Roma 2008
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Carlo Rainaldi e completate da Bernini con la
collaborazione di Carlo Fontana. Al centro
della piazza si erge l'Obelisco Flaminio, alto
24 metri, costruito ai tempi dei faraoni Ra‐
messe II e Mineptah [1232‐1200 a.C] e porta‐
to a Roma sotto Augusto. In fondo alla piazza,
verso destra, prima dell'arco trionfante si
trova la chiesa di Santa Maria del Popolo,
piccolo gioiello e patrimonio artistico. Rico‐
struita, come si sostiene, da Baccio Pontelli e
da Andrea Bregno tra il 1472 e il 1477, ospita
i dipinti di Caravaggio 'La conversione di San
Paolo' e 'La crocifissione di San Pietro', 'La
Natività' realizzata dal Pinturicchio,
'L'Assunzione' di Annibale Carracci, le archi‐
tetture di Raffaello e Bramante, le sculture di
Andrea Bregno e di Bernini. Una volta usciti
dalla chiesa costeggiamo la piazza sulla sini‐
stra e prendiamo Via del Babuino. Durante il
percorso s'incontra la chiesa anglicana di All
Saints, costruita all'interno in pietra rosata di
Arles. Il mosaico dell'abside venne realizzato
da Edward Burn Jones, importante esponente
del movimento pre‐raffaellita.
Porta e Piazza del Popolo costituiscono un
esempio strepitoso di lenta stratificazione di
un importante episodio urbano: fenomeno
consueto nella città dei papi, nella quale gli
interventi edilizi e viari si prolungano nel tem‐
po e subiscono modifiche sotto i vari pontefi‐
ci. Nel 1562‐65 la facciata esterna di Porta del
Popolo è sistemata da Nanni di Baccio Bigio,
su committenza di Pio IV Medici; nel 1655,
sotto Alessandro VII Chigi, Gian Lorenzo Ber‐
nini sistema la facciata interna ed il cornicio‐
ne superiore. Nel XVI‐XVII secolo la porta è
ancora ad un solo fornice, perché i due fornici
laterali sono un'invenzione del 1878‐79,
quando sono state abbattute le due torri, che
fortificavano la porta. All'interno della porta,
a sinistra, dall'XI secolo è collocata S.Maria
del Popolo, che è largamente rimaneggiata
tra il XV e il XVI secolo assumendo un aspetto
rinascimentale; ma i restauri del Bernini
(1655–1660) le impongono un'impronta deci‐
samente barocca. Fino a tutto il XVIII secolo a
partire dalla Porta del Popolo e dalla chiesa
adiacente, si apre una piazza di forma trape‐
zoidale, che si allarga verso il Tridente. Nel
1573 Gregorio XIII Boncompagni fa collocare
al centro della piazza una fontana di Giacomo
della Porta: è una delle diciotto nuove fonta‐
ne progettate dopo il restauro dell'acquedot‐
to Vergine. Ma nel 1589 Sisto V Peretti fa
innalzare al centro della piazza uno degli obe‐
lischi del Circo Massimo, così Domenico Fon‐
tana sposta la fontana verso il Corso. Alla fine
del XVII secolo S.Maria in Montesanto (1675)
e S.Maria dei Miracoli (1678) le due chiese
volute da Alessandro VII Chigi e terminate
dopo la sua morte, rinnovano l'aspetto della
piazza, costituendo i due nuovi terminali del
Tridente. Il pontefice ha così impostato uno
dei suoi teatri, dove la struttura urbana si
identifica con uno scenario teatrale. Poco più
di un secolo dopo, durante l'occupazione
napoleonica, il Valadier imposta l'ultima gran‐
de trasformazione di Piazza del Popolo, com‐
pletata dopo la restaurazione pontificia. A‐
desso la piazza assume, nella parte centrale,
una forma ellittica con una duplice esedra
(ornata con fontane e statue) verso il Pincio e
verso il fiume. Nel 1818 il Valadier rimuove la
vecchia fontana di Giacomo Della Porta; sotto
Leone XII della Genga (1822 – 1829) la vec‐
chia fontana è sostituita da quattro leoni che
sventagliano l'acqua nelle quattro vasche,
disposte sugli spigoli dell'obelisco. Contempo‐
raneamente il Valadier procede con la siste‐
mazione architettonica delle pendici del Pin‐
cio; raccorda piazza del Popolo e il Pincio con
rampe alberate carrozzabili (1834). Così la
terrazza del Pincio diventa la passeggiata
urbana preferita: un luogo frequentato dal
popolo, dalla borghesia, dalla nobiltà, dall'al‐
to clero e dagli stessi pontefici. Dopo la Brec‐
cia di Porta Pia, la costruzione di Ponte Mar‐
gherita (1886 – 1891) porta all'apertura di
una nuova via e alla sistemazione dell'accesso
a piazza del Popolo (con i giardinetti laterali,
le strade e scalette) dietro l'esedra sul fiume.
Infine nel 1936, nel grande nicchione sotto la
terrazza del Pincio, è inaugurata la mostra del
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rinnovato acquedotto Vergine
CHIESA DI SANTA MARIA DEL POPOLO
Nel 1099 dopo la disputa di Gerusalemme,
Pasquale II ordinò la costruzione, a spese del
popolo romano, di una cappella sulla tomba
dei Domizi da dedicare a Maria. Negli anni dal
1213 al 27 il pontefice Gregorio IX trasformò
questo primo luogo di culto in chiesa. Il com‐
plesso religioso nel 1250 passò all'Ordine
degli Agostiniani della Tuscia e nel 1472 a
quello della Congregazione Lombarda, che
ordinò la rielaborazione della chiesa nel 1472
in stile lombardo. Tuttavia il grande dilemma
che ancora rimane è il nome dell'architetto.
Documentati invece i primi lavori nel 1500 ad
opera di Donato Bramante per il rifacimento
del coro absidato, della costruzione della
Cappella Chigi su disegno di Raffaello, delle
modifiche del 1600, con l'aggiunta delle cap‐
pelle del transetto, la sostituzione dell'altare
maggiore, il rifacimento decorativo diretto da
Gian Lorenzo Bernini tra il 1655 e il 1659 e
l'aggiunta della Cappella Cybo di Carlo Fonta‐
na. La facciata in travertino, a due ordini,
inquadrata da lesene e coronata dal timpano,
fu rielaborata dal Bernini. Accanto alla cupola
su tamburo ottagonale s'innalza il campanile
in laterizio con cuspide conica in cotto e con
quattro pinnacoli angolari in stile tardo‐gotico
padano. La pianta interna è a croce latina
suddivisa in tre navate con volta a crociera.
Lungo la navata destra nella prima cappella è
situata la balaustra di Andrea Bregno, gli af‐
freschi con storie di S.Girolamo di Tiberio
d'Assisi [1485‐89] allievo del Pinturicchio,
'Natività', dello stesso Pinturicchio [1490],
tomba del cardinale Giovanni De Castro
[1506] di Francesco da Sangallo, tomba dei
cardinali Cristoforo e Domenico della Rovere
[1478] scolpite da Andrea Bregno. Nella se‐
conda, Cappella Cybo, ricostruita da Carlo
Fontana tra il 1682 e il 1687, 'Immacolata
concezione e santi' di Carlo Maratta, 'Martirio
di Santa Caterina' di Daniele Seiter, 'Martirio
di San Lorenzo' di Giovanni Maria Morandi.
Nella cupola affreschi di Luigi Garzi. Nella
terza, Cappella Basso della Rovere, affreschi
con scene di Maria e santi di Antonio da Vi‐
terbo, con tomba di Giovanni Basso della
Rovere [1483‐92] della scuola del Bregno.
Nella quarta, Cappella Costa, resti d'affreschi
della scuola del Pinturicchio, [1489] con tom‐
ba di Marcantonio Albertoni di Jacopo di An‐
drea [1487] e del cardinale Giorgio Costa del
Portogallo [1508] realizzate dalla scuola del
Bregno. Sulla tomba del vescovo Pietro Fosca‐
ri è collocata la statua in bronzo del Vecchiet‐
ta. [1480] Nel transetto destro la 'Visitazione'
di G.M.Morandi e la cantoria, su disegno del
Bernini, eseguita da Ercole Antonio Raggi.
[1656‐57] A destra dell'altare il monumento
del vescovo Bernardino Elvino [1548] di Gu‐
glielmo della Porta, monumento a Nestore
Malvezzi [1490] e trittico marmoreo con santi
attribuiti a Luigi Capponi. [1497] In sagrestia
altare marmoreo di Andrea Bregno, [1473]
con dipinto della Madonna di scuola senese
del 1300. Ai lati monumenti dei vescovi Gu‐
glielmo Rocca [1482] e Giovanni Ortega Co‐
miel [1514] attribuiti sempre al Bregno. All'al‐
tare maggiore lungo le pareti, monumenti del
cardinale Ascanio Sforza [1505] e del cardina‐
le Girolamo Basso della Rovere [1507] firmati
da Andrea Sansovino. Sopra i monumenti le
vetrate con scene dell'infanzia di Cristo e
storie della Vergine dipinte a fuoco da Guilla‐
me de Marcillat nel 1509. Nella volta affreschi
del Pinturicchio con 'Incoronazione di Maria,
evangelisti, sibille, dottori della chiesa' [1508‐
1510] mentre nella cupola gli affreschi sono
di Raffaele Vanni. [1656‐58] Nel transetto
sinistro la Cappella Cerasi, con 'Assunzione' di
Annibale Carracci [1601] 'Conversione di San
Paolo' 'Crocifissione di San Pietro' [1600‐
1601] di Michelangelo Merisi detto il Caravag‐
gio e la Cappella Theodoli con sculture in
stucco e dipinti di Giulio Mazzoni. All'altare
del transetto, su disegno del Bernini, 'Sacra
Famiglia' di Bernardino Mei tra due angeli
scolpiti da Antonio Raggi [destro] e da
G.Antonio Mari. [sinistro] Lungo la navata
sinistra nella quarta cappella affreschi di Pie‐
ter Van Lint; [1635‐40] nella terza affreschi
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nella volta di Giovanni da San Giovanni, [1623
‐24] 'Madonna e S.Nicola da Tolentino' di
Agostino Masucci, la tomba di Savo Mellini
realizzata da Pierre Etienne Monnot. A sini‐
stra monumento del cardinale Garcia Mellini
con busto scolpiti da Alessandro Algardi.
[1630] La seconda è la Cappella Chigi, su dise‐
gno di Raffaello, iniziata nel 1513 dal Loren‐
zetto e completata dal Bernini tra il 1652 e il
1656. I Mosaici della cupola, 'Dio creatore del
firmamento con intorno i simboli del Sole e
dei sette pianeti' sono di Luigi De Pace su
disegno di Raffaello. [1516] Tra le finestre
scene della Creazione e del Peccato originale
dipinti da Francesco Salviati. [1550] Sull'altare
'Nascita della Vergine' di Sebastiano del Piom‐
bo ultimato dallo stesso Salviati. In basso
'Gesù e la samaritana', bassorilievo bronzeo
del Lorenzetto, 'Abacuc e l'angelo', [1656‐61]
'Daniele e il leone' [1555‐57] sculture del
Bernini, 'Giona che esce dalla balena' del
Lorenzetto [1520] su disegno di Raffaello,
'Elia' iniziato dal Lorenzetto e terminato da
Raffaello da Montelupo. Alle pareti laterali
tombe a forme di piramide di Agostino Chigi e
del fratello Sigismondo su disegno di Raffaello
modificate dal Bernini. Alle lunette dipinti di
Raffaele Vanni. Nella prima cappella la tomba
del cardinale Francesco Castiglioni [1568] e
del cardinale Antoniotto Pallavicini [1507] di
seguaci del Bregno a cui sono attribuite le
edicole per l'olio santo e l'acqua battesimale
Apertura: 7‐12 e 16‐19
PIAZZA DI SPAGNA
Nel 1502 sull'altura sovrastante piazza di
Spagna si incominciò a costruire la chiesa
francese di Trinità dei Monti, consacrata ed
eretta a titolo cardinalizio nel 1587 da Sisto V.
