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'ISTITUTO G. AGOSTI‘ JUNIOR HIGH SCHOOL
DELLO, BRESCIA
The recently renovated building home to the Junior High School has got two floors: six
classrooms, the headmaster office, the administrative office, the teachers' room, the
computer room, the gym and the canteen are on the ground floor; other nine classrooms,
the library and the TV room are on the first floor.
El edificio escolástico de la escuela secundaria de I grado esta dividido en dos plantas:
en la planta baja hay seis aulas, la presidencia, la secretaría, el aula de los profesores,
el gimnasio el aula informática y la mensa; al primer piso hay nueve aulas, la biblioteca y
el aula video.
ART PROJECT
Traditions and costums: The rural culture of the 'Bassa Bresciana'
(Southern part of the province of Brescia)
THE RECOLLECTION, THE MEMORY, THE HISTORY
The images in the works of an artist-craftsman tell about the agricultural production of the
Bassa Bresciana.
Fortunato Bulla's work gave us the opportunity to look into every step of the corn and wheat
farming work in the history of rural culture: from the preparation of fields (ploughing), through
reaping (harvest) to drying. And the result is the flour, after flour milling.
We realised that the corn flour is the main ingredient of the 'polenta': a typical and basic dish
(sometimes the only one in the past) in the diet of our grandparents.
We understood the sculptural work of art and all the executive phases thanks to our meeting
with this artist. Starting from the inspiration, an abstract idea, to the creation, the bas relief,
through the process of wood carving.
Dello and its territory
The rural culture and the food farming tradition in the work of Fortunato Bulla, a local artist.
Tradiciones y costumbres: la cultura campesina de la Baja Bresciana
Dello y su territorio
Cultura campesina, a la base de la tradición agrio-alimentar, en la obra de Fortunato Bulla,
artista local.
El recuerdo, la memoria, la historia
Las imagenes cuentan de la producción agrícola de la Baja Bresciana en la obra de un artista-
artesano de Dello.
Las obras de Fortunato Bulla nos han ofrecido una significativa ocasión para observar, en la
historia de la tradición campesina, todas las fases de trabajo agricolo necesario para producir
maiz y trigo: desde la predisposición del campo (aradura), a la cosecha (siega), a la
desecación. Para obtener al final la harina: el molino (molienda).
Hemos visto también que la harina de maiz es el ingrediente principal de la polenta: plato típico
y fundamental (en el pasado a veces único) en la dieta alimentar de nuestros abuelos.
El incontro con el artista ha permitido un contacto real con la obra escultorea y con todas las
fases productivas. Desde la inspiración-emoción, hasta la realización material: el bajorelieve.
La técnica: grabado sobre madera.
DELLO E IL SUO TERRITORIO
Civiltà contadina alla base della tradizione
agro-alimentare della bassa bresciana
Il ricordo - La memoria - La storia
Le opere di Fortunato Bulla
Ma facciamo un salto indietro. Come è iniziato tutto questo?
Avevamo visto molte volte il signor Bulla, nostro compaesano, lavorare come
artista. Un uomo di grande talento e grande passione per ogni diversa forma
d’arte, e al tempo stesso un umile uomo di campagna.
Lo vedevamo suonare l’organo in chiesa ad ogni importante celebrazione.
Fortunato Bulla nasce a Dello il 15 gennaio 1935. A trent’anni si iscrive alla scuola
“Tartaglia” di Brescia per diventare geometra .
Osservandolo bene si percepisce l’ intenso impegno che ci mette in tutto ciò che fa.
E ora l’abbiamo scoperto come scultore, passione che nasce in lui sin da bambino.
Fin da piccolo prova amore per la campagna e infatti le sue opere riguardano la
civiltà contadina: aratura, semina , preghiera ecc.. In esse raffigura ogni cosa con
ricchezza di particolari, dimostrando una grande memoria visiva.
