Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Numero di Gennaio-Febbraio-Marzo 1940 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Volumi 3 e 4 degli atti e memorie della società Dalmata di Storia Patria, pubblicato nel 1934 e contenente numerosi documenti, scritti, studi e testimonianze relative alla storia, cultura, letteratura della Dalmazia italiana.
LA FAKE "SLAVA"
Abbiamo subito passivamente il lavaggio del cervello dell’illustre storico Bossi.
Tutti Celti! Conformismo servile innato?
Cerco una spiegazione meno umiliante al link:
http://bit.ly/STORIA-RIVE-MUSON
Adesso tutti slavi? Certamente siamo parenti molto stretti degli Sloveni
Seguendo una direttrice costante nel flusso della civilizzazione, siamo venuti da est, per mare e per terra.
Nel secondo caso, con un flusso lento, secolare ed un profondo rimescolamento etnico-culturale nei territori attraversati.
Alcuni hanno proseguito, come i Veneti combattuti da Cesare nella Gallia.
In controtendenza, dal nord si è sempre verificato un flusso inverso, le “invasioni barbariche”.
In questo caso, popoli rozzi, ma militarmente vincenti, si appropriano delle ricchezze locali con un’assimilazione lenta e problematica.
Pensiamo ai Dori in Grecia, cioè alla spiccata individualità culturale degli Spartani, oppure ai Mocheni, ai Cimbri, a Bossi, isolatosi a Gemonio…
Longobardo o Celtico???
Diffidare degli storici “fai da te”, che confondono i due tipi di flusso e costruiscono strampalate ipotesi, arzigogolando su qualche vaga assonanza linguistica.
I VENETI, DISPOSTI A FARE BUONI AFFARI CON CHIUNQUE
Fin dall’antichità ci caratterizza una spiccata vocazione per il commercio, che Venezia ha esercitato con enorme successo per un millennio.
Quando Roma è uno sconosciuto villaggio del Lazio, Omero consacra la nostra fama, già consolidata, come insuperabili allevatori di cavalli, che piazziamo in tutto il mediterraneo.
VIRTÙ BELLICHE ZERO
Nessuna forma di resistenza contro l’espansione di Roma, alla quale spalanchiamo le porte, addirittura invitandola a mediare qualche nostra diatriba.
Venezia, al culmine del suo splendore, difende i suoi interessi soprattutto investendo sull’efficienza del suo arsenale, in grado di ricostruire rapidamente l’intera flotta.
Assolda gli slavi come soldati, i condottieri li compra, a peso d'oro, tra i migliori.
Non si fida mai di loro e se ne disfa in fretta, alcuni, come il Carmagnola, li decapitata.
REITA ED IL MATRIARCATO
Visitate il museo archeologico di Este, per capire la religiosità dei nostri antenati.
Reita ha molti punti in comune con la “grande madre mediterranea”.
Schematizzando un po’, si può dire che, fin dalla preistoria, i popoli dediti ad attività pacifiche, l’agricoltura p.e., davano la preminenza ad una divinità femminile.
Questa peculiarità comportava una maggior valorizzazione della donna nella gerarchia sociale: l’archeologia ha trovato significativi riscontri anche per i Veneti.
DA REITA A MARIA
Tra le divinità romane si avvicina maggiormente a Giunone, padrona di casa, moglie vigile ed arcigna di un Giove passionale, capriccioso, insomma inaffidabile.
La nostra religiosità è cambiata poco in tre millenni!
I luoghi di culto a Reita, coincidono spesso con un santuario mariano, molto frequentato anche oggi.
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Numero di Gennaio-Febbraio-Marzo 1940 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Volumi 3 e 4 degli atti e memorie della società Dalmata di Storia Patria, pubblicato nel 1934 e contenente numerosi documenti, scritti, studi e testimonianze relative alla storia, cultura, letteratura della Dalmazia italiana.
LA FAKE "SLAVA"
Abbiamo subito passivamente il lavaggio del cervello dell’illustre storico Bossi.
Tutti Celti! Conformismo servile innato?
Cerco una spiegazione meno umiliante al link:
http://bit.ly/STORIA-RIVE-MUSON
Adesso tutti slavi? Certamente siamo parenti molto stretti degli Sloveni
Seguendo una direttrice costante nel flusso della civilizzazione, siamo venuti da est, per mare e per terra.
Nel secondo caso, con un flusso lento, secolare ed un profondo rimescolamento etnico-culturale nei territori attraversati.
Alcuni hanno proseguito, come i Veneti combattuti da Cesare nella Gallia.
In controtendenza, dal nord si è sempre verificato un flusso inverso, le “invasioni barbariche”.
In questo caso, popoli rozzi, ma militarmente vincenti, si appropriano delle ricchezze locali con un’assimilazione lenta e problematica.
Pensiamo ai Dori in Grecia, cioè alla spiccata individualità culturale degli Spartani, oppure ai Mocheni, ai Cimbri, a Bossi, isolatosi a Gemonio…
Longobardo o Celtico???
Diffidare degli storici “fai da te”, che confondono i due tipi di flusso e costruiscono strampalate ipotesi, arzigogolando su qualche vaga assonanza linguistica.
I VENETI, DISPOSTI A FARE BUONI AFFARI CON CHIUNQUE
Fin dall’antichità ci caratterizza una spiccata vocazione per il commercio, che Venezia ha esercitato con enorme successo per un millennio.
Quando Roma è uno sconosciuto villaggio del Lazio, Omero consacra la nostra fama, già consolidata, come insuperabili allevatori di cavalli, che piazziamo in tutto il mediterraneo.
