinione sugli aspetti riguardanti strutture e arredi (ambienti, pulizie, struttura spazi gioco…) e logistici (orari). 6) Valutazione del costo del servizio: I TPF Comunali richiedono un contributo di 60 euro annuali al momento dell’iscrizione, mentre i TPF gestiti dal privato sociale presentano diverse modalità di finanziamento: alcuni offrono servizi gratuiti, altri prevedono tessere con un numero di ingressi, altri ancora contributi specifici per il materiale utilizzato. Generalmente si tratta di cifre contenute distribuite su un arco di tempo annuale o ad ingresso singolo. Le famiglie ritengono in larga parte che il costo sia adeguato all’offerta, anzi che sia accessibile a tutti ed economico considerando i grandi benefici personali che si ricavano dalla frequenza del TPF (attività, giochi, materiale, formazione, ecc....). 7) Le proposte per un possibile miglioramento del servizio che hanno ricevuto maggiori preferenze sono quelle riguardanti orari più flessibili, più giorni di Frequenta il TPF da meno di un anno 8% Frequenta il TPF da circa un anno 72% Frequenta il TPF da circa 2 anni 20%
  • 33. 31 apertura, maggiori e diverse attività per i bambini e la possibilità di usufruire di una banca del tempo12 . Di particolare rilevanza è inoltre la richiesta di maggiori spazi dedicati solo ai genitori. 8) In generale tutti consiglierebbero il servizio perché è un luogo di socializzazione, di confronto e di crescita sia per i bambini che per gli adulti, che possono fare un’esperienza educativa in un ambiente adeguato e accogliente. Il TPF è descritto come un luogo dove la famiglia può ritrovarsi e passare assieme del tempo di qualità, dove poter socializzare con altre famiglie e condividere assieme l’esperienza del gioco e della crescita dei figli. 9) L’impatto sociale generato dai Tempi per le Famiglie per chi viveva l’esperienza di accompagnatore del bambino al TPF: Il nuovo servizio non ha solo offerto uno spazio in cui passare del tempo di qualità con i propri figli, farli socializzare e ricevere importanti nozioni pedagogiche, ma si è rivelato anche uno strumento di socializzazione per i genitori, che hanno avuto occasioni di scambio utili a sentirsi meno soli nel compito di crescere i propri figli e sentirsi più parte di una comunità. Il servizio si è reso quindi promotore di un cambiamento più profondo, personale ed intimo, grazie ai momenti di condivisione offerti dai TPF. Molti legano la positività dell’esperienza al fatto che essa sia stata positiva per il bambino, prima che per l’adulto. Chi accompagna i propri figli al TPF sa che qui può trovare compagnia e supporto, altre persone che stanno affrontando le stesse esperienze, ma anche educatori esperti pronti a sostenerli. Frequentare il TPF allarga l’esperienza di vita dei genitori sia in termini sociali che conoscitivi. A crescere non è solo il bambino ma anche chi si prende cura di lui. 10) Il cambiamento generato per i bambini: In primis frequentare il TPF è un’esperienza educativa e relazionale. Giocare e sperimentare attività creative in spazi adeguati e relazionarsi con i coetanei. Giudicata buona anche l’opportunità di relazionarsi con altri adulti oltre ai genitori e di imparare ad essere più autonomi. I famigliari sono rimasti molto soddisfatti delle possibilità che i TPF hanno offerto ai loro figli: spazi gioco adeguati all’età e molto più stimolanti di quelli che avrebbero potuto avere a casa; un luogo accogliente dove imparare a relazionarsi sia con i coetanei che con gli adulti mentre si realizzano attività nuove e creative. I bambini crescono sotto tutti i punti di vista: sociale e cognitivo, ed i genitori hanno avuto la possibilità di osservarli e sostenerli nell’esplorazione. Imparare queste nuove competenze rassicura i genitori in previsione del futuro distacco con l’asilo o la scuola materna. Riassumendo i TPF hanno avuto impatto su alcuni particolari aspetti: 1. Raggiungere nuova utenza e coglierne i bisogni emergenti I TPF hanno permesso di frequentare un luogo di crescita comunitaria anche ai bambini che non hanno avuto accesso all’asilo nido. Parallelamente hanno quindi intercettato famiglie e genitori bisognosi di supporto educativo e sociale: mamme straniere, mamme lavoratrici o disoccupate che durante la giornata non avevano
  • 34. 32 modo di passare del tempo con i propri figli o di conoscere altre persone con figli. La presenza degli educatori ha poi permesso di soddisfare il bisogno di supporto alla genitorialità per i neo genitori. 2. La socializzazione dei più piccoli Molti TPF accolgono in maggior numero bambini con un’età media di quasi due anni, cioè quando si manifesta maggiormente l’esigenza del contatto con altri bambini, e questa è la più importante richiesta con cui le famiglie si avvicinano a un TPF. Nei Tempi per le Famiglie i genitori hanno modo di osservare il loro bambino entrare in contatto con altri coetanei, scoprire le sue risposte e guidarlo insieme all’educatore verso quelle più appropriate. 3. L’attenzione alla transizione Il servizio dei Tempi per le Famiglie, come sottolineato anche dai genitori stessi, permette di preparare il bambino al distacco dal genitore, in vista del passaggio al nido o alla scuola dell’infanzia, in maniera più soft. La transizione si costituisce di quel complesso di rituali e regole condivise, in particolare nel periodo di inserimento o ambientamento, che prevedono il coinvolgimento di almeno uno dei genitori, nella costruzione di una responsabilità condivisa e nella transizione dalla quotidianità familiare a quella del nido. Essa è divenuta una filosofia fondamentale nei TPF, favorendo esperienze condivise in una situazione protetta e lieta nella quale sperimentare, nel riconoscimento delle forti ambivalenze, le prime reciproche autonomie, la prima condivisione delle responsabilità, il primo confronto con altri genitori. 4. Osservazione dei figli L’osservazione come atteggiamento che consente di essere presente con il bambino e di sostenerne l’attenzione e l’attività senza essere intrusivo è un aspetto fondamentale13 . Osservare il proprio bambino mentre gioca e interagisce con altri adulti e altri bambini, consente di scoprire le sue potenzialità, di esserci, lasciandolo al tempo stesso libero di sperimentare e di allontanarsi senza perdere il contatto. 5. Trasmissione di modelli educativi ed empowerment dei genitori I servizi per l’infanzia nei quali i genitori sono presenti quotidianamente, sono luoghi nei quali è possibile osservare gli educatori e vedere altri possibili modelli di stile educativo, di proporre e fare rispettare le regole della convivenza sociale. I modi possibili vengono mostrati e non insegnati, i genitori possono vederli, valutarne il significato e l’efficacia, farli propri e reinterpretarli. Si tratta di modelli che consentono loro di essere sé stessi come genitori in modo consapevole e più sereno. 6. La partecipazione attiva dei genitori I TPF hanno sollecitato la partecipazione attiva dei genitori. La partecipazione può assumere una valenza formativa e essere un supporto al ruolo genitoriale, un incoraggiamento ad assumere un ruolo attivo nella comunità, una prima forma di
