My application for Vogue Talent's scholarship for the "new sustainable fashion: crafting innovative business models through sustainability" class at Milano Fashion Institute.
1. Alessia Di Gennaro Alili
Materiale di scarto e artigianato: ricostruire una piccola filiera zero-
waste
2. IL PRODOTTO E LA CREAZIONE VALORIALE
• Moda donna: Abbigliamento, accessori e gioielli di lusso realizzati
artigianalmente con materiale di scarto o upcycled. I pezzi vengono realizzati su
ordinazione e su misura.
• Il valore principale è la bellezza del prodotto. Importante lavoro di product
design;
• Personalizzazione, realizzazione su misura, preziosità del pezzo unico, del pezzo
numerato, della serie limitata;
• Innovazione nel recupero della tradizione;
• Responsabilità sociale:
-rispetto dell’ambiente;
-valorizzazione dell’artigianato dal punto di vista artistico e occupazionale, recupero
mestieri.
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5. PARTNER E ATTIVITA’ CHIAVE
• I fornitori:
-attività commerciali disomogenee nel settore, tipo di scarti, grandezza
impresa. Il materiale è fornito in modo gratuito essendo inutile per
l’impresa;
-i capi upcycled sono realizzati trasformando pezzi di seconda mano
reperiti in grossi quantitativi a un prezzo infinitesimale rispetto a quello
originario e a quello del prodotto finale.
6. Velluto vintage dal vellutificio Redaelli a Mandello del Lario, sede inattiva a seguito della
delocalizzazione in Polonia.
7. Vetro di scarto dal laboratorio Bianca Bassi vetrate artistiche (Milano, Darsena),
targhette X-Cape difettose dallo stabilimento Incor3 di Ronco Briantino (MB).
8. Materiale di scarto di vario genere: rete in plastica colorata da packaging alimentare,
cerniere a lampo dall’eccesso della sarta locale, filo metallico da rifiuti elettronici.
9. • Gli artigiani: ogni collezione è disegnata tramite questo processo:
- Ricerca sul territorio: quali attività producono quale tipo di scarti?
Quali fra questi:
- - sono lavorabili in modo esteticamente interessante?
- -non sono tossici a contatto col corpo umano?
- -non richiedono una lavorazione in qualche modo inquinante per
l’ambiente/tossica per l’artigiano?
- -sono riassortibili? Con quali posso invece eventualmente realizzare
pezzi unici/serie limitate?
10. -Studio del materiale: eseguo diversi esperimenti lavorando il materiale
con diverse tecniche.
-Moodboard e primi schizzi: inizio a disegnare alcuni prodotti
basandomi sulle specifiche del materiale e della tecnica selezionati;
dopodichè inizio a disegnare una collezione, anche se non sono in
grado di realizzare interamente il prodotto;
-Contatto un artigiano che implementi una particolare tecnica; solo
dopo una sessione di lavoro a mano insieme partendo dai miei schizzi e
dal materiale che fornisco, posso ridisegnare il prodotto finale, di cui la
singolarità dell’artigiano è ora parte integrante.
-Prototipazione. Al momento mi trovo in questa fase per quanto
riguarda una collezione di anelli, una di borse, una di magliette e una di
abiti da sera/discoteca.
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13. RISORSE CHIAVE
• Risorse umane:
-prodotto, manodopera: gli artigiani;
-produzione materiale promozionale: fotografo, videomaker, modelle; per ora me
ne occupo personalmente e collaboro in scambio con professionisti;
-comunicazione/marketing: me stessa.
-PR: me stessa per ora, da delegare.
• Risorse fisiche:
-materiale di scarto gratuito. Non si lavora mai con grossi quantitativi e il materiale
non è ingombrante. Non si pone quindi un problema di logistica che non possa
essere risolto in maniera «informale»;
-laboratori e strumenti di cui gli artigiani sono già in possesso;
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15. • Risorse intellettuali:
- Ricerca, design del prodotto: me stessa; gli artigiani stessi, il loro
sapere, la loro manualità, la loro visione, il loro stile e gusto.
- Utilizzo licenza creative commons;
- Eventuali consulenze per quanto riguarda gli aspetti legali e contabili.