Le comunicazioni con la piazza sovrastante
vennero assicurate da due viottoli in curva,
alberati e separati da un pendio scosceso. Dal
Cinquecento s'impone il progetto di una scali‐
nata di raccordo tra la chiesa e la piazza; così
nel 1660 il diplomatico francese Stefano
Gueffier inserì nel suo testamento un lascito
speciale destinato alla costruzione della scali‐
nata. Dopo una lunga contesa, perché era in
gioco la proprietà del terreno, finalmente nel
Settecento si arrivò a un duplice concorso.
Risultò vincitore Francesco De Sanctis, che
modificò il suo progetto in rapporto ai costi e
alle esigenze dei committenti. Così nel giro di
pochi anni [1723‐1726] nasce la grande scali‐
nata, che è uno spettacolo e una scena tea‐
trale. In pratica i 138 scalini tra Trinità dei
Monti e Piazza di Spagna diventano il terzo
polo del Tridente (insieme con Piazza del
Popolo e il porto di Ripetta). La scalinata inol‐
tre non è posta sull'asse della chiesa superio‐
re o della Barcaccia e di via Condotti sotto‐
stanti; in tal modo la mancanza di una simme‐
tria favorisce una prospettiva libera in conti‐
nuo movimento, secondo l'andamento alter‐
no delle rampe, dell'anfiteatro e dei ripiani di
sosta. La famosa scalinata oggi ospita annual‐
mente un'importante sfilata di moda mentre
nel resto dell'anno è luogo di sosta per centi‐
naia di turisti. Raggiunta la cima si arriva alla
chiesa della Trinità dei Monti, iniziata nel
1502 per volere del Re di Francia Luigi XII.
All'interno la celebre 'Deposizione' di Daniele
da Volterra, recentemente restaurata, autore
inoltre dell'Assunzione. Tornando sulla piazza
iniziano Via Condotti e Via Frattina, che ospi‐
tano alcuni dei negozi più importanti di Ro‐
ma. L'itinerario si può continuare salendo
lungo la scalinata e proseguendo a sinistra
per la Terrazza del Pincio e per Villa Borghese,
oppure proseguendo per Via di Propaganda,
che ci conduce alla Chiesa di S.Andrea delle
Fratte, completata nel 1691 da Mattia De
Rossi, sormontata dal campanile a quattro
ordini realizzato dal Borromini. Davanti alla
chiesa inizia Via della Mercede [nel primo
palazzo visse Gian Lorenzo Bernini] che ci
conduce a Piazza San Silvestro. Qui sulla de‐
stra entriamo nel cortile della chiesa costruita
sotto Stefano II [752‐57] e terminata da Paolo
I [757‐67]. Accanto alla facciata rielaborata
nel periodo Barocco, svetta il campanile ro‐
manico del 1210 a cinque ordini di doppie
bifore. All'interno gli affreschi del Pomarancio
e di Francesco Trevisani. Attraversata la
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BASILICA DI SAN PIETRO
Colonnato di San Pietro: progettato da Gian‐
lorenzo Bernini rappresenta la prima architet‐
tura di Roma realizzata all'aperto. L'interno
della basilica è acceso dal famoso baldacchino
realizzato dallo stesso Bernini e da alcuni
monumenti funerari scolpiti dagli architetti
più illustri del Rinascimento e del Barocco.
LA BASILICA : La superficie complessiva della
basilica è di 22.067 mq, è lunga 186 metri, il
portico è largo 71 metri, alto 20, la facciata
della basilica è larga 114.69 m ed alta 47.3 m.
All’interno la navata centrale è lunga 26 me‐
tri, alta 46.1 m, il transetto è lungo 154.8 m.
La cupola è alta 136 metri e ha un diametro di
42.56 m. La prima basilica, voluta
dall’Imperatore Costantino, fu consacrata dal
pontefice Silvestro I nel 326 e giunse a compi‐
mento nel 349. I primi interventi di restauro
avvennero durante il pontificato di Niccolò V,
che su consiglio dell’architetto Leon Battista
Alberti, decise il rifacimento e l’ampliamento
della zona absidale, incaricando nel 1454
Bernardo Rossellino, [1409‐1464] collabora‐
tore dell’Alberti e famoso per aver ristruttu‐
PROGRAMMA MATTINO: San Pietro: Basilica, Grotte vaticane, Cupola
PROGRAMMA POMERIGGIO: Pantheon, Piazza Navona, San Luigi dei Francesi, Campidoglio, Bocca
della verità, Altare della Patria, Foro Traiano
Venerdì 29 agosto
piazza troviamo la piccola chiesa dei Ss. An‐
drea e Claudio dei Borgognoni santi protettori
per gli abitanti della Borgogna Borgogna che
si rifugiarono a Roma a seguito delle persecu‐
zioni avvenute in Francia dal 1632 al 1642.
Usciti dalla chiesa e proseguendo dritti ci
troviamo al termine di Via del Tritone, davan‐
ti all'ingresso della Galleria Colonna, luogo di
shopping e di cultura L'altro lato della piazza
è dominato dalla Colonna di Marco Aurelio,
costruita tra il 180 e il 196 d.C per celebrare il
trionfo sui Marcomanni, i Quadi e i Sarmati,
vittorie rappresentate sulle venti spirali che
scandiscono il monumento. Da qui in cinque
minuti si raggiunge Fontana di Trevi
CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA' DEI
MONTI
Iniziata con la costruzione del convento nel
1502 per volere del Re di Francia Luigi XII fu
consacrata nel 1585 da Sisto IV e successiva‐
mente restaurata nel 1816 da Carlo Francesco
Mazois. La scalinata a doppia rampa fu idea‐
zione di Domenico Fontana [1587] mentre la
facciata, conclusa nel 1584, fu forse su pro‐
getto di Giacomo Della Porta. L’interno è a
navata unica, con cappelle laterali. Nella pri‐
ma a destra ‘Battesimo di Cristo’ e scene della
vita di S.Giovanni di Giovan Battista Naldini.
Nella terza ‘Assunzione’ di Daniele da Volter‐
ra, autore inoltre degli affreschi. Nella quarta,
la Cappella Orsini, scene della Passione di
Paris Nogari. All’altare maggiore
‘Crocifissione’ di Cesare Nebbia. Nella Cappel‐
la Pucci, settima a sinistra, storie del Vecchio
e Nuovo Testamento di Perin Del Vaga [1537]
terminata da Federico e Taddeo Zuccari nel
1589. Nella seconda cappella è collocata la
celebre ‘Deposizione’ di Daniele Volterra
mentre ai lati affreschi di Paolo Céspedes e
Cesare Arbasia. Nella prima cappella a sinistra
storie della Passione, decorazione del Nebbia.
Nell’antisagrestia ‘Incoronazione della
Vergine’, l'‘Annunciazione’ e la ‘Visitazione’
dipinte da Taddeo Zuccari
Apertura: 9‐19. Chiuso il lunedì
Venerdì 29
- 6. Roma, agosto 2008 pag. 6
rato l’urbanistica del borgo di Corsigliano
[Pienza] per il pontefice Pio II. Nel 1455 mor‐
to il papa il cantiere venne sospeso e ripreso
sotto Paolo II ma a decidere la ricostruzione
della basilica fu successivamente Giulio II. I
lavori di ampliamento incominciarono il 18
aprile 1506 e vennero affidati a Donato Bra‐
mante. Sia il pontefice che l’architetto mori‐
rono poco dopo l’inizio del restauro e per
dirigere il progetto venne chiamato Raffaello
che si avvalse della collaborazione di Giuliano
da Sangallo. Impegnati in diversi periodi per
la realizzazione di altre opere, i due architetti
si alternarono alla guida del restauro con
Baldassarre Peruzzi e Michelangelo che impo‐
starono però il progetto in un altro modo: si
proponevano due progetti diversi, tra una
pianta a croce greca, sostenuta da Michelan‐
gelo, Baldassarre Peruzzi e lo stesso Braman‐
te, e una pianta a croce latina, teorizzata da
Raffaello e Antonio Sangallo il Giovane. Alla
morte di tutti i contendenti intervenne Paolo
V, imponendo la croce latina, rielaborazione
che fu affidata a Carlo Maderno. La basilica fu
completata nel 1614, consacrata e aperta al
culto il 18 novembre 1626. Gianlorenzo Berni‐
ni fu inizialmente incaricato per la realizzazio‐
ne dell'ampia scalinata a tre livelli, ai cui lati
sono collocate le due statue di S.Pietro e di
S.Paolo. Gianlorenzo inoltre inventa una piaz‐
za ellittica circondato da un colonnato qua‐
druplo e raccordata alla basilica da due bracci
leggermente divergenti; all'interno progetta il
baldacchino alto 29 metri. La cupola è un'in‐
venzione di Michelangelo: la calotta è a dop‐
pio guscio, divisa da nervature in sedici spic‐
chi; alla morte dell'artista l'opera fu terminata
da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana,
mentre il Vignola aggiunse le due cupole late‐
rali con funzione semplicemente decorativa.
INTERNO: Oltrepassata la porta dei Sacra‐
menti, attuale ingresso alla basilica, si entra
nella navata centrale, prolungamento della
struttura basilicale compiuto da Carlo Mader‐
no a partire dal novembre 1609. La percezio‐
ne della reale vastità dell'architettura e dei
suoi elementi particolari non è immediata, sia
per l'attento uso delle proporzioni, sia perché
le ricche decorazioni marmoree aggiunte alle
strutture murarie sono state progressivamen‐
te mutate con un grande senso unitario. Al di
sopra delle porte di accesso, tre iscrizioni
ricordano i maggiore interventi promossi da
tre diversi papi nel Seicento. La trabeazione
principale all'interno della basilica corre senza
interruzioni per tutto l'edificio, segnata da un
fregio su fondo oro, alto m 3.00, dove una
scritta in caratteri capitali romani neri, alti m
1.40, offre una ulteriore occasione per medi‐
tare sulla missione di Pietro.
Al termine della navata centrale, addossata al
pilone denominato di San Longino è la statua
bronzea di San Pietro. Seduto su una cattedra
marmorea San Pietro è vestito con il pallio
filosofico; la mano sinistra stretta al petto
impugna le chiavi, la destra è sollevata nel
gesto della benedizione. Il piede destro spor‐
ge dalla base, consumato dal bacio dei fedeli.
La datazione e l'attribuzione della statua sono
un'antica questione tuttora irrisolta, che ha
visto proposte di collocazione cronologica
lontanissime, oscillanti tra l'età paleocristia‐
na, intorno al V secolo, e il tardo Duecento.
