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Cineforum Novembre 2011                                                                                            Cineforum Novembre 2011
                                                                            Il teatro a cinema, il cinema a teatro                                                                            Il teatro a cinema, il cinema a teatro




Rumori fuori scena
                                                                                                                     Opinioni sul film di Peter Bogdanovich
Il teatro dal di dentro: rapporti umani in una compagnia teatrale                                                    • "Cinema che recita teatro": geniale adattamento dell'opera
 Titolo originale       Noises Off                                                                                     "Noises Off" (a sua volta teatro nel teatro) con le
 Paese                  USA                                                                                            rocambolesche "papere" di giovani attori che sognano di
 Anno                   1992                                                                                           diventare stelle di Broadway. Come una pièce, il film è diviso
 Durata                 101 min                                                                                        in tre atti: le prove generali dello spettacolo a ventiquattro
 Genere                 Commedia                                                                                       ore dalla prima, quindi i disastri che si susseguono dietro le
 Regia                  Peter Bogdanovich                                                                              quinte in seguito a vari litigi e improbabili triangoli amorosi e,
 Soggetto               La pellicola si basa sulla commedia inglese                                                    infine, l'ultima catastrofica data della tourné, con le improvvisazioni degenerate del cast sulla scena. La
                        omonima di Michael Frayn                                                                       seconda è la migliore, omaggio esplicito alle commedie del cinema muto degli anni '20, con il susseguirsi
 Interpreti e               Michael Caine: Lloyd Dallas
                                                                                                                       esplosivo di demenzialissime slapstick gag (qualcosa di simile anche al più recente Benny Hill
 personaggi                 Carol Burnett: Dotty Otley/ Mrs.Clackett
                                                                                                                       Show).Discreto l'adattamento della sceneggiatura originale. Bogdanovich fa un lavorone e gli attori non
                            Christopher           Reeve:      Frederick
                            Fellowes/Philip Brent                                                                      sono assolutamente da meno: i personaggi entrano ed escono di scena senza mai fermarsi. Nel cast, un
                            John      Ritter:    Garry   Lejeune/Roger                                                 ottimo John Ritter, noto anche in Italia come star del telefilm Tre Cuori In Affitto. Reeve e Caine tornano
                            Tramplemain                                                                                a recitare insieme dopo Trappola Mortale (1986) di Lumet, altro film sul mondo teatrale.
                            Denholm Elliott: Selsdon Mowbray/ Il                                                     • E’ semplicemente incredibile come Peter Bogdanovich, partendo da una trama semplice semplice
                            Ladro                                                                                      (ovvero ciò che si crea dietro le quinte di una commedia teatrale, tra imprevisti e dimenticanze), sia
                            Nicolette Sheridan: Brooke Ahton/Vicki                                                     riuscito a creare una pellicola così esilarante e piacevole, grazie anche a un team di attori straordinari,
                            Marilu Henner: Belinda Blair/Flavia Brent                                                  che passano da Michael Caine nel ruolo di regista, allo strampalatissimo Denhom Elliott, a un ottimo
                            Julie Hagerty: Poppy Taylor                                                                Christopher Reeve, che riesce a liberarsi dall' enorme fardello di essere "solo" l' attore che ha
                            Mark Linn-Baker: Tim Allgood
                                                                                                                       interpretato l' Uomo d' Acciaio. Il film è scorrevolissimo, non annoia come si potrebbe pensare vista la
                                                                                                                       trama (geniale ma all' apparenza frivola, forse). Bogdanovich sa dare a ogni personaggio il suo giusto
Il film (Dizionario del cinema Morandini)
                                                                                                                       spessore, caratterizzando ognuno in una d eterminata maniera (Elliott ad esempio non si ricorda mai da
In attesa di arrivare a Broadway, una compagnia inglese porta in giro per gli Stati Uniti la farsa erotica
                                                                                                                       dove entrare in scena). Davvero incredibili, poi, come ho già detto, gli attori protagonisti, ognuno dei
Nothing On. Sul palcoscenico e fuori, fra gli attori accade di tutto. All'origine c'è il testo teatrale di Michael
                                                                                                                       quali riesce a carpire l' attenzione e la simpatia dello spettatore. Godibilissimo film, forse non
Frayn, intelligente e spesso irresistibile esempio di metateatro. La trasposizione filmica è riuscita soltanto in
                                                                                                                       conosciutissimo come meriterebbe.
