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Toregg: 21:46 [Cancelli] < cammina zoppicando leggermente al fianco sinistro di Thyra, 
precedendo di un passo Cassius che porta con sé una sacca scura da cui si ode lo sferragliare 
tipico del metallo e Iris che chiude il piccolo gruppo giunto dallo Jorravskr fino a lì, nel gelo di 
Winterhold. La mano sinistra è adagiata sulla testa di acciaio della Forgia Celeste dell’ascia a una 
mano che ciondola, ad ogni passo, contro il suo fianco, oscillando in quell’anello di ferro 
agganciato al cinturone d’arme, di morbido cuoio, che ne stringe la vita, poco sotto la fine della 
corazza di pelliccia rinforzata da placche di metallo sul torace e sull’addome. Le dita dell’altra 
mano, invece, ruvide e callose, seguono gli intricati ghirigori di rune incise sul pettorale tirato 
così a lucido da mettere in risalto il nero bitume che le fa risaltare rispetto al grigio del metallo, 
per poi risalire in direzione di quel baffo rossiccio che punta verso il cielo sgombro di nuvole, 
rigirandolo tra i polpastrelli quasi a voler scaricare la tensione evidente nella mascella contratta. 
> Per Talos, pensavo di cadere di sotto dal Ponte, quando quel fottuto vento ci è piovuto 
addosso. < parla a denti stretti, reclinando la testa verso la spalla destra per cercare di farsi sentire 
dalla Sorella di Scudo al suo fianco, schioccando la lingua sul palato in un moto evidentemente 
stizzito, a giudicare da come gli angoli delle labbra tendono verso il basso. Eppure, nonostante il 
forte vento che spira da Nord, gelido e pungente da condensare il fiato davanti alle labbra non 
particolarmente carnose, le braccia del Nord sono nude dallo spallaccio al gomito, lì dove si 
innestano i bracciali d’arme, rinforzati da placche di acciaio, lunghi fino a coprire parte del 
dorso delle mani, lasciando però le dita nude. A tracolla, sorretto da una larga cinghia di cuoio 
bollito, porta uno scudo tondo di legno di quercia, il cui umbone di metallo e il bordo 
mostrano i segni di mille battaglia con le loro infinite ammaccature. Gli occhi verdi come le 
paludi dello Hjaalmarch, incappucciati dalle palpebre spioventi verso il basso e leggermente 
socchiusi per le forti raffiche di vento, proseguono in direzione dei cancelli ormai prossimi, 
annunciando la meta individuata con un ennesimo schiocco della lingua. > Ci siamo quasi, 
ormai. < aggiunge a voce appena più alta del sussurro di prima, adocchiando l’uomo e la donna 
alle loro spalle. > 
! 
Annabelle: 21:52 [Faralda | Cancelli] < L’altmer Guardiana del Ponte sosta avanti ai cancelli 
aperti, illuminata dalle luci delle fiaccole accese su ogni lato, con l’incarnato dorato che spicca 
ancor meglio baciato dal calore delle fiamme a quel modo. Ha capelli rossicci e occhi d’ambra 
che scrutano con cura la lunghezza del Ponte pregiudicato dal Grande Crollo, così da non 
lasciarsi sfuggire il sopraggiungere del gruppetto di Compagni. Si stacca appena dalla parete e 
muove un paio di passi per andargli incontro, assottigliando le palpebre per mettere meglio a 
fuoco quei volti che si affacciano nella notte >...Benvenuti all’Accademia di Winterhold...< Parla 
generica, con quel suo accento caratteristico, alta, slanciata, agghindata con la veste tipica di chi 
appartiene in quel Collegio all’Ordine dei Distruttori > 
! 
Thyra: 21:57 [Cancelli] <Cammina accanto a Toregg, mantenendosi al passo alla sua destra 
mentre si guarda intorno come se stesse andando in gita, anziché in missione. Indossa 
un’armatura d’acciaio ricoperta da una patina opaca, con due discrete riparazioni all’altezza di 
un fianco e della spalla sinistra, ed un paio di robusti stivali di cuoio. In vita, assicurata ad uno 
spesso cinturone, porta una spada di acciaio della Forgia Celeste, mentre sulla schiena è 
affibbiato uno scudo di legno rotondo, dalla cerchiatura di ferro e dall’umbone che presenta 
tracce di ruggine ai bordi. I capelli biondi e fini sono legati sulla nuca da una stringa di cuoio, 
ma questo non impedisce loro di farsi sollevare dalla brezza ed annodarsi beatamente a sua
insaputa.> Non dare la colpa al vento, se i tuoi piedi non ti reggono.<Ribatte ironicamente a 
Toregg, rivolgendogli un sorriso scherzoso prima di voltarsi verso Iris e Cassius e far loro 
l’occhiolino. Quando, giunti all’ingresso, vengono accolti da Faralda, solleva una mano ed agita 
le dita in un cenno di saluto.>Salve.<Esclama agganciando un pollice alla cintura.> 
! 
Toregg: 22:14 [Cancelli] < borbotta qualcosa di intelligibile, a denti stretti, quando un’altra 
folata di vento schiaffeggia il viso abbronzato come quello di un Pescatore o di un Bracciante, 
evidenza di una vita trascorsa all’aperto e di un colore naturale chiaro, tendente a scottarsi con 
facilità. Ormai, però, la pelle del volto ha assunto la consistenza e l’aspetto del cuoio bollito, 
affogando e minimizzando le numerose efelidi che costellano l’epidermide lì dove è lasciata 
scoperta, come su quei bicipiti temprati da un duro e costante allenamento e messi in bella 
mostra, cosparsi di un vago accenno di peluria rossastra che sugli avambracci si va invece più 
folta. > Senti chi parla, Miss Cappa Lorina. < ribatte così alla ragazza al suo fianco, quando 
l’altra lo punzecchia nel vivo dell’orgoglio, schioccando ancora una volta la lingua sul palato in 
quel modo che sembra essere volutamente fastidioso oppure solo un’abitudine così connaturata 
da risultare un tic di cui neppure s’accorge. > Quante volte ci siamo fermati prima di arrivare 
qui? Dieci o Dodici? < aggiunge in quello sbuffo di fiato, senza preoccupare di abbassare la voce 
e di farsi udire così udire dai sue che li seguono appresso o dall’Altmer che si stacca dal muro 
per farsi loro incontro. Prende una lunga boccata d’aria, in modo decisamente fin troppo 
istintivo, schiudendo le labbra e inspirando a fondo, quasi a voler filtrare ogni odore sulla punta 
della lingua o all’interno del palato. Vi è qualcosa di profondamente animale nella posa del 
mento verso l’alto e in quegli occhi socchiusi, in tralice, mentre il labbro superiore, leggermente 
sollevato, mette in mostra una dentatura ingiallita e irregolare, soprattutto quella inferiore, dove 
alcuni denti si accavallano l’un con l’altro. > E’ un piacere rivedervi, Guardiana del Ponte… < 
afferma quando la donna dà loro il benvenuto all’interno dell’Accademia e il mento si abbassa, 
leggero, quasi a ricambiare il saluto dell’Altmer con quel semplice cenno. > ..anche se avrei 
preferito tornare quassù in altre circostanze. < schiocca la lingua sul palato, reclinando la testa 
verso la spalla destra, prendendo un lungo respiro, profondo e intenso. Ancora una volta, la voce 
è in contrasto netto con la corporatura e la solidità massiccia del Nord, simile per certi versi 
all’onda del mare che si abbatte sulla sabbia e poi si ritira, lentamente, senza perdere un roco 
borbottio sul fondo della gola. > Il Precursore ha deciso di accettare il compito di ritrovare la 
Figlia dell’Arcimago e ha inviato qui noi per raccogliere più informazioni possibili. < allarga il 
braccio destro, indicando così Thyra e gli altri due che li seguono. > 
! 
Annabelle: 22:24 [Faralda | Cancelli] < Un respiro appena più pronunciato degli altri, sembra 
esalare dalle labbra sottili dell’Altmer alle ultime parole di Toregg, andando a studiare il volto 
dell’uomo per alcuni lunghi istanti >...Ne siamo oltremodo lieti. Anche oggi, purtroppo...< 
Scuote la testa, piano >...Nessuna novità e, soprattutto, nessuna richiesta di riscatto. Questo ci 
fa pensare che, chiunque l’abbia presa, non fosse affatto interessato a soldi o beni materiali o...< 
Nemmeno finisce, taglia lì, allargando il braccio, richiamando un paio di maghi che indossano 
la sua stessa veste e che accorrono ligia al richiamo della loro Docente >...Pensatevi voi ai 
Cancelli, io accompagno Milady Cappa, il Signor Berenson e i loro accompagnatori 
all’Arcaneum. Fate sapere a Velanna che i Compagni sono alfine giunti e hanno accettato 
l’incarico. Lui ne deve essere informato...< Su quel pronome, i due Arcanisti si impettiscono ma 
Faralda non sembra preoccuparsene. Donna risoluta, abituata a scontri più che diretti, si volta
con un cenno verso il gruppetto di Compagni, invitandoli a seguirli. Taglia direttamente il 
cortile circolare a metà, su cui si affacciano i porticati incolonnati e le tre torri che compongono 
l’Accademia, uno per lato su cui la donna non porta nemmeno lo sguardo e una altissima, 
avanti a loro, sormontata da quella finestra azzurrata con sbalzato, a ferro e piombo, l’Occhio di 
Magnus, simbolo dell’intero Collegio. C’è una Statua a metà del cortile che sembra accoglierli a 
braccia protese ma nessuna fonte di energia visibile illuminata, solo normali luci che dondolano 
nelle più banalissime torce. Nessuno sfoggio magico, solo la curiosità dei vari studenti che si 
affacciano dai loro dormitori, assiepandosi chiassosi e civettuoli alle rispettive porte >...Non 
avete niente di meglio da fare, voi altri?...< Domanda Faralda al nulla davanti a sè e le teste più 
timide si ritirano di scatto mentre all’altmer, ora voltata rispetto al gruppetto, si sollevano 
appena le spalle >...siete mai stati all’interno del Collegio? 
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Thyra: 22:34 [] Quindici<Puntualizza serafica.> E due per far riposare il signor Ciolanka 
Sbilenka.<Lo punzecchia, adocchiando la gamba sulla quale Toregg zoppica sin da Jorrvaskr. La 
nuova folata di vento le pizzica il volto, smuovendo i fili di ragnatela dorata che costituiscono la 
sua capigliatura ed aggrovigliandoli ancora di più. Alle parole di Faralda sputa una ciocca che le 
è finita in bocca e si guarda intorno.>Che, abbiamo anche una Lady da qualche parte, ora? 
<Chiede con una punta di ironia, mentre segue l’Altmer insieme ad i suoi Fratelli di Scudo. Una 
volta varcati i cancelli e giunta sotto i porticati si lascia sfuggire un fischio di ammirazione, 
levando lo sguardo verso la statua.>Però. Vi trattate bene, voi maghi.<Esclama, riportando poi 
gli occhi ddel colore della bruma sulla schiena della donna che cammina davanti a tutti loro.>Se 
non è pervenuta alcuna richiesta di riscatto, allora scordatevi di liberarla sventolando sacchi di 
septim.<Commenta, tormentando con le unghie il bordo della cintura di cuoio.>E no, mai stata 
in accademia. Mi ca devo imparare le magie, per far volare la gente.<Ridacchia.> 
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Toregg: 22:43 [Cancelli] < ha i capelli rossi, venati da una sfumatura quasi aranciata alla luce 
delle torce, raccolti in una mezza coda dietro alla nuca, nel tentativo - più o meno riuscito - di 
tirare via dagli occhi alcune ciocche più lunghe, incurante di mettere in evidenza una 
stempiatura incipiente e la fronte decisamente ampia. Una serie di rughe più o meno profonde 
solca in orizzontale la pelle della fronte aggrottata dalle sopracciglia disordinate e abbassate verso 
gli occhi, disegnando un’ombra di densa malinconia in quello sguardo paludoso, putrido e 
scivoloso come le rive degli acquitrini che celano numerose insidie in agguato al loro interno. 