L’ ARTISTA
Iniziò così a lavorare il legno con passione e costanza, scegliendo i diversi tipi di
legno che trovava nella sua campagna: il ciliegio , il noce e il tiglio.
Scoprì che intagliare era la sua passione, ma non ne fece mai un lavoro, perché non
riusciva a distaccarsi dalle sue opere, quindi rimase per lui un hobby .
In quel periodo lavorava come spazzino in provincia di Brescia e quel giorno era a
casa. Vide sulla rivista “Famiglia Cristiana” l'immagine di San Giovanni e decise di
intagliarla sul legno, con la lama di un temperino.
Iniziò a scolpire il 25 Aprile 1972 Era una giornata di pioggia.
E’ un artista attento ai particolari, infatti nelle sue opere appaiono tutti i minimi
dettagli di una vita contadina ormai lontana per noi. Per fare questo usa degli
strumenti precisi, scalpelli, bulini, punte, talvolta creati direttamente da lui.
1) Il ricordo custodito nella memoria visiva viene
rappresentato graficamente in un disegno.
“La scartocciatura” disegno preparatorio
L’artista spiega:
le fasi di esecuzione dell’opera
2) Il disegno viene trasferito su legno
L’artista predilige la tecnica del BASSORILIEVO
3) Il legno viene intagliato con strumenti adatti, rispettando
con precisione le profondità prospettica e i diversi piani
4) Infine la superficie viene trattata con cera per proteggere
il legno in modo naturale.
“La scartocciatura”
La memoria si trasforma in immagine ricca di dettagli.
IL SOGGETTO
I protagonisti sono i contadini rappresentati nella loro realtà
quotidiana .
Le figure si muovono e lavorano nell’ambiente caratteristico
della società contadina
l’aia della cascina e i campi.
La natura è raffigurata con meticolosità e maestria.
L’artista osserva e rappresenta le diverse essenze autoctone
del territorio della bassa bresciana.
Sceglie lo stesso legno per realizzare il bassorilievo
L’artista applica la prospettiva per rappresentare lo spazio
tridimensionale.
Una prospettiva sorprendente per
profondità e ricchezza di
particolari.
LE IMMAGINI RACCONTANO :
Il lavoro agricolo e le fasi della produzione della farina
“L’ARATURA” 1973 - dim. cm.72x28 legno di noce
ARARE ossia rompere la terra in zolle e rivoltarle, poi frantumarle con
l’erpice per ammorbidire il terreno e prepararlo alla semina.
L’aratura veniva effettuata con l’aratro trainato dai buoi guidati dal contadino
(chiamato bifolco)
“LA SEMINA” 1975 - dim. cm. 61x33 legno di noce
SEMINARE ossia mettere i chicchi di mais nella terra, disposti in file
ordinate.
La semina avveniva con la seminatrice anch’essa trainata da buoi o dai
cavalli guidati dal contadino.
MIETERE : è la prima delle operazioni di raccolta del grano maturo e
consiste nel taglio delle piante.
“LA MIETITURA” 2006 - dim. cm 117x57 legno di ciliegio
La mietitura spesso si eseguiva insieme alla successiva operazione che è
quella di riunire in fasci o covoni le piante precedentemente tagliate.
Nell’opera vediamo che la raccolta del
grano veniva eseguita con la mietilega
trainata da cavalli guidati da un contadino,
un secondo contadino manovrava la
mietilega.
Altri operai, fra i quali anche donne e
bambini, seguivano la mietilega
raccogliendo ed accatastando nel campo i
covoni .
La mietilegatrice tagliava gli steli dei cereali,
formava i covoni, li legava e li depositava nel
campo via via che avanzava.
LA TREBBIATURA si eseguiva nell’aia con la trebbiatrice, ossia una
macchina agricola utilizzata per sgranare cereali come il frumento e
separarli dalla paglia.
“LA TREBBIATURA” 1992 - dim. cm 207x85 legno di noce
La trebbiatrice è detta anche ”macchina per battere il grano”
La trebbiatrice veniva trainata dai buoi nell’aia della cascina ed azionata
con la forza motrice del trattore a testa calda.
