Mini Guida FAD - Calcolare INPS-IRPEF in busta pagaSilvio Grosso
Mini Guida in FAD per il corso Tecnico Amministrazione per la piccola e media impresa
Come calcolare la quota INPS a carico del dipendente in busta paga.
Come calcolare la ritenuta d'acconto dell'IRPEF in busta paga.
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Come calcolare la quota INPS a carico del dipendente in busta paga.
Come calcolare la ritenuta d'acconto dell'IRPEF in busta paga.
La riforma dell’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) rappresenta un passo fondamentale per migliorare l’equità sociale. Specialmente in una fase così difficile per le famiglie italiane, duramente colpite dalla crisi economica, l’accesso a tariffe agevolate alle prestazioni sociali va riconosciuto a chi ne ha maggiormente bisogno, mentre va rafforzata la lotta contro gli abusi, come quelli recentemente segnalati dalla Guardia di Finanza, che hanno comportato una indebita fruizione di prestazioni e agevolazioni da parte di alcuni cittadini a scapito di altri maggiormente bisognosi, nonché la penalizzazione dei cittadini più onesti.
Il nuovo ISEE consente di conseguire ambedue questi obiettivi ed è per questo che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha lavorato intensamente per realizzare questa fondamentale riforma, la quale ha beneficiato anche di un intenso dialogo con le forze sociali e con il Parlamento, che hanno fornito numerose raccomandazioni finalizzate al miglioramento dello strumento.
L’ISEE è l’indicatore, in vigore dal 1998, che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari per regolare l’accesso alle prestazioni (in moneta e in servizi) sociali e sociosanitarie erogate dai diversi livelli di governo. In generale, l’ISEE viene utilizzato ai fini dell’applicazione di tariffe differenziate in relazione alla condizione economica oppure per la fissazione dib soglie oltre le quali non è ammesso l’accesso alla prestazione. Nel 2012 sono state presentate a fini ISEE circa 6,5 milioni di “dichiarazioni sostitutive uniche” (DSU), corrispondenti a più di 5,8 milioni di nuclei familiari (circa il 30% della popolazione).
Come affrontare l'Albania.
Che regime fiscale.
Quanto risparmiare rispetto alla medesima attività in Italia
per maggiori informazioni:
opportunity@smartworkgroup.com
www.global-trust.it
La riforma dell’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) rappresenta un passo fondamentale per migliorare l’equità sociale. Specialmente in una fase così difficile per le famiglie italiane, duramente colpite dalla crisi economica, l’accesso a tariffe agevolate alle prestazioni sociali va riconosciuto a chi ne ha maggiormente bisogno, mentre va rafforzata la lotta contro gli abusi, come quelli recentemente segnalati dalla Guardia di Finanza, che hanno comportato una indebita fruizione di prestazioni e agevolazioni da parte di alcuni cittadini a scapito di altri maggiormente bisognosi, nonché la penalizzazione dei cittadini più onesti.
Il nuovo ISEE consente di conseguire ambedue questi obiettivi ed è per questo che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha lavorato intensamente per realizzare questa fondamentale riforma, la quale ha beneficiato anche di un intenso dialogo con le forze sociali e con il Parlamento, che hanno fornito numerose raccomandazioni finalizzate al miglioramento dello strumento.
L’ISEE è l’indicatore, in vigore dal 1998, che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari per regolare l’accesso alle prestazioni (in moneta e in servizi) sociali e sociosanitarie erogate dai diversi livelli di governo. In generale, l’ISEE viene utilizzato ai fini dell’applicazione di tariffe differenziate in relazione alla condizione economica oppure per la fissazione dib soglie oltre le quali non è ammesso l’accesso alla prestazione. Nel 2012 sono state presentate a fini ISEE circa 6,5 milioni di “dichiarazioni sostitutive uniche” (DSU), corrispondenti a più di 5,8 milioni di nuclei familiari (circa il 30% della popolazione).
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RIVALUTAZIONE DELLA BUONUSCITA
Pubblichiamo una importante risoluzione, che sta compiendo alcuni passi nel Governo, in merito alla rivalutazione della buonuscita.
Lettera di Susanna Camusso alle lavoratrici e a lavoratori di Poste Italiane
Detrazioni fiscali
1. "Decreto sviluppo 5 maggio 2011"
(art. 7 comma b sulla semplificazione fiscale)
Detrazioni fiscali
Negli anni passati, in questo stesso periodo, era necessario comunicare al datore di lavoro la
situazione del carico di famiglia ai fini del godimento delle detrazioni d’imposta per carico di
famiglia.
E’ importante sapere che il cosiddetto “Decreto Sviluppo” del 5 Maggio 2011 (art. 7 comma b
sulla semplificazione fiscale) ha stabilito che a partire dalla dichiarazione dei redditi 2012, non ci
sarà più l'obbligo di comunicare al sostituto d'imposta (il datore di lavoro)
l'aggiornamento dei carichi di famiglia per i quali si ha diritto a detrazioni, se non ci
sono variazioni rispetto l’anno precedente.
Pertanto a partire da quest’anno il lavoratore ha solo l’obbligo di comunicare al sostituto
d’imposta le eventuali variazioni intervenute.
Il lavoratore dovrà quindi comunicare solo eventuali variazioni intervenute come nel caso di
nuovi nati, oppure se uno dei componenti a carico ha percepito nel 2011 un reddito superiore a
2840,51 € (limite per il quale non si è più fiscalmente a carico) oppure se le detrazioni devono
essere ripartite in modo differente rispetto l’anno precedente, passando dal 50% al 100% o vice
versa).
Sarà comunque il fisco stesso ad effettuare i controlli necessari.
Di seguito un breve memorandum:
Chi sono i familiari a carico:
Sono considerati familiari fiscalmente a carico i membri della famiglia che, nel 2011, non
hanno avuto redditi o hanno avuto un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51
euro, al lordo degli oneri deducibili.
Possono essere considerati comunque a carico, anche se non conviventi con il contribuente,
oppure residenti all’estero:
il coniuge, purché non sia separato (legalmente o effettivamente);
i figli (compresi i figli naturali riconosciuti, adottivi, affidati o affiliati), indipendentemente
dall'età e dal fatto che studino o meno.
Ci sono poi gli "altri familiari", che possono essere considerati a carico, a condizione che
convivano con il contribuente:
il coniuge legalmente ed effettivamente separato;
i discendenti dei figli;
i genitori (compresi i genitori naturali e quelli adottivi);
i generi e le nuore;
il suocero e la suocera;
i fratelli e le sorelle (anche unilaterali);
i nonni e le nonne (compresi quelli naturali).
SLC - CGIL