VIRTÙ BELLICHE ZERO
Nessuna forma di resistenza contro l’espansione di Roma, alla quale spalanchiamo le porte, addirittura invitandola a mediare qualche nostra diatriba.
Venezia, al culmine del suo splendore, difende i suoi interessi soprattutto investendo sull’efficienza del suo arsenale, in grado di ricostruire rapidamente l’intera flotta.
Assolda gli slavi come soldati, i condottieri li compra, a peso d'oro, tra i migliori.
Non si fida mai di loro e se ne disfa in fretta, alcuni, come il Carmagnola, li decapitata.
REITA ED IL MATRIARCATO
Visitate il museo archeologico di Este, per capire la religiosità dei nostri antenati.
Reita ha molti punti in comune con la “grande madre mediterranea”.
Schematizzando un po’, si può dire che, fin dalla preistoria, i popoli dediti ad attività pacifiche, l’agricoltura p.e., davano la preminenza ad una divinità femminile.
Questa peculiarità comportava una maggior valorizzazione della donna nella gerarchia sociale: l’archeologia ha trovato significativi riscontri anche per i Veneti.
DA REITA A MARIA
Tra le divinità romane si avvicina maggiormente a Giunone, padrona di casa, moglie vigile ed arcigna di un Giove passionale, capriccioso, insomma inaffidabile.
La nostra religiosità è cambiata poco in tre millenni!
I luoghi di culto a Reita, coincidono spesso con un santuario mariano, molto frequentato anche oggi.
1. '
•
Lunedì 3 Febbraio: gruppi di studio». .tattro sbarbatelli del L
Duo «tre di scuola da "occupare" in ceo si permettono di faro un giorna
qualche v.iodo. C'è chi si prepara alla e noi dobbiaiao stare a guardare?
discussione, chi si documenta sui Il rest»-della mattinata è stato
Decreti Delegati e chi pensa ai punti un feribanto di idee strambe e no, d
dell'"ordine del giorno". Di contro
a queste mosche bianche la naggioran-
za o devia dal percorso abituale che
lo porta a scuola fino alla più vici-
*
ynvenzi^ni coniche e penose, di rubri
chette più o L.eno cerisurabili. Abbia
se bratta il meglio a il risultato è
na rivendita di giornali, o parte quellgfcdie segue, pronte per essere
da casa con 1fIntrepido fra i libri I iijilrft" »N**%ie*te^ Noi *éé**iaiao
o con il gialle ffa cu± .Mlll!M"'^tlèl • soue di tutto si può trovare in
capitolo". Un altro invece è arrivata, Vagine: mo^fca, sport, pettego
appunto lunedì, con una testata nucvar- ez^i, politica, fard da b a ^ ^ *
rf^i^
non in vendita in edicola di un gior- nalistij^ siarao ser.:pre al servizi^ del
naletto di alcuni ragazzi del Classi-! pubblico e so vci preferirete unn
co. All'unisono, spontaneamente, i foruula diversa, noi si:./., qui.
noi è sorta una voce, principale deri- n effetti solo una nanovra pubbli
vazi^ne della aegalouania dilagante e itaria
caratteristica della VC, che dicev
•**
Offi
ggi compite in classe.Un te^a sulla PotSSK^églere quello che volete.
fede del panzoni, uno sulln conver 3 po*i^|«|fa dite che non c'è de»iocra-
sione dell'Innominato, une sulla zia nella scuola.
religiosità di Lucia.
2. -2-
3GMKAÌUC : CI SCUSIAO!
Oh no ! Non crediate sia nostro
UMILMENTE CI JCUÒIAMO -;ag. 2 intendiraento nìisurar le forze con
IAMO: GALL££¥ - ag . 3 la Mansarda (giornale del liceo
zoo classico di grandi interessi cul-
?ag • 4 turali). Ben troppo alta è la man-
Pag . 5 sione di quel foglio che ha inte-
ressi in muse, tragedie, satira e
IL KAZOG
sì grande poesia, iiai vorremmo
Pag. 8 noi misurar la penna con F.D.3.,
direttore del suddetto giornale,
3K3IA SPORTIVA maestro di noi tutti, ì.a cosa vo-
UN I VISITA» lete, anche noi, umile e dimessa
gente, siamo punti da vaghezza di
trattare argomenti di tanto largo
interesse e di tanta pressante
attualità come quello delle rico-
Franco i.asulli liario Pasino struzioni architettoniche. Nel mo-
i.arco Pizzamiglio Carlo Spetti mento in cui diamo vita alla no-
i ichole Accettura i arina Gerovini stra, ahimè, saltuaria pubblica-
zione, ci rendiamo perfettamente
conto di non poter offrire ai no-
stri lettori (se ci saranno) tan-
COLLABORATORI: ta dovizia di argomenti, e neppu-
re inchieste pubbliche di così
^manuela Tofani Anna Toscani largo successo come quelle presen-
Donatella Braghin .laffi Braghin tate (loro si che hanno la voca-
zione) dalla Hansarda. Nella no-
stra scarsissima cultura lettera-
ria, probabilmente non riusciremo
mai a mettere insieme un patrimo-
nio tanto vasto 'i celeberrime ci-
tazioni come quello del nostro
sempre carissimo P.D.B.. Noi ci
rivolgiamo speranzosi a coloro che
hanno interessi troppo futili ac-
contentandoci di una tiratura tre
volte inferiore a quella della
mansarda. Assicuriamo da parte
nostra che il suddetto giornale
ottiene presso di noi il piò gran-
de successo e se per caso l'illu-
stre Severini, o chi altro per
lui, si interessa di inchieste,
volesse degnarci di una visita
troverebbe sempre presso ciascuno
di noi una preziosa copia della
Mansarda. §e dal canto suo r.D.3.
volesse farci l'onore di gettare,
magari distrattamente l'occL-lo so-
pra una copia del Bugigattolo, eb-
bene, che tutte le ttusc del gio-
nalismo possano spianargli la
strada che conduce al fatato
Olimpo !