Alto poco meno di due metri, è perfino buffo vederlo al fianco di quella ragazza notevolmente 
più bassa di lui, disegnando così una sorta di articolo determinativo davanti agli occhi 
dell’Altmer. Le parole che la donna gli rivolge lo costringono a serrare in modo istintivo la 
mascella, sollevando la mano destra per arrotolare sotto ai polpastrelli quella punta del baffo che 
gira all’insù, un po’ per naturale propensione e un po’ per il tormento che continua a dargli, 
tanto spesso quanto gli schiocchi della lingua sul palato che accompagnano il più delle volte la 
fine dei suoi discorsi. > Di solito i rapimenti per chiedere un riscatto sono quelli più facile da 
risolvere, perché il ricattatore fa, il più delle volte, un passo falso. < parla con una certa sicurezza, 
annuendo tra sé un paio di volte, quasi si trattassero di riflessioni a voce alta. > Ma, all’inizio, 
sono i più difficili da seguire perché sono stati programmati nei minimi dettagli < piega ancora 
una volta la testa verso la spalla destra, continuando ad arrotolare il baffo fra le dita, incapace di 
distendere una fronte contratta tanto quanto la mascella. > Se, in questo caso, si è trattato di un 
gesto impulsivo e sconsiderato, si sarà o si saranno lasciati alle spalle numerosi indizi che
possiamo provare a seguire. < ancora sembra riflettere a voce alta, più che rassicurare 
direttamente Faralda, alternando lo sguardo fra la donna e quel gruppo di studenti a cui rivolge 
gli ordini spicci e pratichi, riprendendo il discorso che ha lasciato in sospeso un attimo prima. > 
E se hanno lasciato una pista, non c’è Guerriero con il Fiuto migliore di un Compagno. < 
aggiunge con una punta d’orgoglio a cui, però repentino segue il rabbuiarsi dello sguardo verde 
che, all’improvviso, sembra farsi più cupo e lugubre. Riprende a camminare dietro alla donna 
nel grande cortile circondato da torri dentro cui quella statua sembra accoglierli nel suo gelido 
abbraccio di pietra, trovandosi ben presto a lanciare un’occhiata torva alla donna al suo fianco. > 
Chiamatela Thyra, Mia Signora. Allo Jorrvaskr le donne ruttano più degli uomini e poco ci 
manca che facciano a gara d’uccello. < aggiunge in una stoccata rivolta a Thyra, a giudicare 
dall’occhiata sbilenca che le rivolge, aggiungendo anche uno schiocco della lingua sul finire, 
quasi a volerla stuzzicare ancora di più. > E’ la prima volta anche per me. < aggiunge, in coda 
alle parole di Thyra, tirando su con il naso e lasciandosi sfuggire un vago accenno di fastidio, 
quando il peso poggia con maggior insistenza sulla gamba destra, lì dove è evidente che le 
brache di cuoio bollito, aderenti contro le natiche e gli adduttori, sono state di recente 
rattoppate. > 
! 
Annabelle: 22:55 [Faralda | Edificio Principale] < Rivolta un poco indietro la testa controllando 
Iniziati e Arcanisti che si affacciano dai rispettivi alloggi, qualcuno appostandosi dietro le 
colonne che avvolgono l’intero cortile interno. Un gruppetto di civettuole bretoni iniziano a 
ridere, in modo decisamente giulivo, all’affacciarsi dell’alto Nord e ai membri dei Compagni 
non risulterà difficile scorgere come, per quanto riguarda la distribuzione razziale, lì dentro, la 
razza autoctona sia la meno rappresentata tra i membri del collegio. Molti Altmer, diversi 
Dunmer, numerosi Bretoni e qualche Imperiale ma di Nord, almeno a portata di sguardo, non 
sembra essercene traccia. Faralda si ritrova ad annuire alle parole della donna, prima >...almeno 
tra di noi, di trattarci bene, ce lo concediamo...< Risponde così, vagamente sibillina, per poi 
riportare lo sguardo verso l’ampia porta che va spalancando, con entrambe le braccia. 
Nonostante tutto l’Altmer senza avere in sé una discreta forza e un corpo ben allenato e tornito, 
per nulla lasso, non a caso probabilmente le sia stata affidata la salvaguardia del Ponte. Invero, 
scansando parte della tunica che sovrasta la veste da Distruttore, non risulta difficile scorgerle 
anche un’arma al fianco. A tal proposito si rivolta verso il gruppetto, indicandogli le rastrelliere 
poste oltre l’ingresso >...So che siete nostri ospiti ma spero mi comprendiate che non possiamo 
sovvertire regole vecchie di secoli. Sono sicura che anche voi, nella vostra dimora, preferiate 
ricevere solo esterni disarmati...< Lì invita dalla soglia, cedendogli il posto. Da lì è possibile 
scorgere la Sala degli Elementi, attraverso le porte dischiuse. Al suo interno, alcuni studenti si 
stanno allenando vicino ad un Docente intento a mostrargli qualcosa su un grosso volume che, 
nessuna mano sta invero sostenendo. Faralda non ci fa nemmeno caso e si rivolge direttamente a 
Toregg >...La persona che ha portato via Annabelle, ha incrociato anche me, all’ingresso del 
Ponte. E io...< Un velo di disagio mentre allontana lo sguardo ambrato >...non ricordo 
nemmeno la sua voce. Solo..< Allarga una mano, vagamente frustrata, nonostante la tipica 
compostezza Altmer >...corporatura media, altezza media, colori vaghi. Non ricordo nemmeno 
il suono della sua voce e tutto questo...< Deglutisce e torna a loro >...è impossibile. Che io 
dimentichi per errore qualcosa fino a questo punto non è possibile. Non ricordo nemmeno con 
che motivazione l’ho lasciato passare. C’è qualcosa che non quadra in tutta questa faccenda... 
!
Thyra: 23:06 [] <Avanza a gran passi sotto il porticato, pestando con decisione le pietre del 
lastricato con le suole degli stivali. Il fodero della spada batte ritmicamente contro la sua coscia 
inguainata nei ruvidi calzoni di lana, accompagnando con dei tonfi leggeri il cigolio delle 
cinghie dell’armatura. Schiocca la lingua alle parole di Toregg, annuendo con orgoglio quando 
Toregg parla del fiuto dei Compagni.>Gli staremo alle calcagna fino a che non lo 
staneremo.<Rincara, prima di storcere il naso alla proposta di consegnare le armi.>Uh… 
d’accordo.<Acconsente di malavoglia, sfilandosi il cinturone d’arme e lasciando il tutto 
all’ingresso. Ascolta con stupore le parole di Faralda, ed al suo vago e confuso resoconto scrolla il 
capo.>Tutto questo mi puzza di magia.<Borbotta, rivolta ad Iris e Cassius.>E non poco. 
! 
Toregg: 23:13 [Edificio Principale] < segue la donna ad alcuni passi di distanza, quasi non 
volesse risultare troppo opprimente o per il semplice motivo che la sua gamba destra non 
sembra sorreggerlo adeguatamente e il cammino dallo Jorrvaskr fin lassù non ha certo giovato. 
Si ritrova spesso a respirare con le labbra socchiuse, in una respirazione decisamente più 
accelerata di quella degli altri tre che lo hanno accompagnato da Whiterun alternata a qualche 
ringhio basso e gutturale, quando il labbro inferiore si contrae in un altro spasmo di dolore che 
lo costringe a socchiudere gli occhi. Li riapre un attimo dopo essere sfilato accanto a quel 
gruppetto di civettuole bretoni e inspira una lunga boccata d’aria, ruotando il mento nella 
direzione delle donne verso cui lancia un sorriso sfacciato, quasi una sorta di invito ad aspettare 
più tardi. Che non siano Nord, non sembra che a lui importi più di tanto a giudicare da come 
le squadra dalla testa ai piedi, distraendosi per un breve istante dalle istruzioni di Faralda. Si 
ritrova così a guardare l’Altmer, per un breve istante, sbattendo solamente le lunga ciglia rosse, 
capendo il succo del discorso della donna solo quando lo sguardo verde come gli acquitrini dello 
Hjaalmarch incontra le rastrelliere agganciate contro il muro dell’Ingresso. > Soprattutto alla 
luce di quello che è successo pochi giorni fa.. < parla e le grandi mani callose si ritrovano a 
sganciare direttamente il cinturone d’armi, depositandolo, insieme allo scudo, nel primo spazio 
libero. > ..ogni precauzione non è mai troppa. < annuisce appena alle parole che ha 
pronunciato, quasi a voler rassicurare la donna che li ha accolti all’interno di quelle mura 
impregnate di Magia perfino nell’aria che si respira. > Non lo prediamo come un’offesa 
personale. < aggiunge di rimando all’Altmer, senza però davvero guardarla, attirato da 
quell’uomo che spiega qualcosa da un libro sospeso a mezz’aria. > Per le ossa di Shor. < 
borbotta, tra sé e sé, incredulo, schioccando la lingua in modo piuttosto sonoro e allungando la 
mano destra ad indicare proprio il docente a Faralda e a tutto il gruppo. > Cazzo, quella è della 
fottuta Magia. < parla e punta il dito, diretto e privo di tanti filtri nel linguaggio decisamente 
diretto e colorito, ben poco adatto alla politica o alla diplomazia. > Invece quello di cui sta 
parlando lei mi sembra ancora qualcosa di diverso, visto che la Maga sembra essere sorpresa 
tanto quanto lo siamo Noi. < parla a Thyra, Iris e Cassius quasi come se Faralda non fosse lì con 
loro, nonostante la indichi più volte con un cenno del capo e, sul finire, torna ad inquadrare la 
figura dell’Altmer. > E’ per questo che, nella vostra lettera, avete parlato di una.. < aggrotta le 
sopracciglia, quasi cercasse di trovare la parola giusta. > ..mano non umana? 
! 
Annabelle: 23:26 [Faralda | Scale] < Annuisce alle parole di Thyra, vagamente sollevata ogni 
volta che uno dei Compagni tenta di rassicurarla sulla riuscita dell’impresa. Attende che il 
gruppetto si privi di armi e rivolta la testa allo sbotto di Toregg, le labbra che si piegano 
vagamente in sorriso di circostanza >...Sarebbe stato oltremodo imbarazzante se non ci fosse
stato nemmeno un grammo, di Magia, tra queste mura. Comunque sì...< Annuisce, piano 
>...quella lo è. Ora venite...< E sì dicendo di incammina verso la scalinata interna, facendogli 
cenno >...Annabelle, come ogni sera, mi stava venendo incontro sul Ponte, come la volta che 
l’avete incontrata anche voi...< Accenna, in direzione di Toregg >...ma al Sigillo non è mai 
arrivata. Deve aver incontrato questo individuo lungo il percorso perché poco dopo è tornata 
indietro, con lui...< E sì dicendo comincia a macinare gradini, a passo svelto e slanciato >...Tre 
uomini dell’Accademia li hanno incontrati e, interrogati, hanno risposto tutti la stessa cosa: 
corporatura media, altezza media, vestito di scuro, non ha parlato, non ha alzato lo sguardo ma, 
a detta loro, Annabelle lo portava con sé in modo tranquillo, asserrendo che era un malato che 
necessitava di curo. E’ una Guaritrice, la cosa non è sembrata strana a nessuno, specie perché 
io...< E lì la donna si irrigidisce in un lieve scatto nervoso che le fa guizzare la guancia sinistra 
>...l’ho lasciato passare tranquillamente. Il fatto è che, sono saliti fino all’Arcanaeum e questa è 
un’altra stranezza...< Terminate le scale si avventura verso la posta accostata di quel luogo 
appena nominato, fermandosi sulla soglia e rivoltandosi verso il gruppetto >...di cui la Giovane 
è Custode e, credetemi, quando vi dico che non permetterebbe mai a nessuno di entrare in 
questo posto, sono davvero seria. E’ ligia alle ristrettezze persino con noi Docenti per cui se ha 
portato qualcuno qui dentro, contravvenendo ad un migliaio di regole, regole dettate da suo 
Padre, Annabelle deve aver avuto un buon motivo...< Prende un lungo respiro >...O non sapeva 
quello che stava facendo, o ha creduto di non avere scelta. Solo che...< Scuote piano la testa 
>...le persone che l’hanno incontrata hanno detto che era estremamente normale, lucida, la 
solita Annabelle. Forse frettolosa ma hanno pensato che le condizioni del malato potessero 
essere gravi... 
