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1
PERIODICODELLICEOSCIENTIFICOCARLOJUCCIRIETI-ANNO1NUMERO4GIUGNO2014
CON FIDO
				IN VACANZA
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2
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3
SOMMARIO
PAG. 4
EDITORIALE
ESAMI DI STATO, ESAMI DI VITA
PAG.5
CULT
L’EFFIMERA FAME DEI FAMOSI DEL WEB
VADO IN AMERICA
INTERCULTURA
PAG.7
ONTHEROAD
MONTENERO LA FRECCIA VERDE DEI LAUREATI
PAG.8
FOCUS
NON TI VOGLIO PIÙ
INTERVISTA AL SINDACO DI RIETI
IO MANGIO VEGETARIANO
SOTTO L’OMBRELLONE
SEBASTIANO BIANCHETTI TALENTO DI CASA
Direttore Responsabile
	 Alessandra Pasqualotto
Vice Direttore
	 serena pitotti
Redazione
	 beatrice cianetti
	 chiara cauletti
	 federica d'orazi
	 sofia galgani
	 simona romagnoli
	 elvisa rossetti
	 daniele bolletta
	 serena pitotti
Segreteria di Redazione
	 serena pitotti
Editore
	 h4f group srl
Direzione Grafica
	 mchiara giovannelli
Direzione Commerciale	
	 massimo martellucci
Illustrazioni pag.10
	 daniele bolletta
PAG.12
CURIOSARE&CURIOSARE
CURIOSITÀ PER LA TESTA
PAG.13
CARTA&PELLICOLA
RECENSIONI SU LIBRI E FILM
PAG.14
LIFESTYLE
EVENTI E MOSTRE
DI TUTTO DI PIÙ
PAG.16
MUSICA
GUCCINI - NOVALIA
MUSICA PER NON DIMENTICARE RICCARDO PARLATI
DAMON ALBERN - ELISA
PAG.18
GIOCHI
CRUVERBA
SUDOKU
FACEBOOKJust Move
TWITTER@JustMove2
SCRIVICIjustmovemagazine@gmail.com
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Nei corridoi dello Jucci c’è una strana atmosfe-
ra: file infinite di banchi, vocabolari magici unici
appigli di salvezza, passi incalzanti che rasen-
tano la schizofrenia, voci indistinte e pronostici
che tentano di individuare i possibili argomenti
delle prove, lacrime, sorrisi, professori e alun-
ni uniti contro un nemico comune, gli esami di
maturità. Impossibile dimenticarli, entrano nella
vita di ogni studente per restarci eternamen-
te. Deludono, fanno arrabbiare, piangere ma
spesso ripagano anche i sacrifici di un’avven-
tura che inizia dalle vocali e arriva alle funzioni
esponenziali.
Giorni duri, notti insonni, caldo afoso, Mondiali,
piscine strapiene: è questo il set che li caratte-
rizza. I protagonisti sono liceali estenuati da un
4
L’editoriale
ESAMI DI STATO,
ESAMI DI VITA
conflitto interiore che si batte tra il voler final-
mente tagliare il traguardo e la nostalgia di non
voler mollare la corsa in questo edificio che li ha
visti crescere, soffrire, gioire, vivere. Quest’anno
tocca a voi, maturandi del 2014. Non mollate,
dimostrate quanto valete alla Commissione che
vi giudicherà ma soprattutto a voi stessi. Go-
detevi questi momenti che vi catapulteranno
nel mondo dei “grandi”, godeteveli ancora da
ventenni spensierati. La vita vi presenterà esami
molto più ardui e decisivi dove i voti li decide
lei o forse voi stessi.
In bocca al lupo ragazzi, lo Jucci fa il tifo per
voi!
La Redazione
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55
L’EFFIMERA FAMA DEI FAMOSI DEL WEB David Guttuso
B
ei tempi quelli in
cui per diventare
famosi occorre-
vano doti, fortu-
na, magari cono-
scenza ma soprattutto
anni e anni di gavetta.
Cominciavi con una
scuola o facendo ca-
baret e se eri fortunato
qualcuno ti notava e
ti faceva fare strada.
Ora siamo sbarcati in-
vece con una velocità
impressionante nell’era
delle “web star”, ovve-
ro personaggi di gran-
de impatto mediatico,
che spesso però termi-
nano la loro carriera
in pochi mesi e tutto
ciò grazie ad internet,
mezzo potentissimo ma
anche difficile da con-
trollare. Infatti, la rete
può portare con facilità
alle luci della ribalta e
con la stessa velocità rovinare e seppellire per sempre il ri-
cordo di una cometa che brilla e poi sparisce. Uno degli
strumenti più efficaci e utilizzati in questi ultimi anni è You-
tube, spazio dove condividere con tutto il mondo filmati e
audio di qualsiasi tipo. In breve tempo, se si ha fortuna e se
si utilizzano le parole chiave giuste, ciò che si è pubblicato
può fare il giro del mondo e raggiungere anche centinaia di
milioni di visualizzazioni. In questo modo sono nati moltissi-
mi personaggi che a distanza di tempo riescono a mantene-
re il successo, passando anche attraverso altri media. Basta
pensare ad alcuni famosi youtuber italiani come Guglielmo
Scilla, noto come Willwoosh con all’attivo la conduzione di
un programma a Radio Deejay, la pubblicazione di un libro
e la partecipazione a diversi film. Altro personaggio degno
di nota è Frank Matano
l’irriverente protagoni-
sta di leggendari scher-
zi telefonici oggi en-
trato a far parte delle”
Iene”, anche lui, con
Guglielmo Scilla, sul set
di “Fuga di cervelli”.
Per contro assistiamo
alla comparsa su nume-
rosi social network an-
che grazie all’aiuto del
celeberrimo Facebook
, di personaggi della
scena “trash”, destinati
a sparire in brevissimo
tempo senza lasciare
traccia del loro passag-
gio. Uno dei più “vali-
di” esempi di questo
filone è il giovanissimo
Giuseppe Sapio, squal-
lido protagonista di
numerosi video senza
senso come quello in
cui mangia un pesce
rosso vivo terminando
il tutto con il suo motto “sorrido sempre ciao”. Mi domando
che cosa avrà da sorridere? Gli utenti naturalmente spesso
hanno reazioni di non approvazione verso questi soggetti,
esprimendo apertamente sul web, a volte oltrepassando an-
che i limiti, il loro dissenso. Una menzione particolare va
rivolta al paladino dell’indecenza, il critico d’arte e avvocato
Andrea Diprè, che attraverso i suoi canali e il suo program-
ma televisivo raccoglie tutto il meglio del peggio del web
italiano. La spazzatura è destinata ad avere vita breve, dura
il tempo di un clic. Naturalmente su Youtube si cresce grazie
alle critiche e ai suggerimenti del pubblico e tendenzialmen-
te ciò che vale resta nel tempo, così come è sempre stato ed
è così che anche questo strumento di condivisone video, si
rivela un ottimo filtro per il successo.
L’EFFIMERA FAME DEI
FAMOSI DEL WEB
Just Move Giugno.indd 5 24/06/14 16:52
6
INTERCULTURA Chiara Cauletti
Alessandro Cipolloni, classe
1997, frequenta il terzo
anno del Liceo Scientifico
Carlo Jucci. Il 7 febbraio
scorso gli arriva una lettera
e con molta sorpresa sco-
pre di aver vinto la borsa
di studio di Afs Intercultura
e che ad agosto partirà per
gli Stati Uniti intraprenden-
do quell’esperienza che gli
sconvolgerà la vita.
CHE EMOZIONE HAI PROVATO
DOPOAVERVINTOLABORSADI
STUDIO DI AFS INTERCULTURA?
Molto forte, diciamo che quando ho preso
quella busta non sapevo neanche quello che
dovevo fare, l’ho guardata due minuti e a pri-
mo impatto sono rimasto pietrificato. Poi sono
entrato dentro casa e l’emozione è uscita tutta.
TE L’ASPETTAVI?
No, perché ho fatto questo concorso tanto per
provare, anche se avevo voglia di fare questa
esperienza; sinceramente secondo me c’erano
persone che avevano provato anche l’anno
prima e quindi ero un po’ intimorito dal fatto
che avrebbero avuto una maggiore possibilità
di vincere avendolo provato più volte.
IN CHE CONSISTEVANO I TEST PER RIENTRARE ALLE SE-
LEZIONI?
Abbiamo fatto un test d’inglese, un test psicolo-
gico, come ad esempio il disegno dell’albero:
se lo disegni sopra indica il futuro, al centro l’e-
gocentrismo, e in basso, il legame troppo stret-
to con la famiglia; un colloquio dove mi fanno
domande come queste, ed infine ho dovuto
compilare una marea di cose. Ci sono state le
selezioni e contemporaneamente continuavo a
compilare fascicoli, poi hanno scelto loro.
COME MAI HAI SCELTO PROPRIO L’AMERICA?
E’ uno Stato che ha una cultura molto simile
alla nostra, che però allo stesso tempo si incon-
tra con molte altre culture e poi perché come ho
già detto, ho sempre amato questa nazione,
amo l’inglese e avrei sempre voluto intrapren-
dere un’esperienza del genere.
PER QUANTO TEMPO RESTERAI LÌ?
Parto ad agosto e torno a giugno, ma la data
ancora non è stata definita.
CHE COSA TI ASPETTI DA QUESTA ESPERIENZA?
Molto. Conoscere la lingua inglese è il mio
obiettivo primario. Voglio conoscere nuove
culture, stare a contatto con gente diversa da
me, comunque sapere come la pensano altre
persone è secondo me una cosa fondamenta-
le. E’ anche una bella esperienza di vita che ti
permette di affrontare al meglio gli step futuri.
CHI TI MANCHERÀ DI PIÙ?
A parte i miei genitori, qualche amico, quelli
più stretti soprattutto, però alla fine mi manche-
rà proprio tutto l’ambiente, Rieti, vivere in que-
sta città, la mia routine. Cambiare una vita per
10 mesi per poi intraprendere quella che hai
cominciato per sedici anni è abbastanza tosto.
COSA TI SPAVENTA DI PIÙ?
Mi spaventa il ritorno, perché dovrò studiare
tantissimo.
HAI MAI PENSATO DI MOLLARE?
No, perché sono fin troppo orgoglioso e non
avrei mai mollato, anche se avessi capito che
non ce l’avrei fatta.
COME VIVI L’ATTESA DELLA PARTENZA?
Cerco di prepararmi al meglio per vivere
quest’esperienza. La cosa fondamentale è si-
curamente partire senza pregiudizi, cioè non
pretendo da questa esperienza determinate
cose in quanto potrei rimanere deluso. Quan-
do saprò la data ovviamente sarà tutto diverso,
ma ora come ora mi godo tutte le cose a pieno.
CHE COSA NE PENSANO I TUOI GENITORI?
A livello formativo pensano che comunque sia
un’ottima esperienza, che però come può ave-
re dei pro, può avere molti contro. Loro cerca-
no comunque di darmi tutti i consigli possibili
per affrontarla al meglio sperando che vada
tutto bene.
E I COMPAGNI DI SCUOLA?
Sono tutti felici che io parta, anche se un po’
dispiaciuti per la lontananza.
I PROFESSORI?
La maggior parte di loro pensa che non dovrei
partire, per quanto riguarda il piano di studi in
quanto il quarto anno è molto difficile. Comun-
que sia, anche loro sono felici perché è una
bellissima esperienza.
QUANTO È PRESENTE AFS INTERCULTURA?
E’ molto presente perché nelle prime settimane
stai a contatto quasi sempre con loro, in ogni
problema devi subito cercarli, fargli presenti
ogni cosa e poi loro decideranno che cosa fare
di questa tua esperienza. Comunque ci sono
sempre dei volontari nella tua città che in ogni
momento sono al tuo servizio.
COME TI IMMAGINI LA VITA LÌ?
Mi aspetto una vita non molto diversa dalla no-
stra, perché da quello che mi hanno spiegato
la vita li è scuola-sport-casa, però anche qui in
Italia non è che ci allontaniamo molto.
VADO IN AMERICA
Il nove maggio 2014, è ricorso il terzo anniver-
sario della “Festa dell’Europa”, giorno creato
in ricordo della proposta del piano di coope-
razione economica, portato avanti da Jean
Monnet. In onore di questa festa si è tenuto al
Liceo Scientifico Democrito di CasalPalocco,
un convegno organizzato da Paola Bisegna,
preside dell’istituto: convegno che aveva come
scopo quello di presentare il nuovo progetto
“Promos(si) Lazio”, ovvero una rete di scuole
che lavorano per promuovere esperienze di
scambio interculturale degli studenti, sostenuto
dall’associazione di volontariato Intercultura.
Tra queste scuole vi sono stati anche istituti
reatini, quali: “liceo Scientifico Carlo Jucci”,
“Istituto Celestino Rosatelli”, “Istituto Ugo Cian-
carelli Geometri”, “Istituto Agrario” e “Liceo
Classico Rocci” di Passo Corese. Ogni scuola
ha scelto un interlocutore che ha partecipato al
dibattito con gli altri “ambasciatori” delle altre
scuole, durante il convegno. Dallo Jucci hanno
partecipato: Marika Gianni, Camilla Esposito,
Francesco Ceccani, Irene Angelini, Martina
Ventura, Marco Conti, Jacopo Paris, Benedetta
Poles, Simone Ortenzi, Daniele Bolletta, Luca
Marella e Orkar Cwerwinski. La giornata è
stata aperta da Bisegna, con un discorso che
spiegava ciò che sarebbe avvenuto durante il
convegno, seguito poi dall’”Inno alla Gioia”,
l’inno Europeo. Nella prima parte del conve-
gno è intervenuto anche il segretario generale
Roberto Ruffino. Ogni interlocutore esponeva
l’importanza dello stimolo, all’interno dei gio-
vani, del sentimento europeo e dell’importan-
za, quindi, del progetto Intercultura. Qui sono
stati presentati gli studenti stranieri che sono
in Italia con il progetto Intercultura, gli studenti
italiani che partiranno il prossimo anno e quel-
li che sono partiti lo scorso anno. Ognuno di
loro ha raccontato la propria storia e la loro
integrazione e come questa esperienza sia sta-
ta loro utile per aprirsi ed entrare a contatto
con nuove culture ed abolire così pregiudizi di
ogni genere. In seguito la preside dell’Istituto
Tecnico Economico Commerciale, ha esposto
il nuovo progetto “Promos(si) Lazio”. Nella
seconda parte, invece, gli ambasciatori delle
varie scuole hanno partecipato ad una “tavola
rotonda”, tenuta dalla prof. Enrica Rinalduzzi,
Presidente del Centro Intercultura di Rieti. La
“tavola rotonda” consisteva in un dibattito che
vedeva come temi della discussione la “città
ideale” e il “cittadino europeo”. Il cittadino
europeo sceglie una posizione valoriale o un
comportamento, nella consapevolezza che ne
esistono altri, ugualmente appropriati, ma non
per lui in questa situazione. L’integrazione oggi
significa essere più tolleranti rispetto alle altre
culture: solo così, finalmente, un giorno avremo
un vero e consapevole Cittadino Europeo. Non
più utopia ma una realtà concreta.
FESTA DELL’EUROPA:
PROGETTO
INTERCULTURA
Marika Gianni, Camilla Esposito, Francesco Ceccani
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7
MONTENERO
T
urista, se il tuo obiettivo è immer-
gerti in un posto ricco di intellettuali
e tradizioni, boschi idilliaci, corsi
d’acqua che scorrono impetuosi sen-
za mai seccare, con un castello da
fare invidia ai più belli d’italia, montenero
è quello giusto. Il nome,
assai inusuale, sembra
essere di motivazione
ambientale, essendo co-
struito in una foresta di
lecci, scuri per natura,
anche se alcuni studiosi,
apportando tesi poco
sostenibili hanno ipotiz-
zato che l’appellativo
sia nato in relazione
all’ardesia, una pietra
“nera” che ricopriva i
tetti, o forse alla pietra
focaia. Quest’ultima te-
oria risulta inattendibile
a livello temporale, in
quanto la pietra focaia
iniziò a circolare solo
nel 1700 mentre la scrit-
ta mons nigris compare
già nel 1085, quando,
durante la seconda on-
data delle invasioni,
con l’incastellamento, il
castrum, cioè l’abitato
fortificato venne fatto
erigere dall’abbazia di
farfa per motivi di con-
trollo territoriale. L’insediamento umano si
ebbe, però, soltanto nel 1250 circa, quan-
do napoleone orsini comprò il castrum per
mille fiorini d’oro da una tale giovanna de
rodulfis, nobildonna abruzzese. La forma
allungata da treno immobile, che si scorge
dalla strada poco prima di entrarvi, si è
sviluppata nel corso dei secoli per motivi
logistici. Infatti le mura di fortificazione
occupavano tutto il colle ed era pertanto
impossibile costruirvi abitazioni su di un
piano scosceso. Inoltre tale disposizione
longitudinale con la chiesa in fondo e il ca-
stello in alto, risultava un’ottima arma di di-
fesa. Al sopraggiungere del nemico, c’era
solo una cosa da fare: chiudere l’unico e
principale accesso. Questa è sicuramente
una delle caratteristiche che più lo contrad-
distingue dai vicini paesi circostanti, oltre
alla pianta a goccia del mastio centrale,
al fatto che il castello è proprietà comuna-
le e non privata, che l’abitato ha mante-
nuto una sua integrità e che in rapporto
al numero di abitanti, contiene il più alto
numero di laureati. La chiesa, locomotiva
del treno roccioso, prima della revisione
del 1700 che le ha dato un’impronta for-
temente neoclassica, era costituita da un’u-
nica navata romanica. Molti sono i quadri
che la ornano, uno dei quali “la madonna
del rosario”, sembra appartenere ad un fa-
moso pittore del ‘600: manenti. Presentava
inoltre un cimitero annesso, oggi divenuto
luogo di relax e ristoro al torrido caldo esti-
vo e una cripta non visibile. Essa è dedi-
cata al patrono del paesello san cataldo,
i cui festeggiamenti estivi richiamano molti
montenerini “espatriati” nel corso degli
anni ’50 e’60 verso le città del nord e più
tardi nella capitale. Quelli che attualmente
vi risiedono abitualmente sono pochi, circa
300 (anche se negli ultimi anni si è nota-
ta una leggera crescita demografica) ma
di certo non si può dire che il paese non
sia vivo culturalmente. Molte sono le asso-
ciazioni a montenero. Il montenerino tipo,
ospitale fino all’autolesionismo, ama orga-
nizzare manifestazioni per il suo piccolo
gioiellino ma solo se contornato da perso-
ne super fidate, per cui preferisce seziona-
re le risorse umane
piuttosto che sfrut-
tarle in cattiva col-
lettività. Ma è cre-
ativo, tanto che le
manifestazioni che
inventa vengono im-
mediatamente ripre-
se dai paesi limitrofi
e allora si infervora
perché il suo spirito
campanilistico non
tollera l’imitazione.
Ama le feste coman-
date, adornate da
vino e musica dove
può ballare fino a
notte fonda e ride-
re con gli amici di
sempre, ma anche
con quelli appena
conosciuti purché
buon intenditori
di nettare di uva e
capaci di risate a
crepapelle. Purtrop-
po, però, non è in
grado di sfruttare al
massimo le risorse
eccezionali che il territorio gli offre. Mon-
tenero offrirebbe lavoro ai suoi figli. È un
punto di partenza, un luogo di ritrovo da
cui partire per visitare l’intera sabina. Ci
vuole poco per conoscerlo, ma il castello
incantato, i borghi periferici contenenti siti
archeologici, la chiesa, il percorso natura-
listico del rio montenero, i “carracci” (ovve-
ro le convergenze tra le varie montagne),
le grotte naturali, l’ospitalità della piazza
sempre occupata, i maccheroni a fezze,
le ciambelle all’anice, l’esigua gioventù
super attiva, le tradizioni, le processioni
sentitissime anche dai meno cattolici, il
pisciarello festante, s’insediano nel cuore.