I lavori di sistemazione e decorazione nei
Piloni che sostengono la cupola ‐ edificati da
Donato Bramante e completati da Michelan‐
gelo ‐ sono stati realizzati tra il gennaio 1628
e il 1639 da Gian Lorenzo Bernini su commis‐
sione di Urbano VIII Barberini per ospitare e
testimoniare la presenza delle reliquie mag‐
giori: la Sacra Lancia del centurione romano
Longino (statua di Gian Lorenzo Bernini), i
frammenti della Vera Croce dell'imperatrice
Elena, madre di Costantino (statua di Andrea
Bolgi), il sudario della Veronica su cui è im‐
presso il Volto di Cristo (statua di Francesco
Mochi) e il capo di Sant'Andrea (statua di
François Duquesnoy).
Al di sopra è la Cupola maggiore, la cui intera
superficie è formata da 16 costoloni divisi in 6
Venerdì 29
- 7. Roma, agosto 2008 pag. 7
parti, con 96 figure racchiuse in campiture
trapezoidali e rotonde. L'interno è un vero Te
Deum, un inno i cui versetti sono enunciati
nel programma iconografico pensato dal car‐
dinale Cesare Baronio e trascritti dal Cavalier
d'Arpino in 65 cartoni dipinti a tempera a
grandezza naturale. Nell'occhio luminoso
della lanterna, circondato da otto teste di
angeli, sta Dio Padre, la cui gloria si effonde
su tutto. A Lui tutto il paradiso intona gloria:
Te Deum laudamus, te Dominum confitemur
(Noi ti lodiamo, o Dio, ti proclamiamo Signo‐
re). In tre cerchi concentrici, dall'alto verso la
base, è distribuito un coro di angeli, la cui
rappresentazione è ispirata dal De coelesti
Hierarchia dello pseudo Dionigi
(l’Areopagita): i Serafini, i più vicini al trono di
Dio, raffigurati in stucco da Rocco Solaro co‐
me teste dorate con ali bianche. Angeli in
adorazione li separano dai Cherubini, teste
dorate circondate da sei ali azzurre su un
campo dorato cosparso di stelle. Sostenuti da
nuvole e in atteggiamento di preghiera sono
ancora degli angeli, tre dei quali mostrano i
simboli della passione: Tibi omnes angeli, tibi
caeli et universae potestate. Tibi cherubim et
seraphim incessabili voce proclamant (A te
cantano gli angeli e tutte le potenze dei cieli.
A te cantano i cherubini e i serafini con voce
incessante). Alla chiesa dei puri spiriti si asso‐
cia, per la gloria di Dio Padre, la Chiesa prove‐
niente dalla terra. A capo di essa sta il Cristo,
Uomo‐Dio, re e giudice, assistito dalla Vergine
Madre e da Giovanni il Battista. Accanto San
Paolo e 12 apostoli. Entro le lunette, immagi‐
ni a mezzo busto di Patriarchi e Vescovi.
Sotto la cupola si apre la Confessione, luogo
che accoglie la Tomba di San Pietro. Nella
lingua latina, questo termine esprime l'affer‐
mazione di una verità sino alla morte: quando
un martire versa il proprio sangue per Cristo
lo confessa, proclamando con un atto di su‐
prema testimonianza la sua fede. Per una
doppia rampa di 16 gradini per lato si scende
nella Confessione, esedra definita da 74 ba‐
laustri di broccatello alternati a 24 piccoli
pilastri con specchiature sia in alabastro o‐
rientale sia in marmo bianco e nero. Rivestita
nelle pareti e nei pavimenti con marmi poli‐
cromi, essa costituisce architettonicamente la
più importante opera in commesso di pietre
dure eseguita a Roma nel Seicento e l'ultima
opera di tale imponenza e ricchezza realizzata
con questa tecnica.
Al di sopra della Confessione, sollevato da 7
gradini in marmo greco imetto, si eleva l'Alta‐
re papale, edificato in continuità verticale con
i precedenti altari di Gregorio Magno e Calli‐
sto II, non al centro della cupola ma spostato
verso l'abside. Rivolto verso oriente (est),
incontro al sole nascente come era d'uso
nelle basiliche paleocristiane, questo altare è
riservato unicamente al Sommo Pontefice o a
persona da lui delegata. Fu voluto da Clemen‐
te VIII Aldobrandini nel 1594 per completare
con una mensa stabile la parte già ultimata
della nuova basilica. Prima della attuale siste‐
mazione berniniana, nel 1606 Paolo V Bor‐
ghese aveva fatto collocare al di sopra dell'al‐
tare un baldacchino in legno del tipo proces‐
sionale, alto 9 metri, sostenuto da quattro
angeli, opera di Ambrogio Buonvicino e Ca‐
millo Mariani. Si trattava di una soluzione
modesta, di aspetto provvisorio e certamente
non intonata alla grandiosità della basilica.
Sin dalla sua elezione, nel 1623, il problema
fu avvertito da papa Urbano VIII Barberini il
quale, già il 12 luglio dell'anno successivo,
incaricò Bernini di ideare un prestigioso cibo‐
rio, non lesinando mezzi perché l'opera riu‐
scisse degna del luogo e della sua funzione.
Una fiducia ripagata dall'artista con la crea‐
zione della più importante struttura in bronzo
della scultura barocca romana, che nonostan‐
te l'estrosità formale e la mole, è alta più di
28 metri, s'inserisce armoniosamente nella
vastità della chiesa. Il Baldacchino, infatti,
non diminuisce l'impressione di profondità
della basilica ma l'aumenta, facendo apparire
a chi entra ancora più lontana l'abside, inqua‐
drata tra le colonne. Opera spettacolare,
anticlassica nella sua veste formale, si riallac‐
cia per molti aspetti alla tradizione. Per non
Venerdì 29
- 8. Roma, agosto 2008 pag. 8
ripetere le tipologie medioevali e rinascimen‐
tali del ciborio ‐ composto da una cuspide o
cupola marmorea retta da colonne ‐ ed evita‐
re di creare una sorta di tempietto entro un
tempio, Bernini si ispirò al baldacchino di tipo
processionale, ricercando una soluzione di
effetto pittorico piuttosto che architettonico.
Le colonne sono suddivise in tre sezioni, l'in‐
feriore con scanalature elicoidali e le due
superiori con rami d'ulivo e alloro, popolate
da putti, lucertole e api svolazzanti, simbolo
dei Barberini, invita l'occhio a spostarsi da
una curva all'altra del loro avvolgimento a
spirale, favorendo una visione dinamica ed
ascendente. Allo stesso tempo, il baldacchino
richiama la tradizione antica poiché le colon‐
ne ricordano nella forma le colonne a spirale
della pergula nella basilica costantiniana,
quelle stesse successivamente adattate nelle
Logge delle Reliquie.
Ritornati all'ingresso, la navata laterale di
destra ha inizio con la cappella della Pietà. In
questa zona è visibile il retro della Porta San‐
ta, una parete ricoperta con intonaco. Un
tempo questa cappella era dedicata al Croci‐
fisso per la presenza di una scultura lignea
con il Cristo morente, inserita sulla croce di
marmo ancora visibile sul fondo. Il gruppo
scultoreo della Pietà fu eseguito da Michelan‐
gelo ancora ventitreenne. Terminata nel
1499, la Pietà apparve subito un capolavoro
assoluto, ancor più sorprendente per uno
scultore così giovane. Sulla cintura è incisa la
firma per esteso, un particolare, come ricordò
Benedetto Varchi nell'orazione funebre per
l'artista, mai più ripetuto nelle opere succes‐
sive: MICHAEL ANGELVS BONAROTVS FLO‐
RENT(inus) FACIEBAT. Pur essendo uno dei
primi lavori, la Pietà testimonia la piena ma‐
turazione artistica di Michelangelo, il quale
accentuò volutamente la giovinezza della
Madonna discostandosi nettamente dalla
consueta tradizione figurativa che voleva
Maria rappresentata in età avanzata. Così,
ella viene ad incarnare il simbolo della vita
eterna.
A metà della navata è la cappella del Santissi‐
mo Sacramento, solenne e fastosa. Vi si acce‐
de attraverso un elegante cancello in ferro
disegnato da Francesco Borromini tra il 1629
e il 1630. Pensata inizialmente come sagresti‐
a, mutò definitivamente la sua funzione nel
1638. Epicentro della cappella è l’altare, pre‐
zioso per la rarità dei marmi. Al di sopra è il
Ciborio di Gian Lorenzo Bernini, già commis‐
sionato da Urbano VIII nel 1629 ma portato a
termine dopo quasi cinquant'anni sotto Cle‐
mente X Altieri. In quest'opera, che vive nel
contrasto dell'oro e dell'argento con l'azzurro
notte del lapislazzuli, l'artista realizzò un ar‐
monioso saggio di oreficeria monumentale. Ai
lati, due grandi angeli in bronzo dorato ripro‐
pongono un tema caro a Bernini sin dai suoi
esordi. Quello di destra, con le mani incrocia‐
te sul petto, si rivolge con un'espressione di
estatica felicità verso i fedeli, mentre quello
di sinistra, quasi assorto nella preghiera, guar‐
da con dolcezza verso il tabernacolo.
Chiude la navata l'altare di San Girolamo,
ricavato nel lato posteriore del pilone di San
Longino. Volgendosi a destra si accede nella
cappella Gregoriana. Sull'altare è la Madonna
del Soccorso, venerata immagine che la tradi‐
zione fa risalire ai tempi di Pasquale II (1099‐
1118). Chiude questo lato della basilica la
cappella dei Santi Michele Arcangelo e Petro‐
nilla, seconda in questo lato tra le quattro
previste nel progetto di Michelangelo, e nella
quale egli stesso sovrintese alla messa in
opera delle fondamenta.
Sul fondo della basilica, incorniciato di monu‐
menti a papa Urbano VIII Barberini, di Gian
Lorenzo Bernini, e papa Paolo III Farnese di
fra Guglielmo Della Porta, è il monumento
alla Cattedra di San Pietro. Si tratta di una
grande macchina bronzea all'interno della
quale è custodita una Cattedra di quercia, e
un'antica tradizione voleva che su di essa
sedesse l'apostolo Pietro durante le prediche.
L'antica Cattedra è racchiusa all'interno di
una grande struttura di bronzo dorato, alto 7
metri, circondato da statue bronzee raffigu‐
Venerdì 29
- 9. Roma, agosto 2008 pag. 9
ranti i Dottori della Chiesa greca e latina. Sul
davanti sono Sant'Ambrogio, a sinistra e
Sant'Agostino per la chiesa latina. Dietro,
Sant'Atanasio, a sinistra e San Giovanni Criso‐
stomo per la chiesa greca. Al di sopra, nel
1655 Bernini sfruttò la fonte luminosa della
finestra centrale dell'abside per farne l'epi‐
centro di una turbinosa gloria di angeli e putti
che, fra nuvole e raggi saettanti, volano intor‐
no ad una vetrata con la Colomba dello Spiri‐
to Santo. Tipico esempio di decorazione ba‐
rocca e opera nella quale Bernini esprime in
tutte le sue sfumature l'idea di riunire in una
sola opera pittura, scultura e architettura ‐
poetica ben sintetizzata dallo storiografo
Filippo Baldinucci nella felice espressione di
bel composto ‐ il monumento esprime un'alta
concezione teologica: le Chiese d'Oriente e
d'Occidente, unite nella fede della Chiesa
Cattolica, rendono omaggio alla Cattedra
Romana.
