1. il bandolo
giornale del partito democratico di seriate
marzo 2008
bandolo: [bàn-do-lo] s.m.
1 Capo della matassa, del gomitolo
2 fig. Soluzione, filo: trovare il b. del problema
Nella matassa, nel groviglio della politica è sempre più difficile trovare
un senso, un filo conduttore che ci permetta di uscire tutti insieme dai
problemi.
Con questo giornale non abbiamo la pretesa di averlo trovato, ma
vogliamo provare a dipanare almeno un poco la matassa. Senza la
pretesa di avere le soluzioni per tutto, ma con la convinzione che è
necessario cercarle.
Se ci volete dare una mano, noi siamo qui, perchè pensiamo sia ancora
valido quello che scrivevano Don Milani e i suoi ragazzi in “Lettera ad
una professoressa”: Ho imparato che il problema degli altri è uguale al
mio. Sortirne insieme è la politica, sortirne da soli è l’avarizia.
Più che fare propaganda questo giornale è impegnato a fornire elementi
di riflessione. Speriamo di riuscire a farlo anche nei prossimi mesi.
Perché è di ragionevolezza che abbiamo bisogno.
2. Circolo di Seriate
IL PD DI SERIATE
Non è stato facile ma ci siamo.
E soprattutto siamo aperti al contributo di tutti.
In questo periodo ci stiamo trovando tutti i lunedì sera dalle 20,30 alle
22,30 nella la nostra sede in via Monte Campione 15/ A (dietro al
cimitero).
Se al lunedì c’è il Consiglio Comunale, ci troviamo di martedì.
CHI VUOLE
contattarci, partecipare, dare delle idee, dare dei consigli, darci una
mano, essere informato delle nostre iniziative, può mandarci una e-mail
a questo indirizzo
pd.seriate@gmail.com
Per informazioni più ampie visitate il sito www.pdbergamo.it
sabato 5 aprile
ore 20,30
c/o Biblioteca Comunale
di Seriate
incontro
con la senatrice
Paola Binetti
sul Programma del Partito
Democratico.
LA DEMOCRAZIA STA NEL
CONFRONTO DELLE IDEE
3. SALVAGUARDARE I DIRITTI
DEI BAMBINI
Non in un paese sperduto della
Padania, ma nella civilissima
capitale industriale del Nord
accade che chi ha la
responsabilità del governo
cittadino pensi: se i genitori sono
immigrati irregolari anche i figli
ne devono scontare le
conseguenze, niente diritto
all'iscrizione alle scuole materne
cittadine (per la verità, questa
stessa sorte viene riservata ai
figli di genitori regolari che non
pagano).
Di fronte alle obiezioni e al
richiamo al rispetto delle norme
vigenti, tali amministratori
anziché rendersi conto di avere
male interpretato le norme
proseguono nella loro battaglia
“di principio”.
Noi non invochiamo la carità
cristiana (troppe volte i principi
cristiani sono stati proclamati da
personaggi di osservanza
dubbia) e neppure la solidarietà
(concetto che verrebbe subito
considerato troppo “comunista”),
non pretendiamo tanto.
Semplicemente chiediamo che
vadano a rileggersi il testo
dell’art. 45 del Decreto del
Presidente della Repubblica n.
394 del 31 agosto 1999 che
afferma: “i minori stranieri
presenti sul territorio nazionale
hanno diritto all'istruzione
indipendentemente dalla
regolarità della posizione in
ordine al loro soggiorno, nelle
forme e nei modi previsti per i
cittadini italiani.
Essi sono soggetti all'obbligo
scolastico secondo le disposizioni
vigenti in materia. L'iscrizione
dei minori stranieri nelle scuole
italiane di ogni ordine e grado
avviene nei modi e alle
condizioni previsti per i minori
italiani”.
E si tengano fuori i bambini dalle
battaglie ideologiche!
Il Gruppo Consiliare del Partito
Democratico di Seriate
4. LAVORATORI
Citiamo dal “Rapporto sull’economia
bergamasca nel 2007” promosso dalla
Camera di Commercio e dalla
Provincia di Bergamo.
“Gran parte dell’occupazione
bergamasca si concentra in posizioni a
bassa qualifica. Nel complesso gli
operai contano per il 44% del totale
dell’occupazione, mentre gli impiegati
e i dirigenti superano di poco il 32%.”
Allora ci sono ancora gli operai?
E ancora: “Le imprese bergamasche
prevedono inoltre di coprire buona
parte (circa il 30%) delle nuove
assunzioni del 2007 con lavoratori
immigrati (4600 su un totale di
assunzioni previste per il 2007 di
circa 15.800 unità).
Ma guarda te. Sono cose che fanno
pensare. O no?
IMPRENDITORI
Da un Rapporto della Confindustria
Bergamasca.
Sono presenti sul territorio
bergamasco circa 110 imprese con
almeno uno stabilimento estero, che
hanno in Bergamo la loro casa-madre.