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Thyra: 23:33 [] <trotterella dietro a Toregg e Faralda, guardandosi intorno incuriosita.>Per i 
gioielli di Ysgramor!<Esclama, alla vista degli studenti impegnati ad esercitarsi.>Non è che ci 
sparano qualcosa addosso, vero? Qualche palla di fuoco o cose simili?<Domanda, guardando gli 
apprendisti con sospetto. Per precauzione si sposta dall’altro lato del gruppetto di cui fa parte, 
lontano dalla loro portata. Alle parole di Faralda scuote il capo, facendo ondeggiare le volatili 
ciocche che le contornano il viso.>Brutta storia. Sembra quasi di dover cercare un fantasma. 
Non abbiamo mai cercato fantasmi!<Esclama entusiasta, prima di zittirsi di nuovo ed ascoltare il 
resto del resonconto.> 
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Toregg: 23:46 [Scale] < riporta la mano puntata in direzione del docente al viso, grattando con 
quelle unghie corte e nere la tempia destra e scivolando verso il basso, percorrendo la larga 
basetta e affondando nella barba scarmigliata e ispida, sfatta da qualche giorno che, incolta, 
diventa un tutt'uno con i capelli nel risalire in direzione dell’orecchio. Si ritrova ancora una 
volta a guardare quel libro sospeso a mezz’aria con quella nota vagamente incredula nello 
sguardo melmoso, ma quando Faralda si rimette in movimento cerca di affrettarsi per star dietro 
al passo lungo della donna con il suo claudicante, stringendo i denti ad ogni fitta di dolore che 
lo punge ogni qualvolta si lascia andare a poggiare il peso del corpo sulla gamba destra. Ha una 
modo di avanzare tutto suo, in cui al piede segue sempre il braccio dello stesso lato del corpo e 
che sembra donargli un’andatura leggermente ciondolante e arrogante, perfino baldanzosa se 
non fosse per quell’ombra di densa malinconia che mitiga e smussa quella prima impressione. > 
Mh. < è tutto ciò che commenta mentre il racconto di Faralda si arricchisce di particolari 
dall’aspetto decisamente inquietante e sinistro, lasciando il tempo alla donna di parlare senza
mai interromperla. Cerca, ripetutamente, lo sguardo di Thyra, Cassius e Iris, senza però 
rivolgere loro direttamente alcuna frase, limitandosi a rimuginare sui dettagli che l’altra gli 
concede e che estrapola dai suoi ricordi più o meno confusi sull’argomento. > E’.. interessante il 
vostro racconto, anche se forse questa non è la parola più appropriata da usare. < piega le labbra 
verso il basso con un’evidente ironia, reclinando la testa verso la spalla destra e sbirciando da 
quella porta socchiusa su quel luogo dal nome tanto mistico: Arcanaeum. E’ evidente quella 
scintilla di curiosità che attraversa, come un lampo, lo sguardo putrido dell’uomo, quasi cercasse 
di focalizzare i segreti rinchiusi fra le pareti di quel luogo misterioso. > Potrebbe averla condotta 
a questo Arcano < storpia più o meno volontariamente la parola, quasi fosse incapace di ripetere 
il termine usato dall’Altmer e, per questo, trovandosi ad arrossire appena sulle gote spigolose. > 
nello stesso modo in cui questa persona misteriosa ha convinto voi a farlo passare sul Ponte e ha 
fatto credere alla Figlia dell’Arcimago di essere malato e bisognoso di cure. < una pausa, 
aggrottando la fronte in un moto pensieroso e teso. > Oppure.. < la seconda ipotesi dei fatti 
sembra lasciargli qualche dubbio, ma, dopo una rapida occhiata in direzione dei Compagni 
giunti con lui, sembra convincersi a pronunciarla a voce alta. > ..era un uomo che conosceva e 
di cui si fidava così tanto da disubbidire ai veti posti dell’Arcimago. Credete che la persona in 
questione.. < una pausa, abbassando la voce, quasi a voler cercare il sostegno della donna. 
> ..possa essere uno spasimante di cui la giovane si è invaghita? 
! 
Annabelle: 00:02 [Faralda | Arcanaeum] < E’ ancora ferma sulla soglia dell’Arcanaeum e si 
rivolta a studiare il gruppetto, assottigliando le palpebre sulle battute di Thyra. Scuote 
prontamente la testa >...Nessun fantasma. Questo individuo aveva un corpo molto forte e, una 
volta entrati, capirete il perché anche voi...< Riporta lo sguardo in direzione di Toregg, 
ascoltando le elucubrazioni dell’uomo fino a farlo arrivare alla fine. Diverse volte ha disteso le 
dita delle mani per poi richiuderle lentamente se mai palesare alcun potere magico >...Se lei era 
sotto il suo...< Preme le labbra una sull’altra, lentamente >...se lei fosse stata convinta davvero 
che era un malato da soccorrere, l’avrebbe portato nelle stanze adibite alle cure, tra i maghi del 
Recupero o gli Alchimisti. Dunque...< E lì si rivolta a studiare le porte dell’Arcanaeum >...che 
l’avesse minacciata o che l’avesse assoggettata in qualche modo, questo l’uomo a questo punto 
temo fosse un obbiettivo. Ma perché portare via anche lei, a questo punto?...< E in quell’istante 
spinge le due porte, aprendo alla vista del gruppetto lo spettacolo sul quel tempio del sapere. 
Una quantità infinita di libri sono accuratamente ordinati sugli scaffali che corrono tutti intorno 
alle pareti circolari, altri armadi sembrano perfettamente sigillati, come le vetrine che 
contengono oggetti incantati e pietre dell’anima rilucenti, nessuna nera però. Tutto sembra 
intatto, non un vetro frantumato, non una porta divelta, non un segnale che lì dentro sia stata 
usata della magia per difendersi, di nessun genere. L’odore di cera, pergamena e inchiostro, 
permeano l’intero ambiente. Sull’ultimo commento di Toregg, l’Altmer rivolta il capo e scuote 
la testa, senza ombra d’esitazione >...Impossibile. Annabelle non conosce nessuno al di fuori 
dell’Accademia. E quando dico nessuno, intendo nessuno. Aveva ottenuto da pochi giorni il 
permesso per arrivare fino al Ponte...< Allontana lo sguardo puntandolo verso l’interno ove un 
avvallamento fa assomigliare la biblioteca ad una arena ricostruita tra scaffali posti a cerchi 
concentrici >...l’unica persona che ha conosciuto al di fuori di questo posto, siete voi, Milord 
Berenson...< E piano si avvia verso un tavolo con un lume spento, l’unico angolo disordinato di 
quella biblioteca. Ci sono della calzature da donna buttate alla rinfusa sul pavimento, una 
pergamena ancora abbandonata al suolo e una poltrona rovesciata sul pavimento con un
mantello candido, ornato di pelliccia, abbandonato sulla seduta. Sul tavolo tre libri 
ammonticchiati, una boccetta di inchiostro borgogna, ancora aperto e una piuma sporca, 
abbandonata di lato >...Le porte erano sbarrate dall’interno, si erano chiusi a chiavi. Abbiamo 
dovuto aprirle con la forza quando la giovane ha gridato aiuto con quanto fiato aveva in 
corpo...< Si rivolta piano a cercare lo sguardo del gruppetto riunito, sondando ad uno ad uno i 
loro volti > 
! 
Annabelle: 00:05 [Faralda | Arcanaeum] Questo Luogo...< Si affretta a correggere >...a questo 
punto era un obbiettivo. 
! 
Toregg: 00:19 [Arcanaeum] < tormenta, fra i polpastrelli della mano destra, la punta del baffo 
che gira all’insù, incapace di spazzare via dallo sguardo melmoso quell’ombra densa di tangibile 
preoccupazione capace di addensare ancor di più la malinconia profonda insita negli occhi verdi 
imprigionati in un limbo da cui non sembra riuscire a liberarsi. Ha superato abbondantemente i 
trent’anni, ma il viso abbronzato dimostra qualche primavera in meno, anche se a guardare le 
rughe attorno alle labbra o quelle che solcano in orizzontale la fronte, spaziosa per colpa di 
quella stempiatura incipiente, non è molto difficile avvicinarsi alla sua reale età. Annuisce una 
sola volta, alle prime parole di Faralda, lasciando scorrere la lingua sotto ai denti e soffermandosi 
più a lungo sui canini leggermente più grossi di quanto è comune. > Poniamo che questo luogo 
fosse davvero l’obiettivo di questo individuo, ci è necessario sapere che cosa vi è rinchiuso qua 
dentro di così.. < ma ammutolisce, perché le porte della Biblioteca si spalancano e quel tempio 
del sapere viene mostrato a tutti loro, riempiendo ben presto le narici dilatate dell’uomo con 
l’odore della pergamena e dell’inchiostro. Si trova, in modo inconscio, ad annusare l’aria della 
stanza che si è spalancata per loro, prendendo un lungo e profondo respiro, mentre il cranio 
ruota a destra e a sinistra, sferzando l’aria alle sue spalle con la mezza coda che gli tira indietro i 
capelli rossi. Ha un modo tutto suo di aprire, con estrema lentezza, le palpebre semi socchiuse 
in quel movimento ampio del collo, quasi studiasse il nuovo luogo più che con la vista con 
l’olfatto per scoprirne i segreti più intimi. > ..prezioso. < conclude dopo quell’ultima boccata 
d’aria polverosa, lasciandosi sfuggire uno schiocco secco della lingua sul palato. > Per la barba di 
Shor, immagino che per chi sa leggere questo posto rappresenta ciò che è la Forgia Celeste per 
ogni Fabbro di Skyrim. < una pausa, adocchiando con la coda dell’occhio Cassius. > Il meglio a 
cui poter aspirare. < e lo dice con una punta di doloroso orgoglio, sollevando la mano destra per 
andare a grattare il pettorale sinistro e immergendosi, per qualche battito di ciglia, in un silenzio 
cupo, doloroso, quasi quell’affermazione gli avesse causato una fitta piuttosto acuta lì dove 
giacciono le dita della mano ora immobile sul metallo, nemmeno stesse pronunciando un 
giuramento. Si riscuote dai suoi pensieri torvi, quando il luogo dello scontro si palesa allo 
sguardo e gli occhi verdi studiano con attenzione soprattutto le scarpe e il mantello bianco 
abbandonato all’interno di quel luogo polveroso. > Mh. < è un mugolio pensieroso, mentre lo 
sguardo passa in rassegna anche ciò che resta sul tavolo, soffermandosi su quella boccetta ancora 
aperta e una piuma intinta nell’inchiostro. > Deve essere successo tutto molto in fretta. < è la 
prima cosa che commenta, allungando la mano destra a indicare i vestiti, le scarpe e, 
soprattutto, la boccetta aperta. > Avete toccato qualcosa qui dentro, Guardiana? Siete stata voi a 
lasciare l’inchiostro aperto? < aggiunge tornando a sollevare la mano in direzione del baffo 
rigirato all’insù, adocchiando l’Altmer in evidente attesa di una sua risposta. > 
!