3. :r avere un'idea delia fauna urbana crerrc-go, una volta ciie gli "hóibitues" sono
nose ci sono almeno due vie: o percor- entrati non vi è materialwente posto
rerò' la città (a piedi naturalraento) per altri, j^iù alla mano è uno dei bar
con dispendio di tenpc e di energie, della navata centrale della galleria;
oppure recarsi nel più tipico serra- il suo noi.ie ci richiama un noto locale
glio cittadino: la Galleria XjCv Apri- di Piazza del .Duomo a Sfilano, ^a di
le. Infatti questo ;::onunento di dub- questo ha solo l'insegna. La cliente-
bio gusto architettonico na di indub- la è meno selezionata, forse peróne il
bia appartenenza a quell'insieme di locale è più praticabile, e situato ir.
opere edilizie che, col loro stile un punto di niaggior afflusso. Fatte po-
sobrio e rigidamente geometrico, oltre che decine di ..etri ci si imbatte nel
che a deturpare in modo insanabile terzo locale: stiamo procedendo peir.pre
quella che (a detta di molti) sarebbe più in basso qualitativamente. Il ci-
stata una delle più belle città ita- tato bar è il classico o scomodo loca-
liane, ricordano ai cre;:ao-nesi che Fa- le a conduzione familiare, :.ia sewpre
rinacci era loro concittadino. Ad o- frequentato perché dei tre descritti
gai buon cento ci è rinasto se non fino ad ora è quello che incute meno
altro un luogo abbastanza vasto e al soggezione al cliente occasionale. Ben
coperto, dove al posto delle "aduna- pocàacosa sono, comunque, questi loca-
te oceanicfte" si radunano i cremonesi li se paragonati alla perla della se-
liberi da inpegni per intrattenersi rie, il famose e tenuto Bar Galleria,
in conversazioni di vario genere con che con azzeccatissina ubicazione, per-
gli amici. Per noi crei senesi la Gal- dette agli avventori di dominare la si-
leria non è solo una galleria, è una tuazione da dietro ampi cristalli. Da-
istituzione. 3i dice che una delle co- ta la estensione del luogo, è opportu-
lonne che 1?. a domano sia storta e co- no considerarne le varie parti, in rela-
sì , non sapendo quale sia quella da zione alla fauna che le popola. 11 lo-
sostenere, ai piedi ài ogni colonna cale è a due piani: il piano terra,
si radunano sempre gruppi di volonta- seapre frequentatissirro , è disposto
ri che, con spirito comunitario G gran- asimuietricament ciò favorisce il KÌ-
de abnegazione sacrificano al tradi- uetisiÀO di chi ha eletto questo bar a
zionale giro di galleria a cronometro seconda dimora: i clienti abituali u-
il ben più gravoso colpito di sedere sano sedere in prossimità delle porte-
sulla base delle colonne e di appog- vetrina t)er poter controllare il pas-
giarsi ad esse cai chiaro intento di saggio dei nortali che sfilano davanti
sostenerle se eventuali »ente dovessero ai 1 ' C 1 iap o e re none s e .si, forti dei-
crollare. La Galleria è un serraglio, la loro posizione di privilegio, con-
e come ogni serraglio che si rispetti cedono benevole occhiate di sufficien-
non possono qui mancare le Rabbie, in za a che, incauto, osa avventurarsi
cui sono esposte le più svariate specie dfi^Ha tana del lupo senza papere ciò
di unrani. Non so se per curioso gioco che lo attende: se GÌ tratta di un
di parole o per ften più radicate ragio- "estraneo" (termine che identifica
ni, le gabbie che qui si trovano sono circa il 99,48% della popolazione cre-
chiamate "0ar". Se ne possono contare nonese) questi è non ài rado oggetto
ben quattro in poche decine di uetri ed di felicissime battute di spirito, di
ognuno è contraddistinto dalla fauna una ilai ita veramente incontenibile.
che lo frequenta. C'è quello, minusco- Precipua attività di questa fauna e-
lo, frequentato da una limitata cerchia letta è infatti il setteggio, arte in
di facoltosi conioercianti o da indaf- cui eccellono. Ha altre persone fre-
faratissini dirigenti industriali cue quentano questo prestigioso bar: gra-
ci fanno una capatina appena liberi zie alla generosa disponibilità di ta-
dai gravosi impegni di ufficio giusto voli sedere esse si è Ruadairnato il-
per bere un cappuccio prima di recar- lustro di una assidua frequenza.,di par-
si al lavoro o per un veloce aperitivo te della grassa borghesia cremonese,
durante la pausa di mezzogiorno; più per lo più esemplari feianiàili che non
a lungo essi si intrattengono alla ce- esito a definire attempati, che trascor-
ra prima di rincasare per la cena. re seduta qui parte del pomeriggio.
considerato un locale piuttosto "esclu- Dopo cena questo locale ha la spetta-
sivo" perche data la angustia del luo- colare proprietà di trasformarsi
(contigua a pag. 7)
4. *pr-r
-4-
ÌOG
Ogni volta ci casco: sto parlando tifi- molti animali in cattività non GÌ ri-
le- aie saltuarie visite agli zoo. 13a producono o, se lo fanno, uccidono la
sempre gli animali esercitano su di prole. Nelle stesse condizioni abbia-
me un fascino irresistibile. Non per- mo fatto così anche noi ucraini.