Non resta che scegliere il periodo. Se ami
la quiete e la tranquillità vieni in inverno;
se invece preferisci l’incontro di culture,
la gioia festante, le notti insonni, l’agosto
MONTENERO LA FRECCIA
VERDE DEI LAUREATI
Elvisa Rossetti
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Sofia Galgani
Non abbandoniamo i nostri amici animali
ABBANDONO
NON TI VOGLIO PIÙ
In italia l’abbandono è vietato i sensi dell’art. 727 Del co-
dice penale, che al primo comma recita: “chiunque ab-
bandona animali domestici o che abbiano acquisito
abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un
anno o con l’ammenda da 1.000 A 10.000 Euro.”. A
dispetto della legge approntata dallo stato, l’esecrabile
fenomeno degli abbandoni non accenna a diminuire, e
per questo l’enpa ha deciso di attivare l’800.137.079,
In modo che i cittadini possano segnalare gli animali in
strada prima che possa loro capitare qualche incidente.
Sono più di sessantamila gli animali che ogni anno
vengono abbandonati e circa il 40 per cento di essi
in seguito alle vacanze estive. La maggior parte degli
animali vittime di abbandono sono i cani, animali do-
mestici più comuni nelle case italiane, soprattutto cuc-
cioli, anziani o di grande taglia. Avvilente e disumano,
oltre che incivile, è il caso in cui l’abbandono non nasce
da una necessità, ma solo dalla scomodità di prendersi
cura dell’animale o di scegliere vacanze adeguate a
loro. Così ad un certo punto il padrone smette di esse-
re amorevole per trasformarsi in un individuo meschino
che improvvisamente fa scendere dall’auto il proprio
cane, magari in un posto di campagna, e scappa velo-
cemente senza guardarsi indietro. Sappiamo tutti quali
saranno le loro sorti, appena la nostra macchina svolte-
rà l’angolo. Indifesi, impauriti, traditi da quella persona
che credevano essere fidata, si ritroveranno a vagare in
cerca di un rifugio sicuro, per potersi sentire di nuovo
a casa. E’ un’azione crudele che può essere compiuta
solo da persone crudeli, senza cuore. Ci vuole coraggio
e sangue freddo per lasciare in strada un essere vivente
che ha vissuto nella tua stessa casa, facendo parte della
tua famiglia, anche se per poco tempo. I cani si dice che
siano i migliori amici dell’uomo, si affezionano subito
al loro padrone e non lo tradirebbero mai, per nessuna
ragione al mondo. Allora perché farlo noi? Perché com-
portarci da veri animali? Perché abbandonarli?
Se per caso avete un cane, siete arrivati al limite e state
per pronunciare la fatidica frase, “non lo voglio più”,
fermatevi un attimo e pensate, pensate e ancora pensa-
te, non è un giocattolo, non è un divertimento, non è un
passatempo. “Un cane non se ne fa niente di macchine
costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio
per lui è sufficiente. A un cane non importa se sei ricco
o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido.
Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo.”
8
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9
Nome: Simone
Cognome: Petrangeli
Età: 38 anni
CHE STUDI HA FATTO?
Ho fatto il liceo classico, poi l’università a Roma e mi sono laureato in Giurispru-
denza.
AVREBBE MAI IMMAGINATO CHE UN GIORNO SAREBBE DIVENTATO SINDACO DI RI-
ETI?
Sinceramente no.
DEFINISCA IL SINDACO PETRANGELI IN TRE PAROLE.
n tanta voglia di fare per questa città, impegnato a migliorarla in un momento
così difficile e a ricostruire un senso di comunità nella prospettiva di condividere
con i cittadini la responsabilità di amministrare.
QUALE ERA IL SUO SOGNO AI TEMPI DEL LICEO?
Era quello di fare il possibile per cambiare Rieti, e più in generale i luoghi dove
sono vissuto. Condividevo questa aspirazione con tanti altri ragazzi della mia
età. E’ stato allora che ho iniziato il mio impegno politico, sono stati dei momenti
bellissimi.
HA RAGGIUNTO IL SUO SOGNO COME VOLEVA O È DOVUTO SCENDERE A COMPRO-
MESSI?
Questa è una bella domanda. Secondo me, la cosa importante è che ci sia un
sogno, non che si realizzi. Inseguirlo permette di vivere con entusiasmo. E’ bello
essere guidati da una forte aspirazione nella vita. Dunque, posso dire di non
averlo realizzato perché spero che ce ne sia sempre un altro dietro l’angolo.
IL SUO SOGNO OGGI?
E’ rimasto quello di allora. Vorrei migliorare questa città e soprattutto condividere
quest’esperienza così difficile ed entusiasmante con tutti i cittadini. Fare in modo,
quindi, che l’amministrazione diventi pubblica per quanto possibile.
QUALI OPPORTUNITÀ CONCRETE OFFRE OGGI RIETI PER REALIZZARE I SOGNI?
Rieti purtroppo vive una situazione difficile, uguale a quella del Paese e forse
dell’Europa intera. Probabilmente questo è il momento più ostico nella storia dell’I-
talia dal dopoguerra. Fino ad oggi, i figli sono sempre stati meglio dei genitori
grazie all’avvenuto progressivo miglioramento delle condizioni di vita: i figli era-
no un sostegno per i genitori. Invece la mia generazione e ancor di più la vostra,
si troverà a vivere peggio di loro. Sono preoccupato per le mie figlie poiché sono
convinto che non potrò fare per loro quello che i miei genitori hanno fatto per me.
Dobbiamo fare i conti con la crisi ed essere consapevoli che cosa necessaria
è cambiare gli stili di vita. Rieti certo vive delle difficoltà endemiche, molto con-
seguenza dell’isolamento. Appare, infatti, proprio come un’isola: è una valle
circondata da montagne. Dobbiamo evitare che ci sia l’allontanamento dei gio-
vani dalla città che invece per studiare sono spesso costretti ad andarsene. Ecco,
l’obbiettivo è proprio questo: fare in modo che tutti i nostri ragazzi tornino a farsi
una vita qui. Il futuro di Rieti è collegato al loro futuro. Se non riusciamo a vincere
questa sfida, tra vent’anni rischia di essere una città per anziani. Ovvio è che
il tema cruciale di questo momento è il lavoro. Tutti, soprattutto ai livelli più alti
devono impegnarsi a trovare delle soluzioni che diminuiscano la disoccupazione
e fare in modo, quindi, che i giovani pensino il loro futuro qui.
IL SOGNO DI UNA RIETI PIÙ PRODUTTIVA E APERTA MENTALMENTE, SI REALIZZERÀ
UN GIORNO?
E’ molto legato alla situazione economica locale ma anche all’apertura mentale.
Questa città ha avuto uno sviluppo importante dal punto di vista sociale e culturale
che le ha permesso di entrare in contatto con tante personalità non indigene. L’e-
conomia muove le persone: quando c’è un tessuto economico vivo, molte perso-
nalità interagiscono quindi aumenta la possibilità di scambio. In questo modo eviti
l’isolamento e apri mentalmente la città. Dobbiamo essere un po’ più coraggiosi.
LEI HA DUE FIGLIE, COSA
CONSIGLIA LORO?
Adesso di crescere, andare
a scuola, studiare perché
l’accrescimento personale
è un’arma eccezionale.
“Studio” non significa pren-
dere voti alti a scuola ma
essere curiosi di conoscere.
Studiare significa anche svi-
luppare un senso critico e
di conseguenza riuscire ad
analizzare ciò che accade
nella società.
HA MAI PENSATO DI RASSE-
GNARE LE DIMISSIONI?
A volte sopraggiunge la
mia esasperazione. E’ un
momento molto difficile per
avere incarichi pubblici.
Ma vale la pena provarci
fino in fondo. Se si agisce
con coscienza non si potrà
dire di non aver dato il mas-
simo.
SI RITIENE IL SINDACO DEL CAMBIAMENTO?
Penso di si. Lo vedremo alla fine del mandato. Sono comunque convinto di esser-
lo, soprattutto visto che credo di aver messo in crisi alcune dinamiche cittadine che
hanno reso questa città ferma per troppi anni.
LEI È AL PRIMO MANDATO, QUALI DIFFICOLTÀ HA INCONTRATO?
Innanzitutto difficoltà finanziarie perché abbiamo ereditato una situazione vera-
mente complessa, e poi difficoltà organizzative. La macchina burocratica era una
macchina che funzionava malissimo, o meglio non funzionava quasi per niente.
Abbiamo dovuto rimetterla in corsa.
NON CREDE CHE CIÒ CHE I RAGAZZI OGGI SOGNANO SIANO DEI DIRITTI CHE IN TEO-
RIA GLI APPARTERREBBERO?
Penso di si. Credo che il sogno dei ragazzi sia quello di avere un futuro ed è
assolutamente giusto che essi possano esaudire almeno in parte i loro desideri,
proprio come hanno fatto i loro genitori. Il futuro è un diritto anche in un momento
in cui la precarietà si presenta come una questione esistenziale. Il lavoro, poi, è
il tema centrale di quest’epoca, lavoro che sta alla base di una buona società.
Rimetterlo al centro deve essere un impegno assillante per tutti soprattutto di chi
detiene poteri alti. Se non si parte dai diritti di cittadinanza, difficilmente si potrà
costruire una società migliore, anzi rischieremo di aumentare le insicurezze e i
conflitti.
QUALE SARÀ IL NOSTRO FUTURO A RIETI?
Questa è una città che ha tante potenzialità che però è ferma da tanti anni.
Dobbiamo cercare di far diventare più intraprendenti i reatini. Un altro nostro
limite è infatti questo: manca l’intraprendenza, la voglia di fare, manca un po’ di
coraggio. Il futuro dei giovani a Rieti, credo sia innanzitutto quello di formarsi dal
punto di vista intellettuale e sono contento che anche se con fatica riusciamo a
tenere in piedi questa esperienza dell’università. Ci sono circa mille e settecento
iscritti di cui un migliaio di Rieti. L’università è un’occasione importante per i ragaz-
zi. Bisogna valorizzare le idee che hanno e il talento che ognuno può esprimere.
Il patrimonio naturale e l’ambiente sono le prime cose sulle quali puntare per lo
sviluppo della nostra terra e coinvolgerli in quest’avventura.
CI SONO PERSONE CHE SI SPOSTANO PER IL SOGNO DI UNA VITA MIGLIORE. COSA
PENSA DEL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE?
Non si può essere favorevoli o sfavorevoli. L’immigrazione è un fenomeno sociale
che ha dato origine all’umanità, il mondo si è formato grazie alle immigrazioni,
nessuno può bloccarle. Il punto sta nel come governare questi flussi migratori e
come accogliere coloro che si spostano. Rieti vive parte dei suoi problemi a causa
dell’isolamento. Dico questo a sostegno del fatto che le migrazioni migliorano le
condizioni di vita. E’ evidente che questo momento di profonda crisi provoca
anche tensioni sociali, fenomeni di razzismo e xenofobia. Bisogna fare in modo
che tutti abbiano gli stessi diritti: questa è l’unica garanzia per impedire che ci sia
sfruttamento, lavoro minorile.
UNA DEFINIZIONE DI SOGNO
E’ ciò che ti permette di guardare avanti, è qualcosa che ti arde dentro. E’ uno
stimolo che ti anima durante la vita.
costruire una società migliore, anzi rischieremo di aumentare le insicurezze e i
QualesaràilnostrofuturoaRieti?
Questa è una città che ha tante potenzialità, ma è ferma da tanti anni. Dobbiamo
cercare di far diventare piùintraprendenti i reatini.Un altronostro limiteè infatti
questo: manca l’intraprendenza, la voglia di fare, manca un pò di coraggio. Il fu-
turodeigiovaniaRiet,credosiainnanzituttoquellodiformarsidalpuntodivista
intellettuale e sono contento che, anche se con fatica riusciamo a tenere in piedi
questa esperienza dell’università. Ci sono circa mille e settecento iscritti, di cui
un migliaio di Rieti. L’università è un’occasione. Bisogna valorizzare le idee che
hanno i ragazzi e il talento che ognuno può esprimere. Il patrimonio naturale
e l’ambiente sono le prime cose sulle quali puntare per lo sviluppo della nostra
terraecoinvolgerliinquest’avventura.
Quandosipotràricominciareasognare?
Innanzituttononsidevesmettere.Bisognacondividereisogniconglialtri.Ipro-
blemiindividualisonoproblemicollettivi.
Ci sono persone che si spostano per ilsogno di unavitamigliore. Cosa
pensadeltemadell’immigrazione?
Non si può essere favorevoli o sfavorevoli. La migrazione è un fenomeno socia-
le che ha dato origine all’umanità; il mondo si è formato grazie alle migrazioni,
accoglierecolorochesispostano.Rietivivepartedeisuoiproblemiacausadell’i-
solamento. Dico questo a sostegno del fatto che le migrazioni migliorano le con-
dizioni di vita. E’ evidente che questo mome
tensionisociali,fenomenidirazzismoexeno
abbiano gli stessi diritti: questa è l’unica gara
mento, lavoro minorile. Si creano opposizio
migrato è più sfruttato ed entra in contrapp
Traquaranta-cinquantaanniil50%dell’Euro
circolazionedelleideeel’incontroditantecu
Sottoquestopuntodivistal’Italiasist
L’Italia purtroppo ha una legislazione non c
quello che è. Le leggi non sono attuali. Bisog
tivaconquelladelrestodell’Europa,consape
paeseditransitomigratorio.
Unadefinizionedisogno.
E’ ciò che ti permette di guardare avanti, è
stimolochetianimadurantelavita.
INTERVISTA
AL SINDACO
DI RIETI
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L’
etica è la ricerca di ciò che è bene per
l’uomo, in questo la scelta dell’essere ve-
getariani o vegani, è etica.
L’essere vegetariani o vegani è una con-
dizione che spesso viene criticata dalla
società ignorante, nel senso che ignora molti
aspetti di questo stile di vita e di alimentazione.
È solito reputare sbagliata questa scelta etica,
senza informarsi e senza essere coscienti di ciò
che si ha nel piatto e soprattutto di ciò che ha
comportato il mangiare animali e i loro deriva-
ti.  Per iniziare è opportuno fare una distinzio-
ne tra vegetariani e vegani: i primi scelgono di
mangiare essenzialmente vegetali, ammettendo
nella propria alimentazione cibi di derivazione
animale come latte e uova. Al contrario, i se-
condi, escludono qualsiasi cibo di derivazione
animale, mangiando soltanto vegetali.   Tutti
sono convinti che senza carne non si possano
assimilare i nutrienti fondamentali. E come assi-
milarli senza di essa? Basti pensare che soltanto
nei legumi possiamo trovare: zinco, ferro, vita-
mina B6. Ciò che molti onnivori contestano ai
vegetariani o vegani è la mancanza della vita-
mina B12. Molti non sanno che questa vitamina
non è prodotta né dalle piante né dagli animali,
ma esclusivamente da microorganismi (batteri,
funghi, alghe) che si trovano nella terra. Gli
animali possono assumere la B12 solo nutren-
dosi di vegetali e acqua contaminati da questi
microrganismi. Ciò secondo voi può accadere
negli allevamenti intensivi? Oltre agli antibiotici
e alle pasticche di vario genere che vengono
loro somministrate, vi è la famosa vitamina B12.
Camilla ManciniIO MANGIO VEGETARIANO
IO
MANGIO
VEGETARIANO
Che senso ha nutrirsi di un animale
(con tutto ciò che comporta) per pren-
dere da lui questa vitamina che a sua
volta ha preso tramite una pasticca?
Nessuno. Negli attuali allevamenti
intensivi, miliardi di animali destinati
al macello sono costretti a vivere in-
catenati o chiusi in gabbie sovraffol-
late, incompatibili con le loro esigen-
ze fisiologiche, privati della minima
libertà di movimento, impediti nella
pratica di istinti affettivi e sessuali,
mutilati, sottoposti a costanti terapie
antibiotiche ed ormonali (sia per
prevenire l’esplosione di epidemie
che per velocizzare la loro crescita),
ad un’illuminazione ininterrotta che
impedisce loro di dormire, nutriti
con alimenti inadeguati, chimici e
innaturali, costretti a respirare un’a-
ria satura, oltre che dell’odore dei
loro escrementi, anche di anidride carbonica,
idrogeno solforato, vapori ammoniacali, polveri
varie e povera d’ossigeno. Gli animali sfruttati
in questo modo, oltre a manifestare gravi pato-
logie organiche e psicologi-
che (galline che si uccidono
beccandosi fra loro, canni-
balismo della madre verso
i piccoli fra i conigli, suini
che si divorano la coda),
subiscono menomazioni e
manipolazioni genetiche. Si
tenta a volte di arginare la
loro aggressività, ad esem-
pio tagliando il becco ai
pulcini appena nati, metten-
do dei “giocattoli” all’inter-
no dei box, come vecchi co-
pertoni, sui quali gli animali
si possono sfogare, così, an-
ziché rimuovere la causa di
stress si “cura” solo il sinto-
mo, l’aggressività. Le peco-
re sono, per ora, le uniche a
vivere per lo più all’aperto,
ma sono tosate in maniera
brutale e sono costrette a
sopportare i rigori dell’in-
verno senza la protezione
naturale del loro mantello.
Vengono maneggiate rude-
mente dai tosatori e spesso
rimangono ferite durante
l’operazione. Nelle razze
più pregiate viene procura-
ta una ferita circolare attorno all’ano, in modo
che con la cicatrizzazione si crei una zona che
separa la lana dall’ano, e la lana non si sporchi.
Gli agnellini maschi sono uccisi a poche setti-
mane di vita, specialmente in occasione delle
festività pasquali. Inoltre, le pecore sono costret-
te a partorire continuamente e non appena sono
meno “produttive” vengono macellate. L’Italia è
uno dei pochi paesi al mondo che consuma car-
ne di cavallo. I cavalli arrivano dai paesi dell’Est
dopo una vita di duro lavoro, con viaggi este-
nuanti in condizioni infernali, per venire infine
ammazzati nei nostri macelli. Perché mangiare
allora animali? Un’altra risposta che va conside-
rata è quella che viene data dalla dottoressa Lu-
ciana Baroni, presidente di Ssnv - Società Scien-
tifica di Nutrizione Vegetariana: «l’uomo nasce
come frugivoro e per motivi di sopravvivenza ha
dovuto introdurre in alcune epoche preistoriche
la carne nella sua dieta. Conserva tuttavia an-
cora gli adattamenti di un essere principalmen-
te adatto al consumo di cibi vegetali: intestino
più lungo di un carnivoro, assenza di canini e
artigli, denti e forma dell’arcata dentaria adatti
all’assunzione e masticazione di chicchi, frutta e
foglie. Anche la necessità di ricavare la vitamina
C dai cibi, a differenza dei carnivori che sono in
grado di sintetizzarla autonomamente, supporta
la concezione che l’uomo ha sempre consumato
cibi ricchi di questa vitamina, cioè i cibi vegeta-
li.» Il mangiare carne non procura solo del male
a noi stessi e agli animali, ma anche al nostro
pianeta. Con la nostra richiesta di carne, mol-
ta acqua viene destinata agli allevamenti. Per
produrre un chilogrammo di carne vengono im-
piegati 15.000 litri di acqua. Mentre per un chi-
logrammo di cereali vengono utilizzati mille litri
di acqua.  Se poi si pensa che con una bistecca
si nutre una sola persona, che con un chilo di
cereali si nutrono dieci persone e che per alleva-
re un vitello occorrono 1.200 kg di cereali, non
vi rendete conto dell’assurdità? Ma non basta,
vi è anche l’emissione di CO2 e la distruzione
della Foresta amazzonica. Una delle cause prin-
cipali di emissione dei Gas Serra sono proprio
gli allevamenti intensivi: 400 milioni di bovini
allevati nei cinque continenti produce 500 litri
di metano. Inoltre ogni anno, solo gli Stati Uniti
con un consumo di 100 kg di carne distruggo-
no una parte della Foresta amazzonica grande
come l’Austria. E’ ancora così giusto mangiare
animali?
