1. 1° Workshop sull’Albergo diffuso
virtuoso in Sicilia
Le opportunità di sviluppo per le comunità
locali e il Modello di ospitalità originale
Comune di Petralia Sottana (PA)
10 gennaio 2011
13/01/2011 Maurizio Droli 1
2. Indice
• Gli ospiti dell’Albergo diffuso
• La domanda di alloggio
• Le opportunità per lo sviluppo d’impresa e
dei borghi
• Principali tranelli da evitare
• Il modello di ospitalità originale
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3. Gli ospiti dell’Albergo diffuso
• Caratteristiche e richieste-tipo:
– Motivazioni:
• Relax: 47-60%
• Sport verdi 8-12%
• Visita ad amici e parenti 8-10%
• Eventi e Manifestazioni 7-10%
• Escursioni in zona 6-9%
(SISAD, strutt: 5 fvg;campione: 364/420 persone; giu-sett; anni 2004/2008)
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4. Gli ospiti dell’Albergo diffuso
• Caratteristiche e richieste-tipo:
– Professione:
• Impiegati ed insegnanti 32-41%
• Dirigenti e Liberi professionisti 28-36%
• Lavoratori autonomi 8-19%
(SISAD fvg, 2008)
Il livello di istruzione delle persone che frequentano
gli alberghi diffusi è in genere medio-alto.
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5. La domanda turistica
• Nuovi ospiti in circolazione: nel mondo
– Il venturer tourist, un viaggiatore:
• che affronta la vita quotidiana con fiducia in sé e nella
propria capacità di risolvere i problemi,
• che si basa sul proprio personale giudizio piuttosto che sul
giudizio altrui,
• attivo ed assertivo,
• che predilige trascorrere giornate svolgendo attività
numerose e di diverso tipo
• non intimidito da viaggi in solitaria o contemplativi».
(Plog, 2001)
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6. La domanda turistica
• Nuovi ospiti in circolazione: in Italia
– “post-industriale” (Fabris, 2003)
– “permeabile” (Canestrini, 2004);
– “della terza generazione” (Dall’Ara, 2005);
Una persona con una buona esperienza di viaggio, che cerca
cose “non per turisti”, capace di auto-organizzarsi,
interessato alle relazioni quanto alle risorse turistiche,
quanto dai ritmi di vita del paese e dalle cose più semplici.
OSPITI DI TIPO DIVERSO DA QUELLI DEGLI ULTIMI 20 ANNI
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7. Opportunità storiche
• Cosa vuole oggi la gente?
Sicurezza Relazioni Tipicità,
meno autenticità
Ritmi di
superficiali Aria pulita
vita + lenti
da
Spazio intorno a sè respirare
(De Masi, 2004)
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8. Opportunità storiche
• Sicurezza:
– «la popolazione (…) è sempre più consapevole di
vivere in una società afflitta da problemi di
criminalità e la paura del crimine resta alta anche
quando il numero degli atti di criminalità
diminuisce».
(XXXXXX, XXXX)
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9. Opportunità storiche
• Sicurezza:
– «la popolazione in Inghilterra è sempre più
consapevole di vivere in una società afflitta da
problemi di criminalità e la paura del crimine resta
alta anche se e quando il numero degli atti
criminosi diminuisce»
(Minton, 2009 )
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10. Opportunità storiche
• Relazioni meno superficiali:
– La percentuale di persone con oltre 6 anni di età
che incontrano gli amici tutti i giorni è secondo
l’ISTAT del 27% nei comuni fino a 2 mila abitanti,
del 24,2% nei comuni da 2 mila a 10 mila abitanti,
del 23,9% per i comuni da 10 mila a 50 mila
abitanti, mentre è solo del 16,1% nei comuni
metropolitani
(ISTAT, 2008)
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11. Opportunità storiche
• Novità e autenticità:
– «Il 61% degli ospiti internazionali in Europa chiede
cose diverse, nuove” (UNWTO, 2000)
– Il sociologo Bernard Cova stima che il 51% dei
turisti culturali chieda autenticità, tipicità
– «mano a mano che aumenta l’integrazione
nell’economia mondiale aumenta la richiesta di
esperienze differenziate in senso locale» (Naisbitt,
1994)
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12. Opportunità storiche
• Spazi di incontro:
– «sempre più autorità locali assegnano ai privati
che ristrutturano edifici nei centri storici nelle
grandi città la possibilità di proibire l’accesso ad
aree esterne anche senza esserne proprietari.