Annabelle: 00:35 [Faralda | Arcanaeum] < Si ferma proprio in quella porzione di ambiente dove 
regna quel piccolo Caos, rivoltandosi e posando le mani sui fianchi snelli in quella posa che 
assume sempre anche sotto il castelletto del Ponte d’ingresso >...Non manca nulla. Ci sono 
oggetti di inestimabile valore in questo luogo ma dopo due giorni di inventario possiamo dire 
che non è stato toccato niente. C’è persino la chiave di Annabella, ancora appesa all’interno 
della porta e già solo quella...< Si stringe nelle spalle >...non cercavano Septim, anche per questo 
l’ipotesi del riscatto è oltremodo improbabile. Se lo sarebbero preso da solo, una volta qui 
dentro, ponendo fine alla vita del loro testimone, immagino...< E lì abbassa lo sguardo, 
indicandogli i tre libri allineati sulla scrivania su cui troneggiando ancora inchiostro e piuma 
>...Non abbiamo toccato nulla, volutamente, in questo punto, perché chiunque partecipasse alle 
ricerche se ne facesse un’idea propria. Annabelle ha recuperato questi tre volumi che non sono 
nemmeno dei libri veri e propri...< Solleva lo sguardo verso il gruppetto dei Compagni, 
annuendo >...Sono registri. Registri di tutti gli Iniziati e Arcanisti che abbiamo avuto in 
Accademia, piuttosto recenti...< Sfiora il primo volume con le dita >...le lezioni che sono state 
loro impartite...< E arriva al terzo volume coi polpastrelli >...e un archivio delle merci vendute 
ai membri interni al Collegio. Li teniamo a parte rispetto alle vendite effettuate agli esterni, per 
il semplice fatto che gli interni non abbisognano di molte garanzie...< Poi si rivolta ad indicare 
la pergamena lasciata nel mezzo, sul tappeto, a faccia in sù >...Quella è stata scritta da 
Annabella, la grafia è la sua e l’inchiostro usato è questo che vedete aperto come lei l’ha 
lasciato...< Preme lieve le labbra e prende un lungo respiro prima di iniziare a parlare >...ma se 
leggete..< Ma lì si blocca, memore di qualcosa che la spinge a guardare negli occhi Toregg, 
qualche istante più degli altri >...insomma, su quella pergamena c’è il testo di una Ballata, una 
delle Preferite di Annabelle, Ragnar il Rosso per la precisione...< E la fronte le si corruga come 
lo sguardo le si adombra >...Annabelle è stata qui dentro, con il suo rapitore, ha consultato quei 
registri e poi ha scritto una ballata su una pergamena?..< Si stringe appena nelle spalle, liberando 
l’aria dal naso >...che senso può avere?...< Con il mento dorato gli indica la pila dei libri >...li 
abbiamo sfogliati interamente, non c’è un segno, nessuna pagina marcata. Piuttosto che rovinare 
un libro, per salvarsi la vita, quella benedetta ragazza si farebbe amputare tutte e due le 
braccia...< si lascia appena andare a quella esternazione, prima di rivoltare lo sguardo verso una 
porta davvero malmessa, riallineata su cardini divelti, legno sfaldato, schegge volate ovunque 
>...mentre lei stava urlando, e gli altri cercavano di raggiungerla, purtroppo non in tempo, loro 
sono usciti da lì...< E prende un lungo respiro, come se il peggio dovesse ancora venire >...Solo 
che lì...< E si interrompe, incamminandosi anche per quella porta > 
! 
Toregg: 00:48 [Arcanaeum] < solleva lo sguardo in direzione di quelle pareti ingombre di libri e 
di quelle vetrine colme di oggetti che per lui non sembrano essere particolarmente significativi, 
a giudicare da come passa oltre lo sguardo senza soffermarsi più del dovuto, atterrando poi 
ancora una volta sugli indumenti abbandonati all’interno della stanza che profuma di polvere, 
inchiostro e pergamena. Lui, dal canto suo, ha appiccicato addosso un afrore di selvatico, simile 
a quello del sottobosco bagnato all’alba dalla rugiada della notte, acidulo come il sudore che ne 
appesantisce la pelliccia della corazza e, per ceti versi, simile al profumo muschiato degli animali 
che abitano le Foreste di Skyrim. E’ un odore prettamente maschile, decisamente più pungente 
di quello che domina l’interno di quel luogo di studio, acuito dall’abbondante sudorazione di 
cui è afflitto il Nord e che si rivela in quella patina di sudore appiccicosa sulla pelle abbronzata 
delle braccia nude dal bicipite fino al gomito. Schiude le labbra, quasi fosse pronto ad
aggiungere qualcosa, quando le parole successive di Faralda lo costringono a chiudere le labbra 
di scatto e limitarsi a un semplice sbuffo asservito. > Mh. < un mugolio a cui segue una sorta di 
basso ringhio a denti stretti, quasi non avesse gradito particolarmente il proseguire di quel 
discorso che sembra ripercorrere le ultime ore della giovane Figlia dell’Arcimago all’interno delle 
pareti dell’Accademia. > Registri e Vendite. < ripete e immagazzina quell’informazione dietro il 
cenno d’assenso del capo che rivolge alla donna, limitandosi ad allungare il mento in direzione 
della pergamena e di quei libri, guardandoli come si confà con un oggetto estraneo e 
sconosciuto. > Avete fatto bene a non toccare nulla, perché questo luogo racconta con 
precisione una storia, per quanto triste possa essere. < parla a voce bassa, ruotando il capo in 
direzione dell’uomo e delle due donne che lo seguono da vicino, limitandosi a passare in 
rassegna i loro volti mentre le labbra si schiudono per lasciarsi sfuggire quelle note basse e 
ruvide. > Così di un baleno il duello iniziava, con la prode Matilda che parava e affondava < … 
> Del povero Ragnar la sorte è segnata, di lui ci rimane una testa mozzata! < è decisamente 
intonato, dotato di una musicalità innata nella voce che si concretizza soprattutto quando le 
parole diventano note e, senza saper leggere, si trova a ripetere gli ultimi versi appuntati dalla 
donna sulla pergamena. > Forse sarà un azzardo, ma è probabile che questo individuo sia alla 
ricerca di qualcuno che è stato un membro dell’Accademia e a cui avete venduto qualcosa che 
alla persona che ha rapito Annabelle interessa così tanto da rapire la Figlia dell’Arcimago per 
ottenerlo. < spezza l’incanto della ballata per tornare a parlare, oltrepassando quell’angolo in cui 
si è consumato lo scontro per seguire l’Altmer verso la successiva stanza, senza perdere quella 
profonda ruga che segna la fronte in orizzontale. > E’ probabile che quella ballata sia in qualche 
modo la causa di tutto ciò, Guardiana. < piega la testa verso la spalla destra, guardando in modo 
piuttosto sfacciato la schiena della donna che fa loro da guida. > Alla fine della storia, Matilda 
taglia la testa di Ragnar ed è probabile che sia stata recepita come una minaccia neppure troppo 
velata. 
! 
Annabelle: 01:05 [Faralda | Arcanaeum] Mi state dicendo che Annabelle...< Mentre cammina 
rivolta la testa verso Toregg, spostandosi in direzione di quella porta che cerca di far ruotare 
piano sui cardini mal messi >...una donna che non ha mai varcato le soglie di questo posto...< E 
lei quella soglia la spalanca facendo entrare il gelo della notte e il buio che fuori si addensa. C’è 
un terrazzo che si staglia oltre quell’uscio che ha visto ovviamente momenti migliori e Faralda si 
incammina per andare all’esterno, attendendo il gruppetto >...si è messa a minacciare il suo 
rapitore con una ballata? Persino per lei mi sembra davvero così strano..< Si concede, allargando 
il braccio ad indicargli il terrazzo a strapiombo sul Mare dei Fantasmi >...E’ collegato con l’altra 
porta da cui però non sono passati e....< Va ad affacciarsi alla merlatura mentre le correnti 
ascensionali, gelide, le strappano un paio di brividi e i capelli che si sollevano verso l’altro >...o si 
sono schiantati entrambi sulle rocce o caduti in mare o...< E lì solleva la testa a guardare le lune 
e il cielo stellato, in parte occultato dalle nuvole >...ditemelo voi, quante creature che volano e 
possono portare un’esile donna conoscete?...< Si rivolta verso i Compagni, posando di nuovo le 
mani sui fianchi >...perché noi Maghi questo non lo sappiamo fare. Non c’erano funi, rampini, 
segni sul parapetto, niente. Un momento prima urlava, un momento dopo...< Preme le labbra 
una sull’altra >...spariti. E, da che io sappia, non esiste nemmeno alcun oggetto che possa 
portare via due corpi, contemporaneamente...< Distoglie lo sguardo dall’uomo per riportarlo 
verso l’entroterra di Winterhold >...Il Padre di Annabelle sta percorrendo tutti gli Hold a Nord, 
inseguendo la pista più semplice, un odio più palese, giacché tutti sappiamo chi manifesta più
facilmente l’astio verso questo Collegio. Da qualche parte doveva pur cominciare. Tuttavia...< 
Sposta piano lo sguardo >...visto che pensiamo un po’ tutti che, a questo punto, stessero 
cercando qualcuno o qualcosa che era su quei registri, anche gli Hold a Sud meritano di essere 
setacciata alla stessa maniera..< Torna all’uomo >...Riften, Markhart..< Si stringe appena nelle 
spalle >...conoscete queste lande forse meglio di chi si è rintanato in questo posto ormai da 
tantissimi anni...< Difficile comprendere se stia parlando di sè, dell’Arcimago o di Annabelle. 
Non specifica, riportando lo sguardo verso il Gruppo >...E’ tutto quello che sappiamo... 
! 
Toregg: 01:29 [Arcaneum] < cammina dietro a Faralda e, ad ogni passo, è evidente come la 
zoppia si faccia più marcata, appesantendogli il passo e costringendolo perfino a strisciare la 
gamba destra sul pavimento quando le pulsazioni dal ginocchio rattoppato si arrampicano 
lungo gli adduttori e, da lì, al bacino. Si ritrova a stringere i denti per il male, imprecando a 
labbra così tirate da essere del tutto sbiancate sotto la pressione e emettendo un gorgoglio simile 
a un ringhio d’allerta, mentre piega la spalla destra per allungare le dita della mano a tastare il 
punto delle brache ricucito di recente con un filo leggermente più chiaro del cuoio delle brache. 
Quando nota Faralda in leggera difficoltà con la porta scricchiolante sui cardini, allunga la 
mano sinistra quasi a voler aiutare l’Altmer a schiudere l’uscio, ma prima che possa davvero 
rivelarsi utile in qualche modo alla Guardiana del Ponte, ecco che il balcone si rivela a loro. 
Socchiude gli occhi quando è il vento ad accoglierli all’esterno, schiaffeggiando senza scrupoli la 
pelle abbronzata e simile a cuoio bollito per la sua ruvida consistenza. > Non ho detto che 
l’abbia fatto volutamente, Guardiana. < la corregge, senza spocchia, limitandosi a piegare la testa 
verso la spalla destra e lanciando una rapida occhiata agli altri, quasi a verificare che siano tutti lì 
con lui. > Ho detto che, probabilmente, il suo rapitore ha trovato una qualche sorta di minaccia 
in quella ballata messa sulla pergamena, se questa è davvero l’ultima cosa fatta da Annabelle 
prima che lei e questa misteriosa figura.. < una pausa, deglutendo un grumo denso di saliva e 
allungando il collo in direzione del parapetto e del vuoto che si stende sotto ai loro piedi, 
ritraendosi di scatto, quasi avesse una qual certo problema con le altezza. Prende un respiro 
profondo, cercando di inghiottire, all’interno degli occhi verdi e paludosi, quell’improvviso 
lampo ambrato che ha scosso quel velo di densa malinconia. Solleva anche il labbro superiore, 
arricciando il naso e mettendo in mostra la dentatura ingiallita, affatto regolare, in un gesto 
terribilmente istintivo e atavico, quasi si trovasse faccia a faccia con un nemico naturale. 
> ..spiccassero il volo. < vi potrebbe essere una nota di ironia fuori luogo in quella scelta di 
parole, ma non vi è alcun sorriso sulle labbra affatto carnose ancora contratte in quella smorfia 
decisa e dura. Raddrizza la schiena dapprima indietreggiata, socchiudendo ancora gli occhi 
infastidito dal forte vento che si abbatte su di loro a quell’altezza, mentre la voce torna a sfuggire 
dalla bocca per riempirsi di una nota questa volta più decisa e risoluta, quasi fossero giunti alla 
resa dei conti. > Scartiamo l’ipotesi che si siano schiantati al suolo o che siano affogati nel mare, 
perché altrimenti sono certo che li avreste già trovati e che è stata la prima strada che avete 
percorso. Nel bene e nel male. < non vi è alcuna domanda in quel tono di voce, quanto una 
serie di affermazioni che non sembrano richiedere conferma. > Se l’Arcimago è andato a Nord, 
allora noi ci occuperemo di perlustrare il Sud e l’Ovest di Skyrim, battendo ogni lembo di 
fottuta terra. < solleva la mano destra, come a voler contare qualcosa sulla punta delle dita. > 
Riften, Whiterun Hold, Reach, Haafingar, Hjaalmarch e Falkreath, senza lasciare niente al caso. 