Alla fine del passaggio a sinistra si entra nella
cappella della Madonna della Colonna, così
chiamata per una venerata immagine quat‐
trocentesca della Vergine disegnata su un
tronco di colonna di portasanta, proveniente
dalla navata centrale della basilica costanti‐
niana. Sul lato destro della cappella, inserito
tra due colonne di granito nero orientale, è
l'altare di San Leone Magno e qui sono le sue
spoglie, le prime ad essere inumate all'inter‐
no dell'antico San Pietro. Sull'altare si trova
l’unica pala marmorea in tutta la basilica,
conclusa da Alessandro Algardi nel 1652.
Sul lato destro, al di sopra di una uscita late‐
rale che immette entro lo Stato della Città del
Vaticano, è il monumento a papa Alessandro
VII Chigi di Gian Lorenzo Bernini.
Sul fondo di quest’area è la cappella Clemen‐
tina, dal nome di Clemente VIII Aldobrandini,
il papa promotore della sua realizzazione. Per
grandezza e ricchezza di decorazione è stata
paragonata all’opposta cappella Gregoriana.
Nell'altare di San Gregorio Magno, consacrato
nel 1628, entro un sarcofago in marmo bian‐
co si conservano le spoglie del papa santo, la
cui immagine è riportata anche in uno dei
pennacchi della cappella Gregoriana. San
Gregorio fu il primo a definire il papa servus
servorum Dei (servo dei servi di Dio).
A metà della navata laterale di sinistra è la
cappella del Coro, chiusa da una cancellata in
ferro, costituita da un ampio spazio rettango‐
lare che si apre all'esterno della navata, in
corrispondente simmetria con quella opposta
del Santissimo Sacramento. È destinata es‐
senzialmente alla liturgia corale del clero
della basilica, la cui preghiera continua inin‐
terrottamente fin dal V secolo.
A fianco dell’uscita è la cappella del Battesi‐
mo, opera di Carlo Fontana. Lo spazio che
accoglie il fonte battesimale è recintato da
una balaustrata marmorea e nell'interno sono
tre pale in mosaico. Al centro, il Battesimo di
Gesù di Carlo Maratta; a destra, il Battesimo
dei Santi Processo e Martiniano di Giuseppe
Passeri, e sulla sinistra, San Pietro che battez‐
za il centurione Cornelio di Andrea Procaccini,
allievo di Maratta. Al centro della cappella è il
Fonte battesimale, per il quale Fontana riuti‐
lizzò una ricca conca di porfido rosso, chiusa
da un coperchio in bronzo dorato.
L’interno è suddiviso in tre navate scandite
da altissime lesene corinzie addossate ai pila‐
stri. Nella prima cappella della navata destra,
la famosa Pietà, la sublime scultura di Miche‐
langelo eseguita appena ventitreenne, nel
1499, per il cardinale francese Jean de Bilhè‐
res de Lagraulas. Nella volta ‘Trionfo della
Croce’ dipinto da Giovanni Lanfranco. Succes‐
sivamente s’incontra la Cappella delle Reli‐
quie, dove è custodito il Crocifisso ligneo
attribuito al medievalista Pietro Cavallini. A
sinistra il monumento di Cristina di Svezia
scolpito da Carlo Fontana. Prima della terza
cappella ‘Sepolcro di Innocenzo XII’ su dise‐
gno di Ferdinando Fuga con statua del ponte‐
fice tra la ‘Carità’ e la ‘Giustizia’ di Filippo
Della Valle. Di fronte il monumento della
contessa Matilde di Canossa su disegno del
Bernini. Subito dopo la Cappella del
Ss.Sacramento, in cui si trova il ricco ciborio di
bronzo dorato del Bernini [1674] ispirato al
tempietto del Bramante di S.Pietro in Monto‐
Venerdì 29
- 10. Roma, agosto 2008 pag. 10
rio. Dietro la ‘Trinità’ dipinta da Pietro da
Cortona. Proseguendo sulla navata s’incontra
il monumento di Gregorio XIII eseguito da
Camillo Rusconi [1723] per giungere nella
Cappella Gregoriana compiuta da Giacomo
Della Porta nel 1583. Sull’altare è collocata
l’immagine della Madonna del Soccorso risa‐
lente all’XI secolo. Subito dopo il transetto
destro il monumento di Clemente XIII, [1784‐
92] celebre opera di Antonio Canova. Affianco
alla cappella successiva la tomba di Leone X,
disegnata da Mattia De Rossi. [1684] Poco
dopo si arriva davanti all’abside [o tribuna]
che ospita la scenografica cattedra di San
Pietro in bronzo dorato ideata dal Bernini
[1656‐65] autore inoltre del monumento di
Urbano VIII collocato alla destra dell’abside. A
sinistra dell’altare si giunge alla Cappella della
Colonna che custodisce le reliquie di S.Leone
Magno, raffigurato mentre incontra Attila
nella bella pala marmorea realizzata da Ales‐
sandro Algardi. Dirigendosi verso il transetto
sinistro s’incontra la tomba di Alessandro VII,
opera dell’ultimo periodo d’attività del Berni‐
ni. [1672‐78] Dopo il transetto si raggiunge la
Cappella Clementina, in cui sono raccolte le
reliquie di S.Gregorio Magno. Di fronte la
tomba di Pio VII, opera neoclassica di Berthel
Thorvaldsen [1823] commissionata dal Cardi‐
nal Consalvi. All’inizio della navata sinistra è il
monumento di Leone XI di Alessandro Algar‐
di. [1634‐52] A sinistra il monumento di Inno‐
cenzo XI su disegno di Carlo Maratta [1697‐
1704] autore degli stucchi dorati nella volta
della successiva Cappella del Coro disegnata
da Carlo Maderno. Nel passaggio seguente,
sulla parte sinistra, l’importantissima testimo‐
nianza rinascimentale fiorentina di Antonio
del Pollaiolo con la tomba di Innocenzo VIII.
[1498] Nella successiva Cappella della Presen‐
tazione reliquie di Pio X. Nel passaggio alla
prima cappella l’armonico ‘Monumento degli
ultimi Stuart’ realizzato da Antonio Canova
dal 1817 al 1819
Apertura: dalle 8 alle 18 tutti i giorni da otto‐
bre a marzo, fino alle 19 da aprile a settem‐
bre.
Cupola: orari d'ingresso con ascensore e 320
gradini: dal 1° ottobre al 14 marzo dalle 8 alle
17, dal 1° aprile al 30 settembre dalle 8 alle
18. Tariffa € 7. Orari salita a piedi (551 gradi‐
ni): dal 1° ottobre al 14 marzo dalle 8 alle 16,
dal 1° aprile al 30 settembre dalle 8 alle 17.
Tariffa € 4
Sacre Grotte Vaticane: dalle 8 alle 17 tutti i
giorni da ottobre a marzo, fino alle 18 da
aprile a settembre
Opere
Sculture della navata mediana e braccio del
transetto: da destra, 'S.Teresa' di Filippo Della
Valle; 'S.Vincenzo de Paoli' di Pietro Bracci;
'S.Filippo Neri' di Giovan Battista Maini;
sull'ultimo pilastro a destra statua marmorea
di S.Pietro con attribuzione incerta ad Arnolfo
Di Cambio. [immagine 4] Da sinistra: 'S.Pietro
d'Alcantara' di Francesco Vergara; 'S.Camillo'
di Pietro Pacilli; 'S.Ignazio' di Camillo e Giu‐
seppe Rusconi; 'S.Francesco di Paola' del Mai‐
ni. Sculture nelle nicchie alla base dei pilastri
della cupola: 'S.Longino' di Gian Lorenzo Ber‐
nini [1639, immagine 6]; 'S.Elena Imperatrice'
di Andrea Bolgi [1646, immagine 7]; 'S.Vero‐
nica' di Francesco Mochi [1632]; 'S.Andrea' di
Francois Duquesnoy. [1640]
Navata destra: nella prima cappella il gruppo
scultoreo della Pietà di Michelangelo [1498‐
99]; nel primo passaggio monumento a Cristi‐
na di Svezia di Carlo Fontana; nella seconda
cappella detta di S.Sebastiano monumento di
Pio XI di Francesco Nagni; nel secondo pas‐
saggio il sepolcro di Innocenzo XIII su disegno
di Ferdinando Fuga con statua del pontefice
di Filippo Della Valle.[1746] A sinistra il monu‐
mento a Matilde di Canossa su disegno del
Bernini. La terza cappella, detta del Sacra‐
mento, è chiusa da un cancello in ferro dise‐
gnato dal Borromini. All'interno ricco ciborio
di bronzo dorato [Bernini 1674] ispirato al
Tempietto del Bramante in S.Pietro in Monto‐
rio e fiancheggiato da due angeli adoranti in
ginocchio. Dietro è collocata la 'Trinità', pala
di Pietro Da Cortona. Nel terzo passaggio
monumento di Gregorio XIII di Camillo Rusco‐
Venerdì 29
- 11. Roma, agosto 2008 pag. 11
ni [1720‐23] derivato dal precedente monu‐
mento di Leone XI di Alessandro Algardi. A
sinistra la tomba di Gregorio XIV di Prospero
Antichi. Nella successiva cappella, detta Gre‐
goriana, compiuta da Giacomo Della Porta,
[1583] immagine della Madonna del Soccorso
[XI secolo] collocata sull'altare. Nel passaggio
al transetto tomba di Benedetto XIV ideata da
Pietro Bracci.[1759] Transetto destro:
statue di fondatori di ordini religiosi. 'S.Girola‐
mo Emiliani' di Pietro Bracci [1756]; 'S.Giu‐
seppe Calasanzio' di Innocenzo Spinazzi
[1755]; 'S.Gaetano' di Carlo Monaldi [1730];
'S.Brunone' di Michelangelo Slodtz. [1744]
Nel passaggio alla cappella di S.Michele il
monumento di Clemente XIII realizzato da
Antonio Canova. [1784‐92, immagine 2] Nel
passaggio alla tribuna la tomba di Clemente X
disegnata da Mattia De Rossi. [1684]
Abside o tribuna: fra le due grandi lesene è
disposta la cattedra di S.Pietro [immagine 1]
disegnata da Gian Lorenzo Bernini. [1656‐65]
A destra il monumento di Urbano VIII
[Bernini, 1627‐47] con gruppi marmorei raffi‐
guranti la Carità e la Giustizia; a sinistra il
monumento di Paolo III [Giacomo Della Porta,
1551‐75] con le figure marmoree della Giusti‐
zia e della Prudenza. A destra della tribuna la
cappella della Colonna con la pala marmorea
di Alessandro Algardi raffiguranti Leone Ma‐
gno che incontra Attila e reliquie del pontefi‐
ce nell'altare. Nel passaggio al transetto sini‐
stro la tomba di Alessandro VII su disegno del
Bernini. [1672‐78]
Transetto sinistro: nelle nicchie da destra
statua di 'S.Norberto' di Bartolomeo Cavacep‐
pi [1757]; 'S.Pietro Nolasco' e 'S.Giuliana Fal‐
conieri' di Pietro Paolo Campi; 'S.Giovanni di
Dio' di Filippo Della Valle. [1744] Accanto,
nella Cappella Clementina [Giacomo Della
Porta] resti sotto l'altare di S.Gregorio Magno
e tomba di Pio VII, opera neoclassica di Bertel
Thorvaldsen. [1823].