“LA SCARTOCCIATURA” 1983 - dim. cm 80x42 legno di noce
La scartocciatura si eseguiva a mano, ci si riuniva la sera nell’aia per fare
questa operazione.
Le brattee interne, bianche e soffici, servivano per l’imbottitura dei pagliericci
per i letti delle famiglie contadine. Materassi non sempre confortevoli, ma
possiamo dire igienici, poiché venivano rifatti ogni stagione.
SCARTOCCIARE IL MAIS : ossia togliere alle pannocchie il rivestimento
di brattee esterne(cartoccio), gli stili (capelli) ed infine le brattee interne.
LA SGRANATURA DEL GRANOTURCO ossia la separazione dei
semi dal tutolo e si eseguiva utilizzando la sgranatrice.
“LA SGRANATURA” 2002 - dim. cm 186x79 legno di noce
Il mais veniva immesso a mano nella sgranatrice .
Che permetteva di eseguire meccanicamente anche l'eliminazione delle
impurità grazie a ventilatori e crivelli incorporati nella macchina.
Le sgranatrici a motore erano montate su ruote e venivano trasportate da
un posto all'altro trainate da animali.
“L’ESSICATURA”
2008
ESSICATURA: i contadini, nel frattempo, avevano preparato l’aia
spianando un riquadro di terreno su cui venivano messi ad essiccare i
granelli di granoturco.
Possiamo vedere uomini e donne al lavoro.
dim. cm 85x67,5
legno di noce
In basso a destra i bambini giocano con le biglie.
“IL MULINO” 1981 - dim. cm 86x52 legno di noce
Il mulino era il punto focale, produttivo e sociale delle campagne.
LA MACINATURA: I contadini portavano il loro raccolto al mulino di Dello
per ottenere la farina del proprio grano o granoturco.
Il mulino di Dello era un impianto di piccole dimensioni che sfruttava l’energia
dell’acqua corrente, proveniente da canalizzazioni, per muovere una ruota
verticale ed azionare così le macine .
Il mulino di Dello compare nel film “L’albero degli zoccoli “ 1978 di E. Olmi.
Si distinguevano in rogazioni maggiori di origine romana che cadevano il 25
Aprile e rogazioni minori, sorte in Gallia che cadevano tre giorni avanti
l‘Ascensione.
Dim. cm 95x60,5
legno di noce
ROGAZIONI, nel culto cattolico, stanno ad indicare pubbliche processioni
supplicatorie, accompagnate da litanie, fatte per propiziare il buon raccolto.
In origine avevano carattere penitenziale, ma sono poi diventate processioni
soprattutto di campagna.
Sono ora semplicemente giorni di pubbliche supplicazioni indette dalla
Chiesa , soprattutto per ringraziare Dio di aver donato all’uomo i frutti della
terra quale ricompensa per il duro lavoro.
“LE ROGAZIONI”
2012
La scena è composta da un gruppo di persone per lo più contadini:
L'opera è la descrizione di una processione religiosa di preghiera a scopo di
ringraziamento o di auspicio per ottener dei buoni raccolti e frutti dalla terra.
Tutti i personaggi sono in processione e in atteggiamento di preghiera con lo
sguardo rivolto verso il basso come segno di concentrazione nella preghiera e
adorazione verso il Creatore.
Il Sacerdote
chiude la fila
Giovani, ragazze,
uomini e donne
La processione si svolge con la disposizione a due lungo la fila, siamo in
campagna, le architetture sono assenti ci sono gli alberi che dominano sullo
sfondo.
Alberi grandi vicino al corteo ed alberi piccoli in lontananza che ci
suggeriscono la profondità in assenza di prospettiva.
Tale devozione viene recitata tre volte al giorno: all'alba, a mezzogiorno ed
al tramonto. In tali orari una campana, talvolta detta "campana dell'Angelus"
o "campana dell'Ave Maria", viene suonata.