  • 35. 33 esercizio della cittadinanza attiva. I servizi per l’infanzia sono quindi un intreccio nel quale si incontrano non solo le politiche educative, ma anche le politiche a sostegno della famiglia. Le collaborazioni con i consultori A giugno 2018 si è svolto un incontro tra i Servizi Sociali del Comune di Brescia e 5 dei 6 consultori cittadini14 . I consultori che hanno aderito sono stati: 1. Consultorio Crescere Insieme (Coop Elefanti Volanti); 2. Consultorio dell’ASST Brescia; 3. Consultorio Poliambulanza-CIDAF; 4. Consultorio Familiare ONLUS; 5. Familiae Auxilium Consultorio Diocesano. L’incontro è stato proposto per avviare un confronto e uno scambio, con la prospettiva di ipotizzare possibili sinergie tra i Consultori, che nelle loro attività ordinarie si relazionano con bambini e famiglie della fascia 0-3 anni, ed il Comune di Brescia, che negli ultimi anni ha portato avanti diverse azioni sul tema della prima infanzia. Un’attività importante dell’Assessorato è stata infatti quella di sostenere la fruizione dei servizi per la prima infanzia. Se per le scuole materne il numero dei frequentanti per la fascia di età si aggira intorno al 95% dei residenti, per i nidi e i Tempi per le famiglie si sta raggiungendo il 30% (attualmente il 27,6%)15 . Anche grazie all’apporto del progetto Brescia Città del Noi, il Comune ha sostenuto la prima infanzia, in particolare tramite: - Ricerche inerenti i servizi per la prima infanzia; - Attività di formazione condivisa tra operatori dei Nidi e Tempi per le Famiglie; - Incontri pubblici e seminari per sostenere e approfondire la cultura sui servizi alla prima infanzia; - Ideazione e promozione della Bimborsina. I Consultori promuovono a loro volta particolari iniziative dedicate alla prima infanzia, riportate nella tabella seguente. Consultorio Attività svolte a favore della prima infanzia Consultorio Crescere Insieme (Coop Elefanti Volanti) Attività di “supporto alla genitorialità” tramite un servizio di home visiting: un supporto diretto alle mamme nel primo anno di vita, che ha una funzione specialistica.
  • 36. 34 Consultorio dell’ASST Brescia Servizio di Assistenza a domicilio a mamma e neonato dopo il parto (Servizio di Dimissione protetta): le neomamme che lo desiderano possono richiedere, compilando un apposito modulo disponibile in ospedale, un incontro a domicilio con un’ostetrica o un’assistente sanitaria. È garantita a tutte le neomamme, se richiesta, almeno una visita domiciliare. È possibile poi decidere di continuare oppure accedere ai servizi del consultorio (come attività di gruppo; consulenza individuale, di coppia o di famiglia); Organizzazione di spazi aperti di confronto anche interculturale; Supporto a iniziative diverse, quali ad esempio “Nati per leggere”; A tutte le mamme che accedono al consultorio viene chiesto se vogliono partecipare allo screening sul benessere psicologico. Consultorio Poliambulanza- CIDAF Cidaf è in una fase di riorganizzazione ma anche di analisi e studio di nuove linee di sviluppo dei propri servizi. Mantenendo le tradizionali attività consultoriali sanitarie, vuole puntare a valorizzare, anche la dimensione sociale. Consultorio Familiare ONLUS Azioni di sensibilizzazione delle neomamme: spiegazione del servizio di dimissione all’ultima visita preparto e attivazione di una collaborazione in particolare con il consultorio pubblico di via Paganini; Gruppo mamme con bambini tra 0-1 anno, che si riunisce ogni 15 giorni. Il gruppo è aperto sia alle donne incinte che alle neo- mamme; Servizio 0/5: 5 colloqui con la mamma, dopo i quali si può inviare ai Tempi per le famiglie. Familiae Auxilium Consultorio Diocesano. Attività pre e post nascita con circa 2000 utenze annue. Il consultorio diocesano, pur essendo collocato nella zona Nord della città, accoglie utenza da tutta la provincia. Bisogni rilevati: - Viene evidenziato il pericolo di “creare disuguaglianza” attraverso i servizi. Ai servizi pre-parto, infatti, partecipano perlopiù donne straniere, mentre le donne italiane vanno maggiormente da specialisti privati. Le donne gravide che transitano (soprattutto per le ecografie) sono moltissime. Diminuisce il numero di donne seguite dall’inizio alla fine della gravidanza. Ai servizi post-parto partecipano perlopiù donne di elevata cultura, in generale comunque, le donne
  • 37. 35 privilegiano le visite pre-parto e il controllo peso del bambino per pochi mesi dopo il parto; - Si denota una partecipazione attiva nei consultori fino all’anno. A seguire ci si potrebbe collegare con i Tempi per le famiglie; - Serve creare spazi in cui le mamme possano esprimere il proprio bisogno, in particolare proponendo incontri di gruppo gruppi focalizzati su temi specifici, per favorire la partecipazione. Il tema che emerge dai partecipanti è spesso quello di legato alla dimensione del vivere il momento della nascita in solitudine, soprattutto per le donne straniere. C’è consapevolezza ma la partecipazione ai gruppi rimane scarsa; - Le segnalazioni di richiesta di supporto psicologico per famiglie con bambini nella fascia 0-3 anni arrivano spesso tramite i nidi, i Tempi per le Famiglie, ecc., ed emerge una richiesta di supporto crescente anche da parte dei papà. Le possibili collaborazioni tra Consultori e Servizi per la prima infanzia comunali ipotizzate sono molteplici, come: - La possibilità di costruire un’informativa unica per tutti i neo-genitori (sullo stile di esperienze già avviate in altre città come Bologna, dove la carta dei servizi raccoglie tutte le informazioni sanitarie, sociali, per le richieste di contributi, ecc. in un unico documento interattivo); - Scambi di prassi, esperienze e “contaminazioni” tra servizi, come ad esempio l’attivazione di collaborazioni tra Consultori e Tempi per le famiglie, stante la complementarietà tra servizi (contatti tra Comune e ASST); - Creazione di un volantino unico contenente le informazioni su tutti i Tempi per le famiglie da far avere ai consultori; - Possibilità di estendere la comunicazione gestita dal Consultorio ASST di via Duca degli Abbruzzi a tutti i consultori, non solo i due pubblici, possibilmente in relazione all’indirizzo di residenza del neonato. Questo consentirebbe alle famiglie di iniziare a creare una rete comunitaria (dal consultorio, al Tempo per le famiglie di territorio, al nido, agli altri spazi comunitari, ecc.).