ciò un'occasione, pago i pochi soldi Gli zoo sono prigioni dove i carcera-
por il biglietto, entro, giro fra le g ti penosamente rinchiusi danno spetta-
gabbie na quando esco sono solo delu- colo al pubblice che crede di vedere
so. Deluso perché di quegli aninali in loro i veri aninali, carceri dove
di cui hQoamffiirato spesse volte le fo- i detenuti elemosinando un pezzo di
tografie, i filmati, ho visto solo le pane, una nocciulina, si umiliano da-
stupide e false caricature. Chi siil- vanti alla platea. L i chiedo cosa ci
lude che quelle luride gabbie, quegli spinge ad imprigionare delle povero
stretti recinti siano un r.iodo per sal- bestie. Forse voglialo togliere anche
vare quelle povere bestie dall'estin- a loro quella libertà che uoi abbiamo
zione, deve aprire gli occhi. Al di perso da troppo terapo? O è solo perche
là dello sbarre occhi spenti, movimen- vogliamo ir/jporre la nostra superiorità?
ti stereotipate, ossessivi; personali- Non dimentichiamo poi che in cattivi-
tà ridotte a zero. Non più l'animale tà viene a mancare quella selezione
libero, sicuro, sereno ma una "cosa" naturale che permette alla specie di
spenta, priva di vitalità: il prigio- evolversi, generando elementi sempre
niero insotnma. Orsi costretti in po- più perfetti. In libertà i predatori
chi .;ietri ripetono il loro estenuante cacciano gli aninaìi tarati, deboli
dondolio ccn la testa, si mordono le ed anche fra di loro sopravvivono so-
za:f:pe, si spezzano i denti azzannando lo i più forti. In cattività questo
disperatamente le sbarre; gli scin- non avviene-. Non è più la natura che
panzè non sono i Goliath o i Hike di si controlla, è l'uomo che vuole con-
cui Jane van awick aoodall ci parla trollarla ottenendo risultati sconcer-
nel suo libro "L'cr.ibra dell'uomo", nia tanti. Nàn critico il rjcdo in cui so-
inutili vuote pelli acciambellate su no tenuti in cattività gli aninali.
uno sporco asse; i cigni sono solo A ine non interessa che in uno zoo
patetici uccelli dalle ali tarpate che l'animale trovi ricostruito il suo
inutilmente vogliono levarsi in volo. ambiente naturale. Sta di fatto che
Dove sono gli animali dalla s.iuscola- mai e poi ir.ai avrà 3-e stesse condizio-
tura perfetta, dal pelo folto e puli- ni ambientali a lui adatte, lìiai potrà
to, dagli cechi vigili, dalle orecchie cacciare e andare in cerca di cibo.
vivaci? Gli zoo finiscono per diventare mani-
Negli zoo solo goffi aninali dal ven- comi per animali, i anicoroi in cui la
tre cascante, dal pelo lordo e strap- Malattia, invece di regredire, progre-
pato; uccelli con le penne spezzate. disce fino alla Morte. Ci sono casca-
Non stupiamoci poi se leggiamo che to ancora una volta e ine ne vado più
arrabbiato che mai.
Placido Duca
5. -5-
£' TUTTA NOSTRA LA CGLfifc?
Quattro "7" in condotta in VC! juesta ra o democratica, vogliono da parte
la clamorosa notizia, forco in attesa, degli studenti una partecipazione la
fci'se già da lungo te-rupe covata nello più vasta possibile, uà non accettano
animo eli taluni. Dunque siano proprio la libera critic£i, nun sopportano in-
cosi mascalzoni, dunque la nostra è gerenze nel loro nodo di insegnare.
una classe di maleducati. Questo evi- Io ivii domando una cosa: quale dialogo
dentemente il pensiero di coloro che può esistere quando al noriento buono,
non sono riusciti, per varie ragioni, durante il consiglio di classe, quando
a condurre in porto le proprie lezioni cioè si decidono i voti, i singoli
Indubbiamente la colpa è anche nostra, studenti non vengono ascoltati e solo
indubbiamente il nostro cor.portauento i professori possono dire la loro?
non è stato irreprensibile nel quadri- 'uale dialogo può esistere quando i
mestre trascorso. l-*a scostando sul voti del quadrimestre vengono stabili-
piano pnm generale la questione, io ti durante fantomatici consigli di
LUÌ domando sino a che punto l'atteg- classe, le cui decisioni sono coperte
giamento del professore può influenza- dal se-greto d'ufficio? E se dunque
re il comportamento degli studenti. durante la riunione di codesta società
Sino a che punte la mancanza di dialo- segrete sono stati presi questi prov-
go e comprensione, da una parto e dal- vedimenti di condotta, per quale ra-
l'altra, può provocare le conseguenze gione i professori hanno poi voluto
che tutti conosciamo? Sino a che pun- la propria rivalsa anche sui voti di
to il livello intellettuale di taluni profitto? Perché alcuni voti sono sta-
professori, può influenzare il nostro ti così scandalosamente differenti
comportamento? Insomma, per concludere dalla realtà delle prestazioni dei
la colpa è effettivamente solo nostra?, singoli? ?ercnè i voti di certe uate-
Due sono i punti che mi fanno dubitare rie sono stati assegnati con così
sull'effettiva portata delle nostre grande faciloneria dopo un quadrime-
colpe: i) S' ben strano che questi cla- stre in cui nessuno aveva fatto nulla?
