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Realtà virtuale per la valorizzazione di ville e giardini storici. Il caso di Villa Arconati, di Mauro Ceconello, Davide Spallazzo
1. Realtà virtuale per la valorizzazione di ville e giardini storici. Il caso di Villa Arconati Mauro Ceconello - Davide Spallazzo Laboratorio Virtual Prototyping & Reverse Modeling. Dip. INDACO
15. Credits Hanno partecipato al progetto: Mauro Ceconello (coordinamento scientifico) mauro.ceconello@polimi.it Davide Spallazzo (coordinamento operativo/modellazione) [email_address] Gianluca Guarini (modellazione giardino/animazioni) [email_address] Petra Grigoletti (modellazione architetture) [email_address] Matteo Bergamini (rilievo fotografico) [email_address] Supporto tecnologico fornito da Dell ®
Editor's Notes
Buongiorno sono Davide Spallazzo e in assenza del prof. Ceconello, che è all’estero, presento il progetto di ricostruzione virtuale di Villa Arconati di Bollate
Il progetto di virtualizzazione della villa è stato condotto a scopo di test e ha interessato solo alcune aree campione in particolare il fronte est della villa con la corte interna e la limonaia, la sala del museo e la ricostruzione virtuale del giardino storico limitato all’asse villa-teatro di diana. La durata del progetto è quantificabile in circa 3 mesi uomo e ha coinvolto 5 risorse.
Per quanto riguarda la metodologia adottata dobbiamo operare una distinzione tra la modellazione dei componenti architettonici e quella del giardino che, come si può immaginare, presenta problematiche differenti. La virtualizzazione degli interni ed esterni della villa ha preso le mosse da disegni tecnici di rilievo risalenti al 2001 ed è stata affrontata come modellazione poligonale a diversi livelli di dettaglio, a seconda del particolare modellato, e con l’applicazione di texture ottenute da rilievo fotografico: come vedremo la metodologia utilizzata ha permesso di ottenere buoni risultati in tempi brevi poiché si tratta di una metodologia già consolidata in altri progetti. Per la modellazione del giardino si è trattato di una vera e propria sperimentazione sull’uso di tecniche miste in quanto si è utilizzato un software dedicato per la modellazione di elementi botanici supplendo alle carenze con tecniche di modellazione tradizionale.
Per quanto riguarda la metodologia adottata dobbiamo operare una distinzione tra la modellazione dei componenti architettonici e quella del giardino che, come si può immaginare, presenta problematiche differenti. La virtualizzazione degli interni ed esterni della villa ha preso le mosse da disegni tecnici di rilievo risalenti al 2001 ed è stata affrontata come modellazione poligonale a diversi livelli di dettaglio, a seconda del particolare modellato, e con l’applicazione di texture ottenute da rilievo fotografico: come vedremo la metodologia utilizzata ha permesso di ottenere buoni risultati in tempi brevi poiché si tratta di una metodologia già consolidata in altri progetti. Per la modellazione del giardino si è trattato di una vera e propria sperimentazione sull’uso di tecniche miste in quanto si è utilizzato un software dedicato per la modellazione di elementi botanici supplendo alle carenze con tecniche di modellazione tradizionale.
Giusto per citarli, tra i progetti che hanno visto lo sviluppo della metodologia descritta, c’è la virtualizzazione di Piazza Cordusio a Milano, progetto sviluppato con Ceconello per il Comune di Milano sull’uso della realtà virtuale nella valutazione di interventi cromatici sull’arredo urbano…
… e la resa virtuale di interventi progettuali sulla chiesa di san rocco a lomello. Questo è un modello molto recente di tre tesiste di architettura, tesi seguita dal prof. Boriani, che ha sperimentato la metodologia descritta per la valutazione di un intervento di riallestimento dell’interno della chiesa. Uno spaccato e alcuni particolari…
Tornando a Villa Arconati ecco il modello che abbiamo realizzato. In questa vista di parte della corte, della limonaia e di un’ala della villa possiamo notare la struttura poligonale del modello, i triangoli che vedete in nero sono la struttura intima del modello che in una vista volumetrica in bianco e nero appare così… Si possono notare i diversi livelli di dettaglio scelti, ad esempio le finestre della limonaia sono rese con volumi mentre nella villa le finestre sono state modellate accuratamente con aggetti e stucchi… L’uniformità del modello viene ottenuta con l’inserimento delle texture che permettono di dare realismo o meglio iper-realismo alla scena.