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Sofia GalganiSOTTO L’OMBRELLONE
SEBASTIANO BIANCHETTI, CLAS-
SE 1996, RAPPRESENTERÀ L’ITA-
LIA AI MONDIALI U20 DI ATLETI-
CA LEGGERA IN PROGRAMMA
NEGLI STATI UNITI DAL 21 AL
27 LUGLIO PROSSIMO. NELLO
SCORSO GENNAIO, INFATTI, IL
PESISTA DELLA STUDENTESCA
CARIRI, HA SCAGLIATO L’ATTREZ-
ZO DA SEI KG A 18,70, 40 CM
OLTRE LO STANDARD DI PARTE-
CIPAZIONE PER LA RASSEGNA
INTERNAZIONALE DI EUGENE. IL
PLURIPRIMATISTA ITALIANO NELLA
CATEGORIA ALLIEVI, VESTIRÀ LA
MAGLIA AZZURRA PER LA QUAR-
TA VOLTA DOPO I MONDIALI U18
DI DONETSK, LE GYMNASIADI IN
BRASILE ED IL TRIANGOLARE ITA-
LIA-FRANCIA-GERMANIA AD HAL-
LE, DOVE, A MARZO, CON UNA
BORDATA DA 19,20 M, NON
SOLO HA MIGLIORATO IL SUO
PRIMATO PERSONALE DI MEZZO
METRO MA HA SIGLATO ANCHE
UN OTTIMO TERZO POSTO. GIÀ
CAMPIONE ITALIANO DA CADET-
TO, DA ALLIEVO (ANCHE NEL
LANCIO DEL DISCO) E DA JU-
NIOR, VANTA BEN DUE MPI (MI-
GLIOR PRESTAZIONE ITALIANA):
20,38 COL PESO DA CINQUE KG
E 17,00 CON QUELLO DA SETTE
KG, REALIZZATO A RIETI, PRO-
PRIO NELLA PEDANA DI CASA
DOVE SI ALLENA TUTTI GIORNI
CON PASSIONE E SENTIMENTO.
«MI SENTO BENE - COMMENTA
SEBASTIANO BIANCHETTI - HO
LAVORATO DURO PER ARRIVARE
FINO QUI ED HO ANCORA MOL-
TO DA DIMOSTRARE. SPERO DI
ANDARE OLTRE I 20 METRI COSÌ
DA ASSICURARMI UN POSTO
TRA I PRIMI OTTO». IL GIGANTE
BUONO SCENDERÀ IN CAMPO
GIOVEDÌ 24 LUGLIO ALLE 10.15
(20.15 ORA ITALIANA) E SI PRE-
SENTERÀ IN PEDANA CON UN
PERSONALE CHE FA BEN SPE-
RARE VISTO CHE AGLI SCORSI
MONDIALI U20 DI BARCELLONA
CHE VIDERO LAUREARSI CAM-
PIONE JACKO GILL, BASTARONO
19,15 PER ENTRARE IN FINALE.
MEGLIO NON FARE PRONOSTI-
CI: INCROCIAMO LE DITA. FOR-
ZA SEBA, RIETI E L’ITALIA FANNO
IL TIFO PER TE.
SEBASTIANO BIANCHETTI
TALENTO DI CASA
L’estate si avvicina. Prossimo appuntamento? Tutti in
spiaggia. Un altro anno è passato e la tanta desidera-
ta estate è dietro alle porte. Come al solito le spiagge
saranno super affollate di persone di tutte le età e di tutti i
generi. Ciò che ci incuriosisce però, sta nel fatto che molti
di loro camminano per le città con fare apparentemente
normale, tanto da passare inosservati, ma quando met-
tono piede sulla sabbia è come se si lasciassero andare.
C’è il previdente, quello che si porta tutto da casa, mon-
tagne di riviste da leggere, borsa frigo, sdraio, materassi-
ni, ombrellone e borsoni pieni di giochi vari; quello dello
slip bianco, muscolo, oliato e preferibilmente tatuato; la
bruciata dal sole, super abbronzata e di età indefinibile;
l’atleta, che nonostante i 45°C segnati dal termometro, si
ostina ad allenarsi interrottamente; il cellulare dipendente,
da in piedi, da steso, perfino quando entra in acqua, il te-
lefonino è parte della sua figura, non se ne separa mai; il
costruttore di castelli, super concentrato, la sua più grande
preoccupazione sono le onde alte che potrebbero spaz-
SOTTO L’OMBRELLONE,
DI TUTTO, DI PIU’
zare via tutto; il penoso,
simile ad un mostro che si
aggira sul bagnasciuga. Il
suo pelo è come una secon-
da maglietta. Le manie e le
stranezze di questi vacan-
zieri non finiscono qui, con-
tinuando a girovagare per
gli ombrelloni se ne trovano
sempre altri; c’è infatti il po-
lemizzatore, che si lamenta
sempre di tutto e tutti; il pa-
drone del cane dispettoso;
il guardone senza vergo-
gna, che fa lunghe, lunghis-
sime passeggiate con un
unico fine; il nudista, ma
anche la signora solitaria,
che con il suo largo cappel-
lo e gli occhiali da sole cer-
ca di non farsi notare; tro-
viamo poi l’incremata, che
va in giro completamente
ricoperta di protezione per
evitare di scottarsi; il russa-
tore, non importa dove si
stenda, ogni luogo è buono
per schiacciare un pisoli-
no. Concludiamo questa
panoramica con i tipi più
indisciplinati, che con i loro
giochi d’acqua, i racchetto-
ni, ma anche seppellendosi
sotto la sabbia, sono sem-
pre in movimento. E voi…
Siete pronti a rincontrarli?
Serena PitottiSABATINO BIANCHETTI
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CURIOSITÀ
PER LA TESTA
PERCHÉ I NOSTRI CAPELLI POSSONO ES-
SERE LISCI O RICCI?
DA UNA PARTE IL LORO ASPETTO DIPENDE DAL NOSTRO
PATRIMONIO GENETICO, DALL’ALTRA LA CURVATURA DI-
PENDE DAI FOLLICOLI: QUANDO UN FOLLICOLO È ASIM-
METRICO, I CAPELLI A CUI DA ORIGINE SONO RICCI;
QUANDO È SIMMETRICO, SARANNO GENERATI CAPELLI
LISCI ATTENZIONE! ESISTONO ALCUNE CIRCOSTANZE
CHE POSSONO MUTARE I CAPELLI DA LISCI A RICCI PER
LA PRESENZA DI UN RECETTORE CHE CON L’ASSUNZIO-
NE DI ALCUNI FARMACI PUÒ ESSERE INIBITO.
PERCHÉ I CAPELLI SPORCHI, LAVANDOLI,
FANNO MENO SCHIUMA DI QUELLI PULI-
TI?
LA SCHIUMA È COSTITUITA DAL LEGAME TRA LE PARTI-
CELLE CHE COMPONGONO LO SHAMPOO E QUELLE
CHE COMPONGONO L’ACQUA. QUANDO I CAPELLI
SONO SPORCHI, QUINDI GRASSI, LA MAGGIOR PARTE
DELLE PARTICELLE DI SHAMPOO LI LEGANO AL GRASSO
E NON ALL’ACQUA, PRODUCENDO QUINDI MENO
SCHIUMA.
PERCHÉ I CAPELLI DIVENTANO BIANCHI?
GLI ELEMENTI PRESENTI NEL PATRIMONIO GENETICO
CHE CONFERISCONO IL COLORE AI CAPELLI SONO I
PIGMENTI DI MELANINA. CON L’AVANZARE DELL’ETÀ
SI DIMINUISCE LA CAPACITÀ DI PRODURRE QUESTI PIG-
MENTI DANDO VITA ALLA MESCOLANZA DI CAPELLI CO-
LORATI E BIANCHI; IL MUTAMENTO TOTALE DEI CAPELLI
IN BIANCHI È DOVUTO ALL’ARRESTO TOTALE DI PRODU-
ZIONE DI QUESTI PIGMENTI.
PERCHÉ I CAPELLI SI ELETTRIZZANO?
SULLA SUPERFICIE DI OGNI OGGETTO NON CONDUT-
TORE SI ACCUMULA UNA ELETTRICITÀ STATICA,CHE
PUÒ ESSERE POSITIVA O NEGATIVA. QUESTO SUCCEDE
ANCHE NEI NOSTRI CAPELLI E QUANDO VENGONO
A CONTATTO CON UNA MASSA D’ARIA SECCA, AD
ESEMPIO IL VENTO, SI VERIFICA UNA SCAMBIO DISOR-
DINATO DI CARICHE. COSÌ LA CHERATINA SUBISCE UN
ECCESSIVO ACCUMULO DI CARICHE NEGATIVE, I SIN-
GOLI FUSTI SI RESPINGONO A VICENDA GENERANDO
DELLE PICCOLISSIME SCARICHE QUANDO SONO PETTI-
NATI, FACENDOLI COSÌ ELETTRIZZARE.
12
CURIOSITÀ PER LA TESTA Simona Romagnoli
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13
CARTA E PELLICOLA
FOR NO
GOOD REASON
REGIA:
Charlie Paul
GENERE:
Biografico,
Documentario
DURATA: 89 Min
ATTORI:
Johnny Depp, Ralph Ste-
adman Quindici anni. Tanto ci è voluto per comprendere e
raccontare in questo film la mente geniale e la vita sperico-
lata di Ralph Steadman, illustratore e caricaturista inglese.
Ci è concesso il privilegio di assistere al processo completo
di realizzazione di un’opera, dalla tela bianca fino al di-
pinto finito.
GABRIELLE, UN
AMORE FUORI
DAL CORO
REGIA:
Louise Archambault
GENERE:
Drammatico
DURATA: 102 Min
ATTORI:
Gabrielle Marion-Rivard,
Alexandre Landry,Robert
Charlebois, Vincent-Guillau-
me Otis Affetta dalla sindrome di Williams, Gabrielle è una
giovane donna animata da una contagiosa gioia di vivere
e con uno straordinario dono per la musica. Ha incontrato
Martin, il suo ragazzo, al centro ricreativo dove cantano
insieme in un coro e da allora sono inseparabili. Alla vigilia
di un importante festival musicale, Gabrielle fa di tutto per
dar prova di autonomia e guadagnare la propria indipen-
STORIA
DI UNA LADRA
dI LIBRI
AUTORE:
Markus Zusak
TRAMA:
Nella Germania del-
la Seconda guerra
mondiale, quando
ogni cosa è in rovi-
na, una bambina di
nove anni, Liesel, ini-
zia la sua carriera di ladra. All’inizio è la fame
a spingerla e il suo bottino consiste in qualche
mela, ma poi il vero, prezioso oggetto dei suoi
furti sono i libri. Perché rubarli significa salvarli
e soprattutto salvare se stessa. Liesel infatti sta
fuggendo dalle rovine della sua casa e della sua
famiglia, accompagnata dal fratellino più picco-
lo e diretta al paese vicino a Monaco dove l’a-
spetta la famiglia che li ha adottati. Nell’inverno
gelido e bianco di neve, il bambino non ce la fa,
ed è proprio vicino alla sua tomba che lei trova
il primo libro. Il secondo, invece, lo salva dal
fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti.
Col passare del tempo il numero dei libri cresce
e le parole diventano compagne di viaggio, cia-
scuna testimone di eventi terribili ai quali la bam-
bina sopravvive, protetta da quei suoi immortali,
straordinari, amorevoli angeli custodi.
L’ARMATA DEI
SONNAMBULI
AUTORE: Wu Ming
TRAMA: Marie è una
donna del popolo
che alla rivoluzione
chiede pane e liber-
tà per sé e per suo
figlio. Finirà invece
per ottenere una vita
diversa. Leo è un atto-
re immigrato a Parigi
dall’Italia sulle orme del grande maestro Goldo-
ni, in cerca di fortuna e successo. Scoprirà che
la rivoluzione è il palcoscenico più promettente,
ma dal quale si può cadere in maniera rovino-
sa. D’Amblanc è un medico molto particolare,
allievo del grande Mesmer prima della rivolu-
zione, ne prosegue le pratiche anche nel tempo
rinnovato dal grande cataclisma. Ma l’assioma
che lo ha sempre guidato ormai vacilla e questo
lo spinge a un’indagine che lo porterà fino al
cuore della Francia e dei propri incubi. L’uomo
che si fa chiamare Laplace è un paladino votato
a una causa. Ha la pazienza del ragno. Sceglie
di nascondersi tra i folli per mettere alla prova
se stesso e le proprie teorie. Sogna un’armata
di sonnambuli.
NON DIRMI
CHE HAI
PAURA
AUTORE: Giuseppe
Catozzella
TRAMA: Samia è
una ragazzina di
Mogadiscio. Ha la
corsa nel sangue.
Ogni giorno divide
i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore,
confidente e primo, appassionato allenatore.
Mentre intorno la Somalia è sempre più preda
dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le
armi parlano sempre più forte la lingua della
sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte
nelle sue gambe magre e velocissime un destino
di riscatto per il paese martoriato e per le don-
ne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio
deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori
degli integralisti, e le prime affermazioni la por-
tano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle
Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa
un simbolo per le donne musulmane in tutto il
mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L’ap-
puntamento è con le Olimpiadi di Londra del
2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti
prendono ancora più potere, Samia corre chiusa
dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare
una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta
una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Ri-
manere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una
notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il
sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende
il Viaggio di ottomila chilometri, l’odissea dei
migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sa-
hara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.
Giuseppe Catozzella per mesi è entrato dentro
la vita reale di Samia, e l’ha reinventata in una
voce dolcissima, scrivendo un romanzo memo-
rabile. Da quella voce, da quell’io leggerissimo
che ci parla con fermezza e candore, si sciolgo-
no la struggente vicenda di un’eroina dei nostri
tempi, la sua fiaba, e insieme il suo destino.
Chiara Cauletti
denza. Determinata a vivere con Martin una storia d’amore
che non ha nulla di ordinario, Gabrielle dovrà affrontare
molti pregiudizi e i suoi stessi limiti.
Just Move Giugno.indd 13 24/06/14 16:52
Andy Warhol,
dalla collezione di Peter Brant <Credo
di essere una delle persone più gelose
del mondo. La mia mano destra è gelo-
sa se la sinistra dipinge un bel quadro.>
Andy Warhol dopo il grande successo di
pubblico ottenuto a Milano, Andy Warhol
giunge finalmente a Roma. Dal 18 aprile
al 28 settembre 2014 al Museo Fondazio-
ne Roma, Palazzo Cipolla saranno esposte
150 opere dell’artista statunitense, padre
della pop art americana, provenienti dalla
The Brant Foundation, che raccontano
una storia intensa ed uno scambio cul-
turale unico fra il giovane collezionista
Peter e l’artista. La mostra racconta tutto
il percorso professionale di Warhol, pre-
sentandone i capolavori di ogni periodo
artistico: il percorso si avvia negli anni
Cinquanta, quando Warhol debutta nella
commercial art e presto lavora come illu-
stratore per riviste prestigiose (da Harper’s Bazar al sofisticato New Yorker) e come disegnatore pubblicitario.
È però una coloratissima e precoce Liz del 1963 a introdurre alla sala successiva dove si annunciano le prime
Campbell’s Sup e Coke, insieme a Disaster (Warhol coltivò un forte rapporto di attrazione e repulsione per la
morte). Ma poiché le Collezioni Brant sono eccezionalmente ricche – di opere pittoriche soprattutto ma anche
di importanti disegni – si può dire che non ci sia tema tra quelli trattati da Warhol che non sia rappresentato ai
massimi livelli: ci sono i dipinti dei francobolli, come S&H Green Stamps, 1962, fatti con stampini ripetuti e più e
più volte sulla carta e, dello stesso anno, i Red Elvis e il grandioso 192 One Dollar Bills; così come ci sono due splen-
dide Marilyn, una del 1962 – lei appena morta – e una delle 4 Shot Marilyn del 1964, i dipinti trapassati in fronte
dal colpo di pistola sparato in studio da un’amica del fotografo Billy Name. Così pure saranno presenti in mostra
altre super icone di Warhol: le Brillo Box e i primi Flowers, 1964, esposte a suo tempo nella prestigiosa galleria di
Leo Castelli come se fossero sgargianti carte da parati. E anche i Mao, 1972, con i quali Warhol inaugura una nuova
pittura meno neutrale e più gestuale; le Ladies and Gentlemen – la serie dedicata alle Drag Queens di New York - e
un gran numero di Skulls, i teschi che dal 1976 in poi si moltiplicano nel suo lavoro che di lì in poi attinge a simboli
più universali. Un’intera sala sarà dedicata alle polaroid che formano una sorta di gotha della New York anni ‘60: la
fama era del resto un’ossessione di Warhol e non a caso fu lui a coniare la famosa, e terribilmente profetica frase,
sempre citata e spesso storpiata “15 minuti di celebrità” a cui in futuro nessuno avrebbe rinunciato. Non poteva
RietiFESTEGGIAMENTI IN ONORE DI S. ANTONIO DI PADOVA
dal 12 giugno 2014 ore 18:00
al 30 giugno 2014
Rieti
PERCORSI DELLA MEMORIA
20 giugno 2014 ore 21:00
Spettacolo itinerante a cura del Teatro Alchemico
Un viaggio nei luoghi simbolo della lotta al nazifascismo
13 GIUGNO 1944:LA CITTÀ DI RIETI È LIBERATA
22 giugno 2014 ore 21:00
Chiostro di San Francesco
Il ricordo dello storico reatino Antonio Cipolloni nel 70° anni-
versario della Liberazione
RICCARDO MUSICAL FESTIVAL
18 e 19 luglio 2014 dalle ore 19:00
Contigliano (RI)
I SENTIERI DEI PARTIGIANI
Luglio e agosto 2014
Camminate con il Cai nei luoghi della Resistenza
Verranno rese note le date, gli orari e i luoghi di partenza
L’Aquila
“IO NON RISCHIO”
Campagna informativa nazionale sui rischi naturali che inte-
ressano il nostro paese. Si rivolge ai cittadini con l’obiettivo
di promuovere un ruolo attivo nel campo della prevenzione
14 e 15 giugno 2014
Piazza Duomo
SAGRA DELL’AGLIO ROSSO DI SULMONA
dal 12 al 14 luglio 2014
Campo di Fano (AQ)
APERTE LE SELEZIONI PER IL LABORATORIO TEATRALE
“ODISSEA”
Laboratorio teatrale di recitazione
workshop intensivo: 20, 21 e 22 giugno 2014
laboratorio: dal 3 al 27 luglio 2014
Evento conclusivo 25, 26 e 27 luglio 2014
Fontana delle 99 Cannelle (AQ)
I cantieri dell’immaginario, III edizione
1° RANDO “GRAN SASSO D’ITALIA
27 luglio 2014
Partenza da Fonte Cerreto (AQ) dalle ore 7:00 fino alle ore
8:00
Quota d’iscrizione: 10 €
Terni
ENSEMBLE ESTATE DI SAN MARTINO
29 giugno 2014 ore 18:00
Parco archeologico di Carsulae
Via Carsulae 05029 San Gemini (TR)
I CAMERISTI DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO
29 giugno 2014 ore 19:30
Domenico Pierini dirige i Cameristi e il violino solista Kerson
Leong nell’esecuzione di musiche di Vivaldi, Saint Saens, de
Sarasate e Bach
Parco archeologico di Carsuale
Via Carsulae 05029 San Gemini (TR)
I BRONZI ETRUSCHI E ROMANI NELLA COLLEZIONE FAINA
Fino al 31 agosto 2014 dalle ore 9:30 alle ore 18:00
Museo Claudio Faina
Piazza Duomo, 29 05018 Orvieto (TR)
mancare un’Oxydation (1978) gigantesca, ottenuta uri-
nando su pigmenti metallici (nei suoi “Diari” le chiama
Piss) e provocando così una reazione chimica che sfug-
ge al controllo e crea nuovi colori. Esposto anche un
immenso Camouflage del 1986, stesso anno della serie
in cui rese omaggio a Leonardo Da Vinci con Last Sup-
per, pure presente in mostra. Un anno dopo, nel 1987,
Warhol moriva, dopo essere scampato miracolosamen-
te alla nera signora nel 1968 quando una pazza gli aveva
sparato al ventre. Andy Warhol non solo è stato il più
acuto interprete della società di massa e del consumi-
smo, folgorante sociologo dell’America anni ‘60 ma ha
saputo trasformare in arte gli idoli dell’immaginario
collettivo americano, anticipando l’instaurarsi del pote-
re dei mass media. Lui ha trasformato in icone la Coca
Cola come Che Guevara, la Campbell’s Soup come Liz
Taylor e Marilyn Monroe, il biglietto del dollaro come
Jackie Kennedy. La mostra che si aprirà a Roma rende
ragione e dimostrazione di tutto ciò.