morosi scandali avvengano solo silurante Non era forse negli,, distribuire la
determinate ore, "eatre in altre si insufficienza a tutta la classe invece
possono svolger correttamente le le- di ere-re tali ingiustizie? Come si
zioni, ed anzi da taluni professori può non pensare in certi casi, che il v
ci sono arrivati anche coi.iplinente per voto sia già stato deciso sin dall'ini-
L'interessamento e per il profitto ve- zio dell'anno?
ramente positivo. 'A) I-fon è la priiTia G^no forse supposizioni infondate tuia
volta che episodi di questo genere av- il £o:.ìportamento dei professori può,
vengono, in cui siano coinvolti gli in alcuni casi , giustificare ogni ,
stessi insegnanti che si sono resi sospetto.
protagonisti degli avvenimenti in que-
stione. Tutti ricorderanno la /C dello P&GBOVIRo
scorso anno, e la sua incompatibilità
con i suddetti professori che già al-
lora furono costretto a sospendere va-
rie lezioni. Non è strano che certi
episodi capitino solai3.e{jte con taluni
insegnanti e con altri nai? lì) a guesto
punto sorge spontanea un'altra dos san-
da: a provocare tale antipatia verso
la nostra classe, non può essere sta-
to l'atteggiamento di critica da noi
assunto verso il .odo in cui ci veni-
vano insegnate certe ^aterie? Eppure
si dice che la critica nella scuola
di oggi è annessa ... forse solo a pa-
role! Eppure i professori propongono
il dialogo, auspicano una scuola libe-
6. -6-
lìi'i intenzione- di questa rubrica occu- duatorie U.S.A.. Dopo l'insuccesso di
parsi eli tutti generi di nusica, cosa "A Passion play", una "suite" unica,
molto di riìoda attualmente, fra l'al- che non è stata compresa sia dalla
tro in scolte trasmissioni televisive: critica dhe dal pubblico, ;ia indubbia-
ma tengo a jjuecisare che lo scopo di mente risultava troppo eterogenea per
tale impegno non è tanto quello di ac- costituire un unico brano, i Jethro
contentare i gusti di tutti, cone cer- si sono convinti a tornare a brani
cano di fare appunto le suddette tra- staccati di durata normale, r.ia anche
siTiidsioni (tipo "/.desso i usica"), che questa nolta sono riusciti a non ri-
finiscono poi per non accontentare petersi. Si sono ispirati chiaramente,
nessuno; il nustro intanto è di ccnsi)- in alcune parti alla Musica, folklori-,
derare tutti i generi musicali sullo stica scozzese, o più seupliceuente
stesso piano, in quanto in ognuno di alle Marcette militari, nentr si no-
essi c'è qualcosa di valido e qualco- tano delle somiglianzà con le tarantel-
sa di non valido. Cercheremo quindi le napoletane. In nitri punti pare che
semplicemente di occuparci di buona il gruppo anglosassone conduca un di-
musica. 3ra doveroso fare questa pre- scorso polemico contro la rraisica COSYÌ-
cisazione, poiché purtroppo c'è gente uerciale, sembra infatti prendere in
che ancora crede che la buona musica giro il rock facile e le canzonette
sia solo quella classica, e tutto il orecchiabili. Uno dei brani più riu-
resto sia solo e sempre musica d'eva- sciti ni i seifibra "Skating away in thè
sione. thin ice of thè new day", tipica bal-
lata alla Jan Anderson, arrangiata
poro in ?=ìodo insolito per i Jethro, s
NOVITÀ-' sempre ccnìunque con buon gusto e in
cui Jan anderson rivela le sue ottir.se
"The Power and thè glory" è il 5° L.P. doti di cantante, modulando abilnente
dei Gentle Giant. Direi che esso non la sua voce espressiva e ricca di
è da considerare tra la .»i»;liore pro- sfumature.
duzione del gruppo inglese: in alcuni
•:.unti si notano segni di stanchezza
creativa, che si Manifestano, a volte,
in intrecci di voci (una delle specia-
lità dei ~c.G.) che non convincono trop- ii CLAo^ICI-
po, o nello schema fittizio del pri- riiìLL '
mo brano; ci sono però due o tre pez-
zi veramente riusciti, cito in parti- Vincenzo Bellini proselito la sua Nor-
colare "3o sincere", brano bizzarro, aa per la prif/:a volta alla Scala il
dove e'è,fra l'altro, un timido ten- 25 dicembre 1031: la tanto fanosa di-
tativo della ,-vusica atonale, e "Play- sputa fra Homanticisrao dilagante e
ing thè game", in cui il tenia princi- Claescistio, perciò, era già scemata.
pale è formato da un rincorrersi di Tuttavia permangono in quest'opera
due giri simili di basso e di chitar- gli aspetti contrastanti, caratteri-
ra, in aedo analogo alle "fu^he" clas- stici di questa "battaglia" culturale,
siche. Il disco denota comunque il La "Norma" apparteneva ad un filone
consueto impegno del complesso, che tutto particolare di opera che conser-
anche questa volta unisce a una matri- vava precisi ricordi classici filtra-
ce rock eleménti di musica cortigiana, ti attraverso la tradizione della tra-
sempre nella maniera più complicata , gedia francese. E scritte per le sce-
possibile, dando origine a una musica ne francesi erano i due prototipi di
che potremmo battezzare "ba-rock" , rispettivamente
(cioè un rock barocco, per le ricchez- "f^edea" e "La Vestale" che avevano co-
ze di elementi, di ideo e soprattutto r»ie protagoniste una iaadre infanticida
di risoluzioni difficili). Ger.pre in ed una sacerdotessa infedele. ~.uali
forma i Jethro Tuli con il loro album sono questi precisi ricordi classici?