< si volta appena in direzione dei tre che sono giunti fino a lì. > Ci divideremo in squadre di tre 
uomini per muoverci agilmente e senza nominare mai, per alcun motivo, l’identità della donna
che stiamo cercando. < un lungo silenzio, adocchiando i volti dei tre Compagni con una certa 
severità, prima di tornare a voltarsi in direzione di Faralda. > Voi ci consegnerete una descrizione 
accurata della ragazza, dall’aspetto fisico fino ad elencare tutti i tipi di Magie che è in grado di 
fare, perché la precauzione non è mai troppa. < tira su con il naso, rumorosamente, alzando 
appena la voce per cercare di sovrastare il rumore delle onde che si infrangono molti metri sotto 
i loro piedi, inghiottite dall’oscurità della notte e tinte d’argento dalla luce delle due Lune. > Ci 
consegnerete anche le scarpe e il mantello abbandonati là dentro, oltre a un cambio di abiti 
freschi perché con la pioggia degli ultimi due giorni non può che averne necessità. < aggiunge 
con una certa praticità, facendo un cenno alla donna in direzione dell’interno. > Prima 
iniziamo, meglio è. Il tempo, purtroppo, non è a nostro vantaggio, ma non c’è sfida che un 
Compagno non riesca a vincere, Mia Signora. < e lo dice sollevando il mento con una punta 
d’orgoglio, allargando anche la mano destra ad indicare all’Altmer l’Arcanaeum, attendendo che 
lei torni a precederli all’interno per poi sparire, a sua volta, nella Biblioteca, lasciando dietro di 
sé l’odore pungente del sottobosco e del muschio. >

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  • 1. Toregg: 21:46 [Cancelli] < cammina zoppicando leggermente al fianco sinistro di Thyra, precedendo di un passo Cassius che porta con sé una sacca scura da cui si ode lo sferragliare tipico del metallo e Iris che chiude il piccolo gruppo giunto dallo Jorravskr fino a lì, nel gelo di Winterhold. La mano sinistra è adagiata sulla testa di acciaio della Forgia Celeste dell’ascia a una mano che ciondola, ad ogni passo, contro il suo fianco, oscillando in quell’anello di ferro agganciato al cinturone d’arme, di morbido cuoio, che ne stringe la vita, poco sotto la fine della corazza di pelliccia rinforzata da placche di metallo sul torace e sull’addome. Le dita dell’altra mano, invece, ruvide e callose, seguono gli intricati ghirigori di rune incise sul pettorale tirato così a lucido da mettere in risalto il nero bitume che le fa risaltare rispetto al grigio del metallo, per poi risalire in direzione di quel baffo rossiccio che punta verso il cielo sgombro di nuvole, rigirandolo tra i polpastrelli quasi a voler scaricare la tensione evidente nella mascella contratta. > Per Talos, pensavo di cadere di sotto dal Ponte, quando quel fottuto vento ci è piovuto addosso. < parla a denti stretti, reclinando la testa verso la spalla destra per cercare di farsi sentire dalla Sorella di Scudo al suo fianco, schioccando la lingua sul palato in un moto evidentemente stizzito, a giudicare da come gli angoli delle labbra tendono verso il basso. Eppure, nonostante il forte vento che spira da Nord, gelido e pungente da condensare il fiato davanti alle labbra non particolarmente carnose, le braccia del Nord sono nude dallo spallaccio al gomito, lì dove si innestano i bracciali d’arme, rinforzati da placche di acciaio, lunghi fino a coprire parte del dorso delle mani, lasciando però le dita nude. A tracolla, sorretto da una larga cinghia di cuoio bollito, porta uno scudo tondo di legno di quercia, il cui umbone di metallo e il bordo mostrano i segni di mille battaglia con le loro infinite ammaccature. Gli occhi verdi come le paludi dello Hjaalmarch, incappucciati dalle palpebre spioventi verso il basso e leggermente socchiusi per le forti raffiche di vento, proseguono in direzione dei cancelli ormai prossimi, annunciando la meta individuata con un ennesimo schiocco della lingua. > Ci siamo quasi, ormai. < aggiunge a voce appena più alta del sussurro di prima, adocchiando l’uomo e la donna alle loro spalle. > ! Annabelle: 21:52 [Faralda | Cancelli] < L’altmer Guardiana del Ponte sosta avanti ai cancelli aperti, illuminata dalle luci delle fiaccole accese su ogni lato, con l’incarnato dorato che spicca ancor meglio baciato dal calore delle fiamme a quel modo. Ha capelli rossicci e occhi d’ambra che scrutano con cura la lunghezza del Ponte pregiudicato dal Grande Crollo, così da non lasciarsi sfuggire il sopraggiungere del gruppetto di Compagni. Si stacca appena dalla parete e muove un paio di passi per andargli incontro, assottigliando le palpebre per mettere meglio a fuoco quei volti che si affacciano nella notte >...Benvenuti all’Accademia di Winterhold...< Parla generica, con quel suo accento caratteristico, alta, slanciata, agghindata con la veste tipica di chi appartiene in quel Collegio all’Ordine dei Distruttori > ! Thyra: 21:57 [Cancelli] <Cammina accanto a Toregg, mantenendosi al passo alla sua destra mentre si guarda intorno come se stesse andando in gita, anziché in missione. Indossa un’armatura d’acciaio ricoperta da una patina opaca, con due discrete riparazioni all’altezza di un fianco e della spalla sinistra, ed un paio di robusti stivali di cuoio. In vita, assicurata ad uno spesso cinturone, porta una spada di acciaio della Forgia Celeste, mentre sulla schiena è affibbiato uno scudo di legno rotondo, dalla cerchiatura di ferro e dall’umbone che presenta tracce di ruggine ai bordi. I capelli biondi e fini sono legati sulla nuca da una stringa di cuoio, ma questo non impedisce loro di farsi sollevare dalla brezza ed annodarsi beatamente a sua
  • 2. insaputa.> Non dare la colpa al vento, se i tuoi piedi non ti reggono.<Ribatte ironicamente a Toregg, rivolgendogli un sorriso scherzoso prima di voltarsi verso Iris e Cassius e far loro l’occhiolino. Quando, giunti all’ingresso, vengono accolti da Faralda, solleva una mano ed agita le dita in un cenno di saluto.>Salve.<Esclama agganciando un pollice alla cintura.> ! Toregg: 22:14 [Cancelli] < borbotta qualcosa di intelligibile, a denti stretti, quando un’altra folata di vento schiaffeggia il viso abbronzato come quello di un Pescatore o di un Bracciante, evidenza di una vita trascorsa all’aperto e di un colore naturale chiaro, tendente a scottarsi con facilità. Ormai, però, la pelle del volto ha assunto la consistenza e l’aspetto del cuoio bollito, affogando e minimizzando le numerose efelidi che costellano l’epidermide lì dove è lasciata scoperta, come su quei bicipiti temprati da un duro e costante allenamento e messi in bella mostra, cosparsi di un vago accenno di peluria rossastra che sugli avambracci si va invece più folta. > Senti chi parla, Miss Cappa Lorina. < ribatte così alla ragazza al suo fianco, quando l’altra lo punzecchia nel vivo dell’orgoglio, schioccando ancora una volta la lingua sul palato in quel modo che sembra essere volutamente fastidioso oppure solo un’abitudine così connaturata da risultare un tic di cui neppure s’accorge. > Quante volte ci siamo fermati prima di arrivare qui? Dieci o Dodici? < aggiunge in quello sbuffo di fiato, senza preoccupare di abbassare la voce e di farsi udire così udire dai sue che li seguono appresso o dall’Altmer che si stacca dal muro per farsi loro incontro. Prende una lunga boccata d’aria, in modo decisamente fin troppo istintivo, schiudendo le labbra e inspirando a fondo, quasi a voler filtrare ogni odore sulla punta della lingua o all’interno del palato. Vi è qualcosa di profondamente animale nella posa del mento verso l’alto e in quegli occhi socchiusi, in tralice, mentre il labbro superiore, leggermente sollevato, mette in mostra una dentatura ingiallita e irregolare, soprattutto quella inferiore, dove alcuni denti si accavallano l’un con l’altro. > E’ un piacere rivedervi, Guardiana del Ponte… < afferma quando la donna dà loro il benvenuto all’interno dell’Accademia e il mento si abbassa, leggero, quasi a ricambiare il saluto dell’Altmer con quel semplice cenno. > ..anche se avrei preferito tornare quassù in altre circostanze. < schiocca la lingua sul palato, reclinando la testa verso la spalla destra, prendendo un lungo respiro, profondo e intenso. Ancora una volta, la voce è in contrasto netto con la corporatura e la solidità massiccia del Nord, simile per certi versi all’onda del mare che si abbatte sulla sabbia e poi si ritira, lentamente, senza perdere un roco borbottio sul fondo della gola. > Il Precursore ha deciso di accettare il compito di ritrovare la Figlia dell’Arcimago e ha inviato qui noi per raccogliere più informazioni possibili. < allarga il braccio destro, indicando così Thyra e gli altri due che li seguono. > ! Annabelle: 22:24 [Faralda | Cancelli] < Un respiro appena più pronunciato degli altri, sembra esalare dalle labbra sottili dell’Altmer alle ultime parole di Toregg, andando a studiare il volto dell’uomo per alcuni lunghi istanti >...Ne siamo oltremodo lieti. Anche oggi, purtroppo...< Scuote la testa, piano >...Nessuna novità e, soprattutto, nessuna richiesta di riscatto. Questo ci fa pensare che, chiunque l’abbia presa, non fosse affatto interessato a soldi o beni materiali o...< Nemmeno finisce, taglia lì, allargando il braccio, richiamando un paio di maghi che indossano la sua stessa veste e che accorrono ligia al richiamo della loro Docente >...Pensatevi voi ai Cancelli, io accompagno Milady Cappa, il Signor Berenson e i loro accompagnatori all’Arcaneum. Fate sapere a Velanna che i Compagni sono alfine giunti e hanno accettato l’incarico. Lui ne deve essere informato...< Su quel pronome, i due Arcanisti si impettiscono ma Faralda non sembra preoccuparsene. Donna risoluta, abituata a scontri più che diretti, si volta