parte, anche se “Bogdanovich moltiplica i punti di vista, sfugge la fissità teatrale, ruba e mostra l'errore che
                                                                                                                     • Parte benissimo questa commedia sul teatro, con una esilarante prova generale (o tecnica?) di una
i ciak e il montaggio lasciano solo immaginare” (G. Gariazzo). Distribuito in Italia solo in home video come
                                                                                                                       commedia degli equivoci, diretta da un regista che si fa chiamare Dio e un gruppo di attori tra consumati
altri 2 film di P. Bogdanovich, Illegalmente tuo e Quella cosa chiamata amore.
                                                                                                                       e svampiti. Buono il cast, ed il film si regge tutto sul cast, buono anche lo script, anche se il finale (non
Consigliabile a chi ama il teatro.
                                                                                                                       previsto nell'originale) smorza un pò il lato comico.
                                                                                                                     • Cosa succede veramente dietro le quinte di un teatro? Cosa fanno gli attori di teatro dietro le quinte
Peter Bogdanovich (Garzantina)
                                                                                                                       mentre aspettano di entrare in scena e tra una scena e l'altra? Questo film vi darà tutte le risposte che
Regista e critico statunitense. Collaboratore delle più prestigiose riviste
                                                                                                                       cercate, insieme a molte grasse risate. Il film è diviso in tre parti. Nella prima vi sono le prove del teatro
cinematografiche americane e autore di importanti monografie critiche su
                                                                                                                       immediatamente precedenti alla prima; n ella seconda vedrete il dietro le quinte durante una
registi come H. Hawks, A. Hitchcock e O. Welles, entra in contatto con R.
                                                                                                                       rappresentazione teatrale; nella terza vedrete l'opera finale. Una commedia che fa ridere molto, con
Corman che lo spinge ad avviare una carriera da regista nel 1968 con Bersagli,
                                                                                                                       intelligenza ed ironia verso il mondo del teatro, senza niente di demenziale né comicità banale. Solo e
thriller a basso budget ma di ottima tenuta emotiva. Nel 1971 dirige il
                                                                                                                       semplice teatro.
documentario-intervista Directed by John Ford (Diretto da John Ford) e il film
                                                                                                                                                 • Una commedia con i fuochi d'artificio, veloce, dinamica, attuale, frizzante. Si
L’ultimo spettacolo, accorata metafora su un cinema in via d’estinzione. Il gusto
                                                                                                                                                     susseguono moltissime gag che tengono le spettatore incollato al teleschermo
cinefilo e la passione per il cinema classico hollywoodiano, che traspaiono in ogni suo film, si esaltano in Ma
                                                                                                                                                     per tutti i 104 minuti di pellicola. Ci troviamo in tour per gli Stati Uniti, dove
papà ti manda sola?? (1972) e in Paper Moon (1973), commedia amara ambientata in piena Depressione.
                                                                                                                                                     una compagnia teatrale inglese sta portando in scena Nothing On, uno
Daisy Miller (1974) e Finalmente arrivò l’amore (1975), entrambi interpretati dalla sua compagna C.
                                                                                                                                                     spettacolo simil erotico. Quasi non si capisce quando gli attori sono in scena e
Shepherd, segnano un momento di crisi nella sua poetica che si protrae fino al 1981, anno in cui dirige
                                                                                                                                                     quando sono invece nella vita reale. Accade sempre di tutto nella troupe:
l’ottima commedia E tutti risero. A seguito di alcune drammatiche vicende personali, si eclissa brevemente
                                                                                                                                                     errori, battute, isterie, litigi, riappacificazioni. Le prima parte del tour è
dalla scena cinematografica per tornare con il riuscito Dietro la maschera (1985). Negli anni ’90, dopo
                                                                                                                                                     soddisfacente, la compagnia riscuote un buon successo, ma la seconda parte
Texasville (1990) – che riprende i temi e le atmosfere di L’ultimo spettacolo – e Rumori fuori scena (1992),
                                                                                                                                                     si trasforma in un disastro. Gli screzi nati nel frattempo tra gli attori si
dirige alcuni film televisivi. Torna al cinema nel 2001 con The Cat’s Meow (Il miagolio del gatto).