Navata sinistra: all'altare di testata copia
musiva della Trasfigurazione [Pinacoteca
Vaticana] di Raffaello; nel passaggio a destra
il monumento a Leone XI di Alessandro Algar‐
di [1634‐52] con figure allegoriche della Mae‐
stà e della Liberalità dovute a Ercole Ferrata e
a Giuseppe Peroni. A sinistra il monumento di
Innocenzo XI su disegno di Carlo Maratta
[1697‐1704] con figure allegoriche della Reli‐
gione e della Giustizia di Pierre Etienne Mon‐
not. Nella successiva cappella del Coro, su
disegno di Carlo Maderno, stucchi dorati nella
volta dello stesso Maratta. Nel passaggio
seguente a destra monumento di Pio X con
sculture di Pier Enrico Astorri [1923] mentre a
sinistra la tomba di Innocenzo VIII di Antonio
del Pollaiolo [1498] in bronzo parzialmente
dorato. [immagine 3] Nella successiva cappel‐
la della Presentazione monumento di Bene‐
detto XV di Pietro Canonica. Nel passaggio
alla prima cappella, a destra il monumento di
Maria Clementina Sobieski, moglie di Giaco‐
mo III Stuart, eseguito su disegno di Filippo
Barigioni. A sinistra il monumento degli ultimi
Stuart realizzato da Antonio Canova nel 1817‐
19 con i ritratti a mezzo busto di Giacomo III e
dei figli Carlo Edoardo ed Enrico duca di York.
PANTHEON :
E' l'imperatore Adriano tra il 118 ed il 125
dopo Cristo a far ricostruire completamente il
Pantheon ['tempio consacrato a tutte le divi‐
nità'] di Agrippa, rovesciandone l'orientamen‐
to di 180 gradi e aprendo davanti al nuovo
tempio una grande piazza porticata. L'innova‐
zione rivoluzionaria è rappresentata dall'acco‐
stamento d'un edificio rotondo [coperto da
una cupola perfetamente emisferica] a un
pronào rettangolare e colonnato [largo oltre
33 metri e lungo 15,50]; in pratica alle prima
visione esterna d'un tempio canonico con le
sue colonne massicce, segue una visione in‐
terna predisposta in modo che il visitatore
percepisca uno spazio unitario, corrisponden‐
te al volume d'una sfera. Tutto l'edificio insi‐
ste su una fondazione anulare in calcestruzzo,
larga oltre 7 metri e spessa 4.50; un muro
circolare, spesso 6 metri, intervallato da nic‐
chie ed esedre, sorregge il tamburo alto più di
30 metri; la cupola a cinque ordini di casset‐
toni ha un diametro di 43,30 metri e si apre
Venerdì 29
- 12. Roma, agosto 2008 pag. 12
con un occhio centrale del diametro di 9 me‐
tri, che illumina tutto il vano interno. Il
Pantheon è il monumento più rappresentati‐
vo dell'architettura romana e la sua conserva‐
zione (come tanti altri templi pagani) è dovu‐
ta alla trasformazione in chiesa [S.Maria ad
Martyres, 605 ‐ 609 d.C], proprio nel momen‐
to decisivo del trapasso dalla città antica e
pagana alla città nuova e cristiana. Oggi all'in‐
terno ospita le tombe del pittore Raffaello
Sanzio, di Vittorio Emanuele II, di Umberto I,
di Margherita di Savoia. Prima di arrivare a
Piazza della Rotonda, in cui si trova il
Pantheon, si può iniziare l'itinerario da Piazza
della Minerva, raggiungibile da Via di Torre
Argentina. (bus 64 da Termini, 87 dal Colosse‐
o, 40 da Via Nazionale) Qui, davanti alla chie‐
sa della Minerva, rielaborata da Giuliano da
Sangallo nel XV secolo e che ospita tra le ope‐
re 'Il Redentore' di Michelangelo e gli affre‐
schi di Filippino Lippi, si trova una delle scul‐
ture più originali di Roma, l'elefantino ideato
dal Bernini per dare un basamento all'obeli‐
sco egizio del VI a.C proveniente dal vicino
Iseo Campense. Proseguendo dritti e dando le
spalle al Pantheon si percorre Via della Mad‐
dalena che ci conduce davanti alla chiesa
dedicata alla santa rielaborata su disegno di
Carlo Fontana nel 1673 e arricchita dai dipinti
di Sebastiano Conca, Luca Giordano, Stefano
Parrocel. Usciti dalla chiesa giriamo a Via
delle Coppelle che ci conduce fino a Via della
Scrofa. Voltiamo a sinistra e ci troviamo da‐
vanti alla chiesa nazionale francese di San
Luigi, progettata nel 1589 da Giacomo della
Porta e Domenico Fontana. Qui, agli affreschi
del Domenichino si aggiungono le tre impor‐
tanti opere di Caravaggio, 'La Vocazione di
San Matteo', 'Il Martirio di San Matteo', 'San
Matteo e l'Angelo'. Una volta usciti si prose‐
gue dritti per Via della Dogana Vecchia che si
conclude in Piazza S.Eustachio. Qui sulla piaz‐
zetta, davanti alla chiesa, attrae l'attenzione il
grazioso palazzetto di Tizio da Spoleto, affre‐
scato [scene della vita di S.Eustachio, ante
1575] da Federico Zuccari talento del 1500
romano. Dalla piazza dirigendosi verso destra
si volta per Via dei Sediari che conduce a
Largo della Sapienza, dove svetta la cupola
polilobata e la lanterna cuspidata a spirale
progettata dal Borromini per la chiesa di
S.Ivo. Proseguendo ci si ritrova alla conclusio‐
ne di Corso Rinascimento. Da qui si può vede‐
re la chiesa di S.Andrea della Valle, conclusa
da Carlo Maderno nel 1608 e decorata dal
Domenichino e da Giovanni Lanfranco. A
destra del corso s'intravede Piazza Navona
PIAZZA NAVONA:
Qui nell'antica Roma si distribuiva lo stadio
lungo 276 metri e largo 54 che venne costrui‐
to da Domiziano e restaurato da Alessandro
Severo. Oggi è la piazza più caratteristica di
Roma grazie all'ampia isola pedonale, alle tre
fontane esistenti, di cui la centrale 'Fontana
dei Fiumi', risaltata dalla presenza della chie‐
sa di S.Agnese ultimata dal Borromini in una
scenografia di architetture e colori che si può
ammirare seduti ai tavoli dei bar all'aperto.
Nel 356 d.C l'imperatore Costanzo II trasferi‐
sce a Costantinopoli i marmi spogliati dello
stadio, costruito da Domiziano e restaurato
da Alessandro Severo. Le strutture murarie
dello stadio continueranno a resistere per
secoli e diventeranno la base per abitazioni,
depositi e botteghe. Si salva soprattutto la
forma dell'arena, lunga 276 metri e larga 54.
Dal XIII secolo c'è un rilancio della zona e sul
perimetro dove sono collocate le gradinate
aumentano le case, le torri e le chiese. Molti
giochi di carnevale hanno sede stabile, oltre
che a Testaccio, nella piazza, che diventa
luogo d'insediamento della comunità spagno‐
la. Nel XV secolo la piazza assume un interes‐
se sempre più crescente e cominciano gli
accorpamenti di più case per costruire i nuovi
palazzi. Nel 1477 il grande mercato cittadino
si è trasferito dal Campidoglio a Piazza Navo‐
na; pochi anni dopo, nel 1485, Innocenzo VIII
Cybo la pavimenta con i mattoni. Alla fine del
XV e l'inizio del XVI secolo si perfeziona l'im‐
pianto viario. Nel XVI secolo sorgono altri
palazzi, due fontane e un abbeveratoio; nel
1588 la piazza è selciata e il mercato è tal‐
Venerdì 29
- 13. Roma, agosto 2008 pag. 13
mente importante che ai primi del XVII secolo
è necessario tracciare le ripartizioni degli
spazi per i singoli venditori. Piazza Navona
assume una caratterizzazione commerciale e
nello stesso tempo diventa il luogo privilegia‐
to per i giochi di carnevale, le sfilate, i tornei,
le giostre, le feste, i funerali; ma è anche un
luogo dove poter passeggiare, sfilare in car‐
rozza, conversare all'aperto, improvvisare
spettacoli. Nel XVII secolo la costruzione del
rinnovato Palazzo Pamphilj e della chiesa di
S.Agone, la sistemazione dell'obelisco e delle
fontane, l'abbattimento del palazzo Aldo‐
brandini fanno assumere alla piazza l'attuale
forma e quel volto barocco tramandato per
lungo tempo dalle stampe, incisioni, disegni e
dipinti. Ormai sono quasi scomparse le nume‐
rose torri e case‐torri medievali. Dalla metà
del secolo nei fine settimana d'agosto la piaz‐
za è allagata per il divertimento pubblico;
pratica attuabile perchè la piazza è ancora
concava. In questo periodo l'intervento di
Innocenzo X Pamphilj e dei suoi parenti è
decisivo, poiché coinvolge nei lavori (il palaz‐
zo, la chiesa e la fontana) Bernini e Borromini,
in gara tra loro per trasformare la piazza nel
trionfo dell'arte barocca. Nel XVIII secolo il
mercato di Piazza Navona è tanto importante
che la sua giurisdizione è affidata a un gover‐
natore (1748). Alla fine del secolo scorso la
costruzione di Palazzo Braschi definisce il lato
corto meridionale. Nella prima metà del XIX
secolo Piazza Navona si identifica sempre più
col mercato. Nel 1866 è sospeso l'allagamen‐
to estivo, mentre nel 1869 il mercato è trasfe‐
rito a Campo De Fiori. Dopo la Breccia di Por‐
ta Pia la piazza cambia nome e diventa Circolo
Agonale. Subito dopo è rinnovata la pavimen‐
tazione col grande marciapiede centrale in
sampietrini ed è installata l'illuminazione a
gas. Contemporaneamente vi è trasferita la
fiera della Befana da piazza S.Eustachio. Nello
scorcio finale del XIX secolo sono completate
e restaurate le due fontane laterali. Nel XX
secolo la piazza riacquista il suo nome (1926);
nel 1936 cominciano gli scavi per allargare la
corsia Agonale (verso il nuovo corso del Rina‐
scimento) e per rifare gli edifici sulla curva
settentrionale dello stadio, mettendo a gior‐
no parte delle antiche strutture murarie. Infi‐
ne nel 1968 la piazza, chiusa al traffico, diven‐
ta isola pedonale .
SAN LUIGI DE FRANCESI :
Voluta dal Re di Francia fu iniziata nel 1518 e
completata nel 1589 da Domenico Fontana su
disegno di Giacomo della Porta. La facciata in
travertino, a due ordini, è divisa da paraste
tuscaniche e corinzie in cinque campi, sia in
alto che in basso. L'interno, a tre navate, con
cinque cappelle per lato scandite da pilastri, è
sul progetto di Antoine Dérizet. [1756‐64]
Sulla volta della navata centrale 'Morte e
apoteosi di S.Luigi' di Charles Natoire. [1756]
Lungo la navata destra nella prima cappella
'S.Dionigi' di Renard Levieux; nella seconda
'Ss.Cecilia, Paolo, Giovanni Evangelista, Ago‐
stino e la Maddalena' di Guido Reni su origi‐
nale di Raffaello, 'Storie di S.Cecilia' del Do‐
menichino; nella terza 'S.Giovanna di Valois
portata in cielo dagli angeli' di Etienne Parro‐
cel; [1743] nella quarta 'Giuramento di Clodo‐
veo' di Jacopino del Conte; nella volta episodi
della vita di Clodoveo di Pellegrino Tibaldi,
sulla parete destra 'Clodoveo si prepara ad
attaccare nella battaglia di Tobliae del 496'
dello stesso, a sinistra 'S.Remigio riceve la
sacra ampolla per ungere Clodoveo' del Ser‐
moneta. All'altare maggiore 'Assunzione' di
Francesco Bassano e 'Ss.Trinità' di Jean Jac‐
ques Caffieri. Sulla navata sinistra nella quinta
cappella [Contarelli] all'altare 'S.Matteo e
l'Angelo', a destra 'Martirio di S.Matteo', a
sinistra 'Vocazione di S.Matteo' di Caravaggio.
