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COME RIDURRE GLI EFFETTI SUGGESTIVI
         NELLA TESTIMONIANZA
     CIRCA GLI INCIDENTI STRADALI


Alessandro Antonietti – Roberto Breda – Stefania Menici

              Dipartimento di Psicologia
       Unità di Ricerca di Psicologia del Traffico

     Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano




                                                          1
Introduzione

L'atteggiamento mentale in cui si trova il testimone nel momento in cui gli è
chiesto di riferire circa i fatti cui ha assistito ha un ruolo importante nel
determinare l'attendibilità di ciò che egli racconta (De Leo et al, 2005; Mazzoni,
2003).

In particolare, tra i fattori che modulano la testimonianza riguardo agli incidenti
stradali (Loftus e Palmer, 1974; Loftus e Zanni, 1974), le credenze circa la
capacità di ricordare in maniera adeguata la scena possono indurre il soggetto a
un’eccessiva fiducia, così da ritenersi in grado di poter fornire informazioni
anche su aspetti dell’incidente avvenimenti che inverosimilmente egli ha potuto
rilevare (Breda et al., 2006).




                                                                                  2
Obiettivo

Con la presente indagine si è inteso indagare l’influsso delle convinzioni del
testimone circa la propria attendibilità sulla bontà della testimonianza.

In particolare, si studia l'effetto che una precisa formulazione di una premessa
letta al testimone prima della richiesta del suo resoconto ha sull'accuratezza della
testimonianza. In questa maniera si vuole accertare se un'adeguata informazione
fornita al testimone circa la fallibilità nella memoria possa aumentare la bontà
della testimonianza, così da poter essere proposta quale procedura da seguire di
routine quando si procede all'escussione dei testimoni.




                                                                                   3
Metodo

Ventidue giovani adulti (studenti e lavoratori) sono stati suddivisi in due gruppi
di ugual numerosità.

Tutti i soggetti assistevano alla proiezione di un filmato in cui, per mezzo di
un’animazione tridimensionale, era mostrato un incidente la cui dinamica, data
la velocità dei veicoli coinvolti e il multiplo incrociarsi delle loro traiettorie, era
difficilmente coglibile. Anzi, dal punto di osservazione proposto nel filmato si
generava all'illusione di un contatto, in realtà insussistente, tra alcuni veicoli.

Dopo la visione del filmato ai soggetti era dapprima richiesto di scrivere il
resoconto spontaneo di quanto avevano visto e poi erano poste alcune specifiche
domande circa la dinamica dell'incidente. Alcune di queste domande avevano
carattere suggestivo in quanto davano per scontato che fossero avvenuti certi
contatti tra i veicoli, in realtà inesistenti.

La manipolazione sperimentale riguarda ciò che avveniva tra la visione del
filmato e l’interrogatorio.
                                                                                      4
Il primo gruppo (CON) ascoltava una premessa che sottolineava come la
rievocazione di un incidente sia soggetta ad errore, per cui è opportuno un
atteggiamento di cautela:

“Lei ha assistito a un incidente e ciò che potrà riferire circa quanto accaduto sarà utile per
ricostruire i fatti. […] Innanzi tutto è importante che lei tenga presente che non le è chiesto di
attribuire responsabilità o colpe a chi è stato coinvolto nell’incidente, o scagionare qualcuno. Ciò
che le è chiesto è soltanto di riferire ciò a cui ha assistito, senza fornire dei giudizi […] In secondo
luogo, riferisca ciò che ha visto effettivamente, non ciò che le sembra o pensa sia accaduto.
Riferisca solo ciò che ha visto accadere in quel momento, non le sue ipotesi, interpretazioni,
spiegazioni, valutazioni o ragionamenti successivi. Tenga poi presente che l’incidente stradale è un
avvenimento imprevisto e rapido per cui è del tutto legittimo non aver visto delle cose […] Non si
senta in obbligo di dare una ricostruzione completa dell’incidente. Se ha visto solo in parte ciò che
è capitato, va comunque bene. Inoltre, per qualunque testimone, per quanto attento e accurato, c’è
sempre la possibilità di commettere degli errori, che non dipendono da lui, ma dai limiti della
nostra percezione. Si può così, in tutta buona fede, raccontare le cose in maniera diversa da come
sono successe. Per questo riferisca solo ciò di cui è sicuro. Per la ricostruzione dei fatti è meglio
avere meno informazioni ma certe, che tante ma incerte. Non abbia quindi paura di ammettere che
di certe cose non è sicuro.”