Questo sta portando molti i cittadini ad estraniarsi
dalla cosa pubblica, ad un senso di segregazione
più forte e ad una maggiore paura».
Fonte ”Cities in crisis”, Guardian Public, 23,07,2009.
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13. Opportunità storiche
• Aria pulita o non tropo inquinata da respirare:
– L’inquinamento dell’aria nelle città costituisce
l’aspetto legato all’ambiente che preoccupa di più i
cittadini europei (22%) ed è seguito dal
cambiamento climatico (19%) e dalla presenza di
un paesaggio gradevole (13%).
(European Commission, 2008)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 13
14. Opportunità storiche
• Ritmi di vita slow:
– Il 18% degli europei lavorano da 1 a 5 sere al
mese, mentre il 30% degli europei lavorano più di
5 sere al mese
– Le persone che lavorano da 1 a 3 domeniche al
mese sono il 20% mentre il 10% degli europei
lavora tutte le domeniche
(fonte: European Foundation for the Improvement of Living and Working
Conditions, Fourth European Working Conditions Survey, Dublin, 2007)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 14
15. Opportunità storiche
• Due domande:
– Esistono alternative migliori alla vita in città, ma che
non stravolgano i miei affetti?
– Quali benefici posso pensare di ottenere da una vita
in un piccolo paese?
Fine del binomio storico vita nel borgo = vita
“di serie b” rispetto alla grande città
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16. Principali tranelli da evitare
• Perché? Ce n’è bisogno?
Circa 50 alberghi diffusi in Italia nel
2010, ma oltre 200 progetti di Albergo
diffuso.
Cosa vuol dire questo?
(GDA)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 16
17. Principali tranelli da evitare
• I progetti di Albergo Diffuso sembrano molto (forse
troppo) diversi fra loro. Una verifica fatta su 5 progetti
ad esempio indica come:
– Alloggi. Un progetto preveda di utilizzare case poste in un
raggio di 2-300 metri dalla reception e dalla sala colazioni,
altri prevedano di utilizzare case sparse fra più frazioni, altri
ancora un mix dei due, ….
La distanza fra le case e la reception è uno dei
requisiti di qualità per qualsiasi tipo di struttura
Ricettività Diffusa.
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 17
18. Principali tranelli da evitare
• I progetti di Albergo Diffuso sembrano molto (forse
troppo) diversi fra loro. Una verifica fatta su 5 progetti
ad esempio indica come:
– Alcuni paesi dispongono di 2-3 immobili, altri di 13-15, altri
ancora di 60 abitazioni. Il problema nel primo caso è che le
case non bastino e negli altri che le case siano troppe e che
occorra fare una selezione marcata. Problemi opposti.
Come “salvare capre e cavoli”? Una possibilità è
quella di creare Alberghi Diffusi “incapsulati”
nell’offerta complessiva del Paese, coerenti e
13/01/2011
coordinati se fattibile.
(c) Droli, 2011. 18
19. Principali tranelli da evitare
• I progetti di Albergo Diffuso sembrano molto (forse
troppo) diversi fra loro. Una verifica fatta su 5 progetti
ad esempio indica come:
– Alloggi. Alcuni progetti prevedono di ri/costruire case
pensate per l’ospitalità, altri prevedono di utilizzare case con
superfici, dotazioni interne, ecc. pensate per abitarci tutto
l’anno, …
La componente “turistica” dell’offerta, se non bilanciata
in termini di quantità e qualità riduce la tipicità
percepita dall’ospite più attento e non aiuta chi, in
Provincia di …. come altrove desidera promuovere posti
13/01/2011 “veri”. (c) Droli, 2011. 19
20. Principali tranelli da evitare
• I progetti di Albergo Diffuso sembrano molto (forse
troppo) diversi fra loro. Una verifica fatta su 5
progetti ad esempio indica come:
– Il Ruolo dei Comuni: in alcuni progetti sembra chiaro, ma
nei casi in cui i privati prevedono i maggiori investimenti
immobiliari lo è di meno.
In realtà il ruolo del Comune, della Provincia e del
Pubblico in generale è fondamentale fin dall’inizio
nel co-progettare la struttura, nel sovrintendere il
lavoro, nel verificare i risultati finali delle iniziative,
ecc.; ecc..; ecc.
