Slide di Michele Borghetto de La Nostra Famiglia a incontro con volontari dell'associazione Lucia Schiavinato di Vittorio Veneto su "approfondimenti degli aspetti della sessualità e dell'affettività nella relazione con il disabile adulto".
Relazione "Sessualità e Disabilità" presentata dalla Dr.ssa Antonella Ciccarelli al Convegno Timidezza d'amore e ansia sessuale, Ancona 20 Novembre 2010.
L’esperienza affettiva-sessuale della persona con disabilità intellettiva in ...CentroMalattieRareFVG
Affettività e sessualità nella disabilità: una sfida per gli operatori
L’esperienza affettiva-sessuale della persona con disabilità intellettiva in un’ottica psico-relazionale
Dott.ssa Orietta Sponchiado
Psicologa-psicoterapeuta
Udine, 15 aprile 2015
Storia clinica della Malattia di Gaucher tipo 1 dopo l'introduzione della Ter...CentroMalattieRareFVG
Slides presentate dal dr Bruno Bembi, Direttore del Centro di Coordinamento Regionale per le Malattie Rare FVG e Principal Investigator del progetto di Ricerca Finalizzata "Clinical history and long-term cost-effectiveness of Enzyme Replacement Therapy for Gaucher Disease in Italy", in occasione del convegno "Patologia Immune e Malattie Orfane", Torino, 28-30 gennaio 2016.
La sessualità e l’affettività del disabile intellettivo: percorsi possibili p...CentroMalattieRareFVG
La sessualità e l’affettività del disabile intellettivo: percorsi possibili per le famiglie
- Udine, 19 novembre 2014 - Dott.ssa Orietta Sponchiado
Psicologa-psicoterapeuta
Relazione "Sessualità e Disabilità" presentata dalla Dr.ssa Antonella Ciccarelli al Convegno Timidezza d'amore e ansia sessuale, Ancona 20 Novembre 2010.
L’esperienza affettiva-sessuale della persona con disabilità intellettiva in ...CentroMalattieRareFVG
Affettività e sessualità nella disabilità: una sfida per gli operatori
L’esperienza affettiva-sessuale della persona con disabilità intellettiva in un’ottica psico-relazionale
Dott.ssa Orietta Sponchiado
Psicologa-psicoterapeuta
Udine, 15 aprile 2015
Storia clinica della Malattia di Gaucher tipo 1 dopo l'introduzione della Ter...CentroMalattieRareFVG
Slides presentate dal dr Bruno Bembi, Direttore del Centro di Coordinamento Regionale per le Malattie Rare FVG e Principal Investigator del progetto di Ricerca Finalizzata "Clinical history and long-term cost-effectiveness of Enzyme Replacement Therapy for Gaucher Disease in Italy", in occasione del convegno "Patologia Immune e Malattie Orfane", Torino, 28-30 gennaio 2016.
La sessualità e l’affettività del disabile intellettivo: percorsi possibili p...CentroMalattieRareFVG
La sessualità e l’affettività del disabile intellettivo: percorsi possibili per le famiglie
- Udine, 19 novembre 2014 - Dott.ssa Orietta Sponchiado
Psicologa-psicoterapeuta
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienzapiccolorifugio
Disabilità e invecchiamento, disabilita' e comorbilita' psichiatrica, slide di Federico Mucelli per progetto IO VOLO di associazione Lucia Schiavinato, Fondazione Piccolo Rifugio, Anffas Sinistra Piave, associazione Sergio Piccin, Volontari x Shelter
Fondazione Piccolo Rifugio - Rassegna stampa maggio giugno 2011piccolorifugio
Citazioni su stampa e web sul Piccolo Rifugio di Ferentino, San Donà, Trieste, Verona, Vittorio Veneto e della Pedalata Pro Piccolo Rifugio del 5 giugno 2011 a Vittorio Veneto
Rassegna stampa Piccolo Rifugio marzo aprile 2011piccolorifugio
Rassegna di giornali e siti che hanno parlato del Piccolo Rifugio di Ferentino, Ponte della Priula, San Donà di Piave e Vittorio Veneto a marzo e aprile 2011
IO VOLO - Slide corso volontari con esperienzapiccolorifugio
Disabilità e invecchiamento, disabilita' e comorbilita' psichiatrica, slide di Federico Mucelli per progetto IO VOLO di associazione Lucia Schiavinato, Fondazione Piccolo Rifugio, Anffas Sinistra Piave, associazione Sergio Piccin, Volontari x Shelter
Fondazione Piccolo Rifugio - Rassegna stampa maggio giugno 2011piccolorifugio
Citazioni su stampa e web sul Piccolo Rifugio di Ferentino, San Donà, Trieste, Verona, Vittorio Veneto e della Pedalata Pro Piccolo Rifugio del 5 giugno 2011 a Vittorio Veneto
Rassegna stampa Piccolo Rifugio marzo aprile 2011piccolorifugio
Rassegna di giornali e siti che hanno parlato del Piccolo Rifugio di Ferentino, Ponte della Priula, San Donà di Piave e Vittorio Veneto a marzo e aprile 2011
1. PICCOLO RIFUGIO
ASSOCIAZIONE SERGIO PICCIN
2011
APPROFONDIMENTI
DEGLI ASPETTI
DELL'AFFETTIVITA'
E DELLA
SESSUALITA'
NELLA RELAZIONE
CON IL DISABILE
ADULTO
dott. Michele Borghetto – Psicologo e Psicoterapeuta
2.