  • 38. 36 Minori, famiglia Minori, famiglia: gli obiettivi dell’Amministrazione Gli obiettivi dell’Amministrazione per le famiglie con minori sono i seguenti: 1. Coinvolgimento del Terzo Settore per la produzione di servizi e la realizzazione di interventi di accompagnamento e presa in carico integrata (coprogettazione) per la gestione di servizi a sostegno delle relazioni familiari di nuclei con minori mediante interventi pluriprofessionali; 2. Promozione e implementazione di progetti e servizi innovativi e sperimentali: - Implementazione dei servizi educativi post-scolastici 6-14 “Vivi il Quartiere”. Verrà monitorato l’andamento dei servizi Vivi il Quartiere recentemente implementati, al fine di definire eventuali modifiche in un’ottica di sempre maggiore efficacia; - Valorizzazione del ruolo preventivo dei servizi CAG; 3. Proseguire e consolidare sempre più il modello di servizio pluriprofessionale presso il servizio sociale di ogni territorio che accanto ad interventi professionali (educativi, psicologici, mediazione culturale e consulenza familiare) sappia offrire interventi di connessione con le risorse informali della comunità. Obiettivi specifici per il target prima infanzia e minori in condizione di disagio sono stati esplicitati nei rispettivi capitoli dedicati. Minori, famiglia: dati di contesto La popolazione dei minori dai 3 ai 17 anni, nel 2018 è stata di 26.691 persone, in leggero decremento rispetto al 2017 (-127 persone). I minori di questa fascia di età, rappresentano il 13,3% della popolazione totale della città. Tabella 26: Numero dei cittadini bresciani tra i 3 e i 17 anni Fasce d’età Popolazione italiana Popolazione straniera Popolazione totale residente a Brescia Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale % sulla città Da 3 a 5 anni 1.598 1.625 3.223 818 866 1.684 2.416 2.491 4.907 2,5% Da 6 a 10 anni 3.189 3.228 6.417 1.300 1.385 2.685 4.489 4.613 9.102 4,5% Da 11 a 13 anni 2.092 2.082 4.174 614 712 1.326 2.706 2.794 5.500 2,7% Da 14 a 17 anni 2.821 2.974 5.795 629 758 1.387 3.450 3.732 7.182 3,6% Totale 9.700 9.909 19.609 2.733 2.304 7.082 12.433 12.213 26.691 13,3% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
  • 39. 37 Se consideriamo anche la popolazione tra 0-2 anni (4.594), i minori totali presenti a Brescia risultano essere 31.285. Dall’analisi dei dati dell’Anagrafe della popolazione residente, emerge che all’01.01.2019 a Brescia le famiglie residenti con figli erano 32.854. Sono in maggioranza famiglie italiane e sono in prevalenza (89%) famiglie con uno o al massimo due figli. Tabella 27: Le famiglie con figli residenti a Brescia, per numero di figli e cittadinanza N. di figli Italiane Straniere Miste Totale % per numero di figli 1 figlio 14.946 2.011 1.180 18.137 55% 2 figli 8.634 1.575 985 11.194 34% 3 figli 1.565 601 476 2.642 8% 4 figli 275 189 193 657 2% 5 figli 61 56 49 166 1% 6 figli 14 12 14 40 0% 7 figli 7 1 3 11 0% 8 figli 3 0 0 3 0% 9 figli 3 0 0 3 0% 12 figli 1 0 0 1 0% Totale 25.509 4.445 2.900 32.854 100% % per cittadinanza 78% 14% 9% 100% 55% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. Le famiglie con figli minorenni erano 17.516: il 67% italiane, il 21% straniere e il 12% miste. Tabella 28: Numero di famiglie residenti nel Comune di Brescia per cittadinanza e presenza di figli minori. Tipologia familiare Maggiorenni Minorenni Maggiorenni e Minorenni Senza Figli Totale Totale Famiglie con figli minori % Italiani 13.835 9.468 2.206 51.296 76.805 11.674 67% Stranieri 750 3.318 377 9.930 14.375 3.695 21% Miste 753 1.657 490 1.156 4.056 2.147 12% Totale 15.338 14.443 3.073 62.382 95.236 17.516 100% Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018.