  • 3. con un cenno verso il gruppetto di Compagni, invitandoli a seguirli. Taglia direttamente il cortile circolare a metà, su cui si affacciano i porticati incolonnati e le tre torri che compongono l’Accademia, uno per lato su cui la donna non porta nemmeno lo sguardo e una altissima, avanti a loro, sormontata da quella finestra azzurrata con sbalzato, a ferro e piombo, l’Occhio di Magnus, simbolo dell’intero Collegio. C’è una Statua a metà del cortile che sembra accoglierli a braccia protese ma nessuna fonte di energia visibile illuminata, solo normali luci che dondolano nelle più banalissime torce. Nessuno sfoggio magico, solo la curiosità dei vari studenti che si affacciano dai loro dormitori, assiepandosi chiassosi e civettuoli alle rispettive porte >...Non avete niente di meglio da fare, voi altri?...< Domanda Faralda al nulla davanti a sè e le teste più timide si ritirano di scatto mentre all’altmer, ora voltata rispetto al gruppetto, si sollevano appena le spalle >...siete mai stati all’interno del Collegio? ! Thyra: 22:34 [] Quindici<Puntualizza serafica.> E due per far riposare il signor Ciolanka Sbilenka.<Lo punzecchia, adocchiando la gamba sulla quale Toregg zoppica sin da Jorrvaskr. La nuova folata di vento le pizzica il volto, smuovendo i fili di ragnatela dorata che costituiscono la sua capigliatura ed aggrovigliandoli ancora di più. Alle parole di Faralda sputa una ciocca che le è finita in bocca e si guarda intorno.>Che, abbiamo anche una Lady da qualche parte, ora? <Chiede con una punta di ironia, mentre segue l’Altmer insieme ad i suoi Fratelli di Scudo. Una volta varcati i cancelli e giunta sotto i porticati si lascia sfuggire un fischio di ammirazione, levando lo sguardo verso la statua.>Però. Vi trattate bene, voi maghi.<Esclama, riportando poi gli occhi ddel colore della bruma sulla schiena della donna che cammina davanti a tutti loro.>Se non è pervenuta alcuna richiesta di riscatto, allora scordatevi di liberarla sventolando sacchi di septim.<Commenta, tormentando con le unghie il bordo della cintura di cuoio.>E no, mai stata in accademia. Mi ca devo imparare le magie, per far volare la gente.<Ridacchia.> ! Toregg: 22:43 [Cancelli] < ha i capelli rossi, venati da una sfumatura quasi aranciata alla luce delle torce, raccolti in una mezza coda dietro alla nuca, nel tentativo - più o meno riuscito - di tirare via dagli occhi alcune ciocche più lunghe, incurante di mettere in evidenza una stempiatura incipiente e la fronte decisamente ampia. Una serie di rughe più o meno profonde solca in orizzontale la pelle della fronte aggrottata dalle sopracciglia disordinate e abbassate verso gli occhi, disegnando un’ombra di densa malinconia in quello sguardo paludoso, putrido e scivoloso come le rive degli acquitrini che celano numerose insidie in agguato al loro interno. Alto poco meno di due metri, è perfino buffo vederlo al fianco di quella ragazza notevolmente più bassa di lui, disegnando così una sorta di articolo determinativo davanti agli occhi dell’Altmer. Le parole che la donna gli rivolge lo costringono a serrare in modo istintivo la mascella, sollevando la mano destra per arrotolare sotto ai polpastrelli quella punta del baffo che gira all’insù, un po’ per naturale propensione e un po’ per il tormento che continua a dargli, tanto spesso quanto gli schiocchi della lingua sul palato che accompagnano il più delle volte la fine dei suoi discorsi. > Di solito i rapimenti per chiedere un riscatto sono quelli più facile da risolvere, perché il ricattatore fa, il più delle volte, un passo falso. < parla con una certa sicurezza, annuendo tra sé un paio di volte, quasi si trattassero di riflessioni a voce alta. > Ma, all’inizio, sono i più difficili da seguire perché sono stati programmati nei minimi dettagli < piega ancora una volta la testa verso la spalla destra, continuando ad arrotolare il baffo fra le dita, incapace di distendere una fronte contratta tanto quanto la mascella. > Se, in questo caso, si è trattato di un gesto impulsivo e sconsiderato, si sarà o si saranno lasciati alle spalle numerosi indizi che
  • 4. possiamo provare a seguire. < ancora sembra riflettere a voce alta, più che rassicurare direttamente Faralda, alternando lo sguardo fra la donna e quel gruppo di studenti a cui rivolge gli ordini spicci e pratichi, riprendendo il discorso che ha lasciato in sospeso un attimo prima. > E se hanno lasciato una pista, non c’è Guerriero con il Fiuto migliore di un Compagno. < aggiunge con una punta d’orgoglio a cui, però repentino segue il rabbuiarsi dello sguardo verde che, all’improvviso, sembra farsi più cupo e lugubre. Riprende a camminare dietro alla donna nel grande cortile circondato da torri dentro cui quella statua sembra accoglierli nel suo gelido abbraccio di pietra, trovandosi ben presto a lanciare un’occhiata torva alla donna al suo fianco. > Chiamatela Thyra, Mia Signora. Allo Jorrvaskr le donne ruttano più degli uomini e poco ci manca che facciano a gara d’uccello. < aggiunge in una stoccata rivolta a Thyra, a giudicare dall’occhiata sbilenca che le rivolge, aggiungendo anche uno schiocco della lingua sul finire, quasi a volerla stuzzicare ancora di più. > E’ la prima volta anche per me. < aggiunge, in coda alle parole di Thyra, tirando su con il naso e lasciandosi sfuggire un vago accenno di fastidio, quando il peso poggia con maggior insistenza sulla gamba destra, lì dove è evidente che le brache di cuoio bollito, aderenti contro le natiche e gli adduttori, sono state di recente rattoppate. > ! Annabelle: 22:55 [Faralda | Edificio Principale] < Rivolta un poco indietro la testa controllando Iniziati e Arcanisti che si affacciano dai rispettivi alloggi, qualcuno appostandosi dietro le colonne che avvolgono l’intero cortile interno. Un gruppetto di civettuole bretoni iniziano a ridere, in modo decisamente giulivo, all’affacciarsi dell’alto Nord e ai membri dei Compagni non risulterà difficile scorgere come, per quanto riguarda la distribuzione razziale, lì dentro, la razza autoctona sia la meno rappresentata tra i membri del collegio. Molti Altmer, diversi Dunmer, numerosi Bretoni e qualche Imperiale ma di Nord, almeno a portata di sguardo, non sembra essercene traccia. Faralda si ritrova ad annuire alle parole della donna, prima >...almeno tra di noi, di trattarci bene, ce lo concediamo...< Risponde così, vagamente sibillina, per poi riportare lo sguardo verso l’ampia porta che va spalancando, con entrambe le braccia. Nonostante tutto l’Altmer senza avere in sé una discreta forza e un corpo ben allenato e tornito, per nulla lasso, non a caso probabilmente le sia stata affidata la salvaguardia del Ponte. Invero, scansando parte della tunica che sovrasta la veste da Distruttore, non risulta difficile scorgerle anche un’arma al fianco. A tal proposito si rivolta verso il gruppetto, indicandogli le rastrelliere poste oltre l’ingresso >...So che siete nostri ospiti ma spero mi comprendiate che non possiamo sovvertire regole vecchie di secoli. Sono sicura che anche voi, nella vostra dimora, preferiate ricevere solo esterni disarmati...< Lì invita dalla soglia, cedendogli il posto. Da lì è possibile scorgere la Sala degli Elementi, attraverso le porte dischiuse. Al suo interno, alcuni studenti si stanno allenando vicino ad un Docente intento a mostrargli qualcosa su un grosso volume che, nessuna mano sta invero sostenendo. Faralda non ci fa nemmeno caso e si rivolge direttamente a Toregg >...La persona che ha portato via Annabelle, ha incrociato anche me, all’ingresso del Ponte. E io...< Un velo di disagio mentre allontana lo sguardo ambrato >...non ricordo nemmeno la sua voce. Solo..< Allarga una mano, vagamente frustrata, nonostante la tipica compostezza Altmer >...corporatura media, altezza media, colori vaghi. Non ricordo nemmeno il suono della sua voce e tutto questo...< Deglutisce e torna a loro >...è impossibile. Che io dimentichi per errore qualcosa fino a questo punto non è possibile. Non ricordo nemmeno con che motivazione l’ho lasciato passare. C’è qualcosa che non quadra in tutta questa faccenda... !
  • 5. Thyra: 23:06 [] <Avanza a gran passi sotto il porticato, pestando con decisione le pietre del lastricato con le suole degli stivali. Il fodero della spada batte ritmicamente contro la sua coscia inguainata nei ruvidi calzoni di lana, accompagnando con dei tonfi leggeri il cigolio delle cinghie dell’armatura. Schiocca la lingua alle parole di Toregg, annuendo con orgoglio quando Toregg parla del fiuto dei Compagni.>Gli staremo alle calcagna fino a che non lo staneremo.<Rincara, prima di storcere il naso alla proposta di consegnare le armi.>Uh… d’accordo.<Acconsente di malavoglia, sfilandosi il cinturone d’arme e lasciando il tutto all’ingresso. Ascolta con stupore le parole di Faralda, ed al suo vago e confuso resoconto scrolla il capo.>Tutto questo mi puzza di magia.<Borbotta, rivolta ad Iris e Cassius.>E non poco. ! Toregg: 23:13 [Edificio Principale] < segue la donna ad alcuni passi di distanza, quasi non volesse risultare troppo opprimente o per il semplice motivo che la sua gamba destra non sembra sorreggerlo adeguatamente e il cammino dallo Jorrvaskr fin lassù non ha certo giovato. Si ritrova spesso a respirare con le labbra socchiuse, in una respirazione decisamente più accelerata di quella degli altri tre che lo hanno accompagnato da Whiterun alternata a qualche ringhio basso e gutturale, quando il labbro inferiore si contrae in un altro spasmo di dolore che lo costringe a socchiudere gli occhi. Li riapre un attimo dopo essere sfilato accanto a quel gruppetto di civettuole bretoni e inspira una lunga boccata d’aria, ruotando il mento nella direzione delle donne verso cui lancia un sorriso sfacciato, quasi una sorta di invito ad aspettare più tardi. Che non siano Nord, non sembra che a lui importi più di tanto a giudicare da come le squadra dalla testa ai piedi, distraendosi per un breve istante dalle istruzioni di Faralda. Si ritrova così a guardare l’Altmer, per un breve istante, sbattendo solamente le lunga ciglia rosse, capendo il succo del discorso della donna solo quando lo sguardo verde come gli acquitrini dello Hjaalmarch incontra le rastrelliere agganciate contro il muro dell’Ingresso. > Soprattutto alla luce di quello che è successo pochi giorni fa.. < parla e le grandi mani callose si ritrovano a sganciare direttamente il cinturone d’armi, depositandolo, insieme allo scudo, nel primo spazio libero. > ..ogni precauzione non è mai troppa. < annuisce appena alle parole che ha pronunciato, quasi a voler rassicurare la donna che li ha accolti all’interno di quelle mura impregnate di Magia perfino nell’aria che si respira. > Non lo prediamo come un’offesa personale. < aggiunge di rimando all’Altmer, senza però davvero guardarla, attirato da quell’uomo che spiega qualcosa da un libro sospeso a mezz’aria. > Per le ossa di Shor. < borbotta, tra sé e sé, incredulo, schioccando la lingua in modo piuttosto sonoro e allungando la mano destra ad indicare proprio il docente a Faralda e a tutto il gruppo. > Cazzo, quella è della fottuta Magia. < parla e punta il dito, diretto e privo di tanti filtri nel linguaggio decisamente diretto e colorito, ben poco adatto alla politica o alla diplomazia. > Invece quello di cui sta parlando lei mi sembra ancora qualcosa di diverso, visto che la Maga sembra essere sorpresa tanto quanto lo siamo Noi. < parla a Thyra, Iris e Cassius quasi come se Faralda non fosse lì con loro, nonostante la indichi più volte con un cenno del capo e, sul finire, torna ad inquadrare la figura dell’Altmer. > E’ per questo che, nella vostra lettera, avete parlato di una.. < aggrotta le sopracciglia, quasi cercasse di trovare la parola giusta. > ..mano non umana? ! Annabelle: 23:26 [Faralda | Scale] < Annuisce alle parole di Thyra, vagamente sollevata ogni volta che uno dei Compagni tenta di rassicurarla sulla riuscita dell’impresa. Attende che il gruppetto si privi di armi e rivolta la testa allo sbotto di Toregg, le labbra che si piegano vagamente in sorriso di circostanza >...Sarebbe stato oltremodo imbarazzante se non ci fosse