BIGLIETTI
Intero: € 15,50 + € 2.00 spese d’agenzia (au-
dioguida inclusa)
Ridotto: € 13,50 + € 2.00 spese d’agenzia (au-
dioguida inclusa)
Ridotto bambini : € 5,00 (audioguida inclusa)
bambini da 4 a 11 anni non compiuti
GIOVEDÌ UNIVERSITARIO:PER GLI STUDENTI
CON TESSERINO INGRESSO A 5 EURO (ANZI-
CHÈ 15.50) CON AUDIOGUIDA IN OMAGGIO
COME ARRIVARE
Palazzo Cipolla Via del Corso, 320
ORARIO Lunedì dalle 14.00 alle 20.00 Marte-
dì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica dal-
le 10.00 alle 20.00 Sabato dalle 10.00 alle
22.00 Aperture straordinarie 2 giugno 10.00
– 20.00 29 giugno 12.00 – 20.00 15 agosto
10.00 – 20.00
Chiara Cauletti
14
EVENTI
Just Move Giugno.indd 14 24/06/14 16:52
13 GIUGNO 313
L’imperatore d’Occidente, Costan-
tino I promulga l’editto di Milano,
noto anche come editto di tolleran-
za. Questo accordo poneva fine
alle persecuzioni contro i cristiani
e concedeva a tutti i cittadini la li-
bertà di culto.
5 GIUGNO 1224
Federico II, imperatore del Sacro
Romano Impero, fonda l’università
di Napoli, la prima università laica
in Europa di tipo statale.
14 GIUGNO 1777
Gli Usa adottano la celebre ban-
diera a “stelle e strisce”, un simbo-
lo di libertà che è sempre stato al
centro della vita americana, con i
suoi successi e con i suoi conflitti.
I tre colori, bianco, rosso e blu,
indicano rispettivamente purezza,
forza e giustizia.
4 GIUGNO 1783
Primo volo di una mongolfiera av-
venuto grazie agli esperimenti di
Joseph-Michel Montgolfier, che co-
struì il primo prototipo di mongolfie-
ra. Si trattava di un pallone di tela
gonfiato da una camera di combu-
stione, alimentata con la carta.
26 GIUGNO 1818
Viene brevettata la prima antenata
della bicicletta. Il barone Karl Von
Drais decide di dedicare il suo tem-
po libero alla ricerca di un mezzo
di trasporto alternativo ai cavalli
che in quel periodo morivano spes-
so anche per via dei lunghi periodi
di carestia nei raccolti. Dopo una
serie di prove disegnò il nuovo
mezzo che utilizzò la prima volta
nel 1817. Nel brevettarla, il 26
giugno dell’anno dopo, la chiamò
“Laufmachine” (macchina da cor-
sa), mentre la stampa la ribattezzò
“draisine”, in onore del suo inven-
tore. Questo mezzo di trasporto
aveva il telaio in legno e pesava
complessivamente 22 kg, l’aspetto
innovativo era l’introduzione del-
lo sterzo che consentiva maggior
equilibrio e movimento. Manca-
vano ancora i pedali, la spinta in
avanti veniva data appoggiando i
piedi per terra.
19 GIUGNO 1862
Durante la Guerra di secessione
(1861-1865) il Congresso degli
Stati Uniti approva per la prima
volta la messa al bando della
schiavitù in tutti gli stati della con-
federazione. L’atto conclusivo si
ebbe con l’approvazione del XIII
emendamento alla Costituzione de-
gli Stati Uniti d’America che abolì
ufficialmente la schiavitù.
23 GIUGNO 1868
Viene brevettata la prima mac-
china per scrivere. Fu il direttore
di un giornale di Milwaukee (Wi-
sconsin), Christopher Latham Sho-
les, a perfezionarla e a farne un
prodotto di successo commerciale.
Inventata nel 1714 da Henry Mill,
la macchina per scrivere non era
conosciuta con questo nome e ave-
va usi diversi da quello per cui in
seguito divenne famosa. L’obiettivo
di Sholes era quello di creare una
macchina per numerare le pagine
di un libro e battere testi in manie-
ra più rapida e funzionale. Nac-
que così la Typewriting machine,
presentava una tastiera simile a
quella di un pianoforte con tasti
bianchi e neri, fatti rispettivamente
di avorio e ebano, disposti in due
file. Rendendosi conto della scarsa
funzionalità della disposizione in
ordine alfabetico delle lettere, per
separare le coppie di lettere più
utilizzate decise di adottare un di-
verso ordine, denominato “qwerty”
(dalle prime cinque lettere in fila
più in alto). Questo sistema venne
successivamente adottato anche
per le tastiere dei computer.
19 GIUGNO 1910
Viene istituita la prima festa del
papà che non è legata a san Giu-
seppe ma a una figura esemplare
di padre, veterano della Guerra di
secessione americana, che allevò
da solo sei figli. Un esempio da ce-
lebrare e condividere con gli altri:
è ciò che pensò sua figlia, Sonora
Smart Dodd nel chiedere alle isti-
tuzioni di Spokane (nello Stato di
Washington) l’ufficializzazione di
un giorno dedicato alla figura del
papà.
19 GIUGNO 1912
Negli Stati Uniti viene istituita la
giornata lavorativa di otto ore.
10 GIUGNO 1914
Nasce a Roma il Comitato Olim-
pico Nazionale Italiano (Coni),
ente pubblico che ha la funzione
di coordinare l’organizzazione e
la diffusione dello sport in Italia, in
particolare per i Giochi Olimpici.
10 GIUGNO 1924
Viene rapito Giacomo Matteotti,
politico socialista e antifascista.
22 GIUGNO 1927
Sono in vendita i primi jukebox.
Si introduceva una moneta, per
selezionare un disco tra quelli
esposti si girava una manovella.
I fonografi a monete, antenati dei
jukebox moderni, furono messi in
commercio per la prima volta dalla
“Ami”, un’azienda già nota per la
produzione di pianoforti a gettoni.
Le prime versioni di jukebox erano
in legno e contenevano 12 dischi
a 78 giri.
12 GIUGNO 1942
Anna Frank inizia a scrivere il suo
diario che diventa per lei un com-
pagno inseparabile cui confidare
tutto. E’ attraverso il diario che
Anna si rivolge a un’amica imma-
ginaria, Kitty, alla quale racconta
tutta la sua esperienza prima e
dopo la persecuzione nazista.
3 GIUGNO 1944
Poche ore dopo la liberazione di
Roma da parte delle truppe anglo-
americane, il mondo del lavoro
italiano ritrova la sua unità dando
vita a una nuova grande alleanza
sindacale. Nasce così la Confede-
razione Generale Italiano del Lavo-
ro (Cgil).
26 GIUGNO 1945
Nasce l’Onu. All’indomani di un
feroce conflitto mondiale, la comu-
nità internazionale avvertì la neces-
sità di dar vita a un organismo che
individuasse una risoluzione paci-
fica delle controversie tra gli stati,
promuovesse il rispetto dei diritti
umani e delle libertà fondamenta-
li dell’individuo e alimentasse le
relazioni amichevoli tra gli stati.
Con l’adozione della Carta di San
Francisco 51 paesi diedero vita
alle Società delle Nazioni Unite.
Attualmente è la maggiore organiz-
zazione intergovernativa che com-
prende 193 membri, la sua sede è
a New York.
21 GIUGNO 1948
Nasce il 33 giri. In principio fu il
78 giri, prima evoluzione commer-
ciale del disco fonografico inventa-
to nel 1894. Circa mezzo secolo
più tardi la Columbia Records pre-
senta un nuovo formato di disco in
vinile che cambia radicalmente il
mercato musicale. La dicitura “33
giri” deriva dal fatto che il disco
veniva riprodotto a una velocità di
33 giri al minuto.
23 GIUGNO 1960
Le donne americane possono ac-
quistare per la prima volta la pil-
lola anticoncezionale, un nuovo
farmaco chiamato “Enovoid”. La
scoperta risaliva a due anni pri-
ma grazie agli studi effettuati da
tre medici, Garcia, Rock e Pincus,
che sperimentarono una pillola che
inibiva il processo ormonale all’ori-
gine dell’ovulazione.
12 GIUGNO 1967
“Venera” è stata la prima sonda
spaziale a entrare nell’atmosfera
di un altro pianeta e a registrare
dei dati. Lanciata dall’Unione So-
vietica, riportò delle informazioni
riguardanti il pianeta Venere, rive-
landone la composizione in mag-
gioranza di anidride carbonica e
l’elevata temperatura.
17 GIUGNO 1974
Due militanti dell’Msi, Graziano
Giralucci e Giuseppe Mazzola,
vengono uccisi dalle Brigate Rosse.
11 GIUGNO 1986
Le tre istituzioni europee, Parlamen-
to, Consiglio e Commissione, fir-
mano una dichiarazione congiunta
contro razzismo e xenofobia.
DI TUTTO, DI PIU’
Beatrice Cianetti
15
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16
NOVALIA,
SUONI LONTANI"Ci sono musiche antichissime di cui si
è persa la memoria. Noi, come novelli
archeologi, partiamo alla scoperta di
queste melodie, le cerchiamo ovun-
que ci sia un frammento, una traccia,
una caverna da esplorare; le tiriamo
fuori dall'oblio nel quale erano ca-
dute, ne riscopriamo il fascino mille-
nario e le gettiamo nelle braccia del
futuro. Per farle rivivere".  (I Novalia)
Era il 1° maggio del 1985 quando,
in una festa in un casale a Cardito,
“Guccio”o“Maestrone”, sono que-
sti i soprannomi che lo identificano: il primo, si sa, rimanda
al suo cognome, ma il secondo che significato ha? «E’ una
vecchia storia - dice Francesco - che risale agli anni in cui
insegnavo. C'era un barista che mi chiamava professore.
Poi ha saputo che scrivevo canzoni e cantavo, quindi gli
è venuto il dubbio se chiamarmi maestro o professore. E
da qui è uscito fuori maestrone. Anche per la mia stazza,
ovviamente». Autoironico e per niente riservato, Francesco
Guccini, ha sempre avuto nei confronti del suo pubblico
un atteggiamento confidenziale; infatti è lui stesso a de-
finirsi un compagnone. E’ umile davvero: quando riceve
visite nella sua casetta a Pàvana non esita a far entrare gli
ospiti. Racconto un episodio recente. Circa due mesi fa, in
occasione del mio compleanno, alcune mie amiche hanno
inviato a Francesco una lettera, chiedendogli di mandarmi
gli auguri; ovviamente spedirono anche il mio indirizzo.
Loro non sapevano né se la lettera sarebbe arrivata a de-
stinazione, né se lui avrebbe risposto. Inaspettatamente ho
ricevuto una busta bianca, un biglietto con scritto: «Buon
compleanno, Beatrice. Tanti auguri. Francesco Guccini».
Avrebbe potuto tranquillamente ignorare la lettera e fre-
garsene, invece ha risposto, dimostrando la sua caratte-
ristica di uomo, cantautore, scrittore come potremmo dire
“alla mano”. In fondo non è da tutti. Questa caratteristica
potrebbe essergli derivata dalla sua esperienza. Nato il
14 giugno 1940 a Modena, piccola città odiata e amata,
bastardo posto; figlio d’una casalinga e di un impiegato,
cresciuto fra saggi ignoranti di montagna, tirato su a ca-
stagne e ad erba spagna, Francesco ha vissuto anche a
Bologna, una vecchia signora coi fianchi un po’ molli, col
seno sul piano padano e il culo sui colli. Sigaretta o penna
nella mano destra, simboli frivoli che però lo hanno portato
a diventare il Francesco che è adesso, settantaquattrenne,
ancora fiero del suo sognare ma che, nostalgico, pensa al
suo passato, all’atmosfera svagata e dolce di quando era
bambino, all’adolescenza sciocca, età della falsa e stupida
innocenza, ai vent’anni quando tutto è ancora intero. Ma
a noi piace pensarlo ancora con la vitalità di “mi piace far
canzoni e bere vino, mi piace far casino” e con l’indigna-
zione di quando cantava di “una locomotiva, come una
cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia.”
FRANCESCO
GUCCINI
da Stefano Saletti e Raffaello Simeoni,
nacquero i Novalia: un mix di rock,
trance, dub, world e folk. All’inizio
erano in sei: Raffaello Simeoni, Ste-
fano Saletti, Fabiana Manielli, Paolo
Miatto, Federico Festuccia e Enzo Ren-
da e vennero da subito ingaggiati per
aprire il concerto dei “Rain Parade”
a Rieti. Da lì nulla più li fermò: gira-
rono l’Italia, l’Europa e l’Africa. Ad
oggi sono diversi i musicisti che hanno
abbandonato la formazione originale,
tuttavia, dal 1987 hanno inciso ben
sette dischi di cui l’ultimo “10… anni
in una notte” nel 2000. Dieci tracce
che ripercorrono dieci anni di attività,
ovviamente dal vivo. Vantano diverse
compilation e due importanti riconosci-
menti: Premio Recanati per la canzone
d'autore con il brano "Rama 'e rosa" e
il Premio Fondi per il Teatro per la co-
lonna sonora del Decamerone. La mu-
sica dei Novalia si discosta dalle altre
per l’utilizzo di strumenti provenienti
da varie parti del mondo. Immancabili
sono ance, corde e tamburi passando
per il turco davoul o per l’ancor più
sconosciuto tzouras, strumento a corde
di origine greca. I due fondatori hanno
anche dato vita, nel 1995, all’Associa-
zione Griot che si propone di  valoriz-
zare il patrimonio popolare e culturale
dell'Italia centrale cercando di far av-
vicinare i giovani a questa realtà.
Serena Pitotti
Beatrice Cianetti
Just Move Giugno.indd 16 24/06/14 16:52
Il 18 e il 19 luglio prossimo Contigliano ospiterà il “Riccar-
do Music Festival”, giunto ormai alla terza edizione. Un
doppio appuntamento per ricordare attraverso la musica,
Riccardo Parlati scomparso troppo presto in un maledetto
giorno di marzo di tre anni fa. L’evento, organizzato dal-
DAMON ALBARN: EVERYDAY ROBOTS .2014.
Damon Albarn, non più Gorillaz, o Blur. Il cantautore finalmente esce allo scoper-
to. Niente più pseudonimi. Niente più alter-ego. Il primo album solista di Damon
Albarn racconta principalmente se stesso. Le sue ansie e le sue paure. La tracklist è
un viaggio nella psiche del cantante che pone se stesso di fronte a se stesso, dalla
paura della tecnologia all’angoscia della solitudine, all’ossessione dell’ horror
vacui. “Siamo robots tutti i giorni, tentando di essere anime” cita il primo brano,
la title track Everyday Robots. é un adulto ormai, che parla di fronte a se stesso e
si mette a nudo, parlando apertamente del suo rapporto con la droga (You & Me).
L’album nel complesso è solo una ricerca della propria identità.
Tracce migliori: -Everyday Robots -Lonely Press Play -You & Me -Heavy Seas of Love
la onlus no-profit “Riccardo per sempre”, si svolgerà come
l’anno scorso, al Piazzale degli Eroi. La prima serata sarà
dedicata interamente alla musica blues mentre la seconda
sarà esclusivamente rock. A calcare il palco, saranno grup-
pi emergenti di ottimo livello: un’occasione, quindi, per i
giovani artisti reatini che potranno così mettersi in mostra
davanti a un pubblico che sta crescendo edizione dopo edi-
zione. Durante le due giornate, verranno letti alcuni fram-
menti del libro “Racconti a mano libera” che sarà possibile
acquistare presso lo stand ed il cui ricavato verrà devoluto
in beneficenza ad associazioni umanitarie. La manifesta-
zione sarà ad ingresso libero e si potrà inoltre degustare
una buona pizza accompagnata da bevande. Un’iniziativa
per conservare il ricordo del caro Riccardo, un ragazzo
come tanti che fece della musica la propria passione e che,
nonostante la sua giovane età, ha lasciato un segno indele-
bile nel cuore di chi lo conosceva. “La musica può donare
delle ali ai vostri pensieri ed illuminare la vostra anima di
una luce eterna.” Ciao Riccardo.
Elvisa Rossetti, Ermanno Bizzoni
Serena Pitotti
Serena Pitotti
17
ti da tanta naturalezza, simpatia e umiltà sono soprattutto i
grandi nomi della musica italiana, a cominciare da Caterina
Caselli che per prima scorge il mondo di Elisa, consentendole
la pubblicazione del suo album di debutto “Pipes Et Flowers”.
Duetta con Ligabue, in un brano scritto da lui per lei e che le
calza a pennello, ma anche con i Negramaro in un pezzo
idilliaco, mistico e persino con il maestro Luciano Pavarotti,
destreggiandosi con una fanciullezza e un’abilità rare. La sua
voce piena di sentimento, reinterpreta brani capaci di un estre-
mo coinvolgimento emotivo firmati U2, Bob Dylan, Bob Marley,
Cat Stevens. La ragazza perfetta nella sua essenzialità, vanta
attualmente un successo strepitoso in Italia e all’estero. Oggi
mamma, non si ferma e tra una ninna nanna e l’altra continua
ad impressionare, con la sua celestiale emotività, ironizzando
sui suoi errori impercettibili, colorando di note sinuose penta-
grammi che sembrano tendere all’infinito.
ELISA,
LA PERFEZIONE
DELL’ ESSENZIALITA’
Elisa Toffoli è una ragazza di
Trieste, artista per natura, con
l’esigenza di esprimere le sue
emozioni attraverso una qualsia-
si forma d’arte, sia essa pittura,
letteratura o danza. Il suo vero
talento, la catapulterà immedia-
tamente, nel mondo della musica
facendola diventare una donna.