  • 40. 38 Minori, famiglia: i servizi censiti I servizi presi in considerazione per il target minori e famiglia sono principalmente servizi per famiglie con figli che frequentano la scuola dell’obbligo16 . Di seguito quelli censiti nel 2018. Tabella 29: I servizi per la Minori, famiglia censiti nel 2018 Target Totale delle Unità di Offerta Minori, famiglie 134 C.A.G. – Centri di Aggregazione giovanile 7 Vivi il Quartiere 37 Attività ricreative e di socializzazione (tra cui centri ricreativi diurni, centri diurni per minori, attività ricreative estive) 77 Servizi di ascolto e supporto per mamme e/o minori 5 Servizi educativi (tra cui spazi compiti) 7 Gruppo di acquisto famigliare 1 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018. Minori, famiglia: l’accesso ai servizi comunali I servizi di punta dell’area Minori e Famiglia sono i “Vivi il Quartiere” e i “C.A.G. – Centri di Aggregazione Giovanile, presentati di seguito. I C.A.G. sono 7: 4 nella zona Centro, 1 nella Zona Nord e 2 nella zona Sud. I centri sono gestiti da organizzazioni del territorio accreditate quali: Istituto Dei Figli Di Maria Immacolata - Opera pavoniana, Istituto Vittoria Razzetti, Parrocchia S. Giovanni Evangelista, Parrocchia S. Maria Della Vittoria, Parrocchia SS. Faustino E Giovita, Parrocchia SS. Pietro e Paolo e Provincia Italiana Società Padri Maristi. Questi gli indirizzi: • C.A.G. Carmen Street – Vicolo Manzone n. 7 – Padri Maristi • C.A.G. Due Torri - Vicolo Due Torri n. 5 – Parrocchia S. Giovanni Evangelista • C.A.G. La Terra di Mezzo - Via S. Faustino n. 70 – Parrocchia S. Faustino • C.A.G. L’Impronta - Via Milano n. 30 – Istituto Vittoria Razzetti Onlus • C.A.G. Lodovico Pavoni - Via Pavoni n. 9 – Opera Pavoniana • C.A.G. La Sfera Celeste - Via Cremona n. 97 – Parrocchia Santa Maria della Vittoria • C.A.G. Giravolta - Viale Duca degli Abruzzi, 88 – Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo
  • 41. 39 I progetti Vivi il quartiere sono servizi gestiti, tramite bando comunale, da organizzazioni del Terzo Settore. Sono legati all’annualità scolastica, nel 2018 si contano 37 progetti su 21 quartieri. Rispetto al 2017 sono aumentati i progetti (+15) e la copertura del servizio si è estesa a 3 nuovi quartieri. Tabella 30: Le unità di offerta del servizio “Vivi il Quartiere” presenti in città, 2016-2018 2016/2017 2017/2018 2018/2019 N. unità di offerta N. unità di offerta N. unità di offerta n° 22 in 17 quartieri n° 23 in 18 quartieri N° 37 in 21 quartieri Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018. Tra settembre e dicembre 2018 si è verificato un incremento di 620 iscritti. In particolare, sono cresciuti gli iscritti stranieri. Di seguito riportiamo i dati di dettaglio incrementali. Tabella 31 e figura: I dati sugli iscritti ai Vivi il Quartiere, 2018 Settembre 2018 Dicembre 2018 N. di Vivi il Quartiere 19 37 Iscritti 456 1.076 Italiani/Stranieri 218 italiani 43 stranieri 516 italiani 563 stranieri Genere 209 maschi e 238 femmine 622 maschi e 457 femmine Età 221 età 6-10 anni 247 età 11-14 anni 620 età 6-10 anni 456 età 11-14 anni Ore e giorni di apertura Ore di apertura settimanali: 223 Media di circa 12 ore settimanali 11 giorni al mese, 214 giorni annui, per ViQ Ore di apertura settimanali: 422 Media di circa 13 ore settimanali 11 giorni al mese, 360 giorni annui, per ViQ Media frequentanti per Vivi il Quartiere 13 16 Fonte: Comune di Brescia, 2018. 45% 55% 45% Italiani 55% Stranieri 58% 42% 58% Maschi 42% Femmine 58% 42% 58% 6-10 anni 42% 11-14 anni
  • 42. 40 Minori, famiglia: focus tematici L’impatto dei Vivi il Quartiere visto dagli enti gestori A giugno 2018 Socialis, l’Agenzia Conoscenza e innovazione del progetto Brescia città del Noi, ha realizzato un report sull’impatto dei Progetti Vivi il Quartiere (in seguito abbreviato in ViQ), raccogliendo informazioni circa: 1. le esperienze comunitarie attivate dai singoli progetti; 2. gli esiti del percorso di formazione rivolto agli operatori dei ViQ (condotto dall’Agenzia Risorse Umane del Progetto Brescia Città del Noi); 3. le interviste condotte con 4 enti gestori. L’obiettivo dell’analisi era quello di fornire un quadro del cambiamento generato dall’esperienza dei ViQ nei territori e per i territori. Nel corso dell’A.S. 2017/2018, alcune esperienze comunitarie attivate dai ViQ sono state: 1. Corsi di educazione e sostenibilità ambientale; 2. Corsi di cittadinanza attiva, educazione al valore del denaro, autostima, ecc.; 3. Attività sportive nel quartiere; 4. Coinvolgimento delle famiglie, in collaborazione con le parrocchie del quartiere, per momenti di festa e riflessione; 5. Danza e karate per bambini con disagio familiare o economico; 6. Formazione per volontari e animatori del quartiere, esterni al progetto; 7. Laboratori vari aperti al quartiere (arte, musica, teatro, giochi, lettura, giochi cooperativi, cucina, ecc.); 8. Supporto specifico a bambini con difficoltà (DSA, BES, ecc), aperto anche ad altri bambini non iscritti; 9. Produzione del giornalino della comunità. La formazione, condotta dall’Università Cattolica di Brescia, si è posta la finalità di condividere con i ViQ i vari modelli identitari dei servizi, evidenziando l’appartenenza a un progetto territoriale sistemico e complessivo. Il percorso (4 incontri) ha avuto una media di 20 partecipanti per incontro: una continuità che sottolinea la volontà della rete di perseguire il proprio cammino a servizio dei bisogni della comunità in cui è fortemente radicata. Durante gli incontri, gli operatori dei ViQ (coordinatori, educatori e volontari) hanno espresso le loro riflessioni rispetto a: 1. Percezione del proprio ViQ di appartenenza: il confronto con gli altri ViQ ha condotto gli operatori a identificare con maggiore consapevolezza la propria specifica tipologia di servizio, oltre ad aver rinforzato la percezione di essere una risorsa importante per la comunità in cui operano;