3. Q.I.
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4. UN PASSAGGIO DI
SENSO
FONDAMENTALE
Dal costrutto di
Ritardo Mentale al
costrutto della
Disabilità Intellettiva
5. AAMR 2002
IL RITARDO MENTALE E' UNA DISABILITA‘
CARATTERIZZATA DA:
SIGNIFICATIVE LIMITAZIONI NEL
FUNZIONAMENTO INTELLETTUALE
SIGNIFICATIVE LIMITAZIONI NEL
COMPORTAMENTO ADATTATIVO COME
ESPRESSIONI DI CAPACITA' ADATTATIVE
CONCETTUALI, SOCIALI E PRATICHE
LA DISABILITA' INIZIA PRIMA DEI 18 ANNI
6. LE CARATTERISTICHE CLINICHE
La D.I. è nella sua essenza una grave alterazione mentale che si manifesta
come una distorsione psichiatrica globale legata al difetto di sviluppo delle
funzioni astrattive della conoscenza e dell’adattamento
Nella D.I. il pensiero resta strettamente dipendente dall’esperienza e dalla
rappresentazione di essa, le percezioni non riescono a generalizzarsi, il
movimento è imitativo e non sviluppa capacità espressive né costruttive
originali, il linguaggio è povero, stereotipato, legato alla rappresentazione
immediata, non diventa linguaggio interno e non assume la guida della
condotta
La Sindrome del ritardo mentale è contrassegnata dal deficit più o meno
permanente della comprensione, della critica, dell’autonomia, che presenta
tuttavia compensi ed attitudini impreviste e presenta un mondo soggettivo
capace di un certo tipo di autocoscienza e di vita affettiva che assicura il valore
etico della personalità (che però si differenzia a seconda dell’entità del deficit
cognitivo)
7. Età 0-6 anni Età 6-18 anni Età adulta
§Ritardo motorio grave. § Sviluppo sensomotorio limitato. §Arresto alla fase dell’intelligenza
RM §Nessuno sviluppo delle funzioni §Assenza del linguaggio relazionale. sensomotoria (0-2anni).
simboliche. §Nessuna autonomia. §Necessità di assistenza e
Profondo §Nessuno sviluppo del linguaggio. sorveglianza totale.
§Sviluppo motorio elementare con §Acquisizione di abitudini elementari ma senza §Arresto alla fase dell’intelligenza
schemi relazionali poveri. apprendimenti scolastici. rappresentativa pre-operatiria (2-
RM §Limitata comunicazione verbale;qualche 6anni).
§Linguaggio molto ridotto.
Severo interesse affettivo e relazionale. §Autonomia parziale,necessità di
§Autonomia scarsa. ambiente protetto.
§Sviluppo motorio sufficiente. §Acquisizioni scolastiche iniziali. §Arresto alla fase delle operazioni
RM §Linguaggio e funzioni simboliche §Persistenza di immaturità espressiva. concrete semplici (7-9anni),
apprendimento di un lavoro
Moderato povere e in lenta maturazione. §Autonomia sufficiente. elementare.
§Discreta autonomia sociale.
§Necessità di aiuto in situazioni
traumatizzanti.