La gran parte di queste sono piccole
imprese che hanno assunto una
dimensione globale; complessivamente
controllano o partecipano ad attività
produttive presenti in oltre 100 paesi
del mondo. Alcune di queste
costituiscono gruppi di circa 1.000
dipendenti, le cui attività prevalenti
sono nella meccanica strumentale, nel
tessile, nel comparto della gomma e
delle materie plastiche e nella chimica.
Bergamo è la settima provincia per
fatturato estero dopo Milano, Torino,
Vicenza, Treviso, Brescia e Bologna e
la sesta per avanzo commerciale).
Questo per dire che ci sono
imprenditori che imprendono e che
non stanno lì a gingillarsi con i giochi
finanziari. Sosteniamo il loro lavoro!
IMMIGRATI
Alla fonderia ATACA di Gallarate,
l’80% degli addetti è composto da
stranieri. Come nella maggior parte
delle fonderie di Lombardia ed Emilia.
A Lecco, il 60% degli addetti alla
raccolta e lavorazione dei rifiuti è
straniero.
Alla Amadori di Cesena quasi il 100%
degli addetti alla macellazione e
trattamento dei tacchini è composto
da senegalesi e nigeriani.
Del resto, per venire più vicino a noi,
chi credete che prepari le insalate alla
Bonduelle di San Paolo d’Argon?
Questi sono esempi di come va il
mondo.
Per non parlare dei muratori che ci
costruiscono le case e delle badanti
che accudiscono gli anziani.
Per non parlare del fatto che ormai il
6,1% del PIL è prodotto da stranieri e
dei 2 miliardi di euro di tasse pagate
dagli stranieri nel 2006. C’è da
pensarci.
Anche se c’e’ chi gioca più sulla paura
della gente che con la realtà dei fatti.
5. BUONE PRATICHE
Perché ognuno può fare la sua parte per rendere più vivibile la
nostra città anche quando non ci sono le campagne elettorali.
Se ci fate caso, qui a Seriate, sono per
lo più persone anziane che usano la
bici. Di queste molte sono donne che se
ne servono per fare la spesa.
Questi sono i comportamenti da
imitare. E per quanti avessero ancora
dei dubbi, ecco una serie di buoni
motivi per andare in bici.
Una recente ricerca che ha interessato
diverse città europee ha dimostrato
che il 50% degli spostamenti
motorizzati in città copre una distanza
compresa tra 3 e 5 km e il 30% è
inferiore a 2 km. Ciò significa che
parecchi automobilisti, anziché
spostarsi in auto, potrebbero usare la
bicicletta, che è vincente sulle corte
distanze. Infatti un tragitto di 3 km, in
bicicletta, si percorre in un quarto
d’ora netto, comprese le operazioni di
parcheggio.
I VANTAGGI DELL’ANDARE
IN BICI
• La bicicletta è ecologica: non vi è
consumo di ossigeno, nessun gas
di scarico, nessun rumore, ma
risparmio di energia e di spazio
occupato. Un’auto che percorre
500 km brucia invece quasi
100.000 litri di ossigeno - il
fabbisogno annuo di un adulto.
• Andare in bicicletta fa bene alla
salute: studi dimostrano che
andare in bicicletta tutti i giorni
aiuta a prevenire l'infarto,
l'ipertensione, l'obesità, l'astenia
muscolare e i disturbi del sonno.
• La bicicletta è facile da usare.
• La manutenzione è semplice ed
economica.
• Usando una bicicletta al posto di
un’auto si risparmiano circa
2000 € all’anno.
• La bicicletta non costa molto
alla collettività: la realizzazione
e la manutenzione di piste
ciclabili richiedono costi minimi.
• Andare in bicicletta è
stimolante: permette un
contatto diretto con le persone,
le località, i paesaggi, i suoni e
gli elementi naturali.
• La bicicletta è veloce: per i
percorsi urbani fino a 6
chilometri di distanza, la
bicicletta è più veloce
dell’automobile.
• La bicicletta non è pericolosa
per gli altri utenti della strada:
una percentuale bassissima
degli incidenti riguarda
collisioni di bici con pedoni.
• Per percorrere la stessa
distanza, un ciclista consuma
200 volte meno energia rispetto
all’auto.
• Nel posteggio di un’auto possono
essere collocate 10 biciclette.
6. QUANDO SI PARLA DI SICUREZZA
SICUREZZA 1
Uno studio dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità ha riguardato
circa 9 milioni di persone residenti
nelle 13 città italiane di maggiori
dimensioni. E’ stato stimato che tra il
2002 e il 2004, in media sono morte
8.220 persone l’anno. Ciò è da
attribuirsi agli effetti a lungo termine
delle concentrazioni di PM10 superiori
ai 20 µg/m³, il che equivale al 9%
della mortalità negli over 30 per tutte
le cause esclusi gli incidenti stradali.