Compositrice, cantautrice vola tra le note della sua voce soa-
ve, a tratti grintosa da far paura e del piano accarezzato dalle
sue mani. L’universo emotivo composito che la caratterizza,
ammalia i fan e la critica mondiale, così come i virtuosismi
che emette con la semplicità delle parole. A rimanere colpi-
LA MUSICA PER NON DIMENTICARE RICCARDO
Just Move Giugno.indd 17 24/06/14 16:52
18
INSERITE ORIZZONTALMENTE LE PAROLE SOTTO DEFINITE. A GIOCO RISOLTO NELLA CA-
SELLA A FONDO GRIGIO LEGGERETE IL TITOLO DEL PRIMO NUMERO DI JUST MOVE.
Definizioni:
1- QUELLA DELLA CRUSCA FU FONDATA DA SALVIATI
2 - CAPOLUOGO DI REGIONE MOLISANO
3 - ATTORE-PIRATA (DEI CARAIBI)
4 - INSIEME AL CELESTE I COLORI DI RIETI
5 - NELLA TAVOLA PERIODICA E NEL TERMOSIFONE
6 - CESARE CREMONINI NE ERA IL LEADER
7 - “RESIDENZA” DELLA GIOCONDA
8 - PER LA MANNOIA LO È IL CAFFÈ NERO
9 - COGLI L’ATTIMO
10 - LA CHIESA DEGLI EBREI
11 - PIATTO TIPICO CONTIGLIANESE
Serena Pitotti
 
1
                   
 
2
                 
 
3
                 
 
4
                   
 
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9
               
       
10
                 
11
                   
SUDOKU
RISPETTANDO LE CIFRE INSERITE, COMPLETATE IL RIQUADRO IN MODO CHE IN OGNI
RIGA, COLONNA E QUADRATO RISULTINO LE CIFRE DA 1 A 9
    4 5 8      
        6     8
6           1   2
  1   3 9        
8   7   6   3 1
  4       2      
3     9          
    5     1 7 2  
7       3 8    
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  • 2. 2 Just Move Giugno.indd 2 24/06/14 16:52
  • 3. 3 SOMMARIO PAG. 4 EDITORIALE ESAMI DI STATO, ESAMI DI VITA PAG.5 CULT L’EFFIMERA FAME DEI FAMOSI DEL WEB VADO IN AMERICA INTERCULTURA PAG.7 ONTHEROAD MONTENERO LA FRECCIA VERDE DEI LAUREATI PAG.8 FOCUS NON TI VOGLIO PIÙ INTERVISTA AL SINDACO DI RIETI IO MANGIO VEGETARIANO SOTTO L’OMBRELLONE SEBASTIANO BIANCHETTI TALENTO DI CASA Direttore Responsabile Alessandra Pasqualotto Vice Direttore serena pitotti Redazione beatrice cianetti chiara cauletti federica d'orazi sofia galgani simona romagnoli elvisa rossetti daniele bolletta serena pitotti Segreteria di Redazione serena pitotti Editore h4f group srl Direzione Grafica mchiara giovannelli Direzione Commerciale massimo martellucci Illustrazioni pag.10 daniele bolletta PAG.12 CURIOSARE&CURIOSARE CURIOSITÀ PER LA TESTA PAG.13 CARTA&PELLICOLA RECENSIONI SU LIBRI E FILM PAG.14 LIFESTYLE EVENTI E MOSTRE DI TUTTO DI PIÙ PAG.16 MUSICA GUCCINI - NOVALIA MUSICA PER NON DIMENTICARE RICCARDO PARLATI DAMON ALBERN - ELISA PAG.18 GIOCHI CRUVERBA SUDOKU FACEBOOKJust Move TWITTER@JustMove2 SCRIVICIjustmovemagazine@gmail.com Just Move Giugno.indd 3 24/06/14 16:52
  • 4. Nei corridoi dello Jucci c’è una strana atmosfe- ra: file infinite di banchi, vocabolari magici unici appigli di salvezza, passi incalzanti che rasen- tano la schizofrenia, voci indistinte e pronostici che tentano di individuare i possibili argomenti delle prove, lacrime, sorrisi, professori e alun- ni uniti contro un nemico comune, gli esami di maturità. Impossibile dimenticarli, entrano nella vita di ogni studente per restarci eternamen- te. Deludono, fanno arrabbiare, piangere ma spesso ripagano anche i sacrifici di un’avven- tura che inizia dalle vocali e arriva alle funzioni esponenziali. Giorni duri, notti insonni, caldo afoso, Mondiali, piscine strapiene: è questo il set che li caratte- rizza. I protagonisti sono liceali estenuati da un 4 L’editoriale ESAMI DI STATO, ESAMI DI VITA conflitto interiore che si batte tra il voler final- mente tagliare il traguardo e la nostalgia di non voler mollare la corsa in questo edificio che li ha visti crescere, soffrire, gioire, vivere. Quest’anno tocca a voi, maturandi del 2014. Non mollate, dimostrate quanto valete alla Commissione che vi giudicherà ma soprattutto a voi stessi. Go- detevi questi momenti che vi catapulteranno nel mondo dei “grandi”, godeteveli ancora da ventenni spensierati. La vita vi presenterà esami molto più ardui e decisivi dove i voti li decide lei o forse voi stessi. In bocca al lupo ragazzi, lo Jucci fa il tifo per voi! La Redazione Just Move Giugno.indd 4 24/06/14 16:52
  • 5. 55 L’EFFIMERA FAMA DEI FAMOSI DEL WEB David Guttuso B ei tempi quelli in cui per diventare famosi occorre- vano doti, fortu- na, magari cono- scenza ma soprattutto anni e anni di gavetta. Cominciavi con una scuola o facendo ca- baret e se eri fortunato qualcuno ti notava e ti faceva fare strada. Ora siamo sbarcati in- vece con una velocità impressionante nell’era delle “web star”, ovve- ro personaggi di gran- de impatto mediatico, che spesso però termi- nano la loro carriera in pochi mesi e tutto ciò grazie ad internet, mezzo potentissimo ma anche difficile da con- trollare. Infatti, la rete può portare con facilità alle luci della ribalta e con la stessa velocità rovinare e seppellire per sempre il ri- cordo di una cometa che brilla e poi sparisce. Uno degli strumenti più efficaci e utilizzati in questi ultimi anni è You- tube, spazio dove condividere con tutto il mondo filmati e audio di qualsiasi tipo. In breve tempo, se si ha fortuna e se si utilizzano le parole chiave giuste, ciò che si è pubblicato può fare il giro del mondo e raggiungere anche centinaia di milioni di visualizzazioni. In questo modo sono nati moltissi- mi personaggi che a distanza di tempo riescono a mantene- re il successo, passando anche attraverso altri media. Basta pensare ad alcuni famosi youtuber italiani come Guglielmo Scilla, noto come Willwoosh con all’attivo la conduzione di un programma a Radio Deejay, la pubblicazione di un libro e la partecipazione a diversi film. Altro personaggio degno di nota è Frank Matano l’irriverente protagoni- sta di leggendari scher- zi telefonici oggi en- trato a far parte delle” Iene”, anche lui, con Guglielmo Scilla, sul set di “Fuga di cervelli”. Per contro assistiamo alla comparsa su nume- rosi social network an- che grazie all’aiuto del celeberrimo Facebook , di personaggi della scena “trash”, destinati a sparire in brevissimo tempo senza lasciare traccia del loro passag- gio. Uno dei più “vali- di” esempi di questo filone è il giovanissimo Giuseppe Sapio, squal- lido protagonista di numerosi video senza senso come quello in cui mangia un pesce rosso vivo terminando il tutto con il suo motto “sorrido sempre ciao”. Mi domando che cosa avrà da sorridere? Gli utenti naturalmente spesso hanno reazioni di non approvazione verso questi soggetti, esprimendo apertamente sul web, a volte oltrepassando an- che i limiti, il loro dissenso. Una menzione particolare va rivolta al paladino dell’indecenza, il critico d’arte e avvocato Andrea Diprè, che attraverso i suoi canali e il suo program- ma televisivo raccoglie tutto il meglio del peggio del web italiano. La spazzatura è destinata ad avere vita breve, dura il tempo di un clic. Naturalmente su Youtube si cresce grazie alle critiche e ai suggerimenti del pubblico e tendenzialmen- te ciò che vale resta nel tempo, così come è sempre stato ed è così che anche questo strumento di condivisone video, si rivela un ottimo filtro per il successo. L’EFFIMERA FAME DEI FAMOSI DEL WEB Just Move Giugno.indd 5 24/06/14 16:52
  • 6. 6 INTERCULTURA Chiara Cauletti Alessandro Cipolloni, classe 1997, frequenta il terzo anno del Liceo Scientifico Carlo Jucci. Il 7 febbraio scorso gli arriva una lettera e con molta sorpresa sco- pre di aver vinto la borsa di studio di Afs Intercultura e che ad agosto partirà per gli Stati Uniti intraprenden- do quell’esperienza che gli sconvolgerà la vita. CHE EMOZIONE HAI PROVATO DOPOAVERVINTOLABORSADI STUDIO DI AFS INTERCULTURA? Molto forte, diciamo che quando ho preso quella busta non sapevo neanche quello che dovevo fare, l’ho guardata due minuti e a pri- mo impatto sono rimasto pietrificato. Poi sono entrato dentro casa e l’emozione è uscita tutta. TE L’ASPETTAVI? No, perché ho fatto questo concorso tanto per provare, anche se avevo voglia di fare questa esperienza; sinceramente secondo me c’erano persone che avevano provato anche l’anno prima e quindi ero un po’ intimorito dal fatto che avrebbero avuto una maggiore possibilità di vincere avendolo provato più volte. IN CHE CONSISTEVANO I TEST PER RIENTRARE ALLE SE- LEZIONI? Abbiamo fatto un test d’inglese, un test psicolo- gico, come ad esempio il disegno dell’albero: se lo disegni sopra indica il futuro, al centro l’e- gocentrismo, e in basso, il legame troppo stret- to con la famiglia; un colloquio dove mi fanno domande come queste, ed infine ho dovuto compilare una marea di cose. Ci sono state le selezioni e contemporaneamente continuavo a compilare fascicoli, poi hanno scelto loro. COME MAI HAI SCELTO PROPRIO L’AMERICA? E’ uno Stato che ha una cultura molto simile alla nostra, che però allo stesso tempo si incon- tra con molte altre culture e poi perché come ho già detto, ho sempre amato questa nazione, amo l’inglese e avrei sempre voluto intrapren- dere un’esperienza del genere. PER QUANTO TEMPO RESTERAI LÌ? Parto ad agosto e torno a giugno, ma la data ancora non è stata definita. CHE COSA TI ASPETTI DA QUESTA ESPERIENZA? Molto. Conoscere la lingua inglese è il mio obiettivo primario. Voglio conoscere nuove culture, stare a contatto con gente diversa da me, comunque sapere come la pensano altre persone è secondo me una cosa fondamenta- le. E’ anche una bella esperienza di vita che ti permette di affrontare al meglio gli step futuri. CHI TI MANCHERÀ DI PIÙ? A parte i miei genitori, qualche amico, quelli più stretti soprattutto, però alla fine mi manche- rà proprio tutto l’ambiente, Rieti, vivere in que- sta città, la mia routine. Cambiare una vita per 10 mesi per poi intraprendere quella che hai cominciato per sedici anni è abbastanza tosto. COSA TI SPAVENTA DI PIÙ? Mi spaventa il ritorno, perché dovrò studiare tantissimo. HAI MAI PENSATO DI MOLLARE? No, perché sono fin troppo orgoglioso e non avrei mai mollato, anche se avessi capito che non ce l’avrei fatta. COME VIVI L’ATTESA DELLA PARTENZA? Cerco di prepararmi al meglio per vivere quest’esperienza. La cosa fondamentale è si- curamente partire senza pregiudizi, cioè non pretendo da questa esperienza determinate cose in quanto potrei rimanere deluso. Quan- do saprò la data ovviamente sarà tutto diverso, ma ora come ora mi godo tutte le cose a pieno. CHE COSA NE PENSANO I TUOI GENITORI? A livello formativo pensano che comunque sia un’ottima esperienza, che però come può ave- re dei pro, può avere molti contro. Loro cerca- no comunque di darmi tutti i consigli possibili per affrontarla al meglio sperando che vada tutto bene. E I COMPAGNI DI SCUOLA? Sono tutti felici che io parta, anche se un po’ dispiaciuti per la lontananza. I PROFESSORI? La maggior parte di loro pensa che non dovrei partire, per quanto riguarda il piano di studi in quanto il quarto anno è molto difficile. Comun- que sia, anche loro sono felici perché è una bellissima esperienza. QUANTO È PRESENTE AFS INTERCULTURA? E’ molto presente perché nelle prime settimane stai a contatto quasi sempre con loro, in ogni problema devi subito cercarli, fargli presenti ogni cosa e poi loro decideranno che cosa fare di questa tua esperienza. Comunque ci sono sempre dei volontari nella tua città che in ogni momento sono al tuo servizio. COME TI IMMAGINI LA VITA LÌ? Mi aspetto una vita non molto diversa dalla no- stra, perché da quello che mi hanno spiegato la vita li è scuola-sport-casa, però anche qui in Italia non è che ci allontaniamo molto. VADO IN AMERICA Il nove maggio 2014, è ricorso il terzo anniver- sario della “Festa dell’Europa”, giorno creato in ricordo della proposta del piano di coope- razione economica, portato avanti da Jean Monnet. In onore di questa festa si è tenuto al Liceo Scientifico Democrito di CasalPalocco, un convegno organizzato da Paola Bisegna, preside dell’istituto: convegno che aveva come scopo quello di presentare il nuovo progetto “Promos(si) Lazio”, ovvero una rete di scuole che lavorano per promuovere esperienze di scambio interculturale degli studenti, sostenuto dall’associazione di volontariato Intercultura. Tra queste scuole vi sono stati anche istituti reatini, quali: “liceo Scientifico Carlo Jucci”, “Istituto Celestino Rosatelli”, “Istituto Ugo Cian- carelli Geometri”, “Istituto Agrario” e “Liceo Classico Rocci” di Passo Corese. Ogni scuola ha scelto un interlocutore che ha partecipato al dibattito con gli altri “ambasciatori” delle altre scuole, durante il convegno. Dallo Jucci hanno partecipato: Marika Gianni, Camilla Esposito, Francesco Ceccani, Irene Angelini, Martina Ventura, Marco Conti, Jacopo Paris, Benedetta Poles, Simone Ortenzi, Daniele Bolletta, Luca Marella e Orkar Cwerwinski. La giornata è stata aperta da Bisegna, con un discorso che spiegava ciò che sarebbe avvenuto durante il convegno, seguito poi dall’”Inno alla Gioia”, l’inno Europeo. Nella prima parte del conve- gno è intervenuto anche il segretario generale Roberto Ruffino. Ogni interlocutore esponeva l’importanza dello stimolo, all’interno dei gio- vani, del sentimento europeo e dell’importan- za, quindi, del progetto Intercultura. Qui sono stati presentati gli studenti stranieri che sono in Italia con il progetto Intercultura, gli studenti italiani che partiranno il prossimo anno e quel- li che sono partiti lo scorso anno. Ognuno di loro ha raccontato la propria storia e la loro integrazione e come questa esperienza sia sta- ta loro utile per aprirsi ed entrare a contatto con nuove culture ed abolire così pregiudizi di ogni genere. In seguito la preside dell’Istituto Tecnico Economico Commerciale, ha esposto il nuovo progetto “Promos(si) Lazio”. Nella seconda parte, invece, gli ambasciatori delle varie scuole hanno partecipato ad una “tavola rotonda”, tenuta dalla prof. Enrica Rinalduzzi, Presidente del Centro Intercultura di Rieti. La “tavola rotonda” consisteva in un dibattito che vedeva come temi della discussione la “città ideale” e il “cittadino europeo”. Il cittadino europeo sceglie una posizione valoriale o un comportamento, nella consapevolezza che ne esistono altri, ugualmente appropriati, ma non per lui in questa situazione. L’integrazione oggi significa essere più tolleranti rispetto alle altre culture: solo così, finalmente, un giorno avremo un vero e consapevole Cittadino Europeo. Non più utopia ma una realtà concreta. FESTA DELL’EUROPA: PROGETTO INTERCULTURA Marika Gianni, Camilla Esposito, Francesco Ceccani Just Move Giugno.indd 6 24/06/14 16:52
  • 7. 7 MONTENERO T urista, se il tuo obiettivo è immer- gerti in un posto ricco di intellettuali e tradizioni, boschi idilliaci, corsi d’acqua che scorrono impetuosi sen- za mai seccare, con un castello da fare invidia ai più belli d’italia, montenero è quello giusto. Il nome, assai inusuale, sembra essere di motivazione ambientale, essendo co- struito in una foresta di lecci, scuri per natura, anche se alcuni studiosi, apportando tesi poco sostenibili hanno ipotiz- zato che l’appellativo sia nato in relazione all’ardesia, una pietra “nera” che ricopriva i tetti, o forse alla pietra focaia. Quest’ultima te- oria risulta inattendibile a livello temporale, in quanto la pietra focaia iniziò a circolare solo nel 1700 mentre la scrit- ta mons nigris compare già nel 1085, quando, durante la seconda on- data delle invasioni, con l’incastellamento, il castrum, cioè l’abitato fortificato venne fatto erigere dall’abbazia di farfa per motivi di con- trollo territoriale. L’insediamento umano si ebbe, però, soltanto nel 1250 circa, quan- do napoleone orsini comprò il castrum per mille fiorini d’oro da una tale giovanna de rodulfis, nobildonna abruzzese. La forma allungata da treno immobile, che si scorge dalla strada poco prima di entrarvi, si è sviluppata nel corso dei secoli per motivi logistici. Infatti le mura di fortificazione occupavano tutto il colle ed era pertanto impossibile costruirvi abitazioni su di un piano scosceso. Inoltre tale disposizione longitudinale con la chiesa in fondo e il ca- stello in alto, risultava un’ottima arma di di- fesa. Al sopraggiungere del nemico, c’era solo una cosa da fare: chiudere l’unico e principale accesso. Questa è sicuramente una delle caratteristiche che più lo contrad- distingue dai vicini paesi circostanti, oltre alla pianta a goccia del mastio centrale, al fatto che il castello è proprietà comuna- le e non privata, che l’abitato ha mante- nuto una sua integrità e che in rapporto al numero di abitanti, contiene il più alto numero di laureati. La chiesa, locomotiva del treno roccioso, prima della revisione del 1700 che le ha dato un’impronta for- temente neoclassica, era costituita da un’u- nica navata romanica. Molti sono i quadri che la ornano, uno dei quali “la madonna del rosario”, sembra appartenere ad un fa- moso pittore del ‘600: manenti. Presentava inoltre un cimitero annesso, oggi divenuto luogo di relax e ristoro al torrido caldo esti- vo e una cripta non visibile. Essa è dedi- cata al patrono del paesello san cataldo, i cui festeggiamenti estivi richiamano molti montenerini “espatriati” nel corso degli anni ’50 e’60 verso le città del nord e più tardi nella capitale. Quelli che attualmente vi risiedono abitualmente sono pochi, circa 300 (anche se negli ultimi anni si è nota- ta una leggera crescita demografica) ma di certo non si può dire che il paese non sia vivo culturalmente. Molte sono le asso- ciazioni a montenero. Il montenerino tipo, ospitale fino all’autolesionismo, ama orga- nizzare manifestazioni per il suo piccolo gioiellino ma solo se contornato da perso- ne super fidate, per cui preferisce seziona- re le risorse umane piuttosto che sfrut- tarle in cattiva col- lettività. Ma è cre- ativo, tanto che le manifestazioni che inventa vengono im- mediatamente ripre- se dai paesi limitrofi e allora si infervora perché il suo spirito campanilistico non tollera l’imitazione. Ama le feste coman- date, adornate da vino e musica dove può ballare fino a notte fonda e ride- re con gli amici di sempre, ma anche con quelli appena conosciuti purché buon intenditori di nettare di uva e capaci di risate a crepapelle. Purtrop- po, però, non è in grado di sfruttare al massimo le risorse eccezionali che il territorio gli offre. Mon- tenero offrirebbe lavoro ai suoi figli. È un punto di partenza, un luogo di ritrovo da cui partire per visitare l’intera sabina. Ci vuole poco per conoscerlo, ma il castello incantato, i borghi periferici contenenti siti archeologici, la chiesa, il percorso natura- listico del rio montenero, i “carracci” (ovve- ro le convergenze tra le varie montagne), le grotte naturali, l’ospitalità della piazza sempre occupata, i maccheroni a fezze, le ciambelle all’anice, l’esigua gioventù super attiva, le tradizioni, le processioni sentitissime anche dai meno cattolici, il pisciarello festante, s’insediano nel cuore. Non resta che scegliere il periodo. Se ami la quiete e la tranquillità vieni in inverno; se invece preferisci l’incontro di culture, la gioia festante, le notti insonni, l’agosto MONTENERO LA FRECCIA VERDE DEI LAUREATI Elvisa Rossetti Just Move Giugno.indd 7 24/06/14 16:52