                                                                          Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich)                                                                           Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich)
                                                                                    07 Novembre 2011 – h. 21:00                                                                                       07 Novembre 2011 – h. 21:00
Cineforum Novembre 2011                                                                                             Cineforum Novembre 2011
                                                                         Il teatro a cinema, il cinema a teatro                                                                               Il teatro a cinema, il cinema a teatro




   inaspriscono e questi, incuranti di trovarsi davanti ad una platea pagante, si punzecchiano come se nulla          non cala sulle ganasce di un pubblico che continua a godere dell’intreccio che non si dipana e di un finale
   fosse. Rumori fuori scena è un film basato sul testo teatrale di Michael Frayn, grande esempio di                  che ghigliottina la compagnia allo sbando. Grande ritmo, ingegnose
   metateatro. La trasposizione filmica non riesce però a rendere appieno la grande opera dello scrittore.            costruzioni e assoluta dimestichezza con il testo a volte non sono
   La regia di Peter Bogdanovich è buona, anche se alle volte                                                         sufficienti a tenere desta l’attesa; la derisione dei tromboni non favorisce
   pecca di rigidità. Il risultato diviene comunque esilarante.                                                       toni più sorprendenti, l’intelaiatura ferrea dei personaggi stereotipati non
                                                                                                                      lascia spazio a ruvide improvvisazioni mentre la regia sembra
Recensioni sugli adattamenti del testo teatrale di Michael                                                            accontentarsi di ricostruire una macchina perfetta piuttosto che cavalcare
Frayn                                                                                                                 onde più avveniristiche rischiando di perdere qualche grassa risata.
Regia di Lucia Berardinelli
Uno spettacolo delizioso. Una commedia brillante, che                                                                 Slapstick (Wikipedia)
trascina il pubblico in un vortice irresistibile di gag e risate[…]                                                   Slapstick è un termine cinematografico statunitense che indica un tipo di
Tre atti, nove personaggi, un gran caleidoscopio di azione e                                                          comicità basata sul linguaggio del corpo, nata con il cinema muto. Un
dialoghi. All’apertura del sipario lo spettatore ancora non sa cosa lo aspetta: quella che vede è la più tipica,      esempio classico di slapstick comedy, o semplicemente slapstick, è la
tranquilla e rassicurante delle scene. Un comune salotto, un comune divano, gli interni silenziosi di una             scivolata sulla buccia di banana. Lo stile deve la paternità ai comici della
comune abitazione. Quando l’abitazione si anima, però, con l’arrivo di volti e voci provenienti da dietro e da        casa cinematografica fr ancese Pathé, con i precursori Marcel Fabre (Robinet), André Deed (Cretinetti), e
fuori palco, ecco che il mood cambia e che l’andamento diventa quello che sarà, ininterrottamente, per                l'italiano Ferdinand Guillaume (Polidor), ma è negli Stati Uniti che, nei ruggenti anni venti, raggiunse il più
tutta la durata dello spettacolo: un orecchiabile e contagioso allegro di mimica e parole. E un allegro ben           alto livello qualitativo, standardizzato industrialmente nelle produzioni dell'età dell'oro del cinema in
eseguito, nel quale tutti gli interpreti danno il proprio contributo senza sovrapporsi. […] Come nella                bianco e nero, con i film muti diretti da Mack Sennett e Hal Roach, con interpreti grandi attori come Buster
commedia che i personaggi stanno rappresentando, il meccanismo deve essere perfettamente oliato, le                   Keaton, Charlie Chaplin, Stanlio & Ollio, i Fratelli Marx e, soprattutto, Larry Semon (conosciuto in Italia
apparizioni sulla scena (e dietro la scena) devono legarsi come anelli di una catena e gli attori devono dar          come Ridolini).
