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Carlo Zampa
Quel goal di Turone




Sono in pochi a sapere che il papà di Carlo Zampa, tifosissimo della
Roma, era un giocatore di calcio, compagno di squadra nientemeno
che del grande Fulvio Bernardini nella formazione della Mater.
La Motori Alimentatori Trasformatori Elettrici Roma, spesso abbreviata
in Mater, era una squadra di calcio con sede a Roma, attiva negli anni
trenta e quaranta.

Nessuno se lo ricorda, ma la Mater (colori sociali: viola e verde), gio
cando un ottimo calcio, arrivò fino in serie B, per poi sciogliersi a se
                            COPIA
guito della Seconda Guerra Mondiale.
                    PROMOZIONALE
Con un genitore così, il piccolo Carlo deve aver cominciato a masticare
chilometri in trasferta sin da piccolo.

Sotto la presidenza Anzalone, Carlo conquistò la sua prima tessera del
A.S. Roma Junior Club, che dava la possibilità ai minori di 13 anni di ac
quistare il biglietto di curva a 500 Lire.

Le radiocronache sono venute dopo.

Nel 1985 cominciò a collaborare con l’emittente Rete Oro, dove rimase
per sei anni, intervenendo nelle trasmissioni della domenica e del ve
nerdì con Alberto Mandolesi e del martedì con Gianni Walter Bezzi.
Successivamente Zampa ha maturato anni di esperienza giornalistica
presso Radio Incontro e Rete Sport.


                                                                      99
Unico grande amore


Nel 2004, da una sua idea, nasce il quotidiano Il Romanista ma causa
contrasti col direttore della testata da lui scelto Zampa decide di la
sciare il giornale ancor prima dell'uscita nelle edicole.
Ma “The Voice”, come lo chiamano affettuosamente i tifosi romanisti,
è famoso soprattutto per le sue grandi, appassionatissime radiocrona
che, e per aver coniato diversi soprannomi per i calciatori romanisti:

Tra questi è impossibile non ricordare:

Er Bimbo de Oro (Totti), Re Leone (Batistuta), Pluto (Aldair), Top Gun
(Montella), Anima Candida (Tommasi), Puma (Emerson), The Wall (Sa
muel), Peter Pan (Cassano), Blue Eyes (Petruzzi), Pendolino (Cafu), Tacco
di Dio (Mancini), Rugantino (Mexes), Speedy Gonzales (Giuly), Jay Jay
(Okaka), Houdini (Menez), Scarface (Burdisso), Mosè (Vucinic), Capitan
Futuro (Daniele De Rossi), Johnny Er Roscio (John Arne Riise).
                              COPIA
Dal 1999 al 2005, Carlo Zampa è stato anche l’indimenticabile speaker
ufficiale dello stadio Olimpico nelle partite casalinghe della Roma. Si
                     PROMOZIONALE
dice che il suo incarico cessò a seguito della decisione di Zampa di non
annunciare prima della partita Roma Juventus del 2005 i nomi di Ca
pello, Emerson e Zebina, passati pochi mesi prima dalla squadra gial
lorossa a quella bianconera in maniera piuttosto rocambolesca, per
non dire di peggio.

Oggi Carlo Zampa continua con passione il suo lavoro a Mediaset Pre
mium come cronista giallorosso delle partite della Roma e soprattutto
senza abbandonare il continuo dialogo con i tifosi, tramite le dirette di
Radio Ies 99.8 e il suo cliccatissimo sito internet forum.carlozampa.it.

Carlo, in trent’anni di carriera hai combattuto tante battaglie per que
sta Roma. Anche professionali, giusto?

“Le battaglie non finiscono mai.”

Qual è l’episodio più strano accaduto durante una delle tue mitiche cro
nache?


100
Unico grande amore


“Negli anni ottanta Romeo Anconetani, vulcanico presidente del Pisa, in
una delle sue tante sfuriate, aveva deciso di non far più entrare i giorna
listi allo stadio. E così, dopo essere arrivato nella città della torre pen
dente, fui costretto a fare la cronaca della partita dal balcone
dell’appartamento di una signora anziana, che mi aveva affittato una
poltrona con vista sullo stadio ed il suo telefono di casa in cambio di cin
quantamila lire.”

Tu hai seguito tantissime trasferte della Magica. Ti va di raccontarcene
una?

“Come giornalista o come tifoso?”
                          COPIA
Come semplice tifoso.
                       PROMOZIONALE
“Beh, io non riuscirò mai a dimenticare la trasferta a Torino del 10 maggio
1981.”

Quella del goal di Turone…

“Eravamo partiti a mezzanotte in punto da Via Costantino, dove c’era la
sede dei Roma Club indipendenti di Sergio Terenzi. Dopo un viaggio mas
sacrante, eravamo arrivati alle 9 di mattina a Torino.
Siamo scesi dal pullman e ci siamo piazzati davanti ai cancelli dello sta
dio, in attesa che venissero aperti. Pioveva a dirotto. Eravamo migliaia
di romanisti, anzi, decine di migliaia.