  • 8. Sofia Galgani Non abbandoniamo i nostri amici animali ABBANDONO NON TI VOGLIO PIÙ In italia l’abbandono è vietato i sensi dell’art. 727 Del co- dice penale, che al primo comma recita: “chiunque ab- bandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 A 10.000 Euro.”. A dispetto della legge approntata dallo stato, l’esecrabile fenomeno degli abbandoni non accenna a diminuire, e per questo l’enpa ha deciso di attivare l’800.137.079, In modo che i cittadini possano segnalare gli animali in strada prima che possa loro capitare qualche incidente. Sono più di sessantamila gli animali che ogni anno vengono abbandonati e circa il 40 per cento di essi in seguito alle vacanze estive. La maggior parte degli animali vittime di abbandono sono i cani, animali do- mestici più comuni nelle case italiane, soprattutto cuc- cioli, anziani o di grande taglia. Avvilente e disumano, oltre che incivile, è il caso in cui l’abbandono non nasce da una necessità, ma solo dalla scomodità di prendersi cura dell’animale o di scegliere vacanze adeguate a loro. Così ad un certo punto il padrone smette di esse- re amorevole per trasformarsi in un individuo meschino che improvvisamente fa scendere dall’auto il proprio cane, magari in un posto di campagna, e scappa velo- cemente senza guardarsi indietro. Sappiamo tutti quali saranno le loro sorti, appena la nostra macchina svolte- rà l’angolo. Indifesi, impauriti, traditi da quella persona che credevano essere fidata, si ritroveranno a vagare in cerca di un rifugio sicuro, per potersi sentire di nuovo a casa. E’ un’azione crudele che può essere compiuta solo da persone crudeli, senza cuore. Ci vuole coraggio e sangue freddo per lasciare in strada un essere vivente che ha vissuto nella tua stessa casa, facendo parte della tua famiglia, anche se per poco tempo. I cani si dice che siano i migliori amici dell’uomo, si affezionano subito al loro padrone e non lo tradirebbero mai, per nessuna ragione al mondo. Allora perché farlo noi? Perché com- portarci da veri animali? Perché abbandonarli? Se per caso avete un cane, siete arrivati al limite e state per pronunciare la fatidica frase, “non lo voglio più”, fermatevi un attimo e pensate, pensate e ancora pensa- te, non è un giocattolo, non è un divertimento, non è un passatempo. “Un cane non se ne fa niente di macchine costose, case grandi o vestiti firmati. Un bastone marcio per lui è sufficiente. A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido. Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo.” 8 Just Move Giugno.indd 8 24/06/14 16:52
  • 9. 9 Nome: Simone Cognome: Petrangeli Età: 38 anni CHE STUDI HA FATTO? Ho fatto il liceo classico, poi l’università a Roma e mi sono laureato in Giurispru- denza. AVREBBE MAI IMMAGINATO CHE UN GIORNO SAREBBE DIVENTATO SINDACO DI RI- ETI? Sinceramente no. DEFINISCA IL SINDACO PETRANGELI IN TRE PAROLE. n tanta voglia di fare per questa città, impegnato a migliorarla in un momento così difficile e a ricostruire un senso di comunità nella prospettiva di condividere con i cittadini la responsabilità di amministrare. QUALE ERA IL SUO SOGNO AI TEMPI DEL LICEO? Era quello di fare il possibile per cambiare Rieti, e più in generale i luoghi dove sono vissuto. Condividevo questa aspirazione con tanti altri ragazzi della mia età. E’ stato allora che ho iniziato il mio impegno politico, sono stati dei momenti bellissimi. HA RAGGIUNTO IL SUO SOGNO COME VOLEVA O È DOVUTO SCENDERE A COMPRO- MESSI? Questa è una bella domanda. Secondo me, la cosa importante è che ci sia un sogno, non che si realizzi. Inseguirlo permette di vivere con entusiasmo. E’ bello essere guidati da una forte aspirazione nella vita. Dunque, posso dire di non averlo realizzato perché spero che ce ne sia sempre un altro dietro l’angolo. IL SUO SOGNO OGGI? E’ rimasto quello di allora. Vorrei migliorare questa città e soprattutto condividere quest’esperienza così difficile ed entusiasmante con tutti i cittadini. Fare in modo, quindi, che l’amministrazione diventi pubblica per quanto possibile. QUALI OPPORTUNITÀ CONCRETE OFFRE OGGI RIETI PER REALIZZARE I SOGNI? Rieti purtroppo vive una situazione difficile, uguale a quella del Paese e forse dell’Europa intera. Probabilmente questo è il momento più ostico nella storia dell’I- talia dal dopoguerra. Fino ad oggi, i figli sono sempre stati meglio dei genitori grazie all’avvenuto progressivo miglioramento delle condizioni di vita: i figli era- no un sostegno per i genitori. Invece la mia generazione e ancor di più la vostra, si troverà a vivere peggio di loro. Sono preoccupato per le mie figlie poiché sono convinto che non potrò fare per loro quello che i miei genitori hanno fatto per me. Dobbiamo fare i conti con la crisi ed essere consapevoli che cosa necessaria è cambiare gli stili di vita. Rieti certo vive delle difficoltà endemiche, molto con- seguenza dell’isolamento. Appare, infatti, proprio come un’isola: è una valle circondata da montagne. Dobbiamo evitare che ci sia l’allontanamento dei gio- vani dalla città che invece per studiare sono spesso costretti ad andarsene. Ecco, l’obbiettivo è proprio questo: fare in modo che tutti i nostri ragazzi tornino a farsi una vita qui. Il futuro di Rieti è collegato al loro futuro. Se non riusciamo a vincere questa sfida, tra vent’anni rischia di essere una città per anziani. Ovvio è che il tema cruciale di questo momento è il lavoro. Tutti, soprattutto ai livelli più alti devono impegnarsi a trovare delle soluzioni che diminuiscano la disoccupazione e fare in modo, quindi, che i giovani pensino il loro futuro qui. IL SOGNO DI UNA RIETI PIÙ PRODUTTIVA E APERTA MENTALMENTE, SI REALIZZERÀ UN GIORNO? E’ molto legato alla situazione economica locale ma anche all’apertura mentale. Questa città ha avuto uno sviluppo importante dal punto di vista sociale e culturale che le ha permesso di entrare in contatto con tante personalità non indigene. L’e- conomia muove le persone: quando c’è un tessuto economico vivo, molte perso- nalità interagiscono quindi aumenta la possibilità di scambio. In questo modo eviti l’isolamento e apri mentalmente la città. Dobbiamo essere un po’ più coraggiosi. LEI HA DUE FIGLIE, COSA CONSIGLIA LORO? Adesso di crescere, andare a scuola, studiare perché l’accrescimento personale è un’arma eccezionale. “Studio” non significa pren- dere voti alti a scuola ma essere curiosi di conoscere. Studiare significa anche svi- luppare un senso critico e di conseguenza riuscire ad analizzare ciò che accade nella società. HA MAI PENSATO DI RASSE- GNARE LE DIMISSIONI? A volte sopraggiunge la mia esasperazione. E’ un momento molto difficile per avere incarichi pubblici. Ma vale la pena provarci fino in fondo. Se si agisce con coscienza non si potrà dire di non aver dato il mas- simo. SI RITIENE IL SINDACO DEL CAMBIAMENTO? Penso di si. Lo vedremo alla fine del mandato. Sono comunque convinto di esser- lo, soprattutto visto che credo di aver messo in crisi alcune dinamiche cittadine che hanno reso questa città ferma per troppi anni. LEI È AL PRIMO MANDATO, QUALI DIFFICOLTÀ HA INCONTRATO? Innanzitutto difficoltà finanziarie perché abbiamo ereditato una situazione vera- mente complessa, e poi difficoltà organizzative. La macchina burocratica era una macchina che funzionava malissimo, o meglio non funzionava quasi per niente. Abbiamo dovuto rimetterla in corsa. NON CREDE CHE CIÒ CHE I RAGAZZI OGGI SOGNANO SIANO DEI DIRITTI CHE IN TEO- RIA GLI APPARTERREBBERO? Penso di si. Credo che il sogno dei ragazzi sia quello di avere un futuro ed è assolutamente giusto che essi possano esaudire almeno in parte i loro desideri, proprio come hanno fatto i loro genitori. Il futuro è un diritto anche in un momento in cui la precarietà si presenta come una questione esistenziale. Il lavoro, poi, è il tema centrale di quest’epoca, lavoro che sta alla base di una buona società. Rimetterlo al centro deve essere un impegno assillante per tutti soprattutto di chi detiene poteri alti. Se non si parte dai diritti di cittadinanza, difficilmente si potrà costruire una società migliore, anzi rischieremo di aumentare le insicurezze e i conflitti. QUALE SARÀ IL NOSTRO FUTURO A RIETI? Questa è una città che ha tante potenzialità che però è ferma da tanti anni. Dobbiamo cercare di far diventare più intraprendenti i reatini. Un altro nostro limite è infatti questo: manca l’intraprendenza, la voglia di fare, manca un po’ di coraggio. Il futuro dei giovani a Rieti, credo sia innanzitutto quello di formarsi dal punto di vista intellettuale e sono contento che anche se con fatica riusciamo a tenere in piedi questa esperienza dell’università. Ci sono circa mille e settecento iscritti di cui un migliaio di Rieti. L’università è un’occasione importante per i ragaz- zi. Bisogna valorizzare le idee che hanno e il talento che ognuno può esprimere. Il patrimonio naturale e l’ambiente sono le prime cose sulle quali puntare per lo sviluppo della nostra terra e coinvolgerli in quest’avventura. CI SONO PERSONE CHE SI SPOSTANO PER IL SOGNO DI UNA VITA MIGLIORE. COSA PENSA DEL TEMA DELL’IMMIGRAZIONE? Non si può essere favorevoli o sfavorevoli. L’immigrazione è un fenomeno sociale che ha dato origine all’umanità, il mondo si è formato grazie alle immigrazioni, nessuno può bloccarle. Il punto sta nel come governare questi flussi migratori e come accogliere coloro che si spostano. Rieti vive parte dei suoi problemi a causa dell’isolamento. Dico questo a sostegno del fatto che le migrazioni migliorano le condizioni di vita. E’ evidente che questo momento di profonda crisi provoca anche tensioni sociali, fenomeni di razzismo e xenofobia. Bisogna fare in modo che tutti abbiano gli stessi diritti: questa è l’unica garanzia per impedire che ci sia sfruttamento, lavoro minorile. UNA DEFINIZIONE DI SOGNO E’ ciò che ti permette di guardare avanti, è qualcosa che ti arde dentro. E’ uno stimolo che ti anima durante la vita. costruire una società migliore, anzi rischieremo di aumentare le insicurezze e i QualesaràilnostrofuturoaRieti? Questa è una città che ha tante potenzialità, ma è ferma da tanti anni. Dobbiamo cercare di far diventare piùintraprendenti i reatini.Un altronostro limiteè infatti questo: manca l’intraprendenza, la voglia di fare, manca un pò di coraggio. Il fu- turodeigiovaniaRiet,credosiainnanzituttoquellodiformarsidalpuntodivista intellettuale e sono contento che, anche se con fatica riusciamo a tenere in piedi questa esperienza dell’università. Ci sono circa mille e settecento iscritti, di cui un migliaio di Rieti. L’università è un’occasione. Bisogna valorizzare le idee che hanno i ragazzi e il talento che ognuno può esprimere. Il patrimonio naturale e l’ambiente sono le prime cose sulle quali puntare per lo sviluppo della nostra terraecoinvolgerliinquest’avventura. Quandosipotràricominciareasognare? Innanzituttononsidevesmettere.Bisognacondividereisogniconglialtri.Ipro- blemiindividualisonoproblemicollettivi. Ci sono persone che si spostano per ilsogno di unavitamigliore. Cosa pensadeltemadell’immigrazione? Non si può essere favorevoli o sfavorevoli. La migrazione è un fenomeno socia- le che ha dato origine all’umanità; il mondo si è formato grazie alle migrazioni, accoglierecolorochesispostano.Rietivivepartedeisuoiproblemiacausadell’i- solamento. Dico questo a sostegno del fatto che le migrazioni migliorano le con- dizioni di vita. E’ evidente che questo mome tensionisociali,fenomenidirazzismoexeno abbiano gli stessi diritti: questa è l’unica gara mento, lavoro minorile. Si creano opposizio migrato è più sfruttato ed entra in contrapp Traquaranta-cinquantaanniil50%dell’Euro circolazionedelleideeel’incontroditantecu Sottoquestopuntodivistal’Italiasist L’Italia purtroppo ha una legislazione non c quello che è. Le leggi non sono attuali. Bisog tivaconquelladelrestodell’Europa,consape paeseditransitomigratorio. Unadefinizionedisogno. E’ ciò che ti permette di guardare avanti, è stimolochetianimadurantelavita. INTERVISTA AL SINDACO DI RIETI Just Move Giugno.indd 9 24/06/14 16:52
  • 10. 10 L’ etica è la ricerca di ciò che è bene per l’uomo, in questo la scelta dell’essere ve- getariani o vegani, è etica. L’essere vegetariani o vegani è una con- dizione che spesso viene criticata dalla società ignorante, nel senso che ignora molti aspetti di questo stile di vita e di alimentazione. È solito reputare sbagliata questa scelta etica, senza informarsi e senza essere coscienti di ciò che si ha nel piatto e soprattutto di ciò che ha comportato il mangiare animali e i loro deriva- ti.  Per iniziare è opportuno fare una distinzio- ne tra vegetariani e vegani: i primi scelgono di mangiare essenzialmente vegetali, ammettendo nella propria alimentazione cibi di derivazione animale come latte e uova. Al contrario, i se- condi, escludono qualsiasi cibo di derivazione animale, mangiando soltanto vegetali.   Tutti sono convinti che senza carne non si possano assimilare i nutrienti fondamentali. E come assi- milarli senza di essa? Basti pensare che soltanto nei legumi possiamo trovare: zinco, ferro, vita- mina B6. Ciò che molti onnivori contestano ai vegetariani o vegani è la mancanza della vita- mina B12. Molti non sanno che questa vitamina non è prodotta né dalle piante né dagli animali, ma esclusivamente da microorganismi (batteri, funghi, alghe) che si trovano nella terra. Gli animali possono assumere la B12 solo nutren- dosi di vegetali e acqua contaminati da questi microrganismi. Ciò secondo voi può accadere negli allevamenti intensivi? Oltre agli antibiotici e alle pasticche di vario genere che vengono loro somministrate, vi è la famosa vitamina B12. Camilla ManciniIO MANGIO VEGETARIANO IO MANGIO VEGETARIANO Che senso ha nutrirsi di un animale (con tutto ciò che comporta) per pren- dere da lui questa vitamina che a sua volta ha preso tramite una pasticca? Nessuno. Negli attuali allevamenti intensivi, miliardi di animali destinati al macello sono costretti a vivere in- catenati o chiusi in gabbie sovraffol- late, incompatibili con le loro esigen- ze fisiologiche, privati della minima libertà di movimento, impediti nella pratica di istinti affettivi e sessuali, mutilati, sottoposti a costanti terapie antibiotiche ed ormonali (sia per prevenire l’esplosione di epidemie che per velocizzare la loro crescita), ad un’illuminazione ininterrotta che impedisce loro di dormire, nutriti con alimenti inadeguati, chimici e innaturali, costretti a respirare un’a- ria satura, oltre che dell’odore dei loro escrementi, anche di anidride carbonica, idrogeno solforato, vapori ammoniacali, polveri varie e povera d’ossigeno. Gli animali sfruttati in questo modo, oltre a manifestare gravi pato- logie organiche e psicologi- che (galline che si uccidono beccandosi fra loro, canni- balismo della madre verso i piccoli fra i conigli, suini che si divorano la coda), subiscono menomazioni e manipolazioni genetiche. Si tenta a volte di arginare la loro aggressività, ad esem- pio tagliando il becco ai pulcini appena nati, metten- do dei “giocattoli” all’inter- no dei box, come vecchi co- pertoni, sui quali gli animali si possono sfogare, così, an- ziché rimuovere la causa di stress si “cura” solo il sinto- mo, l’aggressività. Le peco- re sono, per ora, le uniche a vivere per lo più all’aperto, ma sono tosate in maniera brutale e sono costrette a sopportare i rigori dell’in- verno senza la protezione naturale del loro mantello. Vengono maneggiate rude- mente dai tosatori e spesso rimangono ferite durante l’operazione. Nelle razze più pregiate viene procura- ta una ferita circolare attorno all’ano, in modo che con la cicatrizzazione si crei una zona che separa la lana dall’ano, e la lana non si sporchi. Gli agnellini maschi sono uccisi a poche setti- mane di vita, specialmente in occasione delle festività pasquali. Inoltre, le pecore sono costret- te a partorire continuamente e non appena sono meno “produttive” vengono macellate. L’Italia è uno dei pochi paesi al mondo che consuma car- ne di cavallo. I cavalli arrivano dai paesi dell’Est dopo una vita di duro lavoro, con viaggi este- nuanti in condizioni infernali, per venire infine ammazzati nei nostri macelli. Perché mangiare allora animali? Un’altra risposta che va conside- rata è quella che viene data dalla dottoressa Lu- ciana Baroni, presidente di Ssnv - Società Scien- tifica di Nutrizione Vegetariana: «l’uomo nasce come frugivoro e per motivi di sopravvivenza ha dovuto introdurre in alcune epoche preistoriche la carne nella sua dieta. Conserva tuttavia an- cora gli adattamenti di un essere principalmen- te adatto al consumo di cibi vegetali: intestino più lungo di un carnivoro, assenza di canini e artigli, denti e forma dell’arcata dentaria adatti all’assunzione e masticazione di chicchi, frutta e foglie. Anche la necessità di ricavare la vitamina C dai cibi, a differenza dei carnivori che sono in grado di sintetizzarla autonomamente, supporta la concezione che l’uomo ha sempre consumato cibi ricchi di questa vitamina, cioè i cibi vegeta- li.» Il mangiare carne non procura solo del male a noi stessi e agli animali, ma anche al nostro pianeta. Con la nostra richiesta di carne, mol- ta acqua viene destinata agli allevamenti. Per produrre un chilogrammo di carne vengono im- piegati 15.000 litri di acqua. Mentre per un chi- logrammo di cereali vengono utilizzati mille litri di acqua.  Se poi si pensa che con una bistecca si nutre una sola persona, che con un chilo di cereali si nutrono dieci persone e che per alleva- re un vitello occorrono 1.200 kg di cereali, non vi rendete conto dell’assurdità? Ma non basta, vi è anche l’emissione di CO2 e la distruzione della Foresta amazzonica. Una delle cause prin- cipali di emissione dei Gas Serra sono proprio gli allevamenti intensivi: 400 milioni di bovini allevati nei cinque continenti produce 500 litri di metano. Inoltre ogni anno, solo gli Stati Uniti con un consumo di 100 kg di carne distruggo- no una parte della Foresta amazzonica grande come l’Austria. E’ ancora così giusto mangiare animali? Just Move Giugno.indd 10 24/06/14 16:52