Questo numero cresce a dismisura se
si aggiunge la popolazione di
moltissimi altri centri urbani di minori
dimensioni, ma interessati da
inquinamento da traffico, e anche la
popolazione di quelli più piccoli ubicati
in aree complessivamente inquinate
(es. Pianura Padana). »
SICUREZZA 2
Ogni giorno in Italia si verificano in
media 652 incidenti stradali, che
provocano la morte di 16 persone e il
ferimento di altre 912. Nel complesso,
nell’anno 2006 sono stati rilevati
238.124 incidenti stradali, che hanno
causato il decesso di 5.669 persone
(tra cui 758 pedoni), mentre altre
332.955 hanno subito lesioni di
diversa gravità.
SICUREZZA 3
Lo studio dell'Eurispes «Infortuni sul
lavoro: peggio di una guerra»,
presentato alla Camera dei deputati,
ha calcolato come dall'aprile 2003
all'aprile 2007 i militari della
coalizione che hanno perso la vita
sono stati 3.520, mentre, dal 2003 al
2006, nel nostro Paese i morti sul
lavoro sono stati ben 5.252. Un
incidente ogni 15 lavoratori, un morto
ogni 8.100 addetti. Infortuni che
costano ogni anno alla comunità 50
miliardi di euro.
L'edilizia si conferma come settore ad
alto rischio, visto che poco meno del
70% dei lavoratori (circa 850)
perdono la vita per cadute dall'alto di
impalcature. L'età media di chi perde
la vita sul lavoro è di circa 37 anni.
SICUREZZA 4
Nel 1991 le Forze di polizia
attribuivano alla criminalità
organizzata oltre 700 dei 1.901
omicidi avvenuti in quell’anno. Nel
2006, gliene attribuivano solo 109 dei
621 avvenuti. Gli omicidi scaturiti in
ambito familiare sono invece
aumentati drasticamente negli ultimi
anni, con la massima frequenza negli
anni 2002 e 2003, rispettivamente
con 211 e 207 omicidi.
Furti in appartamento: per questo
reato il tetto è del 1990 con 365 ogni
100mila abitanti. Dalla fine degli anni
novanta si è avuta una riduzione dei
furti in abitazione. Tutto sommato, i
furti in appartamento segnano una
diminuzione tra il 1999 e il 2006 del
41%. Invece l’andamento dei furti in
esercizi commerciali cresce in misura
sensibile dal 1984 al 2006.
7. dal programma del
Partito Democratico
Modernizzare l’Italia
Il nostro Paese ha bisogno di infrastrutture realizzate nel rispetto
dell’ambiente che oggi sono ostacolate più da incapacità di decisione che
da carenza di risorse finanziarie.
Ecco la novità dell’ambientalismo del fare: sì al coinvolgimento, alla
partecipazione, alla consultazione dei cittadini; basta con
l’ambientalismo che cavalca ogni movimento di protesta e impedisce la
crescita dell’Italia.
Lotta alla precarietà
Troppi giovani sono “intrappolati”, spesso per anni, in rapporti di
lavoro precari. Troppi lavoratori, soprattutto donne, hanno retribuzioni
inaccettabilmente basse; si trovano per questo in una condizione di
nuova povertà. Per contrastare questa situazione vogliamo
sperimentare un compenso minimo legale con l’obiettivo di garantire
almeno 1.000 euro al mese.
Pagare meno, spendere meglio
Ridurremo le tasse ai contribuenti, lavoratori dipendenti e autonomi.
Possiamo farlo perché abbiamo risanato i conti dello Stato. Per
sostenere il potere di acquisto delle famiglie italiane e affrontare la
questione salariale. Per restituire alle famiglie e alle imprese i frutti
della lotta all’evasione. Per semplificare la vita alle persone e alle
imprese.
8. La sicurezza
Oggi i cittadini si sentono insicuri, malgrado l’impegno delle forze
dell’ordine. Questo riduce la qualità della vita. Il danno è più grave per
chi è più debole. Garantire maggiore sicurezza, aumentando la presenza
di agenti e utilizzando nuove tecnologie è uno dei principali obiettivi del
Partito Democratico. Occorre inoltre assicurare la certezza della pena e
migliorare l’efficienza della giustizia riducendo i tempi dei processi.
Sostegno vero alla famiglia
La scarsa disponibilità di case in affitto è un problema soprattutto per i
giovani e per le giovani coppie. Noi proponiamo la costruzione di 700
mila alloggi da mettere sul mercato a canoni compresi tra i 300 e i 500
euro. Vogliamo inoltre aiutare in modo significativo le famiglie con una
dote fiscale per il primo figlio a partire da 2.500 euro annui.
idee su cui riflettere
e per le quali, magari,
votare
committente responsabile: Carlo Dal Lago per il Partito Democratico di Seriate
marzo 2008