"VJar child", ai prini posti nelle gra-
7. -7-
P i , a di tutte, si può considerare
r:: la catarsi della morte, prolungare la
quest'opera quasi una rizniniscenza del storia d'a:.;ore tra Noraa e foli ione.
teatro greco, con quel grande perso- Questo desiderio di infinito, di puri
naggio preponderante nel corso della.'. :iicazio>nechelia morte è proprio, cene
intera opera, che è !'Jor;via. ;ui i per- si sa, dell'animo e della mentalità
sonaggi minori sono ridotti a poca co- romantica»
sa e Pollione stesso, anante della Carlo Spetti
protagonista, si vede affidate le par-
ti più convenzionali dell'opera; Cro-
veso ha appena due sortite e -dalgisa
non ha un solo pezzo solistico, rr.a ap- Gallery (continua da pag. J)
pena un breve arioso die introduce il
duetto con Pollione. Norma invece spa- in occasionale luogo di ritrovo dei
zia ed invade con una ga-nua vastissi- rari nottambuli ere. senesi che, trovan-
ma di possibilità, otracolno di ricor- dosi ad attraversare la galleria sem-
di classici è poi il libretto del Do- pre pressoché deserta dalle venti e
mani, che comunque, con la sua Musica- trenta in poi, non sanno trovare di
lità, aiuta moltissimo la melodia foel- meglio che finire qui per il caffè
liniana. Nonostante ciò, "Norma" si serale. Da quest'ora in poi il (Locale
può considerare una tipica opera ro- perde quell'alone di Magia che lo ca-
mantica. Come ai sa il liomanticisno ratterizza nelle ore diurne e diventa
esalta soprattutto la spontaneità, la un comunissimo bar.
libertà assoluta e vagheggia un ritor- Triste giorno è il lunedì, tristissi-
no al primitivo, al selvaggio, "lellini, mo » Cre^ona, perché in questo sciagu-
appunto, ambienta la sua opera tra i , rato giorno, odiato rr.onento di ripre-
Galli., popolo primitivo e quasi inci- sa del lavoro, si aggiunge la catastro-
vile, e ad una donna di questo popolo, fica realtà di un ftar Galloria chiuso
Norna appunto, vengono attribuiti pas- per riposo feriale. La gravita del
sioni selvaggi, irrazionali, spontanee, fatto assume tinte cir agnati e he , in
dettate dal sentimento e non dalla ra- questo glorio alcuni degli abituali av-
gione. Esempio di ciò è l'inizio del ventori ni aggirano per la galleria
secondo atto, quando Nori;a vuole uc- con aria smarrita, e d^po fugaci appa-
cidere i pr^pri figli ed è presa da rizioni scompaiono dalla vista di tut-
sentimenti contrastanti che culuin-r.no ti, forse sublimati in profonde tuedi--
nell'urlo lacerante "3on uiei figli! ; tazi^ni o sdegnosi dèlia Mescolanza
i.iei figli!". Inoltre quest'opera è con la comune gente di galleria; altri
quasi sempre ambientata in luoghi sel- abbandonata temporaneamente la masche-
vaggi, misteriosi, notturni: oasta ra, si confondono Con "gli p.;.:ici del
ricordare il primo quadro del prino lunedì", con coloro cioè che solo di
atto e gran parte del secondo. 7oi la lunedì è lecito frequentare, più che
natura è continuamente partecipe, pre- altro per lampanti Mietivi di convenien-
sente nella vicenda: indimenticabile za.
è "Casta diva", «elodia lunare, stra-
ordinaria e celestiale, che discende American £,ulich
dall'alto sui sentimenti, sulle pas-
sioni del inondo guerriero fino a quel
momento descritte, Ger.ìbra che tutta la
foresta canti alla luna e che rimanga
inebriata dalla luce argentea dei suoi
raggi. Innovazione del tutto romanti-
ca fu introdotta nel finale secondo
di "Norma"; fino ad allora le opere
si chiudevano c^n un punto fermio, ri-
solutivo: in "Norma", invece, il fina-
le s'estende ben al di là della chiu-
sura del sipario. £ il senso, lo scopo
di Questo finale e della sua melodia,
che appunto fu chiamata infinito, era
quella di prolungare la vicenda oltre
^*-"'~
8. AKALIA RISPONDE
C-ri a-sici a.?, se hi e amiche, eccor.i . !L'ho sempre detto che queste ragazze
r;ui tra voi, che invocate un ni o n iu- meridionali sono Licito perspicaci!
ta o un r^io suggerimento rassoronato- Cara Innocenza, n^n hai ancora prova-
ro, tratto cinlla r.ìia grande esperien- to a furiare quei sigarini che si chia-
za » Cercherò di risolvere nel iaiglio- r?.ano TA^.PAX? ! Te li consiglio, ivi i.a ca-
re dei -aedi i vostri assillanti pro- ra fanciulla !
blemi, lo vostre inquietanti situazic
ni amorose, i vostri dubbi di ogni A il ANNI
giorno. Seco il mio motto, che vi
consiglio di imparare a ine^oria: Cara Aualia,
sono una. ragazzina di 'Lì anni, alt ' e
So di alalia vi fidate carina. Sono pazzamente innanorata di
ai problemi un calcio date. un ragazzo di 17 anni. Cok.ie fare ad
-avvicinarlo? Sogno giorno e notte di
i.:a ora passo a dare risposta ad alcu- diventare la sua ragazza; ti prego di
no- delle nur.ierosissire lottoro ciie 'risponderai e di aiutarci: sono dispe-
.'.ì sono giunte.