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 20
21. Principali tranelli da evitare
• La sfida?
evolvere piccoli borghi scelti come luogo
di vacanza, di lavoro e di vita, …
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 21
22. Il modello di ospitalità
«La semplicità delle piccole cose è
straordinariamente quella che
permette il grado più profondo di
conoscenza: andare a comprare
nei negozi, chiedere ed assaggiare
i prodotti locali, parlare con le
persone.»
(dal catalogo T.O. Orizzonti Casemondo, edizione 1995, foto:
ADI)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 22
23. Il modello di ospitalità
• Da cosa nasce: (1) il calcolo dei soldi incassati e di
quelli “persi”
2010 Volumi e Margini di recupero
Settembr Novembr Dicembr
Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Ottobre
e e e
Posti letto fissi disponibili (numero) 35 35 35 35 35 30 30 30 35 35 35 35
TOTALI
Prezzo medio pernottamento (€) 42 42 42 50 50 55 60 70 50 42 35 42
GG. attività struttura 31 28 31 30 31 30 31 31 30 31 30 31
Pernottamenti potenziali (n) 1.085 980 1.085 1.050 1.085 900 930 930 1.050 1.085 1.050 1.085 12.315
Vendite potenziali (€) 45.570 41.160 45.570 52.500 54.250 49.500 55.800 65.100 52.500 45.570 36.750 45.570 589.840
Pernottamenti registrati (n) 186 87 56 230 345 452 490 555 201 127 34 245 3.008
Coeff. Occupazione (%) 17,14% 8,88% 5,16% 21,90% 31,80% 50,22% 52,69% 59,68% 19,14% 11,71% 3,24% 22,58% 24,43%
Vendite effettive (€) 7.812 3.654 2.352 11.500 17.250 24.860 29.400 38.850 10.050 5.334 1.190 10.290 162.542
Mancate vendite (€) 37.758 37.506 43.218 41.000 37.000 24.640 26.400 26.250 42.450 40.236 35.560 35.280 427.298
Margini di recupero (%) 483,33% 1026,44% 1837,50% 356,52% 214,49% 99,12% 89,80% 67,57% 422,39% 754,33%2988,24% 342,86% 262,88%
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 23
24. Il modello di ospitalità
• Da cosa nasce: (2) quali conseguenze?
Margini di recupero nelle vendite
70.000
60.000
50.000 42.450
40.000 43.218
Euro
37.506 41.000 40.236 35.560
30.000 37.000 26.250
37.758 35.280
20.000 26.400
24.640
10.000
0
Vendite potenziali (€) Vendite effettive (€) Mancate vendite (€)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 24
25. Il modello di ospitalità
• Come recuperare i soldi persi. Ci sono più possibilità:
– Paesi-albergo:
• reti di immobili o di strutture ricettive proposte all’interno di un
territorio definito dai confini spesso comunali con booking
centralizzato, ma i cui servizi hanno una qualità extra-
alberghiera o mista;
– Residence diffusi:
• strutture ricettive extra-alberghiera, che offrono case sparse in
un territorio anche molto ampio, con booking centralizzato, ma
senza una gestione alberghiera
– Albergo-villaggio:
• Struttura ospitale alberghiera od extra-alberghiera realizzata
grazie al recupero di paesi disabitati, gestita in forma unitaria,
13/01/2011 che propone case o camere a volte vicine fra loro e,….
(c) Droli, 2011. 25
26. Il modello di ospitalità
• Albergo diffuso
– l’idea di portare più turisti nei piccoli paesi: viene da
lontano e, in Italia risale al II dopoguerra (Paesi-
albergo);
– Il nome: nasce nel paese di Comeglians, in Carnia, in
risposta al terremoto del 1976 e alla riconsegna delle
prime case ristrutturate ai proprietari alla fine degli
anni ’70 su impulso del poeta Leonardo Zanier e del
suo gruppo di lavoro interdisciplinare a cui partecipa
Giancarlo Dall’Ara;
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 26
27. Il modello di ospitalità
• La nascita del nome:
– Il progetto-pilota: Comeglians (1982) a firma
dell’architetto Carlo Toson;
– Prima struttura riconosciuta: 1998;
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 27
28. Il modello di ospitalità
• Il concetto*:
– «un insieme di abitazioni collocate in due o più edifici
preesistenti, posti all’interno di paesi abitati, gestiti in modo
unitario ed in grado di fornire servizi di alloggio, di
ristorazione, di accoglienza e di assistenza di tipo alberghiero
ai propri ospiti»
(Dall’Ara, 2005)
(*: E’ grazie a Giancarlo Dall’Ara che il nome
originale da luogo ad un modello di ospitalità
altrettanto tale)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 28
29. Il modello di ospitalità
• Il concetto 2007:
– «una struttura ospitale composta da due o più edifici diversi e
preesistenti, localizzati in un centro storico di un borgo o di
una città, in presenza di una comunità ospitante anch’essa
preesistente, gestita in modo unitario, il cui stile gestionale è
integrato nel territorio e nella sua cultura, che dispone di
locali adibiti a servizi comuni per gli ospiti, dotata di servizi di
standard alberghiero nell'accoglienza, nell'assistenza, nella
ristorazione, ecc., ed in cui la distanza tra le unità abitative
(case e appartamenti) e gli spazi comuni sono contenute nei
200 metri».