§Ritardo senso motorio e del §Apprendimento scolastico discreto nella §Arresto alla fase dell’intelligenza
linguaggio lievi. scuola primaria. operatoria concreta (9-11anni)
RM §Capacità di adattamento sociale e
§Difficoltà di apprendimento nelle classi
Lieve secondarie. professionale discrete con appropiato
addestramento.
§Autonomia sufficiente. §Bisogno di aiuto in situazioni difficili
e traumatizzanti.
8. Il meccanismo deficitario rimane relativamente univoco nei
diversi quadri clinici, assumendo alcune conseguenze comuni:
•Riduce la forza e l’ampiezza delle funzioni esecutive
(attenzione, memoria, rappresentazione, linguaggio,ecc.)
•Facilita condotte imitative e stereotipate, abbassando
autonomia, originalità e adattamento creativo
•Riduce la capacità di astrarre dall’esperienza, di costruire
operazioni mentali, di formulare ipotesi e deduzioni
9. CAMBIAMENTO NELLA
MODALITA’ TERAPEUTICA
UNIDIREZIONALE ALTERNATA STRATIFICATA INTEGRATA
MENTE
MENTE
MENTE PERSONA
CORPO
CORPO
CORPO
10. Oh, che sarà...
(C. Barque de Hollanda e I. Fossati)
Oh, che sarà, che sarà Oh, che sarà, che sarà
che vanno sospirando nelle alcove quel che non ha decenza
che vanno sussurrando in versi e strofe nè mai ce l'avrà
che vanno combinando in fondo al buio quel che non ha censura
che gira nelle teste, nelle parole nè mai ce l'avrà
che accende le candele nelle processioni quel che non ha ragione.
che va parlando forte nei portoni
e grida nei mercati che con certezza Ah che sarà, che sarà
sta nella natura nella bellezza che tutti i loro avvisi non potranno
quel che non ha ragione evitare
nè mai ce l'avrà che tutte le risate andranno a sfidare
quel che non ha rimedio che tutte le campane andranno a
nè mai ce l'avrà cantare
quel che non ha misura. e tutti gli inni insieme a consacrare
e tutti i figli insieme a purificare
Oh, che sarà, che sarà e i nostri destini ad incontrare
che vive nell'idea di questi amanti persino il Padreterno da così lontano
che cantano i poeti più deliranti guardando quell'inferno dovrà benedire
che giurano i profeti ubriacati quel che non ha governo
che sta sul cammino dei mutilati nè mai ce l'avrà
e nella fantasia degli infelici quel che non ha vergogna
che sta nel dai-e-dai delle meretrici nè mai ce l'avrà
nel piano derelitto dei banditi. quel che non ha giudizio
11. Sessualità e sviluppo: una
prospettiva evolutiva e narrativa
Nel tentativo di comprendere la sessualità umana
si incontra uno dei più gravi problemi connessi
alla ricerca scientifica. È infatti molto difficile
definirla con precisione, isolare le variabili e le
invarianti che la caratterizzano, tracciare i confini
delle sue aree di connessione con gli altri campi
dell'esperienza, e per uno scienziato non c'è
nulla di più avvilente di un oggetto di studio poco
definito che sembra sfuggire alle sue ricerche
(Veglia, 1996)
12. La dimensione riproduttiva della
sessualità
Il mandato più antico impone innanzitutto di
riprodursi e poi, se possibile, di sopravvivere. Ma
nell'evoluzione succede qualcosa che ha
permesso di trasformare la necessità di riprodursi
in desiderio di maternità e di paternità, in progetto
di vita.
Conservando la coscienza facciamo spazio alla
relazione con l'altro, alla costruzione del
significato e alla ricerca della verità che ci
rendono liberi.
13. FARE SESSO
La dimensione ludica della sessualità
Nel “fare sesso” esistono corpi che si intrecciano,
che riportano ad un confine che è rappresentato
dalla pelle che si sperimenta in forma di gioco. Fin
dal periodo della pubertà questo giocare con il
corpo e scrutare i corpi che danzano vicino al mio,
diventa motivo di conoscenza e addestramento.
Mi scopro e ti scopro attraverso il filo invisibile
dell'attrazione. Ma limitarsi alla dimensione ludica
resta comunque un gioco al ribasso.