  • 6. stato nemmeno un grammo, di Magia, tra queste mura. Comunque sì...< Annuisce, piano >...quella lo è. Ora venite...< E sì dicendo di incammina verso la scalinata interna, facendogli cenno >...Annabelle, come ogni sera, mi stava venendo incontro sul Ponte, come la volta che l’avete incontrata anche voi...< Accenna, in direzione di Toregg >...ma al Sigillo non è mai arrivata. Deve aver incontrato questo individuo lungo il percorso perché poco dopo è tornata indietro, con lui...< E sì dicendo comincia a macinare gradini, a passo svelto e slanciato >...Tre uomini dell’Accademia li hanno incontrati e, interrogati, hanno risposto tutti la stessa cosa: corporatura media, altezza media, vestito di scuro, non ha parlato, non ha alzato lo sguardo ma, a detta loro, Annabelle lo portava con sé in modo tranquillo, asserrendo che era un malato che necessitava di curo. E’ una Guaritrice, la cosa non è sembrata strana a nessuno, specie perché io...< E lì la donna si irrigidisce in un lieve scatto nervoso che le fa guizzare la guancia sinistra >...l’ho lasciato passare tranquillamente. Il fatto è che, sono saliti fino all’Arcanaeum e questa è un’altra stranezza...< Terminate le scale si avventura verso la posta accostata di quel luogo appena nominato, fermandosi sulla soglia e rivoltandosi verso il gruppetto >...di cui la Giovane è Custode e, credetemi, quando vi dico che non permetterebbe mai a nessuno di entrare in questo posto, sono davvero seria. E’ ligia alle ristrettezze persino con noi Docenti per cui se ha portato qualcuno qui dentro, contravvenendo ad un migliaio di regole, regole dettate da suo Padre, Annabelle deve aver avuto un buon motivo...< Prende un lungo respiro >...O non sapeva quello che stava facendo, o ha creduto di non avere scelta. Solo che...< Scuote piano la testa >...le persone che l’hanno incontrata hanno detto che era estremamente normale, lucida, la solita Annabelle. Forse frettolosa ma hanno pensato che le condizioni del malato potessero essere gravi... ! Thyra: 23:33 [] <trotterella dietro a Toregg e Faralda, guardandosi intorno incuriosita.>Per i gioielli di Ysgramor!<Esclama, alla vista degli studenti impegnati ad esercitarsi.>Non è che ci sparano qualcosa addosso, vero? Qualche palla di fuoco o cose simili?<Domanda, guardando gli apprendisti con sospetto. Per precauzione si sposta dall’altro lato del gruppetto di cui fa parte, lontano dalla loro portata. Alle parole di Faralda scuote il capo, facendo ondeggiare le volatili ciocche che le contornano il viso.>Brutta storia. Sembra quasi di dover cercare un fantasma. Non abbiamo mai cercato fantasmi!<Esclama entusiasta, prima di zittirsi di nuovo ed ascoltare il resto del resonconto.> ! Toregg: 23:46 [Scale] < riporta la mano puntata in direzione del docente al viso, grattando con quelle unghie corte e nere la tempia destra e scivolando verso il basso, percorrendo la larga basetta e affondando nella barba scarmigliata e ispida, sfatta da qualche giorno che, incolta, diventa un tutt'uno con i capelli nel risalire in direzione dell’orecchio. Si ritrova ancora una volta a guardare quel libro sospeso a mezz’aria con quella nota vagamente incredula nello sguardo melmoso, ma quando Faralda si rimette in movimento cerca di affrettarsi per star dietro al passo lungo della donna con il suo claudicante, stringendo i denti ad ogni fitta di dolore che lo punge ogni qualvolta si lascia andare a poggiare il peso del corpo sulla gamba destra. Ha una modo di avanzare tutto suo, in cui al piede segue sempre il braccio dello stesso lato del corpo e che sembra donargli un’andatura leggermente ciondolante e arrogante, perfino baldanzosa se non fosse per quell’ombra di densa malinconia che mitiga e smussa quella prima impressione. > Mh. < è tutto ciò che commenta mentre il racconto di Faralda si arricchisce di particolari dall’aspetto decisamente inquietante e sinistro, lasciando il tempo alla donna di parlare senza
  • 7. mai interromperla. Cerca, ripetutamente, lo sguardo di Thyra, Cassius e Iris, senza però rivolgere loro direttamente alcuna frase, limitandosi a rimuginare sui dettagli che l’altra gli concede e che estrapola dai suoi ricordi più o meno confusi sull’argomento. > E’.. interessante il vostro racconto, anche se forse questa non è la parola più appropriata da usare. < piega le labbra verso il basso con un’evidente ironia, reclinando la testa verso la spalla destra e sbirciando da quella porta socchiusa su quel luogo dal nome tanto mistico: Arcanaeum. E’ evidente quella scintilla di curiosità che attraversa, come un lampo, lo sguardo putrido dell’uomo, quasi cercasse di focalizzare i segreti rinchiusi fra le pareti di quel luogo misterioso. > Potrebbe averla condotta a questo Arcano < storpia più o meno volontariamente la parola, quasi fosse incapace di ripetere il termine usato dall’Altmer e, per questo, trovandosi ad arrossire appena sulle gote spigolose. > nello stesso modo in cui questa persona misteriosa ha convinto voi a farlo passare sul Ponte e ha fatto credere alla Figlia dell’Arcimago di essere malato e bisognoso di cure. < una pausa, aggrottando la fronte in un moto pensieroso e teso. > Oppure.. < la seconda ipotesi dei fatti sembra lasciargli qualche dubbio, ma, dopo una rapida occhiata in direzione dei Compagni giunti con lui, sembra convincersi a pronunciarla a voce alta. > ..era un uomo che conosceva e di cui si fidava così tanto da disubbidire ai veti posti dell’Arcimago. Credete che la persona in questione.. < una pausa, abbassando la voce, quasi a voler cercare il sostegno della donna. > ..possa essere uno spasimante di cui la giovane si è invaghita? ! Annabelle: 00:02 [Faralda | Arcanaeum] < E’ ancora ferma sulla soglia dell’Arcanaeum e si rivolta a studiare il gruppetto, assottigliando le palpebre sulle battute di Thyra. Scuote prontamente la testa >...Nessun fantasma. Questo individuo aveva un corpo molto forte e, una volta entrati, capirete il perché anche voi...< Riporta lo sguardo in direzione di Toregg, ascoltando le elucubrazioni dell’uomo fino a farlo arrivare alla fine. Diverse volte ha disteso le dita delle mani per poi richiuderle lentamente se mai palesare alcun potere magico >...Se lei era sotto il suo...< Preme le labbra una sull’altra, lentamente >...se lei fosse stata convinta davvero che era un malato da soccorrere, l’avrebbe portato nelle stanze adibite alle cure, tra i maghi del Recupero o gli Alchimisti. Dunque...< E lì si rivolta a studiare le porte dell’Arcanaeum >...che l’avesse minacciata o che l’avesse assoggettata in qualche modo, questo l’uomo a questo punto temo fosse un obbiettivo. Ma perché portare via anche lei, a questo punto?...< E in quell’istante spinge le due porte, aprendo alla vista del gruppetto lo spettacolo sul quel tempio del sapere. Una quantità infinita di libri sono accuratamente ordinati sugli scaffali che corrono tutti intorno alle pareti circolari, altri armadi sembrano perfettamente sigillati, come le vetrine che contengono oggetti incantati e pietre dell’anima rilucenti, nessuna nera però. Tutto sembra intatto, non un vetro frantumato, non una porta divelta, non un segnale che lì dentro sia stata usata della magia per difendersi, di nessun genere. L’odore di cera, pergamena e inchiostro, permeano l’intero ambiente. Sull’ultimo commento di Toregg, l’Altmer rivolta il capo e scuote la testa, senza ombra d’esitazione >...Impossibile. Annabelle non conosce nessuno al di fuori dell’Accademia. E quando dico nessuno, intendo nessuno. Aveva ottenuto da pochi giorni il permesso per arrivare fino al Ponte...< Allontana lo sguardo puntandolo verso l’interno ove un avvallamento fa assomigliare la biblioteca ad una arena ricostruita tra scaffali posti a cerchi concentrici >...l’unica persona che ha conosciuto al di fuori di questo posto, siete voi, Milord Berenson...< E piano si avvia verso un tavolo con un lume spento, l’unico angolo disordinato di quella biblioteca. Ci sono della calzature da donna buttate alla rinfusa sul pavimento, una pergamena ancora abbandonata al suolo e una poltrona rovesciata sul pavimento con un
  • 8. mantello candido, ornato di pelliccia, abbandonato sulla seduta. Sul tavolo tre libri ammonticchiati, una boccetta di inchiostro borgogna, ancora aperto e una piuma sporca, abbandonata di lato >...Le porte erano sbarrate dall’interno, si erano chiusi a chiavi. Abbiamo dovuto aprirle con la forza quando la giovane ha gridato aiuto con quanto fiato aveva in corpo...< Si rivolta piano a cercare lo sguardo del gruppetto riunito, sondando ad uno ad uno i loro volti > ! Annabelle: 00:05 [Faralda | Arcanaeum] Questo Luogo...< Si affretta a correggere >...a questo punto era un obbiettivo. ! Toregg: 00:19 [Arcanaeum] < tormenta, fra i polpastrelli della mano destra, la punta del baffo che gira all’insù, incapace di spazzare via dallo sguardo melmoso quell’ombra densa di tangibile preoccupazione capace di addensare ancor di più la malinconia profonda insita negli occhi verdi imprigionati in un limbo da cui non sembra riuscire a liberarsi. Ha superato abbondantemente i trent’anni, ma il viso abbronzato dimostra qualche primavera in meno, anche se a guardare le rughe attorno alle labbra o quelle che solcano in orizzontale la fronte, spaziosa per colpa di quella stempiatura incipiente, non è molto difficile avvicinarsi alla sua reale età. Annuisce una sola volta, alle prime parole di Faralda, lasciando scorrere la lingua sotto ai denti e soffermandosi più a lungo sui canini leggermente più grossi di quanto è comune. > Poniamo che questo luogo fosse davvero l’obiettivo di questo individuo, ci è necessario sapere che cosa vi è rinchiuso qua dentro di così.. < ma ammutolisce, perché le porte della Biblioteca si spalancano e quel tempio del sapere viene mostrato a tutti loro, riempiendo ben presto le narici dilatate dell’uomo con l’odore della pergamena e dell’inchiostro. Si trova, in modo inconscio, ad annusare l’aria della stanza che si è spalancata per loro, prendendo un lungo e profondo respiro, mentre il cranio ruota a destra e a sinistra, sferzando l’aria alle sue spalle con la mezza coda che gli tira indietro i capelli rossi. Ha un modo tutto suo di aprire, con estrema lentezza, le palpebre semi socchiuse in quel movimento ampio del collo, quasi studiasse il nuovo luogo più che con la vista con l’olfatto per scoprirne i segreti più intimi. > ..prezioso. < conclude dopo quell’ultima boccata d’aria polverosa, lasciandosi sfuggire uno schiocco secco della lingua sul palato. > Per la barba di Shor, immagino che per chi sa leggere questo posto rappresenta ciò che è la Forgia Celeste per ogni Fabbro di Skyrim. < una pausa, adocchiando con la coda dell’occhio Cassius. > Il meglio a cui poter aspirare. < e lo dice con una punta di doloroso orgoglio, sollevando la mano destra per andare a grattare il pettorale sinistro e immergendosi, per qualche battito di ciglia, in un silenzio cupo, doloroso, quasi quell’affermazione gli avesse causato una fitta piuttosto acuta lì dove giacciono le dita della mano ora immobile sul metallo, nemmeno stesse pronunciando un giuramento. Si riscuote dai suoi pensieri torvi, quando il luogo dello scontro si palesa allo sguardo e gli occhi verdi studiano con attenzione soprattutto le scarpe e il mantello bianco abbandonato all’interno di quel luogo polveroso. > Mh. < è un mugolio pensieroso, mentre lo sguardo passa in rassegna anche ciò che resta sul tavolo, soffermandosi su quella boccetta ancora aperta e una piuma intinta nell’inchiostro. > Deve essere successo tutto molto in fretta. < è la prima cosa che commenta, allungando la mano destra a indicare i vestiti, le scarpe e, soprattutto, la boccetta aperta. > Avete toccato qualcosa qui dentro, Guardiana? Siete stata voi a lasciare l’inchiostro aperto? < aggiunge tornando a sollevare la mano in direzione del baffo rigirato all’insù, adocchiando l’Altmer in evidente attesa di una sua risposta. > !