[1599‐1602] Sulla volta affreschi del Cavalier
d'Arpino. Nella quarta cappella 'Natività',
'Annunciazione' di Charles Mellin,
'Adorazione dei Magi' di Giovanni Baglione;
nella terza 'S.Luigi IX' di Plautilla Bricci, alle
pareti storie del santo di Ludovico Gimignani
e di Nicolas Pinson. Nella seconda 'S.Nicola da
Bari' di Girolamo Muziano, ai lati 'Santi Girola‐
mo e Caterina' di Girolamo Massei ed episodi
della vita del santo di Baldassare Croce; nella
Venerdì 29
- 14. Roma, agosto 2008 pag. 14
prima 'San Sebastiano' di Girolamo Massei
Apertura: dalle 10 alle 12.30, dalle 14.30 alle
19 tranne il giovedì pomeriggio . E' la chiesa
nazionale di Francia.
PIAZZA DEL CAMPIDOGLIO :
Il progetto della piazza è di Michelangelo
Buonarroti che la orienta verso la Basilica di
San Pietro impostando così una prospettiva
rovesciata. Al centro la statua equestre di
Marco Aurelio, trasferita nel 1538 dal Latera‐
no per ordine di Paolo III. Dopo il restauro
compiuto nel 1990 l'originale è esposto al
pianterreno del Museo Capitolino. Al suo
posto è ora una copia. Il Palazzo Senatorio,
collocato di fronte, fu completato da Giaco‐
mo Della Porta e Girolamo Rainaldi ed oggi
ospita il Consiglio Comunale di Roma. Il Palaz‐
zo dei Conservatori, a destra, fu incominciato
sempre da Michelangelo e finito da Della
Porta; il progetto di Palazzo Nuovo, a sinistra,
fu invece dei fratelli Rainaldi (1655). Sulla
parte sinistra della piazza è ospitata inoltre la
Pinacoteca Capitolina, che ospita un'invidiabi‐
le rassegna pittorica, dal medioevo al 18°
secolo: tra gli autori esposti Tiziano, Verone‐
se, Pietro da Cortona, Caravaggio, Rubens;
mentre nella parte destra sono visibili i reper‐
ti di arte ellenistica e romana. Scesi dalla piaz‐
za si prosegue l'itinerario salendo lungo la
scalinata che porta alla chiesa medioevale di
S.Maria in Aracoeli, basilica risalente al quar‐
to secolo, sorta dove, in base alla leggenda, la
Sibilla predisse ad Augusto l'avvento del Re‐
dentore. A ricostruirla in stile romanico‐
gotico saranno i Frati Francescani Minori ai
quali venne affidata nel 1250 da Innocenzo
IV. All'interno, nella prima cappella della na‐
vata destra, le storie di San Bernardino dipin‐
te dal Pinturicchio.
CHIESA DI SANTA MARIA IN ARACOELI :
Costruita sopra il tempio di Giunone Moneta
e sul luogo di un monastero di monaci greci
[VII secolo] che successivamente passerà ai
benedettini col nome di S.Maria in Capitolio,
deve l'appellativo in Aracoeli, affermatosi agli
inizi del 1300, dell'apparizione della Vergine
che qui ebbe l'Imperatore Ottaviano. Nel
1250 Innocenzo IV concesse la chiesa ai Frati
Francescani Minori che la ricostruirono in
forme romanico‐gotiche nel 1285‐87 fino alla
consacrazione del 1291. I lavori vennero con‐
clusi con la rapida scalinata di 122 gradini
[Lorenzo di Simone Andreozzi] che fu inaugu‐
rata da Cola di Rienzo nel 1348. Il cardinale
Oliviero Carafa vi condusse lavori nel 1467‐
72, Pio IV nel 1564 demolì l'abside affrescato
da Pietro Cavallini, abolì la schola cantorum e
spostò l'ingresso laterale. Il prospetto esterno
attuale, in guscio a mattoni, risale al XIII e
accoglie tre portali sopra i quali si aprono
altrettante finestre. L'interno è distribuito su
tre navate con arcate a tutto sesto divise da
ventidue colonne antiche. Il soffitto ligneo a
cassettoni con decorazioni in stucco di scuola
berniniana, fu realizzato dal Sermoneta e da
Cesare Trapassi con al centro la Vergine e il
Bambino, in ringraziamento della vittoria
nella Battaglia di Lepanto. Il pavimento co‐
smatesco venne realizzato sullo stile figurati‐
vo dei fratelli Cosmati, famiglia di marmorari
particolarmente attiva nel XII secolo come
testimoniato inoltre dai due pergami con
mosaici di Lorenzo e Jacopo Cosma del 1200
collocati al transetto sinistro e destro. Dal
portale d'ingresso sulla destra il monumento
funerario del cardinale Ludovico D'Albert
[m.1435] realizzato da Andrea Bregno. Sulla
sinistra pietra tombale di Giovanni Crivelli
[m.1432] unica testimonianza romana di Do‐
natello. A sinistra del portale tomba di Ludo‐
vico Grato Margani, seguace di Andrea Sanso‐
vino. [XVI] Alle pareti, sopra il cornicione,
affreschi di Giovanni Odazzi, Giuseppe Passe‐
ri, Frà Umile da Foligno. Sulla quarta colonna
della navata centrale l'altare della Madonna
del Rifugio di scuola viterbese. [XV] Alla quin‐
ta colonna 'S.Luca', affresco del XVI. La navata
destra inizia con la Cappella Bufalini, che ospi‐
ta le storie di S.Bernardino dipinte dal senese
Bernardino di Betto conosciuto come Pintu‐
ricchio. [1486] Nella seconda cappella la
'Pietà', tavola di Marco Pino da Siena [1568‐
Venerdì 29
- 15. Roma, agosto 2008 pag. 15
70] ed affreschi di Cristoforo Roncalli detto il
Pomarancio. [1582] Nella terza 'S.Girolamo',
dipinto su lavagna di Giovanni De Vecchi, ai
lati e nella volta dipinti di Ludovico e Alessan‐
dro Seitz. Nella quarta, alla parete destra
'Trasfigurazione' del Sermoneta, [c.1573]
all'altare e sulle pareti storie di San Matteo di
Girolamo Muziano. [1586‐89] Nella quinta
'S.Pietro d'Alcantara' su disegno di
G.B.Contini, altorilievi di Michel Maille. Nella
settima 'S.Diego guarisce un cieco' del De
Vecchi, [c.1610] volta e lunette con storie del
santo di Avanzino Nucci. Nell'ottava storie di
S.Pasquale di Daniele Seyter. All'altare, su
disegno di Filippo Raguzzini, 'Estasi di
S.Francesco' di Francesco Trevisani; intorno,
entro cornici, tele di Mariano Rossi. Alla pare‐
te destra dell'altare sepolcro di Onorio IV e
della madre Vanna Aldobrandeschi; sulla
sinistra 'sepolcro di Luca Savelli' attribuito ad
Arnolfo di Cambio. [c.1287] Accanto la Cap‐
pella del Sacramento con dipinti nella volta di
Giuseppe Ghezzi. Nella successiva Cappella di
S.Rosa da Viterbo mosaico attribuito a Jacopo
Torriti. Ai pilastri laterali della navata media‐
na i due pergami, rimaneggiati e ricomposti,
di Lorenzo di Cosma e del figlio Jacopo. Sopra
l'altare maggiore l'immagine della Madonna
con Bambino risalente al X secolo. Nel tran‐
setto sinistro la Cappella di S.Elena, tempietto
su colonne rifatto nel XIX. Poco distante, sulla
porta della sagrestia, monumento del cardi‐
nal Matteo d'Acquasparta attribuito a Gio‐
vanni di Cosma, in bella edicola gotica con
affresco di Madonna con Bambino in trono
tra i 'Ss.Matteo, Giovanni e il cardinale' ascrit‐
to a Pietro Cavallini. A sinistra monumento di
Alessandro Crivelli realizzato da Jacopo Del
Duca. Lungo la navata sinistra all'interno della
nona cappella storie della Vergine di Marzio
Ganassini; nell'ottava 'S.Margherita ritrova il
corpo dell'amato' e 'Morte di S.Margherita' di
Marco Benefial; nella settima altare di Carlo
Rainaldi con colonne di breccia corallina; nella
sesta 'Ascensione' di Girolamo Muziano, alla
parete sinistra il monumento di Camillo Pardo
Orsini [m.1553] attribuito a Onorio Longhi;
nella quinta 'S.Paolo' del Muziano, affreschi e
stucchi del Roncalli, a sinistra il monumento
funerario di Filippo Della Valle [m.1494] attri‐
buito ad Andrea Briosco; nella quarta 'La
Sacra Famiglia appare alla beata Caterina
Sforza' del Trevisani; nella terza 'S.Antonio da
Padova e due donatori' unica parte rimasta
degli affreschi di Benozzo Gozzoli [1454‐58]
che decoravano la cappella; nella seconda
presepio dei secoli XVIII e XIX, nella prima
complesso iconografico illustrante l'Immaco‐
lata Concezione
Apertura: 9‐12.30 14.30‐17.30
CHIESA DI SANTA MARIA IN COSMEDIN :
La chiesa sorge nel VI secolo sull'antico luogo
dell'Ara Massima di Ercole, sulla cappella già
esistente che si riferiva alla diaconia di
S.Maria in Schola Graeca, consegnata in quel
periodo ai monaci greci fuggiti dalle persecu‐
zioni. Su questo nucleo nel 782 avvennero gli
ampliamenti per interesse di Adriano I, [772‐
795] ed è in questa fase che prende l'appella‐
tivo di Kosmidion in seguito alle splendide
decorazioni interne. Successivamente venne
restaurata sotto il pontificato di Niccolò I [858
‐867] che vi aggiunse la sagrestia, un oratorio
e una residenza diaconale; da Gelasio II
[1118] dopo le invasioni normanne di Roberto
il Guiscardo [1082] e infine da Callisto II [1119
‐24] che chiuse il matroneo e ricostruì il porti‐
co con il protiro in mezzo. La facciata, a ca‐
panna, è scandita da un portico con sette
finestre e sette grandi arcate. Affianco il cam‐
panile romanico, a sette piani di bifore e trifo‐
re, decorato con maioliche colorate. La pianta
interna è a tre navate absidate divise da pila‐
stri e da diciotto colonne romane con capitelli
in parte antichi e in parte medioevali. Al cen‐
tro della navata di mezzo è collocata la schola
cantorum con amboni e iconostasi. Davanti è
situato il baldacchino in stile gotico‐fiorentino
opera di Deodato Cosma il Giovane. [1294]
Nel muro absidale affreschi del XI secolo,
mentre lungo le pareti della navata mediana
resti di affreschi dei secoli VIII, IX e XII. Nella
Cappella del Coro 'Madonna con Bambino'
Venerdì 29
- 16. Roma, agosto 2008 pag. 16
del XV, in sagrestia 'Epifania' frammento di
mosaico a fondo oro degl inizi dell'VIII. La
chiesa è conosciuta anche per la Bocca della
Verità, risalente al 1632, costituita da un di‐
sco di marmo
Apertura: 9.30‐17.50
FORO TRAIANO:
107 d.C. ‐ Conquista della Dacia (attuale Ro‐
mania) e inizio dei lavori;
15 gennaio 112 d.C. – inaugurazione del Foro
e della Basilica Ulpia;
18 maggio 113 d.C. – inaugurazione della
Colonna Traiana;
117 d.C. – morte di Traiano e arco trionfale
decretato dal Senato;
125‐138 d.C. – probabile dedica del tempio
da parte di Adriano.