Il secondo gruppo (SENZA) non ascoltava alcuna premessa.

                                                                                                       5
Risultati


RICOSTRUZIONE SPONTANEA

Nella ricostruzione spontanea, in generale i soggetti del gruppo SENZA
    riferiscono più frequentemente dei soggetti del gruppo CON i vari elementi
    in cui si articola l’incidente.

Elementi molto appariscenti vengono riferiti spontaneamente in misura più
   frequente dai soggetti del gruppo CON.




                                                                             6
DOMANDE
Le prime due domande hanno carattere suggestivo, in quanto assumono due
eventi (urto tra camion e moto e urto tra auto e moto) che in realtà nel filmato
non si verificano.

                   Domanda 1                                    Domanda 2
“Quale parte del camion ha trascinato la moto   “Come è avvenuto l’urto tra l’auto e la moto?”
fino al punto finale?”
         DOMANDA 1: PERCENTUALE SOGGETTI CHE             DOMANDA 2: PERCENTUALE SOGGETTI CHE
              CEDONO ALLA SUGGESTIONE                         CEDONO ALLA SUGGESTIONE
   80
                                                   120
   70
   60                                              100
   50                                               80
   40
                                                    60
   30
   20                                               40
   10                                               20
    0
                                                     0
              SENZA                  CON
                                                              SENZA                  CON




In entrambi i casi la proporzione di soggetti che risponde senza contestare gli
assunti erronei (i due urti) è maggiore nel gruppo che non ha ascoltato la
premessa (rispettivamente, z = 1,92 e 2.11, p < 0,01).
                                                                                                 7
Nella terza e quarta domanda, che non includono suggestioni, tra i due gruppi
non si registrano differenze significative nelle proporzioni di soggetti che
commettono errori (z = 1,54 e 0,98).

                   Domanda 3                                           Domanda 4
“Su quale fiancata la moto ha strisciato il suolo   “C’è stato un urto tra la moto e il camion?”
e ha terminato la corsa?

            DOMANDA 3: PERCENTUALE SOGGETTI CHE                 DOMANDA 4: PERCENTUALE SOGGETTI CHE
                 DANNO RISPOSTA SBAGLIATA                            DANNO RISPOSTA SBAGLIATA

       50                                                  50

       40                                                  40

       30                                                  30

       20                                                  20

       10                                                  10

        0                                                   0
                 SENZA                  CON                          SENZA                  CON




Anche nella quinta domanda (“Riassumendo, in che ordine temporale sono
avvenuti gli urti?”) i due gruppi non differiscono significativamente quanto a
proporzione di errori (z = 0,85).


                                                                                                      8
Conclusioni

L'analisi dei resoconti spontanei dopo aver visionato il filmato dell'incidente ha
   messo in luce che le premesse lette hanno influito sulla testimonianza.
   L’invito ad essere prudenti evita che i soggetti - sulla base della loro pre-
   interpretazione dell’accaduto - decidano da sé di omettere elementi che
   ritengono irrilevanti, che invece potrebbero essere importanti in sede di
   ricostruzione.
Le risposte alle domande specifiche poste riguardo ad alcuni aspetti
dell’incidente evidenziano che i tentativi di suggestionare i testimoni assumendo
come dati di fatto alcuni urti (in realtà non verificatisi) vengono contrastati dalla
premessa all’interrogatorio, mentre quest’ultima non incide significativamente
sul ricordo di aspetti dell’incidente per i quali non vi è stata suggestione.

Nel complesso il testo letto ai soggetti del gruppo CON appare essere
un’adeguata premessa per migliorare l’attendibilità della testimonianza circa gli
incidenti stradali.

                                                                                    9
Riferimenti bibliografici

Breda R., Fiorina L.e Antonietti A., Aspetti cognitivi della ricostruzione degli
      incidenti stradali. Percezione, memoria, ragionamento e linguaggio nel
      "restauro" della testimonianza. Quaderni di Psicologia Cognitiva. I.S.U.
      Università Cattolica, Milano 2006.
De Leo G., Scali M. e Caso L., La testimonianza. Problemi, metodi e strumenti
      nella valutazione dei testimoni, Il Mulino, Bologna 2005.
Mazzoni G., Si può credere a un testimone? La testimonianza e le trappole della
      memoria, Il Mulino, Bologna 2003.
Loftus E.F. e Palmer J.C., Reconstruction of automobile destruction: An
      example of the interaction between language and memory, Journal of
      Verbal Learning and Verbal Behaviour, 13, 1974, 585 -589.
Loftus E.F. e Zanni G., Eyewitness testimony: The influence of wording of a
      question, Bulletin of the Psychonomic Society, 5, 1975, 86-88.