Dim. cm 30x45 legno di ciliegio
ANGELUS è una preghiera cattolica in ricordo del mistero dell’incarnazione.
Nell’opera vediamo il campanile della chiesa di Dello proprio come
riferimento al suono della campana.
I volti dei due contadini non sembrano affatto
delusi e affranti dalla fatica del lavoro e
dall'arsura del sole, essi esprimono serietà e
serenità, segno della loro fede e della loro
fiducia in Dio.
“L’ ANGELUS” 1992
Essi hanno interrotto brevemente il duro
lavoro per la preghiera, poiché sanno che il
raccolto è un dono di Dio.
La scena è ambientata in una prospettiva
centrale che inquadra l'ambiente della cucina,
ove viene messo in evidenza il modo antico del
cuocere i pasti e gli arredi del tempo.
Dim. cm 78x41 legno di tiglio
IL ROSARIO dopo una giornata di duro lavoro marito e moglie pregano
nell’intimità della loro casa.
Notiamo infatti il camino con la grossa catena
che regge il paiolo sul fuoco ed un altro paiolo
appoggiato dietro ai protagonisti.
Al tempo era sicuramente fondamentale il fuoco
prodotto dalla legna nel caminetto o nella stufa
per riscaldare le case e per cucinare i cibi.
“IL ROSARIO” 1991
I nostri nonni ancora si ricordano la polenta
cotta nel paiolo sul fuoco del camino.
La cucina era il principale ambiente della casa contadina. Quest’ultima era
generalmente composta da due stanze : cucina e camera.
Spesso camera e cucina erano unite.
Nel secolo scorso nella zona della Padania si è diffusa la “pellagra” , una malattia
causata non tanto dall’uso eccessivo della polenta, quanto dalla mancanza di altri
alimenti che la accompagnassero rendendo il pasto completo dal punto di vista
nutrizionale.
La polenta è un piatto che deriva dalla tradizione contadina ed era l’alimento base
della vita di una volta. Essa costituiva infatti l’alimento principale, a volte unico, della
colazione del pranzo e della cena. La polenta era l’ alimento più economico che
permetteva di saziare intere famiglie.
LA POLENTA
2- Cuocete per 40/50 minuti avendo cura di rimestare continuamente.
1- Fate bollire 2 litri di acqua e aggiungete sale quanto basta. Al momento
dell’ebollizione versate lentamente a pioggia 500 g. di farina di granoturco (mais).
Ricetta tradizionale:
3- A cottura ultimata versate su un tagliere di legno.
La polenta taragna – o tiragna – non è un piatto esclusivo della zona di Dello, ma è
molto diffuso in tutta la provincia di Brescia, anche a Bergamo e nelle zone della
Valtellina.
Il nome di questo piatto deriva dal bastone con cui veniva anticamente mescolata la
polenta durante la cottura: il TARAI
Si differenzia dalla polenta tradizionale poiché a cottura
quasi ultimata vengono aggiunti formaggi freschi come
il gorgonzola, la robiola, lo stracchino di montagna e
per finire il burro di malga, fuso e bollente.
La tradizione vuole che la polenta venga cotta in un
recipiente particolare, il paiolo, fatto in rame battuto
e di grosso spessore. La miscela di farina che viene
utilizzata per la sua preparazione le conferisce un
colore scuro.
Non esiste una sola ricetta, ma diverse sono le
varianti a seconda del tipo di farina usata ( di mais
e/o di grano saraceno) e a seconda della quantità e
della tipologia di formaggio utilizzato.
In seguito impiegando la fantasia ed utilizzato diversi ingredienti oltre alla farina di
granoturco si sono creati piatti unici che ora fanno parte della tradizione come la
polenta taragna.