  • 43. 41 2. Conoscenza degli altri ViQ: le riflessioni raccolte durante la formazione hanno rilevato una non conoscenza iniziale di quanto stavano realizzando gli altri ViQ territoriali e uno stupore rispetto ai variegati progetti incontrati. Il percorso ha aperto alla possibilità di intravedere la fattibilità di un confronto tra ViQ sia nella progettazione sia tra operatori nell’operatività quotidiana. 3. Comprensione del progetto unitario Vivi il Quartiere: il percorso e la presenza di un rappresentante del Comune di Brescia hanno offerto l’occasione di ri- sottolineare il senso della nascita del progetto complessivo Vivi il Quartiere, riaffermarne le finalità, discutere insieme le potenzialità e le fatiche a livello progettuale. Emerge l’apertura dei ViQ a sentirsi partecipi di un progetto comune per la città, a favore dei quartieri e della comunità, la disponibilità a collaborare con il Comune e con gli altri ViQ nella co-costruzione di un processo in progressione e miglioramento sia nell’operatività sia nel senso di appartenenza. Nel mese di giugno 2018 sono state inoltre condotte, dal Centro Studi Socialis (Agenzia Conoscenza e Innovazione di Brescia Città del Noi) alcune interviste semi—strutturate presso alcuni ViQ, finalizzate cogliere la percezione del «cambiamento generato» direttamente dalle parole degli operatori17 . Questi i principali risultati: 1. Le peculiarità del servizio e le differenze del ViQ da un Dopo scuola o da un CAG. Il ViQ ha permesso di: - creare qualcosa laddove non prima non c’era nulla; - sviluppare e ampliare le attività già proposte dagli enti gestori, tramite l’estensione degli spazi compiti bambini ad una fascia di età più ampia (elementari e medie) e la proposta di laboratori e spazi gioco anche con l’aiuto di professionisti esterni (attività educative come importanti nel percorso di crescita individuale; - Rendere i luoghi più partecipati; - Coinvolgere anche le famiglie nella cura dei figli; - Coinvolgere i quartieri tramite attività da poter realizzare ed esportare nella comunità; - Creare reti solide con scuola e servizi sociali. Alcuni focus particolari: avvicinamento dei ragazzi alle materie scientifiche (progetti di matematica, gare di matematica), percorsi per far conoscere il quartiere e la città di Brescia ai ragazzi, opportunità di mettersi in gioco attivamente e di coinvolgere le famiglie, proposta di corsi sull’interculturalità per avvicinare le famiglie straniere. Le organizzazioni intervistate hanno inoltre dichiarato che il ViQ ha: - dato loro “una visione diversa”;
  • 44. 42 - allargato gli orizzonti; - dato sicurezza; - dato una stabilità per progettare, definire e potenziare linee di sviluppo; - dato spunti, regole e parametri che hanno spinto a fare cose più precise e più valutabili. 2. Le azioni intraprese per la creazione di comunità tra i ragazzi: - Accoglienza di ragazzi dell’alternanza scuola-lavoro e avvicinamento al volontariato (Caritas, Servizio civile); - Accoglienza di minori in messa alla prova dal Comune di Brescia (es/ lavori socialmente utili; - Collaborazione con i Punti Comunità (es/ merenda con i genitori o gli anziani presso il punto comunità per migliorare la conoscenza intergenerazionale); - Collaborazione con associazioni del territorio per agevolare l’inserimento dei ragazzi nelle attività che esse propongono; - Azioni per creare senso di comunione in gruppi anche molto eterogenei per nazionalità, religione, condizione sociale, lavorando su temi comuni a tutti come ad esempio: il vivere a Brescia e sentire Brescia parte della propria storia personale, la conoscenza della storia lontana e recente della città tramite anche visite guidate. L’obiettivo era dare ai ragazzi una conoscenza nuova della città anche in termini di riferimenti culturali e luoghi «del cuore»; - Feste, attività sportive e dedicate al tempo libero. 3. Le azioni intraprese per la creazione di comunità tra/con le famiglie: - Coinvolgere le famiglie non è facile, anche perché spesso i minori che frequentano i ViQ sono di origine straniera. Qualche ViQ ha stabilito contatti con la moschea per cercare di coinvolgere le famiglie in ottica di integrazione; - Iniziative: cena finale dell’aiuto compiti, rapporti con comunità che incontrano le famiglie segnalate dalla scuola, proposta di incontri in plenaria all’inizio dell’anno e individuali durante l’anno, feste di Carnevale, Pasqua e Natale, promozione di laboratori rivolti ai genitori, corsi di italiano per genitori stranieri, partecipazione di alcuni genitori ad incontri interculturali a scuola; - Supporto ai genitori, che si affidano agli enti responsabili del ViQ a volte anche per informazioni non inerenti al servizio, come informazioni burocratiche (bollette, redazione di CV). - Il quartiere è stato coinvolto spesso attraverso l’adesione del ViQ a manifestazioni e feste di quartiere o tramite rapporti diretti con il proprio Consiglio di Quartiere. 4. Le relazioni del ViQ con altri servizi e realtà del territorio: I ViQ hanno intrattenuto relazioni con: - Altri ViQ
