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DOVE NASCONO LE NUVOLE
nuovi cieli …
C’era una volta l’Ecuador
2015
PARTIRE E’
“Partire è, anzitutto, uscire da sé.
Spezzare quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel
nostro io.
Partire è aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro.
È possibile viaggiare soli; ma un buon camminatore sa che il grande
viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni.
Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e
stanchi.
Intuisce il momento in cui cominciano a disperare.
Li prende dove lì trova. Li ascolta.
Con delicatezza, intuito e soprattutto amore,
ridà coraggio e gusto per il cammino.
Ma c’è cammino e cammino:
Partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la
stessa marcia per costruire un mondo più giusto ed umano.”
Helder Camara
Missione umanitaria in Ecuador nella lontana e selvaggia
America Latina
A Salinas De Guaranda più
precisamente nel villaggio di Natahua
Un viaggio dove ho
potuto sperimentare
i cinque sensi
IL SENSO
DELL’OLFATTO
“Non c’è come un odore
per risvegliare le
memorie”.
William Mcfee
Non ho mai respirato un’aria più pura di quella, ossigeno al 100%.
Un’aria frizzante che odorava di piante,
di terra e sudore,
e ancora di sabbia, di cemento,
di cibo e legna bruciata.
Un villaggio di circa duecento anime meravigliose,
disperso per le Ande,
sorvegliato dal Chimborazo il vulcano più grande della terra.
Il sole splendeva sempre alto nel cielo e il forte vento spazzava via le nuvole
che non erano più fluttuanti nell’aria, ma davanti a noi.
Eravamo talmente alti che le nuvole nascevano nelle immense vallate
incantate, dimenticate perfino dalle cartine, libere di giocare a rincorrersi tra le
raffiche di vento.
IL SENSO
DELL’UDITO
“Ascoltare è il miglior
modo di accogliere gli
altri in se stesso”.
Wen Tzu
La mattina la sveglia suonava alle 7:00 da parte del gallo prima,
dell’asino poi ed, infine, dai cani e dall’allegro parlare della gente.
IL SENSO DEL GUSTO
“Il gusto di un cibo, di una cosa, di una
persona, può ingannare.
Solo il retrogusto conserva il vero sapore,
diluito sì,
ma anche depurato;
e solo nel retrogusto si manifesta l’idea della
persona, della cosa, del cibo
che abbiamo assaporato”.
Arthur Schnitzler
La cuoca locale cucinava piatti tipici tra cui: riso, patate, mais bollito oppure
tostato, zuppa e tanto formaggio per tutti i gusti.
La carne si mangia solo in occasioni speciali.
IL SENSO DEL
TATTO
“Un abbraccio vuol dire:
tu non sei una minaccia.
Non ho paura di starti così vicino.
Posso rilassarmi, sentirmi a casa.
Sono protetto, e qualcuno mi
comprende.”
La tradizione dice che quando abbracciamo
qualcuno in modo sincero, guadagniamo un
giorno di vita.
Paulo Coelho
L’importanza del saluto sempre e comunque,
le forti strette di mano,
i baci e gli abbracci che ti avvolgono calorosamente,
il chiederti come ti senti,
scoprire ciò che sei veramente, l’essenza e non
l’apparenza,
il chiamarti per nome.
Accarezzare la pelle morbida e sudicia dei bambini,
tendere la mano per aiutare un vecchio
e sentire la sua carne rugosa;
sono i punti di riferimento principali delle popolazioni
latine.
IL SENSO DELLA
VISTA
“Il vero viaggio di
scoperta non consiste
nel cercare nuove terre,
ma nell’ avere nuovi
occhi.”
Marcel Proust
Passavamo da paesaggi aridi e vulcanici,
a scorci coloratissimi
che ti facevano innamorare della vita.
Che cosa facevamo
?
Lo scopo della missione era quello di aiutare la comunità di Natahua
a costruire un caseificio,
in quanto,
produrre formaggio è una delle poche fonti di sostentamento.
Si faceva tutto a mano, a partire dalle fondamenta scavate con qualche pala,
al trasporto di enormi massi,
alla sabbia e al cemento che venivano trasferiti con dei sacchi,
dei secchi
o con una delle tre carriole senza copertone che avevamo a disposizione.
Lascio a voi immaginare l’immenso sforzo che tutti i giorni dovevamo
affrontare.
La fatica, però, passava in secondo piano perché era condivisa con tutti.
La uniòn hace la fuerza!
Ricordo uno dei primi giorni quando quattro ragazzi ci invitarono per una passeggiata.
Camminammo per circa tre ore fermandoci solo per alcuni minuti.
La cosa che ha dell’incredibile è che la camminata aveva uno scopo ben preciso del
quale non eravamo ancora a conoscenza: andare a caccia di conigli selvatici.
Così quando i cani individuavano la preda cominciavano le nostre corse sfrenate
concluse con un cospicuo bottino.
Abbiamo imparato, perfino, a mungere le mucche che stavano al
pascolo in fondo alla valle.
