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Alfredo Romeo replica al comune di Roma
1. 19Salfredo romeo replica al comune di roma
alfredoromeo
replicaal
comunediroma
Le proposte per gestire
il patrimonio
pubblico
di Guglielmo
Pelliccioli
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2. romeo gestioni
società
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Nelle scorse settimane il sindaco di Roma Virginia
Raggi ha spiegato la posizione dell’amministrazio-
ne comunale capitolina davanti alla Commissione
parlamentare antimafia, presieduta da Rosy Bindi.
Secondo le dichiarazioni apparse sulla stampa, il
sindaco avrebbe denunciato la situazione disastro-
sa del patrimonio immobiliare del Comune di Roma,
la cui gestione è stata affidata a società esterne. La
Romeo Gestioni, essendo stata per un certo arco di
tempo incaricata della gestione, ha successivamen-
te diffuso un comunicato stampa: le affermazioni del
primo cittadino di Roma, come emerge dalla nota
stampa, non sono infatti piaciute ad Alfredo Romeo,
presidente del gruppo omonimo e della citata società
di servizi, che abbiamo interpellato.
Avvocato Romeo, cosa non le va giù in particolare
delle dichiarazioni del sindaco Raggi?
Per un Gruppo come il nostro, che dà lavoro a più di
20mila persone e che collabora con oltre 130 Am-
ministrazioni Pubbliche, le dichiarazioni del sindaco
Virginia Raggi erano intollerabili e pericolosamente
dannose. Per questo l’abbiamo citata in giudizio con
una richiesta milionaria di risarcimento danni. Ma
soprattutto per difendere il buon operato della no-
stra azienda, Romeo Gestioni, un brand, va ricordato,
che richiama sempre l’attenzione dei media. Salvo
poi essere sommerso di scuse, di complimenti e di
apprezzamenti, quando vengono chiariti i fatti.
alfredo romeo replica al comune di roma
alfredo romeo
persona
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3. 21S
Cerchiamo di spiegare cosa è successo ai lettori.
Per dovere di cronaca, segnaliamo che la Romeo
Gestioni ha gestito il patrimonio immobiliare del
Comune di Roma e che è fuori da questa attività da
circa due anni.
Il sindaco Raggi si è espresso come se noi ci fossimo
appropriati indebitamente di dati e strumenti gestio-
nali, prefigurando reati che vanno dall’appropriazione
indebita al peculato ai danni della PA. Mentre è vero,
invece, che li abbiamo messi a disposizione, come
è stato verificato da un organo di governo esecuti-
vo del Comune quale il commissario straordinario
Tronca. Inoltre abbiamo a più riprese offerto il nostro
contributo operativo, anche di affiancamento a valle
della scadenza del contratto, proprio per il senso di
responsabilità e di continuità che si deve avere nel-
la gestione della cosa pubblica. Esattamente il con-
trario di quanto accade oggi non solo a Roma, ma
anche in altre grandi e piccole amministrazioni cit-
tadine, come se non si fosse compresa l’importan-
za strategica e centrale dei patrimoni pubblici. Tutti
infatti dicono che sono importanti. Ma nessuno poi
li gestisce correttamente, valorizzandoli e tenendoli
correttamente a regime operativo.
Sta facendo un’accusa?
Sto dicendo una verità che non riguarda solo la mia
azienda, ma il mercato e gli operatori che hanno a
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4. 22Salfredo romeo replica al comune di roma
cuore la qualità del loro prodotto e cioè i Servizi. E
quando si parla di patrimoni comunali, si parla di ser-
vizi al cittadino. Di migliaia di cittadini: circa 150mila
solo a Roma. Dunque io alzo la voce non solo contro
il sindaco Raggi, ma anche contro la politica che non
vede, non capisce e che per demagogia danneggia
preziosissime e insostituibili macchine amministra-
tive.
In sostanza sta dicendo che senza una buona poli-
tica non c’è una buona amministrazione. Sembre-
rebbe una cosa ovvia?
No, non è ovvio per niente. Lei prenda il concetto di
discontinuità oggi tanto sbandierato per mera de-
magogia e lo applichi a Roma o a Napoli, o dovun-
que lei desideri. Che cosa vuol dire? E che cosa vuol
dire che “vogliamo cambiare sistema gestionale”? Io
parto dal presupposto che esternalizzare certi servizi
(quelli di property in particolare) garantisce i cittadini
e le Amministrazioni, perché obbliga il gestore alla
responsabilità di risultato, che nessuna Amministra-
zione invece sarà mai obbligata a garantire. Detto
ciò, la continuità amministrativa è una risorsa, oltre
che un obbligo. Perché senza memoria storica non
c’è processo che si salvi, né ricchezza che si tuteli e
men che meno che si valorizzi. L’evoluzione e il per-
fezionamento dei sistemi gestionali sono interventi
che i professionisti fanno per migliorare le loro per-
formance, ma anche per garantire efficienza e tra-
sparenza. Modello che rappresenta già da solo una
ricchezza e un patrimonio, più addirittura del cespite
in quanto tale. E i risultati di questa fantasmagorica
discontinuità si vedono a Roma come a Napoli, con
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5. 23Salfredo romeo replica al comune di roma
un tracollo delle entrate, un disordine funzionale che
non ha precedenti, e un depauperamento del valore,
in termini di risorsa per i bilanci comunali, che grida
vendetta.
Come può un sindaco – il sindaco di Roma – adde-
bitare a Romeo Gestioni le falle della mala-gestione
del Patrimonio di Roma? Come può ignorare che – a
differenza di quanto sostiene – l’inventario esiste?