16. CANALI E RELAZIONI COI CLIENTI
• Canali online:
-Pagina Instagram e Facebook e post sponsorizzati; questi social
saranno usati sia come canale di vendita (DM, pricetag, ecc…) che
promozionale (storytelling, giveaways, community engagement, ecc…)
-Sito internet del brand;
-Portale e-commerce dedicato alla moda artigianale che io stessa sto
costruendo con alcuni collaboratori;
-Pubblicazioni online.
17. • Canali offline:
- Posizionamento in negozi strategici, per lo più boutique di lusso o
dedicate alla slow fashion (ne stanno nascendo sempre di più e sono
in contatto con alcuni negozianti del genere in diverse città d’Italia e
d’Europa); in base allo stile e al segmento di clientela del negozio,
verranno posizionati prodotti specifici. Al negoziante verrà fornito
materiale per campagna retail.
- Partecipazione a fiere, rassegne e mercatini di livello alto, in generale
eventi di vendita diretta e eventi rivolti ai buyers del settore;
- Organizzazione e hosting di eventi di vendita diretta, sfilate,
presentazioni, ma anche workshop, dibattiti, momenti di festa in cui
creare una community e occasioni in cui i clienti e quelli potenziali
possano conoscerci e conoscersi di persona. Saranno momenti
preziosi per capire il nostro mercato e avere un feedback.
18. SEGMENTI DI CLIENTELA
• Donna dai 25 anni in su, probabilmente è laureata, di tutte le
nazionalità;
• Acquista abitualmente o quando può prodotti ( con una o più delle
seguenti caratteristiche):
-di lusso, high-end; in generale valorizza la qualità della lavorazione, dei
materiali e del disegno, ammira la ricercatezza. Considera l’artigianalità
e l’unicità valori aggiunti per cui è disposta a pagare di più; è appagata
intellettualmente da questo tipo di aquisti;
-che durano di più, non di massa;
-«slow»: biologici, naturali, ecologici, sostenibili, ecc…
19. COSTS STRUCTURE
• Costi fissi:
- Hosting sito, inserzioni a pagamento nei social e in eventuali
pubblicazioni on e off-line;
- Per il momento non mi serve avere un laboratorio «centrale» né un
ufficio, sono in grado di fare a casa il lavoro intellettuale e manuale
necessario;
- Spese minime per il trasporto dei materiali dai fornitori agli artigiani e
dagli artigiani a me(benzina);
- Spese di spedizione al cliente finale, tasse.
20. -spese per l’organizzazione degli eventi: si cercherà di ammortizzarle,
soprattutto nella fase iniziale, chiedendo per esempio ospitalità a
associazioni o fondazioni con una missione culturale o sociale, trovando
soluzioni di co-branding con locali o negozi o con altre imprese. Gli eventi
saranno gratuiti ma ci saranno dei servizi o prodotti vendibili (ibo e bevande,
workshop, prodotti «basici», realizzati con poco lavoro e materiale da poter
vendere a un prezzo di massa e che fungano anche da «gadget»-ricordo
[paragonabili a quelli che si trovano vicino alle casse nei punti vendita fast
fashion])
• Costi variabili:
-eventuali materiale o strumenti aggiuntivi necessari per uno specifico
progetto;
21. • Spese per gli spostamenti: visite presso negozi, gallerie; spostamenti
nazionali e internazionali.
• Percentuale artigiano: in linea di massima i primi prototipi vengono
pagati come mano d’opera, dopodichè viene calcolata una
percentuale tenendo conto che l’artigiano è considerato tecnico
altamente qualificato e co-designer.
22. RICAVI
• Il margine di guadagno è alto: il disegno, la qualità dei materiali, la
lavorazione a mano, il fatto che il pezzo sia realizzato su misura,
combinato a una comunicazione adeguata tramite i canali appropriati,
consentono di posizionare il prodotto nel lusso e di assegnare un
prezzo alto senza particolari difficoltà nel giustificarlo; d’altra parte, il
costo praticamente nullo dei materiali e il fatto che i pezzi vengano
realizzati su misura e una volta ordinati, consente di azzerare
praticamente gli sprechi, gli investimenti e il rischio (gli unici pezzi
realizzati non su ordinazione sono quelli lasciati in conto vendita
presso i negozianti, che vengono riassortiti una volta venduti).