  • 9. Annabelle: 00:35 [Faralda | Arcanaeum] < Si ferma proprio in quella porzione di ambiente dove regna quel piccolo Caos, rivoltandosi e posando le mani sui fianchi snelli in quella posa che assume sempre anche sotto il castelletto del Ponte d’ingresso >...Non manca nulla. Ci sono oggetti di inestimabile valore in questo luogo ma dopo due giorni di inventario possiamo dire che non è stato toccato niente. C’è persino la chiave di Annabella, ancora appesa all’interno della porta e già solo quella...< Si stringe nelle spalle >...non cercavano Septim, anche per questo l’ipotesi del riscatto è oltremodo improbabile. Se lo sarebbero preso da solo, una volta qui dentro, ponendo fine alla vita del loro testimone, immagino...< E lì abbassa lo sguardo, indicandogli i tre libri allineati sulla scrivania su cui troneggiando ancora inchiostro e piuma >...Non abbiamo toccato nulla, volutamente, in questo punto, perché chiunque partecipasse alle ricerche se ne facesse un’idea propria. Annabelle ha recuperato questi tre volumi che non sono nemmeno dei libri veri e propri...< Solleva lo sguardo verso il gruppetto dei Compagni, annuendo >...Sono registri. Registri di tutti gli Iniziati e Arcanisti che abbiamo avuto in Accademia, piuttosto recenti...< Sfiora il primo volume con le dita >...le lezioni che sono state loro impartite...< E arriva al terzo volume coi polpastrelli >...e un archivio delle merci vendute ai membri interni al Collegio. Li teniamo a parte rispetto alle vendite effettuate agli esterni, per il semplice fatto che gli interni non abbisognano di molte garanzie...< Poi si rivolta ad indicare la pergamena lasciata nel mezzo, sul tappeto, a faccia in sù >...Quella è stata scritta da Annabella, la grafia è la sua e l’inchiostro usato è questo che vedete aperto come lei l’ha lasciato...< Preme lieve le labbra e prende un lungo respiro prima di iniziare a parlare >...ma se leggete..< Ma lì si blocca, memore di qualcosa che la spinge a guardare negli occhi Toregg, qualche istante più degli altri >...insomma, su quella pergamena c’è il testo di una Ballata, una delle Preferite di Annabelle, Ragnar il Rosso per la precisione...< E la fronte le si corruga come lo sguardo le si adombra >...Annabelle è stata qui dentro, con il suo rapitore, ha consultato quei registri e poi ha scritto una ballata su una pergamena?..< Si stringe appena nelle spalle, liberando l’aria dal naso >...che senso può avere?...< Con il mento dorato gli indica la pila dei libri >...li abbiamo sfogliati interamente, non c’è un segno, nessuna pagina marcata. Piuttosto che rovinare un libro, per salvarsi la vita, quella benedetta ragazza si farebbe amputare tutte e due le braccia...< si lascia appena andare a quella esternazione, prima di rivoltare lo sguardo verso una porta davvero malmessa, riallineata su cardini divelti, legno sfaldato, schegge volate ovunque >...mentre lei stava urlando, e gli altri cercavano di raggiungerla, purtroppo non in tempo, loro sono usciti da lì...< E prende un lungo respiro, come se il peggio dovesse ancora venire >...Solo che lì...< E si interrompe, incamminandosi anche per quella porta > ! Toregg: 00:48 [Arcanaeum] < solleva lo sguardo in direzione di quelle pareti ingombre di libri e di quelle vetrine colme di oggetti che per lui non sembrano essere particolarmente significativi, a giudicare da come passa oltre lo sguardo senza soffermarsi più del dovuto, atterrando poi ancora una volta sugli indumenti abbandonati all’interno della stanza che profuma di polvere, inchiostro e pergamena. Lui, dal canto suo, ha appiccicato addosso un afrore di selvatico, simile a quello del sottobosco bagnato all’alba dalla rugiada della notte, acidulo come il sudore che ne appesantisce la pelliccia della corazza e, per ceti versi, simile al profumo muschiato degli animali che abitano le Foreste di Skyrim. E’ un odore prettamente maschile, decisamente più pungente di quello che domina l’interno di quel luogo di studio, acuito dall’abbondante sudorazione di cui è afflitto il Nord e che si rivela in quella patina di sudore appiccicosa sulla pelle abbronzata delle braccia nude dal bicipite fino al gomito. Schiude le labbra, quasi fosse pronto ad
  • 10. aggiungere qualcosa, quando le parole successive di Faralda lo costringono a chiudere le labbra di scatto e limitarsi a un semplice sbuffo asservito. > Mh. < un mugolio a cui segue una sorta di basso ringhio a denti stretti, quasi non avesse gradito particolarmente il proseguire di quel discorso che sembra ripercorrere le ultime ore della giovane Figlia dell’Arcimago all’interno delle pareti dell’Accademia. > Registri e Vendite. < ripete e immagazzina quell’informazione dietro il cenno d’assenso del capo che rivolge alla donna, limitandosi ad allungare il mento in direzione della pergamena e di quei libri, guardandoli come si confà con un oggetto estraneo e sconosciuto. > Avete fatto bene a non toccare nulla, perché questo luogo racconta con precisione una storia, per quanto triste possa essere. < parla a voce bassa, ruotando il capo in direzione dell’uomo e delle due donne che lo seguono da vicino, limitandosi a passare in rassegna i loro volti mentre le labbra si schiudono per lasciarsi sfuggire quelle note basse e ruvide. > Così di un baleno il duello iniziava, con la prode Matilda che parava e affondava < … > Del povero Ragnar la sorte è segnata, di lui ci rimane una testa mozzata! < è decisamente intonato, dotato di una musicalità innata nella voce che si concretizza soprattutto quando le parole diventano note e, senza saper leggere, si trova a ripetere gli ultimi versi appuntati dalla donna sulla pergamena. > Forse sarà un azzardo, ma è probabile che questo individuo sia alla ricerca di qualcuno che è stato un membro dell’Accademia e a cui avete venduto qualcosa che alla persona che ha rapito Annabelle interessa così tanto da rapire la Figlia dell’Arcimago per ottenerlo. < spezza l’incanto della ballata per tornare a parlare, oltrepassando quell’angolo in cui si è consumato lo scontro per seguire l’Altmer verso la successiva stanza, senza perdere quella profonda ruga che segna la fronte in orizzontale. > E’ probabile che quella ballata sia in qualche modo la causa di tutto ciò, Guardiana. < piega la testa verso la spalla destra, guardando in modo piuttosto sfacciato la schiena della donna che fa loro da guida. > Alla fine della storia, Matilda taglia la testa di Ragnar ed è probabile che sia stata recepita come una minaccia neppure troppo velata. ! Annabelle: 01:05 [Faralda | Arcanaeum] Mi state dicendo che Annabelle...< Mentre cammina rivolta la testa verso Toregg, spostandosi in direzione di quella porta che cerca di far ruotare piano sui cardini mal messi >...una donna che non ha mai varcato le soglie di questo posto...< E lei quella soglia la spalanca facendo entrare il gelo della notte e il buio che fuori si addensa. C’è un terrazzo che si staglia oltre quell’uscio che ha visto ovviamente momenti migliori e Faralda si incammina per andare all’esterno, attendendo il gruppetto >...si è messa a minacciare il suo rapitore con una ballata? Persino per lei mi sembra davvero così strano..< Si concede, allargando il braccio ad indicargli il terrazzo a strapiombo sul Mare dei Fantasmi >...E’ collegato con l’altra porta da cui però non sono passati e....< Va ad affacciarsi alla merlatura mentre le correnti ascensionali, gelide, le strappano un paio di brividi e i capelli che si sollevano verso l’altro >...o si sono schiantati entrambi sulle rocce o caduti in mare o...< E lì solleva la testa a guardare le lune e il cielo stellato, in parte occultato dalle nuvole >...ditemelo voi, quante creature che volano e possono portare un’esile donna conoscete?...< Si rivolta verso i Compagni, posando di nuovo le mani sui fianchi >...perché noi Maghi questo non lo sappiamo fare. Non c’erano funi, rampini, segni sul parapetto, niente. Un momento prima urlava, un momento dopo...< Preme le labbra una sull’altra >...spariti. E, da che io sappia, non esiste nemmeno alcun oggetto che possa portare via due corpi, contemporaneamente...< Distoglie lo sguardo dall’uomo per riportarlo verso l’entroterra di Winterhold >...Il Padre di Annabelle sta percorrendo tutti gli Hold a Nord, inseguendo la pista più semplice, un odio più palese, giacché tutti sappiamo chi manifesta più
  • 11. facilmente l’astio verso questo Collegio. Da qualche parte doveva pur cominciare. Tuttavia...< Sposta piano lo sguardo >...visto che pensiamo un po’ tutti che, a questo punto, stessero cercando qualcuno o qualcosa che era su quei registri, anche gli Hold a Sud meritano di essere setacciata alla stessa maniera..< Torna all’uomo >...Riften, Markhart..< Si stringe appena nelle spalle >...conoscete queste lande forse meglio di chi si è rintanato in questo posto ormai da tantissimi anni...< Difficile comprendere se stia parlando di sè, dell’Arcimago o di Annabelle. Non specifica, riportando lo sguardo verso il Gruppo >...E’ tutto quello che sappiamo... ! Toregg: 01:29 [Arcaneum] < cammina dietro a Faralda e, ad ogni passo, è evidente come la zoppia si faccia più marcata, appesantendogli il passo e costringendolo perfino a strisciare la gamba destra sul pavimento quando le pulsazioni dal ginocchio rattoppato si arrampicano lungo gli adduttori e, da lì, al bacino. Si ritrova a stringere i denti per il male, imprecando a labbra così tirate da essere del tutto sbiancate sotto la pressione e emettendo un gorgoglio simile a un ringhio d’allerta, mentre piega la spalla destra per allungare le dita della mano a tastare il punto delle brache ricucito di recente con un filo leggermente più chiaro del cuoio delle brache. Quando nota Faralda in leggera difficoltà con la porta scricchiolante sui cardini, allunga la mano sinistra quasi a voler aiutare l’Altmer a schiudere l’uscio, ma prima che possa davvero rivelarsi utile in qualche modo alla Guardiana del Ponte, ecco che il balcone si rivela a loro. Socchiude gli occhi quando è il vento ad accoglierli all’esterno, schiaffeggiando senza scrupoli la pelle abbronzata e simile a cuoio bollito per la sua ruvida consistenza. > Non ho detto che l’abbia fatto volutamente, Guardiana. < la corregge, senza spocchia, limitandosi a piegare la testa verso la spalla destra e lanciando una rapida occhiata agli altri, quasi a verificare che siano tutti lì con lui. > Ho detto che, probabilmente, il suo rapitore ha trovato una qualche sorta di minaccia in quella ballata messa sulla pergamena, se questa è davvero l’ultima cosa fatta da Annabelle prima che lei e questa misteriosa figura.. < una pausa, deglutendo un grumo denso di saliva e allungando il collo in direzione del parapetto e del vuoto che si stende sotto ai loro piedi, ritraendosi di scatto, quasi avesse una qual certo problema con le altezza. Prende un respiro profondo, cercando di inghiottire, all’interno degli occhi verdi e paludosi, quell’improvviso lampo ambrato che ha scosso quel velo di densa malinconia. Solleva anche il labbro superiore, arricciando il naso e mettendo in mostra la dentatura ingiallita, affatto regolare, in un gesto terribilmente istintivo e atavico, quasi si trovasse faccia a faccia con un nemico naturale. > ..spiccassero il volo. < vi potrebbe essere una nota di ironia fuori luogo in quella scelta di parole, ma non vi è alcun sorriso sulle labbra affatto carnose ancora contratte in quella smorfia decisa e dura. Raddrizza la schiena dapprima indietreggiata, socchiudendo ancora gli occhi infastidito dal forte vento che si abbatte su di loro a quell’altezza, mentre la voce torna a sfuggire dalla bocca per riempirsi di una nota questa volta più decisa e risoluta, quasi fossero giunti alla resa dei conti. > Scartiamo l’ipotesi che si siano schiantati al suolo o che siano affogati nel mare, perché altrimenti sono certo che li avreste già trovati e che è stata la prima strada che avete percorso. Nel bene e nel male. < non vi è alcuna domanda in quel tono di voce, quanto una serie di affermazioni che non sembrano richiedere conferma. > Se l’Arcimago è andato a Nord, allora noi ci occuperemo di perlustrare il Sud e l’Ovest di Skyrim, battendo ogni lembo di fottuta terra. < solleva la mano destra, come a voler contare qualcosa sulla punta delle dita. > Riften, Whiterun Hold, Reach, Haafingar, Hjaalmarch e Falkreath, senza lasciare niente al caso. < si volta appena in direzione dei tre che sono giunti fino a lì. > Ci divideremo in squadre di tre uomini per muoverci agilmente e senza nominare mai, per alcun motivo, l’identità della donna
  • 12. che stiamo cercando. < un lungo silenzio, adocchiando i volti dei tre Compagni con una certa severità, prima di tornare a voltarsi in direzione di Faralda. > Voi ci consegnerete una descrizione accurata della ragazza, dall’aspetto fisico fino ad elencare tutti i tipi di Magie che è in grado di fare, perché la precauzione non è mai troppa. < tira su con il naso, rumorosamente, alzando appena la voce per cercare di sovrastare il rumore delle onde che si infrangono molti metri sotto i loro piedi, inghiottite dall’oscurità della notte e tinte d’argento dalla luce delle due Lune. > Ci consegnerete anche le scarpe e il mantello abbandonati là dentro, oltre a un cambio di abiti freschi perché con la pioggia degli ultimi due giorni non può che averne necessità. < aggiunge con una certa praticità, facendo un cenno alla donna in direzione dell’interno. > Prima iniziamo, meglio è. Il tempo, purtroppo, non è a nostro vantaggio, ma non c’è sfida che un Compagno non riesca a vincere, Mia Signora. < e lo dice sollevando il mento con una punta d’orgoglio, allargando anche la mano destra ad indicare all’Altmer l’Arcanaeum, attendendo che lei torni a precederli all’interno per poi sparire, a sua volta, nella Biblioteca, lasciando dietro di sé l’odore pungente del sottobosco e del muschio. >