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Teatro d’impresa & Story Telling – Comunicazione e cultura in un match
d’improvvisazione
BY MARCO.DILULLO · MAGGIO 23, 2010 · EMAIL THIS POST · PRINT THIS POST · SCRIVI UN COMMENTO


TAGGATO COME COMUNICAZIONE, TEATRO


Author: marco.dilullo (1 Articles)1




Management Consultant, Trainer&Coach. Specializzato in marketing, comunicazione d'impresa e analisi organizzativa e strategica. Ha la passione

per l'arte, il teatro ed lo sviluppo delle persone


Ultimamente ho avuto modo di realizzare un progetto piuttosto avvincente per una nota multinazionale del mondo
finanziario. La sfida professionale è consistita nell’ideare, proporre, progettare, organizzare e realizzare da zero ed in
breve tempo, una consulenza a metà tra la formazione, la comunicazione d’azienda e l’organizzazione di un evento
                                       2
di improvvisazione teatrale , andato poi in scena in uno splendido Resort SPA, nel bel mezzo di una convention
aziendale.


Il lavoro si avvalso di spunti tratti dallo “storytellling”, che viene utilizzato da amcservices a 360° per scopi che vanno
                                                                                                       ,
dalla comunicazione interna, alla definizione della corporate identity, alla formazione.


Secondo questa metodologia le trame delle storie professionali sono ricorrenti, come se esistesse un grande
repertorio dei lavori, dei mestieri, delle carriere, che sono a loro volta il risultato dei discorsi che il mercato genera a
seconda dell’industry di riferimento e dello specifico segmento di business.


Dopo una prima fase di raccolta e sistematizzazione dei feedback narrativi e un’attenta analisi delle trame
dominanti, realizzata direttamente in house ed in prima persona con delle persone scelte minuziosamente nell’area
aziendale di riferimento, lo step successivo è stato il brainstorming, l’analisi e la condivisione dei risultati con il nostro staff
artistico, cui è seguito il “match di improvvisazione”, ed una fase di observing utile al report finale.


Lo spettacolo finale è stato a dir poco entusiasmante: prima di tutto per i miei occhi (un pò da un antropologo delle
organizzazioni), attento a verificare la coerenza di ciò che emergeva dal vivo rispetto alle trame raccolte, a registrare
il coinvolgimento emotivo rispetto a determinati concetti, valori, linguaggi, sui cui significati di solito alcuni manager



1
  L’articolo è stato pubblicato al seguente link: http://www.amcservices.it/2010/05/teatro-dimpresa-story-telling-comunicazione-e-
cultura-in-un-match-dimprovvisazione/
2
  Il match trae spunto dagli spettacoli di improvvisazione che nascono storicamente in Canada molti anni fa, e che sono ormai un
must nelle scene teatrali e nei cabaret nazionali.
                                                                                                                                            1
mettono molta testa e tanto marketing, realizzando splendide campagne comunicative su carta, che registrano poi scarsa
partecipazione.


Per quanto riguarda il pubblico il coinvolgimento ha raggiunto il culmine in quegli sketch i cui i tempi erano serrati e la
struttura narrativa era semi-strutturata (es.: il personaggio “uno e trino”, nel quale 2 persone del pubblico e un attore
costruivano insieme una narrazione seguendo il file-rouge delle trame dominanti).


Questi sketch, se da un lato richiedono uno sforzo minimo a livello creativo per i partecipanti, dall’altro agevolano lo
sforzo emotivo all’interno di “ruoli” e strutture narrative ben definite, entro cui ci si può sentire più “al sicuro”, perché
consuete nel contesto di riferimento, ma che risultano assai più interessanti da osservare e analizzare al di fuori di questo.


L’utilizzo di piccoli copioni costruiti con pazienza e creatività ha contribuito a riempire di semplici gag improvvisate
alcuni momenti di calo della tensione emotiva sfruttando alcuni tormentoni che rimbalzano dai corridoi alle macchine
del caffè di ogni azienda che si rispetti (nel nostro caso sono risultate particolarmente efficaci: la parodia e la
dissacrazione di alcuni nomi di prodotti finanziari, degli acronimi associati a specifici ruoli e funzioni aziendali, l’attacco
narrativo ai concorrenti etc..).


La presenza di un musicista ha semplificato l’ingresso in scena degli artisti e l’intervallo tra gli sketch, rendendo
maggiormente fluida l’evoluzione dello spettacolo, agevolando infine anche l’effetto sorpresa (con sforzi notevoli di
creatività consulenziale infatti, quasi nulla era trapelato prima della serata…), il che ha portato l’evento nel suo
complesso, senza soluzione di continuità, sino a fine serata.