vita ad un amalgama esuberante e dinamico, ma anche (co)ordinato ed armonioso. La rappresentazione                    Lo slapstick è estremamente utilizzato nei cartoni animati: esempi celebri sono Tom & Jerry, Wile E. Coyote
raggiunge il suo obiettivo: in questo Rumori fuori scena si ride tanto, si ride di gusto e non si perde il filo. In   (Road Runner) e Animaniacs. In questi cartoni, la violenza può essere rappresentata in maniera esagerata,
un cartellone ancora fin troppo ancorato a testi lenti o a pretenziosi esperimenti di pseudo-avanguardia              assurda e, di conseguenza, comica, per stimolare la risata dello spettatore. Lo slapstick ha le sue radici nella
l’impianto metateatrale di Michael Frayn “svecchia” il panorama e insieme recupera il caro infallibile                Commedia dell'Arte italiana, che implicava un grande uso del corpo e della gestualità da parte dell'attore. Il
intreccio basato sull’equivoco. I fraintendimenti, gli errori e i rancori nella vita dei personaggi diventano         termine deriva da un oggetto usato nei teatri dell'epoca, il battacio, composto da due assi di legno, simile
trappole per lo spettacolo che i personaggi stessi stanno mettendo in piedi e spunti comici per lo spettacolo         ad una mazza, che, quando sbattuta, produceva un rumore molto forte con poca forza. Lo strumento era
cui assistiamo noi, in una efficace sovrapposizione di ruoli e piani dimensionali. Risentimenti e gelosie tra         noto in Inghilterra anche come slap stick, e dava quindi la possibilità agli attori di colpirsi ripetutamente
uomini diventano zuffe tra attori in scena dando vita ad un secondo livello di narrazione, un intreccio               senza farsi male. Si tratta di una delle prime rudimentali forme di effetto speciale. In tempi moderni, molte
nell’intreccio, un nuova serie di errori nell’errore.                                                                 commedie si ispirano ancora allo stile slapstick. ricorrendo spesso a gag fisiche per muovere a risata il
                                                                                                                      pubblico, come per esempio alcuni dei film di Woody Allen, soprattutto quelli del primo periodo, e le
Regia di Attilio Corsini                                                                                              commedie dei fratelli Farrelly. In Europa, negli anni cinquanta e sessanta fu Jacques Tati, con il suo
Una compagnia scalcagnata in scena diventa esilarante dietro le quinte, mostrando i tic degli attori, i limiti        personaggio Monsieur Hulot a rinverdire la comicità di tipo slapstick, mentre in tempi più recenti hanno
interpretativi, le paturnie del regista costretto a metterli in scena velocemente e le piccole storie che             avuto grande successo le serie comiche televisive britanniche di Mr. Bean (interpretato da Rowan Atkinson)
rimescolano gli umori prima, durante e dopo la rappresentazione[…] I tre atti raccontano le prove e le                e Benny Hill. Un moderno sottogenere derivato dalla slapstick è il cosiddetto splatterstick, la combinazione
repliche di un testo assurdo nel quale un autore fugge dall’incedere delle tasse mentre un agente                     della sanguinolenza dei film horror e della slapstick comedy, come per esempio nel film Final Destination. Il
immobiliare utilizza la sua dimora per un appuntamento pecoreccio con un’impiegata. Un ladro, una                     più grande esponente dello slapstik in Italia è senz'altro Paolo Villaggio.
