Le donne in Italia non partecipano al mercato del lavoro. In questa presentazione descriviamo la situazione delle donne nel mercato del lavoro italiano anche rispetto agli altri paesi, cercheremo di descrivere la situazione attraverso i dati, per poi cercare di capire perche’ vogliamo un aumento della partecipazione femminile, e soprattutto quali forme di policy si potrebbero utilizzare per migliorare questa situazione.
Il modello paternalistico giapponese e l'OlivettiAlex Menietti
Il confronto tra due modelli organizzativi nati in due parti opposte del pianeta.
Alex Menietti (CC) Creative Commons by-nc-nd
Per contattarmi: www.alexmenietti.it/contatti
Le donne in Italia non partecipano al mercato del lavoro. In questa presentazione descriviamo la situazione delle donne nel mercato del lavoro italiano anche rispetto agli altri paesi, cercheremo di descrivere la situazione attraverso i dati, per poi cercare di capire perche’ vogliamo un aumento della partecipazione femminile, e soprattutto quali forme di policy si potrebbero utilizzare per migliorare questa situazione.
Il modello paternalistico giapponese e l'OlivettiAlex Menietti
Il confronto tra due modelli organizzativi nati in due parti opposte del pianeta.
Alex Menietti (CC) Creative Commons by-nc-nd
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Cnel, 2 febbraio 2012 - "Stati Generali sul lavoro delle donne in Italia".
Iniziativa di dibattito ed approfondimento organizzata dalla Commissione Politiche del lavoro e dei sistemi produttivi. L'intento dell'iniziativa è stato quello di contribuire a restituire centralità, nel dibattito economico, sociale e politico, sia alla annosa questione della scarsa partecipazione femminile al mercato del lavoro, sia alle principali problematiche che spesso ostacolano una adeguata valorizzazione e qualificazione del lavoro delle donne.
Prima le donne e poi i bambini, recitava un antico detto di origine marinara secondo cui le donne e i bambini debbono essere salvati per primi nel caso ci si trovi in una situazione di pericolo di vita (in genere nell'atto di abbandonare la nave), ripreso molto efficacemente da E. G. Belotti nel suo celebre saggio del 1980, a testimonianza di come il nostro mondo fosse protettivo nei confronti delle fasce deboli e di come questo atteggiamento spesso non permettesse a donne e bambini di affrancarsi da questa dipendenza.
Questo pezzo è contenuto nel Dossier Caritas 2014 la cui analisi socio-economica è disponibile tra i documenti di Vispo Srl
Presentazione di Roberta Zizza per il convegno del fruppo Donne di Manageritalia del 6 giugno 2007 a Milano.
http://donne.manageritalia.it/info-sul-convegno
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Prima le donne e poi i bambini, recitava un antico detto di origine marinara secondo cui le donne e i bambini debbono essere salvati per primi nel caso ci si trovi in una situazione di pericolo di vita (in genere nell'atto di abbandonare la nave), ripreso molto efficacemente da E. G. Belotti nel suo celebre saggio del 1980, a testimonianza di come il nostro mondo fosse protettivo nei confronti delle fasce deboli e di come questo atteggiamento spesso non permettesse a donne e bambini di affrancarsi da questa dipendenza.
Questo pezzo è contenuto nel Dossier Caritas 2014 la cui analisi socio-economica è disponibile tra i documenti di Vispo Srl
Presentazione di Roberta Zizza per il convegno del fruppo Donne di Manageritalia del 6 giugno 2007 a Milano.
http://donne.manageritalia.it/info-sul-convegno
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Approfondimento sul Mercato del Lavoro durante la crisi economica
1.
2. LA CRISI ECONOMICA IN DATI / 1
205
milioni di persone disoccupate nel mondo nel
2010. 27,6 milioni in più rispetto al 2007, prima
della crisi economica. Tasso del 6,2%.
61,2%
tasso di occupazione a livello
globale, in decrescita rispetto al
2007 (61,7%). Corrisponde a 1,2
miliardi di persone.
79,6
milioni dei disoccupati del 2009 sono
giovani (15-24), in grande crescita dal
2007 (73,5 mln). Il tasso è del 12,8%.
i lavoratori che vivono con le loro
famiglie guadagnando meno di 2 $
al giorno. 470 milioni di persone. 39%
2
3. LA CRISI ECONOMICA IN DATI / 2
55%
dell'aumento della disoccupazione tra il
2007 ed il 2010 riguarda l'UE e le
“economie sviluppate”
10,4%
il più alto tasso di disoccupazione
mai registrato è stato raggiunto
dall'Europa dell'est nel 2009
2,5
è il rapporto tra disoccupati giovani (8,3%) ed
adulti, la +grande sfida dell'Asia orientale: tuttavia
è stata la più veloce a riprendersi dalla crisi.
il rapporto del sud-est asiatico e dell'area del
Pacifico, ben peggiore del dato precedente.
Tuttavia disoccupazione a livelli pre-crisi. 4,7
3
4. LA CRISI ECONOMICA IN DATI / 3
la differenza tra tasso di disoccupazione
40% maschile e femminile nell'Asia del sud. In
confronto il regime occupazionale
subprotettivo è nulla!
23,6%
Tasso di disoccupazione giovanile.
Il nord-Africa è stata l'area meno
colpita dalla crisi del 2008 e ha
pure grande crescita demografica.