  • 11. 11 Sofia GalganiSOTTO L’OMBRELLONE SEBASTIANO BIANCHETTI, CLAS- SE 1996, RAPPRESENTERÀ L’ITA- LIA AI MONDIALI U20 DI ATLETI- CA LEGGERA IN PROGRAMMA NEGLI STATI UNITI DAL 21 AL 27 LUGLIO PROSSIMO. NELLO SCORSO GENNAIO, INFATTI, IL PESISTA DELLA STUDENTESCA CARIRI, HA SCAGLIATO L’ATTREZ- ZO DA SEI KG A 18,70, 40 CM OLTRE LO STANDARD DI PARTE- CIPAZIONE PER LA RASSEGNA INTERNAZIONALE DI EUGENE. IL PLURIPRIMATISTA ITALIANO NELLA CATEGORIA ALLIEVI, VESTIRÀ LA MAGLIA AZZURRA PER LA QUAR- TA VOLTA DOPO I MONDIALI U18 DI DONETSK, LE GYMNASIADI IN BRASILE ED IL TRIANGOLARE ITA- LIA-FRANCIA-GERMANIA AD HAL- LE, DOVE, A MARZO, CON UNA BORDATA DA 19,20 M, NON SOLO HA MIGLIORATO IL SUO PRIMATO PERSONALE DI MEZZO METRO MA HA SIGLATO ANCHE UN OTTIMO TERZO POSTO. GIÀ CAMPIONE ITALIANO DA CADET- TO, DA ALLIEVO (ANCHE NEL LANCIO DEL DISCO) E DA JU- NIOR, VANTA BEN DUE MPI (MI- GLIOR PRESTAZIONE ITALIANA): 20,38 COL PESO DA CINQUE KG E 17,00 CON QUELLO DA SETTE KG, REALIZZATO A RIETI, PRO- PRIO NELLA PEDANA DI CASA DOVE SI ALLENA TUTTI GIORNI CON PASSIONE E SENTIMENTO. «MI SENTO BENE - COMMENTA SEBASTIANO BIANCHETTI - HO LAVORATO DURO PER ARRIVARE FINO QUI ED HO ANCORA MOL- TO DA DIMOSTRARE. SPERO DI ANDARE OLTRE I 20 METRI COSÌ DA ASSICURARMI UN POSTO TRA I PRIMI OTTO». IL GIGANTE BUONO SCENDERÀ IN CAMPO GIOVEDÌ 24 LUGLIO ALLE 10.15 (20.15 ORA ITALIANA) E SI PRE- SENTERÀ IN PEDANA CON UN PERSONALE CHE FA BEN SPE- RARE VISTO CHE AGLI SCORSI MONDIALI U20 DI BARCELLONA CHE VIDERO LAUREARSI CAM- PIONE JACKO GILL, BASTARONO 19,15 PER ENTRARE IN FINALE. MEGLIO NON FARE PRONOSTI- CI: INCROCIAMO LE DITA. FOR- ZA SEBA, RIETI E L’ITALIA FANNO IL TIFO PER TE. SEBASTIANO BIANCHETTI TALENTO DI CASA L’estate si avvicina. Prossimo appuntamento? Tutti in spiaggia. Un altro anno è passato e la tanta desidera- ta estate è dietro alle porte. Come al solito le spiagge saranno super affollate di persone di tutte le età e di tutti i generi. Ciò che ci incuriosisce però, sta nel fatto che molti di loro camminano per le città con fare apparentemente normale, tanto da passare inosservati, ma quando met- tono piede sulla sabbia è come se si lasciassero andare. C’è il previdente, quello che si porta tutto da casa, mon- tagne di riviste da leggere, borsa frigo, sdraio, materassi- ni, ombrellone e borsoni pieni di giochi vari; quello dello slip bianco, muscolo, oliato e preferibilmente tatuato; la bruciata dal sole, super abbronzata e di età indefinibile; l’atleta, che nonostante i 45°C segnati dal termometro, si ostina ad allenarsi interrottamente; il cellulare dipendente, da in piedi, da steso, perfino quando entra in acqua, il te- lefonino è parte della sua figura, non se ne separa mai; il costruttore di castelli, super concentrato, la sua più grande preoccupazione sono le onde alte che potrebbero spaz- SOTTO L’OMBRELLONE, DI TUTTO, DI PIU’ zare via tutto; il penoso, simile ad un mostro che si aggira sul bagnasciuga. Il suo pelo è come una secon- da maglietta. Le manie e le stranezze di questi vacan- zieri non finiscono qui, con- tinuando a girovagare per gli ombrelloni se ne trovano sempre altri; c’è infatti il po- lemizzatore, che si lamenta sempre di tutto e tutti; il pa- drone del cane dispettoso; il guardone senza vergo- gna, che fa lunghe, lunghis- sime passeggiate con un unico fine; il nudista, ma anche la signora solitaria, che con il suo largo cappel- lo e gli occhiali da sole cer- ca di non farsi notare; tro- viamo poi l’incremata, che va in giro completamente ricoperta di protezione per evitare di scottarsi; il russa- tore, non importa dove si stenda, ogni luogo è buono per schiacciare un pisoli- no. Concludiamo questa panoramica con i tipi più indisciplinati, che con i loro giochi d’acqua, i racchetto- ni, ma anche seppellendosi sotto la sabbia, sono sem- pre in movimento. E voi… Siete pronti a rincontrarli? Serena PitottiSABATINO BIANCHETTI Just Move Giugno.indd 11 24/06/14 16:52
  • 12. CURIOSITÀ PER LA TESTA PERCHÉ I NOSTRI CAPELLI POSSONO ES- SERE LISCI O RICCI? DA UNA PARTE IL LORO ASPETTO DIPENDE DAL NOSTRO PATRIMONIO GENETICO, DALL’ALTRA LA CURVATURA DI- PENDE DAI FOLLICOLI: QUANDO UN FOLLICOLO È ASIM- METRICO, I CAPELLI A CUI DA ORIGINE SONO RICCI; QUANDO È SIMMETRICO, SARANNO GENERATI CAPELLI LISCI ATTENZIONE! ESISTONO ALCUNE CIRCOSTANZE CHE POSSONO MUTARE I CAPELLI DA LISCI A RICCI PER LA PRESENZA DI UN RECETTORE CHE CON L’ASSUNZIO- NE DI ALCUNI FARMACI PUÒ ESSERE INIBITO. PERCHÉ I CAPELLI SPORCHI, LAVANDOLI, FANNO MENO SCHIUMA DI QUELLI PULI- TI? LA SCHIUMA È COSTITUITA DAL LEGAME TRA LE PARTI- CELLE CHE COMPONGONO LO SHAMPOO E QUELLE CHE COMPONGONO L’ACQUA. QUANDO I CAPELLI SONO SPORCHI, QUINDI GRASSI, LA MAGGIOR PARTE DELLE PARTICELLE DI SHAMPOO LI LEGANO AL GRASSO E NON ALL’ACQUA, PRODUCENDO QUINDI MENO SCHIUMA. PERCHÉ I CAPELLI DIVENTANO BIANCHI? GLI ELEMENTI PRESENTI NEL PATRIMONIO GENETICO CHE CONFERISCONO IL COLORE AI CAPELLI SONO I PIGMENTI DI MELANINA. CON L’AVANZARE DELL’ETÀ SI DIMINUISCE LA CAPACITÀ DI PRODURRE QUESTI PIG- MENTI DANDO VITA ALLA MESCOLANZA DI CAPELLI CO- LORATI E BIANCHI; IL MUTAMENTO TOTALE DEI CAPELLI IN BIANCHI È DOVUTO ALL’ARRESTO TOTALE DI PRODU- ZIONE DI QUESTI PIGMENTI. PERCHÉ I CAPELLI SI ELETTRIZZANO? SULLA SUPERFICIE DI OGNI OGGETTO NON CONDUT- TORE SI ACCUMULA UNA ELETTRICITÀ STATICA,CHE PUÒ ESSERE POSITIVA O NEGATIVA. QUESTO SUCCEDE ANCHE NEI NOSTRI CAPELLI E QUANDO VENGONO A CONTATTO CON UNA MASSA D’ARIA SECCA, AD ESEMPIO IL VENTO, SI VERIFICA UNA SCAMBIO DISOR- DINATO DI CARICHE. COSÌ LA CHERATINA SUBISCE UN ECCESSIVO ACCUMULO DI CARICHE NEGATIVE, I SIN- GOLI FUSTI SI RESPINGONO A VICENDA GENERANDO DELLE PICCOLISSIME SCARICHE QUANDO SONO PETTI- NATI, FACENDOLI COSÌ ELETTRIZZARE. 12 CURIOSITÀ PER LA TESTA Simona Romagnoli Just Move Giugno.indd 12 24/06/14 16:52
  • 13. 13 CARTA E PELLICOLA FOR NO GOOD REASON REGIA: Charlie Paul GENERE: Biografico, Documentario DURATA: 89 Min ATTORI: Johnny Depp, Ralph Ste- adman Quindici anni. Tanto ci è voluto per comprendere e raccontare in questo film la mente geniale e la vita sperico- lata di Ralph Steadman, illustratore e caricaturista inglese. Ci è concesso il privilegio di assistere al processo completo di realizzazione di un’opera, dalla tela bianca fino al di- pinto finito. GABRIELLE, UN AMORE FUORI DAL CORO REGIA: Louise Archambault GENERE: Drammatico DURATA: 102 Min ATTORI: Gabrielle Marion-Rivard, Alexandre Landry,Robert Charlebois, Vincent-Guillau- me Otis Affetta dalla sindrome di Williams, Gabrielle è una giovane donna animata da una contagiosa gioia di vivere e con uno straordinario dono per la musica. Ha incontrato Martin, il suo ragazzo, al centro ricreativo dove cantano insieme in un coro e da allora sono inseparabili. Alla vigilia di un importante festival musicale, Gabrielle fa di tutto per dar prova di autonomia e guadagnare la propria indipen- STORIA DI UNA LADRA dI LIBRI AUTORE: Markus Zusak TRAMA: Nella Germania del- la Seconda guerra mondiale, quando ogni cosa è in rovi- na, una bambina di nove anni, Liesel, ini- zia la sua carriera di ladra. All’inizio è la fame a spingerla e il suo bottino consiste in qualche mela, ma poi il vero, prezioso oggetto dei suoi furti sono i libri. Perché rubarli significa salvarli e soprattutto salvare se stessa. Liesel infatti sta fuggendo dalle rovine della sua casa e della sua famiglia, accompagnata dal fratellino più picco- lo e diretta al paese vicino a Monaco dove l’a- spetta la famiglia che li ha adottati. Nell’inverno gelido e bianco di neve, il bambino non ce la fa, ed è proprio vicino alla sua tomba che lei trova il primo libro. Il secondo, invece, lo salva dal fuoco di uno dei tanti roghi accesi dai nazisti. Col passare del tempo il numero dei libri cresce e le parole diventano compagne di viaggio, cia- scuna testimone di eventi terribili ai quali la bam- bina sopravvive, protetta da quei suoi immortali, straordinari, amorevoli angeli custodi. L’ARMATA DEI SONNAMBULI AUTORE: Wu Ming TRAMA: Marie è una donna del popolo che alla rivoluzione chiede pane e liber- tà per sé e per suo figlio. Finirà invece per ottenere una vita diversa. Leo è un atto- re immigrato a Parigi dall’Italia sulle orme del grande maestro Goldo- ni, in cerca di fortuna e successo. Scoprirà che la rivoluzione è il palcoscenico più promettente, ma dal quale si può cadere in maniera rovino- sa. D’Amblanc è un medico molto particolare, allievo del grande Mesmer prima della rivolu- zione, ne prosegue le pratiche anche nel tempo rinnovato dal grande cataclisma. Ma l’assioma che lo ha sempre guidato ormai vacilla e questo lo spinge a un’indagine che lo porterà fino al cuore della Francia e dei propri incubi. L’uomo che si fa chiamare Laplace è un paladino votato a una causa. Ha la pazienza del ragno. Sceglie di nascondersi tra i folli per mettere alla prova se stesso e le proprie teorie. Sogna un’armata di sonnambuli. NON DIRMI CHE HAI PAURA AUTORE: Giuseppe Catozzella TRAMA: Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell’irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le don- ne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la por- tano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L’ap- puntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il “fratello di tutta una vita” le cambia l’esistenza per sempre. Ri- manere lì, all’improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l’odissea dei migranti dall’Etiopia al Sudan e, attraverso il Sa- hara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia. Giuseppe Catozzella per mesi è entrato dentro la vita reale di Samia, e l’ha reinventata in una voce dolcissima, scrivendo un romanzo memo- rabile. Da quella voce, da quell’io leggerissimo che ci parla con fermezza e candore, si sciolgo- no la struggente vicenda di un’eroina dei nostri tempi, la sua fiaba, e insieme il suo destino. Chiara Cauletti denza. Determinata a vivere con Martin una storia d’amore che non ha nulla di ordinario, Gabrielle dovrà affrontare molti pregiudizi e i suoi stessi limiti. Just Move Giugno.indd 13 24/06/14 16:52
  • 14. Andy Warhol, dalla collezione di Peter Brant <Credo di essere una delle persone più gelose del mondo. La mia mano destra è gelo- sa se la sinistra dipinge un bel quadro.> Andy Warhol dopo il grande successo di pubblico ottenuto a Milano, Andy Warhol giunge finalmente a Roma. Dal 18 aprile al 28 settembre 2014 al Museo Fondazio- ne Roma, Palazzo Cipolla saranno esposte 150 opere dell’artista statunitense, padre della pop art americana, provenienti dalla The Brant Foundation, che raccontano una storia intensa ed uno scambio cul- turale unico fra il giovane collezionista Peter e l’artista. La mostra racconta tutto il percorso professionale di Warhol, pre- sentandone i capolavori di ogni periodo artistico: il percorso si avvia negli anni Cinquanta, quando Warhol debutta nella commercial art e presto lavora come illu- stratore per riviste prestigiose (da Harper’s Bazar al sofisticato New Yorker) e come disegnatore pubblicitario. È però una coloratissima e precoce Liz del 1963 a introdurre alla sala successiva dove si annunciano le prime Campbell’s Sup e Coke, insieme a Disaster (Warhol coltivò un forte rapporto di attrazione e repulsione per la morte). Ma poiché le Collezioni Brant sono eccezionalmente ricche – di opere pittoriche soprattutto ma anche di importanti disegni – si può dire che non ci sia tema tra quelli trattati da Warhol che non sia rappresentato ai massimi livelli: ci sono i dipinti dei francobolli, come S&H Green Stamps, 1962, fatti con stampini ripetuti e più e più volte sulla carta e, dello stesso anno, i Red Elvis e il grandioso 192 One Dollar Bills; così come ci sono due splen- dide Marilyn, una del 1962 – lei appena morta – e una delle 4 Shot Marilyn del 1964, i dipinti trapassati in fronte dal colpo di pistola sparato in studio da un’amica del fotografo Billy Name. Così pure saranno presenti in mostra altre super icone di Warhol: le Brillo Box e i primi Flowers, 1964, esposte a suo tempo nella prestigiosa galleria di Leo Castelli come se fossero sgargianti carte da parati. E anche i Mao, 1972, con i quali Warhol inaugura una nuova pittura meno neutrale e più gestuale; le Ladies and Gentlemen – la serie dedicata alle Drag Queens di New York - e un gran numero di Skulls, i teschi che dal 1976 in poi si moltiplicano nel suo lavoro che di lì in poi attinge a simboli più universali. Un’intera sala sarà dedicata alle polaroid che formano una sorta di gotha della New York anni ‘60: la fama era del resto un’ossessione di Warhol e non a caso fu lui a coniare la famosa, e terribilmente profetica frase, sempre citata e spesso storpiata “15 minuti di celebrità” a cui in futuro nessuno avrebbe rinunciato. Non poteva RietiFESTEGGIAMENTI IN ONORE DI S. ANTONIO DI PADOVA dal 12 giugno 2014 ore 18:00 al 30 giugno 2014 Rieti PERCORSI DELLA MEMORIA 20 giugno 2014 ore 21:00 Spettacolo itinerante a cura del Teatro Alchemico Un viaggio nei luoghi simbolo della lotta al nazifascismo 13 GIUGNO 1944:LA CITTÀ DI RIETI È LIBERATA 22 giugno 2014 ore 21:00 Chiostro di San Francesco Il ricordo dello storico reatino Antonio Cipolloni nel 70° anni- versario della Liberazione RICCARDO MUSICAL FESTIVAL 18 e 19 luglio 2014 dalle ore 19:00 Contigliano (RI) I SENTIERI DEI PARTIGIANI Luglio e agosto 2014 Camminate con il Cai nei luoghi della Resistenza Verranno rese note le date, gli orari e i luoghi di partenza L’Aquila “IO NON RISCHIO” Campagna informativa nazionale sui rischi naturali che inte- ressano il nostro paese. Si rivolge ai cittadini con l’obiettivo di promuovere un ruolo attivo nel campo della prevenzione 14 e 15 giugno 2014 Piazza Duomo SAGRA DELL’AGLIO ROSSO DI SULMONA dal 12 al 14 luglio 2014 Campo di Fano (AQ) APERTE LE SELEZIONI PER IL LABORATORIO TEATRALE “ODISSEA” Laboratorio teatrale di recitazione workshop intensivo: 20, 21 e 22 giugno 2014 laboratorio: dal 3 al 27 luglio 2014 Evento conclusivo 25, 26 e 27 luglio 2014 Fontana delle 99 Cannelle (AQ) I cantieri dell’immaginario, III edizione 1° RANDO “GRAN SASSO D’ITALIA 27 luglio 2014 Partenza da Fonte Cerreto (AQ) dalle ore 7:00 fino alle ore 8:00 Quota d’iscrizione: 10 € Terni ENSEMBLE ESTATE DI SAN MARTINO 29 giugno 2014 ore 18:00 Parco archeologico di Carsulae Via Carsulae 05029 San Gemini (TR) I CAMERISTI DEL MAGGIO MUSICALE FIORENTINO 29 giugno 2014 ore 19:30 Domenico Pierini dirige i Cameristi e il violino solista Kerson Leong nell’esecuzione di musiche di Vivaldi, Saint Saens, de Sarasate e Bach Parco archeologico di Carsuale Via Carsulae 05029 San Gemini (TR) I BRONZI ETRUSCHI E ROMANI NELLA COLLEZIONE FAINA Fino al 31 agosto 2014 dalle ore 9:30 alle ore 18:00 Museo Claudio Faina Piazza Duomo, 29 05018 Orvieto (TR) mancare un’Oxydation (1978) gigantesca, ottenuta uri- nando su pigmenti metallici (nei suoi “Diari” le chiama Piss) e provocando così una reazione chimica che sfug- ge al controllo e crea nuovi colori. Esposto anche un immenso Camouflage del 1986, stesso anno della serie in cui rese omaggio a Leonardo Da Vinci con Last Sup- per, pure presente in mostra. Un anno dopo, nel 1987, Warhol moriva, dopo essere scampato miracolosamen- te alla nera signora nel 1968 quando una pazza gli aveva sparato al ventre. Andy Warhol non solo è stato il più acuto interprete della società di massa e del consumi- smo, folgorante sociologo dell’America anni ‘60 ma ha saputo trasformare in arte gli idoli dell’immaginario collettivo americano, anticipando l’instaurarsi del pote- re dei mass media. Lui ha trasformato in icone la Coca Cola come Che Guevara, la Campbell’s Soup come Liz Taylor e Marilyn Monroe, il biglietto del dollaro come Jackie Kennedy. La mostra che si aprirà a Roma rende ragione e dimostrazione di tutto ciò. BIGLIETTI Intero: € 15,50 + € 2.00 spese d’agenzia (au- dioguida inclusa) Ridotto: € 13,50 + € 2.00 spese d’agenzia (au- dioguida inclusa) Ridotto bambini : € 5,00 (audioguida inclusa) bambini da 4 a 11 anni non compiuti GIOVEDÌ UNIVERSITARIO:PER GLI STUDENTI CON TESSERINO INGRESSO A 5 EURO (ANZI- CHÈ 15.50) CON AUDIOGUIDA IN OMAGGIO COME ARRIVARE Palazzo Cipolla Via del Corso, 320 ORARIO Lunedì dalle 14.00 alle 20.00 Marte- dì, mercoledì, giovedì, venerdì e domenica dal- le 10.00 alle 20.00 Sabato dalle 10.00 alle 22.00 Aperture straordinarie 2 giugno 10.00 – 20.00 29 giugno 12.00 – 20.00 15 agosto 10.00 – 20.00 Chiara Cauletti 14 EVENTI Just Move Giugno.indd 14 24/06/14 16:52