cameriera e un piatto di sardine, il contorno che stempera i toni piccanti diluendoli in una serie di entrate
ed uscite di scena esilaranti. Se il regista mentre allestisce lo spettacolo è paragonabile ad un dio, torna con
i piedi per terra nel secondo con un whisky in mano ed una doppia relazione all’interno della compagnia. Il                   Lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro
vecchio attore torna a rincorrere la bottiglia mentre la soubrette tradisce anche se gli si promette vendetta.                                                                                                 (Eduardo De Filippo)
La caratterizzazione estrema dei personaggi: la svampita, la soubrette, il precisino, l’indeciso, l’ubriacone,
l’aiuto e il suo regista, inducono dalle prime battute a deridere gli stereotipi, a burlarsi dell’incapacità a
pregustare una serie di errori pronti a regalare fragorose risa. Il ritmo cresce costantemente con le aperture
delle porte, con le entrate sbagliate, le scene ripetute, gli oggetti che non escono di scena mentre gli attori                                                                                       Il Rito (Ingmar Bergman)
si perdono dietro le quinte. Nel secondo atto, durante lo spettacolo che non vediamo, con qualche bisbiglio                                       Prossimo appuntamento con il cineforum            Censura e moralità nell’arte
e ritmate scene mute, la risata si fa più raffinata, la costruzione più elaborata, la resa più cerebralmente                                                                                       Lunedì 14 Novembre – h. 21:00
accattivante. Poi si torna in scena, niente va per il verso giusto, tutto sembra precipitare fino a che il sipario




                                                                       Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich)                                                                              Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich)
                                                                                  07 Novembre 2011 – h. 21:00                                                                                         07 Novembre 2011 – h. 21:00

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  • 1. Cineforum Novembre 2011 Cineforum Novembre 2011 Il teatro a cinema, il cinema a teatro Il teatro a cinema, il cinema a teatro Rumori fuori scena Opinioni sul film di Peter Bogdanovich Il teatro dal di dentro: rapporti umani in una compagnia teatrale • "Cinema che recita teatro": geniale adattamento dell'opera Titolo originale Noises Off "Noises Off" (a sua volta teatro nel teatro) con le Paese USA rocambolesche "papere" di giovani attori che sognano di Anno 1992 diventare stelle di Broadway. Come una pièce, il film è diviso Durata 101 min in tre atti: le prove generali dello spettacolo a ventiquattro Genere Commedia ore dalla prima, quindi i disastri che si susseguono dietro le Regia Peter Bogdanovich quinte in seguito a vari litigi e improbabili triangoli amorosi e, Soggetto La pellicola si basa sulla commedia inglese infine, l'ultima catastrofica data della tourné, con le improvvisazioni degenerate del cast sulla scena. La omonima di Michael Frayn seconda è la migliore, omaggio esplicito alle commedie del cinema muto degli anni '20, con il susseguirsi Interpreti e Michael Caine: Lloyd Dallas esplosivo di demenzialissime slapstick gag (qualcosa di simile anche al più recente Benny Hill personaggi Carol Burnett: Dotty Otley/ Mrs.Clackett Show).Discreto l'adattamento della sceneggiatura originale. Bogdanovich fa un lavorone e gli attori non Christopher Reeve: Frederick Fellowes/Philip Brent sono assolutamente da meno: i personaggi entrano ed escono di scena senza mai fermarsi. Nel cast, un John Ritter: Garry Lejeune/Roger ottimo John Ritter, noto anche in Italia come star del telefilm Tre Cuori In Affitto. Reeve e Caine tornano Tramplemain a recitare insieme dopo Trappola Mortale (1986) di Lumet, altro film sul mondo teatrale. Denholm Elliott: Selsdon Mowbray/ Il • E’ semplicemente incredibile come Peter Bogdanovich, partendo da una trama semplice semplice Ladro (ovvero ciò che si crea dietro le quinte di una commedia teatrale, tra imprevisti e dimenticanze), sia