IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE, credo che Dio verrà a giudicare vivi e mortiRafael Figueredo
La morte pone fine alla vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza o al rifiuto della grazia divina.
Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda venuta (giudizio finale), ma afferma anche, l'immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede (giudizio particolare).
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaRafael Figueredo
La morte pone fine alla vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo.
Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda venuta (giudizio finale), ma afferma anche, l'immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede (giudizio particolare).
La parabola del povero Lazzaro (Lc 16,22) e la parola detta da Cristo in croce al buon ladrone così come altri testi del Nuovo Testamento parlano di una sorte ultima dell'anima che può essere diversa per le une e per le altre. Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre. La risurrezione di tutti i morti, « dei giusti e degli ingiusti » (At 24,15), precederà il giudizio finale. Sarà « l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio dell'uomo e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna » « Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore ». San Giovanni della Croce
Spesso, quando preghiamo, e le risposte non arrivano, possiamo pensare che Dio non sia in controllo. Spesso crediamo che Dio non veda, o che il suo piano non vada come dovrebbe. Ma Dio ha un piano: il SUO piano. E non importa se ci vorrà un giorno, un anno, un secolo. Ma la sua volontà è quella che prevale. A noi spetta di avere fiducia nei suoi piani... anche quando non li vediamo.
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE, credo che Dio verrà a giudicare vivi e mortiRafael Figueredo
La morte pone fine alla vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza o al rifiuto della grazia divina.
Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda venuta (giudizio finale), ma afferma anche, l'immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede (giudizio particolare).
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaRafael Figueredo
La morte pone fine alla vita dell'uomo come tempo aperto all'accoglienza o al rifiuto della grazia divina apparsa in Cristo.
Il Nuovo Testamento parla del giudizio principalmente nella prospettiva dell'incontro finale con Cristo alla sua seconda venuta (giudizio finale), ma afferma anche, l'immediata retribuzione che, dopo la morte, sarà data a ciascuno in rapporto alle sue opere e alla sua fede (giudizio particolare).
La parabola del povero Lazzaro (Lc 16,22) e la parola detta da Cristo in croce al buon ladrone così come altri testi del Nuovo Testamento parlano di una sorte ultima dell'anima che può essere diversa per le une e per le altre. Ogni uomo fin dal momento della sua morte riceve nella sua anima immortale la retribuzione eterna, in un giudizio particolare che mette la sua vita in rapporto a Cristo, per cui o passerà attraverso una purificazione, o entrerà immediatamente nella beatitudine del cielo, oppure si dannerà immediatamente per sempre. La risurrezione di tutti i morti, « dei giusti e degli ingiusti » (At 24,15), precederà il giudizio finale. Sarà « l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio dell'uomo e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna » « Alla sera della vita, saremo giudicati sull'amore ». San Giovanni della Croce
Spesso, quando preghiamo, e le risposte non arrivano, possiamo pensare che Dio non sia in controllo. Spesso crediamo che Dio non veda, o che il suo piano non vada come dovrebbe. Ma Dio ha un piano: il SUO piano. E non importa se ci vorrà un giorno, un anno, un secolo. Ma la sua volontà è quella che prevale. A noi spetta di avere fiducia nei suoi piani... anche quando non li vediamo.
The Book of Habakkuk is the eighth book of the 12 minor prophets of the Bible. It is attributed to the prophet Habakkuk, and was probably composed in the late 7th century BC. The original text was written in the Hebrew language.
The Book of Zephaniah is the ninth of the Twelve Minor Prophets of the Old Testament and Tanakh, preceded by the Book of Habakkuk and followed by the Book of Haggai. Zephaniah means "Yahweh has hidden/protected," or "Yahweh hides".
The Book of Zephaniah is the ninth of the Twelve Minor Prophets of the Old Testament and Tanakh, preceded by the Book of Habakkuk and followed by the Book of Haggai. Zephaniah means "Yahweh has hidden/protected," or "Yahweh hides".
The Book of Habakkuk is the eighth book of the 12 minor prophets of the Bible. It is attributed to the prophet Habakkuk, and was probably composed in the late 7th century BC. The original text was written in the Hebrew language.
The Book of Zephaniah is the ninth of the Twelve Minor Prophets of the Old Testament and Tanakh, preceded by the Book of Habakkuk and followed by the Book of Haggai. Zephaniah means "Yahweh has hidden/protected," or "Yahweh hides".
The Book of Zephaniah is the ninth of the Twelve Minor Prophets of the Old Testament and Tanakh, preceded by the Book of Habakkuk and followed by the Book of Haggai. Zephaniah means "Yahweh has hidden/protected," or "Yahweh hides".
2. Dal Vangelo secondo Luca ( 16, 19—31 )
“ C’era un uomo molto ricco. Portava sempre vestiti di lusso e costosi e faceva festa ogni
giorno con grandi banchetti. C’era anche un povero, un certo Lazzaro, che si metteva vici-
no alla porta del suo palazzo. Era tutto coperto di piaghe e chiedeva l’elemosina. Aveva
una gran voglia di sfamarsi con gli avanzi dei pasti di quel ricco. Perfino i cani venivano a
leccargli le piaghe. Un giorno il povero Lazzaro morì, e gli angeli di Dio lo portarono ac-
canto ad Abramo nella pace. Poi morì anche l’uomo ricco e fu sepolto. Andò a finire
all’inferno e soffriva terribilmente. Alzando lo sguardo verso l’alto, da lontano verso Abra-
mo e Lazzaro che era con lui. Allora gridò: “ Padre Abramo, abbi pietà di me ! Di’ a Laz-
zaro che vada a mettere la punta di un dito nell’acqua e poi mandalo a rinfrescarmi la lin-
gua. Io soffro terribilmente in queste fiamme ! “. Ma Abramo gli rispose : “ Figlio mio,
ricordati che durante la tua vita hai già ricevuto molti beni, e Lazzaro ha avuto soltanto
sofferenze. Ora invece lui si trova nella gioia e tu soffri terribilmente. Per di più, tra noi e
voi c’è un grande abisso: se qualcuno di noi vuole venire da voi non può farlo; così pure,
nessuno di voi può venire da noi “. Ma il ricco disse ancora: “ Ti supplico, padre Abramo,
almeno manda Lazzaro nella casa di mio padre. Ho cinque fratelli e vorrei che Lazzaro li
convincesse a non venire anche loro in questo luogo di tormenti “.
Abramo rispose : “ I tuoi fratelli hanno la legge di Mosé e gli scritti dei profeti. Li ascolti-
no ! “
Ma il ricco replicò : “ No, ti supplico, padre Abramo ! Se qualcuno dei morti andrà da loro
cambieranno modo di vivere “. Alla fine Abramo gli disse: “ Se non ascoltano le parole di
Mosé e dei profeti non si lasceranno convincere neppure se uno risorge dai morti “.
Salmo 111
Beato l’uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza dei giusti sarà benedetta.
Onore e ricchezza nella sua casa,
la sua giustizia rimane per sempre.
Spunta nelle tenebre come luce per i giusti,
buono, misericordioso e giusto.
Felice l’uomo pietoso che dà in prestito,
amministra i suoi beni con giustizia.
Egli non vacillerà in eterno:
il giusto sarà sempre ricordato.
Non temerà annunzio di sventura,
saldo è il suo cuore, confida nel Signore.
Sicuro è il suo cuore, non teme,
finché trionferà dei suoi nemici.
L’empio vede e si adira,
digrigna i denti e si consuma.
Ma il desiderio degli empi fallisce.