14. STARE INSIEME
La dimensione sociale della
sessualità
Procedendo con la storia della vita vediamo
comparire un nuovo mandato che ci spinge
ancora verso la riproduzione e la sopravvivenza,
ma questa volta cercando un accordo con i nostri
simili. Ecco allora la relazione e il legame con
l'altro che emergono dallo sfondo cercando
vicinanza, protezione, prendendosi cura l'uno
dell'altra. Impariamo a riconoscerci attraverso la
relazione con l'altro.
15. FARE L'AMORE
La dimensione semantica della
sessualità
Salendo di un passo, i corpi che si uniscono diventano un
luogo dove incontrarci e unirsi in maniera fusionale
(quasi la fusione dalla quale proveniamo), dove corpo e
spirito non hanno più confini precisi e l'orgasmo diventa
qualcosa di più di una funzione genitale. Fare l'amore
comporta la realizzazione di un mandato che ci chiede di
cercare dei significati per la nostra vita e condividerli con
qualcuno. Se per riprodurci è sufficiente una coscienza
di sé e del mondo molto parziale, per fare l'amore è
necessaria una conoscenza estesa, continua e ben
organizzata
16. AVERE UNA STORIA
La dimensione narrativa della
sessualità
Chi ha potuto abitare l'intimità del suo amore non
sopporta l'idea che un'esperienza così straordinaria
sia confinata nel qui e ora di una sola volta. Vuole
un tempo per il racconto e un tempo per il possibile,
un passato da ricordare e un senso per il futuro.
Vuole diventare parte di una storia. L'essere umano
attraversa l'esistenza terrena con il desiderio
irresistibile di raccontare chi siamo, cosa è accaduto
e quanto ci aspettiamo.
17. Ma se ricordiamo anche che l'uomo si struttura
nella relazione O-A come un costruttore di
significato, non dimentichiamo che proprio quei
deficit o disturbi delle competenze
metacognitive propri della disabilità intellettiva,
nell'adulto come nel bambino, possono
rendere illeggibile e perversa qualsiasi forma
di relazione e di intimità.
19. D'ALTRO CANTO SAREBBE INSENSATO
SOSTENERE CHE “PISELLO E
PASSEROTTA” SONO COME TUTTE LE
ALTRE PARTI DEL CORPO:
OFFENDEREMMO L'INTELLIGENZA DEI
DISABILI (Veglia, 2004)!
20. Nel corso degli anni ’80 del secolo scorso
l’interesse sulle dimensioni di
affettività e sessualità nella condizione di
disabilità ha avuto importanti sviluppi
e l’attenzione è stata posta, oltre che ai
diretti interessati, anche ai familiari
(caregiver), a tutti coloro che operano in
questo specifico ambito, oltre ai servizi
socio – educativi ed assistenziali
21. POSSIAMO SOSTANZIALMENTE DIRE CHE
DA UNA VISIONE DISABILE CENTRICA, IN
PARTE LEGATA ANCHE ALLE
CARATTERISTICHE SOCIO-CULTURALI
DELL'EPOCA, SI E' TRANSITATI VERSO UNA
NUOVA INTUIZIONE CHE VEDE IL TUTTO
COME PIU' DELLA SOMMA DELLE SINGOLE
PARTI E COME NON VI SIA SOLO IL
DISABILE CON IL SUO DISAGIO, MA, IN
UN'OTTICA LEWINIANA, TUTTO IL CAMPO
RELAZIONALE CHE GLI APPARTIENE
22. Il costrutto di salute sessuale, inoltre, non deve
essere confuso con quello di normalità
sessuale (frutto di influssi culturali, religiosi e
morali che caratterizzano una società in un
determinato periodo).
La salute sessuale non implica un’imposizione,
ma la possibilità e la capacità di raggiungere
una soddisfacente vita sessuale senza
dimenticare le specifiche esigenze, la
soggettività, il rispetto dell’individuo e del suo
contesto di relazione.
(Basson, 2007)
23. Fino agli anni ‘60 prevalevano atteggiamenti negativi e
repressivi verso la sessualità dei disabili sia che
vivessero a casa sia in comunità, negando che le
relazioni affettive e sessuali rappresentassero un
bisogno delle persone disabili come di qualsiasi altro
individuo (Pesci, 1983, 1993; Piazza, 2006).
