Analisi del contenuto delle autocaratterizzazioni degli allievi in formazione
Training al Pensiero Concreto in Realtà Virtuale
1. Training al pensiero concreto in realtà virtuale
Rebecchi, D., Acerra, G., Andreoni, E., Caselli, G.,Rossi, F.
Scuola di Psicoterapia Cognitiva e Ricerca, Studi Cognitivi, Modena.
Introduzione
Negli ultimi anni sta prendendo campo l’utilizzo della realtà virtuale in ambito medico e psicologico. La presente ricerca pilota vuole applicare questa tecnica alla TCC sullo stile di pensiero ruminativo. È stato dimostrato
che la ruminazione è una distorsione cognitiva astratta, generale e decontestualizzata che contribuisce causalmente a sintomi depressivi. Da queste premesse, Watkins et al., 2009, hanno sviluppato un intervento
basato sullo shifting del pensiero da astratto a concreto tramite imagery e approcci esperienziali, ottenendone una riduzione significativa.
Nella presente ricerca è stato condotto un training simile al pensiero concreto con l’utilizzo della realtà virtuale.
La realtà virtuale è un ambiente tridimensionale generato dal computer, in cui il soggetto può muoversi come fosse realmente al suo interno, ciò permette di esperire il senso di presenza (sensazione di essere all'interno
del mondo sintetico generato dal pc).
Le opportunità principali che offre sono sperimentare stati interni nel mondo creato dal pc e apprendere in modalità senso-motoria,questo grazie alla possibilità di osservare fenomeni e comportamenti ed intervenire con
la propria azione per modificarli.
La ricerca si pone i seguenti obiettivi:
obiettivi
-
verificare l’efficacia della realtà virtuale nell’indurre senso di presenza;
-
valutare se l’esposizione alle scene virtuali induce ruminazione;
-
valutare la diminuzione della ruminazione dopo il training al pensiero concreto in realtà virtuale.
Metodo
Ideazione di situazioni problematiche e costruzione di scene corrispondenti con l’uso del programma NeuroVR 2.0 (Istituto Auxologico Italiano) .
Uso degli appositi visori video con sensori di posizione (Vuzix Wrap 920) e di un joy-pad.
Figura 1. Logo Figura 2. Vuzix Figura 3.
programma Neuro VR 2.0 Wrap 920 Joy-pad
Realizzazione del protocollo di somministrazione di 4 sedute così suddivise: Figura 4.
1. Fase di assessment: somministrazione test CORE-OM, BDI, RRS, PBRS, NBRS, raccolta dati e consenso. Spiegazione del training e prima esposizione neutra in RV (durata 20 minuti) Scena
con compilazione dell’ITC-SOPI. neutra
parco
2. Prima esposizione RV (durata 15 minuti) con stressor attivante ruminazione e psicoeducazione (consapevolezza del proprio stile di pensiero e passaggio ad uno più concreto). Figura 5.
Compilazione ITC-SOPI sulla scena virtuale. Scena
primo
stressor
piazza
3. Seconda esposizione RV (durata 15 minuti) con stressor attivante ruminazione per apprendimento e consolidamento del nuovo stile di pensiero. Compilazione ITC-SOPI sulla scena Figura 6.
virtuale Scena
secondo
stressor
casa
4. Terza esposizione RV (durata 15 minuti) con stressor attivante ruminazione per apprendimento e consolidamento del nuovo stile di pensiero. Compilazione di tutti i test somministrati in
Figura 7.
assessment Scena
terzo
Le sedute sono state condotte a distanza di una settimana l’una dall’altra. La parte clinica della ricerca è iniziata a giugno 2012 e si è conclusa ad agosto 2012. stressor
Per la rilevazione delle informazioni sono stati individuati: ufficio
•
Clinical Outcomes in Routine Evaluation – Outcome Measure (CORE-OM) di Barkam, Evans et al. (1998; 2000) per considerare la condizione generale dei soggetti ed escludere quelli con alti punteggi alla scala del
Rischio;
•
Beck Depression Inventory (BDI) di Beck (1961) per la valutazione dei sintomi depressivi;
•
Ruminative Response Scale (RRS) di Nolen-Hoeksema e Morrow (1991) per stimare l’uso dello stile di pensiero ruminativo.
•
Positive Beliefs about Rumination Scale (PBRS) di Papageorgiou e Wells (2001) per valutare le credenze positive circa la ruminazione;
•
Negative Beliefs about Rumination Scale (NBRS) di Papageorgiou, Wells e Meina (2001) per valutare le credenze negative circa la ruminazione.
