L’agenzia di rating Dbrs ha abbassato il rating per l’Italia da A a BBB.
Il problema è che le valutazioni delle agenzie di rating sono prese in considerazione dalla stessa Banca Centrale Europea (BCE) come riferimento: in poche parole sono loro a definire l’interesse da pagare sul debito pubblico.
E queste valutazioni non sono certo indipendenti da corposi interessi economici, oltre che non essere sempre affidabili.
A quando un’iniziativa per stabilire che non si devono assumere come parametri di riferimento le valutazioni delle agenzie di rating ?
1. Estratto dal sito
www.ilfuturomigliore.org
LO SCANDALO DELLE AGENZIE DI RATING
sergio benassai
Sulle agenzie di stampa di questa sera (13 gennaio 2016) compare la notizia che l’agenzia di rating
Dbrs (Dominion Bond Rating Service) di Toronto (Canada) ha abbassato la valutazione (“rating”
nel comune linguaggio economico) per l’Italia da A a BBB.
Due parole sulle agenzie di rating: un'agenzia di valutazione (rating) è una società che assegna una
valutazione (rating) riguardante la solidità e la solvibilità di chi (società private o governi o
pubbliche amministrazioni) emette titoli sul mercato finanziario.
A livello mondiale le più influenti agenzie di rating sono le seguenti quattro: Standard & Poor's,
Moody's, Fitch e Dbrs (quest’ultima, canadese, in verità poco conosciuta).
Il problema è che le valutazioni di queste quattro agenzie di rating sono prese in considerazione
dalla stessa Banca Centrale Europea (BCE) come riferimento per la definizione del costo dei
prestiti alle banche e, in relazione a ciò, anche per la definizione del valore attribuito ai titoli di stato
dei diversi paesi che garantiscono i prestiti. In poche parole viene così definito l’interesse da pagare
sul debito pubblico.
Una scelta, quella della BCE, che crea molti problemi. Lo stesso attuale Presidente della BCE,
Mario Draghi, nel 2012 affermava che “bisognerebbe imparare a vivere senza le agenzie di rating o
quanto meno imparare a fare meno affidamento sui loro giudizi”.
Diverse sono le ragioni per le quali non è il caso di non fidarsi delle agenzie di rating:
1) avendo tutte sedi nel NordAmerica (USA e Canada) tendono a privilegiare il NordAmerica
rispetto all’Europa
2) le agenzie di rating hanno interesse a valutare positivamente le società per le quali hanno svolto
attività di consulenza (magari proprio in termini di indicazioni da seguire per ottenere una buona
valutazione)
3) le agenzie di rating sono società gli azionisti delle quali hanno ovviamente tutto l’interesse a
spingere per una valutazione positiva delle proprie attività
Ma ce n’è una ancora più fondamentale: le agenzie di rating ogni tanto (o spesso ?) sbagliano le
valutazioni.
Due esempi:
2. - a livello globale: una valutazione positiva fornita nei confronti dell'istituto di credito Lehman
Brothers appena una settimana prima del suo fallimento (che ha segnato l’inizio della profonda crisi
economica globale dalla quale stiamo ancora di risollevarci)
- a livello nazionale: una valutazione positiva di Parmalat poco prima del suo crack finanziario.
Tornando alla valutazione negativa di oggi sull’Italia da parte della Dbrs c’è poi da notare che il
declassamento dell’Italia è così motivato:
"Dbrs ritiene che, in seguito al referendum bocciato sulle modifiche costituzionali che avrebbe
potuto fornire una maggiore stabilità di governo e la successiva dimissioni del primo ministro
Renzi, il nuovo governo ad interim può avere meno spazio per passare ulteriori misure, limitando
così il rialzo delle prospettive economiche".
Il che ci conferma purtroppo che al momento sembra essere l’economia a governare (o tentare
comunque di governare) la politica e non viceversa.
A quando un’iniziativa dei parlamentari europei (a partire ovviamente da quelli di sinistra e
centrosinistra, ma non solo) per stabilire che né la BCE né, in generale, tutte le istituzioni
dell’Unione Europea, devono assumere come parametri di riferimento le valutazioni delle agenzie
di rating ?