1. SCENARIO ATTUALE: FRAZIONAMENTO DELLA MONETA
UNICA IN 17 POLITICHE ECONOMICHE NAZIONALI.
NECESSITA’ DI ISTITUIRE UNA POLITICA FEDERALE ALLO
SCOPO DI ARGINARE GLI SQUILIBRI TRA I PAESI MEMBRI
DELL’UE, PROMUOVENDO UNA COMUNE POLITICA DI
SVILUPPO E DI BILANCIO.
2. La nascita del Mercato Comune (1 novembre 1993) ha evidenziato
l’assenza della politica di controllo dei bilanci nazionali.
Il veto era dovuto alla tutela delle sovranità nazionali, difesa in
particolare dalla Germania in virtù della potenza economica del
marco.
Ruolo della Banca Centrale Europea (Bce, sorta nel 1999) come
garante del mantenimento dei prezzi nella fase di passaggio dalle
singole valute alla moneta unica, l’euro.
L’effettivo controllo sulla speculazione dovuta al cambio divenne,
tuttavia, pertinenza degli organi nazionali e periferici.
3. Oggi l’Europa avrebbe potuto fronteggiare meglio i colpi
della crisi se, all’epoca di Maastricht, i paesi membri non
avessero posto il veto alla politica di controllo dei singoli
bilanci.
In tal modo, gli Stati membri avrebbero evitato di ricorrere
all’approvazione di provvedimenti legati alla contingenza
della crisi economica - come il Fiscal compact, il Meccanismo
Europeo di Stabilità, la Tobin Tax - non ratificati né dal
Trattato di Maastricht né dai successivi fino al Trattato di
Lisbona (2009) - volti al contenimento della crisi ma che di
fatto penalizzano la crescita.
4. Dal 1 marzo 2014 la Bce monitorerà tutte le banche
della zona euro e dei Paesi fuori dalla moneta unica
che aderiranno all’unione.
Obiettivo della supervisione bancaria è
interrompere il circolo vizioso tra banche e crisi dei
debiti.
5. Organo di mediazione: avrà il compito di assumere le decisioni
nel caso in cui il Consiglio dei governatori della Bce dovesse
porre obiezioni ai provvedimenti del «Consiglio dei
supervisori», il nuovo organismo della Bce incaricato della
sorveglianza.
Il mediatore sarà rappresentato da un membro di ogni autorità
nazionale e, quindi, la decisione ultima sarà degli Stati.
6. Tali organi e competenze sono stati introdotti in seguito alle
perplessità espresse dal governo tedesco sulla sovrapposizione
dei compiti della Bce relativi alla politica monetaria e alla
vigilanza.
Opzione della doppia maggioranza finalizzata a bilanciare il
peso dei Paesi euro, dovuta ai dubbi espressi dalla Gran
Bretagna e dalla Svezia per il ruolo preponderante dei Paesi
euro in seno all’Eba, l’autorità nazionale oggi incaricata della
supervisione sulla banche dell’Ue.
7. Per approvare i regolamenti occorrerà una maggioranza dei
Paesi euro e dei Paesi non euro.
L’accordo sulla supervisione unica (finora non hanno aderito
Gran Bretagna, Svezia e repubblica Ceca) assicura gli stessi
diritti a tutti gli Stati, sia nel «Consiglio dei supervisori» sia
nell’organo di mediazione.
La supervisione unica è la prima tappa dell’unione bancaria e
apre la strada alla ricapitalizzazione diretta della banche da
parte del fondo salva-Stati Esm, passo necessario per non far
pesare sui debiti pubblici le operazioni di sostegno alle banche
in difficoltà.
8. LA PROSPETTIVA
EUROMEDITERRANEA
La cooperazione tra la sponda nord e la sponda sud del
Mediterraneo non ha ancora raggiunto l’obiettivo della
creazione di un’area di condivisione interregionale sui
diversi piani d’intervento.
Gli obiettivi proposti durante il congresso di Barcellona
(1995) concernono questioni tuttora irrisolte come le
forme di cooperazione intergovernativa, la sicurezza, le
relazioni socio-culturali ed economiche.
9. LA PROSPETTIVA
EUROMEDITERRANEA
Non è stata realizzata l’area di libero scambio euro-
mediterranea prevista entro il 2010.
L’investimento finanziario di circa 12 miliardi di euro per il
periodo 2007-2013 (Enpi, Strumento Europeo di Vicinato e di
Partenariato) non ha prodotto finora concrete opere di
incentivo allo sviluppo, soprattutto nei settori strategici
dell’energia e della mediazione culturale.
Lo scenario attuale si caratterizza per l’assenza di una strategia
politica in grado di coniugare gli interessi economici con
l’inclusione delle realtà eterogenee che costellano il
Mediterraneo.
10. Si profilano, tuttavia, possibilità di cooperazione tra il nord e
il sud del Mediterraneo in seguito alle decisione del Consiglio
Europeo (14 dicembre 2012) di sviluppare una specifica
strategia nel 2014 per la Macroregione Adriatico-Ionica.
La terza Macroregione d’Europa, dopo il Baltico e il Danubio,
e la prima dell’Europa del sud.
Attenzione dell’Ue verso il Mediterraneo come concreto
motore di crescita.
Al via vari progetti finanziati dall’Ue, tesi a creare opportunità
di interscambio e di buona governance nell’area adriatica.