Sotto la pioggia, zuppi ma eccitati per la partita, si cantavano i soliti cori
e si chiacchierava di Scarnecchia, che quel giorno forse non avrebbe gio
cato per un problema muscolare.

Era la Roma di Liedholm, e quell’anno si era lanciata all’inseguimento
proprio della Juventus, prima in classifica con un solo punto di distacco
rispetto a noi. Credevo fermamente nello scudetto. Tutti noi ci credevamo.

Dopo ore ed ore di attesa, gli inservienti spalancarono i cancelli e final
mente guadagnammo l’accesso allo stadio. Ci guardammo attorno, ci
contammo e contammo i tifosi della Juventus che, ora dopo ora, afflui

                                                                          101
Unico grande amore


vano a loro volta sugli spalti. Ricordo di aver pensato che noi eravamo in
numero maggiore rispetto ai bianconeri.

Cinquecento milioni di incasso: era il record assoluto dello stadio.
La sfida partì subito aspra, nervosa, frenetica.

Ero fiducioso. L’arbitro Bergamo non sembrava nemmeno soffrire la solita
sudditanza psicologica, tanto che al 17’ della ripresa mostrò il cartellino
rosso a Furino, che come al solito giocava piuttosto duro.

Una decina di minuti più tardi l’appuntamento con la storia: Conti Pruzzo
Turone gol! Roma prima in classifica. Lo stadio di Torino che esplode, ma
dalla parte degli ospiti. Dalla parte giallorossa. Dalla nostra parte.




                                COPIA
                             PROMOZIONALE




È il 1981: Turone segna contro la Juventus un goal perfettamente regolare,
che viene inspiegabilmente annullato dall’arbitro.
(da www.asromaultras.org)




Io, mentre tutti si abbracciavano e festeggiavano, non so per quale mo
tivo, puntai lo sguardo su Dario Bonetti.

E lo vidi mettersi le mani nei capelli.

102
Unico grande amore


Non so…Forse, per un istante, fui l’unico a realizzare che qualcosa non
andava. Un’emozione per la quale ancora ho i brividi sulla pelle. Ber
gamo convalida e orienta il braccio destro verso il centrocampo, ma il
guardalinee Sancini indica una posizione di fuorigioco. Un fuorigioco
inesistente, come tutti sanno. Arrivammo a Roma alle 10.30 della
mattina seguente, dopo un viaggio di ritorno allucinante, sotto il di
luvio universale, con l’autista che ogni 5 minuti si fermava per pulire
il parabrezza del pullman con uno straccio. Rientrai a casa distrutto
fisicamente e moralmente…Qualcosa che è difficile da spiegare, ma
che resta indelebile nella mia mente.”


                      COPIA
                   PROMOZIONALE




                                                                    103

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Unico Grande Amore - Carlo Zampa