Affianco a quest’attività si sono prospettate, in un momento successivo, delle attività formative classiche (ma tagliate
sulla realtà emersa) su tematiche operative, azioni di tipo analogico e metaforico, per agevolare le relazioni interpersonali,
l’orientamento al rischio e l’uscita dalla zona di confort, quali ad esempio il team building & il team working di tipo
esperenziale, il team coaching e il coaching individuale, l’empowerment.


Conclusioni e riflessioni finali

Eventi come questo, se governati con spirito consulenziale e adeguatamente sponsorizzati dal management interno,
risultano estremamente efficaci per far emergere aspetti culturali sommersi, quegli elementi che Edward Twitchell
Hall già nel 1959 aveva individuato nella Teoria degli Iceberg: ne esce fuori un’analisi dei fabbisogni culturali reali, su cui
poi lavorare con opportuni momenti di formazione e comunicazione, in funzione degli obiettivi condivisi dal management.


Se l’organizzazione vuole essere realmente un elemento driver nei processi comunicativi interni, è necessario puntare
poi, oltre che su eventi fisici, che incidono a più livelli sul coinvolgimento emotivo e culturale delle persone, anche su
alcuni strumenti innovativi di comunicazione e di partecipazione virtuale alla cultura d’azienda.

                                                                                                                             2
Newsletter tematiche, blogs, community interne, tg e radio aziendali ecc., strumenti attraverso i quali sviluppare
trame narrative che aumentano il coinvolgimento del personale alla creazione della cultura aziendale. Esempi di
contenuti da mandare “on air”, sono i diari di bordo a tracciabilità periodica, i memoriali biografici professionali, le
autobiografie aziendali di figure simboliche etc.


Indubbiamente tutta questa attenzione alla cultura aziendale, ai modi in cui svilupparla e gestirla, è oggi più che mai un
                                                                                                                     3
fattore strategico su cui investire. Le organizzazioni stesse diventano, per forza di cose, sempre più aperte e trasparenti
                                                                                            4
e gli esempi sono rintracciabili ormai ovunque: dalle analisi di Great Place To Work all’impatto della reputation online,
dal viral marketing alla corporate social responsability, siamo in un epoca di comunicazione pervasiva, nel quale la
credibilità di un’azienda si costruisce day by day, come in passato, ma con strumenti di nuova generazione. Le aziende
più illuminate lo hanno capito da tempo.


Note a margine




3
 Sul concetto si organizzazione come sistema aperto si v. il modello del Tavistock Institute, miracolosamente sempre più attuale.
4
 Su Great Place to Work il rif. È il seguente:
http://www.greatplacetowork.it/best/lists.php?year=current&idListName=it&detail=1&order=rank
                                                                                                                                    3