(Dall’Ara)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 29
30. Il modello di ospitalità
• I servizi offerti
– alloggio;
– piccola colazione;
– ristorazione con o senza servizio in camera;
– fornitura biancheria;
– pulizie minime (una volte a settimana);
– assistenza e informazioni 24 ore su 24;
– reperibilità telefonica diurna e/o per casi eccezionali
notturna.
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 30
31. Il modello di ospitalità
• L’Offerta: numero strutture complessive (stima)
– 2004: 60 (di cui però 25 veri A.d.)
– 2006: 90 (40)
– 2010: 100 (50)
L’aumento nel numero complessivo delle proposte va
rallentando, mentre la quota di strutture che
rispondono ai criteri essenziali sale.
• Progetti in cantiere (2010): 200 (non tutti nascono o
diventano veri Alberghi diffusi)
(GDA,)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 31
32. Il modello di ospitalità
• L’intermediazione (Tour operator)
– 1995: 1 Italia (Casemondo)
– 2004: 9 Italia (Orizzonti, Bini Viaggi, Mib Travel, Per il
Mondo, Think Away), Finlandia, Olanda,
Germania, Danimarca);
– 2006: 15 (di cui 4 operano solo via web)
– 2010: 29 (fra tradizionali e web)*
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 32
33. Il modello di ospitalità
• Vantaggi
– per i residenti:
• un accresciuto senso di appartenenza alla propria
comunità;
• una maggiore condivisione della necessità di collegarsi al
turismo anche da parte di imprese non turistiche
(artigianali, agroalimentari, ecc.);
• la perdita di parte del senso di emarginazione tipico dei
residenti dei piccoli paesi nei confronti degli abitanti nei
grandi centri urbani;
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 33
34. Il modello di ospitalità
• Vantaggi
– Per gli operatori:
• più visibilità in ambito nazionale ed estero;
• una proposta di soggiorno nuova in un borgo o in un centro
storico che altrimenti ne sarebbe privi;
• una clientela esigente e curiosa, costituita da persone con
una buona esperienza turistica e una certa predisposizione
alla spesa;
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 34
35. Il modello di ospitalità
• Vantaggi
– Per gli amministratori:
• migliorare la qualità della vita per ospiti presenti per
motivi di lavoro, turisti veri e propri, escursionisti,
proprietari di seconde case, imprenditori stagionali e
residenti;
• collegare in modo stabile i comparti agricoltura,
artigianato, servizi e le istituzioni pubbliche, il privato e
l’associazionismo;
• non aumentare il carico sull’ambiente prodotto dagli
immobili utilizzati,
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 35
36. Il modello di ospitalità
• Un vantaggio-tipo: visibilità
1° Premio come “miglior idea di impresa nel turismo” per “innovazione
creatività e determinazione a contribuire all’evoluzione del turismo”
(Londra, 8 novembre 2010-World Travel Market)
Premio Turismo Responsabile Italiano 2010 Agenzia del
Turismo, ENIT, UFTAA, FIAVET (Rimini, 2009)
Primo premio come migliore buona prassi di turismo sostenibile da
trasferire nei paesi in via di sviluppo da UNDP su candidatura
Business Innovation Centre del Lazio* (27 giugno 2008, gruppo di
lavoro: Dall’Ara, Droli, Dichter)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 36
37. Il modello di ospitalità
• Opportunità
– Per i residenti valorizzare:
• patrimoni immobiliari, poco o non fruiti;
• culture fino a qualche anno addietro definite marginali
• comunità senza equilibrio demografico;
• risorse rare (climatiche, storiche, naturalistiche, artistiche);
• infrastrutture, strutture, impianti, attrezzature e servizi;
• organizzazioni e iniziative turistiche;
• eventi e manifestazioni;
• persone in possesso di competenze specifiche;
13/01/2011
• relazioni tra persone,Droli, 2011.