Scuola Media di Dello (BS)
Classi TERZE A – C – D
“ARTE E IMMAGINE”
Docenti: Sonia Carrara – Mario Nicotra – Roberta Pancera
Anno Scolastico 2014/2015
Ringraziamo il Sig. FORTUNATO BULLA per la gentile disponibilità

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  • 1. 'ISTITUTO G. AGOSTI‘ JUNIOR HIGH SCHOOL DELLO, BRESCIA The recently renovated building home to the Junior High School has got two floors: six classrooms, the headmaster office, the administrative office, the teachers' room, the computer room, the gym and the canteen are on the ground floor; other nine classrooms, the library and the TV room are on the first floor. El edificio escolástico de la escuela secundaria de I grado esta dividido en dos plantas: en la planta baja hay seis aulas, la presidencia, la secretaría, el aula de los profesores, el gimnasio el aula informática y la mensa; al primer piso hay nueve aulas, la biblioteca y el aula video.
  • 2. ART PROJECT Traditions and costums: The rural culture of the 'Bassa Bresciana' (Southern part of the province of Brescia) THE RECOLLECTION, THE MEMORY, THE HISTORY The images in the works of an artist-craftsman tell about the agricultural production of the Bassa Bresciana. Fortunato Bulla's work gave us the opportunity to look into every step of the corn and wheat farming work in the history of rural culture: from the preparation of fields (ploughing), through reaping (harvest) to drying. And the result is the flour, after flour milling. We realised that the corn flour is the main ingredient of the 'polenta': a typical and basic dish (sometimes the only one in the past) in the diet of our grandparents. We understood the sculptural work of art and all the executive phases thanks to our meeting with this artist. Starting from the inspiration, an abstract idea, to the creation, the bas relief, through the process of wood carving. Dello and its territory The rural culture and the food farming tradition in the work of Fortunato Bulla, a local artist.
  • 3. Tradiciones y costumbres: la cultura campesina de la Baja Bresciana Dello y su territorio Cultura campesina, a la base de la tradición agrio-alimentar, en la obra de Fortunato Bulla, artista local. El recuerdo, la memoria, la historia Las imagenes cuentan de la producción agrícola de la Baja Bresciana en la obra de un artista- artesano de Dello. Las obras de Fortunato Bulla nos han ofrecido una significativa ocasión para observar, en la historia de la tradición campesina, todas las fases de trabajo agricolo necesario para producir maiz y trigo: desde la predisposición del campo (aradura), a la cosecha (siega), a la desecación. Para obtener al final la harina: el molino (molienda). Hemos visto también que la harina de maiz es el ingrediente principal de la polenta: plato típico y fundamental (en el pasado a veces único) en la dieta alimentar de nuestros abuelos. El incontro con el artista ha permitido un contacto real con la obra escultorea y con todas las fases productivas. Desde la inspiración-emoción, hasta la realización material: el bajorelieve. La técnica: grabado sobre madera.
  • 4. DELLO E IL SUO TERRITORIO Civiltà contadina alla base della tradizione agro-alimentare della bassa bresciana Il ricordo - La memoria - La storia Le opere di Fortunato Bulla
  • 5. Ma facciamo un salto indietro. Come è iniziato tutto questo? Avevamo visto molte volte il signor Bulla, nostro compaesano, lavorare come artista. Un uomo di grande talento e grande passione per ogni diversa forma d’arte, e al tempo stesso un umile uomo di campagna. Lo vedevamo suonare l’organo in chiesa ad ogni importante celebrazione. Fortunato Bulla nasce a Dello il 15 gennaio 1935. A trent’anni si iscrive alla scuola “Tartaglia” di Brescia per diventare geometra . Osservandolo bene si percepisce l’ intenso impegno che ci mette in tutto ciò che fa. E ora l’abbiamo scoperto come scultore, passione che nasce in lui sin da bambino. Fin da piccolo prova amore per la campagna e infatti le sue opere riguardano la civiltà contadina: aratura, semina , preghiera ecc.. In esse raffigura ogni cosa con ricchezza di particolari, dimostrando una grande memoria visiva. L’ ARTISTA
  • 6. Iniziò così a lavorare il legno con passione e costanza, scegliendo i diversi tipi di legno che trovava nella sua campagna: il ciliegio , il noce e il tiglio. Scoprì che intagliare era la sua passione, ma non ne fece mai un lavoro, perché non riusciva a distaccarsi dalle sue opere, quindi rimase per lui un hobby . In quel periodo lavorava come spazzino in provincia di Brescia e quel giorno era a casa. Vide sulla rivista “Famiglia Cristiana” l'immagine di San Giovanni e decise di intagliarla sul legno, con la lama di un temperino. Iniziò a scolpire il 25 Aprile 1972 Era una giornata di pioggia. E’ un artista attento ai particolari, infatti nelle sue opere appaiono tutti i minimi dettagli di una vita contadina ormai lontana per noi. Per fare questo usa degli strumenti precisi, scalpelli, bulini, punte, talvolta creati direttamente da lui.