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  • 1. Teatro d’impresa & Story Telling – Comunicazione e cultura in un match d’improvvisazione BY MARCO.DILULLO · MAGGIO 23, 2010 · EMAIL THIS POST · PRINT THIS POST · SCRIVI UN COMMENTO TAGGATO COME COMUNICAZIONE, TEATRO Author: marco.dilullo (1 Articles)1 Management Consultant, Trainer&Coach. Specializzato in marketing, comunicazione d'impresa e analisi organizzativa e strategica. Ha la passione per l'arte, il teatro ed lo sviluppo delle persone Ultimamente ho avuto modo di realizzare un progetto piuttosto avvincente per una nota multinazionale del mondo finanziario. La sfida professionale è consistita nell’ideare, proporre, progettare, organizzare e realizzare da zero ed in breve tempo, una consulenza a metà tra la formazione, la comunicazione d’azienda e l’organizzazione di un evento 2 di improvvisazione teatrale , andato poi in scena in uno splendido Resort SPA, nel bel mezzo di una convention aziendale. Il lavoro si avvalso di spunti tratti dallo “storytellling”, che viene utilizzato da amcservices a 360° per scopi che vanno , dalla comunicazione interna, alla definizione della corporate identity, alla formazione. Secondo questa metodologia le trame delle storie professionali sono ricorrenti, come se esistesse un grande repertorio dei lavori, dei mestieri, delle carriere, che sono a loro volta il risultato dei discorsi che il mercato genera a seconda dell’industry di riferimento e dello specifico segmento di business. Dopo una prima fase di raccolta e sistematizzazione dei feedback narrativi e un’attenta analisi delle trame dominanti, realizzata direttamente in house ed in prima persona con delle persone scelte minuziosamente nell’area aziendale di riferimento, lo step successivo è stato il brainstorming, l’analisi e la condivisione dei risultati con il nostro staff artistico, cui è seguito il “match di improvvisazione”, ed una fase di observing utile al report finale. Lo spettacolo finale è stato a dir poco entusiasmante: prima di tutto per i miei occhi (un pò da un antropologo delle organizzazioni), attento a verificare la coerenza di ciò che emergeva dal vivo rispetto alle trame raccolte, a registrare il coinvolgimento emotivo rispetto a determinati concetti, valori, linguaggi, sui cui significati di solito alcuni manager 1 L’articolo è stato pubblicato al seguente link: http://www.amcservices.it/2010/05/teatro-dimpresa-story-telling-comunicazione-e- cultura-in-un-match-dimprovvisazione/ 2 Il match trae spunto dagli spettacoli di improvvisazione che nascono storicamente in Canada molti anni fa, e che sono ormai un must nelle scene teatrali e nei cabaret nazionali. 1
  • 2. mettono molta testa e tanto marketing, realizzando splendide campagne comunicative su carta, che registrano poi scarsa partecipazione. Per quanto riguarda il pubblico il coinvolgimento ha raggiunto il culmine in quegli sketch i cui i tempi erano serrati e la struttura narrativa era semi-strutturata (es.: il personaggio “uno e trino”, nel quale 2 persone del pubblico e un attore costruivano insieme una narrazione seguendo il file-rouge delle trame dominanti). Questi sketch, se da un lato richiedono uno sforzo minimo a livello creativo per i partecipanti, dall’altro agevolano lo sforzo emotivo all’interno di “ruoli” e strutture narrative ben definite, entro cui ci si può sentire più “al sicuro”, perché consuete nel contesto di riferimento, ma che risultano assai più interessanti da osservare e analizzare al di fuori di questo. L’utilizzo di piccoli copioni costruiti con pazienza e creatività ha contribuito a riempire di semplici gag improvvisate alcuni momenti di calo della tensione emotiva sfruttando alcuni tormentoni che rimbalzano dai corridoi alle macchine del caffè di ogni azienda che si rispetti (nel nostro caso sono risultate particolarmente efficaci: la parodia e la dissacrazione di alcuni nomi di prodotti finanziari, degli acronimi associati a specifici ruoli e funzioni aziendali, l’attacco narrativo ai concorrenti etc..). La presenza di un musicista ha semplificato l’ingresso in scena degli artisti e l’intervallo tra gli sketch, rendendo maggiormente fluida l’evoluzione dello spettacolo, agevolando infine anche l’effetto sorpresa (con sforzi notevoli di creatività consulenziale infatti, quasi nulla era trapelato prima della serata…), il che ha portato l’evento nel suo complesso, senza soluzione di continuità, sino a fine serata. Affianco a quest’attività si sono prospettate, in un momento successivo, delle attività formative classiche (ma tagliate sulla realtà emersa) su tematiche operative, azioni di tipo analogico e metaforico, per agevolare le relazioni interpersonali, l’orientamento al rischio e l’uscita dalla zona di confort, quali ad esempio il team building & il team working di tipo esperenziale, il team coaching e il coaching individuale, l’empowerment. Conclusioni e riflessioni finali Eventi come questo, se governati con spirito consulenziale e adeguatamente sponsorizzati dal management interno, risultano estremamente efficaci per far emergere aspetti culturali sommersi, quegli elementi che Edward Twitchell Hall già nel 1959 aveva individuato nella Teoria degli Iceberg: ne esce fuori un’analisi dei fabbisogni culturali reali, su cui poi lavorare con opportuni momenti di formazione e comunicazione, in funzione degli obiettivi condivisi dal management. Se l’organizzazione vuole essere realmente un elemento driver nei processi comunicativi interni, è necessario puntare poi, oltre che su eventi fisici, che incidono a più livelli sul coinvolgimento emotivo e culturale delle persone, anche su alcuni strumenti innovativi di comunicazione e di partecipazione virtuale alla cultura d’azienda. 2
  • 3. Newsletter tematiche, blogs, community interne, tg e radio aziendali ecc., strumenti attraverso i quali sviluppare trame narrative che aumentano il coinvolgimento del personale alla creazione della cultura aziendale. Esempi di contenuti da mandare “on air”, sono i diari di bordo a tracciabilità periodica, i memoriali biografici professionali, le autobiografie aziendali di figure simboliche etc. Indubbiamente tutta questa attenzione alla cultura aziendale, ai modi in cui svilupparla e gestirla, è oggi più che mai un 3 fattore strategico su cui investire. Le organizzazioni stesse diventano, per forza di cose, sempre più aperte e trasparenti 4 e gli esempi sono rintracciabili ormai ovunque: dalle analisi di Great Place To Work all’impatto della reputation online, dal viral marketing alla corporate social responsability, siamo in un epoca di comunicazione pervasiva, nel quale la credibilità di un’azienda si costruisce day by day, come in passato, ma con strumenti di nuova generazione. Le aziende più illuminate lo hanno capito da tempo. Note a margine 3 Sul concetto si organizzazione come sistema aperto si v. il modello del Tavistock Institute, miracolosamente sempre più attuale. 4 Su Great Place to Work il rif. È il seguente: http://www.greatplacetowork.it/best/lists.php?year=current&idListName=it&detail=1&order=rank 3