(c)
organizzazioni e istituzioni;. 37
38. Il modello di ospitalità
• Opportunità
– Per gli operatori:
• sviluppare una proposta turistica coerente (con la cultura
locale e con i bisogni espressi dagli investitori);
• recuperare e riqualificare il patrimonio urbanistico ed
edilizio-abitativo pre-esistente attraverso interventi di
qualità e in stile locale;
• produrre un maggiore volume d’affari e una maggiore
occupazione attraverso risorse (storiche, naturalistiche,
ecc.), strutture, infrastrutture, ecc.
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 38
39. Il modello di ospitalità
• Opportunità
– Per gli ospiti: possono valutare il borgo in cui
alloggiano od i borghi più vicini come un luogo:
• di ritiro turistico, in cui sentirsi “come a casa”;
• d’investimento immobiliare;
• in cui aprire una nuova attività e/o riconvertire la propria;
• in cui investire a favore di familiari, parenti o amici; ecc..
• in cui ritirarsi dopo la pensione; ecc.
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 39
40. Il modello di ospitalità
• Opportunità
– Per gli amministratori:
• animare per diversi mesi all’anno un borgo o un centro
storico che altrimenti sarebbe privo di una proposta di
soggiorno e di socializzazione/animazione;
• contagiare anche le altre forme di ospitalità presenti
nell'area, stimolandole a essere più aderenti al territorio e
dotate di un sempre maggiore “sapore locale”;
• dare ai territori una identità spendibile dal punto di vista
turistico, ma anche artigianale, agro-alimentare, ecc.;
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 40
41. Il modello di ospitalità
• Svantaggi
– Per le società di gestione: costi aggiuntivi
• (Investimento iniziale)
• Manutenzione ordinaria
• Manutenzione straordinaria
• Arredi
• Utenze domestiche (gas, acqua, elettricità)
• Oneri legati al riassetto delle camere, alla pulizia delle
abitazioni e alla cura delle aree esterne;
• tempi di spostamento del personale
13/01/2011
•… (c) Droli, 2011. 41
42. Il modello di ospitalità
• Svantaggi
– Per le società di gestione: costi aggiuntivi
Centro di costo Albergo tradizionale Albergo diffuso
Utenze e Operazioni • costi di riscaldamento, • sono relativi ad un’intera unità
interne (assistenza, consumi elettrici, acqua abitativa-casa o appartamento
riassetto camere, sono relativi all’unità di
catering, ecc.) produzione-camera
• pulizia limitata alle • pulizia di locali sempre superiori
camere e alle eventuali per numero rispetto alle camere
pertinenze (suite)
• arredi e suppellettili • arredi in stile locale e conseguente
tendenzialmente maggiore difficoltà ad applicare i
standardizzati principi propri del room
management
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 42
43. Il modello di ospitalità
• Svantaggi
– Per gli amministratori: lavoro in più in arrivo!
• diminuzione del grado di autonomia decisionale
• esborso di risorse finanziarie supplementari e deleghe sul
loro impiego
• dispendio di doti personali quali umiltà, flessibilità e
pazienza, in un rapporto fra pari
• impegno a sostenere la relazione per un periodo di tempo
pre-determinato e pluriennale
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 43
44. Il modello di ospitalità
• Minacce
– per la comunità. Rischio di deriva dei progetti
• politico-amministrativa
• imprenditoriale non associativa
• assistenziale-finanziaria
• urbanistico-architettonica
• ricettiva
• speculativa
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 44
45. Il modello di ospitalità
• Minacce
– per la comunità. Pensare ai turisti e non anche a:
• persone presenti in paese per motivi di lavoro,
• proprietari di seconde case
• escursionisti
• residenti
• investitori
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 45
46. Il modello di ospitalità
• Minacce
– per la comunità:
• di una mancata tutela delle risorse naturali, storiche,
culturali, ecc.. valorizzate
• che i residenti facciano da “comparse”/sovrastino l’ospite
• che l’identità storica e l’identità commerciale della
proposta non siano coerenti
• che alla prima innovazione affidata al nome “albergo
diffuso” non ne seguano altre
• che le iniziative per rinforzare la competitività del borgo
vadano avanti troppo a rilento rispetto a quelle
13/01/2011 dell’impresa (c) Droli, 2011. 46
47. Il modello di ospitalità
• La situazione (2011):
– Molti nuclei di gestione:
• hanno capito subito che l’Albergo diffuso porta più
visibilità, contati, richieste di informazioni, ecc.;
• hanno capito nel tempo che è più costoso da gestire
rispetto ad un albergo tradizionale
• si chiedono come aumentare ancora la remuneratività
delle loro strutture (REVPar, GOPPAR)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 47
48. Il modello di ospitalità
• La situazione (2011):
– Dopo la fase dell’entusiasmo facile (e
dell’improvvisazione) segue ora una fase di sano
realismo:
• nella fase normativa
• nella valutazione delle località
• nella definizione della proposta da privato e pubblico
• nella sua gestione
• ecc.
