Collezionare per investimento? Ho già una collezione, posso considerarla un investimento? Che cosa dovrei fare per investire in collezioni?
Possiamo collezionare per investimento in due modi, limitandoci a seguire le regole tipiche dell’investimento, dove gli oggetti, per quanto possibile, possono stare anche in cassaforte, o dedicarci al settore che più ci interessa e ricevere anche altre forme di ritorno non solo economiche, che starà a noi valutare.
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COLLEZIONARE PER INVESTIMENTO
Collezionare per investimento? Ho già una collezione, posso considerarla un
investimento? Che cosa dovrei fare per investire in collezioni?
Se desideriamo collezionare per investimento, dobbiamo intanto capire cosa
s’intende per collezione, una raccolta di oggetti effettuata con criteri
prestabiliti, ma anche una serie di oggetti raccolti per il solo piacere di
averli. Com’è facilmente intuibile, nel secondo caso è difficile immaginarsi una
collezione che possa diventare un investimento . È più facile che ci sia un
oggetto importante, che potrà avere un valore anche elevato, che
indubbiamente porterà gratificazione non solo economica nel caso di
realizzo al collezionista. Possiamo parlare di collezioni di oggetti tra i più vari e
curiosi, come nel ‘500 con le Wunderkammer, le camere delle meraviglie, ma
ripeto restiamo a livello di gratificazione personale, rivolta a soddisfare la nostra
curiosità e/o la passione nella ricerca come passatempo. Potremmo anche
crearci una competenza specifica, che potrà essere richiesta per un parere, però
in questo caso rientriamo in un altro tema che è “investire su se stesso”, che
sarà prossimamente trattato come oggetto di un articolo, se non in una vera e
propria area tematica.
Come muoversi se vogliamo collezionare per investimento ?
Un primo aspetto è quello legato all’area omogenea (evitiamo quelle troppo
generiche come investire nell’arte), è preferibile individuare un’area più
specifica come quella dei quadri, dei francobolli, dei titoli azionari e
delle obbligazioni la così detta scripofilia, anche se mi è capitato di incontrare
un collezionista, almeno lui si definiva tale, di soli oggetti di valore,
dall’oro all’immobile. Come possiamo costatare il collezionismo può essere
inteso in senso molto ampio e pertanto bisogna essere rigorosi, altra
caratteristica, se di vuole raggiungere l’obbiettivo dicollezionare per
investimento.
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Il rigore nella scelta degli oggetti nell’area omogenea ci permetterà di
individuare ciò che potrebbe essere inserito nella nostra collezione. Prendiamo
quindi in esame l’oggetto, ci piace e inoltre va a completare una serie, a
differenza dell’oggetto che risulta interessante solo perché il prezzo è
particolarmente basso. In questo caso se ho la disponibilità finanziaria, posso
comprare l’oggetto, anche se ne possiedo già uno uguale, avrò fatto un buon
investimento, perché conosco il settore e potrò scambiarlo o rivenderlo.
Quindi area omogenea, rigore nella scelta e sopratutto controllo dei prezzi di
mercato.
Come avviene per qualsiasi investimento è di fondamentale importanza
controllare le oscillazioni e le tendenze di mercato.
Come appare palese, quanto riportato è un’indicazione minima per avviarsi a
collezionare per investimento, anche perché spesso, il collezionista tende a
muoversi con una propria logica. La più ricorrente è che la collezione produce un
dividendo intangibile al suo possessore. I criteri, in questo particolare caso, sono
costruiti in un modo molto soggettivo, e portano le valutazioni a valori
poco oggettivi e non sempre riconosciuti dal mercato. Pertanto possiamo
collezionare per investimento in due modi, limitandoci a seguire le regole
tipiche dell’investimento, dove gli oggetti, per quanto possibile, possono stare
anche in cassaforte, o dedicarci al settore che più ci interessa e ricevere anche
altre forme di ritorno non solo economiche, che starà a noi valutare.
Economia-finanza.it
Dott.Gianfranco Mozzali
Ing. Stefano Basso