  • 7. 1) Il ricordo custodito nella memoria visiva viene rappresentato graficamente in un disegno. “La scartocciatura” disegno preparatorio L’artista spiega: le fasi di esecuzione dell’opera
  • 8. 2) Il disegno viene trasferito su legno L’artista predilige la tecnica del BASSORILIEVO 3) Il legno viene intagliato con strumenti adatti, rispettando con precisione le profondità prospettica e i diversi piani
  • 9. 4) Infine la superficie viene trattata con cera per proteggere il legno in modo naturale. “La scartocciatura”
  • 10. La memoria si trasforma in immagine ricca di dettagli. IL SOGGETTO I protagonisti sono i contadini rappresentati nella loro realtà quotidiana . Le figure si muovono e lavorano nell’ambiente caratteristico della società contadina l’aia della cascina e i campi.
  • 11. La natura è raffigurata con meticolosità e maestria. L’artista osserva e rappresenta le diverse essenze autoctone del territorio della bassa bresciana. Sceglie lo stesso legno per realizzare il bassorilievo
  • 12. L’artista applica la prospettiva per rappresentare lo spazio tridimensionale. Una prospettiva sorprendente per profondità e ricchezza di particolari.
  • 13. LE IMMAGINI RACCONTANO : Il lavoro agricolo e le fasi della produzione della farina “L’ARATURA” 1973 - dim. cm.72x28 legno di noce ARARE ossia rompere la terra in zolle e rivoltarle, poi frantumarle con l’erpice per ammorbidire il terreno e prepararlo alla semina. L’aratura veniva effettuata con l’aratro trainato dai buoi guidati dal contadino (chiamato bifolco)
  • 14. “LA SEMINA” 1975 - dim. cm. 61x33 legno di noce SEMINARE ossia mettere i chicchi di mais nella terra, disposti in file ordinate. La semina avveniva con la seminatrice anch’essa trainata da buoi o dai cavalli guidati dal contadino.
  • 15. MIETERE : è la prima delle operazioni di raccolta del grano maturo e consiste nel taglio delle piante. “LA MIETITURA” 2006 - dim. cm 117x57 legno di ciliegio La mietitura spesso si eseguiva insieme alla successiva operazione che è quella di riunire in fasci o covoni le piante precedentemente tagliate.
  • 16. Nell’opera vediamo che la raccolta del grano veniva eseguita con la mietilega trainata da cavalli guidati da un contadino, un secondo contadino manovrava la mietilega. Altri operai, fra i quali anche donne e bambini, seguivano la mietilega raccogliendo ed accatastando nel campo i covoni . La mietilegatrice tagliava gli steli dei cereali, formava i covoni, li legava e li depositava nel campo via via che avanzava.
  • 17. LA TREBBIATURA si eseguiva nell’aia con la trebbiatrice, ossia una macchina agricola utilizzata per sgranare cereali come il frumento e separarli dalla paglia. “LA TREBBIATURA” 1992 - dim. cm 207x85 legno di noce La trebbiatrice è detta anche ”macchina per battere il grano” La trebbiatrice veniva trainata dai buoi nell’aia della cascina ed azionata con la forza motrice del trattore a testa calda.