  • 45. 43 - Parrocchie - Cooperative sociali e associazioni - Scuole - Servizi sociali e Uffici del Comune: legame con il SST per condividere progettualità e l’impostazione adeguata per tradurre al meglio nella pratica il welfare di comunità, al di là del singolo caso, coinvolgendo gli enti del territorio. 5. La comunicazione con il quartiere attraverso volantinaggio e comunicazione nelle scuole e nel quartiere, tramite le parrocchie, internet i siti web degli enti gestori. 6. Eventuali azioni intraprese a supporto alle famiglie in difficoltà tramite: gratuità del servizio, raccordo con Caritas per supporto a casi problematici (pacchi alimentari e vestiti), segnalazione casi difficili ai SST. 7. Collaborazione con le scuole spesso per la segnalazione di alcune problematiche riscontrate. 8. Eventuali specializzazioni sull’utenza straniera: in tutti i ViQ intervistati emerge come prevalente (se non addirittura totalizzante) la presenza di utenti di nazionalità straniera. La realtà è quella di una precisa conoscenza e capacità di gestione e relazione con utenti stranieri. Alcuni tratti emergenti dall’analisi condotta sui ViQ - Esperienza «in movimento»: i ViQ sono ancora in fase di definizione in termini di numerosità e adesione, il tutto dato anche dalla novità della proposta nel panorama cittadino; - Significativo cambiamento per chi ha aderito alla proposta dei ViQ, sia laddove non vi era nulla, sia laddove vi erano già esperienze di ludoteche, CAG, ecc: - Maggiori risorse dedicate e quindi maggior stabilità del servizio; - Maggiori regole, maggior definizione di percorso e identità, capacità di riconoscersi parte di un processo comunitario; - Maggiore apertura al territorio, con il coinvolgimento dei quartieri, delle scuole, delle famiglie; - In parte è avviato il percorso di vivere i ViQ come «attori del welfare comunitario» (presa in carico di utenti; segnalazione e rete con scuole, famiglie, servizi sociali; utilizzo del ViQ come spazio fiduciario per chi ha un bisogno); - Maggiore coinvolgimento dei giovani dei quartieri.
  • 46. 44 Minori in condizioni di disagio o in tutela Minori in condizioni di disagio o in tutela: gli obiettivi dell’Amministrazione Gli obiettivi dell’Amministrazione per i minori in condizione di disagio o tutela sono i seguenti: - Promozione e implementazione di progetti e servizi innovativi e sperimentali quali il modello dell’affiancamento familiare “Una famiglia per una famiglia”, politica preventiva al fine di garantire il diritto del minore di vivere presso la propria famiglia, innovando le modalità di aiuto e sostegno alla genitorialità anche di nazionalità diversa da quella italiana, al fine di sviluppare forme di sostegno e vicinanza che vedano protagoniste in primis le famiglie, con volontari tutor formati sul tema; - Adesione al programma P.I.P.P.I. (Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione) promosso dal MLPS (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) in collaborazione con Università di Padova, finalizzato a garantire uniformità ed equità nella presa in carico dei bambini che provengono da famiglie che faticano a rispondere ai loro bisogni evolutivi (famiglie negligenti), prevenendo così anche gli allontanamenti dalle famiglie naturali; - Promozione e sostegno dell’affido familiare in continuità con la partecipazione al Progetto Provinciale “Promuovere e sostenere reti per l’affido familiare sul territorio della Provincia di Brescia” e con l’approvazione delle Linee Guida da parte della Giunta Comunale nel triennio si intendono mettere in campo in favore del sostegno all’affido familiare; - Definizione buone prassi interistituzionali come le Linee guida operative con l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM). Minori in condizioni di disagio o in tutela: dati di contesto Nella categoria dei minori in situazione di disagio o tutela rientrano quei minori sottoposti al provvedimento dell’Autorità giudiziaria. I minori possono avere avuto uno dei seguenti provvedimenti: • Proseguo amministrativo • Affidamento • Adozione • Procedimento civile
  • 47. 45 • Indagine per permesso di soggiorno • Procedimento di reato penale • Causa civile ordinario (separazioni) • Procura repubblica su segnalazione (indagine) • Tutela minori stranieri non accompagnati MSNA Il contesto relativo ai minori in carico ai Servizi Tutela Minori è sempre più complesso e sono in aumento le situazioni in carico, sia su mandato del Tribunale Ordinario (TO) che del Tribunale per i Minorenni (TM). I minori in tutela, ovvero minori sottoposti a provvedimento dell’Autorità Giudiziaria presi in carico nel corso del 2018 sono stati 1.075(111 in più rispetto al 2016 e 30 in più rispetto al 2017), in maggioranza italiani. Figura 10: I minori sottoposti a provvedimento dell’autorità giudiziaria presi in carico dai Servizi Sociali Territoriali, per cittadinanza Fonte: Comune di Brescia, 2018. Tabella 32: I minori sottoposti a provvedimento dell’autorità giudiziaria presi in carico dai Servizi Sociali Territoriali Centro Sociale Totale casi in carico nel corso del 2018 Sede 134 Centro 216 Est 151 Nord 181 Ovest 186 Sud 207 Totale 1.075 Fonte: Comune di Brescia, 2017-2018 All’interno di questa categoria di popolazione si trovano anche i minori stranieri non accompagnati (MSNA). I minori stranieri non accompagnati in carico al Comune di Brescia nell’anno 2018 sono stati n. 85, di cui 5 femmine e 80 maschi: n. 74 collocati in comunità di pronta accoglienza minori stranieri non accompagnati. Il gruppo più numeroso dei minori collocati è quello dei minori provenienti dall’Albania, seguono quelli provenienti dalla Nigeria e dall’Egitto. Tabella 33: I minori stranieri non accompagnati, collocati in struttura o presso parenti e/o connazionali, suddivisi per paese d’origine Paese di origine Numero di minori per paese di origine 2017 2018 Albania 41 31 Nigeria 12 5 Egitto 11 7 Costa d'Avorio 8 6 Guinea 6 5 Marocco 5 4 Altro 16 27 Totale minori stranieri non accompagnati 99 85 Fonte: Comune di Brescia, 2017-2018. Italiani 81% Stranieri 19%