•
ITC-Sense of Presence Inventory di Lessiter, Freeman, Keogh e Davidoff (2001) per valutare il “senso di presenza”, il coinvolgimento, la validità ecologica e gli effetti negativi dell’uso della realtà virtuale nelle differenti
scene create.
Il campione è stato reclutato tra 20 soggetti volontari della popolazione non clinica con i seguenti criteri di inclusione:
età compresa tra i 18 e i 60 anni; sintomi disforici: BDI > 11; pensiero ruminativo: RRS > 52. Unico criterio di esclusione: CORE-OM con punteggi alla scala R superiori al cut-off clinico.
Quattro persone corrispondevano a tali criteri.
I restanti partecipanti sono stati selezionati nella popolazione clinica in egual numero e attraverso identici criteri di inclusione, di questi quattro uno non ha preso parte all’ultimo incontro.
In totale 7 partecipanti hanno soddisfatto i criteri di ammissibilità e completato le quattro settimane di training e l’assessment finale.
Risultati
Grafico 1.
Dalle analisi dei dati anagrafici è risultato che i partecipanti alla ricerca sono Confronto test
esclusivamente di sesso femminile, con età tra i 22 e 55 anni (M: 38); il 57 % del pre- e post-
campione non è in terapia (Vedi Tabella 1).
STATO CIVILE TERAPIA
ETÀ
Nubile Convivente Coniugata Separata Sì No
*
N°
SOGG
♀ Freq
Media Freq. Freq. Freq. Freq. Freq.
Range .
(DS) (%) (%) (%) (%)
(%)
(%)
* *
7 22-55
38 2 2 2 1 3 4 * * * * *
(± 13.24) (28.57) (28.57) (28.57) (14.28) (43) (57)
Grafico 2.
Tabella 1. Statistiche descrittive del campione Confronto
sottoscale
ITC-SOPI
Dall’utilizzo del test non-parametrico di Wilcoxon sono emerse differenze Dall’utilizzo dell’ANOVA a misure ripetute non sono emerse
significative nel confronto pre- e post-, segnalate con un asterisco (Vedi Grafico 1). significative differenze tra le diverse esposizioni in realtà virtuale.
Discussione
I risultati ai test confermano le ipotesi iniziali. Dall’osservazione del grafico 1 si evidenziano differenze significative tra il pre- e il post- in tutti i test ad esclusione di due sottoscale del CORE-OM (f; r).Questo dimostra
che l’utilizzo della realtà virtuale in un training al pensiero concreto abbassa i livelli di ruminazione come si può notare dalle differenze ai test: RRS (p< .018) -PBRS (p< .018) -NBRS (p< .027), e di conseguenza dei
sintomi disforico depressivi, come dalle differenze al BDI (p< .018).
Nel grafico 2. si può notare come i punteggi delle differenti sottoscale abbiano superato il valore medio (003) in tutte le esposizioni virtuali senza differenze significative. Questo dimostra che il senso di presenza è
rilevabile per tutti i partecipanti in tutte le sedute come dalle sottoscale sense of presence, engagement, ecological validity. Negative effects al contrario mette in evidenza come una graduale abituazione all’utilizzo dello
strumento riduca gli effetti negativi indotti dallo stesso.
Infine abbiamo cercato di verificare come l’utilizzo di scene con stressor in realtà virtuale inducano nell’immediato una risposta ruminativa. Abbiamo utilizzato il metodo ABC durante le esposizioni e trascritto i colloqui.
Alla richiesta del terapeuta: “Quali emozioni sta provando, Cosa sta pensando” i partecipanti alla ricerca hanno risposto con contenuto emotivo negativo (ansia, rabbia, tristezza) e con pensiero passivo e poco
contestuale (ruminativo).
Conclusioni
In prospettiva di questi risultati positivi e significativi, sarebbe auspicabile riproporre la ricerca introducendo un gruppo di controllo e aumentando la numerosità del campione. Si può prevedere l’introduzione di due
differenti follow up per valutare la stabilità degli esiti e pertanto il mantenimento degli obiettivi raggiunti. Si sottolinea, ancora una volta, l’efficacia sia dell’utilizzo della realtà virtuale nella psicopatologia sia l’importanza
di condurre ricerche in questo settore.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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http://www.cybertherapy.info/
http://www.neurovr.org/neurovr2/
Per info: Dr. Acerra: giuseppe.acerra@studenti.unipr.it ; Dr.ssa Andreoni: eugi.and@libero.it ; Dr.ssa Rossi: federicarossi@teletu.it .