  • 18. “LA SCARTOCCIATURA” 1983 - dim. cm 80x42 legno di noce La scartocciatura si eseguiva a mano, ci si riuniva la sera nell’aia per fare questa operazione. Le brattee interne, bianche e soffici, servivano per l’imbottitura dei pagliericci per i letti delle famiglie contadine. Materassi non sempre confortevoli, ma possiamo dire igienici, poiché venivano rifatti ogni stagione. SCARTOCCIARE IL MAIS : ossia togliere alle pannocchie il rivestimento di brattee esterne(cartoccio), gli stili (capelli) ed infine le brattee interne.
  • 19. LA SGRANATURA DEL GRANOTURCO ossia la separazione dei semi dal tutolo e si eseguiva utilizzando la sgranatrice. “LA SGRANATURA” 2002 - dim. cm 186x79 legno di noce Il mais veniva immesso a mano nella sgranatrice . Che permetteva di eseguire meccanicamente anche l'eliminazione delle impurità grazie a ventilatori e crivelli incorporati nella macchina. Le sgranatrici a motore erano montate su ruote e venivano trasportate da un posto all'altro trainate da animali.
  • 20. “L’ESSICATURA” 2008 ESSICATURA: i contadini, nel frattempo, avevano preparato l’aia spianando un riquadro di terreno su cui venivano messi ad essiccare i granelli di granoturco. Possiamo vedere uomini e donne al lavoro. dim. cm 85x67,5 legno di noce In basso a destra i bambini giocano con le biglie.
  • 21. “IL MULINO” 1981 - dim. cm 86x52 legno di noce Il mulino era il punto focale, produttivo e sociale delle campagne. LA MACINATURA: I contadini portavano il loro raccolto al mulino di Dello per ottenere la farina del proprio grano o granoturco. Il mulino di Dello era un impianto di piccole dimensioni che sfruttava l’energia dell’acqua corrente, proveniente da canalizzazioni, per muovere una ruota verticale ed azionare così le macine . Il mulino di Dello compare nel film “L’albero degli zoccoli “ 1978 di E. Olmi.
  • 22. Si distinguevano in rogazioni maggiori di origine romana che cadevano il 25 Aprile e rogazioni minori, sorte in Gallia che cadevano tre giorni avanti l‘Ascensione. Dim. cm 95x60,5 legno di noce ROGAZIONI, nel culto cattolico, stanno ad indicare pubbliche processioni supplicatorie, accompagnate da litanie, fatte per propiziare il buon raccolto. In origine avevano carattere penitenziale, ma sono poi diventate processioni soprattutto di campagna. Sono ora semplicemente giorni di pubbliche supplicazioni indette dalla Chiesa , soprattutto per ringraziare Dio di aver donato all’uomo i frutti della terra quale ricompensa per il duro lavoro. “LE ROGAZIONI” 2012
  • 23. La scena è composta da un gruppo di persone per lo più contadini: L'opera è la descrizione di una processione religiosa di preghiera a scopo di ringraziamento o di auspicio per ottener dei buoni raccolti e frutti dalla terra. Tutti i personaggi sono in processione e in atteggiamento di preghiera con lo sguardo rivolto verso il basso come segno di concentrazione nella preghiera e adorazione verso il Creatore. Il Sacerdote chiude la fila Giovani, ragazze, uomini e donne La processione si svolge con la disposizione a due lungo la fila, siamo in campagna, le architetture sono assenti ci sono gli alberi che dominano sullo sfondo. Alberi grandi vicino al corteo ed alberi piccoli in lontananza che ci suggeriscono la profondità in assenza di prospettiva.