                                                                              10

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La testimonianza negli incidenti stradali

  • 1. COME RIDURRE GLI EFFETTI SUGGESTIVI NELLA TESTIMONIANZA CIRCA GLI INCIDENTI STRADALI Alessandro Antonietti – Roberto Breda – Stefania Menici Dipartimento di Psicologia Unità di Ricerca di Psicologia del Traffico Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano 1
  • 2. Introduzione L'atteggiamento mentale in cui si trova il testimone nel momento in cui gli è chiesto di riferire circa i fatti cui ha assistito ha un ruolo importante nel determinare l'attendibilità di ciò che egli racconta (De Leo et al, 2005; Mazzoni, 2003). In particolare, tra i fattori che modulano la testimonianza riguardo agli incidenti stradali (Loftus e Palmer, 1974; Loftus e Zanni, 1974), le credenze circa la capacità di ricordare in maniera adeguata la scena possono indurre il soggetto a un’eccessiva fiducia, così da ritenersi in grado di poter fornire informazioni anche su aspetti dell’incidente avvenimenti che inverosimilmente egli ha potuto rilevare (Breda et al., 2006). 2
  • 3. Obiettivo Con la presente indagine si è inteso indagare l’influsso delle convinzioni del testimone circa la propria attendibilità sulla bontà della testimonianza. In particolare, si studia l'effetto che una precisa formulazione di una premessa letta al testimone prima della richiesta del suo resoconto ha sull'accuratezza della testimonianza. In questa maniera si vuole accertare se un'adeguata informazione fornita al testimone circa la fallibilità nella memoria possa aumentare la bontà della testimonianza, così da poter essere proposta quale procedura da seguire di routine quando si procede all'escussione dei testimoni. 3
  • 4. Metodo Ventidue giovani adulti (studenti e lavoratori) sono stati suddivisi in due gruppi di ugual numerosità. Tutti i soggetti assistevano alla proiezione di un filmato in cui, per mezzo di un’animazione tridimensionale, era mostrato un incidente la cui dinamica, data la velocità dei veicoli coinvolti e il multiplo incrociarsi delle loro traiettorie, era difficilmente coglibile. Anzi, dal punto di osservazione proposto nel filmato si generava all'illusione di un contatto, in realtà insussistente, tra alcuni veicoli. Dopo la visione del filmato ai soggetti era dapprima richiesto di scrivere il resoconto spontaneo di quanto avevano visto e poi erano poste alcune specifiche domande circa la dinamica dell'incidente. Alcune di queste domande avevano carattere suggestivo in quanto davano per scontato che fossero avvenuti certi contatti tra i veicoli, in realtà inesistenti. La manipolazione sperimentale riguarda ciò che avveniva tra la visione del filmato e l’interrogatorio. 4
  • 5. Il primo gruppo (CON) ascoltava una premessa che sottolineava come la rievocazione di un incidente sia soggetta ad errore, per cui è opportuno un atteggiamento di cautela: “Lei ha assistito a un incidente e ciò che potrà riferire circa quanto accaduto sarà utile per ricostruire i fatti. […] Innanzi tutto è importante che lei tenga presente che non le è chiesto di attribuire responsabilità o colpe a chi è stato coinvolto nell’incidente, o scagionare qualcuno. Ciò che le è chiesto è soltanto di riferire ciò a cui ha assistito, senza fornire dei giudizi […] In secondo luogo, riferisca ciò che ha visto effettivamente, non ciò che le sembra o pensa sia accaduto. Riferisca solo ciò che ha visto accadere in quel momento, non le sue ipotesi, interpretazioni, spiegazioni, valutazioni o ragionamenti successivi. Tenga poi presente che l’incidente stradale è un avvenimento imprevisto e rapido per cui è del tutto legittimo non aver visto delle cose […] Non si senta in obbligo di dare una ricostruzione completa dell’incidente. Se ha visto solo in parte ciò che è capitato, va comunque bene. Inoltre, per qualunque testimone, per quanto attento e accurato, c’è sempre la possibilità di commettere degli errori, che non dipendono da lui, ma dai limiti della nostra percezione. Si può così, in tutta buona fede, raccontare le cose in maniera diversa da come sono successe. Per questo riferisca solo ciò di cui è sicuro. Per la ricostruzione dei fatti è meglio avere meno informazioni ma certe, che tante ma incerte. Non abbia quindi paura di ammettere che di certe cose non è sicuro.” Il secondo gruppo (SENZA) non ascoltava alcuna premessa. 5