Nicolette Sheridan: Brooke Ahton/Vicki riuscito a creare una pellicola così esilarante e piacevole, grazie anche a un team di attori straordinari, Marilu Henner: Belinda Blair/Flavia Brent che passano da Michael Caine nel ruolo di regista, allo strampalatissimo Denhom Elliott, a un ottimo Julie Hagerty: Poppy Taylor Christopher Reeve, che riesce a liberarsi dall' enorme fardello di essere "solo" l' attore che ha Mark Linn-Baker: Tim Allgood interpretato l' Uomo d' Acciaio. Il film è scorrevolissimo, non annoia come si potrebbe pensare vista la trama (geniale ma all' apparenza frivola, forse). Bogdanovich sa dare a ogni personaggio il suo giusto Il film (Dizionario del cinema Morandini) spessore, caratterizzando ognuno in una d eterminata maniera (Elliott ad esempio non si ricorda mai da In attesa di arrivare a Broadway, una compagnia inglese porta in giro per gli Stati Uniti la farsa erotica dove entrare in scena). Davvero incredibili, poi, come ho già detto, gli attori protagonisti, ognuno dei Nothing On. Sul palcoscenico e fuori, fra gli attori accade di tutto. All'origine c'è il testo teatrale di Michael quali riesce a carpire l' attenzione e la simpatia dello spettatore. Godibilissimo film, forse non Frayn, intelligente e spesso irresistibile esempio di metateatro. La trasposizione filmica è riuscita soltanto in conosciutissimo come meriterebbe. parte, anche se “Bogdanovich moltiplica i punti di vista, sfugge la fissità teatrale, ruba e mostra l'errore che • Parte benissimo questa commedia sul teatro, con una esilarante prova generale (o tecnica?) di una i ciak e il montaggio lasciano solo immaginare” (G. Gariazzo). Distribuito in Italia solo in home video come commedia degli equivoci, diretta da un regista che si fa chiamare Dio e un gruppo di attori tra consumati altri 2 film di P. Bogdanovich, Illegalmente tuo e Quella cosa chiamata amore. e svampiti. Buono il cast, ed il film si regge tutto sul cast, buono anche lo script, anche se il finale (non Consigliabile a chi ama il teatro. previsto nell'originale) smorza un pò il lato comico. • Cosa succede veramente dietro le quinte di un teatro? Cosa fanno gli attori di teatro dietro le quinte Peter Bogdanovich (Garzantina) mentre aspettano di entrare in scena e tra una scena e l'altra? Questo film vi darà tutte le risposte che Regista e critico statunitense. Collaboratore delle più prestigiose riviste cercate, insieme a molte grasse risate. Il film è diviso in tre parti. Nella prima vi sono le prove del teatro cinematografiche americane e autore di importanti monografie critiche su immediatamente precedenti alla prima; n ella seconda vedrete il dietro le quinte durante una registi come H. Hawks, A. Hitchcock e O. Welles, entra in contatto con R. rappresentazione teatrale; nella terza vedrete l'opera finale. Una commedia che fa ridere molto, con Corman che lo spinge ad avviare una carriera da regista nel 1968 con Bersagli, intelligenza ed ironia verso il mondo del teatro, senza niente di demenziale né comicità banale. Solo e thriller a basso budget ma di ottima tenuta emotiva. Nel 1971 dirige il semplice teatro. documentario-intervista Directed by John Ford (Diretto da John Ford) e il film • Una commedia con i fuochi d'artificio, veloce, dinamica, attuale, frizzante. Si L’ultimo spettacolo, accorata metafora su un cinema in via d’estinzione. Il gusto susseguono moltissime gag che tengono le spettatore incollato al teleschermo cinefilo e la passione per il cinema classico hollywoodiano, che traspaiono in ogni suo film, si esaltano in Ma per tutti i 104 minuti di pellicola. Ci troviamo in tour per gli Stati Uniti, dove papà ti manda sola?? (1972) e in Paper Moon (1973), commedia amara ambientata in piena Depressione. una compagnia teatrale inglese sta portando in scena Nothing On, uno Daisy Miller (1974) e Finalmente arrivò l’amore (1975), entrambi interpretati dalla sua compagna C. spettacolo simil erotico. Quasi non si capisce quando gli attori sono in scena e Shepherd, segnano un momento di crisi nella sua poetica che si protrae fino al 1981, anno in cui dirige quando sono invece nella vita reale. Accade sempre di tutto nella troupe: l’ottima commedia E tutti risero. A seguito di alcune drammatiche vicende personali, si eclissa brevemente errori, battute, isterie, litigi, riappacificazioni. Le prima parte del tour è dalla scena cinematografica per tornare con il riuscito Dietro la maschera (1985). Negli anni ’90, dopo soddisfacente, la compagnia riscuote un buon successo, ma la seconda parte Texasville (1990) – che riprende i temi e le atmosfere di L’ultimo spettacolo – e Rumori fuori scena (1992), si trasforma in un disastro. Gli screzi nati nel frattempo tra gli attori si dirige alcuni film televisivi. Torna al cinema nel 2001 con The Cat’s Meow (Il miagolio del gatto). Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich) Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich) 07 Novembre 2011 – h. 21:00 07 Novembre 2011 – h. 21:00
  • 2. Cineforum Novembre 2011 Cineforum Novembre 2011 Il teatro a cinema, il cinema a teatro Il teatro a cinema, il cinema a teatro inaspriscono e questi, incuranti di trovarsi davanti ad una platea pagante, si punzecchiano come se nulla non cala sulle ganasce di un pubblico che continua a godere dell’intreccio che non si dipana e di un finale fosse. Rumori fuori scena è un film basato sul testo teatrale di Michael Frayn, grande esempio di che ghigliottina la compagnia allo sbando. Grande ritmo, ingegnose metateatro. La trasposizione filmica non riesce però a rendere appieno la grande opera dello scrittore. costruzioni e assoluta dimestichezza con il testo a volte non sono La regia di Peter Bogdanovich è buona, anche se alle volte sufficienti a tenere desta l’attesa; la derisione dei tromboni non favorisce pecca di rigidità. Il risultato diviene comunque esilarante. toni più sorprendenti, l’intelaiatura ferrea dei personaggi stereotipati non lascia spazio a ruvide improvvisazioni mentre la regia sembra Recensioni sugli adattamenti del testo teatrale di Michael accontentarsi di ricostruire una macchina perfetta piuttosto che cavalcare Frayn onde più avveniristiche rischiando di perdere qualche grassa risata. Regia di Lucia Berardinelli Uno spettacolo delizioso. Una commedia brillante, che Slapstick (Wikipedia) trascina il pubblico in un vortice irresistibile di gag e risate[…] Slapstick è un termine cinematografico statunitense che indica un tipo di Tre atti, nove personaggi, un gran caleidoscopio di azione e comicità basata sul linguaggio del corpo, nata con il cinema muto. Un dialoghi. All’apertura del sipario lo spettatore ancora non sa cosa lo aspetta: quella che vede è la più tipica, esempio classico di slapstick comedy, o semplicemente slapstick, è la tranquilla e rassicurante delle scene. Un comune salotto, un comune divano, gli interni silenziosi di una scivolata sulla buccia di banana. Lo stile deve la paternità ai comici della comune abitazione. Quando l’abitazione si anima, però, con l’arrivo di volti e voci provenienti da dietro e da casa cinematografica fr ancese Pathé, con i precursori Marcel Fabre (Robinet), André Deed (Cretinetti), e fuori palco, ecco che il mood cambia e che l’andamento diventa quello che sarà, ininterrottamente, per l'italiano Ferdinand Guillaume (Polidor), ma è negli Stati Uniti che, nei ruggenti anni venti, raggiunse il più tutta la durata dello spettacolo: un orecchiabile e contagioso allegro di mimica e parole. E un allegro ben alto livello qualitativo, standardizzato industrialmente nelle produzioni dell'età dell'oro del cinema in eseguito, nel quale tutti gli interpreti danno il proprio contributo senza sovrapporsi. […] Come nella bianco e nero, con i film muti diretti da Mack Sennett e Hal Roach, con interpreti grandi attori come Buster commedia che i personaggi stanno rappresentando, il meccanismo deve essere perfettamente oliato, le Keaton, Charlie Chaplin, Stanlio & Ollio, i Fratelli Marx e, soprattutto, Larry Semon (conosciuto in Italia apparizioni sulla scena (e dietro la scena) devono legarsi come anelli di una catena e gli attori devono dar come Ridolini). vita ad un amalgama esuberante e dinamico, ma anche (co)ordinato ed armonioso. La rappresentazione Lo slapstick è estremamente utilizzato nei cartoni animati: esempi celebri sono Tom & Jerry, Wile E. Coyote raggiunge il suo obiettivo: in questo Rumori fuori scena si ride tanto, si ride di gusto e non si perde il filo. In (Road Runner) e Animaniacs. In questi cartoni, la violenza può essere rappresentata in maniera esagerata, un cartellone ancora fin