r ' r r n. • • •
CHE DIT071 Ciccy ?i65
Cara amalia, Dolce Ciccy oo, non sei un po' troppo
fra Dochi giorni un r i e e v itr-e n t o im- precoce-? Va bene che io ho avuto il
por tanti ss imo a casa ;ia!! Ci sono mio prime rapporto cotupletc a 7 anni,
persone veramente imortanti e vorrei na non esagerare !! - er avvicinare un
rettore l'anello con. l di UOMO ci sono vari .nodi, te li elenco:
miglia ina non 30 in che dito si putta. metodo pudibondo : far cadere il fazzo-
i. /e lo sai dire tu? Te ne sarò veramen- letto (^1 ' ilmetodo usato quasi sei.:pre
te grata I con successo dal uio nipotino)
Ciao riosy '7ò metodo casto; cadérgli addosso, fin-)-
Tesoro mio, hai fatto bene a rivolger- gendo di svenice»
ti proprio a sic: con nobili e blasoni- .letodo da :: brevettate;: f ir cadere le
:e
ti :rii seno sempre trovata <".olto bene i i.utande, dicendo che si è rotto l'ela-
l i ricordo di uri duca, certo Arci bn stico. Scegli tu. quest'ultimo noto do,
do che . . . rii a non divaghici -o ! Se devi comunque, presenta alcuni inconvenieny
presentarti in pubblico c^n l'anello ti, che tu, spere caoirai. Ti bacio.
di famiglia, ti consiglio di metterle
nel pollice, perché... "se al pollice Ora vi saluto, e vi attendo al prossi-
l'anello netti, gli invitati ti danno mo nur.:ero !
i loro letti!!". Credo di essere stata
abbastanza esauriente: io ne la sono ••
sempre cavata in nodo favoloso. Para- •
r.ii sapere qualcosa, poi, della tua i
festa.
NUÒVI
Cara donna Alalia,
sono un- ragazza di 10 anni. Nel
paese (vicino a ;>atera, abitanti 37, '
capro 324) hanno : sesso vicino alla
Fx^'a^iGlA-DitOGI-LS^lA un distributore
con su scritto "7-7-7". Devo dire che
questo nuovo tipo di cicche non mi è
piaciut,, proprio. Non si potrebbe fa- Indirizzare le lettere
ro qualcosa in riguardo? "Ad A^alia-VC"
Lice) Scientifico
Innocenza
9. -9-
SPORTILA.
S.^.Q.R.
(3ei volt i
jovevauo ." tt .'•.cc'.-.t e un uanif est :. in cui :ita sottc canestre per non battere
ci prcclaii.vnva^p pronti per ogni Donerò la testa contro il ferro-; Cavalli , io
di sfida sportive: e io sfide erano si distingue perché gioca se.apre con
subito arrivate, soprattutto in caiapo "bragnini sexy-aexy" ; uca
calcistice.' con risultati disastrasi: del palleggio (s-sa bisogna preparo e ne
la jovora VC, cue avrebbe dovuto bat- non perda gli occhiali); fasulli, fa
terò chiunque, venira sconfitta dalla canestro solo quando tira ali 'indietro
VA, dalla VF e da altre classi ancora. (chi sa poi percaè gli dicono che è
.:ru cesi cae la suddetta ¥C decìse di fortunato); 4CC3'fctura, il ;a-ago del ti-
dedicarsi solo alla pallacanestrof de- ro j riesce a sbagliare quattro cg,nes
vo i {-'ìorxcsi 6 peccari - Duca - Ca- siri facendo tre tiri. Insonne, senza
valli - I'!&SUliÌ - PÌZSat"ÌglÌo - JiCCet- o dilungarci dirò che bisogna pr^-
tura non erano «v:ii stati battuti: e le ]ier credere: noi siam;o sef:ipro
pri^e partite- infatti vedovano la po-
sante sconfitta di squadre molto quo-
tate quali ìaVD e la IVD. Ha passiamo •avi Ila
ad una piccola analisi dei coaonenti
Ir. squadra: Zeccar!, la locomotiva
unana, SG innesta Inquarta la rotino LA
del canestro incomincia a furaare ; Piz-
za; ..ligli o , deve stare attento a quando la 7C, la classe c..e ti f
ihspàzsir questa è la VC, niente d
; i i 1C <é G e*1. 13 O S Tf O C C,j S 1 •
.e cottu fra il an camio l'esaltat
(Ciò che ci aspetta doìoe la parentesi del pallone se gli chiedi Ci. i è I-iàz^
liceale) zini "la riserva di /..ìtafini".