Aiutavamo, poi, una famiglia a produrre e confezionare dell’ottimo torrone.
Facevamo delle attività con i nonni
e con i bambini che erano sempre in
mezzo a noi incuriositi.
Durante il mese di missione abbiamo vissuto anche un’altra realtà.
Siamo andati a Guayaquill, la città più popolosa dell’Ecuador che si affaccia
sulla costa direttamente sull’oceano Pacifico.
Una metropoli popolata da immigrati afroamericani che si stabiliscono in
dimore costruite su palafitte lungo il fiume Guayas o in abitazioni precarie.
Abbiamo aiutato la Fondazione Funyme a costruire
dei giochi con dei copertoni di camion pitturati per
un asilo nido.
Marcelo,
Mery,
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Estefania,
Sandra,
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Mauricio,
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Erika,
Vicky,
David,
Lesly,
non sono semplici nomi;
Sono volti,
sorrisi,
sguardi
che hanno lasciato in me una traccia indelebile.
Quanta gioia, innocenza e bellezza nei loro occhi!
C’è poi, a mio parere, un sesto
senso:
quello del
CUORE
“Donerete bene poco se donerete
i vostri beni.
È quando fate dono di voi stessi
che donerete veramente”.
Khail Gibran
In poche altre occasioni sono stata così amata, accolta
e importante per qualcuno.
Ci hanno sempre riservato il meglio, privandosene loro, per donarci più di
quanto potevano permettersi.
Hanno semplicemente l’essenziale per vivere o sopravvivere, ma possiedono
una cosa che in pochi hanno, ma che in molti aspirano a raggiungere ed è la
“ricetta della felicità”.
La missione mi ha insegnato a vivere con più serenità e a trovare dentro di
me le risorse potenziali.
Ho scoperto una forza interiore che non credevo di avere.
Ho imparato a dedicare più tempo alle persone, fermandomi ad ascoltarle, a
dare priorità alla vita stessa.
Tre sono le cose fondamentali che ho appreso:
la prima è che quando ti viene offerto qualcosa in dono non si può rifiutare;
la seconda è che bisogna aprire sempre il cuore al servizio del prossimo;
la terza, ed ultima, è che le promesse fatte vanno mantenute sempre.
CHAO NOS VEMOS PRONTO!
… e nuovi orizzonti
“C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di
cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza,
dal conformismo, dal tradizionalismo,
tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito,
ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo
non esiste di più devastante di un futuro certo.
Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per
l’avventura.
La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze,
e quindi,
non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in continuo
cambiamento,
del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso”.
Christopher McCandless

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  • 1. DOVE NASCONO LE NUVOLE nuovi cieli … C’era una volta l’Ecuador 2015
  • 2. PARTIRE E’ “Partire è, anzitutto, uscire da sé. Spezzare quella crosta di egoismo che tenta di imprigionarci nel nostro io. Partire è aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro. È possibile viaggiare soli; ma un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita ed esso esige dei compagni. Un buon camminatore si preoccupa dei compagni scoraggiati e stanchi. Intuisce il momento in cui cominciano a disperare. Li prende dove lì trova. Li ascolta. Con delicatezza, intuito e soprattutto amore, ridà coraggio e gusto per il cammino. Ma c’è cammino e cammino: Partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia per costruire un mondo più giusto ed umano.” Helder Camara
  • 3. Missione umanitaria in Ecuador nella lontana e selvaggia America Latina
  • 4. A Salinas De Guaranda più precisamente nel villaggio di Natahua
  • 5.
  • 6. Un viaggio dove ho potuto sperimentare i cinque sensi
  • 7. IL SENSO DELL’OLFATTO “Non c’è come un odore per risvegliare le memorie”. William Mcfee
  • 8. Non ho mai respirato un’aria più pura di quella, ossigeno al 100%. Un’aria frizzante che odorava di piante, di terra e sudore, e ancora di sabbia, di cemento, di cibo e legna bruciata.
  • 9.
  • 10. Un villaggio di circa duecento anime meravigliose, disperso per le Ande, sorvegliato dal Chimborazo il vulcano più grande della terra.
  • 11. Il sole splendeva sempre alto nel cielo e il forte vento spazzava via le nuvole che non erano più fluttuanti nell’aria, ma davanti a noi. Eravamo talmente alti che le nuvole nascevano nelle immense vallate incantate, dimenticate perfino dalle cartine, libere di giocare a rincorrersi tra le raffiche di vento.
  • 12. IL SENSO DELL’UDITO “Ascoltare è il miglior modo di accogliere gli altri in se stesso”. Wen Tzu
  • 13. La mattina la sveglia suonava alle 7:00 da parte del gallo prima, dell’asino poi ed, infine, dai cani e dall’allegro parlare della gente.