  • 24. Tale devozione viene recitata tre volte al giorno: all'alba, a mezzogiorno ed al tramonto. In tali orari una campana, talvolta detta "campana dell'Angelus" o "campana dell'Ave Maria", viene suonata. Dim. cm 30x45 legno di ciliegio ANGELUS è una preghiera cattolica in ricordo del mistero dell’incarnazione. Nell’opera vediamo il campanile della chiesa di Dello proprio come riferimento al suono della campana. I volti dei due contadini non sembrano affatto delusi e affranti dalla fatica del lavoro e dall'arsura del sole, essi esprimono serietà e serenità, segno della loro fede e della loro fiducia in Dio. “L’ ANGELUS” 1992 Essi hanno interrotto brevemente il duro lavoro per la preghiera, poiché sanno che il raccolto è un dono di Dio.
  • 25. La scena è ambientata in una prospettiva centrale che inquadra l'ambiente della cucina, ove viene messo in evidenza il modo antico del cuocere i pasti e gli arredi del tempo. Dim. cm 78x41 legno di tiglio IL ROSARIO dopo una giornata di duro lavoro marito e moglie pregano nell’intimità della loro casa. Notiamo infatti il camino con la grossa catena che regge il paiolo sul fuoco ed un altro paiolo appoggiato dietro ai protagonisti. Al tempo era sicuramente fondamentale il fuoco prodotto dalla legna nel caminetto o nella stufa per riscaldare le case e per cucinare i cibi. “IL ROSARIO” 1991 I nostri nonni ancora si ricordano la polenta cotta nel paiolo sul fuoco del camino. La cucina era il principale ambiente della casa contadina. Quest’ultima era generalmente composta da due stanze : cucina e camera. Spesso camera e cucina erano unite.
  • 26. Nel secolo scorso nella zona della Padania si è diffusa la “pellagra” , una malattia causata non tanto dall’uso eccessivo della polenta, quanto dalla mancanza di altri alimenti che la accompagnassero rendendo il pasto completo dal punto di vista nutrizionale. La polenta è un piatto che deriva dalla tradizione contadina ed era l’alimento base della vita di una volta. Essa costituiva infatti l’alimento principale, a volte unico, della colazione del pranzo e della cena. La polenta era l’ alimento più economico che permetteva di saziare intere famiglie. LA POLENTA 2- Cuocete per 40/50 minuti avendo cura di rimestare continuamente. 1- Fate bollire 2 litri di acqua e aggiungete sale quanto basta. Al momento dell’ebollizione versate lentamente a pioggia 500 g. di farina di granoturco (mais). Ricetta tradizionale: 3- A cottura ultimata versate su un tagliere di legno.
  • 27. La polenta taragna – o tiragna – non è un piatto esclusivo della zona di Dello, ma è molto diffuso in tutta la provincia di Brescia, anche a Bergamo e nelle zone della Valtellina. Il nome di questo piatto deriva dal bastone con cui veniva anticamente mescolata la polenta durante la cottura: il TARAI Si differenzia dalla polenta tradizionale poiché a cottura quasi ultimata vengono aggiunti formaggi freschi come il gorgonzola, la robiola, lo stracchino di montagna e per finire il burro di malga, fuso e bollente. La tradizione vuole che la polenta venga cotta in un recipiente particolare, il paiolo, fatto in rame battuto e di grosso spessore. La miscela di farina che viene utilizzata per la sua preparazione le conferisce un colore scuro. Non esiste una sola ricetta, ma diverse sono le varianti a seconda del tipo di farina usata ( di mais e/o di grano saraceno) e a seconda della quantità e della tipologia di formaggio utilizzato. In seguito impiegando la fantasia ed utilizzato diversi ingredienti oltre alla farina di granoturco si sono creati piatti unici che ora fanno parte della tradizione come la polenta taragna.
  • 28. Scuola Media di Dello (BS) Classi TERZE A – C – D “ARTE E IMMAGINE” Docenti: Sonia Carrara – Mario Nicotra – Roberta Pancera Anno Scolastico 2014/2015 Ringraziamo il Sig. FORTUNATO BULLA per la gentile disponibilità