  • 6. Risultati RICOSTRUZIONE SPONTANEA Nella ricostruzione spontanea, in generale i soggetti del gruppo SENZA riferiscono più frequentemente dei soggetti del gruppo CON i vari elementi in cui si articola l’incidente. Elementi molto appariscenti vengono riferiti spontaneamente in misura più frequente dai soggetti del gruppo CON. 6
  • 7. DOMANDE Le prime due domande hanno carattere suggestivo, in quanto assumono due eventi (urto tra camion e moto e urto tra auto e moto) che in realtà nel filmato non si verificano. Domanda 1 Domanda 2 “Quale parte del camion ha trascinato la moto “Come è avvenuto l’urto tra l’auto e la moto?” fino al punto finale?” DOMANDA 1: PERCENTUALE SOGGETTI CHE DOMANDA 2: PERCENTUALE SOGGETTI CHE CEDONO ALLA SUGGESTIONE CEDONO ALLA SUGGESTIONE 80 120 70 60 100 50 80 40 60 30 20 40 10 20 0 0 SENZA CON SENZA CON In entrambi i casi la proporzione di soggetti che risponde senza contestare gli assunti erronei (i due urti) è maggiore nel gruppo che non ha ascoltato la premessa (rispettivamente, z = 1,92 e 2.11, p < 0,01). 7
  • 8. Nella terza e quarta domanda, che non includono suggestioni, tra i due gruppi non si registrano differenze significative nelle proporzioni di soggetti che commettono errori (z = 1,54 e 0,98). Domanda 3 Domanda 4 “Su quale fiancata la moto ha strisciato il suolo “C’è stato un urto tra la moto e il camion?” e ha terminato la corsa? DOMANDA 3: PERCENTUALE SOGGETTI CHE DOMANDA 4: PERCENTUALE SOGGETTI CHE DANNO RISPOSTA SBAGLIATA DANNO RISPOSTA SBAGLIATA 50 50 40 40 30 30 20 20 10 10 0 0 SENZA CON SENZA CON Anche nella quinta domanda (“Riassumendo, in che ordine temporale sono avvenuti gli urti?”) i due gruppi non differiscono significativamente quanto a proporzione di errori (z = 0,85). 8
  • 9. Conclusioni L'analisi dei resoconti spontanei dopo aver visionato il filmato dell'incidente ha messo in luce che le premesse lette hanno influito sulla testimonianza. L’invito ad essere prudenti evita che i soggetti - sulla base della loro pre- interpretazione dell’accaduto - decidano da sé di omettere elementi che ritengono irrilevanti, che invece potrebbero essere importanti in sede di ricostruzione. Le risposte alle domande specifiche poste riguardo ad alcuni aspetti dell’incidente evidenziano che i tentativi di suggestionare i testimoni assumendo come dati di fatto alcuni urti (in realtà non verificatisi) vengono contrastati dalla premessa all’interrogatorio, mentre quest’ultima non incide significativamente sul ricordo di aspetti dell’incidente per i quali non vi è stata suggestione. Nel complesso il testo letto ai soggetti del gruppo CON appare essere un’adeguata premessa per migliorare l’attendibilità della testimonianza circa gli incidenti stradali. 9
  • 10. Riferimenti bibliografici Breda R., Fiorina L.e Antonietti A., Aspetti cognitivi della ricostruzione degli incidenti stradali. Percezione, memoria, ragionamento e linguaggio nel "restauro" della testimonianza. Quaderni di Psicologia Cognitiva. I.S.U. Università Cattolica, Milano 2006. De Leo G., Scali M. e Caso L., La testimonianza. Problemi, metodi e strumenti nella valutazione dei testimoni, Il Mulino, Bologna 2005. Mazzoni G., Si può credere a un testimone? La testimonianza e le trappole della memoria, Il Mulino, Bologna 2003. Loftus E.F. e Palmer J.C., Reconstruction of automobile destruction: An example of the interaction between language and memory, Journal of Verbal Learning and Verbal Behaviour, 13, 1974, 585 -589. Loftus E.F. e Zanni G., Eyewitness testimony: The influence of wording of a question, Bulletin of the Psychonomic Society, 5, 1975, 86-88. 10