  • 15. 13 GIUGNO 313 L’imperatore d’Occidente, Costan- tino I promulga l’editto di Milano, noto anche come editto di tolleran- za. Questo accordo poneva fine alle persecuzioni contro i cristiani e concedeva a tutti i cittadini la li- bertà di culto. 5 GIUGNO 1224 Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero, fonda l’università di Napoli, la prima università laica in Europa di tipo statale. 14 GIUGNO 1777 Gli Usa adottano la celebre ban- diera a “stelle e strisce”, un simbo- lo di libertà che è sempre stato al centro della vita americana, con i suoi successi e con i suoi conflitti. I tre colori, bianco, rosso e blu, indicano rispettivamente purezza, forza e giustizia. 4 GIUGNO 1783 Primo volo di una mongolfiera av- venuto grazie agli esperimenti di Joseph-Michel Montgolfier, che co- struì il primo prototipo di mongolfie- ra. Si trattava di un pallone di tela gonfiato da una camera di combu- stione, alimentata con la carta. 26 GIUGNO 1818 Viene brevettata la prima antenata della bicicletta. Il barone Karl Von Drais decide di dedicare il suo tem- po libero alla ricerca di un mezzo di trasporto alternativo ai cavalli che in quel periodo morivano spes- so anche per via dei lunghi periodi di carestia nei raccolti. Dopo una serie di prove disegnò il nuovo mezzo che utilizzò la prima volta nel 1817. Nel brevettarla, il 26 giugno dell’anno dopo, la chiamò “Laufmachine” (macchina da cor- sa), mentre la stampa la ribattezzò “draisine”, in onore del suo inven- tore. Questo mezzo di trasporto aveva il telaio in legno e pesava complessivamente 22 kg, l’aspetto innovativo era l’introduzione del- lo sterzo che consentiva maggior equilibrio e movimento. Manca- vano ancora i pedali, la spinta in avanti veniva data appoggiando i piedi per terra. 19 GIUGNO 1862 Durante la Guerra di secessione (1861-1865) il Congresso degli Stati Uniti approva per la prima volta la messa al bando della schiavitù in tutti gli stati della con- federazione. L’atto conclusivo si ebbe con l’approvazione del XIII emendamento alla Costituzione de- gli Stati Uniti d’America che abolì ufficialmente la schiavitù. 23 GIUGNO 1868 Viene brevettata la prima mac- china per scrivere. Fu il direttore di un giornale di Milwaukee (Wi- sconsin), Christopher Latham Sho- les, a perfezionarla e a farne un prodotto di successo commerciale. Inventata nel 1714 da Henry Mill, la macchina per scrivere non era conosciuta con questo nome e ave- va usi diversi da quello per cui in seguito divenne famosa. L’obiettivo di Sholes era quello di creare una macchina per numerare le pagine di un libro e battere testi in manie- ra più rapida e funzionale. Nac- que così la Typewriting machine, presentava una tastiera simile a quella di un pianoforte con tasti bianchi e neri, fatti rispettivamente di avorio e ebano, disposti in due file. Rendendosi conto della scarsa funzionalità della disposizione in ordine alfabetico delle lettere, per separare le coppie di lettere più utilizzate decise di adottare un di- verso ordine, denominato “qwerty” (dalle prime cinque lettere in fila più in alto). Questo sistema venne successivamente adottato anche per le tastiere dei computer. 19 GIUGNO 1910 Viene istituita la prima festa del papà che non è legata a san Giu- seppe ma a una figura esemplare di padre, veterano della Guerra di secessione americana, che allevò da solo sei figli. Un esempio da ce- lebrare e condividere con gli altri: è ciò che pensò sua figlia, Sonora Smart Dodd nel chiedere alle isti- tuzioni di Spokane (nello Stato di Washington) l’ufficializzazione di un giorno dedicato alla figura del papà. 19 GIUGNO 1912 Negli Stati Uniti viene istituita la giornata lavorativa di otto ore. 10 GIUGNO 1914 Nasce a Roma il Comitato Olim- pico Nazionale Italiano (Coni), ente pubblico che ha la funzione di coordinare l’organizzazione e la diffusione dello sport in Italia, in particolare per i Giochi Olimpici. 10 GIUGNO 1924 Viene rapito Giacomo Matteotti, politico socialista e antifascista. 22 GIUGNO 1927 Sono in vendita i primi jukebox. Si introduceva una moneta, per selezionare un disco tra quelli esposti si girava una manovella. I fonografi a monete, antenati dei jukebox moderni, furono messi in commercio per la prima volta dalla “Ami”, un’azienda già nota per la produzione di pianoforti a gettoni. Le prime versioni di jukebox erano in legno e contenevano 12 dischi a 78 giri. 12 GIUGNO 1942 Anna Frank inizia a scrivere il suo diario che diventa per lei un com- pagno inseparabile cui confidare tutto. E’ attraverso il diario che Anna si rivolge a un’amica imma- ginaria, Kitty, alla quale racconta tutta la sua esperienza prima e dopo la persecuzione nazista. 3 GIUGNO 1944 Poche ore dopo la liberazione di Roma da parte delle truppe anglo- americane, il mondo del lavoro italiano ritrova la sua unità dando vita a una nuova grande alleanza sindacale. Nasce così la Confede- razione Generale Italiano del Lavo- ro (Cgil). 26 GIUGNO 1945 Nasce l’Onu. All’indomani di un feroce conflitto mondiale, la comu- nità internazionale avvertì la neces- sità di dar vita a un organismo che individuasse una risoluzione paci- fica delle controversie tra gli stati, promuovesse il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamenta- li dell’individuo e alimentasse le relazioni amichevoli tra gli stati. Con l’adozione della Carta di San Francisco 51 paesi diedero vita alle Società delle Nazioni Unite. Attualmente è la maggiore organiz- zazione intergovernativa che com- prende 193 membri, la sua sede è a New York. 21 GIUGNO 1948 Nasce il 33 giri. In principio fu il 78 giri, prima evoluzione commer- ciale del disco fonografico inventa- to nel 1894. Circa mezzo secolo più tardi la Columbia Records pre- senta un nuovo formato di disco in vinile che cambia radicalmente il mercato musicale. La dicitura “33 giri” deriva dal fatto che il disco veniva riprodotto a una velocità di 33 giri al minuto. 23 GIUGNO 1960 Le donne americane possono ac- quistare per la prima volta la pil- lola anticoncezionale, un nuovo farmaco chiamato “Enovoid”. La scoperta risaliva a due anni pri- ma grazie agli studi effettuati da tre medici, Garcia, Rock e Pincus, che sperimentarono una pillola che inibiva il processo ormonale all’ori- gine dell’ovulazione. 12 GIUGNO 1967 “Venera” è stata la prima sonda spaziale a entrare nell’atmosfera di un altro pianeta e a registrare dei dati. Lanciata dall’Unione So- vietica, riportò delle informazioni riguardanti il pianeta Venere, rive- landone la composizione in mag- gioranza di anidride carbonica e l’elevata temperatura. 17 GIUGNO 1974 Due militanti dell’Msi, Graziano Giralucci e Giuseppe Mazzola, vengono uccisi dalle Brigate Rosse. 11 GIUGNO 1986 Le tre istituzioni europee, Parlamen- to, Consiglio e Commissione, fir- mano una dichiarazione congiunta contro razzismo e xenofobia. DI TUTTO, DI PIU’ Beatrice Cianetti 15 Just Move Giugno.indd 15 24/06/14 16:52
  • 16. 16 NOVALIA, SUONI LONTANI"Ci sono musiche antichissime di cui si è persa la memoria. Noi, come novelli archeologi, partiamo alla scoperta di queste melodie, le cerchiamo ovun- que ci sia un frammento, una traccia, una caverna da esplorare; le tiriamo fuori dall'oblio nel quale erano ca- dute, ne riscopriamo il fascino mille- nario e le gettiamo nelle braccia del futuro. Per farle rivivere".  (I Novalia) Era il 1° maggio del 1985 quando, in una festa in un casale a Cardito, “Guccio”o“Maestrone”, sono que- sti i soprannomi che lo identificano: il primo, si sa, rimanda al suo cognome, ma il secondo che significato ha? «E’ una vecchia storia - dice Francesco - che risale agli anni in cui insegnavo. C'era un barista che mi chiamava professore. Poi ha saputo che scrivevo canzoni e cantavo, quindi gli è venuto il dubbio se chiamarmi maestro o professore. E da qui è uscito fuori maestrone. Anche per la mia stazza, ovviamente». Autoironico e per niente riservato, Francesco Guccini, ha sempre avuto nei confronti del suo pubblico un atteggiamento confidenziale; infatti è lui stesso a de- finirsi un compagnone. E’ umile davvero: quando riceve visite nella sua casetta a Pàvana non esita a far entrare gli ospiti. Racconto un episodio recente. Circa due mesi fa, in occasione del mio compleanno, alcune mie amiche hanno inviato a Francesco una lettera, chiedendogli di mandarmi gli auguri; ovviamente spedirono anche il mio indirizzo. Loro non sapevano né se la lettera sarebbe arrivata a de- stinazione, né se lui avrebbe risposto. Inaspettatamente ho ricevuto una busta bianca, un biglietto con scritto: «Buon compleanno, Beatrice. Tanti auguri. Francesco Guccini». Avrebbe potuto tranquillamente ignorare la lettera e fre- garsene, invece ha risposto, dimostrando la sua caratte- ristica di uomo, cantautore, scrittore come potremmo dire “alla mano”. In fondo non è da tutti. Questa caratteristica potrebbe essergli derivata dalla sua esperienza. Nato il 14 giugno 1940 a Modena, piccola città odiata e amata, bastardo posto; figlio d’una casalinga e di un impiegato, cresciuto fra saggi ignoranti di montagna, tirato su a ca- stagne e ad erba spagna, Francesco ha vissuto anche a Bologna, una vecchia signora coi fianchi un po’ molli, col seno sul piano padano e il culo sui colli. Sigaretta o penna nella mano destra, simboli frivoli che però lo hanno portato a diventare il Francesco che è adesso, settantaquattrenne, ancora fiero del suo sognare ma che, nostalgico, pensa al suo passato, all’atmosfera svagata e dolce di quando era bambino, all’adolescenza sciocca, età della falsa e stupida innocenza, ai vent’anni quando tutto è ancora intero. Ma a noi piace pensarlo ancora con la vitalità di “mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino” e con l’indigna- zione di quando cantava di “una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia.” FRANCESCO GUCCINI da Stefano Saletti e Raffaello Simeoni, nacquero i Novalia: un mix di rock, trance, dub, world e folk. All’inizio erano in sei: Raffaello Simeoni, Ste- fano Saletti, Fabiana Manielli, Paolo Miatto, Federico Festuccia e Enzo Ren- da e vennero da subito ingaggiati per aprire il concerto dei “Rain Parade” a Rieti. Da lì nulla più li fermò: gira- rono l’Italia, l’Europa e l’Africa. Ad oggi sono diversi i musicisti che hanno abbandonato la formazione originale, tuttavia, dal 1987 hanno inciso ben sette dischi di cui l’ultimo “10… anni in una notte” nel 2000. Dieci tracce che ripercorrono dieci anni di attività, ovviamente dal vivo. Vantano diverse compilation e due importanti riconosci- menti: Premio Recanati per la canzone d'autore con il brano "Rama 'e rosa" e il Premio Fondi per il Teatro per la co- lonna sonora del Decamerone. La mu- sica dei Novalia si discosta dalle altre per l’utilizzo di strumenti provenienti da varie parti del mondo. Immancabili sono ance, corde e tamburi passando per il turco davoul o per l’ancor più sconosciuto tzouras, strumento a corde di origine greca. I due fondatori hanno anche dato vita, nel 1995, all’Associa- zione Griot che si propone di  valoriz- zare il patrimonio popolare e culturale dell'Italia centrale cercando di far av- vicinare i giovani a questa realtà. Serena Pitotti Beatrice Cianetti Just Move Giugno.indd 16 24/06/14 16:52
  • 17. Il 18 e il 19 luglio prossimo Contigliano ospiterà il “Riccar- do Music Festival”, giunto ormai alla terza edizione. Un doppio appuntamento per ricordare attraverso la musica, Riccardo Parlati scomparso troppo presto in un maledetto giorno di marzo di tre anni fa. L’evento, organizzato dal- DAMON ALBARN: EVERYDAY ROBOTS .2014. Damon Albarn, non più Gorillaz, o Blur. Il cantautore finalmente esce allo scoper- to. Niente più pseudonimi. Niente più alter-ego. Il primo album solista di Damon Albarn racconta principalmente se stesso. Le sue ansie e le sue paure. La tracklist è un viaggio nella psiche del cantante che pone se stesso di fronte a se stesso, dalla paura della tecnologia all’angoscia della solitudine, all’ossessione dell’ horror vacui. “Siamo robots tutti i giorni, tentando di essere anime” cita il primo brano, la title track Everyday Robots. é un adulto ormai, che parla di fronte a se stesso e si mette a nudo, parlando apertamente del suo rapporto con la droga (You & Me). L’album nel complesso è solo una ricerca della propria identità. Tracce migliori: -Everyday Robots -Lonely Press Play -You & Me -Heavy Seas of Love la onlus no-profit “Riccardo per sempre”, si svolgerà come l’anno scorso, al Piazzale degli Eroi. La prima serata sarà dedicata interamente alla musica blues mentre la seconda sarà esclusivamente rock. A calcare il palco, saranno grup- pi emergenti di ottimo livello: un’occasione, quindi, per i giovani artisti reatini che potranno così mettersi in mostra davanti a un pubblico che sta crescendo edizione dopo edi- zione. Durante le due giornate, verranno letti alcuni fram- menti del libro “Racconti a mano libera” che sarà possibile acquistare presso lo stand ed il cui ricavato verrà devoluto in beneficenza ad associazioni umanitarie. La manifesta- zione sarà ad ingresso libero e si potrà inoltre degustare una buona pizza accompagnata da bevande. Un’iniziativa per conservare il ricordo del caro Riccardo, un ragazzo come tanti che fece della musica la propria passione e che, nonostante la sua giovane età, ha lasciato un segno indele- bile nel cuore di chi lo conosceva. “La musica può donare delle ali ai vostri pensieri ed illuminare la vostra anima di una luce eterna.” Ciao Riccardo. Elvisa Rossetti, Ermanno Bizzoni Serena Pitotti Serena Pitotti 17 ti da tanta naturalezza, simpatia e umiltà sono soprattutto i grandi nomi della musica italiana, a cominciare da Caterina Caselli che per prima scorge il mondo di Elisa, consentendole la pubblicazione del suo album di debutto “Pipes Et Flowers”. Duetta con Ligabue, in un brano scritto da lui per lei e che le calza a pennello, ma anche con i Negramaro in un pezzo idilliaco, mistico e persino con il maestro Luciano Pavarotti, destreggiandosi con una fanciullezza e un’abilità rare. La sua voce piena di sentimento, reinterpreta brani capaci di un estre- mo coinvolgimento emotivo firmati U2, Bob Dylan, Bob Marley, Cat Stevens. La ragazza perfetta nella sua essenzialità, vanta attualmente un successo strepitoso in Italia e all’estero. Oggi mamma, non si ferma e tra una ninna nanna e l’altra continua ad impressionare, con la sua celestiale emotività, ironizzando sui suoi errori impercettibili, colorando di note sinuose penta- grammi che sembrano tendere all’infinito. ELISA, LA PERFEZIONE DELL’ ESSENZIALITA’ Elisa Toffoli è una ragazza di Trieste, artista per natura, con l’esigenza di esprimere le sue emozioni attraverso una qualsia- si forma d’arte, sia essa pittura, letteratura o danza. Il suo vero talento, la catapulterà immedia- tamente, nel mondo della musica facendola diventare una donna. Compositrice, cantautrice vola tra le note della sua voce soa- ve, a tratti grintosa da far paura e del piano accarezzato dalle sue mani. L’universo emotivo composito che la caratterizza, ammalia i fan e la critica mondiale, così come i virtuosismi che emette con la semplicità delle parole. A rimanere colpi- LA MUSICA PER NON DIMENTICARE RICCARDO Just Move Giugno.indd 17 24/06/14 16:52
  • 18. 18 INSERITE ORIZZONTALMENTE LE PAROLE SOTTO DEFINITE. A GIOCO RISOLTO NELLA CA- SELLA A FONDO GRIGIO LEGGERETE IL TITOLO DEL PRIMO NUMERO DI JUST MOVE. Definizioni: 1- QUELLA DELLA CRUSCA FU FONDATA DA SALVIATI 2 - CAPOLUOGO DI REGIONE MOLISANO 3 - ATTORE-PIRATA (DEI CARAIBI) 4 - INSIEME AL CELESTE I COLORI DI RIETI 5 - NELLA TAVOLA PERIODICA E NEL TERMOSIFONE 6 - CESARE CREMONINI NE ERA IL LEADER 7 - “RESIDENZA” DELLA GIOCONDA 8 - PER LA MANNOIA LO È IL CAFFÈ NERO 9 - COGLI L’ATTIMO 10 - LA CHIESA DEGLI EBREI 11 - PIATTO TIPICO CONTIGLIANESE Serena Pitotti   1                       2                     3                     4                       5                         6                 7                               8                 9                         10                   11                     SUDOKU RISPETTANDO LE CIFRE INSERITE, COMPLETATE IL RIQUADRO IN MODO CHE IN OGNI RIGA, COLONNA E QUADRATO RISULTINO LE CIFRE DA 1 A 9     4 5 8               6     8 6           1   2   1   3 9         8   7   6   3 1   4       2       3     9               5     1 7 2   7       3 8     Just Move Giugno.indd 18 24/06/14 16:52
  • 19. Via F. Sebastiani 8 Rieti tel. 0746259300 www.angelucciautorieti.it DA OGGI CONCESSIONARIA UFFICIALE RENAULT E DACIA VENDITA, ASSISTENZA E RICAMBI PER RIETI E PROVINCIA. Just Move Giugno.indd 19 24/06/14 16:52
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