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 48
49. Il modello di ospitalità
• La situazione (2011):
– Standard alberghieri sempre più alti in azienda:
Dislocazione della struttura: in un centro storico - paese / max. in due centri storici –
paesi
Raggio di collocazione delle 300 –500 Mt.;
unità abitative dalla
reception:
Numero degli edifici: max 10;
Locali comuni per i servizi affiancare ai locali esistenti (hall, sala colazioni, sala
agli ospiti: ristorante, sala lettura) altri locali quali sala meeting e
congressi / piscina / centro benessere / reception / bar /
sala cinema-TV / cucina in comune / solarium / sala fitness /
eccetera
Servizio di assistenza agli garantirlo per almeno 16 ore/giorno;
ospiti:
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50. Il modello di ospitalità
• La situazione (2011):
– Standard alberghieri sempre più alti in azienda:
Numero delle persone attive a da 3 a …
tempo pieno ed iscritte a libro-
paga:
Presenza di ristorante e Bar non solo convenzionati
dell’albergo:
Altri servizi alberghieri offerti: piccola colazione / pulizie / pasti convenzionati con i
ristoranti del luogo / booking / servizio in camera /
assistenza all’Ospite h 24/24 / organizzazione del
tempo libero (animazione, feste, escursioni) / punto
concierge
Certificazioni e riconoscimenti: ambientali, di responsabilità sociale, recensioni
nazionali, ecc.
ecc
13/01/2011 ecc.(c) Droli, 2011. 50
51. Il modello di ospitalità
• La situazione (2011):
– Fuori: la gestione da professionale diventa virtuosa
Livelli di Albergo diffuso:
osservazione Gestione tradizionale Virtuoso
Obiettivi-tipo arrivi, presenze, occupazione RevPAR e ricavo/camera lordo prodotto
camere e ricavo/camera netto considerati tutti i servizi offerti:
(prodotto dalle sole abitazioni - ristorazione, noleggi, corsi a tema, vendite
RevPAR) di prodotti tipici, ecc. (GOPPAR)
Ruolo del Pubblico secondario, specie quando il privato importante anche in caso di forti
ha molti soldi da investire investimenti privati
Ruolo delle importante o meno in base ai casi essenziale sempre anche per creare nuovi
associazioni servizi, figure professionali, imprese, ecc.
Ruolo delle imprese completano la proposta costituiscono la proposta, entrano nella
agroalim. Artigiane.. compagine sociale
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 51
52. Il modello di ospitalità
• L’Albergo diffuso virtuoso: alcuni requisiti
– due imprese: una dentro e una fuori l’azienda
(partner)
– I vantaggi per i partner al centro degli accordi
– le due missioni: valorizzare quello che esiste e creare
quello che manca ... a partire dall’identità
– gli obiettivi: realizzare iniziative alla portata del
gruppo
– i risultati-tipo attesi (le “4E“)
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 52
53. Il modello di ospitalità
• I risultati-tipo attesi:
- il modello delle “4E dello sviluppo virtuoso” (Droli, 2009).
Eco- Efficacia
sostenibilità
Equità Efficienza
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54. Il modello di ospitalità
• I risultati-tipo attesi:
- il modello delle “4E dello sviluppo virtuoso” (Droli, 2009).
Eco- Efficacia
sostenibilità
Equità Efficienza
13/01/2011 (c) Droli, 2011. 54
55. Il modello di ospitalità
• Le prospettive (2011):
la normativa
E’ possibile riprodurre parti di questo documento citando
la fonte: M. Droli, paper: Le opportunità di sviluppo per le
comunità locali e il Modello di ospitalità originale, 1°
Workshop sull’Albergo diffuso virtuoso, Petralia Sottana info@sisad.it info@alberghidiffusi.it
(PA), 10 gennaio 2011. www.sisad.it www.alberghidiffusi.it
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