troppo ancorato a testi lenti o a pretenziosi esperimenti di pseudo-avanguardia assurda e, di conseguenza, comica, per stimolare la risata dello spettatore. Lo slapstick ha le sue radici nella l’impianto metateatrale di Michael Frayn “svecchia” il panorama e insieme recupera il caro infallibile Commedia dell'Arte italiana, che implicava un grande uso del corpo e della gestualità da parte dell'attore. Il intreccio basato sull’equivoco. I fraintendimenti, gli errori e i rancori nella vita dei personaggi diventano termine deriva da un oggetto usato nei teatri dell'epoca, il battacio, composto da due assi di legno, simile trappole per lo spettacolo che i personaggi stessi stanno mettendo in piedi e spunti comici per lo spettacolo ad una mazza, che, quando sbattuta, produceva un rumore molto forte con poca forza. Lo strumento era cui assistiamo noi, in una efficace sovrapposizione di ruoli e piani dimensionali. Risentimenti e gelosie tra noto in Inghilterra anche come slap stick, e dava quindi la possibilità agli attori di colpirsi ripetutamente uomini diventano zuffe tra attori in scena dando vita ad un secondo livello di narrazione, un intreccio senza farsi male. Si tratta di una delle prime rudimentali forme di effetto speciale. In tempi moderni, molte nell’intreccio, un nuova serie di errori nell’errore. commedie si ispirano ancora allo stile slapstick. ricorrendo spesso a gag fisiche per muovere a risata il pubblico, come per esempio alcuni dei film di Woody Allen, soprattutto quelli del primo periodo, e le Regia di Attilio Corsini commedie dei fratelli Farrelly. In Europa, negli anni cinquanta e sessanta fu Jacques Tati, con il suo Una compagnia scalcagnata in scena diventa esilarante dietro le quinte, mostrando i tic degli attori, i limiti personaggio Monsieur Hulot a rinverdire la comicità di tipo slapstick, mentre in tempi più recenti hanno interpretativi, le paturnie del regista costretto a metterli in scena velocemente e le piccole storie che avuto grande successo le serie comiche televisive britanniche di Mr. Bean (interpretato da Rowan Atkinson) rimescolano gli umori prima, durante e dopo la rappresentazione[…] I tre atti raccontano le prove e le e Benny Hill. Un moderno sottogenere derivato dalla slapstick è il cosiddetto splatterstick, la combinazione repliche di un testo assurdo nel quale un autore fugge dall’incedere delle tasse mentre un agente della sanguinolenza dei film horror e della slapstick comedy, come per esempio nel film Final Destination. Il immobiliare utilizza la sua dimora per un appuntamento pecoreccio con un’impiegata. Un ladro, una più grande esponente dello slapstik in Italia è senz'altro Paolo Villaggio. cameriera e un piatto di sardine, il contorno che stempera i toni piccanti diluendoli in una serie di entrate ed uscite di scena esilaranti. Se il regista mentre allestisce lo spettacolo è paragonabile ad un dio, torna con i piedi per terra nel secondo con un whisky in mano ed una doppia relazione all’interno della compagnia. Il Lo sforzo disperato che compie l'uomo nel tentativo di dare alla vita un qualsiasi significato è teatro vecchio attore torna a rincorrere la bottiglia mentre la soubrette tradisce anche se gli si promette vendetta. (Eduardo De Filippo) La caratterizzazione estrema dei personaggi: la svampita, la soubrette, il precisino, l’indeciso, l’ubriacone, l’aiuto e il suo regista, inducono dalle prime battute a deridere gli stereotipi, a burlarsi dell’incapacità a pregustare una serie di errori pronti a regalare fragorose risa. Il ritmo cresce costantemente con le aperture delle porte, con le entrate sbagliate, le scene ripetute, gli oggetti che non escono di scena mentre gli attori Il Rito (Ingmar Bergman) si perdono dietro le quinte. Nel secondo atto, durante lo spettacolo che non vediamo, con qualche bisbiglio Prossimo appuntamento con il cineforum Censura e moralità nell’arte e ritmate scene mute, la risata si fa più raffinata, la costruzione più elaborata, la resa più cerebralmente Lunedì 14 Novembre – h. 21:00 accattivante. Poi si torna in scena, niente va per il verso giusto, tutto sembra precipitare fino a che il sipario Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich) Rumori fuori scena (Peter Bogdanovich) 07 Novembre 2011 – h. 21:00 07 Novembre 2011 – h. 21:00