Università: vocabolo che ci è sempre Dico cae non studia niente ed è sem-
più famigliare col progredire dei t<sa- pre sufficiente, se poi dice cne ha
po. Mei priì'.':i inni di Liceo ora solo studiato, l'exploit è assicurate.
un sogno lontano, ora, all'ultima an- tfr. se scoppiano dei guai scappa for-
no, il sogno sta per avverarsi. Tutta- te CoWie r^ai, e da lontano grida, "^or-
via avvicinandoci alla sospirata :aeta za dai vincila!"
bisogna essere :.:olto accorti per non Claudio ^.risi jàdoista è i p
far sì che il boi sogno diventi un lla lista c c o vien se:.i-
incubo, con ripercussioni forse dura- aro Ci~.ia~';ato e su. sedere lui è
ture sul nostro futuro. Ancora una ipsito, p»or la "ia < none
volt^ ci troviamo a dover operare una radiologo Garlone pTtsta incolta atten-
scelta e forse questa è tra le -iù zione a quando gioca e a quando par-
delicate cuo saremo chiariti a faro: la; e so sgarra di un minute sullo
dalla facoltà cue sceglieremo dipende- orari,, stabilito, vion rinchiuso a
rà infatti in ^assisa parte il tipi? di pane e donne e niente pij.
vita che condurre-"io. Pro-orio in questi il barouito Arisi i .icac con quel bas-
^nni sia^,:c> chiar.ati a dare il meglio so suo vocione *sso liglia. %à. un trom-
di noi stessi, por essere in grado bone che non t^ce un sol Momento;
poi, dopo la laurea, di intraprendere suona il kazoo che è ui. piacere sen-
la professione desiderata, con fonda- ZJL f rsi ":ai vedere, ogni tanto si
te basi di preparazione, pfi il -oroble- addoriaenta con la testa sul suo ban-
;*.a che ci tocca forse di più è quello co; tua nessun gli dice niente "Così
concernente la scelta di una facoltà alr.ieno si sta in pace',1 speran solo
ìl«.V"iM:a. ancora, per un oo
consona alle nostre esigenze e possi-
bilità. Il nostro intendimento, attra- C'è Giaietti il gran crossista, tutto
il . T I , , r1!™, •,
v^-rso questa rubrica, è quello di of-
ve e a tutti noto che lui è là con
frire una ranora.;,ica delle possibili
facoltà,da frequentare, in alcuni dei sua :,;cto. juui del sesso è un DO'
(segue in ultima pagina)
10. -10-
ju.. BALLii.IV. L-_;LJL,^ VC.(continua da pag9)
patito, vede un nudo ed è già partito, do strano r.ia si sa lui è americano;
dagli in mano un Play ,3oy e non parla quando entra dalla porta che per lui
più nera.en con noi. Ha se ® ^n classe è troppo corta, lui diventa un po'
fa attenzione, della fisic è un canno- gasato specie quando è interrogato, e
ne: lui sa tutto sugli aapere, Doyle se passa in galleria "ogni donna -pen-
e Ifariotte. sa- è uia" i:'sa a bocca asciutta corae
Viene anche il gran 3eccari che fra sempre rinarra.
tutti gli scolari è senz'altro il più Jfo tra i belli e tra i più belli vie-
studioso, della scienza lui è il moro- ne fuori sol ìjasulli il suo naso pie-
se. 3e gli chiedi diradi questo, lui colino senbra quello di un bambino,
dirà sempre più lesto "Guarda sai non sulla testa quei camelli che son lun-
l'ac studiato, sono propria imprepara- ghi e proprio belli, con quelle lab-
to". $£ se poi è interrogato da nessu- bra delicate chissà quante ne a bacia-
no più è fermato:"Jene, bravo, vai al te; ogni donna quasi sviene quando a
posto S+". lei lui incontro viene, ed esclama:
Viene pure leppo Cavalli con le sue 'Quanto è bello quello là".
conquiste folli "Ultimo tango" 1'han Uor.;o, se non sei mai stato in VC, vac-
chinr.iato che sin da infante a donne è ci finché sei in te.ipo e solo allora
andato. Quando scia è un gran maestro capirai che fino a poco priaa la tua
sia nessuno issai lo ha visto, la Tre :ó vita non aveva avuto senso.
lui ti sa fare anche senza riai guarda-
re. Quando è in classe è tutto caino Dalla celebre ballata di F. liasulli,
seuspre intento alla lettura: legge a cura del gaio Spavilla.
Kriuiinal, Diabolik, Kenelik.
C'è anche Mario Cottarelli barba e
corti i suoicapelli,musicista da (segue Università)
incompetente che n^n vale proprio
niente. S' un filosofo grandioso nn. maggiori centri universitari.
non è molto studioso; quando è in clas- Cercheremo di nottore in luce tanto li
se fa pasticcio sembra quasi un disco- vantaggi quanto le difficoltà, sce-
laccio e se chi parla è il suo com- gliendo naturalmente quelle facoltà
pagno e lui viene richiamato dice più congeniali a chi come noi ha fre-
"Porca l'oca beccan se; ipre irue". quentato il Liceo Gcientifico.
In fondo all'aula c'è il gran Duca, Questa rubrica, sebbene interessi so-
il cui nor;ie è -issai sbagliato: proprio prattutto gli studenti delle quinte
Placido l'han chiamato, lui che è classi, sarà a nostro avviso utile a
setnpre sì agitato; con garelli ha di- tutti coloro che .amano cominciare per
scussioni, volan sempre paroloni: tempo ad affrontare una questione
seiìbran quasi cani e gatti che si az~ spinosa co.r.e quella di una giusta scel-
zannan come matti. Non contategli le ta all'università.
assenze, lui ne ha fatte tante tante,
ma ben poche son firmate dal papa. izzai.iiglio
i-iaric Pasino con il naso a trampolino,
lui non studia tutto il giurno ina poi
copia tutto intorno. Quando il caro «ingrazialo tutti coloro che hanno
professore dice"3itto per favore" lui fattivamente collaborato alla
10 kvianda a fittare senza starci su a realizzazione di questo giornaletto
pensare e se sul terno è appoggiato con i loro articoli.
non vuoi esser disturbato che si sa
cne tra ben poco dormirà.
11 gran fusto Pizzaraiglio lungo forse
più di un miglio parla sempre in tno-
do