  • 48. 46 Sono considerati parte della categoria minori in condizioni di disagio anche quei minori che necessitano di assistenza domiciliare o di servizi per minori ospedalizzati o ammalati. Minori in condizioni di disagio o in tutela: i servizi censiti Di seguito i servizi per minori in tutela o in particolare situazione di disagio censiti in città18 . Tabella 34: I servizi per i Minori in condizioni di disagio o in tutela censiti nel 2018 Target Totale delle Unità di Offerta Minori in condizioni di disagio o in tutela 53 Servizi diurni (tra cui progetto educativo per minori con procedimenti penali aperti e spazio incontro genitori – figli) 2 Servizi per l'affido 6 Servizi residenziali (tra cui alloggi per famiglie con minori, per l’autonomia, case accoglienza per mamme con bambini, comunità alloggio minori (C.A.M.), Comunità di pronto intervento minori (C.P.I.) 39 Servizi semi-residenziali 2 Servizi domiciliari 1 Servizi per minori in difficoltà/ospedalizzati/ammalati 3 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018. Minori in condizioni di disagio o in tutela: focus tematici Le Linee guida per l’attivazione di percorsi di affido familiare I percorsi di affido familiare hanno la finalità di tale attività è offrire ai minori una collocazione serena fino a quando sia venuta meno la situazione di difficoltà temporanea del proprio nucleo famigliare d’origine, sostenere la famiglia d’origine momentaneamente in difficoltà aiutandola a riacquistare competenze e capacità affettive ed educative proprie dei genitori e sostenere le famiglie che si rendono disponibili ad accogliere minori che vivono in condizioni di criticità e sofferenza e per i quali l’Autorità Giudiziaria o il Servizio Sociale hanno previsto l’allontanamento. Il “Regolamento relativo all’erogazione degli interventi e dei servizi sociali alla persone”, adottato dal Consiglio Comunale con provvedimento in data 28.07.2016, n. 79, definiva sommariamente il “Servizio di affidamento familiare”, le
  • 49. 47 caratteristiche dell’affidamento familiare: finalità, destinatari, attività, destinatarie del contributo, ammissione e prestazioni. Il Comune di Brescia, mediante Delibera della Giunta Comunale 15.5.2018 n. 324, ha approvato le «Linee guida per l’attivazione di percorsi di affido familiare», al fine di delineare una cornice unitaria per l’affido familiare, individuando e declinando ruoli e responsabilità dei diversi soggetti, istituzionali e non, che intervengono nella realizzazione dell’affido, contribuendo a creare sinergie tra tutti i soggetti e servizi che entrano in gioco, in tutto o in parte, nel percorso di affidamento familiare. Il documento contiene: 1. Definizioni di “Affidamento familiare” e “tipologie di affidamento familiare” che possono essere: - secondo lo status giuridico: consensuale o giudiziale - secondo le tipologie di collocazione: etero-familiare o intra-familiare - secondo l’intensità del bisogno: residenziale, diurno o a tempo parziale. 2. Definizione della Banca Dati provinciale on line “Unica”, ovvero la Banca dati on line di famiglie disponibili all’affido/accoglienza di minori sulla provincia di Brescia. 3. Definizione dei destinatari dell’affido famigliare, dei soggetti affidatari, dei diritti del minore, della famiglia d’origine e degli affidatari, dei protagonisti dell’affidamento, del Progetto quadro (progetto che riguarda l'insieme coordinato ed integrato degli interventi sociali, sanitari ed educativi finalizzati a promuovere il benessere del minore e a rimuovere la situazione di pregiudizio o di rischio di pregiudizio in cui questi si trova). 4. Definizione del contributo economico erogato alla famiglia affidataria. 5. Definizione dei compiti e dei doveri degli Enti competenti per garantire la realizzazione di progetti individuali integrati (il Servizio Sociale comunale, gli Enti Pubblici titolari di servizi di affido familiare, le Associazioni Familiari, le reti familiari e in generale il privato sociale. 6. Definizione dei compiti e doveri degli affidatari. 7. Definizione dei compiti e doveri della famiglia di origine. 8. Definizione delle conclusioni dell’affidamento. 9. Definizione di responsabilità e trattamento dei dati personali. 10. Infine, vengono elencate le possibili linee di intervento. Il Comune di Brescia intende considerare i seguenti percorsi:
  • 50. 48 - Definizione di protocolli con gli Enti pubblici del territorio provinciale (A.S.S.T, Comuni, Aziende Speciali Consortili ed Ambiti territoriali) per la definizione di modalità operative di collaborazione in tema di affido e accoglienza. - Definizione di convenzione con il Forum Provinciale del Terzo Settore per la collaborazione e la co-gestione della Banca dati provinciale “UNICA”. - Definizione di convenzione ex art. 56 del D. Lgs. 117/2017 con i Soggetti del Terzo Settore (Organizzazioni di Volontariato e Associazioni di Promozione Sociale) per la definizione di modalità operative di collaborazione in tema di affido ed accoglienza. - Definizione di accordi con altri Soggetti del Terzo Settore per la definizione di modalità operative di collaborazione in tema di affido ed accoglienza.