  • 1. Carlo Zampa Quel goal di Turone Sono in pochi a sapere che il papà di Carlo Zampa, tifosissimo della Roma, era un giocatore di calcio, compagno di squadra nientemeno che del grande Fulvio Bernardini nella formazione della Mater. La Motori Alimentatori Trasformatori Elettrici Roma, spesso abbreviata in Mater, era una squadra di calcio con sede a Roma, attiva negli anni trenta e quaranta. Nessuno se lo ricorda, ma la Mater (colori sociali: viola e verde), gio cando un ottimo calcio, arrivò fino in serie B, per poi sciogliersi a se COPIA guito della Seconda Guerra Mondiale. PROMOZIONALE Con un genitore così, il piccolo Carlo deve aver cominciato a masticare chilometri in trasferta sin da piccolo. Sotto la presidenza Anzalone, Carlo conquistò la sua prima tessera del A.S. Roma Junior Club, che dava la possibilità ai minori di 13 anni di ac quistare il biglietto di curva a 500 Lire. Le radiocronache sono venute dopo. Nel 1985 cominciò a collaborare con l’emittente Rete Oro, dove rimase per sei anni, intervenendo nelle trasmissioni della domenica e del ve nerdì con Alberto Mandolesi e del martedì con Gianni Walter Bezzi. Successivamente Zampa ha maturato anni di esperienza giornalistica presso Radio Incontro e Rete Sport. 99
  • 2. Unico grande amore Nel 2004, da una sua idea, nasce il quotidiano Il Romanista ma causa contrasti col direttore della testata da lui scelto Zampa decide di la sciare il giornale ancor prima dell'uscita nelle edicole. Ma “The Voice”, come lo chiamano affettuosamente i tifosi romanisti, è famoso soprattutto per le sue grandi, appassionatissime radiocrona che, e per aver coniato diversi soprannomi per i calciatori romanisti: Tra questi è impossibile non ricordare: Er Bimbo de Oro (Totti), Re Leone (Batistuta), Pluto (Aldair), Top Gun (Montella), Anima Candida (Tommasi), Puma (Emerson), The Wall (Sa muel), Peter Pan (Cassano), Blue Eyes (Petruzzi), Pendolino (Cafu), Tacco di Dio (Mancini), Rugantino (Mexes), Speedy Gonzales (Giuly), Jay Jay (Okaka), Houdini (Menez), Scarface (Burdisso), Mosè (Vucinic), Capitan Futuro (Daniele De Rossi), Johnny Er Roscio (John Arne Riise). COPIA Dal 1999 al 2005, Carlo Zampa è stato anche l’indimenticabile speaker ufficiale dello stadio Olimpico nelle partite casalinghe della Roma. Si PROMOZIONALE dice che il suo incarico cessò a seguito della decisione di Zampa di non annunciare prima della partita Roma Juventus del 2005 i nomi di Ca pello, Emerson e Zebina, passati pochi mesi prima dalla squadra gial lorossa a quella bianconera in maniera piuttosto rocambolesca, per non dire di peggio. Oggi Carlo Zampa continua con passione il suo lavoro a Mediaset Pre mium come cronista giallorosso delle partite della Roma e soprattutto senza abbandonare il continuo dialogo con i tifosi, tramite le dirette di Radio Ies 99.8 e il suo cliccatissimo sito internet forum.carlozampa.it. Carlo, in trent’anni di carriera hai combattuto tante battaglie per que sta Roma. Anche professionali, giusto? “Le battaglie non finiscono mai.” Qual è l’episodio più strano accaduto durante una delle tue mitiche cro nache? 100
  • 3. Unico grande amore “Negli anni ottanta Romeo Anconetani, vulcanico presidente del Pisa, in una delle sue tante sfuriate, aveva deciso di non far più entrare i giorna listi allo stadio. E così, dopo essere arrivato nella città della torre pen dente, fui costretto a fare la cronaca della partita dal balcone dell’appartamento di una signora anziana, che mi aveva affittato una poltrona con vista sullo stadio ed il suo telefono di casa in cambio di cin quantamila lire.” Tu hai seguito tantissime trasferte della Magica. Ti va di raccontarcene una? “Come giornalista o come tifoso?” COPIA Come semplice tifoso. PROMOZIONALE “Beh, io non riuscirò mai a dimenticare la trasferta a Torino del 10 maggio 1981.” Quella del goal di Turone… “Eravamo partiti a mezzanotte in punto da Via Costantino, dove c’era la sede dei Roma Club indipendenti di Sergio Terenzi. Dopo un viaggio mas sacrante, eravamo arrivati alle 9 di mattina a Torino. Siamo scesi dal pullman e ci siamo piazzati davanti ai cancelli dello sta dio, in attesa che venissero aperti. Pioveva a dirotto. Eravamo migliaia di romanisti, anzi, decine di migliaia. Sotto la pioggia, zuppi ma eccitati per la partita, si cantavano i soliti cori e si chiacchierava di Scarnecchia, che quel giorno forse non avrebbe gio cato per un problema muscolare. Era la Roma di Liedholm, e quell’anno si era lanciata all’inseguimento proprio della Juventus, prima in classifica con un solo punto di distacco rispetto a noi. Credevo fermamente nello scudetto. Tutti noi ci credevamo. Dopo ore ed ore di attesa, gli inservienti spalancarono i cancelli e final mente guadagnammo l’accesso allo stadio. Ci guardammo attorno, ci contammo e contammo i tifosi della Juventus che, ora dopo ora, afflui 101
  • 4. Unico grande amore vano a loro volta sugli spalti. Ricordo di aver pensato che noi eravamo in numero maggiore rispetto ai bianconeri. Cinquecento milioni di incasso: era il record assoluto dello stadio. La sfida partì subito aspra, nervosa, frenetica. Ero fiducioso. L’arbitro Bergamo non sembrava nemmeno soffrire la solita sudditanza psicologica, tanto che al 17’ della ripresa mostrò il cartellino rosso a Furino, che come al solito giocava piuttosto duro. Una decina di minuti più tardi l’appuntamento con la storia: Conti Pruzzo Turone gol! Roma prima in classifica. Lo stadio di Torino che esplode, ma dalla parte degli ospiti. Dalla parte giallorossa. Dalla nostra parte. COPIA PROMOZIONALE È il 1981: Turone segna contro la Juventus un goal perfettamente regolare, che viene inspiegabilmente annullato dall’arbitro. (da www.asromaultras.org) Io, mentre tutti si abbracciavano e festeggiavano, non so per quale mo tivo, puntai lo sguardo su Dario Bonetti. E lo vidi mettersi le mani nei capelli. 102
  • 5. Unico grande amore Non so…Forse, per un istante, fui l’unico a realizzare che qualcosa non andava. Un’emozione per la quale ancora ho i brividi sulla pelle. Ber gamo convalida e orienta il braccio destro verso il centrocampo, ma il guardalinee Sancini indica una posizione di fuorigioco. Un fuorigioco inesistente, come tutti sanno. Arrivammo a Roma alle 10.30 della mattina seguente, dopo un viaggio di ritorno allucinante, sotto il di luvio universale, con l’autista che ogni 5 minuti si fermava per pulire il parabrezza del pullman con uno straccio. Rientrai a casa distrutto fisicamente e moralmente…Qualcosa che è difficile da spiegare, ma che resta indelebile nella mia mente.” COPIA PROMOZIONALE 103