4/5
4 lavoratori su 5 dell'Africa sub-sahariana vive in
condizioni di estrema povertà, con guadagni
inferiori ai 2$ al giorno.
la fine della crisi è prevista per
quest'anno, tuttavia già gli anni scorsi
ci si aspettavano miglioramenti più netti 2011
4
11. LE VARIE AREE
ASIA
Dopo la diminuzione delle esportazioni tra il 2008 ed il 2009,
l'area si è ripresa alla grande nel 2010, con 9,8% di crescita
economica, il miglior risultato su scala mondiale. Se questo
risultato è dovuto a Hong Kong, Corea e Taiwan, bisogna
ORIENTALE notare che la Cina ha retto benissimo durante il 2008 e 2009,
non risentendo assolutamente la crisi. Tassi di disoccupazione
particolarmente bassi, ciò nonostante si cerca di abbassare la
disoccupazione giovanile, all'8,3%, due volte e mezza
superiore a quella degli adulti (3,3%). Piccola la differenza di
disoccupazione tra uomini (4,6%) e donne (3,5%).
Tasso di occupazione al 69,9%, la sua crescita dal 2003 è
stata la più rapida al mondo.
Il sud-est asiatico ha risentito della crisi rallentando la crescita
economica all'1,5% nel 2009, ma poi – come il resto dell'Asia SUDEST
ASIA
– riprendendosi in maniera molto rapida, con un 7,2% nel
2010, raggiungendo il suo massimo risultato di produzione dal
1996. Il tasso di disoccupazione è in calo, dal 5,2 del 2009 al
5,1% del 2010: in alcuni Paesi, come p.e. in Tailandia, il tasso
è sceso addirittura sotto a quello pre-crisi. La disoccupazione
giovanile è 4,7 volte maggiore di quella degli adulti: è questo il
peggior risultato al mondo (se non consideriamo le
percentuali!). Partecipazione femminile al MdL decisamente
inferiore di quella maschile: 57,6% contro 81,7%.
12
12. LE VARIE AREE
ASIA
Tasso di disoccupazione particolarmente stabile negli ultimi
anni: è infatti passata dal 4,3% del 2007 al 4,5% del 2010. Lo
stesso risultato non riesce invece ad ottenerlo la
disoccupazione giovanile, che passa dal 18,0% del terzo
MERIDIONALE quadrimestre del 2008 al 20,7% del secondo quadrimestre
2010. Grande differenza di occupazione in base al sesso
(circa 40%), anche per il settore d'impiego: il 71,2% delle
donne lavorano nel settore agricolo, contro il 45,5% degli
uomini. Problemi di scolarizzazione: in India il 18% dei
bambini tra i 5 e i 14 anni sono fuori dal percorso di
formazione.
E' un'area che risente molte differenze – in quanto a
disoccupazione – in base al genere e all'età delle persone. La
differenza tra uomini e donne occupati è dell'8,7%, con donne
MEDIO
spesso estranee al MdL a causa della rigida mentalità
culturale, sociale ed economica. Inoltre in Arabia Saudita, per
esempio, il tasso di disoccupazione giovanile è perennemente
ORIENTE
intorno al 30%.
Molto bassa la quantità di lavoratori in condizioni di povertà
(<1,25$/giorno), significativa invece quella di coloro che
guadagnano meno di 2$/giorno: al 2009, infatti, sono il 18,7%.
13
13. LE VARIE AREE
NORD
E' una delle aree meno colpite dalla crisi economico-
finanziaria. Nel 2009 il PIL aumentava infatti del 3,5%, con
picchi del 4,9% in Marocco. Anche nel 2010 si è assistito ad
un'ulteriore crescita, dovuta all'esportazione di petrolio e al
AFRICA grande turismo presente in Egitto, Marocco e Tunisia.
Tuttavia persistono alcuni problemi: il tasso di disoccupazione
è tra i più alti al mondo (9,9% nel 2009); male anche la
disoccupazione giovanile (al 23,4%) e quella femminile (al
15%, il doppio rispetto agli uomini).
E' forse questa l'area più critica in termini di MdL. L'economia
è decresciuta dell'1,3%, anche a causa della diminuzione di
esportazione del petrolio. I tassi di disoccupazione tra uomini
AFRICA
e donne sono esigui, ma ciò non si riflette su quelli che invece
sono i tassi di occupazione: troviamo infatti qui nette
SUB
differenze, come le troviamo anche analizzando i lavoratori in
condizioni di povertà (<1,25$/giorno). La minore occupazione
SAHARIANA
delle donne è dovuto al loro usuale ruolo di lavoro casalingo.
Oltre a quella che è una “piccola” esportazione di petrolio, si
parla comunque di un'area che necessita di migliori politiche di
occupazione ed espansione economica.
14
14. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE
2010
L'ILO ha effettuato anche alcune
proiezioni riferite al 2010, che non sono
state corrette. Ci si aspettava la fine della
crisi, e invece molte aree (anche
europee) stanno ancora risentendone,
peggiorando i dati.
2015
Mentre buona parte del mondo si è già
ripreso dalla crisi economica, si crede
che l'Italia possa tornare ai livelli pre-
crisi solo nel terzo quadrimestre 2015.
? ONLY Sono sempre necessari, oggi più che
mai, politiche per cercare di rendere
sempre più esigua la fetta di lavoratori
WORDS in condizioni di povertà (<2%).
Necessario anche assottigliare le
differenze d'impiego tra giovani e
adulti e, dove non ci sono componenti
culturali forti, anche avvicinare
l'occupazione di donne e uomini.
15
15. GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE
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