Che i dati informatici da noi consegnati assommano
a oltre un miliardo di informazioni? Che quelle che
il sindaco definisce carte indecifrabili sono in realtà
i titoli di proprietà e di legittimità di ogni azione nel
rapporto Comune-inquilino? Come può ignorare che
noi abbiamo, oltre due anni fa, consegnato a Roma
Capitale l’intero sistema gestionale come ci è stato
chiesto e con i verbali di consegna firmati dai diri-
genti del Comune? Come può non sapere che nella
primavera scorsa abbiamo verificato con il Commis-
sario straordinario Tronca la validità e l’accessibilità
dell’intera documentazione?
Noi abbiamo in gran conto il ruolo servente sempre
svolto per le Amministrazioni. E dunque non abbia-
mo difficoltà a riconsegnare al sindaco Raggi tutta
la documentazione. Fermo restando il fatto che nes-
suno è oggi in grado di leggere, capire, agire e gesti-
re quei dati. Non perché siano incomprensibili, ma
perché è stato dissipato un patrimonio di know-how
insostituibile.
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6. 24S
Tutta colpa della famosa discontinuità di cui si ac-
cennava sopra?
Guardi, a questo punto mi corre l’obbligo di chiarire
nettamente la mia posizione sul tema della discon-
tinuità. Il sistema dello spoil-system all’americana
funziona, perché i funzionari e i dirigenti che si in-
nescano in quei ruoli fanno affidamento su una rete
amministrativa che funziona a prescindere, basata
su regole ferree. Al punto che non ci sono problemi di
continuità nemmeno quando il presidente gira al suo
successore i codici di lancio delle bombe atomiche.
Nel Comune di Roma quella rete è stata smantellata.
Quale disegno politico o quale logica porta a indivi-
duare nella sola Romeo Gestioni il “demone del caos”
del Patrimonio immobiliare di Roma? Noi che siamo
gli unici ad aver portato ordine ed efficienza su quel
fronte? Sono domande che rivolgo pubblicamente.
Vedremo come risponderà il Comune di Roma, al
quale diamo diritto di replica. Ma intanto tutta la
questione sta a dimostrare una “frattura”, diffusa
in tutto il Paese, tra pubblico e privato. Come si può
rimarginare questa ferita che ha come effetto strut-
turale quello di paralizzare il Paese in un ambito
strategico per il futuro?
Il mercato del Real Estate ha il dovere di riorganizzar-
si e di ammodernarsi. Ma lo deve fare come sistema
e non più solo grazie ad alcuni operatori, tra i quali
annovero con orgoglio il mio Gruppo. Il fatto è che
io propongo un nuovo modello gestionale integrato,
e scattano le resistenze e le meline dei competitor.
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7. 25S
Offro servizi integrati e lo Stato fa appalti spacchet-
tando Facility e Property, con aggravio di costi, si or-
ganizzano tavoli per mettere insieme tutti i posses-
sori pubblici di beni a vario titolo demaniali, ma non si
chiamano al tavolo i gestori professionali, perché an-
cora non si è compreso appieno il senso della parola
“valorizzare”. E la finanza immobiliare – e qui toc-
chiamo una piaga – da quindici anni a questa parte
non ha fatto che accaparrarsi patrimoni immobiliari
con i Fondi, e a far finta di gestirli con le SGR. In real-
tà, invece, nessuno di questi “mostri finanziari”, che
aggregano circa 40 miliardi di valore, ha valorizzato
nulla, in totale disprezzo dei quotisti. In più, brigano
per avere le proroghe, altrimenti svenderebbero sot-
to costo e hanno bloccato il mercato dei Servizi con
le SGR, che di fatto non li erogano. E infine si sono
arricchiti sulle spalle dei risparmiatori e del Paese,
grazie alle commissioni pretese per le loro presunte
attività gestionali. Uno scandalo.
Lei che cosa propone, Alfredo Romeo?
Devo tornare al tema della Politica. Una visione se-
ria dei problemi strutturali del Paese porterebbe a
valorizzare la risorsa del Territorio, con un grande
piano di riqualificazione urbanistica su scala nazio-
nale. Punterebbe allo sviluppo di una seria politica
di partnership pubblico/privata con forti obblighi di
risultato. Coinvolgerebbe i cittadini nei progetti di ri-
qualificazione, vincolando le Amministrazioni locali
a promuovere e rispettare piani concordati. Certifi-
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8. 26S
cherebbe le gare con nuovi criteri legati alla qualità
del servizio complessivo di sviluppo e valorizzazio-
ne, nonché sulla base dell’esperienza e dei track re-
cord dei competitor, e non solo ai costi economici e
ai requisiti tecnici. E incentiverebbe – non più a paro-
le, ma nella sostanza – una radicale semplificazione
della burocrazia.
Questo è un problema culturale di base, che va af-
frontato con la scuola, con la formazione. Come
presidente di IFMA-Italia, sto lanciando un master
(serio, forte, articolato) per Facility manager del Ter-
ritorio. Serve per formare una nuova classe dirigente
che abbia, nella testa e nelle capacità operative, la
cultura del governo integrato di questo immenso e
meraviglioso patrimonio che è l’Italia. Ma allo stes-
so modo dovrebbe muoversi lo Stato centrale, fon-
dando una scuola di alta formazione amministrativa
sulla falsariga dell’ENA in Francia, anche se con due-
cento anni di ritardo. E nel frattempo incentivando
la partecipazione a master e circuiti di formazione
come quello a cui stiamo lavorando noi. Questo per
cominciare a smuovere sapienza e coscienza dall’in-
terno della Pubblica Amministrazione che, diversa-
mente, resterà arroccata nella sua funzione interdit-
tiva dei processi avanzati, invece che in quella che le
dovrebbe essere propria, di promotrice e coordinatri-
ce dell’evoluzione, dello sviluppo e del progresso di
questo Paese.
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