E’ l’11 marzo 2017, ma potrebbe essere un giorno qualunque di questi tempi: cambierebbero solo i dettagli.
Allora: che fare?
Ammesso però che sia possibile fare di più, di meglio.
E’ possibile ?
Teoricamente sì.
Ma, in pratica ?
1. UNA GIORNATA NON PARTICOLARE
(CHE FARE ?)
sergio benassai
E’ l’11 marzo 2017, ma potrebbe essere un giorno qualunque di questi tempi: cambierebbero solo i
dettagli.
Africa: milioni di persone muoiono o rischiano di morire di fame
Medio Oriente: decine di morti in attentati ad opera di ISIS/AlQaeda,e tanti altri morti di guerra in
Siria, Iraq, Yemen, ecc.
USA: nuove iniziative reazionarie dell’amministrazione Trump
Unione Europea: ancora senza una vera soluzione alla crisi europea
Italia: si scompongono ulteriormente i pezzi del puzzle delle forze politiche classiche
Poi c’è la cronaca “spicciola”: arresti per corruzione, per spaccio di droga, per mafia; delitti
passionali; incidenti stradali; scioperi; manifestazioni che degenerano in scontri con le forze
dell’ordine; l’inconcludenza delle istituzioni; ecc.
E c’è il vissuto quotidiano: il non funzionamento della pubblica amministrazione; l’imprevedibile
meteorologia; l’intolleranza verso i migranti, i diversi, chi non la pensa come te; il traffico; le
telefonate all’ora di pranzo dei call-center di ogni tipo; il CUP che ti prenota, se va bene, un esame
medico tra sei mesi, ecc.
Un elenco parziale, molto limitato, incompleto (e forse neppure corretto rispetto alla realtà
complessiva): ma è solo per dare un’idea.
Un quadro di fronte al quale sembra difficile, se non impossibile, definire una linea d’azione.
Ed essendo ormai questo giorno arrivato alla sera vengono in mente due possibili citazioni:
a) il poeta berbero Si Mohand ou-Mhand, nella seconda metà dell’800 diceva:
Non riesco a tener dietro a questo mondo
ed è subito sera
per quanto corra non riesco a raggiungerlo
b) e Salvatore Quasimodo, qualche decennio dopo:
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di Sole:
ed è subito sera
Allora: che fare?
Più che del titolo del romanzo del 1863 di Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, al quale forse si ispirò
Lenin nella sua famosa opera del 1902, si tratta di una domanda esistenziale.
Domanda essenzialmente stupida: è successo qualcosa di così clamoroso da mettere in discussione
quello che stai facendo, i tuoi comportamenti, i tuoi programmi ?
Se , come detto all’inizio, oggi è un giorno come tanti altri, ovviamente la risposta è no.
Ma forse la domanda non è stupida.
2. Non è cambiato molto rispetto ai giorni passati, e forse non cambierà molto neppure in quelli
futuri.
Solo che, nonostante la piccola passeggiata in questa giornata resa ancor più cristallina (e fredda)
dal forte vento, nonostante il riuscito tentativo della pasta fresca con l’uovo di oca, nonostante il
sottofondo musicale di un’opera di Mozart, nonostante il piacevole (e riprovevole) acconsentimento
alle sigarette e al whisky, nonostante il soddisfatto (e un po’ falso in quanto rimando)
compiacimento per i programmi di attività per domani, nonostante tutto questo (ed altro), resta
un’inquietudine di fondo.
Si poteva (doveva) far qualcosa di più, di meglio ?
Non essendo nessuno perfetto, anche in questo caso la risposta è sì.
Ma allora, domani, cosa fare di più, di meglio ?
Ammesso però che sia possibile fare di più, di meglio.
E’ possibile ?
Teoricamente sì.
Ma, in pratica ?
Certo, qualche piccola azione è sempre possibile, ma le piccole azioni, se mettono a posto (forse) la
propria coscienza, non sono risolutive.
In realtà niente di quello che posso fare è al momento risolutivo (non per me, ma per il mondo).
Però ci potrei provare.
Ho avuto in regalo la possibilità di vivere, studiare, lavorare, agire in un contesto favorevole
(rispetto alla stragrande maggioranza delle altre persone): avrei dunque il dovere di far “fruttare”
questo regalo.
Per stasera ho trovato allora solo questa piccola risposta: il fatto di essermi posto il problema e,
soprattutto, di porlo, con questo scritto, all’attenzione di altre/i, è un piccolissimo passo.
Poi, c’è anche qualcos’altro: l’impegno a proseguire su questo appena abbozzato sentiero.
In che modo ?
Continuando a pensarci per individuare qualche atto concreto (magari rivedendo in meglio gli
impegni già in atto).
Magari la notte porterà nuovo consiglio.