Allo stato attuale, sebbene sembri più diffuso un
atteggiamento di maggiore riconoscimento della
sessualità, continua a persistere una tendenza a
negare il bisogno ed il desiderio sessuale nelle
persone disabili. Il disabile viene spesso considerato
un eterno bambino ed il bisogno di sessualità è
ricondotto a situazioni di disobbedienza. La sessualità
per queste persone è ritenuta pertanto pericolosa, da
tenere sotto controllo e da gestire (Ailey et al.,
2003;Chelsea, 2006).
24. Gli stereotipi della disabilità
Diversi sono gli stereotipi sociali sulla sessualità dei disabili;
Balian (2001) ne ha proposta una sintesi, secondo cui i disabili:
devono essere protetti dalla loro sessualità perché appaiono
come bambini dipendenti;
devono essere protetti dalla loro sessualità perché appaiono
come bambini dipendenti;
non hanno le capacità di imparare la sessualità;
sono esseri asessuati o, all’opposto, ipersessuati;
non hanno gli stessi bisogni, desideri, sentimenti e capacità
dei normodotati;
hanno impulsi sessuali incontrollati e di conseguenza
mancano di inibizione e indulgono in comportamenti
immorali;
sono spesso abusatori;
educarli alla sessualità può stimolarli eccessivamente ad
indulgere in attività sessuali che altrimenti non metterebbero
in atto.
25. Recenti indagini sulla sessualità hanno
messo in luce come la maggior parte dei disabili sia
sessualmente attiva (Lassmann et al., 2007; Reid et al.,
2007). Anche se tra le manifestazioni sessuali più diffuse
si ritrovano le espressioni di tenerezza, quali ad esempio
gli abbracci e la vicinanza fisica, la masturbazione
rappresenterebbe l’espressione più frequente e normale di
una sessualità “genitale”, sebbene in molti casi
accompagnata da sentimenti di tipo negativo (Ailey et al.,
2003). La maggior parte dei disabili che si masturba non
riuscirebbe, di fatto, a raggiungere l’orgasmo, innescando
con tale insuccesso sentimenti di frustrazione.
27. Per comprendere la corporeità,
abbiamo bisogno di compiere un
cammino, un percorso segnato da
tappe riconducibili a pochi, decisivi
verbi:
•VEDERE IL CORPO
•SENTIRE IL CORPO
•PENSARE IL CORPO
•VIVERE IL CORPO
28. Il corpo non è un oggetto rispetto ad un
soggetto che lo guarda, che lo osserva
analiticamente ed integra così elementi
nuovi. I FATTI DEL CORPO SONO UN
TUTT’UNO CON LO SGUARDO DI CHI
LI OSSERVA.
Il corpo non rappresenta una “cosa”
posseduta, ma un campo di esperienza
che coincide con la presenza stessa del
soggetto.
29. La disabilità è una sfida ai luoghi comuni, agli errori
logici, alle presunzioni presenti in ogni cultura.
Costringe a guardare dentro i gesti, alle intenzioni,
alle persone. A leggere le cose oltre l'apparenza. Ad
essere intelligenti. Affrontare la sessualità e
l'affettività delle persone (aggiungo con-le-persone-
disabili) aiuta a comprendere la nostra. È un regalo
che i disabili fanno ogni giorno ai soggetti sani
(Veglia, 2004).
30. LE NOSTRE STORIE, LE LORO STORIE
Nelle storie che andremo a raccontare ci sono
una figura ed uno sfondo che si alternano
costantemente, dove il contesto educativo ora
fa da figura (interventi o trattamenti specifici),
ma necessariamente fa da sfondo nel mondo
della disabilità a tutte le storie
31. I: (piangendo a dirotto) ...io non ci voglio venire
in questa scuola...
T: per quale motivo?
I: ho un sacco di impegni...ma io posso
cambiare sesso e diventare uomo...?
T: prego? (sorpresa)
I: posso cambiare sesso e diventare uomo?
T: ora ho capito bene; cosa cambierebbe se tu
in questo momento potessi diventare uomo?
I: mi sentirei più forte e più sicura...
32. Vulnerabilità psicopatologica generale,
legata alla presenza del deficit intellettivo,
comune a tutte le forme di RM, e
condizionato prevalentemente dalla gravità
del ritardo.
Vulnerabilità psicopatologica specifica per
forme specifiche di Ritardo Mentale, legata
a specifici fattori lesionali o al
coinvolgimento di specifici geni (es. DOC e
s. di Prader Willi, disturbo bipolare in
sindrome velocardio- faciale, ecc.).