Area complessiva: 300x180 metri
Area piazza scoperta: 120x90 metri
Area basilica Ulpia: 180x60 metri
Altezza Colonna Traiana: 39,81 metri
Il Foro di Traiano ha una pianta più complessa
degli altri Fori Imperiali: la piazza era chiusa
sul fondo della Basilica Ulpia; alle spalle di
questa si elevava la Colonna Traiana tra le
due Biblioteche e il complesso si è creduto in
passato che si concludesse con il Tempio
dedicato a Divo Traiano. Si doveva entrare
nella piazza per mezzo di un passaggio arcua‐
to, una sorta di arco trionfale, al centro di un
muro convesso verso l’esterno e decorato da
colonne aggettanti.
Una statua equestre di Traiano occupava il
centro della piazza, limitata sui fianchi dai
portici con l’attico decorato in modo simile al
Foro di Augusto, con Daci al posto delle Caria‐
tidi. Dietro i portici si aprivano ampie esedre
semicircolari, ugualmente coperte. Anche la
facciata della basilica, che chiudeva la piazza,
aveva l’attico decorato con statue di Daci.
L’interno della Basilica era a cinque navate,
con colonne anche sui lati corti e con absidi a
entrambe le estremità; la navata centrale,
molto ampia, era a due piani.
La Colonna Traiana era chiusa in un piccolo
cortile, limitato sui lati dai portici antistanti la
facciata delle Biblioteche. Queste erano costi‐
tuite da ampie sale con pareti dotate di nic‐
chie e decorate da due ordini di colonne.
Il tempio doveva essere di dimensioni colos‐
sali e probabilmente chiuso da un recinto
porticato. Gli scavi archeologici che si stanno
attualmente concludendo nel Foro di Traiano
hanno dimostrato definitivamente che la
posizione del Tempio di Traiano non è quella
ipotizzata in passato e apprezzata sino a oggi.
L'evidenza archeologica ha infatti chiarito che
i ritrovamenti posti dopo la Colonna, al di
sotto dell'attuale Palazzo Valentini, sede della
Provincia, sono riferibili a Insulae, case di
abitazione a più piani e non certo a resti di un
edificio templare.
Quest'ultimo, dunque, doveva trovar posto
esattamente al centro dell'area del Foro at‐
tualmente in corso di scavo.
Il Foro di Traiano era utilizzato come splendi‐
do spazio di rappresentanza per cerimonie
pubbliche: sappiamo per esempio che nel 118
d.C. Adriano bruciò pubblicamente nelle piaz‐
ze le tavole con i debiti dei cittadini verso il
fisco.
Ancora in epoca tarda le esedre dietro i porti‐
ci laterali ospitavano letture di poeti e confe‐
renze.
Nelle absidi della basilica dovevano tenersi le
sedute dei tribunali e le cerimonie per la libe‐
razione degli schiavi.
Le Biblioteche costituivano probabilmente
una sorta di archivio storico dello stato roma‐
no e conservarono per un periodo anche gli
Annali repubblicani.
La decorazione scultorea dei vari edifici del
Foro veicolava il messaggio di propaganda
imperiale di Traiano.
Si celebrava innanzi tutto la conquista della
Dacia e, quindi, l’esercito vittorioso, ponendo
però l’accento sulla pace raggiunta dopo la
vittoria, come testimoniano i pannelli scolpiti
con armi deposte da vinti e vincitori.
Gli Amorini che abbeverano i Grifoni, sul mu‐
ro di ingresso, alludono nuovamente alla
potenza dell’Impero che viene pacificato.
L’ingrandimento e l’accresciuta prosperità
Venerdì 29
- 17. Roma, agosto 2008 pag. 17
BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE :
La basilica venne fondata da Papa Liberio
[352‐366] sul luogo della miracolosa nevicata
del 5 agosto 356 dopo che lo stesso pontefice
ebbe la visione di Maria. Da qui il nome di
Basilica Liberiana e di Santa Maria ad Nives.
Tuttavia sembra che la costruzione attuale
non sia inferiore al pontificato di Sisto III, [432
‐440] il quale la dedicò alla maternità divina
di Maria, definita tale dal Concilio di Efeso del
431. Gli scavi effettuati dal 1966 al 1971 han‐
no fatto emergere comunque la presenza di
resti di età augustea, adrianea e costantinia‐
na. La basilica del V secolo si presentava a tre
navate, senza transetto, con nartece e coper‐
tura a capriate, ed è con Niccolò IV [1288‐92]
che sarà realizzato il transetto e la decorazio‐
ne dell’abside con affreschi e mosaici. Nella
seconda metà del XV secolo il cardinale
d’Estouteville aggiunse le volte sulle navate
laterali, Alessandro IV [1254‐61] il soffitto di
quella centrale, mentre nel 1500 vennero
PROGRAMMA DI GIORNATA: S. Pudenziana, S.Maria Maggiore, S.Prassede, S. Pietro in Vincoli,
Colosseo, San Clemente, Fori imperiali, Colonna Traiana, Quirinale, Fontana di Trevi, Monte‐
citorio, Ara pacis,
Sabato 30 agosto
dell’Impero, da completare con la campagna
avviata in Oriente e interrotta dalla morte
dell’Imperatore, avrebbero permesso a Traia‐
no di considerarsi il nuovo fondatore di Ro‐
ma, dunque un eroe semidivino, giustificando
la sua sepoltura nel basamento della Colonna,
nel cuore della città, e la futura divinizzazio‐
ne.
Le Vittorie Tauroctone all’interno della Basili‐
ca alludono alla potenza vittoriosa
dell’Imperatore, ma assumono anche il signi‐
ficato di vittoria sulla morte e quindi di apote‐
osi, sottolineato dalla presenza dei candela‐
bri.
La Colonna Traiana
La Colonna Traiana è costruita in blocchi co‐
lossali di marmo, scavati all’interno per rica‐
vare la tomba dell’Imperatore nel basamento
e una scala a chiocciola che sale fino alla som‐
mità nel fusto. Il basamento fu scolpito, dopo
la messa in opera, con pannelli con armi acca‐
tastate.
Un lungo fregio si arrotola intorno al fusto
come un rotolo di papiro, lasciando visibili le
scanalature della colonna solo sotto il capitel‐
lo dorico.
Il fregio narra per immagini gli episodi delle
due campagne daciche, presentando tuttavia
il nemico con tratti di fierezza e umanità.
Sono state scolpite più di 2.500 figure che,
anche in pose simili, sono variate con arte per
evitare l’uniformità.
L’altezza del fregio cresce dalla base verso la
sommità, come correzione ottica
ORARI
L'area archeologica del Palatino e del Foro
Romano è aperta tutti i giorni dalle 8.30 alle
16 con uscita alle 17. Ingresso Euro 9, ridotto
4.50, gratuito fino ai 18 anni e sopra ai 65. Il
biglietto include l'ingresso al Colosseo. DO‐
MUS DI AUGUSTO, FORO ROMANO, PALATI‐
NO
Dal 10 marzo 2008, con la riapertura al pub‐
blico della Domus di Augusto, il biglietto di 9
euro consentirà l'ingresso al Foro Romano,
alla Domus, al Palatino e al Colosseo. Sarà
possibile accedere da Via San Gregorio 30 e
dall'entrata di Via dei Fori Imperiali .
Sabato 30
- 18. Roma, agosto 2008 pag. 18
create le cappelle. La facciata esterna, a due
ordini, con porticato e loggia a tre grandi
arcate, fu invece ricostruita da Ferdinando
Fuga durante il pontificato di Clemente XI.
[1700‐1721] Accanto svetta il campanile ro‐
manico piramidale fatto costruire da Gregorio
XI nel 1377. Subito dopo l’entrata a sinistra si
sale sulla loggia, della quale resta la decora‐
zione con due serie di mosaici di Filippo Rusu‐
ti appartenenti alla fine del XIII raffiguranti
Cristo Benedicente, i simboli degli Evangelisti,
la Madonna e i Ss.Paolo, Iacopo, Girolamo,
Battista, Pietro, Andrea e Mattia. L’interno
della basilica si presenta diviso, come in origi‐
ne, in tre navate divise da trentasei colonne
monolitiche di marmo e quattro di granito
con capitelli ionici che sorreggono la trabea‐
zione ornata di un fregio a mosaico del V
secolo. Il pavimento è in parte cosmatesco,
ovvero realizzato dalla famiglia dei Cosmati
particolarmente attiva a Roma nel XII secolo.