  • 14. IL SENSO DEL GUSTO “Il gusto di un cibo, di una cosa, di una persona, può ingannare. Solo il retrogusto conserva il vero sapore, diluito sì, ma anche depurato; e solo nel retrogusto si manifesta l’idea della persona, della cosa, del cibo che abbiamo assaporato”. Arthur Schnitzler
  • 15. La cuoca locale cucinava piatti tipici tra cui: riso, patate, mais bollito oppure tostato, zuppa e tanto formaggio per tutti i gusti. La carne si mangia solo in occasioni speciali.
  • 16. IL SENSO DEL TATTO “Un abbraccio vuol dire: tu non sei una minaccia. Non ho paura di starti così vicino. Posso rilassarmi, sentirmi a casa. Sono protetto, e qualcuno mi comprende.” La tradizione dice che quando abbracciamo qualcuno in modo sincero, guadagniamo un giorno di vita. Paulo Coelho
  • 17. L’importanza del saluto sempre e comunque, le forti strette di mano, i baci e gli abbracci che ti avvolgono calorosamente, il chiederti come ti senti, scoprire ciò che sei veramente, l’essenza e non l’apparenza, il chiamarti per nome. Accarezzare la pelle morbida e sudicia dei bambini, tendere la mano per aiutare un vecchio e sentire la sua carne rugosa; sono i punti di riferimento principali delle popolazioni latine.
  • 18. IL SENSO DELLA VISTA “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’ avere nuovi occhi.” Marcel Proust
  • 19. Passavamo da paesaggi aridi e vulcanici,
  • 21. che ti facevano innamorare della vita.
  • 23. Lo scopo della missione era quello di aiutare la comunità di Natahua a costruire un caseificio, in quanto, produrre formaggio è una delle poche fonti di sostentamento.
  • 24.
  • 25. Si faceva tutto a mano, a partire dalle fondamenta scavate con qualche pala, al trasporto di enormi massi, alla sabbia e al cemento che venivano trasferiti con dei sacchi, dei secchi o con una delle tre carriole senza copertone che avevamo a disposizione.
  • 26. Lascio a voi immaginare l’immenso sforzo che tutti i giorni dovevamo affrontare. La fatica, però, passava in secondo piano perché era condivisa con tutti.
  • 27. La uniòn hace la fuerza!
  • 28. Ricordo uno dei primi giorni quando quattro ragazzi ci invitarono per una passeggiata. Camminammo per circa tre ore fermandoci solo per alcuni minuti. La cosa che ha dell’incredibile è che la camminata aveva uno scopo ben preciso del quale non eravamo ancora a conoscenza: andare a caccia di conigli selvatici. Così quando i cani individuavano la preda cominciavano le nostre corse sfrenate concluse con un cospicuo bottino.
  • 29. Abbiamo imparato, perfino, a mungere le mucche che stavano al pascolo in fondo alla valle.
  • 30.
  • 31. Aiutavamo, poi, una famiglia a produrre e confezionare dell’ottimo torrone.
  • 33. e con i bambini che erano sempre in mezzo a noi incuriositi.
  • 34.
  • 35.
  • 36.
  • 37. Durante il mese di missione abbiamo vissuto anche un’altra realtà. Siamo andati a Guayaquill, la città più popolosa dell’Ecuador che si affaccia sulla costa direttamente sull’oceano Pacifico. Una metropoli popolata da immigrati afroamericani che si stabiliscono in dimore costruite su palafitte lungo il fiume Guayas o in abitazioni precarie.
  • 38. Abbiamo aiutato la Fondazione Funyme a costruire dei giochi con dei copertoni di camion pitturati per un asilo nido.
  • 39.
  • 40.
  • 41.
  • 46. che hanno lasciato in me una traccia indelebile.
  • 47. Quanta gioia, innocenza e bellezza nei loro occhi!
  • 48. C’è poi, a mio parere, un sesto senso: quello del CUORE “Donerete bene poco se donerete i vostri beni. È quando fate dono di voi stessi che donerete veramente”. Khail Gibran
  • 49. In poche altre occasioni sono stata così amata, accolta e importante per qualcuno. Ci hanno sempre riservato il meglio, privandosene loro, per donarci più di quanto potevano permettersi. Hanno semplicemente l’essenziale per vivere o sopravvivere, ma possiedono una cosa che in pochi hanno, ma che in molti aspirano a raggiungere ed è la “ricetta della felicità”.
  • 50. La missione mi ha insegnato a vivere con più serenità e a trovare dentro di me le risorse potenziali. Ho scoperto una forza interiore che non credevo di avere. Ho imparato a dedicare più tempo alle persone, fermandomi ad ascoltarle, a dare priorità alla vita stessa. Tre sono le cose fondamentali che ho appreso: la prima è che quando ti viene offerto qualcosa in dono non si può rifiutare; la seconda è che bisogna aprire sempre il cuore al servizio del prossimo; la terza, ed ultima, è che le promesse fatte vanno mantenute sempre. CHAO NOS VEMOS PRONTO!
  • 51. … e nuovi orizzonti
  • 52. “C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi, non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in continuo cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso”. Christopher McCandless