In questa vista della villa dal viale della carpinata è evidente l’approccio misto che è stato utilizzato per la virtualizzazione del giardino. Come si può notare ci sono alberi modellati nel dettaglio, come questi tassi, realizzati con un software dedicato che rende l’accrescimento negli anni e attraverso le stagioni con il grande limite di non simulare l’accrescimento in base alla potatura. Proprio questo limite ci ha costretto a scegliere un approccio diverso per la carpinata che è stata modellata con strumenti tradizionali, ottenendo un buon livello di realismo ma la perdita dello studio dell’accrescimento e del comportamento stagionale. Questo è il limite di tipo tecnologico che non impatta sulla resa realistica dell’immagine ma può comportare un limite nell’uso del modello a scopo di studio, ad esempio per capire cosa succede dopo dieci anni al giardino se non è curato…
Questa una vista della carpinata con le spalle alla villa e il teatro di diana visibile in fondo…
… oppure una vista dalla limonaia in cui non visibili anche i grandi vasi di terracotta
Questi rendering sono invece relativi ad un interno, in particolare la sala del museo, un tempo, come documentano le fonti, stipata di statue busti e vari oggetti e oggi così come la vedete totalmente spoglia al di fuori dello stucco dell’Arconati e della celebre statua detta del Pompeo che trova posto nel locale adiacente. Questa è un’altra vista della stessa sala.
Un a brevissima animazione precalcolata che parte da una vista della carpinata e del teatro di diana per scorrere lungo la limonaia… entrare nella corte e da qui all’interno della sala del museo per concludersi sul pompeo/tiberio.
Il modello realizzato sinora è un test, una demo, e un modello completo della villa richiede un ulteriore impegno ma ragionando sul modello finito possiamo ipotizzare tre usi principali. Il primo è la ricostruzione della villa a diverse epoche storiche, basandosi sulla documentazione esistente: si tratta di un passo ulteriore che richiede anche un grande sforzo di documentazione e di ipotesi ricostruttiva che può però essere molto utile sia a fini di studio ma anche a fini divulgativi. Il secondo utilizzo immaginabile prevede l’uso del modello come palcoscenico per l’inserimento di nuovi progetti, di inserimenti architettonici oppure come base per un restauro virtuale della villa che precede quello reale. Il terzo utilizzo è di carattere turistico e il modello si pone come base per un’espansione della fruizione della villa, quindi espansione in termini temporali, spaziali e di contenuto dell’esperienza di visita.
Volendo fare un passo ulteriore il modello della villa, unito ai modelli delle altre ville del sistema delle ville gentilizie, può essere la base per scenari futuri di fruizione dei beni culturali. I tre scenari che qui proponiamo sono attualmente tema di studio e dibattito nella comunità scientifica internazionale e possono prevedere l’uso del modello per navigazione in tempo reale on-line cioè su internet oppure off-line presso aree dedicate nelle ville. Oppure salendo nella scala dell’innovazione si può prevedere l’uso della realtà aumentata che deposita un livello virtuale sul mondo reale moltiplicando i livelli di racconto di un bene culturale e anche il sistema di interazione con il pubblico. Si pensi di affacciarsi da un finestra della villa e automaticamente piombare nel diciottessimo secolo o dal quella a fianco avere uno scorcio del giardino tra le due guerre, o utilizzare un cellulare per riallestire virtualmente il museo o sfogliare il codice atlantico nella biblioteca. L’ultimo scenario prevede invece l’uso del modello come base per HRG ossia giochi collaborativi educativi in cui bambini e adulti sono chiamati a risolvere casi di furto in una realtà ibrida che si pone a metà tra il contesto attuale e una realtà virtuale veicolata da sistemi portatili. Proprio questa è una delle frontiere internazionali della fruizione dei beni culturali che riscopre la funzione sociale ed educativa dei beni storico artistici in modo coinvolgente.
Concludo con i ringraziamenti a chi ha preso parte a questo progetto. Grazie.