Nella navata centrale, subito a destra, è il
monumento di Clemente IX finito da Carlo
Rainaldi nel 1671. A sinistra è il monumento
di Niccolò IV di Domenico Fontana concluso
nel 1574. Lungo i muri laterali sopra la trabe‐
azione scorrono i trentasei riquadri a mosaico
del tempo di Sisto III con a destra storie di
Mosè e Giosuè, a sinistra di Abramo, Isacco e
Giacobbe. Al di sopra dei mosaici, tra le fine‐
stre, scene della vita della Vergine in stile
manierista datate 1593. Nell’abside, con fine‐
stre ogivali a strombo [una delle prime forme
di gotico a Roma] il bellissimo mosaico firma‐
to da Jacopo Torriti [1295] raffigurante
‘L’incoronazione di Maria tra il cardinale Gia‐
como Colonna e Niccolò IV° tra due schiere di
angeli e i Ss.Giovanni Battista, Iacopo, Anto‐
nio e i Ss.Pietro, Paolo e Francesco’. Nella
parte inferiore dell’abside sono murati quat‐
tro bassorilievi di Mino del Reame [c.1474]
provenienti dall’antico ciborio. Nella parte di
transetto, emerso nel 1931 con la demolizio‐
ne della volta cinquecentesca, interessanti
figure di profeti che oltre a Cavallini si riten‐
gono attribuibili anche a Cimabue o a Giotto
giovane. Nella navata destra, nell’adiacente
sagrestia, sulla volta e nelle lunette affreschi
del Passignano ed altri rilievi murati di Mino
del Reame dall’antico ciborio. Dal battistero si
accede alla cappella dei Ss.Michele e Pietro in
Vincoli nella cui volta sono dipinti figure di
evangelisti attribuiti a Piero della Francesca,
nell’unico intervento romano del pittore um‐
bro. La successiva è la Cappella delle Reliquie
ristrutturata da Ferdinando Fuga con dieci
colonne di porfido rosso. [1750] Subito dopo
la Cappella Sistina o del Ss,Sacramento pro‐
gettata da Domenico Fontana [1584‐87] a
croce greca ed affrescata sotto la direzione di
Cesare Nebbia e Giovanni Guerra. [1587‐89]
Al centro è disposto il ciborio bronzeo a for‐
ma di tempietto realizzato da Ludovico del
Duca, [1590] sostenuto dai quattro angeli di
Sebastiano Torrigiani. Per una scaletta si
scende all’oratorio del presepio, rinnovato da
Arnolfo Di Cambio. [1590] Nel pavimento
antistante alla cappella è situata la pietra
sepolcrale della famiglia Bernini, dove vi è
sepolto anche Gianlorenzo. Sulla parete de‐
stra in fondo alla navata si trova un’altra im‐
portante opera gotica, la tomba del cardinale
Consalvo Rodriguez [m.1299] firmata da Gio‐
vanni di Cosma con sopra, nell’arcata triloba‐
ta, mosaico di ambito cavalliniano. Nella na‐
vata sinistra, all’altezza del transetto, è la
Cappella Paolina, ordinata da Paolo Val Pon‐
zio. [1605‐1611] Gli affreschi nei pennacchi
della cupola e nelle lunette sono di Giuseppe
Cesari detto il Cavalier d’Arpino. Il ricco altare
in pietre preziose è su disegno di Girolamo
Rainaldi e di G.B.Crescenzi, [1613] gli affreschi
nel lunettone e nel sottarco della parete sini‐
stra e destra sono di Guido Reni. [1613] Nella
vicina sagrestia decorazione del Passignano
mentre nell’adiacente Sala del Capitolo due
rarità di pittura senese a Roma: ‘Madonna col
Bambino’ di Domenico Beccafumi, e ‘Andata
al Calvario’ del Sodoma. [1520] Dopo la Cap‐
pella Paolina si giunge alla Cappella Sforza a
pianta ellittica con vola a vela, eretta da Gia‐
como Della Porta e Tiberio Calcagni [1564‐73]
su disegno di Michelangelo. Gli affreschi so‐
pra l’altare e nel lunettone sono di Cesare
Sabato 30
- 19. Roma, agosto 2008 pag. 19
Nebbia, l’Assunta’ del Sermoneta. Nella suc‐
cessiva Cappella Cesi, progettata da Guidetto
Guidetti nel 1550, ‘Decollazione di Santa Ca‐
terina d’Alessandria’ del Sermoneta autore
anche degli affreschi. I due sepolcri della fa‐
miglia Cesi ai lati sono di Guglielmo Della
Porta [1565]
Apertura: dalle 7 alle 20
BASILICA DI SANTA PRASSEDE:
Come luogo di culto esisteva già nel 489 d.C
ma con un orientamento diverso. Intitolata a
Prassede, figlia di Prudente e sorella di Pu‐
denziana, venne ricostruita durante il pontifi‐
cato di Pasquale I che vi farà trasferire dalle
catacombe di Roma le spoglie di circa duemi‐
la martiri. La facciata laterizia a spioventi, con
portale del 1500, è sormontato da tre finestre
centinate e da un cornicione medievale. La
pianta interna è a tre navate divise da colon‐
ne di granito. Al centro del pavimento un
disco di porfido copre il pozzo dove Santa
Prassede raccolse i resti dei martiri. Nella
Cappella Cesi, la seconda della navata destra,
volta e pareti [a destra 'Famiglia della Vergi‐
ne' a sinistra 'Adorazione dei Magi'] del Bor‐
gognone. La successiva, la Cappella di San
Zenone, è il monumento bizantino più impor‐
tante di Roma. Fatta costruire da Pasquale I
come mausoleo della madre Teodora l'inter‐
no s'ispira ai mausolei classici nella pianta
cruciforme con colonne angolari e volta a
crociera. I mosaici rappresentano nella volta
'Il Salvatore', sorretto da quattro angeli, nel
lunettone destro i 'Ss.Giovanni Evangelista,
Andrea e Giacomo', nella lunetta sottostante
'Cristo tra i Ss.Pasquale I e Valentiniano'; nella
nicchia all'altare 'Madonna con Bambino in
trono' e le 'Ss.Prassede e Pudenziana'. Ai lati
della finestrella sopra l'altare 'S.Giovanni
Battista e la Madonna', nel lunettone sinistro
S.Agnese e le Ss.Prassede e Pudenziana. Da‐
vanti, sul terzo pilastro della navata il busto
del vescovo Santoni una delle prime opere di
Gian Lorenzo Bernini. [1614] Nella cappella
successiva la bella tomba tardo‐
rinascimentale del Cardinale Alano [1474]
scolpita da Andrea Bregno. In fondo alla nava‐
ta, sulla destra dell'altare, la tomba del cardi‐
nale Anchier de Troyes [m.1286] attribuita ad
Arnolfo di Cambio. Al centro davanti l'abside
è disposta la cripta semianulare che attraver‐
so due gradini di rosso antico sale al presbite‐
rio dove svetta il ciborio, opera di Antonio
Ferrari. [1730] I mosaici dell'abside risalgono
ai tempi di Pasquale I, raffiguranti nel mezzo
'Cristo Benidecente', a sinistra San Paolo che
cinge con il braccio Santa Prassede, a destra
San Pietro nello stesso atteggiamento con
San Paolo, Santa Pudenziana e San Zenone. Ai
lati sono raffigurate le palme, sotto il Giorda‐
no, l'Agnello [simbolo del redentore] e le
pecore, [i discepoli] Gerusalemme e Betlem‐
me. All'esterno l'Agnus Dei in chiave d'arco e,
ai lati, i sette candelabri, i quattro arcangeli e
i simboli degli evangelisti. Più sotto, suddivisi
sui due lati, i 24 Seniori biancovestiti che of‐
frono corone. Sulla parete in fondo all'abside
'Santa Prassede in atto di raccogliere il san‐
gue dei martiri' di Domenico Maria Muratori.
[1735] A sinistra del presbiterio si accede alla
sagrestia, con sull'altare pala di 'S.Giovanni
Gualberto' di Agostino Ciampelli, alle pareti
'Flagellazione' attribuita a Giulio Romano,
'Cristo deposto e santi' di Giovanni De Vecchi.
Lungo la navata sinistra, nella terza cappella
'Gesù sotto la croce' di Federico Zuccari con
volta affrescata dal Cavalier D'Arpino. Nella
prima 'Preghiera di S.Carlo', 'S.Carlo in estasi',
'S.Carlo in meditazione' di Ludovico Stern.
[c.1739] Nel piccolo vano a destra dell'ingres‐
so della basilica è situata la Colonna della
Flagellazione, portata da Gerusalemme nel
1223 e ritenuta quella a cui fu legato Gesù
Orari: 7‐12.30, agosto 7.30/8.10, pomeriggio
16/18.30. La domenica 7.30‐12.30, agosto ore
12, e 16‐18.30
CHIESA DI SANTA PUDENZIANA :
Intitolata alla sorella di Prassede la chiesa
sorge su una casa romana dove nel II secolo
esisteva un impianto termale. Nel IV secolo è
trasformata in basilica a tre navate. All'ester‐
Sabato 30
- 20. Roma, agosto 2008 pag. 20
no è visibile il campanile romanico a cinque
ordini risalente ai primi decenni del XIII, men‐
tre la facciata venne rifatta nel 1870 da Anto‐
nio Manno. La pianta interna, originariamen‐
te a tre navate, fu modificata nel 1588 da
Francesco di Volterra a navata unica. Nella
prima cappella a destra 'S.Agostino' di Giacin‐
to Gimignani, nella seconda 'Natività di Maria'
e 'Presepe' di Lazzaro Baldi. Nel corridoio che
conduce alla sagrestia 'Assunzione' di Ludovi‐
co Gimignani. Nel presbiterio la cupola, pro‐
gettata dal Di Volterra, con affresco del
'Paradiso' di Nicolò Circignani. Nell'abside
importantissimo mosaico del V secolo, il più
antico di Roma del genere, raffigurante
'Cristo in Trono circondato dagli apostoli e
dalle Ss.Pudenziana e Prassede'. Sullo sfondo
'La Croce, la rappresentazione simbolica di
Gerusalemme' e in cielo i simboli degli Evan‐
gelisti. A sinistra del presbiterio, nella cappel‐
la S.Pietro, 'Consegna delle chiavi', gruppo
marmoreo di Giovan Battista Della Porta.
[1596] Sulla navata sinistra la Cappella Caeta‐
ni, iniziata dal Di Volterra e conclusa da Carlo
Maderno. I marmi policromi sono del Della
Porta, gli stucchi del Valsoldo. Nella volta e
sulla parete della cappella mosaici di Paolo
Rossetti su disegno di Federico Zuccari. All'al‐
tare 'Adorazione dei Magi' rilievo di Pietro
Paolo Olivieri [c.1599] terminato da Camillo
Mariani. Ai lati monumenti funebri del Cardi‐
nale Enrico [m.1599] e del duca Filippo Caeta‐
ni [m.1614] scolpiti dal Maderno
Orari: 8.30‐12 15‐18. I giorni festivi 9‐12 15‐
18
CHIESA DI SAN PIETRO IN VINCOLI :
La basilica è detta anche Eudossiana, in quan‐
to venne fatta ricostruire per volere di Eudos‐
sia, minore moglie dell'imperatore Valentinia‐
no III. Secondo la tradizione Eudossia ricevet‐
te dalla madre le catene che tennero prigio‐
niero S.Pietro in Gerusalemme per donarle
succesivamente a Leone Magno, che le acco‐
stò a quelle utilizzate per la prigionia di
S.Pietro nel Carcere Mamertino. Le catene
appena si toccarono si fusero e diventarono
tutt'una. Per ricordare il miracolo nel 442 d.C
s'iniziarono i lavori sulla presistente basilica,
nata su una domus del III secolo. Tra le modi‐
fiche volute da Sisto IV nel 1475 fu la facciata
con portico a cinque arcate, forse progettata
da Baccio Pontelli o da Meo del Caprino. L'in‐
terno è diviso in tre navate, separate da dieci
colonne di marmo per lato con capitello dori‐
co e base ionica, mentre il soffitto della nava‐
ta centrale, in legno a volta ribassata, fu pro‐
gettato da Francesco Fontana [1705] con
affresco di Giovanni Battista Parodi. A sinistra
dell'ingresso è situato il monumento di Piero
ed Antonio del Pollaiolo realizzato da Luigi
Capponi nel 1498. Nella navata destra sul
primo altare 'S.Agostino' del Guercino, nella
seconda 'Liberazione di San Pietro', copia dal
Domenichino. Nel transetto destro è colloca‐
to il Mausoleo di Giulio II, [c.1513] realizzato
da Michelangelo, autore inoltre del celebre
Mosè [c.1514] e delle statue di Lia e di Rache‐
le situate entro le nicchie che furono in segui‐
to ultimate da Raffaello da Montelupo. [1542‐
45] Ancora più a destra si entra nell'antisagre‐
stia che accoglie l'originale 'Liberazione di
S.Pietro' del Domenichino [1604] e 'S.Ago‐
stino' di Pier Francesco Mola. Nella cappella a
destra della tribuna, 'S.Margherita' del Guer‐
cino. Sotto l'altare maggiore, in cui è colloca‐
to il baldacchino realizzato da Virginio Vespi‐
gnani nel 1876, è situata la Confessione, sem‐
pre da lui eseguita, che ospita due sportelli di
bronzo dorato con scene di San Pietro
[Caradosso, 1486] in cui si trova l'urna che
custodisce le catene. Nella navata sinistra sul
secondo altare 'S.Sebastiano barbuto', mosai‐
co bizantino, [c.680] sul primo 'Cristo depo‐
sto' di Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio.
A sinistra la tomba di Nicolò da Cusa [m.1464]
con bassorilievo attribuito ad Andrea Bregno
Apertura: 8‐12.30 e 15‐18. Fino alle 19 con
l'ora legale
COLOSSEO :
Il monumento più celebre di Roma era un'a‐
rena dove si organizzavano competizioni e
giochi spesso crudeli. Costruito sopra un lago
Sabato 30