  • 51. 49 Politiche giovanili Politiche giovanili: gli obiettivi dell’Amministrazione Con la modifica del regolamento degli uffici e servizi comunali, le politiche giovanili sono state assegnate alla nuova Area denominata Servizi alla persona e istruzione. Gli obiettivi dell’Amministrazione per i giovani sono i seguenti: - migliorare l’interazione tra i giovani ed il tessuto associativo; - instaurare nuovi rapporti interpersonali; - guidare i giovani nel percorso di crescita; - connettere gli studenti al mondo del lavoro sostenendo forme di alternanza scuola-lavoro, anche per i ragazzi e ragazze con disabilità; - promuovere il Centro Giovani della città come luogo di scambio di saperi e accrescimento reciproco, dove si possano fornire occasioni di elaborazione e progettazione; - ripensare la funzione dell’informazione giovanile, messa in crisi da un lato dalla disponibilità massiccia di informazioni e dati, fruibili individualmente dagli interessati più accorti e dall’altro il disinteresse per l’informazione, non percepita dai giovani più in difficoltà come utile in un contesto sociale di scarsa mobilità; - sperimentare forme di comunicazione intra e intergenerazionale; - promuovere maggiore consapevolezza sull’importanza della cittadinanza europea; - rafforzare i progetti di educazione alla salute e al benessere; - promuovere la partecipazione civica dei giovani, anche attraverso la sperimentazione di un forum giovanile cittadino, che dovrà essere definito nelle modalità di accesso, nei compiti da assolvere, nelle forme e con cui funzionare; - promuovere l’espressività giovanile come modalità di partecipazione alla vita della comunità locale. In particolare, attraverso la realizzazione e/o il supporto a iniziative teatrali e musicali coinvolgenti i giovani; - mantenere alta l’attenzione verso i ragazzi in situazione di fragilità grazie alla connessione con i servizi sociali in modo da poter intervenire in modo precoce e favorire l’aggancio, la presa in carico e l’accompagnamento. Politiche giovanili: dati di contesto La popolazione della categoria “giovani” che qui consideriamo, comprende le fasce di età comprese tra i 14 e i 29 anni compiuti, ma forniremo anche il dato relativo alla
  • 52. 50 fascia di età fino ai 34 anni poiché alcuni servizi si rivolgono anche a questa parte della popolazione. La popolazione giovane della città di Brescia è composta da 31.548 persone tra i 14 e i 29 anni e da 11.282 persone tra 30 e 34 anni, per un totale di 48.830 persone, come riporta la tabella seguente. Tabella 35: I giovani tra i 14 e i 34 anni a Brescia, suddivisione per fasce di età Fonte: Elaborazioni su dati Anagrafe Comunale, 2018. La popolazione straniera è decisamente “più giovane” rispetto a quella italiana: i giovani stranieri rappresentano, infatti, il 30% del totale della popolazione straniera presente in città, mentre quelli italiani rappresentano soltanto il 19%. Politiche giovanili: i servizi censiti Tra i servizi rivolti alla popolazione giovanile rientrano circa 18 unità di offerta presenti in città. I servizi di welfare dedicati ai giovani censiti nel 2018 sono i seguenti: Tabella 36: I servizi per i Giovani censiti nel 2018 Target Totale delle Unità di Offerta Giovani 18 Consultori adolescenti e famiglie 2 Servizi di ascolto 1 Servizi educativi e ricreativi diurni (tra cui Piastra Pendolina) 3 Servizi informativi e di orientamento (tra cui Informagiovani) 3 Attività formative/volontariato/tirocini 8 Residenze universitarie 1 Fonte: Mappatura del welfare della città, 2018. Età aggregate Popolazione italiana Popolazione straniera Popolazione residente a Brescia Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale Femmine Maschi Totale % sul totale della città Da 14 a 17 anni 2.821 2.974 5.795 629 758 1.387 3.450 3.732 7.182 3,6% Da 18 a 19 anni 1.582 1.635 3.217 276 354 630 1.858 1.989 3.847 1,9% Da 20 a 24 anni 3.703 3.814 7.517 990 1.383 2.373 4.693 5.197 9.890 4,9% Da 25 a 29 anni 3.678 3.877 7.555 1.552 1.522 3.074 5.230 5.399 10.629 5,3% Da 30 a 34 anni 3.450 3.786 7.236 2.108 1.938 4.046 5.558 5.724 11.282 5,6% Totale 15.234 16.086 31.320 5.555 5.955 11.510 20.789 22.041 42.830 21,4%
  • 53. 51 Politiche giovanili: l’accesso ai servizi comunali Le esperienze di maggior successo nell’ambito dell’offerta per i giovani sono il servizio di orientamento “Informagiovani” e il Centro giovanile “Piastra Pendolina”. Questi due spazi del Comune di Brescia sono in gestione al Terzo Settore e forniscono da un lato un servizio informativo e di orientamento ai giovani trai 14 e i 35 anni relativamente alle tematiche lavoro, istruzione e formazione, estero, vivere Brescia, volontariato e cittadinanza attiva, dall’altro un servizio per lo sviluppo di competenze utili anche per l’ambito lavorativo nei giovani tra i 14 ed i 20 anni, tramite attività laboratoriali e gruppi di lavoro tematici. Oltre a questi servizi fisicamente collocabili, i giovani della città hanno a disposizione anche uno strumento informativo online tramite il portale Bresciagiovani.it Il Comune di Brescia promuove anche il progetto di leva civica “100 Leve”, che permette di effettuare tirocini presso Pubblica Amministrazione o Terzo Settore. Riportiamo di seguito alcuni dati relativi alla fruizione dei servizi nel 2018. Tabella 37: Utenti del servizio Informagiovani 2016/2017 2017/2018 2018/2019 Utenti (contatti) Utenti (contatti) Utenti (contatti) 3.268 1.812 1.696 Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine 2.027 1.241 1.132 680 1.035 661 Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018. Tabella 38: Utenti dello spazio giovani Piastra Pendolina 2016/2017 2017/2018 2018/2019 Utenti (contatti) Utenti (contatti) Utenti (contatti) 442 774 739 Maschi Femmine Maschi Femmine Maschi Femmine 133 309 385 389 544 162 Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018. Tabella 39: I visitatori del Portale Brescia Giovani 2016 2017 2018 Utenti (visitatori) Utenti (visitatori) Utenti (visitatori) 77.872 143.866 181.189 Fonte: Comune di Brescia, 2016-2018. A fronte di una diminuzione dell’utenza da sportello Informagiovani, si riscontra un costante incremento nell’utilizzo del sito Bresciagiovani.it, che solo nell’ultimo anno ha incrementato le visite del 21% (+ 37.323 visite), mentre l’incremento è del 57% rispetto al 2016 (+103.317 visite). Questo dato ci dice come il portale considerato